Tag: Immigrati e rifugiati
Migranti in Trentino: ogni euro speso “raddoppia” il suo valore
Don La Magra: la morte del piccolo Joseph “non è come le altre”
Alarm Phone: una nave con 70 persone a bordo a largo di Lampedusa
La salma di Joseph è a Lampedusa
Milano - Un grido di dolore: « I’ve lost my baby », «Ho perso mio figlio» che arriva potente dal gommone della Open Arms: è la madre di Joseph, il bimbo di 6 mesi che ha perso la vita nel naufragio di mercoledì. E quelle sue grida strazianti per una volta non sono rimbombate soltanto nelle orecchie dei soccorritori esausti, ma hanno potuto fare il giro del mondo, grazie a un video-denuncia della Ong spagnola (pubblicato sul sito di Avvenire, ndr). A quelle urla disperate si sommano quelle dei familiari di almeno altre 90 persone che sono annegate, ieri, in mare al largo della Libia. Un’altra tragedia confermata dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), per la quale i numeri delle vittime e dei dispersi in mare sono ancora incerti. Eppoi c’è la voce del Papa che continua a smuovere milioni di coscienze: «I miei pensieri vanno specialmente ai tanti uomini, donne e bambini che si rivolgono al JRS (il Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati, ndr) per cercare rifugio e assistenza, sappiano che il Papa è vicino a loro e alle loro famiglie e che li ricorda nelle sue preghiere » così si è espresso Francesco in una lettera che è stata recapitata tra gli altri anche al romano Centro Astalli in occasione del 40° anniversario dalla fondazione del JRS da parte del servo di Dio Pedro Arrupe. «Oggigiorno troppe persone nel mondo sono costrette ad aggrapparsi a barconi e gommoni nel tentativo di cercare rifugio dai virus dell’ingiustizia, della violenza e della guerra».
«Strage senza fine nel Mediterraneo» ha sintetizzato il quotidiano della Santa Sede, l’Osservatore Romano facendo proprio il nuovo grido di dolore del Papa per il dramma dei migranti. «Parole – annota il quotidiano d’Oltretevere – che assumono un significato particolare alla luce delle ultime notizie che arrivano dal Mediterraneo, che riportano l’ennesimo, tragico naufragio che ha causato la morte di sei migranti, tra cui una bimba di sei mesi». In realtà, un bimbo, come si è saputo soltanto mercoledì a tarda notte, Joseph, era il suo nome e si trovava con le altre persone migranti sul gommone affondato, non lontano da Sabrata, dal quale i soccorritori di Open Arms hanno tratto in salvo 111 persone. Nella notte tra mercoledì e giovedì altre 65 persone sono state soccorse dalla nave della Ong spagnola, che al momento è l’unica imbarcazione umanitaria attiva nel Mediterraneo centrale. Nel contempo la salma di Joseph, il bimbo di 6 mesi, originario della Guinea, è stata portata a Lampedusa all’obitorio dell’isola da un velivolo della Guardia costiera italiana che ha effettuato un’evacuazione medica urgente per altre due donne, una delle quali in gravidanza, che si trovavano a bordo della nave della Ong Open Arms. Altre tre persone del gruppo di naufraghi salvati dalla stessa Ong che avevano urgente bisogno di ricovero, dopo uno scalo tecnico dell’aereo che ha dovuto effettuare rifornimento di carburante, sono stati trasferiti a Malta. La nave umanitaria con a bordo oltre 200 persone (e cinque corpi senza vita) sta facendo rotta su Trapani.
Considerando gli Sos rilanciati dagli attivisti di Alarm Phone e rimasti senza risposta, non è un caso che le stragi in mare si susseguano; secondo le stime dell’Oim, solo nel 2020 sono almeno 900 i migranti annegati nel Mediterraneo nel tentativo di raggiungere le coste europee, in alcuni casi anche a causa di ritardi nei soccorsi. Mentre 11mila altri migranti sono stati riportati in Libia, in un Paese dove rischiano di subire violazioni dei diritti umani, detenzione, abusi, tratta e sfruttamento, come documentato dalle Nazioni Unite e da numerosi reportage giornalistici.
Di «ennesima tragedia che si consuma a pochi chilometri dalle nostre coste nell’indifferenza generale» ha parlato anche don Gianni De Robertis, direttore generale della Fondazione Migrantes dopo il naufragio di mercoledì. De Robertis ha espresso tutto il dolore della Fondazione Migrantes per queste «morti innocenti».
A una settimana dalla Giornata Mondiale dell’Infanzia, che celebra la ratifica della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza da parte di quasi tutti i paesi del mondo, anche l’Unicef ha ribadito «la necessità di garantire il diritto alla protezione e alla vita di ogni bambina e bambino senza alcune distinzioni e in qualsiasi luogo essi si trovino. Non vogliamo più essere testimoni delle morti di bambine e bambini in mare». (Ilaria Solaini - Avvenire)
Viminale: da inizio anno sbarcate 30.978 migranti sulle coste italiane
Roma - Sono 30.978 le persone migranti sbarcate sulle coste italiane da inizio anno. Il dato è stato diffuso dal ministero degli Interni, aggiornato alle 8 di questa mattina e pubblicato sul sito del Viminale.
Scalabriniane: l’emergenza Covid non ferma le tragedie del Mediterraneo
Migrantes: dolore per queste “morti innocenti”
Centro Astalli: “muoiono davanti ai nostri occhi, eppure nessuna reazione né indignazione”
Peruviani in Italia: preoccupazione per la situazione che si vive nel Paese
Migrantes Caltanissetta: parte il progetto Aurora
Caltanissetta – “Alle ragazze che vogliono risplendere nella loro vita, come l'Aurora. Per credere in sé stesse e nelle proprie capacità. Per essere una luce che sorge e piano piano illumina tutto intorno a sé. Per diventare protagoniste della propria vita. Professionalizzarsi, per fare la differenza anche nel mondo del lavoro”. Così l’ufficio Migrantes di Caltanissetta presenta il progetto Aurora promosso insieme all’UISG, iniziato nei giorni scorsi. Un corso a distanza di assistente familiare, per apprendere tutto ciò che è necessario per prendersi cura delle persone e della casa, e di segreteria/receptionist per lavorare nelle strutture ricettive. Dall'educazione alimentare alla cucina, la cura della casa e degli anziani con l'igiene personale o per rimedi casalinghi alla cura di tagli, contusioni o piaghe oppure ancora con difficoltà motorie o speciali. E poi nozioni per budgeting, gestione finanziaria semplificata, magazzino, acquisti e inventario. Tutto questo e altre ancora con l'aiuto di volontari professionisti, sottolinea la Migrantes della diocesi siciliana.
Costa d’Avorio: per UNCHR oltre 8.000 persone costrette alla fuga
Migrantes Andria: accanto a chi vive nella periferia degli occhi e del cuore
Andria - In questo tempo complesso la carità non si ferma! Siamo tutti chiamati ad atti di responsabilità: il verbo “amare” ha sempre bisogno del verbo “aiutare” e l’incalzare della pandemia lo sta dimostrando. Nonostante il covid-19 stia mettendo a dura prova la rete di solidarietà, la stessa non si arresta e continua a svolgere la sua opera con la consapevolezza che, ora più che mai, c’è bisogno di non abbandonare i soggetti più fragili.
È importante che il volontariato resti al servizio della comunità, soprattutto ora. Molti sono coloro che vivono ai margini sociali, economici e culturali. Ecco che accanto ai poveri annoveriamo anche “quelli della prima volta”: chi ha perso il lavoro; chi fa fatica a comprarsi un medicinale per curare le ferite del corpo e chi invece chiede di curare le ferite dell’anima poiché smarrito in una società che va veloce e talvolta non ha tempo per soccorrere chi resta indietro.
Grazie al provvidenziale spirito di solidarietà di molte persone che prestano il loro servizio di volontariato presso la nostra Casa di Accoglienza, possiamo permetterci di tenere attivi alcuni servizi essenziali, ora più che mai: il centro d’ascolto; lo sportello di contrasto al gioco di azzardo patologico; il servizio di accoglienza migranti; l’ambulatorio medico infermieristico; la distribuzione del sacchetto viveri per i neonati; il servizio mensa; il servizio docce e il servizio indumenti. Una rete, quella di Casa Accoglienza, che non dimentica mai che il vero potere è il servizio. Bisogna custodire la gente, come afferma Papa Francesco, aver cura di ogni persona, specialmente dei bambini, degli anziani, di coloro che sono più fragili e che spesso sono nella periferia del nostro cuore.
La carità non può essere solo teoria, non si può limitare solo a cose che si danno, la Carità è realizzare è rendere visibile l’amore di Dio per tutti gli uomini attraverso la nostra vita vissuta in un cammino comunitario e un nostro inserimento pieno nella storia degli uomini e delle donne.
Non basta credere, non basta una fedeltà sterile al Vangelo, il Signore ci chiede di essere collaboratori alla sua azione creatrice e l’azione creatrice di Dio si realizza comunicando vita. Nel vangelo Gesù dice: “così risplenda la vostra luce davanti agli altri uomini perché vedano le vostre opere buone e rendono gloria al vostro Padre che è nei cieli”.
Ringraziamo i volontari che, nonostante la pandemia in corso, continuano a donare il proprio tempo e alimentano quotidianamente questa nostra rete solidale senza però dimenticare l’invito a tutelarsi per scongiurare la sospensione dei servizi. In Casa Accoglienza, negli ambienti interni, stiamo rispettando scrupolosamente tutte le indicazioni date dai responsabili del Dipartimento di Prevenzione dell’Asl, per contenere l’espansione del virus e garantire a tutti l’essenziale e i servizi alla persona. (don Geremia Acri - Direttore Ufficio Migrantes Andria)
Migrantes Caltanissetta: attività “a distanza” per non lasciare soli i migranti
Viminale: 30.518 persone sulle coste italiane nel 2020
Il ruolo della scuola nell’accoglienza: una esperienza a Torino
Viminale: da inizio anno sbarcate 29.656 migranti sulle coste italiane
Viminale: da inizio anno sbarcate 29.444 persone migranti
Roma - Sono 29.444 le persone migranti sbarcate sulle coste italiane da inizio anno. Il dato è stato diffuso dal Ministero degli Interni, considerati gli sbarchi rilevati entro le 8 di questa mattina. Dei quasi 29.500 migranti sbarcati in Italia nel 2020, 12.031 sono di nazionalità tunisina (41%), sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco; gli altri provengono da Bangladesh (3.494, 12%), Algeria (1.339, 5%), Pakistan (1.282, 4%),Costa d’Avorio (1.234, 4%), Egitto (986, 3%), Sudan (887, 3%), Afghanistan (794, 3%), Marocco (763, 3%), Iran (653, 2%) a cui si aggiungono 5.999 persone (20%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione.
In Sicilia altra notte di sbarchi
Viminale: da inizio anno sbarcate in Italia 28.756 migranti
Roma - Sono 28.756 le persone migranti sbarcate sulle coste italiane da inizio anno. Il dato è stato diffuso dal Ministero degli Interni, considerati gli sbarchi rilevati entro le 8 di questa mattina. Dei quasi 28.800 migranti sbarcati in Italia nel 2020, 11.919 sono di nazionalità tunisina (41%), sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco; gli altri provengono da Bangladesh (3.391, 12%), Algeria (1.319, 5%), Pakistan (1.275, 5%),Costa d’Avorio (1.234, 4%), Egitto (918, 3%), Sudan (884, 3%), Afghanistan (794, 3%), Marocco (719, 3%), Iran (653, 2%) a cui si aggiungono 5.650 persone (20%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione.