Primo Piano

Cei: “abbraccio forte e sincero delle Chiese in Italia” a papa Francesco nel giorno del suo compleanno

17 Dicembre 2022 -
Roma - “L’abbraccio forte e sincero delle Chiese in Italia”. È quello della Presidenza della Conferenza episcopale italiana a Papa Francesco nel messaggio di auguri inviato nel giorno del suo 86º compleanno. “Abbiamo ancora negli occhi le immagini del Suo viso solcato dalle lacrime, mentre si rivolge alla Vergine Maria, nella Solennità dell’Immacolata Concezione, durante il tradizionale Atto di Venerazione in piazza di Spagna. Nella Sua voce, rotta dall’emozione, e nel Suo capo chino – prosegue il testo – abbiamo percepito il dolore e l’angoscia per il dramma di una guerra che sta coprendo, con le sue tenebre, la martoriata Ucraina. A pochi giorni dal Natale, la gioia di fronte alla vita che nasce rischia di tramutarsi nel tormento per le tante, troppe morti. Padre Santo, piangiamo con Lei, certi che il Signore che viene consolerà il suo popolo e fascerà le sue ferite”. La Presidenza della Cei affida alla protezione della Madonna “le nostre comunità, gli anziani e i bambini, le famiglie, i giovani, gli ammalati e i poveri, chi ha perso il lavoro, chi è solo, chi è caduto nel vortice delle dipendenze, chi non trova il coraggio di sperare”. “Con Lei, che ci guida con saggezza e pazienza – conclude il messaggio -, camminiamo sulle strade del mondo per andare incontro alle sorelle e ai fratelli, per disegnare percorsi di amore e unità”. La Fondazione Migrantes si unisce alla Cei negli auguri a Papa Francesco sempre vicino al mondo della migrazione.

Migrantes Reggio Calabria-Bova: i popoli cantano la pace

16 Dicembre 2022 - Reggio Calabria - Domenica scorsa, a Reggio Calabria, si è ripetuto l’appuntamento annuale con il “Natale multietnico”. Sospesa negli ultimi due anni, a causa della pandemia, quest’anno le comunità etniche immigrate presenti a Reggio Calabria e nel territorio della città metropolitana non hanno voluto rinunciare alla tradizionale manifestazione, che li raccoglie nella parrocchia Santi Filippo e Giacomo in Sant’Agostino, gestita dai missionari Scalabriniani. È sempre un evento carico di emozioni perché mette insieme, come in una grande sinfonia, tanti idiomi diversi, che danno voce alle forme tradizionali dei paesi d’origine di celebrare la solennità del Natale. Quest’anno è stata anche l’occasione per festeggiare la recente canonizzazione di San Giovanni Battista Scalabrini, con la partecipazione dell’arcivescovo, mons.  Fortunato Morrone. Tema dell’incontro era il proclama lanciato da san Paolo alla comunità degli Efesini: “Gesù è la nostra pace!”. Ispirandosi a questa verità di fede, Mons. Morrone ha sottolineato la centralità di Gesù Cristo, che però non elimina le diversità, ma le valorizza in vista di creare un’arricchente unità. In effetti, le differenti peculiarità di patrimonio culturale e religioso, invece di produrre tensioni e conflitti tra i singoli e tra le comunità, possono favorire lo scambio e il progresso di tutti, compresi i popoli e le famiglie. Durante la serata si sono avvicendati i canti tipici natalizi di diversi Paesi del mondo, intonati attorno al presepio, in un’atmosfera di Chiesa e di fraternità. Tutti coloro che erano presenti, infatti, hanno contribuito a creare un’atmosfera carica di tenerezza e di prossimità. Vestiti con costumi tradizionali, sono intervenuti gruppi provenienti da Italia, Romania, Polonia, Filippine, Congo e Ucraina, con rappresentanti della comunità cattolica e di quella ortodossa. Alla fine di ogni esibizione tutti i gruppi, nell’idioma tipico di ogni nazione, hanno rivolto ai presenti un caloroso augurio per un Natale di pace e serenità. Non poteva mancare il canto “Tu scendi dalle stelle”, che tutti hanno cantato in coro davanti alla grotta di Betlemme. I volti, i canti e le storie di tanti immigrati hanno commosso l’Arcivescovo, che si è intrattenuto a lungo con una mamma Ucraina che, tra le file della sua comunità, portava la foto del figlio soldato, che attualmente risulta disperso sul fronte di guerra che sta insanguinando l’Ucraina. Ancor più toccante, però, è stata la preghiera del “Padre nostro”, che tutti hanno innalzato a Dio nella propria lingua, invocando il dono della pace soprattutto per le zone del mondo che oggi sono maggiormente colpite da conflitti bellici: l’Ucraina, la Repubblica Centrafricana, la Repubblica Democratica del Congo, il Myanmar, il Sud Sudan, la Siria, l’Afghanistan, lo Yemen e tutte quelle aree che fanno pensare che stiamo vivendo una terza guerra mondiale “a pezzi”, come più volte ha detto Papa Francesco. (p. Gabriele Bentoglio)    

Comunità filippina di Roma: domenica messa in san Pietro con il card. Tagle

16 Dicembre 2022 - Città del Vaticano – Sarà il card. Luis Antonio Gokim Tagle, Prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli a presiedere, domenica alle 14,00, nella Basilica di San Pietro in Vaticano, la messa con i numerosi centro cattolici filippini di Roma. L’occasione le celebrazioni per la  Novena in preparazione del Natale, conosciute nel Paese, nella lingua Tagalog, come “Simbang gabi” (Messa della notte) o “Misa de Gallo” (Messa del gallo), pregando per le loro famiglie e per la pace nel Paese e nel mondo e affidando le loro intenzioni al Bambino Gesù, l'Emmanuele. In questo periodo, dal 16 al 24 dicembre, i cattolici  filippini si alzano presto per prendere parte alla Messa mattutina fino alla "Misa de gallo" della Vigilia di Natale, quando accolgono Gesù Bambino. Alla celebrazione parteciperà anche il direttore generale della Fondazione Migrantes, mons. Pierpaolo Felicolo.

Fondazione Migrantes: domani al circo Rony Roller celebrazione eucaristica sotto il tendone

16 Dicembre 2022 - Roma - Una celebrazione eucaristica sotto il tendone del circo Rony Roller che da domani al 14 febbraio sarà a Roma in Via Boccea. La celebrazione domani mattina alle 11,00 presieduta dal direttore generale della Fondazione Migrantes, mons. Pierpaolo Felicolo. Saranno presenti gli operatori del circo ed alcuni operatori pastorali. Il circo allieterà con il suo spettacolo le giornale natalizie. Negli anni scorsi hanno anche voluto offrire alcuni spettacoli a gruppi di diversamente abili, bambini, persone fragili e poveri. “Ringrazio tutti i ragazzi e le ragazze del Circo che hanno fatto questo spettacolo. È uno spettacolo che ci mette in contatto con la bellezza, e la bellezza si tira su sempre, la bellezza si fa andare oltre, la bellezza è una via per andare dal Signore. Grazie, grazie a voi per questo spettacolo”, ha detto loro papa Francesco il 5 gennaio scorso durante una Udienza Generale. Un gruppo di artisti, al termine dell’udienza, si è esibito di fronte a Papa Francesco con vari numeri. Non è la prima volta che accade. “Saluto gli artisti del Rony Roller Circus – ha detto il Papa – e torno a ringraziare questa attività vostra che è curiosa. Dietro di questo che hanno dato, dietro questa bellezza, ci sono ore e ore di allenamento e di lavoro per finire a fare uno spettacolo così. Grazie, grazie…”.

Migrantes Messina: il vescovo Di Pietro alla festa della Cappellania Filippina

16 Dicembre 2022 - Messima - Domenica scorsa, presso la palestra comunale di Ritiro, la Cappellania cattolica filippina (Filipino Catholic Community of Messina - FCCM) ha celebrato l’annuale Festa che raccoglie in sé 3 eventi: l’anniversario della Cappellania (ottavo anno); la festa delle famiglie; la proiezione sulla prossima festa del Natale per dare lode al Signore che viene. La celebrazione eucaristica, presieduta da p. Ric Duque, è stata il centro della Festa. Tanti gli ospiti che hanno raccolto l’invito della Cappellania per condividere quanto era stato preparato. Il sindaco, Federico Basile, ha rappresentato la Città spendendo parole di riconoscimento nei confronti di una comunità che è parte integrante di una società che vuole essere sempre più plurale. Grande gioia e apprezzamento per l’invito raccolto dal vescovo ausiliare, monsignor Cesare Di Pietro. Il suo arrivo nella palestra è stato segnato dal tripudio di una Chiesa viva, dove la freschezza di fede si leggeva nel volto di ciascuno dei presenti. Il vescovo Cesare si è fermato a gustare le prelibatezze della cucina filippina e chiamato a prendere la parola ha ringraziato p. Ferico, per il generoso servizio alla Cappellania, e tutti i fedeli, specialmente le famiglie, esortandole a seguire l’esempio della Famiglia di Nazareth (Migrantes Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela)

Papa Francesco: sviluppare con politiche adeguate, l’accoglienza e l’integrazione

16 Dicembre 2022 - Città del Vaticano - "Abbiamo bisogno di sviluppare, con politiche adeguate, l’accoglienza e l’integrazione, in particolare nei confronti dei migranti e di coloro che vivono come scartati nelle nostre società. Solo spendendoci in queste situazioni, con un desiderio altruista ispirato all’amore infinito e misericordioso di Dio, potremo costruire un mondo nuovo e contribuire a edificare il Regno di Dio, che è Regno di amore, di giustizia e di pace". Lo scrive papa Francesco nel messaggio per la prosima Giornata Mondiale della Pace che si celebrerà il 1 gennio - e presentato oggi - sul tema "Nessuno può salvarsi da solo. Ripartire dal Covid-19 per tracciare insieme sentieri di pace". Il Pontefice, nel messaggio, evidenzia che "è insieme, nella fraternità e nella solidarietà, che costruiamo la pace, garantiamo la giustizia, superiamo gli eventi più dolorosi. Le risposte più efficaci alla pandemia sono state, in effetti, quelle che hanno visto gruppi sociali, istituzioni pubbliche e private, organizzazioni internazionali uniti per rispondere alla sfida, lasciando da parte interessi particolari. Solo la pace che nasce dall’amore fraterno e disinteressato può aiutarci a superare le crisi personali, sociali e mondiali”. Lo scrive Papa Francesco, nel suo messaggio per la Giornata mondiale della pace, che ricorre il 1° gennaio, in cui incoraggia “popoli e nazioni a rimettere al centro la parola ‘insieme’”. Papa Francesco  ricorda che, “nel momento in cui abbiamo osato sperare che il peggio della notte della pandemia da Covid-19 fosse stato superato, una nuova terribile sciagura si è abbattuta sull’umanità”. “Abbiamo assistito all’insorgere di un altro flagello: un’ulteriore guerra, in parte paragonabile al Covid-19, ma tuttavia guidata da scelte umane colpevoli", ha evidenziato aggiungendo che la guerra in Ucraina "miete vittime innocenti e diffonde incertezza, non solo per chi ne viene direttamente colpito, ma in modo diffuso e indiscriminato per tutti, anche per quanti, a migliaia di chilometri di distanza, ne soffrono gli effetti collaterali – basti solo pensare ai problemi del grano e ai prezzi del carburante. Di certo, non è questa l’era post-Covid che speravamo o ci aspettavamo”. Soffermandosi su questa guerra, il Papa ribadisce che “insieme a tutti gli altri conflitti sparsi per il globo, rappresenta una sconfitta per l’umanità intera e non solo per le parti direttamente coinvolte”. “Mentre per il Covid-19 si è trovato un vaccino, per la guerra ancora non si sono trovate soluzioni adeguate. Certamente il virus della guerra è più difficile da sconfiggere di quelli che colpiscono l’organismo umano, perché esso non proviene dall’esterno, ma dall’interno del cuore umano, corrotto dal peccato”. (R.Iaria)
 

Migrantes Bolzano oggi “Aperi-cena” per la Giornata internazionale dei Migranti

16 Dicembre 2022 - Bolzano - Gustare piccole prelibatezze provenienti da tutto il mondo, a ritmo di musica, è un ottimo modo per conoscersi. Il servizio diocesani di Caritas e Migrantes di Bolzano, in vista della Giornata internazionale dei migranti, invita a trascorre qualche ora insieme oggi, venerdì 16 dicembre. In vista della Giornata Internazionale dei Migranti, la direttrice della Caritas di Bolzano-Bressanone, Beatrix Mairhofer, si sofferma sulla carenza di alloggi che interessa in modo particolare i nuovi cittadini: “Per queste persone è più difficile trovare un alloggio a prezzi accessibili, anche quando hanno contratti di lavoro a tempo indeterminato. Le cause vanno cercate in affitti elevati e nella diffidenza diffusa fra i proprietari”. Il servizio Migrantes offre, fra altre cose, consulenza e assistenza ai nuovi cittadini in cerca di alloggio. Un team di consulenti esperti illustra le diverse opzioni abitative a seconda dell’urgenza delle situazioni, offre assistenza per le questioni burocratiche e legali, e fornisce un primo orientamento per inserirsi nel panorama altoatesino. “I processi d’integrazione funzionano meglio quando le persone hanno la possibilità di incontrarsi, di conoscersi e di scambiarsi idee. Questo aiuta a superare diffidenze e pregiudizi”, afferma Sandro Tognolo, responsabile del servizio Migrantes. L’“Aperi-cena” di oggi è un modo per mettere al centro proprio queste occasioni d’incontro. A partire dalle 18, ospiti e personale di servizio invitano la cittadinanza presso la sede di Migrantes, a Bolzano in via Roma 85/a, per trascorrere la serata insieme. Ad attendere i visitatori ci saranno piccole prelibatezze di tutto il mondo e il Dj set di Shanti Baba: “Tutti i curiosi saranno i benvenuti”, afferma Sandro Tognolo.

Migrantes Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola: domani con “Sconfinato amore” si riflette su seconde generazioni e cittadinanza agli stranieri

16 Dicembre 2022 - Fano - “"Sconfinato amore. Seconde generazioni: quale futuro senza cittadinanza?”". Questo il tema che verrà affrontato nel momento interreligioso di riflessione e spiritualità in programma domani, sabato 17 dicembre, alle 17.30 presso il Centro pastorale diocesano di Fano. L'iniziativa è promossa da Ufficio di Pastorale Migrantes della diocesi di Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola, Fondazione Al Hikma di cultura islamica di Fossombrone, gruppo ‘Festa dei Popoli' di Fano, associazione “Al Fihriyat”, associazione “Insieme per l'Ucraina – Marche” e Integrazione Film Festival. Dopo il saluto introduttivo del vescovo diocesano, mons. Armando Trasarti, verrà proiettato il cortometraggio "“Il mondiale in piazza"” di Vito Palmieri che ha ottenuto il primo premio “MigrArti” alla Mostra del Cinema di Venezia 2018. Prevista la partecipazione dell'imam di Fossombrone, Omar Rakhis, dell'imam di Fermignano, Youssef Id Abdelkader, e delle diverse Comunità etniche presenti sul territorio diocesano.

Istat: minorenne più di un terzo di chi vive in campi autorizzati o insediamenti tollerati

15 Dicembre 2022 - Roma - A fine 2021 in Italia si contano 15.759 persone iscritte in anagrafe che vivono nei campi attrezzati e negli insediamenti tollerati e spontanei. La composizione per genere, con un rapporto di mascolinità di 106,8 uomini ogni 100 donne, mostra un tendenziale bilanciamento, anche per la componente straniera. Lo evidenzia il Report sul Censimento Permanente presentato dall'Istat. Si tratta di una popolazione giovane, con un’età media di 29,6 anni (29,9 gli italiani e 28,1 anni per gli stranieri). Il 35% è minorenne e soltanto il 13% ha un’età superiore ai 55 anni. La distribuzione per classi di età e cittadinanza conferma una popolazione straniera più giovane rispetto a quella italiana, con una percentuale di minorenni stranieri che sfiora il 40%. I cittadini italiani rappresentano circa l’80% della popolazione che vive nei campi/insediamenti. La componente straniera, un quinto del totale, è rappresentata prevalentemente da cittadini europei, in particolare bosniaci, rumeni, serbi e croati.  I campi e gli insediamenti rilevati presso le anagrafi comunali sono distribuiti in 202 comuni. Circa un quarto delle persone conteggiate vive nei comuni di Roma (il 16,4%), Milano (quasi il 5%) e di Reggio nell’Emilia (il 4,5%).

Istat: il Nord è l’area più attrattiva per gli stranieri

15 Dicembre 2022 - Roma - Nel Nord Italia si concentra il 59% della popolazione straniera censita (2 milioni 973mila); in particolare è il Nord ovest, con oltre un terzo dei cittadini non italiani rilevati, l’area più attrattiva. Il Centro Italia accoglie il 25% di stranieri rilevati (1 milione 241mila) e il Sud e le Isole, rispettivamente, l’11,6% e il 4,6%. Nel confronto con il 2020, le regioni che hanno registrato il calo maggiore sono Lombardia (-35mila), Toscana (-19mila circa), Lazio (-17mila) e Veneto (-16mila). Al contrario, Calabria, Puglia e Basilicata, sebbene in misura molto ridotta, sono le uniche a registrare un incremento di stranieri. E' quanto emerge dal report Istat sul Censimento Permanente. Relativamente alla composizione per genere, nelle ripartizioni settentrionali e centrale vi è una prevalenza di donne mentre il Meridione è a maggioranza maschile.  L’età media e l’indice di vecchiaia più elevati si osservano nel Centro e nel Sud Italia e nei comuni fino a 5mila abitanti e oltre i 100mila, con valori sopra la media nazionale. Le quote più significative di popolazione straniera di 0-4 anni si rilevano nel Nord e nei comuni tra 5mila e 50mila abitanti, lo stesso vale per l’indice di dipendenza. Le regioni con gli stranieri ‘più anziani’ sono Sardegna, Lazio e Umbria, quelle con i più giovani sono Basilicata, Sicilia, Lombardia e Veneto.  Le quote più rilevanti di stranieri sotto-coperti si rilevano in Lombardia, Toscana, Emilia-Romagna e Veneto mentre quelle di sovra-coperti stranieri sono nel Lazio, in Campania, Sicilia, Puglia e Calabria.

Istat: dall’Europa quasi la metà degli stranieri censiti

15 Dicembre 2022 - Roma -  Quasi la metà degli stranieri censiti in Italia nel 2021 proviene dall’Europa (47,7%), il 22,6% dall’Africa, una percentuale di poco inferiore dall’Asia e il 7,3% dall’America. Lo evidenzia oggi il report dell’Istat sul censimento permanente.  L’Unione europea è l’area maggiormente rappresentata (27,6%), seguono l’Europa centro orientale (19,3%), l’Africa del nord (13,6%) e l’Asia centro meridionale (11,6%). Sono 195 i paesi rappresentati dal contingente straniero censito e i primi dieci totalizzano il 63,7% della presenza straniera in Italia. Nella graduatoria del 2021, rispetto all’anno precedente, il Marocco sale al secondo posto a svantaggio dell’Albania mentre il Bangladesh scambia la propria posizione con quella delle Filippine. La Romania guadagna peso relativo a sfavore di Cina e Ucraina. Nel suo complesso la popolazione straniera censita diminuisce del 2,7% rispetto all’anno precedente. Il calo interessa tutte le collettività ma è più accentuato per quella cinese che perde il 9,2% del suo contingente (-30mila unità circa che vanno a controbilanciare le 41mila unità cinesi in sotto copertura nel 2020). Le uniche eccezioni sono quelle di Romania, Egitto e Bangladesh che invece guadagnano unità. A fronte di un rapporto di mascolinità sostanzialmente equilibrato, si conferma una presenza femminile preponderante per l’Ucraina (77,8% di donne) e in misura minore per le collettività rumena e filippina (60% di donne). Fortemente maschili sono le comunità di Pakistan (72% di uomini), Bangladesh (71,3% di uomini), Egitto (66%) e India (quasi il 60%).

Istat: l’età media degli stranieri rallenta il processo di invecchiamento della popolazione residente in Italia

15 Dicembre 2022 - Roma - La più giovane struttura per età della popolazione straniera rallenta il processo di invecchiamento della popolazione residente in Italia. L’età media degli stranieri è più bassa di oltre 10 anni rispetto a quella degli italiani (35,7 anni contro 46 anni nel 2021). Si sta riducendo però il peso relativo dei minori, che rappresentano il 20,8% della popolazione straniera censita (quota pari al 21,3% nel 2001). Lo evidenzia oggi il report dell’Istat sul Censimento Permanente.  Le persone senza tetto e senza fissa dimora ammontano a poco più di 96mila mentre la popolazione che formalmente risulta residente nei campi attrezzati o negli insediamenti tollerati e spontanei è pari a circa 16mila unità. Più di un terzo della popolazione residente in convivenza – emerge dal Censimento Istat - è rappresentato da stranieri, concentrati prevalentemente nelle strutture di accoglienza per immigrati. Secondo i dati Istat la popolazione più giovane dei reidenti in Italia risiede negli istituti per minori e nelle strutture di accoglienza per immigrati dove l’età media è inferiore a 28 anni. Tra le persone senza tetto e senza fissa dimora iscritte nelle anagrafi comunali, quasi il 38% è di nazionalità straniera e la componente maschile è decisamente prevalente (212,4 uomini ogni 100 donne). L’età media totale è di 41,6 anni, per gli italiani si innalza a 45,5 anni mentre per gli stranieri si abbassa a 35,2 anni. Le persone che risiedono in campi autorizzati o insediamenti tollerati e spontanei sono per lo più giovani (l’età media è tra i 28 e i 29 anni sia per gli stranieri che per gli italiani). Il 35% è minorenne e soltanto il 13% ha un’età superiore ai 55 anni. La percentuale di minorenni stranieri sfiora il 40%. I cittadini italiani rappresentano invece circa l’80% della popolazione che vive nei campi/insediamenti. La componente straniera è rappresentata prevalentemente da cittadini europei, in particolare bosniaci, rumeni, serbi e croati.

La biografia di La Pira scrive l’agenda del nostro tempo

15 Dicembre 2022 - Roma - Lo scorso 12 dicembre, nella Sala Capitolare della biblioteca Spadolini del Senato, è risuonata una conversazione speciale, accesa e commossa come accade quando il pensiero si volge a personalità straordinarie. Si parlava di un uomo che ha vissuto il Novecento ma non vi è rimasto rinchiuso, e ha oltrepassato il suo secolo con lo sguardo. Che senza rappresentare nessuno ha rappresentato moltissimo, un sindaco con la statura da leader morale globale. Che credeva che, radicata nel profondo dell’uomo, vi fosse un’aspirazione naturale all’unità e alla pace: lui la vedeva, dietro gli orrori e le divisioni del suo tempo. Un uomo che è sceso nella Storia senz’armi e, disarmato, ha contribuito a scriverla. Contraddittorio e profetico, religioso di una religiosità totale, in continua tensione tra l’ideale e il materiale, tra spiritualità e politica. Si parlava di Giorgio La Pira, sindaco di Firenze, padre costituente, in corso di beatificazione. L’occasione è stata la presentazione della nuova biografia a cura di Giovanni Spinoso e Claudio Turrini, intitolata “I capitoli di una vita” nello sforzo di fare ordine nella ricchezza di esperienze, approfondite grazie all’archivio della Fondazione La Pira. Eppure, la riflessione che ne è nata non ha somigliato affatto alla rievocazione di una figura storica. Come si è arrivati a parlare di Ucraina invasa, di migrazione dall’Africa subsahariana, di disuguaglianze sociali e di diritti delle future generazioni? Che c’entra La Pira nel mondo globalizzato e tecnologico di oggi, conteso tra nuove potenze, riscaldato e inquinato in modo quasi irreparabile? La scoperta è sorprendente: la sua visione può guidare la nostra contemporaneità, al punto che possiamo leggere i tomi sulla sua vita come fossero la nostra agenda. Idee che al tempo prefiguravano il futuro, col materializzarsi delle difficoltà che prevedevano, sono diventate proposte d’azione per il presente. Non basta più studiarlo, il dovere oggi, dice la presidente della Fondazione Patrizia Giunti, è mettere in pratica il pensiero lapiriano. A partire dal suo cuore: la centralità della persona umana. La necessità di valorizzarla nella specificità della sua condizione, specialmente se di emarginazione, come fece La Pira quando allestì la messa dei poveri di San Procolo e quando ospitò, nei colloqui mediterranei del maggio 1961, i rappresentanti dell’“Africa Nera”. Convinto che il futuro appartenesse a chi era rimasto indietro fino ad allora: che serviva la forza degli ultimi per ricomporre le fratture della Storia, come ha detto Andrea Riccardi, storico, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, e che l’Africa subsahariana sarebbe stata centrale nel mondo che veniva. Intravedeva già, forse, l’Europa di oggi, afflitta dalla decrescita della popolazione e dalla scarsità di risorse. Le energie nuove si concentrano tutte davvero al di là del deserto, il cuore dell’Africa accoglie la gioventù del mondo. In mezzo c’è il Mediterraneo, su cui La Pira immaginava un ponte, e che invece è diventato la barriera contro cui i sogni di quella gioventù si infrangono, la trappola in cui quelle energie si sciupano. Quanto sarebbe diversa la risposta di oggi alla spinta migratoria da sud, se ci si concentrasse a cogliere il potenziale nelle vite di chi migra e nei Paesi che queste si lasciano dietro? Ma lo sguardo al mondo extraeuropeo, raccomandava La Pira, deve liberarsi della fame colonizzatrice e convincersi della realtà di una pari dignità tra popoli. La Pira credeva in un’unica umanità e in un’unica Chiesa. Promosse in prima persona il dialogo tra popoli divisi, come l’israeliano e il palestinese, e il dialogo con altre religioni. Sfogliare la vita di La Pira evoca oggi l’Ucraina: il suo insegnamento avrebbe impedito il formarsi stesso del sostrato di avversione, anche religiosa, del conflitto attuale, e l’avrebbe ripianato presto, tramite la sua avanzatissima idea di giustizia internazionale. L’ha spiegata il Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano: anche se solo per regolarla, il diritto internazionale continua a prevedere la guerra, e così a legittimarla. Invece, deve cancellarsene l’ipotesi in radice, rendendo vincolante lo strumento della negoziazione. La pace è un diritto che ha radice nella natura stessa dell’uomo, ne è l’aspirazione più profonda, scritta – ha detto ancora Parolin – sui volti delle madri e dei profughi di ogni Paese in guerra. Un diritto anche delle prossime generazioni, se produrre armi, imbracciarle e farle esplodere distoglie energie dalla sfida prima della tutela del pianeta: ostacola la riparazione della Terra, e anzi ne aggrava lo stato. Sull’Africa, sull’Ucraina, La Pira non si sarebbe rassegnato all’impotenza: avrebbe nutrito il dialogo, da qualsiasi livello fosse stato possibile. Come ha concluso Romano Prodi, sarebbe stato anche pronto a gesti simbolici dirompenti. Se possiamo immaginarcelo così bene, se gli studi ci restituiscono la figura in modo così vivido e il pensiero in modo così profondo, prendiamo ispirazione. Leggiamo la biografia di La Pira come fosse l’agenda del nostro tempo. (Livia Cefaloni)

Migrantes Cagliari: mons. Baturi incontra i migranti nella sua residenza

15 Dicembre 2022 -

Cagliari - Sabato 17 dicembre 2022, a partire dalle 9, presso i locali dell’episcopio (piazza Palazzo a Cagliari), si rinnova l’incontro tra il vescovo di Cagliari e segretario generale della Cei monsignor Giuseppe Baturi e i rappresentanti delle diverse comunità straniere presenti in città.

L'iniziativa dal titolo “Il Vescovo incontra gli immigrati”, promossa con il supporto della Caritas diocesana e dell'Ufficio Migrantes, rappresenta un'opportunità dal punto di vista della accoglienza e dell'evangelizzazione, ma anche un'occasione di rafforzamento delle relazioni di amicizia e di fratellanza, da sempre priorità della Chiesa.

A fare da sfondo l'enciclica "Fratelli tutti" promulgata dal Santo padre nel 2020 ed il “Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune” firmato nel 2019 ad Abu Dhabi da papa Francesco e il Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyib, indicando come bussole la cultura del dialogo, la collaborazione comune e la conoscenza reciproca e l'enciclica.

«La vita dell’uomo vale ogni sforzo e ogni sacrificio – afferma monsignor Baturi. Il fenomeno dell’immigrazione è globale e riguarda milioni di persone sullo scenario mondiale. L’accoglienza è fatta di incontri tra culture e popolazioni diverse e questa rappresenta motivo di crescita e opportunità per tutti. Nel messaggio per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato 2022, papa Francesco scrive che “costruire il futuro con i migranti e i rifugiati significa anche riconoscere e valorizzare quanto ciascuno di loro può apportare al processo di costruzione”, ed è in quest’ottica che rinnoviamo l’appuntamento in episcopio. Natale si avvicina – conclude - attendiamo il Signore che viene, e lo fa anche attraverso i profughi. Lui stesso lo è stato e ci sprona ad aprire le nostre comunità all’accoglienza».

Vangelo Migrante: IV domenica di Avvento | Vangelo (Mt 1,18-24)

15 Dicembre 2022 - A differenza di quanto spesso si sottolinea, il maggior turbamento di Giuseppe non nasce dal dubbio a proposito della fedeltà di Maria, ma dalla difficile comprensione di quale potesse essere il suo ruolo in una nascita tanto misteriosa. Il progetto divino rischia di essere compromesso dalla decisione di Giuseppe. Infatti egli, che è giusto, non può riconoscere una paternità alla quale non ha diritto. Per questo senza disonorare Maria vuole andarsene: la soluzione migliore e più giusta sarebbe quella di farsi da parte e lasciare che un evento tanto grande e misterioso facesse il suo corso senza di lui. Dio solo poteva condurre Giuseppe ad assumere una tale paternità; egli accetta per obbedienza il suo importantissimo compito paterno: “Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo”. Giuseppe è giusto, cioè desidera solo che la sua vita sia vissuta nella fede e nell’obbedienza a Dio. È fedele nel seguire la volontà di Dio sia nel suo primo proposito di rinviare Maria, sia nell’accoglierla alla fine. E quindi riconosce in quel Figlio un dono fatto a lui e a tutta l’umanità, segno inequivocabile e definitivo dell’amore di Dio per ogni uomo. Con molto coraggio e molta umiltà, si dispone a collaborare a quel singolare progetto di salvezza: “Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa”. Subito Giuseppe prende con sé Maria ed accetta di mettere al bimbo che sarebbe nato il nome Gesù. La sua grande fede semplice, riflessiva, silenziosa gli permette di conoscere la gioia immensa di essere lo sposo di Maria e il custode del Redentore. Maria dà il corpo a Gesù, ma Giuseppe, dandogli il suo nome, ne fa un essere sociale: lo introduce nella condizione umana. Attraverso di lui Gesù potrà radicarsi in un popolo, appartenere ad una discendenza, entrare in una tradizione, crescere sereno, imparare un mestiere. La vicenda di Giuseppe rende manifesta una verità che interessa ogni padre della terra: Padre vero, dall’origine e per sempre, è soltanto quello dei cieli. È necessario che tutti i padri della terra salgano fino al cielo per comprendere chi siano davvero i loro figli: sono tutti figli di quel Padre di cui Gesù svelerà finalmente il volto misericordioso e fedele. La gioia di Giuseppe è dunque la gioia che conosce ogni uomo che si fida di Dio. In particolare la sperimenta chi sa accogliere e riconoscere in ogni figlio un dono di Dio. In Gesù Dio ci ha visitati. Allo stesso modo, ogni uomo nuovo che arriva rinnova il segno che Dio non si è stufato di loro. Accoglierlo, è dire Amen! (p. Gaetano Seracino)  

Migrantes Andria: l’accoglienza e l’integrazione a scuola

14 Dicembre 2022 -

Andria - La Scuola media “Manzoni” nell’a.s. in corso ha intrapreso un percorso curricolare per conoscere le ragioni del fenomeno migratorio, coinvolgendo i volontari della Casa di Accoglienza “S. Maria Goretti” - Ufficio Migrantes della Diocesi di Andria e gli operatori della Comunità Migrantesliberi che da anni operano nell’ambito, promuovendo le buone pratiche di accoglienza e integrazione.

Durante gli incontri, tenutisi nei giorni 14-21 e 28 novembre, gli alunni hanno potuto esprimere attraverso, i pensieri e le riflessioni le domande che il tema dell’immigrazione ha suscitato in loro. Inoltre nei giorni 5 e 12 dicembre, negli ambienti della scuola è stato allestito il Mercatino della Teranga, per far conoscere e proporre i manufatti della sartoria sociale, che rientra in uno dei diversi progetti di integrazione e realizzazione dell’autonomia lavorativa previsti per i migranti accolti in Città.

L’iniziativa è stata coordinata dalla docente di Religione prof. Nunzia Zinfollino dove i ragazzi si sono misurati con il tema dei diritti umani e quindi hanno riflettuto e dibattuto su questioni riguardanti il pregiudizio, l’intolleranza e il timore dello straniero. Il coinvolgimento degli operatori e dei volontari ha dato voce a storie che vengono da lontano portate sui barconi della speranza, per la realizzazione di uno strumento informativo che vuole narrare un pensare vero, vivace e bello del mondo delle migrazioni. Incontrare ed accogliere l’altro dovrebbe essere un’esperienza naturale, un’occasione per arricchirsi e crescere. In una sua opera il poeta libanese Khalil Gibran scrive: “Se ci fossero due uomini uguali, il mondo non sarebbe grande abbastanza da contenerli”.

La Scuola attraverso il proprio intervento e le sue alte finalità di promozione della crescita umana del discente vuole essere un punto di riferimento capace di orientare le giovani generazioni, sempre più disorientate da proposte di ogni tipo, alla scelta di principi positivi che possano stare alla base delle loro scelte e delle loro azioni. (don Geremia Acri - Migrantes Andria)

                                                                                                                      

La Fondazione Scalabriniana entra in Focsiv

15 Dicembre 2022 - Roma - La Fondazione Scalabriniana, nata quest'anno per volere delle Suore missionarie di San Carlo Borromeo - scalabriniane per rappresentare il “volto civile”, cara per l'azione missionaria a sostegno per e con i migranti e rifugiati, entra in Focsiv, la Federazione degli organismi di volontariato internazionale di ispirazione cristiana. La scelta è scaturita per rafforzare l'opera di collaborazione del terzo settore. “Come ha detto Papa Francesco il volontariato è una 'forza dirompente' che consente di uscire dagli schemi per realizzare qualcosa nella Chiesa e nel mondo – commenta suor Neusa de Fatima Mariano, superiora generale delle Suore Missionarie Scalabriniane – Il volontariato è come se fosse una comunità custode del mondo, del creato, e che è in prima fila per condividere le sorti di ogni uomo è di ogni donna. Oggi più di ieri è necessaria una rete forte di volontariato, che sia internazionale e transnazionale. L’ingresso in Focsiv va nella direzione di una rete positiva, virtuosa, che moltiplica le possibilità di azione come espressione della solidarietà, della pace, della giustizia e in questo tutte le nostre comunità nel mondo sono unite.”

Ero straniero, sanatoria: pratiche ferme, uffici allo stremo, serve più personale

15 Dicembre 2022 -

Roma - Dal 13 dicembre è disponibile sul sito della campagna Ero straniero, l’aggiornamento sull’attuazione della regolarizzazione straordinaria del maggio 2020. Continuano ad arrivare notizie sconfortanti dal ministero dell’interno circa la definizione delle circa 220.00 domande complessive, presentate oltre due anni fa, spiegano i promotori: dai dati ottenuti dal Viminale in risposta alla "nostra richiesta di accesso agli atti risulta che al 19 ottobre 2022 sono stati effettivamente rilasciati 83.032 permessi di soggiorno: solo il 37,7% sul totale delle domande presentate. Quanto alle pratiche in lavorazione, ai primi di dicembre sono circa l’80% del totale delle domande ricevute: 127.652 le domande accolte in attesa che venga rilasciato il permesso di soggiorno, 29.159 i rigetti e 4.383 le rinunce. Appare evidente come la macchina amministrativa del ministero dell’interno si sia inceppata e non riesca a rimettersi in pari". Alla luce di questi "tempi lunghissimi - spiega una nota - condannati anche dal consiglio di Stato nel maggio scorso, pare sempre più incredibile il trattamento riservato a decine di migliaia di persone straniere in tali uffici perennemente sotto organico e impreparati ad affrontare un carico di lavoro così gravoso. Né è bastato assumere - anche in tal caso con grandissimo ritardo - gli oltre 1.200 lavoratori e lavoratrici interinali grazie a cui alcuni passi avanti, seppur minimi, sono stati fatti ma che, avendo contratti precari e di durata brevissima, faticano a garantire quella continuità che invece sarebbe indispensabile all’attività amministrativa".

La campagna Ero straniero nei prossimi mesi, oltre alla riforma del sistema attuale della gestione di flussi per lavoro e all’introduzione di un meccanismo permanente di regolarizzazione, lavorerà perché "cambi l’approccio della pubblica amministrazione verso le persone straniere condannate a subire tempi di attesa lunghissimi e ostacoli burocratici inaccettabili in termini di inclusione e partecipazione alla vita del paese, dove hanno scelto di stabilirsi e lavorare".

Gesù dei naufraghi

14 Dicembre 2022 - Città del Vaticano - Gesù dei naufraghi. Proprio così sono chiamati i quattro crocifissi — uno è stato donato stamani al Papa durante l’udienza generale in Aula Paolo VI — realizzati su frammenti di legno dei relitti di barconi approdati sull’isola di Lampedusa: le tristemente note “carrette del mare” con il loro “carico” di persone, tra disperazione e speranza, morte e ricerca di vita. La simbolica iniziativa l’ha promossa l’Associazione nazionale marinai italiani (Anmi). A realizzare le opere, in ottone anticato sul legno dei barconi, è stato Paolo Mele, socio responsabile della Protezione civile marinai. Il Papa ha benedetto le altre tre croci che ora saranno portate nella parrocchia di Lampedusa, nel palazzo dello Stato Maggiore della Marina Militare e nella sede dell’Anmi a Vicenza. «Gesù è raffigurato con un braccio staccato dalla croce e teso verso il basso, proprio nel gesto di soccorrere chi sta annegando in mare ma anche per salvare chi è in difficoltà, in questo mondo che sta naufragando» racconta l’autore. Per questo motivo, aggiunge, «li ho definiti “legni dolorosi”: potrebbero essere i legni di tutte le croci del mondo». L’ammiraglio Pierluigi Rosati, presidente dell’Associazione, spiega: «Abbiamo testimoniato al Papa la forza di volontà e l’abnegazione delle donne e degli uomini che, senza personalismi, svolgono la loro attività ogni giorno in mare». È una realtà antica quella dell’Anmi, fa presente, «nata a Torino nel 1895 ma proiettata sul futuro, sui giovani, con un’attività tornata finalmente alla normalità dopo la pandemia». (OR)

Migrantes Vercelli: il 16 la presentazione del rapporto Immigrazione

14 Dicembre 2022 - Torino - Sarà presentato anche a Vercelli, venerdì 16 dicembre, il Rapporto Immigrazione di Caritas Italiana e Fondazione Migrantes su iniziativa della delegazione Migrantes regionale e diocesana. L'incontro, nel pomeriggio alle 17,00, presso la Sala Sant'Eusebio del Seminario di Vercelli. A presentare lo studio Pierluigi Dovis, Delegato regionale Caritas Piemonte e Valle d’Aosta, Sergio Durando, Direttore regionale Migrantes Piemonte e Valle d’Aosta, Simone Varisco della Fondazione Migrantes e Paolo Lambruschi, inviato di Avvenire moderati da Luca Sogno, Direttore del settimanale diocesano "Corriere Eusebiano".