La rete: strumento per costruire ponti anche con i giovani delle MCI

22 Marzo 2021 – Milano – Dallo scorso marzo 2020 la nostra vita è stata stravolta dal Covid19 che ci ha costretto a chiuderci in casa, lavorare da remoto, non poter andare a scuola, fare sport, ecc…. Per le nostre comunità cristiane ciò ha significato perdere la bellezza delle relazioni che caratterizzano tutte le attività che proponiamo ai bambini, preadolescenti, adolescenti, giovani e famiglie nei nostri oratori. Abbiamo dovuto chiudere i cortili e rimetterci in gioco in una dimensione sino ad ora mai percorsa: il Web! Un mondo dove la fede è relegata ad un pubblico di nicchia e la maggior parte dei nostri giovani lo vive solamente per navigare sui social e per giocare ai videogiochi. Il troppo tempo passato nel Web ha portato tanti di loro a chiudersi in mondi virtuali isolanti privi di emozioni relazionali e ha scatenato apatia e fatica. Noi educatori ci siamo interrogati e dopo un primo smarrimento abbiamo trovato nella rete, attraverso incontri e materiali, lo strumento che ha permesso di tenere vivi i rapporti e continuare a trasmettere la bellezza del Vangelo. Anche negli oratori di Busto Arsizio dove lavoro, per la Cooperativa Aquila e Priscilla – Diocesi di Milano come coordinatore, ho pensato che la via da percorrere fosse il Web. Ho cercato di rielaborare con fantasia una nuova proposta educativa e di fede senza copiare nella dimensione social quello che si fa in presenza perché le dinamiche sono diverse e occorre stimolare e dare spunti nuovi per giocarsi ed essere coinvolti. Proprio questa fantasia mi ha permesso, in piena condivisione con il mio parroco don Gaudenzio, di ideare il percorso “La rete: strumento per costruire ponti”. Mi sono chiesto: come possiamo mettere in contatto adolescenti e giovani sparsi per il mondo? Attraverso la rete! Ed ecco che quest’ultima diventa lo strumento per costruire ponti, permette di potersi incontrare in ZOOM per conoscersi, chiacchierare e raccontare come si vive la fede nella comunità in cui si vive.

Nel progetto sono state coinvolte la Comunità Cristiana italiana di Barcellona (con don Luigi Usubelli) – Spagna, la Missione Cattolica di lingua italiana nel cantone di Lucerna – Svizzera (con Don Mimmo Basile e le collaboratrici suor Selvije e Maria Carminitana), il Centre Eucharistique Mokolo II Dernier Poteau – Camerun (con Padre Joseph Desiré Mvongo) e gli Oratori SS Redentore e Maria Regina di Busto Arsizio – Italia. Quattro realtà tra loro diverse ma unite dall’amicizia con Gesù e dalla voglia di giocarsi. Quest’ultima ha permesso di dar vita a uno scambio di idee, di storie di vita e di fede tra i giovani collegati. La bellezza di raccontarsi ha aperto anche a storie personali, idee nel campo dello studio, la conoscenza delle abitudini delle città che ospitano le comunità coinvolte e ha dato ai giovani uno strumento per costruire legami che si spera permetterà loro di incontrarsi di persona una volta superata la pandemia. Significativo, attraverso il racconto di Padre Joseph, poter conoscere una realtà parrocchiale e giovanile in Camerun perché ci ha aperto all’universalità della Chiesa. Questa universalità può essere raccontata e vissuta attraverso la rete. Provate a pensare: chi mai avrebbe detto che nel 2021 quattro realtà giovanili tra loro sconosciute si sarebbero incontrate? Ebbene sì è stato possibile utilizzando la rete e facendola diventare strumento per unire e spazio di crescita reciproca. Una cosa che ho imparato in questo tempo inedito è che nulla tornerà come prima e che il Vangelo ha mille strade per essere annunciato e la rete è una di queste. Come diceva Gesù: “avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra.” (Atti 1,8) Noi ci siamo e siamo pronti per questa sfida perché #loratoriocè!  (Davide Romanò)

 

 

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