Tag: Italiani nel mondo
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Passione di Cristo a Casablanca
Loreto - Don Cipriano ci attendeva a braccia aperte, alla parrocchia italiana «Cristo Re», boulevard Abdelmoumen, a Casablanca. Avrebbe ospitato la dozzina dei nostri giovani, tutti figli di italiani all’estero. Era la prima tappa del loro pellegrinaggio verso il deserto del Sahara. Tutto il percorso, poco più di una decina di giorni, come ogni anno a Quaresima, si proponeva di far vivere ai nostri giovani il cammino di Cristo verso Gerusalemme.
Eravamo ospiti di varie, piccole comunità cristiane lungo il percorso, fino a sostare per tre giorni e tre notti in pieno deserto, sotto rustiche tende berbere. Un viaggio avventuroso, interiore, trasformante. Come ricorda Proust, viaggiare «non è scoprire nuove terre, ma avere nuovi occhi». Così, da una città quasi europea, caotica e straordinariamente vivace come Casablanca si arriva alla pace e all’essenzialità assoluta, che solo un deserto sa offrire. Scoprire là, la forza segreta dell’anima.
La parrocchia italiana di Casablanca, poi, è costituita soprattutto da siciliani, pescatori di Mazara del Vallo, da Trapani… acquartierati laggiù da cinquanta o sessant’anni: tutto vi era pronto per accoglierci. E come sempre, l’accoglienza nel Maghreb è semplice e regale. «Dopodomani, animerete la messa solenne delle Palme !». Con i primi saluti, erano queste le parole di don Cipriano, dal sapore di invito ma, allo stesso tempo, di un ordine. I giovani ne rimasero entusiasti.
Sarebbero venuti, per l’occasione, tantissimi della comunità italiana in Casablanca e senz’altro il Console, come d’abitudine ogni anno. Il sabato, i nostri giovani leggevano i testi, facevano i preparativi per i vestiti, le parole, i gesti dei personaggi nella Passione. Erano la rivoluzione per il guardaroba delle suore. Queste animano la vicina casa di riposo per anziani italiani.
Già, al mattino presto della domenica delle Palme, ai giovani il grande compito dell’accoglienza. Dietro un lungo tavolo, offrono all’arrivo - con un sorriso, come si erano proposto - un ramo di ulivo intrecciato di un nastro rosso-sangue, augurando ad ognuno «buona settimana santa !». La gente, senza fretta, arrivava a frotte. E rimaneva stupita di vedersi davanti, all’arrivo, una banda di giovani italiani disponibili, disinvolti, pieni di simpatia, mai visti prima. Poi, in seguito, quasi tutto il gruppo saliva all’altare, per leggere la Passione. Lasciando a Rodrigo, un bel volto ispirato di profeta, grande animatore dei ragazzi di catechesi, l’impegno di presentare un unico personaggio : il Cristo.
Così, all’inizio della lettura, sbucando dal fondo della chiesa affollata, vedevi apparire il Cristo, d’improvviso. Una lunga veste color porpora fino alle caviglie, un’enorme croce, a passo ritmato, sempre uguale, avanzava lungo tutta la grande navata. Concentratissimo. Lentamente procedeva, con una cadenza a singhiozzo… quasi fosse un pianto. Se l’era provato, riprovato quel passo - l’avevo ben osservato, infatti - chissà quante volte, il giorno prima... Un passo come sospeso, aritmico, alla soglia della morte. Impressionante. La gente, tutta intenta a leggere il testo, se lo vedeva, sorpresa, apparire di lato, quasi d’improvviso. Arrivato all’altare, Rodrigo vi posava, poggiandola in piedi, la grande croce. E al momento delle parole della crocifissione, assorto e fisso di fronte come una statua, davanti a tutta l’assemblea, lo vedi aprire le braccia il più largo possibile. Qualche istante così, un’eternità. E alla morte, cadere per terra d’un tonfo, rimanendo là, scomposto, senza muovere neppure un filo. Immobile, durante quasi tutta la celebrazione. Era come vedere a terra un qualsiasi morto ammazzato, in una stazione dei treni o sul marciapiede di una strada...
Ricordo che la gente si toccava il gomito, come per dirsi: «... ma è ancora vivo?!». E poi, durante il Padre nostro, eccolo rialzarsi di fronte all’assemblea ed estrarre, a sorpresa, dal petto, la famosa bandiera multicolore della PACE, stenderla e sollevarla il più alto possibile per tutto il tempo restante della preghiera. Al momento dello scambio di pace, legarsela attorno alle spalle, per passare a dare la mano ad ognuno dei presenti, di banco in banco… La gente era commossa – lo si vedeva – di abbracciare il Cristo, ricordando il suo passo di morte e la sua interminabile caduta per terra. Una scena stampata nella mente, che come in noi, lo sarà stato anche per gli altri.
I giovani, d’altronde, avevano vissuto questo loro impegno come un forte gesto di solidarietà con la nostra gente in terra straniera. Sì, una passione quotidiana, continua, che pare non finire mai, sui passi del Cristo. Lo straniero in mezzo agli uomini. Questi giovani saranno gli ultimi a dimenticarselo.
Come non dimenticheranno le poche parole di suor Monica : «Sapete, i nostri vicini di casa hanno una fede che trasporta le montagne !» E parlava di musulmani. Ma io non dimenticherò, ritornati, il loro grazie più originale. «Grazie padre, perchè ora comprendiamo meglio l’Europa !». Sì, il suo panorama ormai multiculturale e multireligioso, dove costruire più ponti e meno muri. Casablanca era rimasta nel cuore (p. Renato Zilio, Migrantes Marche)
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Italiani nel Mondo: domani protagonista l’Emilia-Romagna in un incontro post Festival della Migrazione
Modena - Continua il ciclo di videoconferenze dedicate allo “Speciale Province d’Italia 2020” contenuto nel Rapporto Italiani nel Mondo 2020 (RIM), promosso dalla Fondazione Migrantes, nell’ambito delle iniziative del Festival della Migrazione. Il prossimo appuntamento, il quarto, sarà domani, giovedì 4 marzo, dalle 15 alle 17: alcuni degli autori della quindicesima edizione del RIM si troveranno a dialogare sul tema della mobilità italiana con un focus sull’Emilia Romagna e la provincia di Modena: “vedere, scegliere, agire”. Coordinati da Delfina Licata, curatrice e caporedattrice del RIM, i lavori prevedono saluti introduttivi di don Giovanni De Robertis, Direttore generale della Fondazione Migrantes, del Sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli e della Vicepresidente della Regione Emilia-Romagna Elly Schlein. Gli interventi saranno del teologo Brunetto Salvarani, che parlerà di ‘Quando la strada verso un futuro migliore è migrante’; del professor Lorenzo Bertucelli dell’Università di Modena e Reggio Emilia sul tema “La mobilità dell’Emilia-Romagna tra passato e presente” e del prof. Antonio Canovi che approfondirà il capitolo del Rim dedicato alla provincia di Modena. Le conclusioni sono affidate al portavoce del Festival della Migrazione, Edoardo Patriarca. È possibile seguire l’evento sulla home page di www.festivalmigrazione.it oppure sulla pagina Facebook del Festival (https://www.facebook.com/festivalmigrazione) o, ancora, sul canale Youtube (https://www.youtube.com/channel/UCIkQTdGqDl_CurK0NGzezdg ).
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Scoprirsi italiani: oggi “speciale Australia” per i viaggi delle radici in Italia
Roma - Questa mattina, alle ore 9, terzo appuntamento sul “turismo delle radici” dedicato all'Australia, organizzato dall’Osservatorio delle Radici Italiane (ORI) e dell’Associazione AsSud. Il webinar, dal titolo che riprende la ricerca “Scoprirsi italiani: i viaggi delle radici in Italia”, potrà essere seguito sulle pagine Facebook dell’Osservatorio e del Festival delle Spartenze: https://www.facebook.com/ORI-Osservatorio-Permanente-delle-Radici-Italiane-102943638303531; https://www.facebook.com/festivalspartenze.
Si parlerà di questa particolare forma di turismo con diversi relatori: Giovanni de Vita del MAECI (Ministero Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale), Francesco Giacobbo (Sen. eletto nella Circoscrizione Estero Africa, Asia, Oceania), Nicola Carè (On. eletto nella Circoscrizione Estero Africa, Asia, Oceania), Mariangela Stagnitti (Presidente del Comites di Brisbane), Laura Di Russo (Responsabile dell’Ufficio Emigrazione della Regione Abruzzo), Joe Delle Donne (Presidente degli Abruzzesi d'Australia), Enzo Badalotti (VicePresidente dei Veronesi nel Mondo), Michele Grigoletti (Presidente del Club Veronesi a Sidney), Joe Caputo (Presidente della Federazione Pugliesi d'Australia) e Martino Prince (Presidente della Federazione dei Calabresi del Sud Australia e neo eletto consultore della Regione Calabria). A coordinare e stimolare il dibattito saranno i componenti dell’Osservatorio: Marina Gabrieli, Riccardo Giumelli, Delfina Licata e Giuseppe Sommario. Il webinar si inserisce in una ricerca su scala globale del turismo delle radici, intrapresa dall’Osservatorio stesso con la collaborazione del MAECI e della DGIT (Direzione generale per gli italiani all’estero). Capire quali sono le aspettative su questo tema, quali iniziative potranno essere intraprese, come costruire la domanda di turismo delle radici sono solo alcuni dei temi di discussione con i relatori.