Primo Piano

Vangelo Migrante: III domenica di Pasqua | Vangelo (Gv 21, 1-19)

28 Aprile 2022 - La pagina in cui per la terza volta Gesù si manifesta ai discepoli dopo la resurrezione è densa di avvenimenti e insegnamenti. Il Vangelo di Giovanni racconta che alcuni discepoli con Pietro, sono presso il mare di Tiberiade. La notte interiore per il peso insopportabile della tragedia del Golgota, e per le paure che ne derivano, si prolunga in una notte di pesca che riserva una cocente delusione professionale ed esistenziale: “quella notte non presero nulla”. Ma l’alba arriva sempre, puntuale, qualunque sia la notte che ci è capitata o nella quale abbiamo deciso di entrare: “quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: Figlioli, non avete nulla da mangiare? Gli risposero: No”. La presenza di Gesù risorto non è astratta ed estranea alle circostanze in cui si rivela (siano esse una battuta di pesca o un dubbio come quello di Tommaso domenica scorsa); essa è pienezza a cui le circostanze rimandano: soddisfa la domanda con un risultato che va oltre l’inimmaginabile, a significare la completezza risolutiva a cui la Sua presenza invia. Nella domanda ai discepoli, chiede all’umanità se, dopo tutti gli sforzi compiuti ogni giorno per vivere, ha raggiunto anche solo un po’ di tutto ciò di cui ha bisogno per vivere, serena, felice, in pace, al sicuro, prospera e nel benessere. La risposta dell’umanità è secca ed inequivocabile: “no”. E Gesù risorto, a partire da quel fatto, offre il suo intervento perché l’umanità riceva tutto ciò di cui ha bisogno: “gettate le reti dalla parte destra della barca e troverete!” Invita a cambiare modo di fare e di pensare (le reti non si gettano da destra ma da sinistra) e il risultato è sorprendente: centocinquantatré grossi pesci, ovverosia il numero totale delle specie di pesci conosciute allora. Quella pesca fruttò tutto il pesce possibile. Tornati a riva, Gesù ha già un fuoco di brace con del pesce sopra e del pane; e chiede: “portate un po’ del pesce che avete preso ora”. Gesù basta a se stesso ma la vita con il risorto, d’ora in poi, sarà sempre un intreccio amoroso, sorprendente, luminoso e intelligente di energie divine e umane da cui non può che scaturire la festa della vita, nel gioioso banchetto dell’Eucarestia. In quella gioia parte il dialogo con Pietro: “mi ami?”  Gesù non chiede se ha capito il suo annuncio o il senso di quello che sta accadendo, ma lascia tutto all’amore. Per tre volte modifica la domanda adattando le sue attese alle possibilità di Pietro: mi ami più di costoro? Mi ami? Mi vuoi almeno bene?  Si pone a livello della sua creatura: l’amore vero si mette ai piedi dell’amato. Pietro sente il pianto salirgli in gola: dinanzi ad un fuoco lo aveva rinnegato, dinanzi ad un fuoco Gesù gli offre l’opportunità di ri-amarlo come può. Gesù interroga Pietro e interroga me. Non cerca la perfezione ma l’autenticità. Nulla a che vedere con l’impeto di Pietro, quella volta prima della passione. L’amore di cui parla Gesù, non nasce da noi, nasce da Lui. Solo se lo accogli, potrai seguirlo! (p. Gaetano Saracino)  

Ucraina: 102mila i profughi arrivati in Italia

28 Aprile 2022 -
Roma -  Sono 102.654 le persone in fuga dal conflitto in Ucraina giunte fino a oggi in Italia, 97.826 delle quali alla frontiera e 4.828 controllate dal compartimento Polizia ferroviaria del Friuli Venezia Giulia. Ne dà notizia il Viminale precisando che sul totale, 53.132 sono donne, 12.958 uomini e 36.564 minori. L’incremento, rispetto a ieri, è di 882 ingressi nel territorio nazionale. Le principali città di destinazione sono sempre Milano, Roma, Napoli e Bologna.

Migrantes Savona-Noli: sostegno allo studio dell’Italiano

28 Aprile 2022 - Savona - Il progetto di sostegno allo studio dell’italiano ‘La scuola che sogniAMO’ all’improvviso è stato costretto a misurarsi con la più stretta e drammatica attualità, provocata dal consistente arrivo, anche a Savona, dei profughi ucraini. Così si è provato a rispondere alle più urgenti necessità sul fronte della comprensione linguistica dei ragazzi in età scolare e dei loro familiari, perché possano calarsi con meno difficoltà e più rapidamente nella nuova realtà. L’iniziativa ‘La scuola che sogniAMO’, dopo la necessaria fase di programmazione, era arrivata nelle scuole, con il coinvolgimento di circa 40 alunne e alunni, iscritti all’Istituto comprensivo Savona III, nei plessi De Amicis, Astengo e Guidobono, e di studenti del Ferraris-Pancaldo. Accompagnati dalle indicazioni degli insegnanti di italiano, i volontari stavano svolgendo gli interventi di supporto nei locali delle scuole. Ma i programmi hanno dovuto essere modificati in tutta fretta. La crisi umanitaria generatasi a fronte dello scoppio del conflitto in Ucraina e il conseguente arrivo di un ingente numero di famiglie anche sul territorio savonese richiede una sostanziale implementazione dei progetti della scuola Migrantes. Per questo motivo è stato previsto un ampliamento degli interventi linguistici che risponda specificamente ai bisogni dei minori e degli adulti (principalmente donne) recentemente arrivati. A favore delle donne ucraine è prevista l’attivazione di nuovi corsi di alfabetizzazione; per i minori inseriti nella scuola pubblica, invece, si prevede un vero e proprio inserimento all’interno del progetto ‘La scuola che sogniAMO’. Alcuni bambini sono già entrati a far parte dei gruppi di supporto precostituiti, altri lo saranno quanto prima. “Grazie alla mobilitazione di educatori e logopedisti, che hanno fornito la scuola di tabelle di comunicazione bilingue, la prima accoglienza linguistica di questi bambini è stata facilitata. Benché la situazione si presenti mutevole, la scuola Migrantes prevede, per il periodo estivo, di coinvolgere tutte le famiglie ucraine che decideranno di restare anche nelle attività ludico laboratoriali previste dal progetto”, spiega il direttore dell’Ufficio diocesano Migrantes di Savona-Noli, Davide Carnemolla.

Migrantes-Transiti: la sicurezza sanitaria e la fiducia  durante il Covid-19

28 Aprile 2022 - Roma - In questi anni, un tema ricorrente nei colloqui clinici con i pazienti di Transiti ha riguardato la dissonanza cognitiva derivante dalle differenze tra le regole sanitarie del paese in cui l’expat vive e le regole adottate in Italia per fronteggiare la pandemia. Laddove vi è stata una grande discrepanza, soprattutto nel corso della prima ondata pandemica, le persone sono state attraversate da un forte disorientamento rispetto a quali, tra le istituzioni sanitarie del paese d’origine e quelle del paese di residenza, nutrire fiducia. Abbiamo approfondito questi aspetti nel corso dell’indagine sulla salute psicologica in pandemia degli italiani nel mondo per il Rapporto Italiani nel Mondo della Fondazione Migrantes, in cui è stato esplorato anche il tema della sicurezza sanitaria. Abbiamo chiesto al nostro campione di expat italiani di esprimere quanto percepissero sicuro, nell'affrontare la pandemia, il paese di residenza, e quanta fiducia avessero nel sistema sanitario locale. Gli intervistati complessivamente sono adeguatamente sicuri di come i paesi ospitanti hanno affrontato la pandemia. Ritengono, comunque, di vivere in un paese più sicuro dell’Italia, in termini di gestione della pandemia, per il 45% del campione. Questa sicurezza è distribuita in maniera fortemente differenziata rispetto alle aree del mondo in cui vivono. Spiccano i dati dell’Oceania (97%), dell’Oriente (75%) e del Medio Oriente (63%), dove la maggioranza degli expat italiani ritiene che il sistema sanitario, nell’affrontare il Covid-19, sia “più sicuro” dell’Italia. Il 21% del campione ritiene di essere in un luogo meno attento e quindi insicuro, in cui il sistema-paese ha affrontato male la pandemia. Questa mancanza di sicurezza è fortemente percepita in America del Sud (58%), dove supera la media, attestandosi invece in Africa al (28%). I dati raccolti hanno permesso di inferire il grado di fiducia nei confronti del sistema sanitario del paese estero di residenza. E’ stata registrata, in generale, una buona fiducia nella sanità del paese ospitante (56%), con percentuali molto al di sopra della media in Oceania (79%), in Oriente (70%) e in America del Nord (63%). Una grande diffidenza rispetto ai sistemi sanitari, invece, si è registrata in America del Sud (78%), in Africa (56%) e nel Medio Oriente (53%). Un dato interessante riguarda il Medio Oriente: a fronte di un sistema sanitario che generalmente non rassicura, sembra che le modalità di gestione della crisi pandemica abbiano suscitato la fiducia degli italiani residenti in quest’area. Attingendo dalla clinica, possiamo avanzare qualche ipotesi per spiegare queste tendenze. Dai racconti dei pazienti residenti in paesi con una governance più autoritaria, emerge che le persone si sono sentite più protette: le regole, anche se stringenti, erano chiare. Inoltre, il monitoraggio e l’ordine hanno contenuto maggiormente, almeno in una prima fase, la paura e la rabbia, emozioni primarie che si sperimentano in situazioni di grande incertezza e pericolo. Queste emozioni potenti e filogeneticamente “salvavita” esigono un sollievo immediato per ripristinare il senso di sicurezza. Questo aspetto sembra essere meglio assolto dalle strutture più gerarchicamente organizzate, con una comunicazione up-bottom a una via, in cui le regole vengono comunicate dall’alto. Tra le numerose questioni che si trova ad affrontare un expat figura anche quella della lingua in cui sono erogati i servizi di cura e, di riflesso, della lingua in cui si desidera riceverli. La malattia fa sentire fragili, insicuri, impotenti. Poter parlare di questioni complesse nella propria lingua madre con il personale sanitario è per molte persone rassicurante, tanto da programmare visite, interventi e cure durante i periodi di rientro per le vacanze nel paese d’origine. La pandemia ha spezzato la routine di questo “rientro sanitario” generando un’altra area di insicurezza negli expat italiani. ( Anna Pisterzi, Presidente di Transiti Psicologia d'Espatrio)   Trovate questo articolo pubblicato anche nella sezione Articoli del sito di Transiti - Psicologia d’espatrio.

Lingua e cultura italiana nelle scuole: accordo tra Ministero e Società Alighieri

28 Aprile 2022 -
Roma - Il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, e il presidente della Società Dante Alighieri, Andrea Riccardi, hanno sottoscritto un protocollo d’intesa per la divulgazione e diffusione della lingua e della cultura italiana nelle scuole. L’intesa ha l’obiettivo di promuovere e sviluppare iniziative di collaborazione e consultazione permanente per promuovere e divulgare la lingua e la cultura italiane in ogni ordine scolastico. “Il rinnovo di questo protocollo consente di mettere a disposizione delle nostre scuole esperti e strumenti di alto livello offrendo nuovi stimoli per potenziare le competenze linguistiche delle studentesse e degli studenti, alimentando, anche nei ragazzi provenienti da altri Paesi, l’amore per lingua e civiltà italiana. Dante è stato il primo a credere nell’italiano e con la sua straordinaria opera ha cambiato per sempre il destino dell’Italia lasciandoci la più affascinante e preziosa delle eredità, la nostra lingua”, sottolinea Bianchi. “Questo accordo con il ministero dell’Istruzione – dichiara Riccardi – è importante perché valorizza l’insegnamento della lingua italiana in tutte le realtà dove operano i docenti, in connessione con le specificità degli studenti di diversa lingua e cultura di origine e attraverso strumenti didattici e culturali innovativi. La nostra piattaforma Dante Global, tecnologicamente all’avanguardia, dedica due sezioni alla lingua e alla formazione dei docenti, oltre a quella per la promozione culturale; si rivolge alle nuove generazioni rispondendo alle rinnovate esigenze di rilancio sottese al Pnrr con l’obiettivo di garantire la cultura della qualità nell’insegnamento e nella certificazione dell’italiano”.

Ue: domande asilo gestite online

28 Aprile 2022 - Bruxelles -  Un visto digitale per l'ingresso nell'area Schengen con la possibilità di presentare domanda attraverso la piattaforma europea per i visti online. E' la proposta lanciata  dalla Commissione europea per snellire le procedure "riducendo i costi e gli oneri per gli Stati membri e per i richiedenti asilo". "Oggi stiamo portando la politica dell'Ue in materia di visti nell'era digitale", ha annunciato il vicepresidente Ue Margaritis Schinas, spiegando che "alcuni Stati membri stanno già passando al digitale" ma "è fondamentale che l'area Schengen vada avanti all'unisono". Il nuovo Patto sulla migrazione e l'asilo ha fissato l'obiettivo di digitalizzare completamente le procedure di visto entro il 2025. La piattaforma determinerà automaticamente quale Paese Schengen è responsabile dell'esame di una domanda, in particolare quando il richiedente intende recarsi in diversi Paesi. La piattaforma fornirà inoltre ai richiedenti informazioni aggiornate sui requisiti e le procedure (come documenti giustificativi, tassa per il visto o necessità di un appuntamento per raccogliere i dati biometrici) necessarie.

Operazione pane unisce l’Italia all’Ucraina

28 Aprile 2022 - Milano - Un ponte di solidarietà che unisce l’Italia all’Ucraina, nel segno del bene alimentare più semplice e prezioso: il pane. Protagoniste, le comunità francescane che nel nostro Paese offrono supporto e accoglienza alle famiglie in fuga dalla guerra. E che poi, rovescio della stessa medaglia della condivisione, portano concretamente gli aiuti a realtà da settimane ostaggio dell’angoscia legata al conflitto. Come Leopoli dove una prima missione sul campo, a fine marzo ha avuto come destinazione le suore benedettine del convento di San Giuseppe. «Appena hanno aperto i pacchi con gli aiuti, i nostri confratelli ucraini e le religiose ci hanno detto che li avevamo salvati» – spiega fra Etjen Mgushi dell’Antoniano di Bologna, protagonista del viaggio solidale assieme a fra Roberto Simonelli delle mensa “Padre Lino” di Parma. «Nella periferia sud di Leopoli le benedettine ospitano una decina di famiglie – prosegue fra Etjen – e la situazione ovviamente non è buona. Tutto parla di guerra. E di paura». Una sofferenza che si traduce nella voglia di fuga, appena contemperata dai primi ritorni di questi giorni. «La quantità di chi scappa è enorme – prosegue il religioso –, al confine le code sono lunghissime. Molti escono dal Paese a piedi. Tra loro tante mamme con i bambini in braccio». Come noto, “Operazione pane” è la campagna partita dall’Antoniano di Bologna a sostegno delle mense francescane che in tutta Italia ogni giorno mettono in tavola migliaia di pasti per chi non ha da mangiare. Con lo scoppio della guerra, la rete della solidarietà si è allargata in un impegno a doppio binario, che guarda sia alla dimensione domestica che all’Ucraina. In particolare nel nostro Paese viene garantito il sostegno alle realtà francescane impegnate nell’accoglienza, come i conventi di Bordighera e Monte Nero in provincia di Imperia. Ma anche Bologna stessa, e Palermo, per la precisione Badia la cui comunità ospita 22 profughi tra cui 9 bambini tra gli 8 e i 14 anni. Sul fronte del conflitto, invece, la rete della solidarietà è  tesa a sostegno dei 60 francescani che operano in Ucraina, in città tristemente note alle cronache belliche: Kiev naturalmente ma anche Odessa e Konotop mentre in Romania si lavora, oltreché sull’emergenza, sul terreno dell’inserimento e dell’integrazione dei profughi. «La nostra preoccupazione è per coloro che non sono riusciti a scappare – spiega fra Giampaolo Cavalli, direttore di Antoniano – ma «vogliamo aiutare anche chi è riuscito a superare il confine». Porte aperte a tutti dunque, all’insegna di un impegno che in maggio vedrà una seconda missione ucraina. Nel nome del bene più semplice e prezioso che esista: il pane. (Riccardo Maccioni)

Scuole aperte d’estate per i profughi: un aiuto per la didattica e la lingua

28 Aprile 2022 -

Milano - Scuole aperte d’estate per l’accoglienza e l’integrazione dei profughi ucraini. Lo ha deciso la Commissione Cultura: una risoluzione che impegna il governo a tenere aperti gli istituti nel periodo estivo a supporto dei quasi 40.000 minori ucraini arrivati in Italia. «Per continuare il prezioso lavoro di integrazione didattica, linguistica e culturale» spiega Vittoria Casa (M5s), presidente della commissione. Sono 17.441 giovanissimi ucraini arrivati in queste settimane nei nostri istituti scolastici. In tutto nel nostro paese sono arrivati 101.772 ucraini: 52.623 sono donne, 12.747 uomini, 36.402 minori e di questi circa la metà frequentano ora le nostre scuole.

I più piccoli arrivano impauriti, imbronciati, intimiditi. «Basta il passaggio di un’ambulanza e i loro occhi si riempiono di terrore, corrono a nascondersi sotto i tavoli », racconta l’educatrice di una scuola materna romana. I più grandi finiscono, con il tempo, per aprirsi e fare nuove amicizie. «Al Newton è arrivato un ragazzino ucraino – racconta la preside, Cristina Costarelli –. È molto bravo nelle discipline scientifiche, sta imparando l’italiano ed ha un mediatore che trascorre tutta la giornata scolastica con lui, gli fa una traduzione immediata delle lezioni. Ha una modalità di approccio diversa da quella italiana: i ragazzi e i docenti da subito sono stati molto espansivi, accoglienti e affettuosi con lui che appariva invece molto distaccato. Ora sta ingranando, si sta aprendo, si sta inserendo, anche se dice che vuole giustamente rientrare, appena si potrà, nel suo Paese». In generale, i dirigenti scolastici parlano di un buon inserimento dei ragazzi ucraini nelle loro scuole, innanzitutto umano, con le difficoltà linguistiche che sono immaginabili. I mediatori sono stati reperiti soprattutto grazie alla rete di conoscenze che ognuno ha messo in campo e grazie al passaparola, pur avendo chiesto agli enti locali di fare una ricognizione delle istituzioni che possono metterli a disposizione. «Sono figure che cominciano a scarseggiare – lamenta Costarelli – e talvolta sono persone che hanno una conoscenza della lingua italiana limitata, perché si tratta di lavoratori da tempo in Italia».

Intanto il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, ha incontrato a Roma la viceministra dell’Educazione ucraina, Rogova Vira. È stato costituito un gruppo di lavoro per rafforzare l’impegno dei due Paesi e risolvere una serie di questioni legate all’organizzazione del processo educativo. Il ministero dell’Istruzione italiano, che ha tracciato le linee guida per l’accoglienza e ha creato una sezione dedicata del suo sito web con materiali didattici e informazioni sul sistema scolastico ucraino, punta anche al supporto psicologico e al recupero della socialità proprio grazie alle attività dedicate previste nel periodo estivo. (D. Fas.- Avvenire)

Spagna: naufragio di un barcone di migranti

27 Aprile 2022 - Roma - È di un morto e almeno 24 dispersi il tragico bilancio del naufragio di un barcone di migranti avvenuto la notte scorsa, a 132 miglia nautiche a sud dell’isola di Gran Canaria, in Spagna. I soccorritori sono riusciti a trarre in salvo 34 naufraghi: 2 minori, 10 donne e 22 uomini. Tra coloro che mancano all’appello, invece, ci sarebbero almeno 12 donne e 7 bambini. In base ai dati pervenuti al Centro di coordinamento regionale delle Canarie, a bordo dell’imbarcazione partita dalla costa del Sahara Occidentale c’erano 61 persone.  

Ucraina: da Crotone il Rosario per la pace su Tv 2000

27 Aprile 2022 - Roma - Guarda ancora alla guerra e al desiderio di pace l’appuntamento settimanale di “Prega con noi”. Tv2000 e radio InBlu2000 invitano i fedeli, le famiglie e le comunità religiose a ritrovarsi stasera alle 20.50, per recitare insieme il Rosario per la pace in Ucraina trasmesso su Tv2000, InBlu2000, e su Facebook e dedicato in particolare alle vittime innocenti della guerra, agli anziani, alle mamme e ai bambini sotto le bombe o in fuga. La preghiera sarà trasmessa dalla Chiesa Santa Maria Protospataris, parrocchia degli ucraini a Crotone, e presieduta da don Vasyl Kulynyak, parroco della comunità ucraina dell’arcidiocesi di Crotone-Santa Severina.  

Viminale: da inizio anno 9.795 le persone migranti sbarcate sulle coste italiane

27 Aprile 2022 -
Roma - Sono 9.795 le persone migranti sbarcate sulle coste italiane da inizio anno. Di questi - secondo i dati firniti oggi dal Ministero degli Interni - 1.918 sono di nazionalità egiziana (20%), sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco; gli altri provengono da Bangladesh (1.503, 15%), Tunisia (1.144, 12%), Afghanistan (639, 7%), Costa d’Avorio (545, 6%), Eritrea (370, 4%), Guinea (369, 4%), Siria (341, 3%), Sudan (247, 2%), Nigeria (239, 2%) a cui si aggiungono 2.480 persone (25%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione.

Ucraina: 106 i minori profughi che arriveranno venerdì a Polistena

27 Aprile 2022 - Polistena - Una storia da «aggiungi un posto a tavola che c’è un amico in più». Solo che questa volta gli amici in più sono 106 minori ucraini tra i 3 e i 17 anni che arriveranno venerdì a Polistena, grosso centro calabrese della Piana di Gioia Tauro. Vengono dalle città martoriate di Bucha e Irpin, sono quasi tutti soli, e saranno ospitati per due mesi dalla 'Comunità Luigi Monti' gestita dai Padri Concezionisti che già accoglie 29 ragazzini affidati dal tribunale e dal centro giustizia minorile e dai servizi sociali territoriali, bellissima esperienza anche di lavoro pulito e economia circolare. «Ci stiamo stringendo per accoglierli – ci spiega fratel Stefano Caria, responsabile della Comunità –. I nostri ragazzi hanno già preparato tutta la casa, si sono stretti nelle stanze, hanno pensato giochi da fare coi ragazzi ucraini». Un’iniziativa che coinvolgerà tutto il paese, dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Michele Tripodi alle parrocchie, dalle scuole all’Azione cattolica diocesana, dalla Caritas della diocesi di Oppido-Palmi agli scout dell’Agesci e a tante associazioni. Senza alcun contributo pubblico, solo volontariato. «L’avvocato Maria Calogero tutore speciale del tribunale dei minori di Reggio Calabria, che segue parecchi dei ragazzi che ospitiamo in comunità – racconta fratel Stefano –, è in contatto con padre Giovanni Amante, parroco della chiesa ortodossa di San Giacomo Maggiore di Messina che ospita già alcuni ragazzi ucraini ed era alla ricerca di una grossa struttura dove poter accogliere questo gruppo. L’avvocato ha chiesto a noi. Avevamo appena messo le bandiere di Italia, Ucraina e della pace, ci siamo guardati in faccia... abbiamo detto subito di sì. Metteremo qualche letto a castello e ce la faremo». Nel giro di due mesi si provvederà all’accoglienza diffusa sul territorio. «Ci sono già molte famiglie disponibili. Il nostro è un intervento di emergenza. Una sorta di ospedale da campo, come dice papa Francesco». I minori si trovano a Kiev da dove un avvocato ucraino ha contattato la collega Maria Isabella Celeste, impegnata da anni anche nel campo del volontariato con i Paesi dell’Est e che collabora con l’'Associazione Camminiamo Insieme' di Palmi, la cui direzione è affidata a Maria Calogero che ha chiesto l’aiuto dei fratel Stefano. «Abbiamo mandato una dichiarazione di accoglienza all’amministrazione militare di Kiev e ho avuto la loro risposta che ringrazia per la solidarietà dimostrata e dà l’okay per il viaggio». Domenica scorsa tre pullman sono partiti da Messina, hanno fatto sosta a Polistena per scaricare letti a castello, generi alimentari, biancheria, abbigliamento, e poi sono partiti per la Polonia, esattamente verso Przemysl, dove i ragazzi sono stati trasferiti da Kiev. Con loro dodici accompagnatrici, alcune delle quali sono le mamme, ma gran parte dei minori sono soli. «Una parte dei ragazzi non hanno più genitori, altri hanno solo la mamma mentre il papà è in guerra». Su ogni pullman tre autisti, un interprete e un medico, anche per effettuare i tamponi Covid. Tra i 106 minori c’è una bambina di 3 anni, due di 6 anni, quattro di 7 anni. La fascia più numerosa è quella 13-14 anni, sia maschi che femmine, mentre da 15 anni in su sono più femmine che ragazzi. «Ci aiuteranno nell’animazione l’Azione cattolica diocesana, le scuole e gli scout dell’Agesci. Mentre l’alberghiero qui vicino preparerà i pasti per loro. Abbiamo anche un bel campo di calcetto. Sarà davvero una sinergia importante di tutto il territorio. E, ci tengo a ripeterlo, non usufruiremo del bando del governo, quindi non riceveremo rette o altro, il nostro sarà volontariato puro». Si passerà poi alla seconda fase di accoglienza diffusa. Ci sono già molte disponibilità, ma i ragazzi chiedono di non essere allontanati tra loro. Ucraina chiama, la Calabria risponde: con due Chiese, cattolica e ortodossa, che con l’aiuto di tutti gli altri attori, hanno creato un ponte. (A.M.Mira - Avvenire)

Ucraina: papa Francesco, “tacciano le armi”

27 Aprile 2022 -
“Vi chiedo di perseverare nella preghiera incessante per la pace". E' il nuovo appello lanciato questa mattina da papa Francesco al termine dell'udienza generale. "Tacciano le armi, affinché quelli che hanno il potere di fermare la guerra, sentano il grido di pace dell’intera umanità!”, ha detto salutando i fedeli di lingua portoghese.

Ucraina: 70mila profughi hanno chiesto protezione

27 Aprile 2022 - Roma - I tecnici informatici della Protezione civile stanno ancora verificando il funzionamento dei meccanismi. Ma se non ci saranno intoppi a livello digitale, entro stasera o domani potrebbe già essere operativa la piattaforma online che consentirà ai profughi ucraini giunti in Italia e ospitati presso abitazioni private, se in possesso dei requisiti richiesti e dopo un’apposita registrazione, di poter percepire il contributo di autonoma sistemazione stabilito dal governo: 300 euro mensili per ogni adulto e 150 per minore, per un massimo di tre mesi. Lo confermano ad Avvenire fonti della stessa Protezione civile, interpellate ieri. Il contributo, viene spiegato, verrà «erogato negli uffici di Poste italiane, in contanti, a ogni profugo che si presenterà con un documento d’identità valido» (il passaporto può andar bene), sommato alla certificazione prevista (il cedolino che dimostra l’avvenuta richiesta di protezione, accordata dall’Ue e recepita dall’Italia) e alla registrazione sulla piattaforma on line. Se i test informatici daranno esito positivo, il meccanismo potrebbe partire entro la settimana e poi andare a regime ai primi di maggio. Per poter richiedere l’erogazione del contributo, occorre anzitutto aver richiesto nella locale questura il permesso di protezione temporanea accordato dalla direttiva Ue e recepito dall’Italia. Una volta presentata la domanda, con i dati del cedolino (codice fiscale provvisorio e altre informazioni) si può entrare nella piattaforma web, registrarsi e presentare la richiesta. Il sistema, spiegano alla Protezione civile farà alcune verifiche, compresa l’eventuale presenza del richiedente in strutture pubbliche o convenzionate (in quel caso, non si avrà diritto al contributo). Se arriverà l’ok, il profugo richiedente potrà recarsi poi presso l’ufficio postale più vicino e chiedere allo sportello il contributo di 300 euro per sé e di 150 per ogni minore a suo carico, che l’impiegato erogherà in euro contanti. Al momento, su 101.204 profughi ucraini entrati in Italia dall’inizio della guerra, fa sapere il Viminale, circa 70mila hanno chiesto protezione nel nostro Paese: 65mila domande in base alla normativa Ue, le restanti invece richieste di asilo, protezione speciale o altro. La seconda condizione è non alloggiare già in strutture pubbliche o convenzionate: al momento, solo 10mila sono i rifugiati ucraini ospitati nei centri d’accoglienza straordinaria (Cas) o del Sistema accoglienza e integrazione (Sai) del ministero dell’Interno e un’altra minima quota presso realtà del Terzo settore. Gli altri 90mila alloggiano presso familiari o conoscenti. Le donne sono finora 52.308, bambini e ragazzi 36.247, gli uomini adulti 12.649. I minori non accompagnati ammontano a 3.143, di cui 2.600 vivono con familiari e altri 500 in strutture autorizzate dal Tribunale dei minorenni. Le principali città di destinazione dichiarate sono ancora Milano, Roma, Napoli e Bologna. Per i contributi di autonoma sistemazione, il governo e la Protezione civile hanno ipotizzato un limite di spesa di 54 milioni di euro, sufficiente per erogare (per 3 mesi massimo, entro il 31 dicembre 2022) importi di 300 e 150 euro mensili a una platea stimata sulle 60mila persone. Invece, per l’accoglienza diffusa (calcolata per un massimo di 15mila persone e che verrà attuata dai Comuni e dagli enti del Terzo settore) il tetto di spesa è stato fissato sui 142 milioni di euro. Anche la raccolta delle manifestazioni d’interesse, da parte di enti e associazioni, è avvenuta attraverso una piattaforma della Protezione civile. Al momento, si è conclusa con 48 offerte per un totale di 26.412 posti messi a disposizione. Sarà la Commissione di valutazione, costituita dal capo Dipartimento Fabrizio Curcio, a verificare entro 9 giorni il possesso dei requisiti richiesti per le associazioni che hanno partecipato al bando. Per gli enti autorizzati, è previsto un contributo di 33 euro al giorno per ogni profugo ospitato. (Vincenzo R. Spagnolo)

“Per” e “con” ogni persona: è l’accoglienza cattolica

27 Aprile 2022 -

Accogliere, Proteggere, Promuovere, Integrare: questi quattro verbi sintetizzano l’attenzione speciale per i migranti presente fin dagli albori della Dottrina sociale della Chiesa e assurta a cifra distintiva dell’attuale pontificato. Un’attenzione da declinarsi in tutte le fasi del processo migratorio e di integrazione, ma anche evocativa della necessità di medicare un pianeta ferito dal degrado ambientale, dilaniato dalla «terza guerra mondiale a pezzi» col suo strascico di sofferenza e migrazioni forzate, in cui si moltiplicano le periferie esistenziali e cresce la produzione di scarti umani. Spesso additati come l’emblema del 'buonismo' di papa Francesco, i quattro verbi sono l’abbecedario dei milioni di cattolici impegnati, in tutto il mondo, in iniziative 'per' e 'con' i migranti. Attraverso di esse si rinnova la testimonianza del buon samaritano e, soprattutto, si indica la strada per la costruzione di una società che metta al centro le persone – sì, le persone, non i flussi e le loro dimensioni – e le loro istanze di sviluppo integrale: una caratteristica che rende tali iniziative ancor più preziose e meritevoli di essere conosciute, affinché possano diventare 'contagiose'. È proprio allo straordinario attivismo delle organizzazioni cattoliche che la Sezione migranti e rifugiati del Dicastero per lo Sviluppo umano integrale della Santa Sede ha deciso di dedicare un piano di ricerca che coinvolge tutti i continenti. Incaricata della realizzazione del Rapporto europeo, l’Università Cattolica ha già censito 120 buone pratiche promosse da Chiese locali, congregazioni religiose, associazioni e movimenti cattolici nei diversi Paesi: una goccia nel mare delle migliaia di iniziative attivate, ma emblematiche della capacità di rispondere pro-attivamente ai bisogni di migranti e richiedenti asilo (con un occhio di riguardo per le categorie più vulnerabili, per esempio le vittime della tratta), creare reti con gli attori pubblici e privati, reperire finanziamenti e risorse (innanzitutto l’impegno di tanti volontari), costruire 'ponti' con le comunità locali, coinvolgere i migranti in iniziative orientate al bene comune. Una capacità che, nell’anno più fortemente segnato dalla pandemia – col suo drammatico effetto di acutizzazione delle situazioni di fragilità – ha trovato un ulteriore e sfidante banco di prova.

Sulle iniziative realizzate nel contesto dell’emergenza sanitaria si concentra l’ultimo Rapporto, reso disponibile online negli scorsi giorni (qui: tinyurl.com/emersan), che testimonia l’imponente sforzo messo in campo per promuovere, attraverso il servizio ai migranti, la dignità di ogni persona. Continuando ad assicurare l’operatività degli interventi (perfino nei campi profughi) anche nelle fasi più acute della pandemia, nonostante le restrizioni e i rischi di contagio. E approntando tempestivamente soluzioni in risposta ai nuovi bisogni: dall’assistenza offerta ai migranti sorpresi dalla pandemia lungo la rotta balcanica alla distribuzione di mascherine; dal supporto a quanti hanno perso il lavoro al lancio di corsi di lingua online.

Certo non mancano gli ostacoli e le criticità da superare, inclusa un’eccessiva obbedienza al monito 'non sappia la mano destra ciò che fa la sinistra', che talvolta limita l’accessibilità dei servizi e la trasferibilità degli interventi. Tuttavia, a emergere è soprattutto la capacità di adattare l’azione ai nuovi bisogni e agli inediti vincoli di una congiuntura eccezionale; per di più, proprio l’esperienza maturata nell’assistenza ai migranti si è dimostrata provvidenziale nel momento in cui, col passaggio da una emergenza sanitaria a una crisi sociale diffusa, è lievitato il numero di persone e famiglie bisognose.

Guardando avanti, è sulla preposizione 'con' che affonderà l’attenzione il prossimo Rapporto, nella scia del Messaggio per la 107a Giornata mondiale del migrante e del rifugiato (25 settembre 2022), «Costruire il futuro con i migranti e i rifugiati ». Una preposizione resa ancor più attuale dalla crisi ucraina: le biografie bruscamente interrotte dei protagonisti di questa nuova emergenza umanitaria, così straordinariamente simili alle 'nostre', ci rammentano di come i migranti siano, a un tempo, figure paradigmatiche della vulnerabilità della condizione umana e occasione privilegiata per forgiare quelle pratiche dialogiche e partecipative indispensabili al ridisegno in senso inclusivo dei sistemi economici e sociali. (Laura Zanfrini - Avvenire)

Viminale: 9.597 le persone migranti sbarcate sulle coste italiane dall’inizio dell’anno

26 Aprile 2022 -
Roma - Sono 9.597 le persone migranti sbarcate sulle coste italiane dall' inizio dell'anno. Di questi 1.913 sono di nazionalità egiziana (20%), sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco; gli altri provengono da Bangladesh (1.469, 15%), Tunisia (1.055, 11%), Afghanistan (639, 7%), Costa d’Avorio (545, 6%), Eritrea (370, 4%), Siria (341, 4%), Guinea (332, 3%), Sudan (247, 3%), Nigeria (239, 2%) a cui si aggiungono 2.447 persone (25%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione. Il dato è maggiornato a questa mattina ed è stato diffuso dal ministero degli Interni. 1.043 sono, invece, i minori stranieri non accompagnati ad aver raggiunto il nostro Paese via mare. Il dato è aggiornato a ieri, 25 aprile.

Ucraina: 101mila i profughi in Italia

26 Aprile 2022 -

Roma - Sono 101.204 le persone in fuga dal conflitto in Ucraina giunte fino a oggi in Italia, 96.512 delle quali alla frontiera e 4.692 controllate dal compartimento Polizia ferroviaria del Friuli Venezia Giulia. Ne dà notizia il Viminale precisando che “sul totale, 52.308 sono donne, 12.649 uomini e 36.247 minori”.

“L’incremento, rispetto a ieri, è di 450 ingressi nel territorio nazionale”. Le principali città di destinazione si confermano Milano, Roma, Napoli e Bologna.

MCI in Europa: oggi su Radio Mater le comunità italiane in Romania

26 Aprile 2022 -
Milano – Oggi, martedì 26 aprile 2022, andrà in onda l’ottava puntata de «Gli italiani nel mondo. E la Chiesa con loro». La trasmissione – in diretta su Radio Mater dalle ore 17.30 alle ore 18.30, l’ultimo martedì di ogni mese – presenta alcune Missioni cattoliche italiane, soprattutto europee. Esse, sono animate da circa 700 operatori (laici/laiche consacrati e non, sacerdoti diocesani e religiosi, suore). Lo spazio radiofonico di aprile, ospiterà – collegato da Oradea – don Valeriano Giacomelli, delegato Migrantes delle Missioni Cattoliche  Italiane in Romania. Nell’occasione, con Massimo Pavanello – sacerdote della diocesi di Milano, ideatore e conduttore della trasmissione, con la consulenza della Fondazione Migrantes – saranno descritte anche le attività umanitarie che i nostri connazionali, in Romania, stanno svolgendo nei confronti dei cittadini dalla confinante Ucraina. Radio Mater (www.radiomater.org) si può ascoltare – in Italia – attraverso la radio (sia in Fm sia in Dab) o la televisione (Digitale terrestre – Canale 403). In tutto il mondo, scaricando la app dedicata; oppure, all’indirizzo internet https://www.radiomater.org/it/streaming.htm

Ucraina: Rosario per la pace, domani sera con la comunità di Crotone su Tv2000

26 Aprile 2022 -

Roma - Sarà trasmesso da Crotone la preghiera del Rosario su tv 2000, domani sera, mercoledì 27 aprile, alle 20.50. la preghira sarà dedicata in particolare alle vittime innocenti della guerra, agli anziani, alle mamme e ai bambini sotto le bombe o in fuga dalle loro case e sarà trasmessa dalla Chiesa Santa Maria Protospataris, parrocchia della Comunità degli ucraini a Crotone, e presieduta da don Vasyl Kulynyak, parroco della comunità ucraina della doiocesi di Crotone-Santa Severina.

 

Ucraina: protezione temporanea  per le persone sfollate

26 Aprile 2022 - Roma - E' stato pubblicato nella Gazzetta ufficiale del 15 aprile 2022 il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 28 marzo 2022 recante Misure di protezione temporanea per le persone provenienti dall'Ucraina in conseguenza degli eventi bellici in corso. Il provvedimento stabilisce che la protezione temporanea, di cui alla decisione di esecuzione (UE) 2022/382 del Consiglio del 4 marzo 2022, che accerta l'esistenza di un afflusso massiccio di sfollati dall'Ucraina, ha la durata di un anno a decorrere dal 4 marzo 2022. La protezione temporanea  si applica in  favore  delle persone  che  sono  sfollate  dall'Ucraina  a  partire  dal  24  febbraio 2022 incluso, a seguito dell'invasione militare delle  forze  armate russe che ha avuto inizio  in  tale data, appartenenti alle seguenti categorie:
  1.     a) cittadini ucraini residenti in Ucraina prima del 24 febbraio 2022;
  2.     b) apolidi e cittadini di paesi terzi diversi dall'Ucraina  che beneficiavano di protezione internazionale o di protezione  nazionale equivalente in Ucraina prima del 24 febbraio 2022;
  3.     c) familiari delle persone di cui alle lettere a) e b).
La protezione temporanea si  applica  anche agli apolidi e cittadini di paesi  terzi  diversi  dall'Ucraina  che possono dimostrare che soggiornavano in Ucraina prima del 24 febbraio 2022 sulla base di un permesso di soggiorno permanente valido rilasciato conformemente al diritto ucraino e che non  possono  ritornare in condizioni sicure e stabili nel proprio paese o  regione  di origine. Il Questore del luogo in cui la persona è domiciliata rilascia agli sfollati un permesso di soggiorno per protezione temporanea di durata annuale. Qualora la protezione temporanea non cessi per effetto di una decisione adottata dal Consiglio dell'Unione europea sarà prorogato automaticamente di sei mesi in sei mesi per un periodo massimo di un anno. Il permesso di soggiorno perde efficacia ed è revocato, anche prima della sua scadenza, in conseguenza dell'adozione da parte del  Consiglio dell'Unione europea della predetta decisione di cessazione della protezione temporanea. Il permesso di soggiorno consente al titolare l'accesso all'assistenza erogata in Italia dal Servizio sanitario nazionale, al mercato del lavoro e allo studio. La richiesta del permesso di soggiorno va presentata direttamente in Questura e il permesso è rilasciato in formato elettronico a titolo gratuito.   In precedenza, era stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 87 del 13 aprile 2022 la legge n. 28 del 5 aprile 2022, di conversione del decreto-legge 25 febbraio 2022, n. 14, recante disposizioni urgenti sulla crisi in Ucraina. La legge, che è entrata in vigore il 14 aprile 2022, dispone, fra l’altro, un aumento di 54.162.000 euro per l'anno 2022 delle risorse dedicate alla locazione e alla gestione dei centri di accoglienza per i rifugiati ucraini e introduce una serie di misure a sostegno degli studenti, dei ricercatori e dei docenti di nazionalità ucraina che svolgono attività di studio o ricerca presso le università, le istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica e gli enti di ricerca. (A. Pertici)