Primo Piano

Naufragio in Calabria: da Nord a Sud fascia bianca al braccio in segno di lutto

7 Marzo 2023 -

Milano - Fascia bianca ieri in consiglio comunale, a Torino, e in molte scuole italiane, da nord a sud, in segno di lutto per i morti del naufragio di Cutro. A Torino l’hanno indossata il sindaco Stefano Lo Russo e i consiglieri di maggioranza, oltre che del M5s e “Torino Bellissima”, aderendo a un’iniziativa lanciata dalla scrittrice Elena Stancanelli che ha coinvolto anche numerose scuole. «È un messaggio simbolico - hanno spiegato i consiglieri - per far sì che le coscienze non si addormentino e per dire che le politiche devono basarsi sul fatto che accoglienza e solidarietà sono l’unica dimensione possibile che ci rappresenta come popolo». «La mia proposta è: dichiariamolo, il nostro lutto. Un lutto al quale ci ribelliamo: mettiamo al braccio una fascia bianca. Andateci a scuola, lunedì. Fatevi vedere, mostratevi sui vostri social, gridate la vostra estraneità a questo abominio. Rimanete innocenti, dichiarando pubblicamente la vostra distanza. Se non grideremo abbastanza, se non faremo capire in tutti i modi quanto ci fa schifo quello che è stato fatto domenica, quello che continua ad accadere nel nostro mare, ne porteremo addosso il dolore anche noi. La mia voce è piccola, ma la nostra tutti insieme è potente», aveva scritto Stancanelli. E 3 studenti su 10 si sono detti disposti a portare ieri la fascia a scuola o condividerla sui social. Tra gli oltre 1.200 giovanissimi di età compresa tra gli 11 e i 19 anni intervistati dal portale Skuola.net per La Stampa - infatti, ben 3 su 10 hanno detto di essere della partita, indipendentemente dalle proprie idee sull'argomento immigrazione e sulla politica in generale.

Naufragio in Calabria: Mattarella, “il cordoglio deve tradursi in scelte concrete, operative, da parte di tutti”

6 Marzo 2023 - Potenza – “A non molta distanza da qui, sulle coste di Calabria, giorni fa si è verificato un evento tragico che ha, come tutti ben sappiamo, coinvolto interamente la commozione del nostro Paese. I profughi afgani hanno fatto tornare anzitutto in mente quanto, quasi due anni fa, il nostro Paese ha fatto nel momento in cui i talebani occupavano Kabul per portare in Italia non soltanto i nostri militari in missione lì, ma per portare in Italia tutti i cittadini afgani che avevano collaborato con la nostra missione. Non ne abbiamo lasciato nessuno, li abbiamo tutti accolti qui in Italia”. Lo ha detto questa mattina il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo a Potenza in occasione del 40° anniversario dell’Università degli studi della Basilicata, nel 40° dalla sua fondazione. I fatti di Cutro ci fa tornare alla mente “le immagini televisive della grande folla di afgani all’aeroporto di Kabul che imploravano un passaggio in aereo per recarsi altrove. Ci fa – ha detto Mattarella -  quindi comprendere il perché intere famiglie, persone che non vedono futuro, cercano di lasciare, con sofferenza - come sempre avviene - la propria terra per cercare un avvenire altrove, per avere possibilità di un futuro altrove”. Per il Capo dello Stato di fronte all’evento “drammatico che si è consumato, ma ancor più a ciò che questo raffigura di condizioni drammatiche, in quello come in altri Paesi, il cordoglio deve tradursi in scelte concrete, operative, da parte di tutti. Dell’Italia, per la sua parte, dell’Unione europea, di tutti i Paesi che ne fanno parte. Perché questa è la risposta vera da dare a quello che è avvenuto, a queste condizioni che – ripeto - con violazione dei diritti umani e della libertà, colpiscono tutti, in qualunque parte del mondo”.    

Papa Francesco: “presenza di tanti fratelli e sorelle migranti è un’opportunità di crescita umana”

6 Marzo 2023 -
Sacrofano - Tramite il card. Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, papa Francesco ha voluto inviare un messaggio ai partecipanti alla prima edizione del percorso formativo “Cattedra dell’accoglienza” esprimento “vivo apprezzamento per l’opera dei volontari coinvolti nella cura degli immigrati”. Il Pontefice auspica che “il significativo evento susciti un rinnovato impegno nel favorire lo spirito dell’accoglienza e della solidarietà, promuovendo così la pace e la fraternità tra i popoli” e incoraggia  a “considerare la presenza di tanti fratelli e sorelle migranti un’opportunità di crescita umana, di incontro e di dialogo tra culture e religioni”.

Naufragio in Calabria: card. Parolin, “monito alle nostre coscienze e non può lasciarci né indifferenti né bloccati dalla paura”.

6 Marzo 2023 - Sacrofano -  “Le scelte concrete da compiere nel quotidiano e le sfide che la società odierna deve affrontare ci suggeriscono di scorgere nella fraternità universale il fondamento profondo dell’accoglienza, oggi come non mai indispensabile per costruire un mondo rappacificato, nel quale il diritto ad una vita libera e dignitosa venga assicurato ad ogni essere umano, in qualunque parte del mondo si trovi, specialmente se nel suo Paese questo non è possibile o se vi è perseguitato”.  Lo ha detto oggi il card. Pietro Parolin  intervenendo alla prima edizione della “Cattedra dell’Accoglienza che si aperta oggi a Sacrofano. Per il porporato anche “la condivisione dei beni e delle risorse può certamente favorire un atteggiamento accogliente da parte dei popoli che vivono nel cosiddetto mondo sviluppato. La cura di ogni essere umano favorirà poi quel dialogo tra i popoli di cui oggi si sente urgente bisogno”. Oggi – ha aggiunto il card. Parolin - “c’è un grande nemico dell’accoglienza: la paura! E l’opinione pubblica sembra trovare motivi sempre validi per alimentare questa paura, che arriva a condizionare le scelte politiche di Governi e istituzioni. È di queste ore il dibattito, non sempre costruttivo e proficuo, che si è generato a partire dalla tragedia consumatasi al largo di Cutro, dove il 26 febbraio scorso è terminato il viaggio di 180 migranti, con un bilancio gravissimo e tristissimo di vittime e dispersi, molti dei quali sono bambini. Quella disgrazia è un monito alle nostre coscienze e non può lasciarci né indifferenti né bloccati dalla paura”. Il Segretario di Stato Vaticano ha auspicato che questa “Cattedra dell’accoglienza” aiuti a “smontare il sentimento della paura, mettendone in luce i gravi rischi se non viene superata da nuovo impegno e nuova responsabilità nel trovare vie concrete di disponibilità, e attivi meccanismi di informazione e formazione capaci di forgiare nuove tendenze all’interno dell’opinione pubblica. La Cattedra – ha quindi aggiunto - non pretende certo di sostituirsi alla necessaria educazione del cuore, per la quale la Chiesa è impegnata in prima linea; al contrario, si propone di contribuire a strutturare cammini formativi capaci di rispondere all’urgente bisogno di cura e di sensibilità verso l’altro, trovando nella fede e nella preghiera un privilegiato campo d’azione”. L’incontro – che si concluderà venerdì 10 vedrà la presenza, tra gli interventi, di mons. Gian Carlo Perego, presidente della Fondazione Migrantes.  L’iniziativa, partita nel marzo scorso a Sacrofano proprio alla presenza del card. Parolin, intende essere a cadenza annuale per “ribadire a noi stessi la necessità e l’urgenza della formazione, oltre che della condivisione delle esperienze e delle buone pratiche”, è stato spiegato. (Raffaele Iaria)

Naufragio in Calabria: una giornata di preghiera e riflessione venerdì 10 marzo

6 Marzo 2023 - Rossano - "La tragedia di Cutro non può e non deve lasciarci indifferenti. Le vite spezzate in un mare in tempesta interrogano ognuno di noi dal profondo. In questo triste e tragico momento di dolore irrompe con urgenza la necessità di fermarsi a riflettere e pregare". Così una nota della diocesi di Rossano Cariati invita tutte le comunità cristiane a manifestare con la preghiera e la solidarietà "una concreta vicinanza alle vittime". Un momento di preghiera e di riflessione si svolgerà venerdì prossimo, 10 marzo, a Pietrapaola su iniziativa dell’Ufficio diocesano per l’Apostolato del Mare diretto da don Giuseppe Ruffo, dall'Ufficio Migrantes  diretto da Giovanni Fortino, dalla parrocchia di Santa Maria delle Grazie di Pietrapaola guidata da don Umberto Sapia e dall'Istituto comprensivo di Mandatoriccio diretto dalla dirigente scolastica Mirella Pacifico. L’appuntamento prevede due momenti. Prima il momento di preghiera nella parrocchia di S. Maria delle Grazie che sarà presieduto dall'arcivescovo mons. Maurizio Aloise. Saranno proprio gli alunni dell'istituto comprensivo di Mandatoriccio (plesso di Pietrapaola) ad animarlo con poesie, cartelloni e riflessioni suscitate nei loro cuori dalle terribili immagini della spiaggia di Steccato di Cutro. A conclusione del momento di raccoglimento si andrà verso la spiaggia dove verrà lanciata nel mare una corona di fiori in ricordo delle vittime del naufragio. (R.Iaria)  

Naufragio in Calabria: migliaia alla Via Crucis sul luogo della tragedia

6 Marzo 2023 - Crotone – Erano migliaia le persone che ieri si sono ritrovate sulla spiaggia di Steccato di Cutro per una Via Crucis in ricordo dei 70 migranti morti nel naufragio di domenica scorsa. “Con Cristo tra i migranti dinanzi all’indifferenza dei potenti”, il tema scelto dagli uffici Migrantes e Liturgico della diocesi di Crotone-Santa Severina che nanno promosso l'iniziativa. Con il legno di quel barcone affondato a pochi metri dalla spiaggia  è stata costruita una Croce con gli stessi bulloni e gli stessi chiodi realizzata con l'aiuto di un artista  locale e che sarà custodita nella parrocchia di Le Castella, ha spiegato il parroco don Francesco Loprete. A portare quella croce i fedeli della varie parrocchie del circondario di Cutro, nella diocesi di Crotone- Santa Severina. Con loro l’arcivescovo mons. Angelo Panzetta e l’imam della Moschea di Cutro, Mustafa Achik. “Non ci aspettavamo questa grande partecipazione”, dicono dall'Ufficio Migrantes della diocesi crotonese. Al termine del rito, al quale hanno partecipato anche l’arcivescovo di Cosenza-Bisignano e membro della Commissione Migrantes della Cei, mons. Giovanni Checchinato e  il vescovo di Lamezia Terme, mons. Serafino Parisi, la recita di un Eterno riposo e la corona di fiori bianchi gettata in mare dall’imam insieme ad un sacerdote.  Un’altra “Via Crucis”, all’interno delle comunità parrocchiali, si era svolta venerdì, sempre per le vittime sinora accertare del disastro, cui aggiungere, sottolinea la direttrice di Migrantes suor Loredana Pisani, le altre custodite nel cuore del mare. “Mancano da trenta a cinquanta persone, gran parte bambini”, dice: “la situazione migratoria è difficile da fronteggiare ed è vero che bisogna evitare gli sbarchi, ma non è possibile evitare che i migranti cerchino vie di fuga". Sr. Pisani ricorda che ciascun migrante ha pagato da 8 a 10mila euro per il viaggio poi terminato con il naufragio di Cutro, quindi se ci fossero dei canali legali li seguirebbero volentieri. (R.Iaria)

Istat: più di un matrimonio su 10 con almeno uno sposo straniero

6 Marzo 2023 - Roma - Nel 2021 sono state celebrate 24.380 nozze con almeno uno sposo straniero, in aumento del 29,5% rispetto all’anno precedente. Lo sottolinea l’Istat nel Report Matrimoni, Unioni Civili, Separazioni e Divorzi. I matrimoni misti (in cui uno sposo è italiano e l’altro straniero) ammontano a oltre 18mila e continuano a rappresentare – sottolinea l’Istituto di Statistica - la parte più consistente dei matrimoni con almeno uno sposo straniero (75,1%). Quasi i tre quarti dei matrimoni misti riguardano coppie con sposo italiano e sposa straniera (13.703, pari al 7,6% delle celebrazioni a livello nazionale nel 2021). Le donne italiane che hanno scelto un partner straniero sono 4.595, il 2,5% del totale delle spose. Le combinazioni di cittadinanza dei matrimoni misti sono molto diverse a seconda del genere degli sposi. Nel 2021, gli uomini italiani hanno sposato una cittadina rumena nel 19,2% dei casi, ucraina nel 13,2% e russa nel 7,1%. Le donne italiane che hanno contratto matrimonio con un cittadino straniero hanno invece più frequentemente uno sposo di cittadinanza marocchina (12,1%) o albanese (9,7%). L’Istat evidenzia anche che tra i matrimoni misti, oltre uno su 10 coinvolge uno sposo italiano per acquisizione; se consideriamo i matrimoni misti tra sposa italiana e sposo straniero, in uno su quattro la sposa italiana è di origine straniera. Questa quota – evidenzia Istat – era molto più contenuta, circa il 6%, nel 2012. “Il consistente aumento della presenza di italiani per acquisizione al momento del matrimonio è dovuto a molteplici fattori. Innanzitutto – spiega la nota -  negli anni recenti l’acquisizione è diventata più consistente, in linea con un più avanzato processo di integrazione dei cittadini stranieri, ma, allo stesso tempo, si assiste a una progressiva diminuzione della quota di acquisizioni per matrimonio. La tipologia di matrimonio misto, quindi, sta cambiando nel tempo, includendo una quota crescente di neo-cittadini italiani che alla nascita avevano la stessa cittadinanza del partner straniero”. (R.I.)

Naufragio in Calabria: mons. Panzetta, “non vogliamo un’Europa con il filo spinato” dove “è difficile trovare accoglienza”

6 Marzo 2023 - Crotone - “Non vogliamo un’Europa con il filo spinato e laddove è difficile trovare accoglienza. Le persone che hanno perso la vita in questo mare sono la carne di Gesù”. Lo ha detto ieri mons. Angelo Raffaele Panzetta, arcivescovo di Crotone-Santa Severina, al termine della Via Crucis che si è tenuta sulla spiaggia dello Steccato di Cutro, animata dalle parrocchie del territorio e promossa dall'Ufficio Migrantes della diocesi. Alla Via Crucis anche mons. Giovanni Checchinato, arcivescovo di Cosenza-Bisignano e membro della Commissione Cei per le Migrazioni, e mons. Serafino Parisi, vescovo di Lamezia Terme. Mons. Panzetta ha evidenziato che “Gesù è il cuore accogliente e ospitale di Dio nei confronti dell’umanità. Se siamo cristiani non possiamo non essere accoglienti, dobbiamo avere il cuore aperto come il Signore” e “sappiamo che Dio, oceano di pace, ha accolto questi fratelli con cuore di Padre”. Per il presule crotonese, “abbiamo la necessità di generare intorno a noi un clima di accoglienza, di fraternità, di amicizia, non permettiamo alla paura di farci diventare comunità dal cuore gelido, atterrito di fronte alle diversità, perché noi vogliamo una convivialità delle differenze”.  

Liberaci dal male

6 Marzo 2023 - Roma - Era l’8 luglio del 2013 quando papa Francesco, da Lampedusa, denunciava la “globalizzazione dell’indifferenza” causata dal benessere. "Ci siamo abituati alla sofferenza dell’altro, non ci riguarda, non ci interessa, non è affare nostro!", aveva detto il Pontefice. Di lì a tre mesi il mare sarebbe tornato a inghiottire altre vite, altre speranze, che cercavano solo un approdo di salvezza. Sono trascorsi 10 anni e, da Lampedusa a Cutro, nulla è cambiato. Non si riesce a fare a meno di pensare a quelle vite - ai bambini, alle donne, agli uomini, ciascuno con un nome, una storia, dei familiari che li piangono - travolte dalla nostra indifferenza, inghiottite dal nostro egoismo. All’inarrestabile fremito di speranza, all’innato istinto di sopravvivenza che le aveva spinte a cercare vita, più vita, affidandosi alla forza ignota del mare, alle mani crudeli di dispensatori di morte. Con il trascorrere dei giorni, poi, aumentano i dubbi su ciò che avrebbe potuto essere fatto, si tirano in ballo “regole di ingaggio”, si pronunciano parole dure come le pietre, affilate come lame: “Non dovevate partire”, che è come dire: “È colpa vostra”. E aumentano la rabbia e il dolore. Nella Sacra Scrittura il mare rappresenta il male. È ad esso che Gesù si rivolge, intimandogli di calmarsi, minacciandolo, riconsegnando così le acque e i discepoli a un’insperata quiete (Mt 8,23-27). Il Principe della Pace compie in questo modo un esorcismo sulle forze malefiche che si annidavano tra le onde. Oggi quel male non abita le profondità degli abissi, ma il nostro cuore indurito, che ha riempito quegli abissi di morti innocenti. Ed è il nostro cuore che oggi Gesù deve liberare. No, non si riesce a non pensare a quest’ultima strage, a tutte le stragi, anche a quelle che si consumate lontano dai nostri occhi, dalle nostre coste. Continueranno i viaggi, non si fermeranno le traversate. Fino a quando ci saranno sperequazioni e sfruttamento, fino a quando saccheggeremo e faremo violenza sulle terre dei poveri, i poveri verranno a chiederci conto delle nostre azioni. Signore, liberarci dal male. Solo Tu puoi farlo. Liberaci, Signore. E sarà di nuovo bonaccia nella nostra vita, nelle nostre relazioni, nell'umanità che Tu ci hai affidato. (Luca Insalaco)  

La bellezza luminosa dell’amore

6 Marzo 2023 - Città del Vaticano - Dio chiama un nomade e lo invita a lasciare la propria terra e il proprio gruppo per intraprendere un cammino verso un luogo che il Signore stesso gli indicherà. Abramo obbedisce e Dio, è la prima lettura tratta dal libro della Genesi, gli dice: “farò di te una grande nazione e ti benedirò, renderò grande il tuo nome”. Matteo scrive che Pietro, Giacomo e Giovanni seguirono Gesù sul monte della Trasfigurazione, forse il Tabor, e lì, avvolti in una nube, videro conversare Mosè e Elia – ovvero la legge e i profeti, come dire l’Antico Testamento – e ascoltarono la voce del Padre che li invita a seguire il Figlio “l’amato” in cui ha posto “il suo compiacimento”. Come Abramo, anche i tre discepoli non sanno ancora quale strada li attende, ma conoscono la meta che li porterà là dove vedranno il Figlio dell’uomo risorgere dai morti. Antico e Nuovo Testamento che quasi si fondano per farci capire il mistero di Gesù. Queste pagine ci dicono che alla base c’è un cammino da percorrere – e la Quaresima è un cammino, di conversione, di speranza – c’è un volto e c’è una parola, una voce che chiama. Il volto e la voce sono l’espressione di una vera comunicazione: senza l’incontro con il volto dell’altro, senza l’ascolto della parola facciamo fatica a accogliere il messaggio; e il racconto della trasfigurazione è forse l’immagine perfetta del comunicare. E quel volto, che i tre discepoli vedono, diventa sorpresa: “avevano avuto sotto gli occhi per tanto tempo il volto dell’amore, e non si erano mai accorti di quanto fosse bello. Solo adesso se ne rendono conto, con immensa gioia”. Ma ci sono altri volti che Papa Francesco vuole ricordare all’Angelus, i volti di chi ha perso la vita, soprattutto giovani, nell’incidente ferroviario in Grecia; quelli delle numerose vittime del naufragio nelle acque di Cutro sulla costa di Crotone, i volti dei loro familiari, dei sopravvissuti per i quali chiede preghiere; e poi i volti della popolazione locale, delle istituzioni che ringrazia per la solidarietà e l’accoglienza verso questi fratelli e sorelle. Preghiera ma anche appello perché “non si ripetano simili tragedie”; perché “siano fermati” i trafficanti di esseri umani; perché “i viaggi della speranza non si trasformino mai più in viaggi della morte”, e le acque del Mediterraneo “non siano più insanguinate da tali drammatici incidenti. Che il Signore ci dia la forza di capire e di piangere”. Parole che ricordano quelle pronunciate dieci anni fa a Lampedusa, primo viaggio del Pontificato, quando disse che “la globalizzazione dell’indifferenza ci ha tolto la capacità di piangere”. Sul monte della Trasfigurazione i tre discepoli hanno conosciuto la bellezza di un volto. Francesco dice: “impariamo a riconoscere, sul suo volto, la bellezza luminosa dell’amore, che si dona anche quando porta i segni della croce”. Ancora impariamo a cogliere la stessa bellezza nei volti di familiari, amici, colleghi, di quanti camminano accanto a noi ogni giorno: “quanti volti luminosi, quanti sorrisi, quante rughe, quante lacrime e cicatrici parlano d’amore attorno a noi. Impariamo a riconoscerli e a riempircene il cuore”. Pietro, dopo aver vissuto il momento della Trasfigurazione “vorrebbe fermare il tempo e mettere la scena in ‘pausa’”; vorrebbe, in sostanza, prolungare l’esperienza meravigliosa, “ma Gesù non lo permette. La sua luce, infatti, non si può ridurre a un momento magico. Così diventerebbe una cosa finta, artificiale, che si dissolve nella nebbia dei sentimenti passeggeri”. Francesco allora chiede, all’Angelus, di non restare con le mani in mano, ma di “portare anche agli altri la luce che abbiamo ricevuto, con le opere concrete dell’amore, tuffandoci con più generosità nelle occupazioni quotidiane, amando, servendo e perdonando con più slancio e disponibilità”. In questo cammino della Quaresima, il vescovo di Roma ci lascia un messaggio legato alla nostra vita quotidiana: “è importante stare con Gesù, anche quando non è facile capire tutto quello che dice e che fa per noi. È stando con lui, infatti, che impariamo a riconoscere, sul suo volto, la bellezza luminosa dell’amore che si dona, anche quando porta i segni della croce”. (Fabio Zavattaro - Sir)

Naufragio in Calabria: Papa Francesco, “non si ripetano simili tragedie”

6 Marzo 2023 - Città del vaticano - "Esprimo il mio dolore per la tragedia avvenuta nelle acque di Cutro, presso Crotone. Prego per le numerose vittime del naufragio, per i loro familiari e per quanti sono sopravvissuti. Manifesto il mio apprezzamento e la mia gratitudine alla popolazione locale e alle istituzioni per la solidarietà e l’accoglienza verso questi nostri fratelli e sorelle e rinnovo a tutti il mio appello affinché non si ripetano simili tragedie. I trafficanti di esseri umani siano fermati, non continuino a disporre della vita di tanti innocenti! I viaggi della speranza non si trasformino mai più in viaggi della morte! Le limpide acque del Mediterraneo non siano più insanguinate da tali drammatici incidenti! Che il Signore ci dia la forza di capire e di piangere". Lo ha detto ieri mattina papa Francesco al termine della preghiera mariana dell'Angelus. (R.I.)

Una Croce con i legni del barcone di Cutro

4 Marzo 2023 -
Cutro - “Quando, recatomi sul posto della tragedia, ho visto il barcone che andava sempre più spappolandosi, ho pensato che il mare avrebbe presto spazzato il ricordo. Bisognava salvare qualcosa per preservare il ricordo e perché la strage non si ripeta”. Così ha spiegato al Sir  don Francesco Loprete, sacerdote della diocesi di Crotone-Santa Severina, che – con l’aiuto di un artista ha realizzato una particolare croce con i resti del barcone in cui si trovavano i migranti che hanno perso la vita a Cutro domenica scorsa. “Nella quaresima meditiamo sulla Passione di Gesù. La croce che ho realizzato vuole ricordare il legno crudo su cui è stato posto un innocente, e anche qui si tratta del legno di un barcone di innocenti che pagano per un crimine che non hanno commesso”. Don Loprete spiega anche che sulla Croce è presente un pezzo di pezzo di legno che “richiama il braccio di Gesù appeso”.
(FOTO SIR)
La Croce è stata benedetta e ora si trova nella parrocchia di Castella. Domenica verrà portata sul luogo della tragedia per la via Crucis e poi custodita nella parrocchia di Steccato di Cutro dopo una peregrinatio in Cattedrale e nelle parrocchie che ne hanno fatto richiesta. Una Croce con i legni del barcone di Cutro(FOTO SIR)

Migrantes Reggio Calabria-Bova: oggi Via Crucis per le vittime del naufragio

3 Marzo 2023 - Reggio Calabria - Dolore, ma anche preghiera. “La Chiesa di Reggio Calabria – Bova affiderà al Signore le anime delle vittime innocenti del drammatico naufragio avvenuto a Cutro domenica scorsa”. Lo farà durante una Via Crucis dal titolo "Da un abisso di indifferenza ad un cuore di umanità" che sarà celebrata questa sera 3 marzo, alle 19, nella Basilica Cattedrale di Reggio Calabria. A presiederla l’arcivescovo mons. Fortunato Morrone. Durante la Via Crucis - promossa dalla Migrantes diocesana -  si pregherà per tutte le vittime innocenti del naufragio di Cutro. Ma anche per tutte le altre vittime dei “viaggi della speranza”. La via della Croce di Gesù, continua ad intrecciarsi con le vie dolorose di chi fugge da guerre e persecuzioni. L'iniziativa di questa sera - spiega la dioceis - si propone anche come momento, non solo per pregare, ma anche per riflettere insieme dinnanzi a così tanto dolore. Perché finalmente da "un abisso di indifferenza, si possa giungere ad un mare di umanità".

Migrantes Crotone-Santa Severina: Via Crucis domenica 5 marzo sulla spiaggia di Cutro

3 Marzo 2023 - Crotone - “Con Cristo tra i migranti dinanzi all’indifferenza del potenti”. Questo il tema della Via Crucis che si svolgerà domenica prossima, 5 marzo, dalle ore 15, sulla spiaggia di Steccato di Cutro, a una settimana dal tragico naufragio. L’iniziativa è organizzata dagli Uffici Migrantes e liturgico della diocesi di Crotone-Santa Severina. “Alla luce della tragedia che si è consumata nei giorni scorsi sulle coste del comune di Cutro, come comunità diocesana siamo chiamati a farci carico del dramma che ha colpito questi nostri fratelli”, scrivono i due uffici diocesani in una nota. “La morte e le terribili sofferenze che hanno colto questi innocenti in fuga dai loro paesi alla ricerca di una vita migliore interpellato profondamente le nostre coscienze e la nostra fede”. Per la diocesi crotonese “uno dei modi attraverso cui, come cristiani, possiamo farci prossimi alle afflizioni di questi nostri fratelli è sicuramente la preghiera, che rappresenta appunto lo strumento attraverso il quale intendiamo affidare a Colui che tutto può e che tutti consola la vicenda umana e spirituale di queste persone”. Con la Via Crucis si intenderà “leggere il dramma umano di questi nostri fratelli alla luce della Passione salvifica di Cristo”. L’ufficio liturgico, poi, ha predisposto due intenzioni di preghiera (una per quanti sono morti e una per i sopravvissuti) da aggiungere alla preghiera dei fedeli di domenica prossima, e una preghiera da recitarsi insieme all’assemblea alla fine della celebrazione eucaristica. “Continuiamo ad accompagnare e a sostenere con la nostra preghiera quanti scappano dalla miseria e dalla guerra, e a chiedere per tutti il dono della pace e il rispetto di ogni vita umana”. (Foto Sir)  

Card. Zuppi: Serve un sistema di accoglienza dei richiedenti e dei rifugiati adeguato alle emergenze e con percorsi chiari, efficaci di inclusione delle persone

3 Marzo 2023 - Roma - “Dolore. Tristezza. Pudore. Quei morti sono nostri, lo abbiamo sentito tutti. Sono le lacrime che suscitano le lacrime dei sopravvissuti. Mi sorge sempre la solita domanda: quante morti dobbiamo ancora aspettare per prendere le decisioni necessarie?”. Lo dice oggi il presidente della Cei, il card. Matteo Zuppi parlando del naufragio sulle coste calabresi in una intervista a “La Stampa” nella quale evidenzia che la priorità del governo non deve essere “la sicurezza interna, che ovviamente non va dimenticata, ma l'accoglienza attraverso flussi regolari di ingresso, corridoi umanitari, adozioni e ricongiungimenti familiari». “Non ci si può accontentare di risposte emergenziali, altrimenti penseremo sempre nella logica dell'invasione e dell'Italia unica ad accogliere. Non è così. Bisogna compiere un esame rigoroso per individuare responsabilità, ostacoli e omissioni per cui nell'ambito migrazioni la politica non trova risposte adeguate. Questa verifica è uno snodo cruciale”, sottolinea il card. Zuppi aggiungendo che “altrimenti pronunciamo proclami di propaganda vuoti e inutili, che risultano poi offensivi di fronte ai drammi. Questo vale sia per l'Italia che per l'Europa. Ognuno deve fare la propria parte. I diritti dell'uomo e dei rifugiati vanno garantiti sempre. Guai a sospenderli o a condizionarli. E poi credo che più l'Italia si impegna, con coraggio e visione, più avremo anche peso e credibilità per coinvolgere l'Europa”. Per il presidente della Cei “dobbiamo capire la pressione che costringe gli emigranti a fuggire da guerre, violenze, fame, dalle eredità prossime e lontane di conflitti, che durano per generazioni. Questa consapevolezza è la premessa indispensabile per una visione rinnovata che favorisca un governo efficace del fenomeno. Bisogna aiutare a partire e aiutare a restare”. Questo può avvenire “attraverso una scelta intelligente e permanente di cooperazione e con strumenti strutturali condivisi e solidali”. Il card. Zuppi cita l'enciclica "Fratelli tutti" nella quale il papa invita a “a creare un fondo, piuttosto che investire in armi, per sconfiggere la fame e sostenere lo sviluppo. Siamo tutti sulla stessa barca, e dobbiamo abituarci a non concentrarci sul nostro giardino ritenendolo assediato, ma ad aiutare i poveri del pianeta. Ne trarremo benefici tutti se – spiega il porporato – sapremo pensarci assieme, specialmente nel Mediterraneo e con l'Africa. Serve un sistema di accoglienza dei richiedenti e dei rifugiati adeguato alle emergenze e con percorsi chiari, efficaci di inclusione delle persone, che non li immettano in parcheggi dove non sono niente, in attese che durano anni e che spesso esasperano tutti. Dobbiamo favorire l'immigrazione legale per contrastare quella illegale. Ecco allora la necessità di stabilizzare i corridoi umanitari, di rivitalizzare il sistema dei flussi regolari di ingresso, con cifre però adeguate che garantiscano di mantenere il livello di produttività necessario. E poi perché non riconoscere a paesi con i quali l'Italia ha stipulato un accordo di cooperazione in materia migratoria una posizione privilegiata nell'attribuzione di un'importante quota di visti di ingresso per lavoro? E come non pensare ai ricongiungimenti familiari e fornire prospettive di un presente dignitoso a chi è già in Italia, magari lavora da tempo senza stabilità?”. E parlando della visita di ieri del presidente della Repubblica a Crotone il presidente dei vescovi italiani ne sottolinea l'importanza: "Ho apprezzato molto che sia andato in visita privata. Ha voluto un momento di grande e intima condivisione della sofferenza, senza condizionamenti delle polemiche pubbliche. È la versione istituzionale di quei nostri concittadini che a Cutro si sono buttati in mare per salvare vite". (Raffaele Iaria)  

Naufragio Calabria: il Comitato 3 ottobre, “Identificare le vittime”

3 Marzo 2023 - Roma - Il "Comitato 3 ottobre" chiede al capo Dipartimento per le libertà civili e immigrazione, al commissario straordinario per le persone scomparse e alla prefetta di Crotone di procedere all'identificazione delle vittime del naufragio avvenuto a Steccato di Cutro prima della loro inumazione. Così come è avvenuto in altri tragici naufragi, in virtù del Protocollo di Lampedusa e grazie al lavoro dell'Istituto Labanof (Laboratorio di antropologia e odontologia forense dell'Università di Milano) diretto da Cristina Cattaneo si è reso evidente come tale identificazione dei cadaveri sia possibile. È indispensabile, però, che prima della sepoltura vengano raccolte tutte le informazioni necessarie. Il comitato chiede dunque a tutte le autorità di applicare, in assenza di un protocollo specifico, il protocollo DVI (Disaster Victim Identification) di Interpol, che, prevede rilievi fotografici, repertazione indumenti ed effetti personali ed esame autoptico e odontologico. «Abbiamo visto come i familiari delle persone scomparse nei naufragi restino in una situazione di indeterminatezza - dice Tareke Brhane, presidente del Comitato -, una condizione che provoca gravi sofferenze psicologiche e impedisce l'elaborazione del lutto: anche le famiglie delle persone decedute o disperse dovrebbero essere considerate vittime dei medesimi naufragi e dovrebbero essere coinvolte nel processo di identificazione e inumazione. Non vorremmo che, anche in questo caso, queste persone rimangano dei numeri e delle vittime senza nome».

Murales: Cristo che salva i migranti e invita l’Unione Europea ad accogliere

3 Marzo 2023 - Milano - Un Cristo che accoglie, anzi salva, un barcone stracarico di migranti. È il soggetto dell'ultimo murale di Harry Greb apparso nel centro di Roma, in via del Governo Vecchio. Quella dell'artista di strada, più che una provocazione, è un invito all'Europa a intervenire per aiutare chi è costretto a fuggire dalla propria terra e sempre più spesso perde la vita, come accaduto in questi giorni nel naufragio di Cutro, in Calabria, dove i morti sono stati 67. Gesù indossa una bandiera dell'Unione Europea, azzurra con il cerchio di stelle, e tra le mani tiene l'imbarcazione piena di povera gente. Sulla fiancata rossa dello scafo campeggia la scritta "Why Not?" (Perché No?). Un invito divino ad accogliere e salvare. Sui social Harry Greb spiega il senso della sua opera: "Dovremmo accogliere, condividere, aiutare chi ha più bisogno... è questo che ci hanno insegnato, non girarsi dall’altra parte e oltretutto fare leggi che ostacolano chi salva vite in mare. Dietro tutto ciò c’è disperazione, sopravvivenza... diritto alla vita... Se non si capisce questo rischiamo di affondare tutti… Perché non aiutiamo? Perché l’Europa non si occupa seriamente del fenomeno migratorio? Perché no?". Più chiaro di così. (Avvenire)   (Fotogramma - Avvenire)

Migrantes Vercelli: Divina liturgia quaresimale per la comunità ucraina

2 Marzo 2023 -
Vercelli - Nella cappella del seminario di piazza S. Eusebio a Vercelli, nei giorni del 5, 12, 19 e 26 marzo e 2 e 9 aprile, verrà celebrata la “Divina liturgia quaresimale” per la comunità ucraina presente ne territorio.  L’iniziativa è promossa dall’Esarcato apostolico per i fedeli cattolici ucraini di rito bizantino in Italia in collaborazione con la Pastorale Migrantes della diocesi di vercelli  e vedrà la presenza di don Yuriy Ivanyuta.

Migrantes Sicilia: “accogliere e accompagnare. La fatica e l’urgenza di una nuova umanità”

2 Marzo 2023 - Palermo - Si è svolto a Palermo, presso la “Casa francescana di spiritualità” di Baida, l’incontro della Commissione dell’Ufficio Regionale Migrantes  della Conferenza Episcopale Siciliana. Si è aperto così il nuovo quinquennio, 2023-2027, nel segno della continuità e nella consapevolezza che la mobilità umana chiama le Chiese di Sicilia a un rinnovato impegno, per dare concretezza ai quattro verbi-azione che Papa Francesco ha indicato tracciando un cammino di servizio con i migranti: accogliere, proteggere, promuovere e integrare. Un incontro segnato, alla vigilia, dall’ennesima tragedia che ha spezzato la vita di 67 persone, tra cui tredici minori e un neonato. Quello che è successo a Cutro, nel crotonese, è la conseguenza di scelte politiche deliberatamente marcate dalla chiusura delle frontiere e dei cuori, dalla negazione dei diritti umani sanciti dalle Convenzioni internazionali". I lavori si sono aperti con la preghiera e l’intronizzazione della Parola che è stata posta accanto all’icona dell’amicizia; la traccia per la riflessione è stata ripresa dalla Costituzione conciliare Lumen gentium (n. 8): “Come Cristo … così pure la Chiesa”. Rileggere le sfide della mobilità umana a partire da Cristo per ritrovarlo nel volto di quanti si mettono in cammino alla ricerca di un futuro che viene loro negato. All’incontro erano presenti mons. Corrado Lorefice, arcivescovo di Palermo e vescovo delegato Migrantes della Conferenza Episcopale Siciliana  e mons. Pierpaolo Felicolo,  direttore generale della Fondazione Migrantes. Mons. Lorefice ha manifestato tutta la sua gratitudine, innanzitutto al Signore per averlo voluto alla guida di questo servizio pastorale e poi a tutti i direttori diocesani convenuti a Palermo, per la generosità e la competenza con cui seguono il mondo della mobilità umana e per la loro importante azione pedagogica nei confronti delle comunità cristiane delle Chiese di Sicilia. Li ha invitati a continuare con rinnovato impegno, nella consapevolezza di essere a servizio di un “luogo teologico” privilegiato per collaborare all’edificazione del Regno di Dio. Il Vescovo ha richiamato a un impegno che non può essere timido ma deve essere profetico, capace di spendere parole evangelicamente performate e performative per dire da che parte sta la Chiesa. Parole che richiedono, innanzitutto, una formazione che trova il suo fondamento nella Parola e nella contemplazione di un Mistero che può dare forza e senso al nostro servizio. Nel saluto iniziale mons. Felicolo ha manifestato la gioia di avere avuto la possibilità, a pochi mesi dalla sua nomina, di essere presente in una terra a cui si sente particolarmente legato. “Per me – ha detto il direttore generale della Fondazione Migrantes – è prioritario questo primo momento di conoscenza delle diverse Regioni ecclesiastiche per capire come vivono il loro servizio a favore della mobilità umana. Ascoltare le tante risorse e le buone prassi perché diventino patrimonio di tutti; ascoltare per fare sempre meglio e perché il livello nazionale diventi, come vuole lo statuto, nel rispetto delle singole Chiese locali, l’organismo di coordinamento, di sostegno e di accompagnamento per rispondere a quelle che sono le aspettative della Conferenza Episcopale Italiana”. Dopo l’intervento del direttore regionale uscente,  Mario Affronti, che ha fatto sintesi del quinquennio che si è appena concluso, si è dato inizio ai lavori della prima giornata che si sono focalizzati sulle due relazioni in programma. Il diacono Santino Tornesi, nuovo direttore regionale, ha relazionato sul fenomeno migratorio che interpella le Chiese di Sicilia. A partire dai Rapporti e dalle ricerche della Fondazione Migrantes, ha dimostrato quanto sia diversa la realtà dalla narrazione che ogni giorno viene mistificata per ottenere consenso politico e strumentalizzata da una informazione che parla d’immigrazione come sinonimo d’invasione e di pericolo per la nostra sicurezza e la nostra identità. Mentre il pericolo più grosso per il nostro Paese è quello di un inverno demografico senza soluzione di continuità, di una emigrazione italiana che fa registrare numeri in continua crescita, di una politica italiana che non vuole governare un fenomeno che rappresenta una risorsa imprescindibile, di scelte che negano i diritti fondamentali ai migranti stabilmente residenti in mezzo a noi e che negano l’accoglienza a chi è alla ricerca di protezione. Ha preso poi la parola l’avvocato Luca Insalaco, immigrazionista e collaboratore della Fondazione Migrantes per la formazione e per la redazione dei Rapporti sulla mobilità umana. La sua relazione ha approfondito la normativa che governa la presenza e l’accoglienza dei migranti nel nostro Paese. Una normativa che, come ci è stato detto, andrebbe riformata: per essere più rispondente a un modello sociale includente, per tutelare i diritti fondamentali. È stato evidenziato come purtroppo tanti diritti enunciati nelle leggi non trovano poi l’applicazione nella vita dei migranti. Dopo una pausa, hanno preso la parola i direttori delle quattordici Diocesi presenti all’incontro: una breve presentazione che ha dato la possibilità a mons. Lorefice e al direttore generale della Fondazione Migrantes di avere contezza della pastorale migratoria nelle Chiese di Sicilia.  A concludere la prima giornata l’intervento di mons. Lorefice, che ha raccolto quanto emerso per rilanciare il suo appello a un rinnovato impegno per rispondere alla grande sfida educativa che rappresentano le migrazioni. Nelle parole del vescovo delegato tutta l’indignazione per quanto avvenuto a Steccato di Cutro, una strage che ha fatto del nostro mare un cimitero senza croci. Una indignazione che non risparmia le nostre comunità: troppo spesso clero e fedeli laici hanno speso parole che vanno contro il Vangelo e questo non è accettabile. Il segreto, ha concluso il vescovo, è quello di chinarsi davanti al Mistero per trovare il senso della fraternità in Cristo che ci fa essere “fratelli tutti”. La celebrazione eucaristica con la proclamazione del Vangelo di Matteo (25,31-46) ha dato il senso ai lavori della prima giornata.La seconda giornata si è aperta con la celebrazione delle Lodi, seguita dall’intervento di mons. Felicolo, che ha toccato i diversi ambiti della mobilità umana per consegnare nuove prospettive pastorali. Ha rinnovato il suo impegno a stare accanto alle realtà diocesane per trovare insieme le risposte più adeguate alle sfide delle migrazioni. Ha ricordato che c’è bisogno di raccogliere la sfida educativa con lo specifico del nostro servizio ma in sinergia con gli altri organismi diocesani, per una pastorale d’insieme capace di dare risposte più incisive per un noi sempre più grande. L’ultima parte della mattinata è stata dedicata ai lavori di gruppo, durante i quali i partecipanti sono stati chiamati a confrontarsi sui verbi-azione indicati da Papa Francesco: accogliere, proteggere, promuovere e integrare. Quattro verbi fondati sui principi della dottrina della Chiesa, che formano una comune risposta alle sfide poste dalle migrazioni contemporanee. I lavori, poi riportati in plenaria, hanno evidenziato tutta la ricchezza che è già presente nei nostri contesti locali. Nel corso dell’incontro delle Commissione, rispettando le indicazioni fornite dalla Norme generali della Segreteria pastorale, sono stati individuati i componenti del Direttivo dell’Ufficio: ad affiancare Santino Tornesi (Messina-Lipari-Santa Maria di Leuca), direttore di Migrantes Sicilia, saranno Mario Affronti (Palermo), direttore uscente chiamato a ricoprire il ruolo di vicedirettore, e Donatella D’Anna (Caltanissetta) come segretaria. In occasione dell’incontro della Commissione dell’Ufficio regionale Migrantes , don Giuseppe Rabita, direttore della Segreteria pastorale dell’Ufficio stampa della Conferenza Episcopale Sicilianaesi, ha ascoltato mons. Pierpaolo Felicolo: non solo una riflessione sulla gente e sull’impegno che il direttore generale della Fondazione Migrantes ha incontrato in Sicilia sul fronte della mobilità umana, ma anche un commento che, a partire dai recenti fatti di cronaca sul naufragio a Cutro, accende i riflettori sull’esigenza personale, ecclesiale, nazionale ed europea di agire, sì, nell’urgenza ma con programmazione chiara e lungimirante.  

Naufragio in Calabria: Mattarella in preghiera davanti alle salme dei migranti morti

2 Marzo 2023 - Crotone - Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha reso omaggio questa mattina, a Crotone, alle vittime del naufragio avvenuto al largo delle coste di Steccato di Cutro domenica scorsa. Dopo essersi raccolto in silenzio davanti alle bare nella camera ardente allestita nel palazzetto dello sport di Crotone, il presidente ha incontrato le famiglie delle vittime e ha ricevuto da loro una richiesta di aiuto per poter riportare in patria le salme. Quindi Mattarella si è recato all’ospedale cittadino dove sono ricoverati 15 superstiti del naufragio, tra cui alcuni bambini. Il presidente è stato preceduto da alcuni pacchi contenenti giocattoli fatti consegnare ai piccoli degenti che si trovano nel reparto di pediatria.   (Foto di Francesco Ammendola - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)