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Ucraina: appello di Papa Francesco
Papa Francesco: il “grazie” al popolo filippino
Roma - «Sono testimone di come sapete trasmettere la fede». In un videomessaggio al popolo delle Filippine per il V centenario dell’evangelizzazione del Paese (1521-2021), Papa Francesco ha ricordato domenica le molte croci che quel popolo ha dovuto sopportare, anche nella preparazione al Giubileo, e ha chiesto di continuare a trasmettere la fede come sanno fare.
Papa Bergoglio aveva già celebrato questo anniversario dell’arrivo della fede cattolica nelle Filippine, sia presiedendo una Messa in San Pietro il 14 marzo scorso proprio per i 5 secoli di evangelizzazione del Paese sia nell’udienza al Pio Collegio filippino il 22 marzo. Nel videomessaggio Papa Francesco ha ricordato «con molto affetto» la visita che aveva compiuto nel Paese asiatico nel gennaio 2015.
Papa Francesco: “assicurare a tutti acqua potabile e servizi igienici”
Vescovi Austria: accogliere famiglie migranti
Rallegriamoci, Gesù è con noi: la domenica del Papa
Papa Francesco: “la migrazione è un diritto doppio: diritto a non migrare, diritto a migrare”
Città del Vaticano - «La migrazione è un diritto doppio: diritto a non migrare, diritto a migrare». Papa Francesco è atterrato da poche ore a Ciampino dopo una tre giorni in una delle terre più martoriate: l’Iraq. Durante il volo di ritorno, parlando con i giornalisti che lo hanno accompagnato ha detto che la gente irachena «non ha nessuno dei due, perché’ non possono non migrare, non sanno come farlo. E non possono migrare perché’ il mondo ancora non ha preso coscienza che la migrazione è un diritto umano». La volta scorsa – ha continuato il pontefice – un sociologo italiano, parlando dell’inverno demografico in Italia «mi diceva che entro quarant’anni dovremo ’importare’ stranieri perché’ lavorino e paghino le tasse delle nostre pensioni. In Francia sono stati più furbi, sono andati avanti di dieci anni con la legge a sostegno della famiglia, il loro livello di crescita è molto grande». «Ma la migrazione la si vive come un’invasione», ha aggiunto: “«Ieri ho voluto ricevere dopo la messa, perché lui lo ha chiesto, il papà di Alan Kurdi, questo bambino, che è un simbolo: per questo io ho regalato la scultura alla Fao. È un simbolo che va oltre un bambino morto nella migrazione, un simbolo di civiltà che muoiono, che non possono sopravvivere, un simbolo di umanità. Servono urgenti misure perché la gente abbia lavoro nei propri Paesi e non debba migrare. E poi misure per custodire il diritto di migrazione. È vero che ogni Paese deve studiare bene la capacità di ricevere, perché non è soltanto la capacità di ricevere e lasciarli sulla spiaggia. È riceverli, accompagnarli, farli progredire e integrarli. L’integrazione dei migranti è la chiave». Il papa ha quindi ringraziato «i Paesi generosi che ricevono i migranti: il Libano che ha, credo, due milioni di siriani; la Giordania è generosissima: più di un milione e mezzo di migranti. Grazie a questi Paesi generosi! Grazie tante!”. (Raffaele Iaria)
Oggi inizia il Tempo di Quaresima
Papa Francesco ringrazia coloro che collaborano in favore dei migranti
Papa Francesco: venerdì la presentazione del Messaggio per la Quaresima.
Papa Francesco: “pregare per sostenere le vittime della tratta e le persone che accompagnano i processi di integrazione e di reinserimento sociale”
Papa Francesco: appello in favore dei minori migranti non accompagnati
Papa Francesco: lavorare per “un’economia che non favorisca traffici ignobili”
Giornata Internazionale della Fratellanza Umana: Papa Francesco partecipa alla prima celebrazione
Papa Francesco: “ricordare è segno di civiltà”
La carezza di Dio
Papa Francesco: “i governi aiutino i marittimi bloccati sulle navi”
Papa Francesco: l’8 dicembre di devozione alla Madonna in forma privata
Città del Vaticano - “Il prossimo 8 dicembre il Santo Padre Francesco compirà un atto di devozione privato, affidando alla Madonna la città di Roma, i suoi abitanti e i tanti malati in ogni parte del mondo". Lo ha comunicato il Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni spiegando che la scelta di non recarsi nel pomeriggio in Piazza di Spagna per il tradizionale Atto di venerazione dell’Immacolata è dovuta alla "perdurante situazione di emergenza sanitaria e al fine di evitare ogni rischio di contagio provocato da assembramenti”. (R.I.)
Bergoglio loda la Piccola Casa di Gela
Milano – “Un faro di luce e di speranza nel buio della sofferenza e della rassegnazione, un apprezzato segno di condivisione della Chiesa con i disagi e le fatiche del proprio popolo”. Così il Papa definisce la Piccola Casa della Misericordia di Gela in una lettera scritta al sacerdote della diocesi di Piazza Armerina don Pasqualino Di Dio. Don Di Dio dopo l’incontro casuale con il Papa durante la sua prima Messa pubblica celebrata a Sant’Anna in Vaticano, il 17 marzo 2013, era stato ricevuto in udienza. Al Pontefice aveva raccontato la realtà sociale della Sicilia sudorientale e il dramma degli sbarchi dei migranti. Il Papa lo aveva esortato a dar vita a una casa che fosse segno della misericordia di Dio, come poi è avvenuto, sotto l’egida del vescovo, mons. Rosario Gisana. Oggi la Casa, grazie al contributo di numerosi volontari, offre diversi e preziosi ai più poveri, come un poliambulatorio medico, un dormitorio e un centro d’ascolto.