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Mci Francia: è morto don Pietro Marchetti

8 Febbraio 2022 - Strasburgo - Nella notte tra il 6 e il 7 febbraio è deceduto all'età di 92 anni don Pietro Marchetti della Missione cattolica Italiana di Strasburgo. Da qualche tempo si trovava in una casa di riposo a Strasburgo a causa dell'età avanzata e di problemi di salute. Don Pietro era nato il 29 agosto 1929 a Savignone, in provincia di Genova. L'anno scorso così mi scriveva "Nell'Università di Pavia ho conseguito la laurea in chimica nell'anno 1955. Mi sembrava un sogno e un altro sogno avvenne dieci anni dopo, sempre a Pavia, quando il Signore ha voluto che diventassi suo Sacerdote". In seguito venne incardinato nella diocesi di Ivrea. Il 1 gennaio 1966 arrivava alla Missione cattolica italiana di Strasburgo, accolto dall'allora vescovo, Mons. Elchinger, con queste parole "Don Pietro, la Chiesa è diventata troppo un'istituzione giuridica … Deve diventare una famiglia". Il suo impegno pastorale è stata la catechesi e a questo riguardo mi diceva che la Missione cercava di trasmettere una catechesi semplice da diffondere nella famiglia. Importante è stata la sua devozione alla Madonna e ogni anno organizzava un pellegrinaggio a Lourdes nel mese di ottobre. Nel 2019 le Missioni cattoliche italiane di Francia hanno organizzato un convegno a Strasburgo. In questa occasione è stato possibile conoscere la sede della Missione. Il proprietario della struttura è l'Associazione Franco-Italienne de Saint François d'Assise – Mission Catholique Italienne de Strasbourg, il cui Presidente era don Pietro Marchetti. In una lettera dell'11 febbraio 2021 mi scriveva infine "Chiedo a Nostra Signora di Lourdes di accompagnarmi nella contemplazione della mia vita, della sua “Sorgente” e della sua eterna partecipazione alla gloria del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo". Le esequie si terranno nella cappella della Missione cattolica italiana di Strasburgo. Il suo corpo riposerà nella tomba di famiglia in Italia. (Agostino De Agostini)

MCI Francia: un fondo per aiutare i giovani studenti

25 Febbraio 2021 - Parigi - In Francia si sta molto parlando, in questi giorni, in servizi televisivi, articoli di giornali, della difficile situazione di giovani universitari con difficoltà psicologiche e materiali. La Croix di venerdì 10 febbraio scriveva: "La "honte" des étudiants qui non plus de quoi se nourrir. Avant même la crise sanitaire, un étudiant sur cinq vivait sur le seuil de pauvreté. Depuis, 74% des étudiants déclarent avoir rencontré des difficultés financières, selon un sondage Ifop. Une de cause, la privation des petits boulots dans la restauration". Nell'Osservatore Romano di venerdì 12 febbraio un lungo articolo dal titolo: "Indagine dell'episcopato francese sulla situazione degli studenti di fronte alla pandemia: Soli e abbandonati". I vescovi dicevano: "Siamo stati avvertiti dalla cappellania nazionale della pastorale universitaria sulla situazione veramente catastrofica dei giovani studenti oggi. Si sta ipotizzando un terzo periodo di confinamento, ma in realtà i studenti sono gli unici che non sono mai usciti dall'isolamento visto che da quasi un anno i corsi in presenza sono stati interrotti nelle università francesi. ... Si è notato che alcuni studenti sono ormai al margine del disagio psicologico; si tratta di stati di depressione a cui si aggiungono le drammatiche conseguenze economiche dal momento che sono scomparsi quei piccoli impieghi legati alla ristorazione, ai quali una parte di universitari faceva ricorso". E l'articolo terminava con questo interrogativo: "Quanto vale una società che delude una intera generazione chiamata fra qualche anno a esercitare responsabilità al servizio della società stessa?". Alcune Missioni cattoliche Italiane in Francia hanno sollecitato iniziative per questi giovani. Di fronte a questa situazione, "dopo aver sentito alcuni missionari e laici, ho creduto necessario - dice il coordinatore delle Missioni cattoliche Italiane, don Ferruccio Sant -  dare un seguito a queste domande con un gesto concreto, creando un Fondo di Solidarietà, promosso dalla Delegazione delle MCI di Francia e dando così seguito al convegno che abbiamo fatto a Strasburgo nell'ottobre 2019 e che aveva come titolo: 'Camminare insieme sulla strada...' , parole prese dal Vangelo di Luca al capitolo 24 che racconta di Gesù che si avvicina  e fa un cammino con i due discepoli di Emmaus soli, scoraggiati e senza un avvenire". Questa iniziativa concreta ha per titolo "Camminare insieme." e "stimola anzitutto a metterci all'ascolto di quanti giovani e meno giovani attendono di essere ascoltati, incoraggiati e a volte anche aiutati economicamente". Una iniziativa - spiega don Sant - che "non ha grandi presunzioni ma un piccolo segno concreto di attenzione e vicinanza a chi soffre".  

Annecy: i balconi silenziosi

4 Novembre 2020 -

Annecy - Questa sera alle 20 sarò sul balcone ad applaudire, come a primavera, ai medici, agli infermieri, a tutti coloro che lavorano in ospedale per dimostrare loro la solidarietà della gente comune”, questo mi ha detto la mia vicina quando ci siamo incontrate in giardino, a debita distanza e con la mascherina. Lei portava fuori il suo cane, io andavo a fare una passeggiata, rigorosamente per solo un’ora e entro il raggio di 1 km. dalla mia abitazione, come prevede il nuovo regolamento COVID, qui in Francia.

A sera ho aperto il balcone e ascoltato: nessuno sui balconi, nonostante la temperatura fosse gradevole solo io e la mia vicina abbiamo applaudito ci ha fatto eco il rumore di una motocicletta che passava sulla strada e l’abbaiare di un cane solitario. Silenzio radio. Che tristezza.

La maggior parte delle persone è arrabbiata o demoralizzata. Non esiste più la solidarietà di questa primavera.

A marzo e aprile si vedeva una luce in fondo al tunnel. Avevamo la speranza di “uscirne” senza troppi danni, ci si sentiva solidali contro le avversità, vedevamo avvicinarsi l’estate e con essa le vacanze, gli “apericena”, le nuotate al mare, le passeggiate sulle montagne.

Ora non più.

Alle ore 20, al tempo della seconda ondata di pandemia, i balconi sono silenziosi, qua e là qualche zucca illuminata da una candela.. E’ Halloween.

Ma non è la stessa cosa.

Vorrei gridare: non perdiamo la speranza, non perdiamo la solidarietà, non nascondiamo i sorrisi dietro le maschere, non è ancora il tempo di abbandonarci e di richiuderci in casa, in noi stessi.

Passerà. Anche questa volta ci rialzeremo. E sarà più bello se il nostro cuore sarà ancora pieno d’amore gli uni per gli altri. (Gabriella Rasi)

 

Mci Francia: dobbiamo dire no alla violenza e si  al dialogo

29 Ottobre 2020 - Nizza - "Sgomento”. Questa la prima reazione della comunità italiana in Francia dopo l’attento di questa mattina a Nizza. “Poco fa – dice a www.migrantesonline.it il coordinatore delle Missioni Cattoliche Italiane in Francia, don Ferruccio Sant – abbiamo avuto la visita della polizia: io abito vicino a una delle chiese di Tremblay, hanno suonato alla porta, dopo aver controllato l'entrata all'oratorio,  per chiedermi se ci fossero problemi.  Mi hanno suggerito di chiudere il cancello che dona sul piazzale della chiesa e che sarebbero ripassati”. Dopo l'uccisione di padre Jacques Hamel, nel 2016, durante la Messa nella chiesa di St Etienne du Rouvray, “ecco che questa mattina tre persone vengono uccise con un coltello nella chiesa Notre Dame a Nizza. Le chiese, luogo sacro di preghiera, di comunione con Dio e i fratelli, diventano luoghi di odio e di morte!”, evidenzia il sacerdote. Occorre “non perdere la speranza. Il cammino sarà ancora lungo. Dobbiamo dire – conclude don Sant -  no alla violenza e si  ad un impegno a perseverare nei valori della nostra fede, a creare un clima di dialogo anche nelle nostre comunità e a valorizzare insieme quello che di buono ci unisce”.  

Francia: un medico italiano e il covid 19

11 Maggio 2020 - Parigi - Leonardo è un medico italiano che vive e lavora in Francia. Ha 55 anni e lavora da 22 al Centro Ospedaliero Universitario di Lilla occupandosi di trapianti del midollo osseo. Sin da giovane ha frequentato la Missione Cattolica italiana di Roubaix ed ha avuto come missionario don Ferruccio Sant, attualmente delegato delle Missioni cattoliche Italiane in Francia. All’inizio di questa pandemia – racconta a www.migrantesonline.it - si è “subito offerto volontario per curare i pazienti infetti ricoverati nell’ospedale dove lavoro. E così mi sono trasferito all’unità COVID per adempiere quello che considero un dovere e per aiutate i medici”. Ma qualche settimana dopo si è ammalato e “ho dovuto assentarmi dal lavoro per tre settimane e vivere in quarantena in famiglia:  ho tre figli, due femmine e un maschio. Per fortuna non sono stato ricoverato perché non ho avuto complicazioni respiratorie”. Questo periodo, racconta, “mi ha permesso di rileggere la mia vita quotidiana, una vita che assomiglia a molte persone di oggi. Ho misurato quanto siamo prigionieri di questa società consumista e individualista e quanto abbiamo dimenticato di guardarci attorno e di ‘andare’”. Ora Leonardo sta bene e vuole tornare in questa unità di malattia per continuare la sua “missione e cioè quella di curare”, dice.

R.Iaria

Italiani ad Annecy nell’epoca del Coronavirus

8 Maggio 2020 - Annecy - La vita spesso ci tempra con esperienze che sono al limite della nostra sopportazione fisica e psicologica. E’ un attimo lasciarci sprofondare nelle sabbie mobili dello sconforto, dell’ansia, della paura e delle preoccupazioni. Prima del Confinamento dovuto al Coronavirus, qui ad Annecy, cittadina situata in Alta Savoia (Francia), la vita sociale era molto vivace ed intensa. Nell’agglomerato esiste una grande comunità di emigrati italiani: tutti più o meno integrati con la comunità francese, ma le cui origini italiane rivestono una grande importanza anche nella vita sociale. Prima dell’11 marzo di questo funesto 2020 miriadi di avvenimenti culturali ed associativi portavano nella nostra vita quotidiana la nostra Bella Italia: nel mese di ottobre di ogni anno, ad esempio, uno degli avvenimenti culturali più importanti è il Festival del Cinema Italiano, manifestazione che ogni anno presenta un ampio panorama della produzione cinematografica italiana ed offre ad un vasto pubblico anteprime di film di registi italiani e la presenza ad Annecy di attori italiani di fama internazionale, come Pierfrancesco Favino nel 2019. Varie associazioni di Annecy organizzano durante tutto l’anno incontri per la visione di Film Cult Italiani, o serate gastronomiche con la degustazione di prodotti o piatti tipici italiani e non mancano le innumerevoli conversazioni, rigorosamente in lingua italiana, concernenti le città, gli artisti e gli autori italiani. Ci si trova la Domenica mattina in Chiesa per partecipare alla Messa in lingua italiana, pregare insieme, sentire il calore dell’amicizia, scambiarci le ultime notizie e progettare gli avvenimenti della comunità della Missione Cattolica. Dall’11 marzo più nulla: tutto si è fermato. Anche qui le strade sono deserte, si esce da soli, a piedi, per poco tempo, con la bocca che, coperta da una mascherina, non può donare nemmeno un sorriso. Ma…siamo italiani…e non possiamo rinunciare a vederci, a parlare, a pregare…Così, tramite i social la nostra vita, seppur cambiata nelle modalità, non è variata nella sostanza. La domenica mattina, alle 11, ci si collega, via internet, alla Missione Cattolica Italiana e si partecipa alla Santa Messa officiata da don Pasquale Avena, il responsabile della Mci: preghiamo insieme, insieme facciamo la Comunione Spirituale, insieme riceviamo la benedizione dal nostro sacerdote che, ogni domenica, ci invia anche sul cellulare la sua omelia sul Vangelo della Domenica. E ci aiuta a riflettere sul nostro cammino di cristiani. E tramite il cellulare o altre piattaforme parliamo con gli anziani, magari soli a casa, o con i nostri famigliari o gli amici, siano essi qui ad Annecy o in Italia o con i parenti che abitano ancora nei nostri luoghi di origine, dove vorremmo tornare, come ogni anno, per le vacanze estive. E siamo consapevoli che ognuno di noi può, con un comportamento responsabile, far sì che la vita riprenda nella sua normalità e che potremo riabbracciare le persone amate, magari con un nuovo modo di vivere, con più attenzione e sensibilità, con un cuore nuovo.

                                                                                                                              Gabriella Rasi

Mci Roubaix: la testimonianza di Leonardo guarito da Covid19

8 Maggio 2020 - Roubaix - Sono Leonardo, 55 anni, figlio di emigrati italiani, cresciuto fin da piccolo nell’ambito della Missione Cattolica italiana di Roubaix dove nella mia giovinezza ho avuto il missionario don Ferruccio Sant come guida e ora sono medico specialista in ematologia, e curo i pazienti affetti da leucemia. Da 22 anni lavoro al Centro Ospedaliero Universitario di Lilla. Nel mio lavoro mi occupo prevalentemente di trapianti di midollo osseo e nel mio reparto ne eseguiamo più di cento all'anno. I nostri pazienti colpiti da questa malattia richiedono cure mediche molto approfondite che riempiono le mie lunghe giornate in ospedale. Lo scoppio della pandemia di Covid-19 mi ha provocato sofferenza perché ha colpito fortemente prima di tutto il paese di origine dei miei genitori ancora viventi qui in Francia e anche perché anche io sono italiano. Quando questa pandemia ha colpito la Francia, mi sono subito offerto volontario per curare i pazienti infetti ricoverati nell'ospedale dove lavoro. E cosi mi sono trasferito all'unità COVID per adempiere quello che considero un dovere e per aiutate i medici. Qualche settimana dopo mi sono ammalato anch'io di questa infezione virale e ho dovuto assentarmi dal lavoro per tre settimane e vivere in quarantena in famiglia:  ho tre figli, due femmine e un maschio. Per fortuna non sono stato ricoverato perché non ho avuto complicazioni respiratorie. Questo periodo mi ha permesso di rileggere la mia vita quotidiana, una vita che assomiglia a molte persone di oggi. Ho misurato quanto siamo prigionieri di questa società consumista e individualista e quanto abbiamo dimenticato di guardarci attorno e di “andare” verso gli altri. Ora sto bene e non esiterò a tornare di nuovo in questa unità di malattia per continuare la mia missione e cioè quella di curare. (Leonardo)  

Mci Francia: morto p. Nitti

5 Maggio 2020 - Roma - Apprendiamo solo oggi, tramite una lettera dei familiari alla Fondazione Migrantes, della scomparsa di don Renato Nitti, già missionario presso la Missione Cattolica Italiana di Parigi affidata ai padri scalabriniani. dal Dicembre 1967 al 1969 e, per mesi alterni, fino al 1974. P. Nitti era nato a Triggiano (Bari) il 21 aprile del 1025. Fino agli ultimi giorni della sua vita - scrivono i familiari - è "rimasto sempre fedele ai suoi ideali di missionario, coltivando frequentemente corrispondenza epistolare con Padre Benito Gallo, Superiore di quella comunità, deceduto il 15.02.2005". La Fondazione Migrantes è vicina con la preghiera alla famiglia e alla Congregazione degli Scalabriani.

Mci Francia: la “vicinanza” dell’arcivescovo di Chambery, mons. Ballot

2 Aprile 2020 - Parigi – “La pandemia Covid-19 ha colpito l'Italia qualche settimana prima della Francia. Noi seguiamo l'attualità nel nostro paese, in altri paesi e particolarmente l'Italia, cosi vicina a noi. Anche noi in Francia siamo confinati come voi e cerchiamo di accompagnare al meglio le comunità cristiane e l'insieme della popolazione. Noi siamo vicini alla comunità italiana della Savoia e particolarmente di Chambery”. Lo scrive in una lettera al delegato nazionale delle Missioni Cattoliche Italiane in Francia, don Ferruccio Sant,   l'arcivescovo di Chambery, mons. Philippe Ballot come segno di vicinanza alla comunità italiana della diocesi e alla Chiesa italiana. Il presule cita la Missione Cattolica Italiana di Chambery “sostenuta e accompagnata mirabilmente da don Valéri il missionario italiano, che noi apprezziamo per il suo ministero che svolge verso la comunità e i migranti. Noi – scrive - ammiriamo tutto il lavoro cheè fatto dalla Chiesa italiana. Sappiamo quale tributo essa paga per la morte di sacerdoti, religiosi, religiose e fedeli laici. Vediamo come molti sanitari sono ammirevoli e si prendono cura degli ammalati perché possano continuare a vivere” “Voglio assicurarLe, caro don Ferruccio – conclude mons. Ballot - a nome di tutti i cattolici della Savoia, il nostro sostegno nella preghiera, servizio silenzioso, come dice papa Francesco. Restiamo in comunione con voi. Lo saremo particolarmente durante la Settimana Santa”.

R.Iaria

   

Mci Francia: farsi vicino ai sacerdoti e ai fedeli

21 Marzo 2020 - Parigi - Anche qui in Francia la pandemia sta raggiungendo livelli altissimi particolarmente nella zona parigina e nell'Est. La Chiesa, che sta vivendo questa attraversata del deserto, seguendo le disposizioni del governo ha emanato delle indicazioni da osservare simili a quelle della Chiesa italiana. I vescovi invitano a unirsi in preghiera durante la Novena a Notre Dâme de Lourdes che terminerà il 26 marzo. In questi giorni come coordinatore delle MCI di Francia passo una parte del mio tempo, più che con internet, al telefono per sentire la voce, prendere notizie dei sacerdoti, delle situazioni nelle diverse comunità.. Trovo incoraggiante vivere questa prossimità sentendo la voce e scambiando notizie sulla salute, il morale e anche ... sulle provvigioni alimentari. Alcuni sacerdoti anziani non hanno internet, solo un telefono fisso e ringraziano di poter raccontare a qualcuno cosa fanno e come si organizzano. Molti sacerdoti e laici hanno famigliari in Italia e interessarsi alle loro famiglie, alla loro regione ci si fa sentire che non si è trascurati. Qualche missionario mi ha detto che ci sono stati alcuni casi di giovani del progetto Erasmus; sono partiti in Italia durante le vacanze di febbraio e rientrando in Francia si sono scoperti contagiati. La parola che più è usata nei dialoghi telefonici è prudenza: “restez chez vous”.   don Ferruccio Sant Delegato Nazionale Missioni Cattoliche in Francia