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Mons. Panzetta: un futuro migratorio meno segnato da stragi e morti

5 Aprile 2023 - Crotone - «La tragedia di Cutro ha evidenziato che nè le proposte neo liberiste, nè quelle populiste possono dare risposte complete alla vicenda umana del nostro tempo e del nostro territorio. Noi abbiamo bisogno di politici che abbiano a cuore il bene comune. Solo recuperando il bene comune, avremo la capacità di affrontare le grandi sfide». Lo ha detto l’arcivescovo di Crotone-Santa Severina, mons. Angelo Panzetta, nel suo messaggio per la Pasqua indicando nel naufragio di Cutro “il filo rosso della Quaresima”. «Al Consiglio dei ministri ho chiesto di guardare con attenzione a quanto accaduto perché i diritti umani fossero rispettati» ha aggiunto a margine del suo messaggio pasquale, parlando delle richieste avanzate al governo. «Ho trovato ascolto e impegno a trovare insieme soluzioni che possano far diventare Cutro una tragedia che contribuisca a cambiare le cose. Mi piacerebbe che emergesse una proposta per la questione migratoria che, mettendo insieme le energie migliori e disinteressate del territorio, insieme alle grandi organizzazioni pontificie possa permettere di immaginare Cutro come luogo per un futuro migratorio meno segnato da stragi e morti». L’arcivescovo ha quindi ricordato che «la comunità cristiana non scrive i decreti legge, certamente mette in discussione ogni proposta legislativa nella quale non ci sia al primo posto il rispetto della vita delle persone».

Naufragio in Calabria: mons. Panzetta, “non vogliamo un’Europa con il filo spinato” dove “è difficile trovare accoglienza”

6 Marzo 2023 - Crotone - “Non vogliamo un’Europa con il filo spinato e laddove è difficile trovare accoglienza. Le persone che hanno perso la vita in questo mare sono la carne di Gesù”. Lo ha detto ieri mons. Angelo Raffaele Panzetta, arcivescovo di Crotone-Santa Severina, al termine della Via Crucis che si è tenuta sulla spiaggia dello Steccato di Cutro, animata dalle parrocchie del territorio e promossa dall'Ufficio Migrantes della diocesi. Alla Via Crucis anche mons. Giovanni Checchinato, arcivescovo di Cosenza-Bisignano e membro della Commissione Cei per le Migrazioni, e mons. Serafino Parisi, vescovo di Lamezia Terme. Mons. Panzetta ha evidenziato che “Gesù è il cuore accogliente e ospitale di Dio nei confronti dell’umanità. Se siamo cristiani non possiamo non essere accoglienti, dobbiamo avere il cuore aperto come il Signore” e “sappiamo che Dio, oceano di pace, ha accolto questi fratelli con cuore di Padre”. Per il presule crotonese, “abbiamo la necessità di generare intorno a noi un clima di accoglienza, di fraternità, di amicizia, non permettiamo alla paura di farci diventare comunità dal cuore gelido, atterrito di fronte alle diversità, perché noi vogliamo una convivialità delle differenze”.  

Naufragio in Calabria: mons. Panzetta, Questo è il momento della pietà”

1 Marzo 2023 - Crotone - “Questo momento è fatto di poche parole, questo è il momento della pietà. Un momento umanissimo dove, davanti al segno delle bare, davanti al segno della morte, ognuno di noi invoca il Signore, il Dio della vita, perché accolga questi nostri fratelli”, ha etto questa mattina l'arcivescovo di Crotone-Santa Severina,  mons. Angelo Raffaele Panzetta, che ha voluto visitare la camera ardente al Pala Milone e pregare davanti alle salme dei migranti morti nel naufragio avvenuto domenica mattina sulle coste calabresi e che ha causato finora 66 morti accertati. Per il presule “noi ci battiamo tutti il petto perché è chiaro che c’è una corresponsabilità e una responsabilità sociale in quello che è avvenuto e tutto dovrà essere considerato con attenzione. Però, ci vorrebbe anche, almeno in questo momento, che ci fosse una tregua dalle polemiche e si sperimentasse dentro di sé quella umanissima pietà per le persone che sono morte, per le famiglie straziate dal dolore”. Mons. Panzetta ha citato le scritture e in partiucolare alcuni salmi dove si parla di "un vento che squarcia le navi: il vento gelido dell’egoismo, il vento gelido della paura, il vento gelido della chiusura, il vento gelido di Paesi nei quali i diritti non sono riconosciuti, il vento gelido di un sistema economico che produce Paesi dai quali bisogna scappare, il vento gelido di corresponsabilità che ci chiama tutti in causa”. Oggi non è "il momento della polemica, ma della pietà e della preghiera", ha concluso davanti ai giornalisti il presule crotonese: "verrà un tempo in cui non di pancia ma con la testa e con il cuore occorrerà riflettere accuratamente su quello che è avvenuto e su quello che bisogna fare perché queste cose non accadano più”.      
(foto Sir)