Tag: Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato

Migrantes Cassano allo Ionio: la celebrazione della GMMR

28 Settembre 2021 -

Cassano allo Ionio - Siamo tutti sulla stessa barca. E' lo slogan ribadito per la 107ma Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato promossa nella diocesi di Cassano All’Ionio. Il tema scelto da Papa Francesco per le celebrazioni di quest’anno, è "Verso un “noi” sempre più grande", e fa eco al suo appello a far sì che alla fine non ci siano più “gli altri”, ma solo un “noi”. L’incontro ha avuto luogo  nella Parrocchia della Sacra Famiglia al Lido di Villapiana guidata da don Nicola De Luca. Oltre al Vescovo, mons. Francesco Savino, l'incontro ha visto la presenza del sindaco Paolo Montalti, del direttore dell’Ufficio Migrantes diocesano ,  Leonardo Cirigliano, di don Francesco Diodati, di alcuni migranti ospiti degli Sprar e di tanti fedeli. Diversi i messaggi inviati da monsignor Savino: "Dobbiamo pensare senza pregiudizi,  passando dall'Io al Noi, dall'egoite alla condivisione, alla fraternità; come ci ha invitato Papa Francesco". "Sapete che dico sempre quello che penso, e allora - ha aggiunto - che il Vescovo sta  dalla parte dell'accoglienza, della condivisione della fraternità, dell"inclusione. E come Diocesi, abbiamo fatto tanto in tal senso". Per mons. Savino il "modo migliore di dire Io é dire Noi". E non solo: "Il fondamento teologico è la Trinità, che è la comunità..Questi nostri fratelli e sorelle debbono essere integrati, non devono sentirsi emarginati". Poi anche una riflessione ad alta voce, che ha scosso le coscienze: "Gli immigrati da stranieri, sono diventati degli estranei. Con loro siamo passati dalla discriminazione alla criminalizzazione. Ma questo è falsità, sono fake news, oggi gli emigrati sono diventati capi espiatori; invece dobbiamo osare di essere uno, dice Papa Francesco". Infine Savino, ha voluto fare delle raccomandazioni. "Vi affido dei verbi: Accogliere a prescindere, Ascoltare tutti, Accompagnare e cioè farsi compagni di strada di questi fratelli e sorelle, ed integrare". Dulcis in fundo un messaggio che sa tanto di invito. "Il cambiamento, la rivoluzione siamo noi. Solo cosi è possibile un mondo più fraterno". Il direttore Migrantes Cirigliano ha definito questo consueto appuntamento come “un momento utile per guardare, veramente, l’altro come se fosse Cristo e non come fosse un nemico”, Mentre il primo cittadino Montalti, nel suo intervento,  ha parlato di Villapiana come paese ospitale, dove tanti uomini e donne straniere hanno trovato accoglienza e lavoro.  All’importante momento di riflessione non ha fatto mancare il proprio apporto  Cidis Onlus, realtà del territorio, impegnata in prima linea, nell’accoglienza e integrazione degli immigrati. (F.G.)

GMMR: la Giornata a Taranto

28 Settembre 2021 - Taranto - La 107a Giornata mondiale del Migrante e Profugo, domenica 26 settembre nell'Arcidiocesi di Taranto, si è celebrata nelle Chiesa di San Pietro a Monacizzo con la Messa presieduta da don Ezio Succa ed a Taranto nella Chiesa Madonna delle Grazie presieduta da Don Pino Calamo. L'ufficio Migrantes della Diocesi è stato presente invitando a pregare per i migranti e profughi con riflessioni sul Messaggio del Papa "Per un "noi"sempre più grande. Dobbiamo oltrepassare la contrapposizione tra noi e loro tra gli altri e noi e diventare un noi più grande questa è la prospettiva di Francesco per il futuro. L'esortazione che il Papa rivolge a tutti è la chiamata a sognare insieme, come un'unica umanità, come compagni nello stesso viaggio, come figli e figlie di questa stessa terra che è la nostra casa comune, tutti sorelle e fratelli. Per un'accoglienza maggiore dobbiamo guardare nel viso le persone di altre nazionalità che ci sono intorno e, conoscendole, vedremo persone simili a noi stessi e cammineremo insieme.  (Marisa Metrangolo, Direttore diocesano Migrantes Taranto)

Mons. Perego: creare un noi sempre più grande

28 Settembre 2021 - Ferrara - “La Giornata mondiale dei migranti diventi, questʼanno, una tappa per una Chiesa in comunione, in cammino e una città più inclusiva, una tappa nella costruzione di un mondo fraterno che vede la responsabilità di tutti”. Lo ha mons. Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio e presidente della Commissione Cei per le Migrazioni e della Fondazione Migrantes - nellʼomelia della messa celebrata nella basilica di S. Maria in Vado a Ferrara, in occasione della 107ª Giornata mondiale del migrante e del rifugiato. “Preghiamo il Signore, con le parole di Papa Francesco, perché ‘la nostra terra possa diventare, così come Tu lʼhai creata, la Casa comune di tutti i fratelli e le sorelle”, ha detto ancora il presule ricordando che il Pontefice, “nellʼenciclica Fratelli tutti ci ricorda che ‘le migrazioni costituiranno un elemento fondante del futuro del mondoʼ, anche se oggi esse risentono di una perdita di quel senso della responsabilità fraterna, su cui si basa ogni società civile”. Creare “un noi sempre più grande”, lʼinvito del Papa. Pertanto, ha proseguito Perego, “il ‘noiʼ è a fondamento non solo della fede, ma anche della speranza e della carità: caratterizza lʼabito cristiano, la nostra responsabilità e i nostri progetti. E il ‘noiʼ ecclesiale – ci ricorda ancora Papa Francesco – non è impoverito, ma arricchito dalla ricchezza della diversità che i mondi migranti ci fanno incontrare, e riceve una nota nuova, quella della cattolicità, dellʼuniversalità. Il Papa – ha concluso lʼarcivescovo – sembra ricordarci che il rifiuto, i muri, lʼabbandono, i respingimenti, il disprezzo, le violenze non solo impoveriscono il ‘noiʼ del mondo, ma impoveriscono anche il ‘noi della fede, che per sua natura è cattolica”.  

GMMR: il tweet del Papa

26 Settembre 2021 - Città del Vaticano - "A tutti gli uomini e le donne del mondo va il mio appello a camminare insieme verso un noi sempre più grande, a ricomporre la famiglia umana, per costruire assieme il nostro futuro di giustizia e di pace, assicurando che nessuno rimanga escluso". Lo ha scritto questa mattina papa Francesco in un tweet sull’account Pontifex in occasione della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato.

Scalabrinane: il Papa “ci invita a camminare per un noi sempre più grande”

26 Settembre 2021 - Roma - “Attraverso il 107° Messaggio per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, Papa Francesco invita i cristiani a camminare verso un noi sempre più grande, inclusivo e solidale, dove ogni io si riconosce come parte di noi, membri dell'unica famiglia umana, abitanti dell'unica casa comune e membri dell'unica Chiesa di Cristo, edificata sulla pluralità dei suoi membri”.A dirlo è suor Neusa de Fatima Mariano, superiora generale delle Suore Missionarie Scalabriniane in riferimento alla Giornata mondiale del migrante e del rifugiato il cui messaggio di Papa Francesco, quest’anno, ha come tema “Verso un noi sempre più grande”. “’E’ necessario camminare alla ricerca della collettività, del “noi”, abbracciando la diversità delle persone che compongono il mondo. Il Papa nel suo messaggio sottolinea che tutti siamo fratelli. ‘Noi’ vuol dire avere una vita a colori, vuol dire parlare di casa e beni comuni, vuol dire condivisione di culture, di esperienze, di fede, di storie – ha aggiunto suor Neusa – La crisi afghana quest’anno ci fa concentrare l’attenzione su un Paese che da più di 40 anni non conosce la parola pace. Ma ci sono tanti angoli del mondo dove si soffre e dove abbiamo il dovere di agire e fare qualcosa. L’impegno di ognuno di noi, più o meno grande, può fare la differenza. Comprendere le lezioni della storia può voler dire anche sapere che il mondo è uno e che ne siamo custodi. Prendercene cura significa anche tendere la mano a chi ha bisogno”.
 

Papa Francesco: non chiudiamo le porte ai migranti e alle loro speranze

26 Settembre 2021 - Città  del Vaticano - Nel dopo Angelus di questa mattina Papa Francesco ha ricordato che oggi la Chiesa celebra la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato. "E’ necessario camminare insieme, senza pregiudizi, senza paure, ponendosi accanto a chi è più vulnerabile, migranti, rifugiati, sfollati, vittime della tratta e abbandonati", ha etto il Pontefice aggiungendo che "siamo chiamati a costruire un mondo sempre più inclusivo che non escluda nessuno". Papa Francesco ha quindi salutato "quanti nelle varie parti del mondo stanno celebrando questa giornata", i fedeli riuniti a Loreto per l’iniziativa nazionale promossa dalla Commissione Cei per le Migrazioni e dalla Fondazione Migrantes. E ancora un saluto ed un ringraziamento  alle diverse comunità  etniche presenti  in piazza con le loro bandiere". E poi un saluto ai rappresentanti del progetto ’Apri’ di Caritas Italiana, alla  Migrantes della diocesi di Roma e al Centro Astalli: "Grazie a tutti per il vostro impegno generoso". E poi, a conclusione, l'invito ai fedeli presenti in piazza a recarsi presso il monumento, all’interno del colonnato del Bernini, dedicato ai migranti e inaugurato dal Papa qualche anno fa. "Prima di lasciare la piazza - ha detto papa Francesco -  vi invito a avvicinarsi a quel monumento" e a soffermarsi alla barca con i migranti e "sullo sguardo di quelle persone" e "cogliere in quello sguardo la speranza che oggi ha ogni migrante di ricominciare a vivere. Andate a vedere quel monumento. Non chiudiamo le porte alla loro speranza".

GMMR: l’omelia di mons. Coccia

26 Settembre 2021 - Loreto - Pubblichiamo l'omelia di mons. Piero Coccia, Presidente della Conferenza Episcopale delle Marche pronunciata questa mattina nel santuario della Santa Casa di Loreto in occasione della Celebrazione nazionale in occasione della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato promossa dalla Commissione Cei per le Migrazioni e della Fondazione Migrantes.
  1. Il Signore sia con voi! Questo saluto della liturgia che facciamo nostro, giunga dal Santuario della Santa Casa di Loreto dove stiamo celebrando la Santa Messa, a tutti i presenti e a tutti coloro che ci stanno seguendo su RAI 1.
Oggi la Chiesa celebra la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. I Vescovi italiani, attraverso la Commissione per le Migrazioni e la fondazione “Migrantes”, quest’anno hanno scelto il Santuario di Loreto e la Regione Marche per la sua celebrazione in chiave nazionale. Tale scelta non è casuale ma motivata da varie ragioni. Il Santuario di Loreto definito da Papa Francesco nella sua visita del 25 marzo 2019, casa dei giovani, dei malati e della famiglia, compresa quella umana, custodisce la Santa Casa dove fu accolto Gesù il Verbo fatto carne. Questo luogo pertanto ci fa fare memoria dell’accoglienza. Le Marche inoltre, regione al plurale ma plasmata dalla fede, da sempre ha saputo declinare la sua identità cristiana in sintesi culturali, integrando le varie differenze nella prospettiva dell’accoglienza e dell’arricchimento reciproco. Di fatto l’accoglienza è nel DNA della nostra gente perché l’esperienza religiosa ha generato una ricca tradizione culturale. Non a caso la regione registra una significativa presenza di persone provenienti da altre terre ed oggi felicemente integrate nel suo tessuto sociale, economico e culturale. Infine non va sottovalutato il fenomeno della migrazione interna che la regione sta vivendo a causa del recente terremoto e che ha visto migliaia di persone, lasciare l’entroterra per riversarsi sulla costa. Fenomeno questo che molto ha impegnato anche le nostre diocesi.
  1. La scelta di celebrare la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato nella nostra Regione non può che onorarci ma anche responsabilizzarci nel dare attuazione concreta al Messaggio inviatoci da Papa Francesco, il cui titolo è significativo e nel contempo molto impegnativo: “Verso un noi sempre più grande”.
Le parole del Papa ci interpellano e ci sollecitano ad uscire dal nostro “io” per costruire il “noi” dell’umanità. Papa Francesco ci ricorda che tale processo ci è richiesto dal messaggio biblico riferito alla creazione ed alla redenzione; da un’esperienza di chiesa che deve essere sempre più cattolica e cioè universale; da un mondo che esige di essere sempre più inclusivo superando conflitti e contrapposizioni e dove ognuno di noi è chiamato a mettere a servizio di tutti, i propri doni per realizzare un futuro “a colori”. Le puntuali riflessioni del Papa ci impegnano a edificare con grande responsabilità un’umanità nuova che sappia amare, pensare e vivere come una grande famiglia per realizzare quella casa comune che spesso il Papa ci ricorda.
  1. Ma vado oltre. Con voi cari fedeli mi chiedo: a tale riguardo cosa ci sta dicendo la liturgia odierna?
Ci sta sollecitando ad essere costruttori del “noi”, promuovendo la cultura della inclusione, della relativizzazione dei beni materiali e della loro condivisione. Tre parole dunque che indicano tre esperienze a cui tutti noi siamo chiamati. Il libro dei Numeri (11, 25-29) ci riferisce la reazione decisa di Mosè di fronte alla richiesta di Giosuè di escludere dal ministero della profezia Eldad e Medad. La tentazione di Giosuè è anche la nostra. Non di rado anche noi siamo portati all’esclusione dell’altro, anche del migrante. Ma la parola di Dio ci chiama ad un cambio di mentalità. Il migrante è sempre un fratello, anche se meno fortunato di noi, che quasi sempre fugge dalla guerra, dalla fame e dalla violenza di ogni tipo. La costruzione di un “noi sempre più grande” passa dunque attraverso il processo dell’inclusione che si fa atteggiamento culturale ed esistenziale. San Giacomo Apostolo nella sua lettera (5, 1-6), ci indica poi il secondo processo necessario per costruire il “noi”: quello della relativizzazione dei beni materiali. Pungenti sono le parole dell’apostolo nei confronti di chi assolutizza ed accumula i beni materiali: “piangete per le vostre sciagure […]. Le vostre ricchezze sono marce, i vostri vestiti sono mangiati dalle tarme…il vostro oro ed il vostro argento sono consumati dalla ruggine”. La costruzione del “noi sempre più grande” richiede una forte convinzione: i beni materiali sono necessari ma non assoluti ed il loro accumulo non è giustificato. Oggi si rende sempre più necessario il superamento di un duplice pregiudizio: quello della “materialità” intesa come unica sfera realizzativa della persona, come anche quello dell’accumulo dei beni come segno di grande potere. L’inseguimento di questi “miti” potrebbe renderci corresponsabili di tante ingiustizie anche nei confronti dei migranti i quali non poche volte per un pezzo di pane si piegano ad ogni forma di ricatto e di sfruttamento. Non rendiamoci responsabili di un’umanità disumana! Il Vangelo di Marco (9,38-43.45.47-48) ci riporta le parole di Gesù: “chiunque vi darà da bere un bicchiere di acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità vi dico non perderà la sua ricompensa”. La realizzazione di “un noi sempre più grande”, richiede l’esperienza della condivisione. Tutti abbiamo le nostre ricchezze materiali, spirituali, culturali, professionali. Non sempre ci rendiamo conto che quanto ci è dato o quanto da noi conquistato, va condiviso per motivi di giustizia e di amore fraterno con chi ha meno di noi e vive nel bisogno dell’essenziale: cibo, casa, vestiario, lavoro…ecc. Per costruire un “noi sempre più grande” abbiamo bisogno di sostituire l’ansia del possesso individualistico con il sentimento e la convinzione della condivisione. Accogliamo l’invito di Papa Francesco e della liturgia di oggi, a fare del nostro “io” un “noi più grande” rendendoci artefici di una società più accogliente, più fraterna, più giusta e più solidale attraverso la triplice esperienza dell’inclusione dell’altro, della relativizzazione dei beni materiali e della condivisione di quanto abbiamo. La Vergine di Loreto che ha vissuto nella sua persona l’accoglienza del Verbo fatto carne, sia per noi modello ed aiuto per essere persone e comunità accoglienti. Sia lodato Gesù Cristo.          

GMMR: il messaggio del Ministro del Lavoro

26 Settembre 2021 - Colgo l’occasione di questa giornata per ringraziare la Fondazione Migrantes per l’azione che svolge, quotidianamente, per promuovere la cultura del dialogo, dell’accoglienza e della convivenza. La pandemia ha in qualche modo evidenziato come tutti noi alla fine rifugiamo da qualcosa di cui abbiamo paura e che la migliore risposta che si può dare è sempre quella del “noi” perché nessuno può farcela da solo. In un pianeta in cui guerre e conseguenze climatiche continuano a generare migranti e rifugiati la celebrazione della giornata di oggi assume una particolare importanza per riflettere sul futuro, sulla necessità di non chiudersi e di non guardare l’altro con diffidenza. Quel grido di aiuto di migranti e rifugiati non può lasciarci indifferenti. ll Papa nel suo messaggio ci ricorda che il rifiuto, i muri, l’abbandono, i respingimenti, il disprezzo, le violenze impoveriscono il “noi” del mondo. Non vi è quindi alcun dubbio che occorrono politiche comuni in grado di andare oltre l'emergenza e governare fenomeni che sono di portata epocale. La Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato diventi quindi occasione per costruire con la responsabilità del noi più grande un mondo più fraterno e accogliente contrastando sfruttamento e traffico di esseri umani. (Andrea Orlando - Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali)

GMMR: il messaggio del ministro degli Esteri

26 Settembre 2021 - “In occasione della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, organizzata dalla Fondazione Migrantes della Conferenza Episcopale Italiana, desidero confermare il sostegno della Farnesina alle attività volte ad assistere i migranti particolarmente vulnerabili e i rifugiati che fuggono da persecuzioni e conflitti. In particolare, il nostro impegno in questo momento è diretto ad assicurare un futuro dignitoso a coloro che sono dovuti fuggire dall’Afghanistan e, in special modo, alle donne vittime di oppressioni in quel Paese”. Lo scrive il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Luigi Di Maio in messaggio fato pervenire alla Fondazione Migrantes.

GMMR: il messaggio del Ministro dell’Interno

26 Settembre 2021 -
È un onore e un piacere rivolgere un messaggio augurale in occasione di questa giornata di riflessioni organizzata dalla Fondazione Migrantes, nell’ambito delle celebrazioni della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato. Il tema di oggi sollecita, già nel suo titolo evocativo, una istintiva apertura verso gli altri, un allargamento del nostro sguardo alle esigenze di chi si avvicina a noi, per chiedere protezione e solidarietà. Nel contesto della pandemia e delle crisi globali che attraversano il Mondo, l’invito a riscoprire la collaborazione tra i popoli e la solidarietà verso gli ultimi si è fatto più forte e impellente. È lo spirito stesso di questi nostri tempi così impervi a rilanciare, prepotentemente, la sfida della riscoperta dell’Altro e delle sue ragioni e a chiederci di ritrovare il senso dell’Amicizia sociale, secondo la straordinaria espressione usata da Papa Francesco nell’enciclica Fratelli tutti. La nostra comunità nazionale non è rimasta inerte, e lo testimoniano le tante forme di partecipazione collettiva alle nuove necessità dell’emergenza pandemica, ma anche le innumerevoli spinte solidaristiche di fronte al recente arrivo dei profughi afghani.
L’esperienza della pandemia ha, al tempo stesso, evidenziato e accentuato le difficoltà sociali ed economiche della nostra società, ma ne ha anche attivato gli enzimi più fecondi, sollecitando una straordinaria capacità di reazione comunitaria ad una sfida così epocale. Ora, in un momento in cui sentiamo ridimensionata la minaccia, occorre che queste energie non si disperdano. Occorre che questa rinnovata visione sociale della nostra esperienza umana ci aiuti a combattere vecchie e nuove disuguaglianze, che finiscono per logorare il tessuto civile e provocarne un avvilente decadimento. È con questa rinnovata attenzione all’Altro che siamo chiamati ad occuparci del complesso fenomeno dell’immigrazione e a trovare le risposte più adeguate per governarlo con umanità e sicurezza. Nessuna coscienza può ritrarsi di fronte alle sofferenze di un essere umano alla disperata ricerca della propria salvezza e, di fronte a questa esigenza di protezione e di accoglienza, il nostro Paese continuerà a interpretare il proprio ruolo con la straordinaria generosità di cui è capace, e di cui la Storia è testimone. (Luciana Lamorgese - Ministro dell'Interno)
 

Migrantes Siena: oggi incontro di volontari e associazioni con il card. Lojudice

26 Settembre 2021 -
Siena  - Oggi, 107a Giornata mondiale del migrante e rifugiato (GMMR), con lo slogan “Verso un noi sempre più grande" attraverso il quale Papa Francesco ha voluto lanciare un duplice appello ai fedeli cattolici innanzitutto e poi a tutti gli uomini e le donne del mondo, “perché non ci siano più muri che ci separino, non ci siano più gli altri, ma solo un noi, grande come l’intera umanità”.
Le celebrazioni principali della GMMR si terranno a Loreto.  Anche l’Arcidiocesi di Siena- Colle di Val D’Elsa-Montalcino ha deciso, sempre oggi pomeriggio, presso il Centro Pastorale di Montarioso (Siena) di convocare, su iniziativa della Migrans diocesana, gli stati generali sui migranti ai quali prenderanno parte i volontari e le associazioni che sul territorio dell’arcidiocesi si occupano di tale settore. A presiedere l’incontro il card. Paolo Lojudice , arcivescovo di Siena-Colle di Val D’Elsa-Montalcino che per la Conferenza Episcopale Toscana ricopre anche l’incarico di delegato Migrantes
“Domenica – spiega il card. Lojudice – sarà il momento per riflettere tutti insieme sul messaggio del Papa per questa giornata con il quale ci esorta tutti ad impegnarci per abbattere i muri che ci separano e costruire ponti che favoriscano la cultura dell’incontro, consapevoli dell’intima interconnessione che esiste tra noi".
“In questa prospettiva – il cardinale cita sempre il Papa - le migrazioni contemporanee ci offrono l’opportunità di superare le nostre paure per lasciarci arricchire dalla diversità del dono di ciascuno. Allora, se lo vogliamo, possiamo trasformare le frontiere in luoghi privilegiati di incontro, dove può fiorire il miracolo di un noi sempre più grande".
"Il Papa- aggiunge -  ci dice che siamo chiamati a sognare non dobbiamo aver paura di sognare e di farlo insieme come un’unica umanità, come compagni dello stesso viaggio, come figli e figlie di questa stessa terra che è la nostra Casa comune”.

Migrantes Rieti: GMMR in piazza

26 Settembre 2021 - Rieti -  Il servizio diocesano Migrantes di Rieti, il servizio rifugiati gestito da “Il Samaritano” (“costola” della Caritas diocesana), il Sistema Accoglienza Integrazione della Prefettura, l’assessorato ai Servizi sociali del Comune capoluogo insieme per l’iniziativa in programma nel pomeriggio di oggi a Rieti, in occasione della giornata dedicata alle migrazioni dalla Chiesa cattolica (ma volentieri condivisa anche dalle altre espressioni religiose e dalle realtà laiche). All’insegna del tema indicato dal Papa per l’odierna Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, “Verso un noi sempre più grande”, in piazza Mariano Vittori, di fronte alla Cattedrale, stand informativi e laboratori per ragazzi, per poi svolgere insieme una preghiera inter religiosa. Inoltre, in questi giorni, una campagna di sensibilizzazione nelle scuole reatine proiettando film sull’Afghanistan

Il noi che siamo e che saremo

26 Settembre 2021 -

La Giornata mondiale del migrante e del rifugiato che si celebra oggi è la 107°: un dato eloquente, che parla di un impegno della Chiesa cattolica lungo tutto il Novecento, smentendo chi ripete che la sollecitudine per gli stranieri e gli esiliati è un’invenzione di papa Francesco.

Nello stesso tempo, il tema indicato dal Papa nel suo messaggio di quest’anno suona drammaticamente attuale e persino provocatorio: "Verso un noi sempre più grande". La pandemia ha dimostrato che i destini di tutti sono intrecciati fra loro in modo inestricabile, eppure la tentazione di «nuove forme di auto-protezione egoistica» è sempre incombente. Parlare di immigrati e rifugiati, in effetti, è parlare di noi: delle nostre idee di comunità, di confini, di solidarietà, di sicurezza. Le nazioni moderne, e anche il Welfare State, grande invenzione del secondo Novecento, si sono costruite attorno a una visione molto netta della coincidenza tra territorio, popolazione, cittadinanza. Il noi nazionale era ben distinto dagli altri, ossia dai cittadini di altre nazioni, e a volte contrapposto. Solo ai propri cittadini lo Stato prometteva protezione, diritti, partecipazione alle decisioni politiche. L’immigrazione straniera ha scombussolato il quadro: stranieri, provenienti da Paesi più deboli, s’insediano nello spazio nazionale, inizialmente come lavoratori, poi come famiglie. Contribuiscono al benessere, e ottengono l’accesso a un pacchetto di diritti sociali: sanità, pensioni, scuola per i figli, servizi pubblici. Tra resistenze di vario genere, il noi nazionale è chiamato ad allargarsi. Se pensiamo ai matrimoni misti, alle seconde e terze generazioni, le distinzioni tra cittadini e residenti stranieri sono diventate via via più labili. Dopo l’immane tragedia della seconda guerra mondiale, nasce l’Onu, si concorda e proclama la Dichiarazione universale dei diritti umani, viene firmata la convenzione di Ginevra a tutela dei rifugiati. Altri stranieri ottengono dei diritti, indipendentemente dal contributo fornito all’economia dei Paesi ospitanti: in quanto perseguitati, o semplicemente perché esseri umani rivestiti di diritti inalienabili. Pensiamo per esempio alla libertà di culto. Anche da questo versante, il noi si è allargato. Questo ampliamento del noi ha subito tuttavia negli ultimi decenni diverse battute d’arresto. Basti considerare come il tema della sicurezza ha intaccato l’immagine degli immigrati e la disponibilità all’accoglienza dei rifugiati. O alla contrapposizione tra la protezione dovuta ai cittadini nazionali in difficoltà e quella richiesta da chi bussa alla porta dei confini. Il mondo sviluppato vive oggi profonde tensioni, tra espansione e restrizione del noi. Due eventi recenti lo testimoniano: sul versante positivo, l’accoglienza ottenuta dai primi flussi di profughi afghani. Pochi hanno posto in dubbio l’obbligo morale dell’Occidente di proteggerli, anche se resta incerta la portata di quest’obbligo: solo i collaboratori delle potenze occidentali, o anche altri perseguitati, per esempio le donne che hanno perso il lavoro o non potranno studiare? E coloro che non possono professare la propria fede? Sull’altro piatto della bilancia troviamo invece le scene viste al confine tra Texas e Messico, come pure le gesta di Frontex ai confini orientali dell’Unione Europea, o i trattamenti dei richiedenti asilo al confine con la Bosnia o, ancora, nei centri di detenzione libici. Il Papa non dice che occorre accogliere tutti, e nemmeno esistono del resto i fantomatici "tutti" che vorrebbero venire in Europa: gli immigrati internazionali dopo tutto sono il 3,6% della popolazione mondiale, e i rifugiati all’estero circa un decimo di questi. Ma il messaggio di Francesco ancora una volta spinge a elaborare regimi di mobilità meno sperequati a svantaggio della parte più debole dell’umanità: a concepire un quadro di regole e di canali per migrazioni «sicure, ordinate e regolari», come auspica il Global Compact dell’Onu. Che l’Italia non ha ancora firmato. (Maurizio Ambrosini - Avvenire)

Migrantes Messina: la celebrazione eucaristica per la GMMR domani nella Basilica Cattedrale e la cresima di 25 ragazzi srilankesi

25 Settembre 2021 - Messina - Domenica 26 settembre, alle ore 16.00, nella Basilica Cattedrale di Messina, mons. Cesare Di Pietro, Vescovo ausiliare di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela, presiederà la celebrazione eucaristica in occasione della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, animata dalle cappellanie cattoliche e dai volontari dellʼUfficio diocesano Migrantes, durante la quale 25 giovani srilankesi riceveranno il sacramento della Confermazione. Il tema della Giornata “Verso un ΄noi΄ sempre più grande” richiama "al bisogno di pensare e ragionare al plurale, nella consapevolezza che abbiamo tutti bisogno degli altri, che nessuno si salva da solo", sottolinela la Migrantes diocesana: per "la nostra Chiesa locale, la Giornata è lʼoccasione per evidenziare ancora una volta quanto sia necessario adoperarsi perché i migranti, forzati e non, siano riconosciuti come portatori di doni e opportunità oltre che di diritti e dignità. Una sfida educativa che interpella la comunità ecclesiale e la società civile a fare fronte comune perché il nostro territorio, nella ricchezza della pluralità, diventi sempre più un luogo di accoglienza, di riconoscimento e di protagonismo per i migranti. Per aiutare a superare paure e pregiudizi, promuovendo conoscenza, dialogo e collaborazione.

Migrantes Acireale: messa e testimonianza per la GMMR

25 Settembre 2021 - Acireale - In occasione della 107ª Giornata mondiale del migrante e del rifugiato che si celebra domani l’ufficio per la pastorale dei Migranti (Migrantes) della diocesi di Acireale, guidato dal direttore don Lucio Cannavò, organizza un incontro-testimonianza con suor Eleia Scariot della Congregazione delle Suore Missionarie di San Carlo Borromeo, nella basilica cattedrale di Acireale, a conclusione della Messa delle ore 19.30. Per questa ricorrenza Papa Francesco ha scritto un messaggio dal titolo “Verso un noi sempre più grande” dove, dichiara don Cannavò, “rivolge un appello a tutti gli uomini e le donne del mondo perché imparino a vivere insieme in armonia ed in pace, ad abbattere muri e a costruire ponti per fare delle frontiere luoghi privilegiati di incontro e non di separazione. Ma tutto questo potrà avvenire solo se siamo capaci di sognare un futuro a colori per le nostre società. Il futuro delle nostre società è un futuro a colori, arricchito dalla diversità e dalla relazione interculturale”.

GMMR: le preghiere dei fedeli

24 Settembre 2021 - Roma -Proponiamo una preghiera dei fedeli per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato Il Signore ci accoglie come figli in questa Eucaristia perché possiamo riconoscerci come fratelli e sorelle. Affidiamo a Lui la nostra umanità chiedendo insieme: ASCOLTACI o SIGNORE!
  1. Signore Gesù, donaci la grazia di accoglierci gli uni gli altri nel tuo nome, riconoscendo e valorizzando i doni di ciascuno, vagliando con prudenza il bene e il male, preghiamo.
  2. Signore Gesù, guida e illumina Papa Francesco, il nostro vescovo, tutti i sacerdoti, i consacrati, i catechisti, gli insegnanti e tutti coloro che svolgono un compito educativo verso i giovani e i piccoli, preghiamo.
  3. Signore Gesù, sostieni quanti, a causa di guerre e calamità, sono costretti a lasciare la propria terra e, come rifugiati, domandano accoglienza e rispetto, preghiamo.
  4. Signore Gesù, ti affidiamo i cristiani perseguitati nel mondo, le loro famiglie e i bambini. Accompagna le nostre comunità nella ricerca della verità, fraternità e pace, preghiamo.
  5. Signore di tutti gli uomini e le donne della terra, ascolta il grido dei tuoi figli perseguitati, sfruttati, oppressi in tante parti del mondo e piega i nostri poveri cuori alla pietà e giustizia nei confronti di chi ha perso tutto nella vita, anche la dignità di essere persona. Preghiamo.
Accogli e purifica la nostra preghiera o Signore, per condurci a compiere la tua santa volontà. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen  

Migrantes Tivoli: le celebrazioni per la GMMR

23 Settembre 2021 - Tivoli - Questa domenica 26 settembre 2021 si celebra la 107° giornata mondiale del migrante e del rifugiato. Una ricorrenza annuale di preghiera e di riflessione su questa realtà che caratterizza la società odierna e che la interroga sul senso umano della vita,  ma ancora di più interpella la coscienza del cristiano. La Chiesa infatti non ha mai mancato di manifestare la propria premura per i migranti e i rifugiati. Anche quest’anno, mentre viviamo ancora questi tempi così particolare, l’ufficio pastorale Migrantes di Tivoli,  per celebrare quest’evento promuove,  presso la parrocchia Santa Maria Goretti di Villalba di Guidonia, un momento culturale di riflessione e la celebrazione eucaristica alfine di sensibilizzare le nostre comunità ecclesiali alla realtà migratoria. Pertanto domenica 26 settembre p.v. alle ore 15, dopo un momento di accoglienza cordiale e fraterna dei convenuti , ci sarà la lettura del messaggio che Papa Francesco ha  indirizzato alla Chiesa Universale e a tutta la società per questa giornata. Il messaggio del Santo Padre “ Verso un Noi sempre più grande” sarà seguito dall’ascolto in video del commento dello stesso pontefice; infine, una condivisione di riflessioni e testimonianze. Al termine di questo momento culturale ci sarà quindi la Santa Messa animata da Laudate onmes gentes, coro internazionale Migrantes-Missio di Tivoli con canti in varie lingue dei migranti presenti nelle nostre comunità. In questo modo semplice si vuole dare un segno che sia un invito a metterci anche noi in cammino per una società e una Chiesa sempre più capaci di accoglienza reciproca nella diversità; essendo capaci di costruire percorsi in cui ciascuno può dare al meglio la ricchezza che Dio ha messo in ogni persona e in ogni popolo. Questa convinzione è senz’altro il fondamento dell’esortazione che il Papa rivolge a tutti nel concludere il suo messaggio di questa giornata.  “Siamo chiamati a sognare insieme. Non dobbiamo aver paura di sognare e di farlo insieme come un’unica umanità, come compagni dello stesso viaggio, come figli e figlie di questa stessa terra che è la nostra Casa comune, tutti sorelle e fratelli". (don Denis Kibangu Malonda - Direttore Migrantes Tivoli).

Migrantes Padova: le celebrazioni per la GMMR

23 Settembre 2021 - Padova - Domenica 26 settembre 2021 la Chiesa celebra la 107a Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, che quest’anno ha come tema “Verso uno noi sempre più grande”, titolo del messaggio di papa Francesco per questa giornata. Anche la Chiesa di Padova sottolinea l’attenzione, la sensibilizzazione e la preghiera nelle comunità cristiane e l’impegno con alcune iniziative di sensibilizzazione e di approfondimento tra cui un webinar promosso dall’Ufficio diocesano Migrantes, in programma mercoledì 29 settembre, alle ore 18.30, sul canale You Tube della Diocesi di Padova, dal titolo Migrazioni: focus e strategie d’intervento. Incontro che sarà introdotto da don Gianromano Gnesotto, direttore dell’Ufficio diocesano  e che vede gli interventi di Paola Scevi, direttrice del Master di diritto delle migrazioni dell’Università di Bergamo (Tratta degli esseri umani e flussi di richiedenti asilo: connessioni, strumenti, normative e nuove strategie di intervento) e Marco Cocco, tutor del Master di diritto delle migrazioni dell’Università di Bergamo (Il fenomeno del “caporalato”). Ma è il vescovo stesso, mons. Claudio Cipolla  a scrivere un messaggio rivolto «a tutte le persone di buona volontà, non solo ai cristiani e ai fedeli cattolici», in cui ricorda che non si può rimanere indifferenti rispetto ai tanti drammi collegati alle crisi umanitarie e a quanti cercano accoglienza e aiuto, perché «i migranti, i profughi, i rifugiati, sui quali oggi in particolar modo si sofferma la nostra attenzione, mettono a verifica la nostra umanità e il grado della nostra appartenenza religiosa».

I migranti misurano la nostra umanità: la rifessione per la GMMR del vescovo di Padova

23 Settembre 2021 - Padova - Mi rivolgo a tutte le persone di buona volontà, non solo ai cristiani e ai fedeli cattolici, in occasione della 107a Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, che la Chiesa celebra domenica 26 settembre. Viviamo un tempo complesso e spesso contraddittorio, ma carico di attese, perché lascia intravedere soluzioni nuove, punti fermi a cui non avevamo prestato la giusta attenzione, e ci sentiamo convocati a mettere insieme le forze migliori per giungere non solo a delle soluzioni, ma a un ulteriore sviluppo positivo. Papa Francesco già nella lettera enciclica sulla fraternità e l’amicizia sociale, con il titolo Fratelli tutti, indica in modo molto convincente un punto fermo: la «dimensione comunitaria dell’esistenza», così spiegata in modo molto comprensibile: «Nessuno può affrontare la vita isolato. C’è bisogno di una comunità che ci sostenga, che ci aiuti e nella quale ci aiutiamo a vicenda a guardare avanti». In altro modo aveva espresso la medesima idea all’inizio della pandemia con l’espressione «siamo tutti sulla stessa barca e nessuno si salva da solo». Questa stessa considerazione decisiva viene ripresa dal papa nel Messaggio per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, quando scrive che «in realtà siamo tutti sulla stessa barca e siamo chiamati a impegnarci perché non ci siano più muri che ci separano, non ci siano più gli altri, ma solo un noi, grande come l’intera umanità». Da qui il titolo programmatico del Messaggio: “Verso un noi sempre più grande”. È evidenziato il valore dello stare insieme, di cui abbiamo sentito la nostalgia e la mancanza con il distanziamento indotto dalla pandemia; si rimarca il valore della comunità, della solidarietà, del bene comune, della dignità di ogni persona, del «rendersi conto di quanto vale un essere umano, quanto vale una persona, sempre e in qualunque circostanza». L’individualismo, l’egoismo personale, sociale, nazionale, che induce a scartare persone considerate “altri” da noi, estranee a noi, è un virus subdolo di cui è necessario prestare attenzione. L’antidoto, cui ciascuno può attingere, si trova dentro la parte migliore del proprio cuore. Trova conferma e forza nel rapporto con Dio, Padre di tutti. È ratificato da norme di diritto sia internazionale – prima tra tutte la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo – sia nazionale. I migranti, i profughi, i rifugiati, sui quali oggi in particolar modo si sofferma la nostra attenzione, mettono a verifica la nostra umanità e il grado della nostra appartenenza religiosa. Veniamo interpellati da crisi umanitarie: quella dell’Afghanistan, la più recente. Non possiamo restare indifferenti, quando intere famiglie che cercano accoglienza trovano invece la morte nel Mediterraneo, il “più grande cimitero d’Europa”. Fanno parte di noi intere comunità etniche, per le quali è chiesto un maggiore impegno all’inclusione sia sociale sia ecclesiale, nella consapevolezza che la partecipazione, il dialogo interculturale e le diverse modalità di espressione della fede sono una ricchezza e una benedizione per tutti. Impegniamoci, facciamo in modo che questi valori trovino sempre più spazio per “un noi sempre più grande”. (Mons. Claudio Cipolla - Vescovo di Padova - La Difesa del Popolo)

GMMR: il messaggio del vescovo mons. Regattieri

23 Settembre 2021 - Cesena - Nell’approssimarsi della 107 ª Giornata mondiale del migrante e del rifugiato (domenica 26 settembre una Messa in Cattedrale a Cesena sarà celebrata alle 15,30), desidero rivolgere alla comunità diocesana un appello che si faccia eco del messaggio che il santo Padre ha scritto per questa circostanza. Papa Francesco, partendo da un passaggio dell’enciclica “Fratelli tutti” esprime il desiderio che non ci siano più “gli altri”, ma solo “un noi” (cfr Ft, 35). L’appello è rivolto sia ai cristiani che al mondo intero. La Chiesa anzitutto deve diventare “sempre più inclusiva dando seguito alla missione affidata da Gesù Cristo agli Apostoli: strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demoni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” (Mt 10,7-8). È necessario quindi che i cristiani escano per le strade delle periferie esistenziali e lì incontrino tutti i fratelli e tutte le sorelle. “L’incontro con i migranti e i rifugiati di altre confessioni e religioni è un terreno fecondo per lo sviluppo di un dialogo ecumenico e interreligioso sincero e arricchente” (papa Francesco). Il mondo intero è pure esso coinvolto in questo appello a formare “un noi più grande”. Per questo bisogna “abbattere i muri che separano e costruire ponti che favoriscano la cultura dell’incontro (papa Francesco). La pandemia che sta colpendo il mondo intero seminando ovunque paura e morte e innescando una crisi sociale dalle dimensioni mondiali, ci ha costretti a prendere coscienza che non ci si salva da soli e che, essendo tutti sulla stessa barca, dobbiamo lavorare insieme, pensare insieme, programmare insieme, perché tutta l’umanità possa uscirne migliorata. La Giornata mondiale del migrante e del rifugiato sia celebrata in tutte le comunità con impegno. I sussidi e le attività proposte dall’Ufficio Migrantes – che ringrazio per la solerzia e l’impegno profuso in questo delicato settore della pastorale – aiutino tutti ad allargare lo sguardo a questi nostri fratelli e sorelle e ad aiutarli a superare le loro difficoltà integrandoli nel nostro territorio diocesano, nel rispetto della loro specifica peculiarità sociale, culturale e religiosa. La vergine Maria, che invochiamo come “soccorso dei migranti” ci protegga e ci benedica. (mons. Douglas Regattieri, vescovo Cesena-Sarsina)