Tag: Italiani nel mondo

PassaParola: ogni mese due pagine sulla Germania

18 Maggio 2021 - Lussemburgo – Sbarca anche in Germania il mensile per la comunità italiana in Lussemburgo. Dal numero di maggio due pagine, infatti, sono dedicate al territorio del Saarland, la zona tedesca più vicina al Lussemburgo, dalla quale giungono molti frontalieri. Qui il giornale ha già qualche abbonamento, “perché la nostra rivista – scrivono – non conosce frontiere”. PassaParola aderisce, insieme ad altri periodici in lingua italiana all’estero, alla Fisc, che raggruppa in Italia e all’estero circa 180 testate di ispirazione cattolica.  

MEMA, Il Museo dell’Emigrazione Marchigiana

13 Maggio 2021 - Recanati - Le antiche cantine di Villa Colloredo Mels ospitano il Museo dell’Emigrazione Marchigiana (MEMA) che è stato inaugurato nel dicembre 2013. Si tratta di un Museo multimediale e interattivo, realizzato per volere del Comune di Recanati, della Regione Marche, dell’Associazione marchigiani nel mondo e anche grazie al cofinanziamento del Dipartimento della Gioventù e del servizio civile nazionale. È dedicato a tutti i marchigiani, circa settecentomila, che tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900, oppressi da condizioni di estrema povertà, hanno preso la coraggiosa decisione di abbandonare la loro terra d’origine per dirigersi verso un luogo sconosciuto alla ricerca di fortuna. All’ingresso del Museo si trova una riproduzione della tipica casa del mezzadro e una sezione dedicata al viaggio e al bagaglio che gli emigranti portavano con sé. Scendendo ci si trova a un bivio: il visitatore è chiamato a scegliere se spostarsi ai treni o alle navi. Dal vagone del treno cinque marchigiani raccontano la loro storia di emigranti che hanno lasciato la propria regione alla volta dell’Argentina, del Belgio, degli Stati Uniti. Davanti al treno si trova una sezione dedicata al lavoro in miniera dove si possono vedere da vicino gli strumenti utilizzati dai minatori. La sezione dedicata al viaggio in nave, invece, propone la riproduzione di una tipica cuccetta di terza classe e, mettendosi seduti, è possibile ascoltare un’altra storia di emigrazione. Più avanti un touch screen consente di visualizzare, leggere e ingrandire documenti, fotografie, diari e memorie che sono stati donati al Museo dalle Acli, dalle Associazioni di marchigiani all’estero e dai discendenti di alcune famiglie di emigranti. Nell’ultima sala del Museo è infine possibile ricercare la scheda di viaggio di conoscenti e parenti, che sono emigrati in quel periodo storico, attraverso la consultazione di un database che raccoglie i dati degli emigranti non solo marchigiani ma di tutta Italia. L’intero percorso è accompagnato da pannelli descrittivi, suggestive foto e gigantografie che raccontano il viaggio della speranza intrapreso dagli emigranti marchigiani. Un commovente viaggio indietro nel tempo alla scoperta degli usi, dei costumi e delle tradizioni che appartengono alla storia di ognuno di noi. Il Museo dell’emigrazione marchigiana intende accompagnare e coinvolgere il visitatore in un itinerario “fisico ed emozionale” destinato a ripercorrere la storia del fenomeno migratorio e a riannodare quei legami profondi che hanno unito e uniscono ancora oggi le Marche alle comunità di emigranti. Immagini, oggetti, lettere, documenti e ricordi, animano i diversi ambienti museali che ripetono altrettanti significativi ‘momenti’ di questo viaggio nella memoria dell’emigrazione marchigiana, ma acquistano una dimensione più coinvolgente ed emozionale, sollecitando in un pubblico ampio ed eterogeneo sempre nuove suggestioni e riflessioni. Grazie all’utilizzo di tecnologie innovative, infatti, la storia del passato diventa narrazione interattiva, le immagini della memoria realtà virtuale ed i suoni contribuiscono ad evocare situazioni e luoghi lontani nel tempo. La visita si trasforma così in un’esperienza viva e vitale dove la lezione di quanti con tenacia e perseveranza hanno contribuito alla crescita di tanti Paesi, sia di monito per le giovani generazioni che, nell’affacciarsi sul palcoscenico del ‘mondo globale’, non dimentichino le proprie radici.

Giovani italiani e lussemburghesi insieme per l’Europa

7 Maggio 2021 - Roma - In occasione della Giornata dell’Europa 2021, l’Ambasciata d’Italia in Lussemburgo ha voluto celebrare l’importante ricorrenza del 9 maggio, inserita ufficialmente nel calendario delle festività nazionali lussemburghesi dal 2019, organizzando un’esibizione virtuale de “Il Coro che non c’è”, in collaborazione con la Scuola Europea di Lussemburgo che accoglie al suo interno la Sezione italiana frequentata da centinaia di alunni dei cicli dell’infanzia, primaria e secondaria di primo e secondo grado. Fondato a Roma da Ludovico (Dodo) Versino, già Direttore di numerose formazioni corali, “Il Coro che non c’è” è un ensemble composto da “una rete fluida e mutevole di giovani provenienti dai vari licei capitolini, le cui recenti esibizioni audiovisive, svoltesi in digitale a causa delle restrizioni legate alla pandemia, hanno fatto registrare numerosissime visualizzazioni, a riprova della qualità del progetto sotto il profilo artistico ed educativo”. Con l’intento di interpretare in chiave originale e giovanile lo spirito della Festa dell’Europa, molto sentita in Lussemburgo Paese fondatore come l’Italia, l’idea alla base dell’evento è stata quella di creare “un ponte tra il gruppo musicale italiano e gli allievi della Scuola Europea di Lussemburgo per dar vita a un’esibizione canora comune”.  

Mci Romania: la visita del card.Percă a Greci

16 Aprile 2021 - Bucarest - Sabato scorso il card. Aurel Percă, arcivescovo di Bucarest ha visitato la Missione Cattolica Italiana di Greci. Durante la celebrazione eucaristica ha benedetto l'olio che brucia sull'icona di S. Lucia, in memoria degli italiani vissuti nel Comune greco. La comunità italiana del comune di Greci nacque quando re Carol I chiamò gli italiani (artigiani nella lavorazione della pietra) a lavorare il granito nelle montagne della Dobrogea. Durante l’incontro anche una breve storia dell’emigrazione italiana in questa città preparata dall'insegnante, Celia Onțeluș e un ric ordo dei “propri antenati italiani emigrati dall'Italia in queste terre di Dobrogea”. Durante l’omelia il porporato si è congratulato con la comunità italiana “per la loro testimonianza su questa terra di Dobrogea”.  

Ambasciata Italiana in Argentina: oggi la Giornata dedicata alla ricerca italiana nel mondo

15 Aprile 2021 - Roma - Oggi, 15 aprile, si celebra la "Giornata della ricerca italiana nel mondo" nell'anniversario della nascita di Leonardo Da Vinci, senza dubbi il padre della scienza italiana. L'Ambasciata d'Italia in Argentina partecipa alle celebrazioni con un webinar organizzato per oggi aperto al pubblico, trasmesso dal proprio canale YOUTUBE, il cui asse tematico sarà la Cooperazione nelle tecnologie spaziali tra Italia e Argentina. La cooperazione scientifica tra Italia e Argentina - si legge in una nota dell'Ambasciata - ha radici remote e si è sviluppata in tutti i settori, ma probabilmente è nel settore spaziale dove entrambi i paesi hanno investito maggiori sforzi bilaterali in termini di risorse umane e finanziarie. Per questo motivo l’evento è dedicato alla cooperazione nelle tecnologie spaziali. All'evento parteciperanno l'Ambasciatore d'Italia in Argentina, Giuseppe Manzo; il Ministro della Scienza, della Tecnologia e dell'Innovazione della Repubblica Argentina, Roberto Salvarezza; il presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana, Giorgio Saccoccia; il Direttore della CONAE, Raúl Kulichevsky, ed esperti del settore spaziale, argentini e italiani, che hanno reso possibile la collaborazione scientifica e tecnologica tra l’Italia e l’Argentina in un settore di alta tecnologia con applicazioni fondamentali per lo sviluppo sociale ed economico.  

FAIM: una lettera alle istituzioni in vista del PNRR

7 Aprile 2021 - Roma - Con una nota inviata al Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi e ai ministri del Governo il FAIM (Federazione Associazioni Italiane nel Mondo) ha trasmesso oggi al Governo le proprie proposte di inclusione della specifica dimensione rappresentata dalla grande comunità degli italiani nel mondo, all'interno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che sarà definito entro la fine di questo mese per essere inviato alla Commissione Europea. Nello specifico, il FAIM, facendo anche riferimento al lavoro di preparazione della Conferenza Stato-Regioni-Prov. Autonome-CGIE svolto in seno al CGIE, indica alcuni punti prioritari che dovrebbero essere inclusi nelle azioni previste dalle diverse Missioni in cui è articolato il PNRR, sia per quanto attiene la dimensione dei diritti di cui sono portatori i cittadini italiani all'estero, sia per l'opportunità che essi rappresentano e possono far valere in diversi ambiti, nel rafforzamento della ripresa del paese. In particolare, il documento sottolinea “l'inserimento a pieno titolo dei servizi della Rete Consolare all'interno delle misure di ammodernamento e digitalizzazione della Pubblica Amministrazione”, “una vasta campagna informativa rivolta agli italiani all'estero sulle opportunità di riqualificazione energetica degli edifici e case di proprietà dei connazionali emigrati che può contribuire a convogliare risorse verso il Paese e a contenere le emissioni nocive”, “l'inclusione dei giovani delle ultime generazioni e della nuova emigrazione nei programmi di potenziamento delle competenze e del diritto allo studio (educazione, lingua e cultura e formazione professionale) e in quelli volti a al rafforzamento della Ricerca e Sviluppo”, il coinvolgimento degli italiani all'estero nelle “politiche di coesione sociale e territoriale, sia come fruitori di misure di accompagnamento e assistenza nei progetti emigratori alla partenza e all'arrivo, sia come attori di sviluppo locale in caso di rientro nelle regioni di esodo o nella costruzione di partenariati internazionali” e “l'attenzione istituzionale alle fasce di popolazione più fragile in alcuni paesi svantaggiati dell'America Latina e dell'Africa, quali soggetti ‘da prendere in carico’ dal punto di vista dei servizi sanitari, con misure ed azioni ad hoc, analogamente a quanto avverrà in Italia”. Ciò – scrive il FAIM - vale anche per i nuovi migranti che hanno difficoltà ad ottenere una copertura assicurativa sanitaria stabile sia per le norme in vigore in alcuni paesi, sia per la frequente precarietà di condizioni lavorative che sono costretti a subire anche in Europa”. Nel documento si sottolinea che il PNRR “non può ignorare o sottovalutare i diritti, i bisogni e le opportunità presenti in quella che, a seguito dei nuovi flussi emigratori dei primi due decenni di questo secolo, costituisce oramai la seconda regione del paese, la cui popolazione si aggira intorno ai 7 milioni di persone”.  

“Piangete piuttosto sui vostri figli!”

2 Aprile 2021 - Loreto - «Piangete piuttosto sui vostri figli !». È il grido del Cristo, nel cuore della sua passione. Ma oggi è quello di Agnese a Loreto, alla sua confessione pasquale. Lo è per il figlio Giacomo, chef marchigiano e quanti lo seguono, lontano, ormai a Los Angeles da vari anni. Dopo, però, una montagna di sacrifici, di umiliazioni e di difficoltà. Una via crucis per i nostri giovani. «Sapesse quanti ce ne sono di giovani italiani con mio figlio in America, hanno lauree o diplomi, - mi fa, preoccupata - e si raccontano ancora, ridendo di amarezza, il concorso per spazzini, che hanno fatto in Italia, in migliaia!». È la quarta volta che lei ritorna in California. Come la madre per il Cristo, i figli si accompagnano fin dove vanno. Anche sul Golgota del loro destino. Da dove sanno risorgere spesso a una vita nuova. Paradossalmente. Ne incontravo in questi ultimi anni all’estero. Ricordo le loro espressioni, il loro sguardo sospeso, piuttosto triste e rattristante, sulla nostra terra. Antonella, eccola all’estero per la seconda volta, dopo un master per ritentare fortuna. Nel suo Sud non ha attecchito. “Il Sud ? Un deserto!” vi risponde, secca. “Si è perfino stanchi di cercare lavoro, tanto non lo si trova. Non c’è nulla. Si lavora al nero, anzi – calcando il tono – un nero che più nero non c’è”. “Ciononostante", - vi precisa, con un’impennata di orgoglio meridionale, - “c’è della gente che vale, laggiù!” Olga e Giovanna da Rho, due ragazze bionde e vivaci, vi sanno dire a raffica gli aspetti dei giovani, che hanno ormai lasciato in Lombardia: “Rassegnati, delusi, demotivati, squattrinati e cionostante studiano… chissà, perchè !” Boris, bergamasco di Pontida, all’estero da qualche anno ha appena incontrato due trentenni arrivati di fresco dall’Italia, anzi “fuggiti,” si corregge subito. Li ha aiutati a trovare casa ed altro, anche se con difficoltà. Ormai ce ne sono troppi che arrivano, in particolare, dalla Grecia, dalla Spagna. Carla, giovane piacentina, invece, prende il tempo di riassumervi cosa ha apprezzato nel mondo inglese. La cosa più bella è la sincerità: quello che un inglese ti dice è quello che pensa. “Per quanto rude possa essere è la verità, e questa si gestisce, - sottolinea - l’ipocrisia, invece, vi affonda nei dubbi”. Poi ha trovato molto rispetto per chi vuole imparare: l’accoglienza verso chi studia è espressa anche ai livelli più alti. Nessuno, poi, si preoccupa di come si appare. Gli inglesi, per esempio, leggono ovunque. “Io, in Italia venivo guardata bizzarramente, quando leggevo camminando per strada o aspettando il bus. Qui, invece, sono normale!”. Sonia parla dei giovani italiani che incontra. Nella maggior parte si nota la nostalgia del sole, del buon cibo e dell’estro nostrano, ma in tutti si sente la necessità di vivere in una società più rispettosa, meno macchinosa e falsa. In Italia si è tutti amici, è vero, ma questo rapporto spesso richiede favori, ti lega… » E conclude: “Chi vive in Italia lo vedo frustrato di un Paese che si svende, che non investe nel futuro, che si piange addosso fingendo di stare bene, che vorrebbe anche ribellarsi, ma ne ha paura o non ne ha le forze.” Riccardo da Fano, ricercatore in fisica a Ginevra per anni, poi semplice precario a Urbino per un anno, quindi ordinario di fisica all’Università in Brasile, naturalmente sposandosi una dolce brasiliana. Una parabola, a cui non servono commenti. Seguendo il filo del discorso di questi giovani emerge un’idea inquietante. Sembra che i barconi che approdano alle nostre coste – di cui in patria si è come ossessionati per poche migliaia di poveri cristi in cerca di pace e carichi di tutte le speranze del mondo – questi barconi siano paradossalmente l’immagine stessa della nostra terra. Essa getta a mare i suoi giovani. E fa ricordare una massima amara di uno scrittore comasco: “Quando in una società il vecchio uccide il giovane c’è ben poco da sperare. Si autodistrugge, senza saperlo.” La nostra tragedia, infatti, non è l’immigrazione. Ma l’emigrazione. Sì, dei nostri giovani. Essa raggiunge ultimamente più di 50mila unità all’anno. Screma il futuro di una società. Spoglia le nostre comunità. Ci impoverisce paurosamente, senza accorgersene. Uccide, così, la nostra speranza. Viene, allora, da interrogarsi se i responsabili della nostra società siano come gli idoli nella Bibbia, che hanno orecchi ma non sentono, hanno occhi e non vedono. Sapendo che la dinamica dell’idolo è quella di concentrare in sé ogni potere, ogni ambizione e farsi adorare. Centrati in se stessi, autoreferenziali per eccellenza. “Siamo al neo-feudalesimo” – commenta Massimo, un giovane veneto – “da noi non c’è stata una rivoluzione francese, nè una rivoluzione industriale come in Gran Bretagna, nè una rivoluzione protestante…” Aurea mediocritas, direbbero i latini. All’estero, in fondo, il paragone viene naturale. I nostri emigranti italiani hanno costruito per lunghissimi decenni dei ponti con altre culture e con altri popoli, hanno lanciato delle passerelle, hanno imparato a vivere in simbiosi con altri e a farne sintesi nei loro aspetti migliori. “Facendo la loro patria il mondo” sottolineava Giovanni Battista Scalabrini. Nella nostra terra, invece, ci si rinchiude in campanilismi, in clan, in corporazioni, in gruppi di interesse o di pressione. Sì, un piccolo mondo antico. Perfino nella distribuzione dei vaccini contro il Covid 19, lo si è visto ultimamente. In fondo, per questi giovani, abbandonati da tutti e abbandonati a se stessi, resterà solo Dio a proteggerli. Così, il nostro sguardo si fa compassione e preghiera. (p. Renato Zilio - Migrantes Marche)

Passione di Cristo a Casablanca 

30 Marzo 2021 -

Loreto - Don Cipriano ci attendeva a braccia aperte, alla parrocchia italiana «Cristo Re», boulevard Abdelmoumen, a Casablanca. Avrebbe ospitato la dozzina dei nostri giovani, tutti figli di italiani all’estero. Era la prima tappa del loro pellegrinaggio verso il deserto del Sahara. Tutto il percorso, poco più di una decina di giorni, come ogni anno a Quaresima, si proponeva di far vivere ai nostri giovani il cammino di Cristo verso Gerusalemme.

Eravamo ospiti di varie, piccole comunità cristiane lungo il percorso, fino a sostare per tre giorni e tre notti in pieno deserto, sotto rustiche tende berbere. Un viaggio avventuroso, interiore, trasformante. Come ricorda Proust, viaggiare «non è scoprire nuove terre, ma avere nuovi occhi». Così, da una città quasi europea, caotica e straordinariamente vivace come Casablanca si arriva alla pace e all’essenzialità assoluta, che solo un deserto sa offrire. Scoprire  là, la forza segreta dell’anima.

La parrocchia italiana di Casablanca, poi, è costituita soprattutto da siciliani, pescatori di Mazara del Vallo, da Trapani…  acquartierati laggiù da cinquanta o sessant’anni: tutto vi era pronto per accoglierci. E come sempre, l’accoglienza nel Maghreb è semplice e regale. «Dopodomani, animerete la messa solenne delle Palme !». Con i primi saluti, erano queste le parole di don Cipriano, dal sapore di invito ma, allo stesso tempo, di un ordine. I giovani ne rimasero entusiasti.

Sarebbero venuti, per l’occasione, tantissimi della comunità italiana in Casablanca e senz’altro il Console, come d’abitudine ogni anno. Il sabato, i nostri giovani leggevano i testi, facevano i preparativi per i vestiti, le parole, i gesti dei personaggi nella Passione. Erano la rivoluzione per il guardaroba delle suore. Queste animano la vicina casa di riposo per anziani italiani.

Già, al mattino presto della domenica delle Palme, ai giovani il grande compito dell’accoglienza. Dietro un lungo tavolo, offrono all’arrivo - con un sorriso, come si erano proposto - un ramo di ulivo intrecciato di un nastro rosso-sangue, augurando ad ognuno «buona settimana santa !». La gente, senza fretta, arrivava a frotte. E rimaneva stupita di vedersi davanti, all’arrivo, una banda di giovani italiani disponibili, disinvolti, pieni di simpatia, mai visti prima. Poi, in seguito, quasi tutto il gruppo saliva all’altare, per leggere la Passione. Lasciando a Rodrigo, un bel volto ispirato di profeta, grande animatore dei ragazzi di catechesi, l’impegno di presentare un unico personaggio : il Cristo.

Così, all’inizio della lettura, sbucando dal fondo della chiesa affollata, vedevi apparire il Cristo, d’improvviso. Una lunga veste color porpora fino alle caviglie, un’enorme croce, a passo ritmato, sempre uguale, avanzava lungo tutta la grande navata. Concentratissimo. Lentamente procedeva, con una cadenza a singhiozzo… quasi fosse un pianto. Se l’era provato, riprovato quel passo - l’avevo ben osservato, infatti - chissà quante volte, il giorno prima... Un passo come sospeso, aritmico, alla soglia della morte. Impressionante. La gente, tutta intenta a leggere il testo, se lo vedeva, sorpresa, apparire di lato, quasi d’improvviso. Arrivato all’altare, Rodrigo vi posava, poggiandola in piedi, la grande croce. E al momento delle parole della crocifissione, assorto e fisso di fronte come una statua, davanti a tutta l’assemblea, lo vedi aprire le braccia il più largo possibile. Qualche istante così, un’eternità. E alla morte, cadere per terra d’un tonfo, rimanendo là, scomposto, senza muovere neppure un filo. Immobile, durante quasi tutta la celebrazione. Era come vedere a terra un qualsiasi morto ammazzato, in una stazione dei treni o sul marciapiede di una strada...

Ricordo che la gente si toccava il gomito, come per dirsi: «... ma è ancora vivo?!». E poi, durante il Padre nostro, eccolo rialzarsi di fronte all’assemblea ed estrarre, a sorpresa, dal petto, la famosa bandiera multicolore della PACE, stenderla e sollevarla il più alto possibile per tutto il tempo restante della preghiera. Al momento dello scambio di pace, legarsela attorno alle spalle, per passare a dare la mano ad ognuno dei presenti, di banco in banco… La gente era commossa – lo si vedeva – di abbracciare il Cristo, ricordando il suo passo di morte e la sua interminabile caduta per terra. Una scena stampata nella mente, che come in noi, lo sarà stato anche per gli altri.

I giovani, d’altronde, avevano vissuto questo loro impegno come un forte gesto di solidarietà con la nostra gente in terra straniera. Sì, una passione quotidiana, continua, che pare non finire mai, sui passi del Cristo. Lo straniero in mezzo agli uomini. Questi giovani saranno gli ultimi a dimenticarselo.

Come non dimenticheranno le poche parole di suor Monica : «Sapete, i nostri vicini di casa hanno una fede che trasporta le montagne !» E parlava di musulmani. Ma io non dimenticherò, ritornati, il loro grazie più originale. «Grazie padre, perchè ora comprendiamo meglio l’Europa !». Sì, il suo panorama ormai multiculturale e multireligioso, dove costruire più ponti e meno muri. Casablanca era rimasta nel cuore (p. Renato Zilio, Migrantes Marche)

Italiani nel mondo: è morto don Reginato, per anni con gli italiani in Venezuela

29 Marzo 2021 - Ferrara - E' morto don Giorgio Reginato, per 36 anni in Venezuela impegnato per la pastorale con gli italiani. L'annuncio è stato dato dall'arcivescovo di  Ferrara-Comacchio, mons. Giancarlo Perego,  unitamente al presbiterio e alla diocesi tutta con l'invito ai i fedeli e ai sacerdoti a ricordarlo nella preghiera. Don Giorgio era nato a Onè di Fonte (Tv) il 13 novembre 1941, ed era stato ordinato sacerdote il12 aprile 1969. Importante l'esperienza missionaria in Venezuela come cappellano degli emigrati italiani. Al ritorno in Diocesi è stato amministratore parrocchiale di Coccanile e di S. Apollinare in Dossetti dal 2008 al 2014. Attualmente abitava ad Onè di Fonte, suo paese natale, dove è deceduto. Alla famiglia e alla diocesi la vicinanza e il ricordo nella preghiera della Fondazione Migrantes.  

Wuppertal: la Passione Vivente è cuore pulsante

26 Marzo 2021 - Wuppertal - Nasce tra le rughe e le gli anfratti del cuore di una generazione che ha davvero lasciato tra le lacrime la propria patria, in un tempo in cui il mondo non era così piccolo come lo è divenuto oggi con la tecnologia, il desiderio di riproporre in terra straniera tradizioni della propria pietà popolare. Questa nostalgia, che diventava con il passare degli anni sete ardente di azioni compiute tra le strade del proprio paese, di azioni legate a doppio filo con la fede trasmessa dai padri e dalle madri lungo i secoli, ha dato vita 40 anni fa circa ad una realtà che nel tempo la città di Wuppertal ha fatto propria: la Passione Vivente. Si è iniziato in sordina dal sogno di un piccolo gruppo, guidato dai missionari e da laici appassionati di italiani che desideravano solo poter rigustare tradizioni, gesti, parole e canti che avevano il sapore buono di casa. Pian piano però il sogno di pochi ha coinvolto molti e il piccolo gruppo è cresciuto ed è diventato multiculturale e anche ecumenico (i pastori e le comunità evangeliche non mancano di partecipare e apprezzare). 40 anni di storia durante i quali si nota anche la crescita del livello di professionalità e cura dei particolari (dalle vesti dei personaggi all’attenzione dei registi, ai dialoghi e ai gesti). 40 anni in cui la Passione Vivente è cresciuta con i protagonisti stessi fino a diventare l’evento che ogni Venerdì Santo richiama migliaia di persone. Questi 40 anni avremmo dovuto celebrarli lo scorso anno, ci stavamo preparando a farlo, quando il COVID-19 ha stravolto i piani nostri e dell’umanità intera. Se il Venerdì Santo è il giorno in cui la chiesa si stringe attorno alla Croce, è il giorno in cui davanti alla Croce ci si inginocchia, è il giorno in cui l’urlo di Cristo squarcia il cielo e, non solo regna il silenzio, ma anche la luce si fa da parte e sul Calvario restano solo un cielo muto e la Croce… Se il Venerdì Santo è da sempre tutto questo, lo scorso anno lo è stato infinitamente di più e lo è stato in ogni angolo del mondo. Sul Golgota siamo saliti insieme, siamo saliti tutti e la sospensione della Passione Vivente ha reso per noi, qui in questa Missione e in questa città, la giornata del Venerdì Santo ancora più profondamente immersa in un silenzio che mai avevamo provato prima. È trascorso un anno, un anno in cui abbiamo vissuto, con l’intera umanità, una tempesta che non accenna a diminuire di forza e gravità; stiamo attraversando un deserto che ci ha messi e continua a metterci a dura prova. E anche quest’anno non sarà possibile ritornare a proclamare la nostra fede lungo le vie della nostra città. Ma abbiamo deciso di rivivere la “nostra” Passione Vivente in un modo un po’ speciale: ogni venerdì di quaresima, sul nostro sito ( https://mci-wuppertal.de/), sulla pagina Facebook e sul canale Youtube della Missione cattolica italiana di Wuppertal verrà pubblicato un breve video che ripercorrerà le varie stazioni della Passione, rivisitandole negli anni. Un piccolo pensiero di due, tre minuti per raccontare cosa abbiamo vissuto, costruito e tentato di incarnare in questi 40 anni. Lo scorrere delle immagini riporta a galla i ricordi, si rivedono volti di persone care che ora sono già nella Gloria di Dio; si nota lo scorrere del tempo ed è emozionante riconoscere bimbi che sono diventati ragazzi e poi uomini interpretando, via via, vari personaggi…dagli schiavi che reggono la bacinella di Pilato, a soldati romani, agli apostoli. In questi 40 anni è trascorsa la vita, scandita anche dalla Passione Vivente. Scandita e da essa riempita, perché quando si vivono esperienze forti come quella di ritrovarsi, in mezzo alla neve, quasi nudo, issato sulla Croce, o si asciuga, nel ruolo della Veronica, il sangue, che pare così vero, dal volto di colui che sta “interpretando” Gesù e che, nella vita, è tuo marito, beh, in quel momento la fede si incide davvero nella carne, s’incide nei protagonisti, s’incide in coloro che stanno vivendo insieme a loro quell’esperienza e s’incide anche nella carne del passante ignaro che si ritrova per caso nel giardino botanico, dove si svolge la parte finale della Passione Vivente, e che osserva e piange come un bambino, colmo di emozione e commozione. No, la Passione Vivente non è uno spettacolo, non è una recita. Essa è un cuore pulsante che narra la fede di una comunità e, se è vero che non siamo mai stati così fragili come nel corso di quest’ultimo lungo anno, è vero anche che la speranza, quella vera, quella certa, quella che viene da Dio, affonda le sue radici in questa fragilità. E allora sostiamo in questa fragilità, accogliamola, riconosciamola, ricordando che nella notte dove tutto si confonde, Gesù è calmo e pieno di fiducia vera nel Padre. Dal Getsemani in poi fede è credere che il fare la volontà di Dio possa sprigionare luce anche nella più fitta delle oscurità. In Dio e con Dio c’è luce anche se non la vediamo ancora. In Dio e con Dio c’è luce anche nella notte, anche in questa notte. (Flavia Vezzaro – Mci Wuppertal)      

MCI Germania e Scandinavia: è morto don Giuseppe Gilberti

25 Marzo 2021 - Brescia – Si svolgeranno domani, venerdì 26 marzo alle ore 10 presso la parrocchiale di Ronco di Gussago i funerali di don Giuseppe Gilberti, classe 1942, morto ieri. il 24 marzo. Durante il suo ministero, tra i tanti incarichi, quello di cappellano degli emigranti in Germania dal 1982 al 2018. Don Gilberti, dopo la cerimonia funebre presieduta dal vescovo di Brescia, mons. Pierantonio Tremolada, verrà sepolto a Ronco di Gussago. Don Giuseppe era nato a Gussago, in provincia di Brescia ed era stato ordinato sacerdote nel 1968 a Brescia. I suoi primi impegni pastorali sono stati come cappellano a Poncarale (1968-1970) e come responsabile dell’oratorio a Cazzago S.M. (1970-1982). Poi è venuto in Germania per continuare il suo ministero presbiterale nelle Comunità italiane in Germania. La prima tappa è stata a Wolfsburg, nella diocesi di Hildesheim, dove il 7 marzo del 1982 ha assunto la guida della locale Missione. Qui è rimasto fino a tutto il settembre del 1983. È quindi passato alla Comunità italiana di Neu-Ulm (diocesi di Augsburg), e dieci anni dopo, nel 1993, gli veniva affidata anche quella di Ulm (diocesi di Rottenburg-Stuttgart), ricorda il delegato delle Missioni Cattoliche Italiane in Germania e Scandinavia, p. Tobia Bassanelli.  Ha retto queste due Comunità fino al 30 ottobre 2018, facendo poi rientro nella diocesi di origine, a Brescia, dopo oltre 36 anni di “generoso e instancabile impegno pastorale tra gli emigrati italiani in Germania e di ottimi rapporti con la chiesa locale”. Prima di partire «ci teneva molto a festeggiare il 50° di sacerdozio con i parrocchiani e con i confratelli. La solenne celebrazione è stata il 3 ottobre 2018 nella chiesa St. Albert, presieduta dal vescovo emerito di Brescia mons. Luciano Monari, attorniato da 25 concelebranti, e con l’ampia chiesa stracolma di fedeli, segno visibile della stima che godeva e dell’apprezzamento per il suo lavoro pastorale. Basti ricordare la Via Crucis nelle strade e nelle piazze più importanti della città, il Venerdì Santo, seguita da migliaia di persone, per rendersi conto di un lavoro pastorale che andava ben oltre i confini delle sue due Comunità parrocchiali». Don Giuseppe – aggiunge p. Bassanelli - «non solo era sempre presente ai Convegni Nazionali ed agli Esercizi spirituali, ma per tanti anni, fino ai primi problemi di salute, ne era stato un attivo organizzatore e animatore. Curava in particolare le serate di amicizia, mettendo a disposizione tutto il necessario per far festa, in particolare la sua allegria e la sua bravura nel creare un clima di gioia e di amicizia. Il suo segreto pastorale? Lo ha rivelato nel suo discorso in occasione del 50° di sacerdozio: stare vicino alla gente, ai loro problemi e nei momenti belli, per portare gioia e serenità, la gioia del vangelo e dei valori cristiani». Alla diocesi e ai familiari la vicinanza della Fondazione Migrantes.

La rete: strumento per costruire ponti anche con i giovani delle MCI

22 Marzo 2021 - Milano - Dallo scorso marzo 2020 la nostra vita è stata stravolta dal Covid19 che ci ha costretto a chiuderci in casa, lavorare da remoto, non poter andare a scuola, fare sport, ecc…. Per le nostre comunità cristiane ciò ha significato perdere la bellezza delle relazioni che caratterizzano tutte le attività che proponiamo ai bambini, preadolescenti, adolescenti, giovani e famiglie nei nostri oratori. Abbiamo dovuto chiudere i cortili e rimetterci in gioco in una dimensione sino ad ora mai percorsa: il Web! Un mondo dove la fede è relegata ad un pubblico di nicchia e la maggior parte dei nostri giovani lo vive solamente per navigare sui social e per giocare ai videogiochi. Il troppo tempo passato nel Web ha portato tanti di loro a chiudersi in mondi virtuali isolanti privi di emozioni relazionali e ha scatenato apatia e fatica. Noi educatori ci siamo interrogati e dopo un primo smarrimento abbiamo trovato nella rete, attraverso incontri e materiali, lo strumento che ha permesso di tenere vivi i rapporti e continuare a trasmettere la bellezza del Vangelo. Anche negli oratori di Busto Arsizio dove lavoro, per la Cooperativa Aquila e Priscilla - Diocesi di Milano come coordinatore, ho pensato che la via da percorrere fosse il Web. Ho cercato di rielaborare con fantasia una nuova proposta educativa e di fede senza copiare nella dimensione social quello che si fa in presenza perché le dinamiche sono diverse e occorre stimolare e dare spunti nuovi per giocarsi ed essere coinvolti. Proprio questa fantasia mi ha permesso, in piena condivisione con il mio parroco don Gaudenzio, di ideare il percorso “La rete: strumento per costruire ponti”. Mi sono chiesto: come possiamo mettere in contatto adolescenti e giovani sparsi per il mondo? Attraverso la rete! Ed ecco che quest’ultima diventa lo strumento per costruire ponti, permette di potersi incontrare in ZOOM per conoscersi, chiacchierare e raccontare come si vive la fede nella comunità in cui si vive. Nel progetto sono state coinvolte la Comunità Cristiana italiana di Barcellona (con don Luigi Usubelli) - Spagna, la Missione Cattolica di lingua italiana nel cantone di Lucerna – Svizzera (con Don Mimmo Basile e le collaboratrici suor Selvije e Maria Carminitana), il Centre Eucharistique Mokolo II Dernier Poteau – Camerun (con Padre Joseph Desiré Mvongo) e gli Oratori SS Redentore e Maria Regina di Busto Arsizio - Italia. Quattro realtà tra loro diverse ma unite dall’amicizia con Gesù e dalla voglia di giocarsi. Quest’ultima ha permesso di dar vita a uno scambio di idee, di storie di vita e di fede tra i giovani collegati. La bellezza di raccontarsi ha aperto anche a storie personali, idee nel campo dello studio, la conoscenza delle abitudini delle città che ospitano le comunità coinvolte e ha dato ai giovani uno strumento per costruire legami che si spera permetterà loro di incontrarsi di persona una volta superata la pandemia. Significativo, attraverso il racconto di Padre Joseph, poter conoscere una realtà parrocchiale e giovanile in Camerun perché ci ha aperto all’universalità della Chiesa. Questa universalità può essere raccontata e vissuta attraverso la rete. Provate a pensare: chi mai avrebbe detto che nel 2021 quattro realtà giovanili tra loro sconosciute si sarebbero incontrate? Ebbene sì è stato possibile utilizzando la rete e facendola diventare strumento per unire e spazio di crescita reciproca. Una cosa che ho imparato in questo tempo inedito è che nulla tornerà come prima e che il Vangelo ha mille strade per essere annunciato e la rete è una di queste. Come diceva Gesù: “avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra.” (Atti 1,8) Noi ci siamo e siamo pronti per questa sfida perché #loratoriocè!  (Davide Romanò)    

Sydney: una rassegna su “Italia multietnica: i nuovi italiani”

12 Marzo 2021 - Roma - L’Istituto Italiano di Cultura di Sydney rinnova nel 2021 la sua collaborazione con Palace Cinemas presentando un ciclo di proiezioni dedicate ad alcuni fra gli aspetti culturali e sociali contemporanei più significativi della vita italiana oltre che a figure rappresentative del cinema italiano, anche di recente acquisizione. Quest’anno la rassegna è intitolata “Italia multietnica: i nuovi italiani” e comprende una serie di film italiani contemporanei che illustreranno l’Italia come Paese diventato negli ultimi decenni meta di destinazione di migranti, dopo essere stato, nel secolo scorso, Paese di partenza per destinazioni terze. Le proiezioni si terranno al Palace Cinemas Norton Street, Leichhardt. I film saranno preceduti dalla breve introduzione di un ospite volta per volta diverso a cui, alla fine della proiezione, il pubblico potrà anche rivolgere alcune domande. Moderatrice sarà Antonella Beconi, coordinatrice per la lingua italiana presso il Centre of Continuing Education della University of Sydney, per conto dell’Istituto Italiano di Cultura.  

Scoprirsi italiani: i viaggi delle radici in Italia, oggi lo Speciale Canada

11 Marzo 2021 - Roma - Oggi, giovedì 11 marzo alle ore 17, quarto appuntamento sul “turismo delle radici” questa volta dedicato al Canada. Il webinar, dal titolo che riprende la ricerca “Scoprirsi italiani: i viaggi delle radici in Italia”, potrà essere seguito sulle pagine Facebook dell’Osservatorio e del Festival delle Spartenze: https://www.facebook.com/ORI-Osservatorio-Permanente-delle-Radici-Italiane-102943638303531https://www.facebook.com/festivalspartenze; e sulle “frequenze” di Radio Com: www.radiocom.tv. Radio Com, che ha una delle sedi operative a Bruxelles (l’altra è a Palermo), è una web-radio con la quale, proprio con questo evento cominciamo una collaborazione che nelle prossime settimane ci vedrà impegnati insieme in altri eventi. Anche in questa occasione, si parlerà di questa particolare forma di turismo (il turismo delle radici) con diversi ospiti che, dalle loro prospettive (istituzionali, estere, e regionali), racconteranno del doppio filo che lega chi è partito, chi è restato e chi ritorna. Tra gli interventi Giovanni de Vita del MAECI (Ministero Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale), Giovanna Giordano (Presidente del Comites di Montreal), Luca Buiani (VicePresidente del Comites di Toronto), Domenico Servello (Direttore del Centro Scuola e Cultura Italiana di Toronto), Marco Fabbri (Presidente della Consulta degli Emiliano-Romagnoli nel Mondo), Fiorello Primi (Presidente dell’Ass. “I Borghi più belli d'Italia”), Claudia Lanari (Responsabile Marchigiani nel Mondo), Fausta D’Alesio (Associazione Marchigiani in Canada-ALMA-), Maria Tirabasso (Responsabile Ufficio Molisani nel Mondo), (Cassandra Marsillo, Cons. Giovani Molisani in Canada), Sabrina Venturini (Associazione Emilia Romagna del Canada), Franco Meldolia (Presidente Messinesi di Montreal). A coordinare saranno i componenti dell’Osservatorio: Marina Gabrieli, Riccardo Giumelli, Delfina Licata e Giuseppe Sommario. Il webinar si inserisce in una ricerca su scala globale del turismo delle radici, intrapresa dall’Osservatorio stesso con la collaborazione del MAECI e della DGIT (Direzione generale per gli italiani all’estero). Capire quali sono le aspettative su questo tema, quali iniziative potranno essere intraprese, come costruire la domanda di turismo delle radici sono solo alcuni dei temi di discussione con i relatori.    

Bellunesi nel mondo: tre incontri sull’emigrazione italiana

10 Marzo 2021 - Belluno - L'Associazione Bellunesi nel Mondo, con il supporto della Biblioteca delle migrazioni “Dino Buzzati”, il Centro studi sulle Migrazioni “Aletheia” e Radio ABM, organizza un ciclo di incontri on line dal titolo “Migrar. Storie di emigrazione di gente di montagna”. Tre appuntamenti, a cura della storica Luciana Palla, che saranno trasmessi on line direttamente dal canale YouTube dell’Associazione Bellunesi nel Mondo. Il primo, previsto per venerdì 12 marzo alle ore 18.00, riguarda Storie di donne nelle Dolomiti fra ottocento e novecento: protagonista sarà la figura femminile, ora assurta al ruolo di eroina ladina come Caterina Lanz durante le guerre napoleoniche, oppure grande imprenditrice turistica in Val di Fassa agli inizi del novecento come Maria Piaz, infine donne profughe dalle zone del fronte durante la prima guerra, e da ultimo storie di emigranti con le loro vite sofferte. Il secondo incontro, che si terrà venerdì 16 aprile prossimo, ripercorre La vita straordinaria dell’alpinista fassano Tita Piaz (1887-1948), il “Diavolo delle Dolomiti”, che rivoluzionò il ruolo di guida alpina e il modo di scalare le montagne. Fu però anche protagonista di primo piano nella vita politica dell’epoca, amico di Cesare Battisti, socialista e irredentista, poi antifascista e antinazista. Sul piano economico fu un antesignano dello sviluppo turistico di tipo moderno, facendo della montagna già agli inizi del novecento una risorsa di vita per la comunità dolomitica della Val di Fassa. Il terzo incontro, programmato per venerdì 14 maggio, Quando a partire eravamo noi, riguarda il tema dell’emigrazione, in particolare dai comuni di Colle Santa Lucia, Livinallongo e Rocca Pietore nell’Alto Agordino nella prima metà del novecento. Tutti gli incontri saranno trasmessi in diretta dal canale YouTube dell’Associazione Bellunesi nel Mondo: www.youtube.com/user/bellunesinelmondo.  

Scuola italiana di Madrid: 400 alberi per sensibilizzare gli alunni sull’ambiente

4 Marzo 2021 - Madrid - Domenica 28 febbraio una delegazione di allievi della Scuola Italiana di Madrid, insieme ai volontari della Associazione senza scopo di lucro (R)Forest Project, hanno piantato 400 alberi di pino in un terreno da recuperare, ridenominato “Bosco Italia”, situato nel municipio di Alalpardo, 30 km a nordest di Madrid. Per quattro mesi gli alberi sono stati curati dagli studenti nel patio della scuola, e dopo molte vicissitudini (inclusa la tempesta Filomena, che ha messo in crisi molte zone verdi della Comunidad di Madrid), ora sono in mezzo alla natura, e con loro tutto l’affetto che gli alunni vi hanno dedicato in questo periodo. L’attività fa parte di un progetto in collaborazione tra la Scuola Italiana, l’Ambasciata d’Italia a Madrid e l’Associazione (R)Forest Project. L’obiettivo è lo sviluppo della sensibilità di bambini e adolescenti verso la tutela dell’ambiente, l’importanza di comportamenti responsabili e un ruolo attivo per migliorare lo stato del nostro pianeta. A questo proposito, l’Ambasciatore di Italia in Spagna, Riccardo Guariglia, ha sottolineato l’importanza di trasmettere ai giovani i principi della conservazione e della sostenibilità ambientale, segnalando “quanto la comunità italiana si senta orgogliosa di contribuire, con un piccolo gesto, alla qualità di vita della regione che ci ospita”. Anche il Direttore della Scuola Italiana, Massimo Bonelli, ha messo in luce quanto sia stato importante per i ragazzi il contatto diretto con gli alberi in questi mesi: “Grazie a questa stimolante esperienza, gli studenti della scuola hanno accresciuto la loro consapevolezza sulle questioni ambientali e ora potranno continuare l’esperienza attraverso laboratori creativi incentrati sull’importanza della natura per la nostra vita e della protezione dell'ambiente”. La giornata trascorsa all’aperto ha suscitato grande entusiasmo tra i partecipanti, tanto nei bambini quanto nei genitori e nei docenti presenti. “Tutti si sono sentiti coinvolti in qualcosa di importante, e hanno profuso molta energia nello scavare le buche e nel sistemare con cura gli alberelli nella loro posizione. Ora ci attendiamo che i racconti degli studenti possano trasferire queste emozioni ai loro compagni che non hanno potuto esserci, a cause delle limitazioni imposte dalla situazione sanitaria”, ha detto il docente Fabio Fussi, responsabile del programma. Il progetto non termina con la piantumazione degli alberi: a partire da oggi si mettono in moto una serie di incontri scientifici e laboratori creativi che, attraverso la scrittura, la poesia, la fotografia e l’osservazione dello spazio porteranno gli studenti a riflettere sul ruolo fondamentale degli alberi nello spazio che ci circonda e a raccontarlo con differenti linguaggi espressivi.    

Italiani nel Mondo: domani protagonista l’Emilia-Romagna in un incontro post Festival della Migrazione

3 Marzo 2021 -

Modena - Continua il ciclo di videoconferenze dedicate allo “Speciale Province d’Italia 2020” contenuto nel Rapporto Italiani nel Mondo 2020 (RIM), promosso dalla Fondazione Migrantes, nell’ambito delle iniziative del Festival della Migrazione. Il prossimo appuntamento, il quarto, sarà domani, giovedì 4 marzo, dalle 15 alle 17: alcuni degli autori della quindicesima edizione del RIM si troveranno a dialogare sul tema della mobilità italiana con un focus sull’Emilia Romagna e la provincia di Modena: “vedere, scegliere, agire”. Coordinati da Delfina Licata, curatrice e caporedattrice del RIM, i lavori prevedono saluti introduttivi di don Giovanni De Robertis, Direttore generale della Fondazione Migrantes, del Sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli e della Vicepresidente della Regione Emilia-Romagna Elly Schlein. Gli interventi saranno del teologo Brunetto Salvarani, che parlerà di ‘Quando la strada verso un futuro migliore è migrante’; del professor Lorenzo Bertucelli dell’Università di Modena e Reggio Emilia sul tema “La mobilità dell’Emilia-Romagna tra passato e presente” e del prof. Antonio Canovi che approfondirà il capitolo del Rim dedicato alla provincia di Modena. Le conclusioni sono affidate al portavoce del Festival della Migrazione, Edoardo Patriarca. È possibile seguire l’evento sulla home page di www.festivalmigrazione.it oppure sulla pagina Facebook del Festival (https://www.facebook.com/festivalmigrazione) o, ancora, sul canale Youtube (https://www.youtube.com/channel/UCIkQTdGqDl_CurK0NGzezdg ).

MCI Barcellona: la comunità ha celebrato la Santa Messa Quaresimale delle famiglie

3 Marzo 2021 - Barcellona - Una celebrazione per condividere il cammino verso la Santa Pasqua coinvolgendo tutti i bambini del catechismo. Bambini che hanno animato la celebrazione presentando i fioretti che si sono impegnati a mettere in pratica per vivere anche loro la Quaresima come un periodo di rinnovamento. È quanto avvenuto domenica nella chiesa di Sant'Anna durante la celebrazione della Missione Cattolica Italiana, presieduta da don Luigi Usubelli. I fioretti sono stati rappresentati come «fiamme per accendere una grande candela, cuori, fiori e chicchi di pasta. Tanta creatività che le nostre catechiste hanno messo in pista per trasmettere il messaggio quaresimale», spiega il sacerdote. La Missione Cattolica Italiana ringrazia «tutte le famiglie che sono state generosissime nel donare prodotti alimentari per i nostri fratelli di Santa Anna! Un offertorio davvero vissuto avendo nel cuore i nostri fratelli in difficoltà». (R. Iaria)  

Scoprirsi italiani: oggi “speciale Australia” per i viaggi delle radici in Italia

25 Febbraio 2021 -

Roma - Questa mattina, alle ore 9, terzo appuntamento sul “turismo delle radici” dedicato all'Australia, organizzato dall’Osservatorio delle Radici Italiane (ORI) e dell’Associazione AsSud. Il webinar, dal titolo che riprende la ricerca “Scoprirsi italiani: i viaggi delle radici in Italia”, potrà essere seguito sulle pagine Facebook dell’Osservatorio e del Festival delle Spartenze: https://www.facebook.com/ORI-Osservatorio-Permanente-delle-Radici-Italiane-102943638303531https://www.facebook.com/festivalspartenze.

Si parlerà di questa particolare forma di turismo con diversi relatori: Giovanni de Vita del MAECI (Ministero Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale), Francesco Giacobbo (Sen. eletto nella Circoscrizione Estero Africa, Asia, Oceania), Nicola Carè (On. eletto nella Circoscrizione Estero Africa, Asia, Oceania), Mariangela Stagnitti (Presidente del Comites di Brisbane), Laura Di Russo (Responsabile dell’Ufficio Emigrazione della Regione Abruzzo), Joe Delle Donne (Presidente degli Abruzzesi d'Australia), Enzo Badalotti (VicePresidente dei Veronesi nel Mondo), Michele Grigoletti (Presidente del Club Veronesi a Sidney), Joe Caputo (Presidente della Federazione Pugliesi d'Australia) e Martino Prince (Presidente della Federazione dei Calabresi del Sud Australia e neo eletto consultore della Regione Calabria). A coordinare e stimolare il dibattito saranno i componenti dell’Osservatorio: Marina Gabrieli, Riccardo Giumelli, Delfina Licata e Giuseppe Sommario. Il webinar si inserisce in una ricerca su scala globale del turismo delle radici, intrapresa dall’Osservatorio stesso con la collaborazione del MAECI e della DGIT (Direzione generale per gli italiani all’estero). Capire quali sono le aspettative su questo tema, quali iniziative potranno essere intraprese, come costruire la domanda di turismo delle radici sono solo alcuni dei temi di discussione con i relatori.

Migrantes: giovedì webinar su “Italiano all’estero, lingua di comunione”

23 Febbraio 2021 - Roma – “Italiano all'estero, lingua di comunione”. Questo il tema di un convegno, online, che si svolgerà giovedì 25 febbraio, promosso dalla Migrantes in collaborazione con la Missione Cattolica Italiana di Genk e alle Acli del Limburgo e di Genk. «Si tratta – spiega il direttore generale della Fondazione Migrantes, don Giovanni De Robertis - per noi di un momento di riflessione e di ascolto» e «un momento formativo in preparazione del convegno delle Missione Cattoliche Italiane previsto pe il prossimo mese di novembre. All’incontro, moderato da Delfina Licata, interverranno Fernando Marzo, Presidente Commissione Lingua e Cultura del CGIE; don Giovanni De Robertis, direttore generale della Migrantes; Massimo Vedovelli, dell’Università per Stranieri di Siena; Caterina Ferrini dell’Università telematica degli Studi IUL e don Gregorio Aiello, responsabile della Missione Cattolica Italiana di Genk.