Primo Piano

Naufragio in Calabria: 40 associazioni depositano esposto collettivo al Tribunale di Crotone

9 Marzo 2023 -

Roma -  Oltre 40 associazioni della società civile italiana ed europea hanno presentato un esposto collettivo alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Crotone per chiedere di fare luce sul naufragio di domenica scorsa a Steccato di Cutro, costato la vita ad almeno 72 persone, tra cui molti bambini. “Davanti a così tanti morti e chissà quanti dispersi, è doveroso fare chiarezza” dichiarano le organizzazioni. “Vogliamo dare il nostro contributo all’accertamento dei fatti, non ci possono essere zone grigie su eventuali responsabilità nella macchina dei soccorsi”. Le associazioni, infine, rinnovano il loro appello all’Italia e all’Europa: per ridurre drasticamente il rischio di nuove tragedie è necessario mettere in piedi al più presto un sistema di ricerca e soccorso in mare adeguato e proattivo. Tra le associazioni firmatarie, Aoi – Associazione Ong italiane, Asgi, Arci, Legambiente Nazionale, Emergency, Fondazione Gruppo Abele, Medici Senza Frontiere, Open Arms Italia, Oxfam Italia, Sos Mediterranée Italia, Mediterranea Saving Humans, Sea-Watch, Sea Eye, Resq – People saving people. (SIR)

Le storie e le speranze delle 35 donne morte sognando l’Italia

9 Marzo 2023 -

Roma - Sono 35 le donne morte nel naufragio sulle coste di Cutro in Calabria. Madri, figlie, mogli provenienti dalla Siria, donne «segnate da anni di guerra, profughe» evidenzia la Fondazione Migrantes nella Giornata Internazionale della Donna che si è celebrata ieri. Madri, figlie e mogli provenienti dall’Afghanistan, «in fuga dopo una guerra e un governo taleban che limita le libertà»; dall’Iran, alla ricerca di «una tutela della loro dignità »; dall’Iraq, Paese «segnato da disastri ambientali », dal Bangladesh e dal Pakistan. Donne che hanno «avuto – scrive l’Organismo pastorale della Cei - il coraggio di cercare per sé e per i propri figli un futuro diverso, di libertà, di sicurezza: donne che hanno cercato di tutelare la vita».

Donne come la giornalista Torpekai Amarkhel di 42 anni, in fuga dal regime afghano morta nello stesso naufragio insieme ad altri familiari. A lei il settimanale calabrese “Parola di Vita” della diocesi di Cosenza-Bisignano ha dedicato la copertina del numero uscito ieri per «offrirle così il nostro fiore e la nostra preghiera pensando alle tante altre donne vittime di violenza e ingiustizia ».

«Nei loro occhi ho letto disperazione e terrore appena dopo l’arrivo non conoscendo le sorti dei loro familiari», ci dice la direttrice Migrantes della diocesi di Crotone-Santa Severina, suor Loredana Pisani che da subito è stata a fianco dei profughi sopravvissuti alla tragedia. Donne come la giovane 25enne arrivata a Cutro con il figlio di tre anni mentre il marito è rimasto in Turchia. Profughe come la donna – ci racconta la religiosa – che si è salvata insieme al figlio di 10 anni mentre una figlia è morta e un’altra è ancora dispersa: «sulla barca, ci ha raccontato – dice suor Pisani - teneva stretto il bimbo più piccolo mentre la sua figlia più grande si occupava dell'altra bambina».

A queste donne «il pensiero e la stima» della Fondazione Migrantes, «unite alla preghiera» e al ricordo di tutte le donne migranti.

Essere migrante è una condizione che pone di fronte a difficoltà, pericoli, fragilità, ricordano le Missionarie scalabriniane da sempre al servizio dei migranti e che negli anni hanno lavorato per far crescere i progetti che sostengono le donne straniere e i loro percorsi di autonomia. «Ad oggi, stiamo sostenendo 13 organizzazioni della Congregazione » dice Gaia Mormina, segretaria generale della Fondazione Scalabriniana che opera in 10 Paesi del mondo con 22 progetti di cooperazione e sviluppo: «Ogni anno siamo accanto a oltre 63.000 migranti e rifugiati, di cui la grande maggioranza è costituita da donne sole o con bambini piccoli».(Raffaele Iaria)

Naufragio in Calabria: Viminale, domani 8 salme partiranno alla volta della Germania. Per altre 16 si lavora per il trasferimento in Afghanistan

9 Marzo 2023 -
Croton4e - A seguito del naufragio al largo di Staccato di Cutro, “al fine di agevolare i contatti con i superstiti e le famiglie delle vittime, sono stati inviati a Crotone rappresentanti del Dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione che sono stati affiancati da quelli dell’Unhcr e dell’Ucoi, i quali hanno tenuto colloqui individuali con tutti i parenti delle vittime anche al fine di poter il più rapidamente possibile soddisfare le richieste degli stessi riguardanti il trasferimento delle salme”. Lo si legge in un comunicato diffuso  dal Viminale nel quale si dà notizia che “nella serata di ieri, grazie all’attività di mediazione svolta dai predetti funzionari, i parenti delle vittime hanno rimosso il blocco stradale e permesso l’uscita di alcuni carri funebri diretti a Bologna”. Delle 72 vittime – viene spiegato dal ministero dell’Interno – il 6 marzo 2023, una salma di nazionalità afghana è stata inumata nel cimitero di Crotone; il 7 marzo 2023, una salma di nazionalità tunisina è stata rimpatriata in Tunisia, una salma di nazionalità afghana è stata rimpatriata in Germania e 4 salme sono state rimpatriate in Pakistan; l’8 marzo 2023, sette salme sono state trasferite presso il cimitero musulmano di Bologna. “Nella giornata di domani – prosegue il comunicato – è in programma il trasferimento di 8 salme alla volta della Germania ed è in fase di preparazione il trasferimento di 16 ulteriori salme verso l’Afghanistan. Quest’ultimo trasferimento, organizzato da un’agenzia di onoranze funebri tedesca, prevede il passaggio delle salme attraverso la Turchia e, da lì, in Afghanistan d’intesa con i familiari delle vittime ivi presenti”. “Completati questi trasferimenti, resterebbero da trasferire ancora 34 salme per le quali sono in corso interlocuzioni tra i funzionari di questo ministero inviati sul posto ed i familiari delle vittime. In merito a tutta la vicenda vanno considerate le difficoltà oggettive del trasferimento delle salme in Afghanistan”, viene rilevato dal Viminale, rivendicando che “la prefettura di Crotone dal giorno del naufragio ha assicurato assistenza ai superstiti e alle famiglie delle vittime”. “La Prefettura inoltre – viene precisato – ha assicurato il supporto necessario alle amministrazioni locali ai fini della inumazione delle salme o del loro trasferimento presso altre località del Paese o all’estero, dopo la necessaria e complessa attività svolta dal comune di Cutro per la redazione dei certificati di morte e dei passaporti mortuari. Per le spese relative alle onoranze funebri e di immediata assistenza, è stata assicurata copertura con fondi del ministero dell’Interno”. A ciò, d’intesa con la Regione Calabria, si è aggiunto l’impegno per assicurare ospitalità presso strutture alberghiere a circa una ottantina di parenti delle vittime. I superstiti sono stati ospitati in una prima fase nel Cara di Crotone e successivamente nelle stesse strutture alberghiere in cui erano ospitati i loro parenti.

Papa Francesco: promuovere una cultura dell’accoglienza

9 Marzo 2023 - Città del Vaticano – “Portare avanti il vostro cammino di formazione, per poter sempre meglio vivere l'accoglienza e promuovere una cultura dell'accoglienza". Lo ha detto questa mattina papa Francesco incontrando i partecipanti al convegno della “Cattedra dell'Accoglienza” in corso a Sacrofano. Facendo riferimento all'Antico Testamento, il Pontefice ha ricordato i numerosi passaggi in cui si citano “le tre persone alle quali si deve una speciale attenzione: la vedova, l'orfano e il migrante”. Parole che “si ripetono più volte”, ha ricordato aggiungendo che “spesso si parla dell’apporto che i migranti danno o possono dare alle società che li accolgono. Questo è vero ed è importante. Ma il criterio fondamentale non sta nell’utilità della persona, bensì nel valore in sé che essa rappresenta”. Per papa Francesco occorre “riprendere quella tradizione dell’accoglienza”: “nella misura in cui viene permeata da questo atteggiamento di apertura e di accoglienza una società diventa capace di integrare tutti i suoi membri, anche quelli che per vari motivi sono ‘stranieri esistenziali’, o ‘esiliati occulti’, come a volte, ad esempio, si trovano ad essere le persone con disabilità, o gli anziani”. “I nazionalismi chiusi – ha detto citando ‘Fratelli tutti’ – manifestano in definitiva questa incapacità di gratuità, l’errata persuasione di potersi sviluppare a margine della rovina altrui e che chiudendosi agli altri saranno più protetti. L’immigrato è visto come un usurpatore che non offre nulla. Così, si arriva a pensare ingenuamente che i poveri sono pericolosi o sono inutili e che i potenti sono generosi benefattori. Solo una cultura sociale e politica che comprenda l’accoglienza gratuita potrà avere futuro”. (R.Iaria)

Vangelo Migrante: III domenica di Quaresima| Vangelo (Gv 4, 5-42)

9 Marzo 2023 - Per tre domeniche il Vangelo di Giovanni, attraverso alcuni segni, ci accompagnerà al Mistero di Gesù: chi è, da dove viene e dove ci porta. Scopriamoli. Il primo indizio è dato nell’incontro con la Samaritana. Il segno è l’acqua! Dio attende al pozzo della storia, paziente e rispettoso. Quello è un luogo dove per necessità occorre passare. L’umanità ferita, dopo essersi lavata un po' se n’è andata ma, di tanto in tanto, deve tornare ad attingere acqua per andare avanti. Proprio come fa la donna Samaritana: essa sa che può caricarsela solo un po' alla volta e per questo è costretta a passarci spesso. In uno di questi passaggi, Gesù è là e chiede da bere. Umiliandosi nel chiedere da bere permette alla donna, simbolo dell’umanità, di volgergli lo sguardo. Non pretende attenzione né contesta le sue carte sporche. Le ferite sono squarci attraverso i quali fa passare la sua luce per offrire non un pozzo ma una sorgente, non gli amori ma l’Amore. E rivela che dinanzi ad una donna, e per di più samaritana, c’è il Dio di ogni uomo. Non quello delle identità e delle appartenenze, dei primati, degli obblighi e dei distinguo ma quello che abita la storia, le fragilità e i bisogni di ogni essere umano, di tutto l’essere umano. La scelta da fare è se tornare ad abbeverarci a pozzi esauriti o esauribili, oppure passare alla fonte dove l’acqua sgorga. Il Risorto che adoreremo a Pasqua è questa fonte che zampilla per la vita eterna. (p. Gaetano Saracino)

Migrantes Piemonte- Valle d’Aosta: religiosi e religiose su “costruiamo insieme il futuro con migranti e rifugiati”

9 Marzo 2023 - Torino - Nell’ottica dell’invito di papa Francesco ad impegnarsi nella costruzione di un futuro con i migranti, il Coordinamento regionale della Migrantes Piemonte-Valle d’Aosta, in collaborazione con l’Unione delle Superiore Maggiori d’Italia (USMI), ha organizzato  a Torino, nei locali della Migrantes, una giornata di studio e confronto a cui hanno preso parte oltre 90 religiose appartenenti a trenta congregazioni differenti delle diocesi di Torino, Cuneo, Asti e Ivrea. Buona parte delle religiose presenti erano di origini straniera, altre avevano un’esperienza alle spalle di missione e altre ancora sono oggi impegnate nel campo della mobilità umana. Tutte sono state chiamate a riflettere sulla ricchezza dei loro carismi e della loro cultura nell’ambito specifico. “In un tempo di cambiamento, di secolarizzazione e di grande mobilità umana – afferma Sergio Durando, direttore della Migrantes di Torino e direttore regionale della Migrantes Piemonte e Valle d’Aosta -  in cui assistiamo all’arrivo di numerose persone provenienti da mondi diversi, urge la necessità che la Chiesa investa sempre di più nell’ accompagnamento e nella cura delle persone che si muovono e che arrivano”.  E’ importante quindi che tutti i servizi di accoglienza, di ascolto, di carità, di apostolato rispondano a questo orizzonte "che è quello di manifestare l’apertura della comunità cristiana – continua Durando -, l’attenzione e la cura di una chiesa che si fa sempre più prossima e soprattutto di favorire il coinvolgimento dei nuovi arrivati, che non sono solo ‘poveri da aiutare’, ma fratelli e sorelle con cui condividere un pezzo di strada”. La giornata si è svolta all’insegna della fraternità, della riflessione e dello scambio. Dopo un momento di preghiera, che ha coinvolto le diverse religiose, hanno aperto la giornata le parole di mons. Marco Prastaro, Vescovo di Asti e Delegato Migrantes CEP e della Delegata Nazionale USMI, Sr. Azia Ciairano. Mons. Roberto Repole, arcivescovo di Torino e Susa, nel suo intervento ha ripreso il titolo della giornata “Costruiamo insieme il futuro” dando un’approfondita lettura cristiana alle singole parole e contestualizzando nella fase storica attuale il compito della Chiesa cattolica di esprimere la volontà di Dio di “costruire coinvolgendo” il popolo di Dio, ma anche tutta la comunità che non è Chiesa perché “qualunque uomo è messo nella condizione di essere con Cristo”. La Chiesa cattolica è plurale e il ruolo delle sorelle dalle diverse culture ed esperienze diventa oggi sempre più importante per creare ponti, legami dentro e fuori la Chiesa. “Testimoniare – afferma mons. Repole -  con radicalità l’altrove di Dio”. Ritessere legami oltre l’individualismo dettato dall’economicismo imperante in cui viviamo. Al termine dell’intervento dell’arcivescovo, lo spazio è stato dato alle sorelle che hanno avuto modo prima e dopo il pranzo condiviso, di raccontarsi e raccontare le fatiche, di supportarsi nella condivisione delle esperienze. “Cercare insieme segni di futuro per creare luoghi di fraternità e accoglienza… di entrare in spazi di disumanità per essere ‘stimolo’, per un’’esperienza di prossimità’”; di “porre lo sguardo, l’udito e la parola dove la comunione germoglia”; “…sono profondamente convinta che ognuna di noi porta in cuore il desiderio di camminare insieme alle sorelle e ai fratelli che incontriamo per cercare strade possibili, per una vita dignitosa arricchita dalle diverse culture ed esperienze. Come religiose credo che abbiamo bisogno di confronto, di sostegno, di condivisione per aiutarci ad aiutare”; “…ci aspettiamo un confronto rinnovato e progettuale per continuare a fare bene il bene di tanti fratelli che accogliamo e a far crescere la comunione intorno a noi… che la sinodalità di cui oggi si parla tanto diventi realtà concreta e vissuta!”. La vita religiosa femminile è impegnata nei vari ambiti della catechesi, nella liturgia, in azioni caritative, nell’animazione sociale, nell’evangelizzazione, in attività che favoriscono l’inserimento delle persone in realtà socioculturali. E’ chiamata quindi a vivere l’accoglienza, la relazione, la cura, l’ascolto, l’attenzione verso i migranti in numerosi ambiti, anche in quelli più lontani, come nella pastorale giovanile, nell’educazione scolastica, nella pastorale con le famiglie, ma anche  con le persone più periferiche e vulnerabili: le persone che vivono in strada, che sono recluse nei CPR, che vivono negli insediamenti informali, in case occupate, nei grandi condomini… Essa rappresenta quindi un’opportunità per la società e per il futuro della chiesa in quanto offre linfa nuova e vitalità. Le religiose ad esempio che rientrano dopo esperienze di missione o che sono di origine straniera, arricchiscono di valori, di esperienze di chiesa di contesti diversi e a volte complessi, di formazione e di attitudini positive ed edificanti anche le nostre comunità.                      

Le rifugiate e i loro diritti: Feltrinelli premia i ragazzi

9 Marzo 2023 -

Milano - C’è Lisa, rifugiata ucraina in ltalia. C’è Angi, studentessa di origine siriana. E poi ci sono le responsabili delle comunità di accoglienza locali, le volontarie, le mediatrici culturali. Sono loro le protagoniste di “Puntoacapo”, la serie ideata da una classe quarta del Liceo Mancini di Avellino che ha ricevuto ieri sera il Premio Inge Feltrinelli “Raccontare il mondo, difendere i diritti”, alla sua prima edizione, nato con l’obiettivo di coinvolgere donne e nuove generazioni per sostenere la cultura e la parola come veicolo di promozione e difesa dei diritti. Oltre a fiction, inchieste, fotoreportage, la Fondazione ha raccolto 25 podcast costruiti dalle scuole secondarie di secondo grado da tutta Italia e ha scelto quello di Avellino proprio per la profondità dello sguardo e l’attualità della tematica affrontata, legata ai diritti delle donne migranti. Nel lavoro, infatti, si ripercorre tra avversità e pregiudizi il lungo e complesso itinerario di integrazione delle donne rifugiate in cerca di libertà che, approdate in lrpinia, fanno esperienza di accoglienza e ricominciano da zero provando a rifarsi una vita. «Desideravamo – spiegano i ragazzi premiati –, da giovani cittadini del mondo, essere la camera acustica di un teatro di dolorose esperienze , mitigate dall’intervento di giovani operatori, testimoni dell’impegno delle associazioni attive sul territorio irpino, anche con lo sguardo rivolto ad esperienze nazionali». Gli episodi del podcast sono stati sviluppati in collaborazione con la radio della scuola “Radio Mancini” tra testimonianze in presa diretta, dibattiti su libri, interventi musicali.

Naufragio in Calabria: al Papa in dono frammento del barcone naufragato

8 Marzo 2023 - Città del Vaticano – “Non li abbiamo potuti accogliere come siamo abituati a fare, come avremmo voluto: il frammento di legno, che oggi abbiamo donato al Papa, è una piccola parte dell'imbarcazione che dieci giorni fa, a pochi metri dalla spiaggia di Cutro, ha urtato contro una secca, scaraventando in mare quasi duecento persone”. Lo hanno raccontato all'Osservatore Romano due sacerdoti della diocesi di Crotone-Santa Severina, don Mirco Pollinzi e don Francesco Gentile, della parrocchia di Isola Capo Rizzuto, che hanno portato questo dono, simbolo della tragedia, al Papa al termine dell'udienza generale di oggi. Don Mirco e don Francesco dovevano essere in Piazza San Pietro oggi “solo” — si fa per dire — per accompagnare un gruppo di cresimandi. E invece si sono presentati come testimoni, davanti al Pontefice, di un evento che ha segnato indelebilmente la coscienza delle comunità della costa calabrese. E non solo. "È un lutto familiare" dicono i due sacerdoti alle cui parole si aggiungono quelle del parroco di Steccato di Cutro, don Pasquale Squillacioti, che ha affidato loro una lettera personale per il Pontefice. A «L’Osservatore Romano» — telefonicamente — don Pasquale racconta quanta importanza abbia il dono al Papa di un frammento del relitto. “Gli chiediamo di restare unito a noi con la preghiera, affinché il mare restituisca i corpi dei dispersi così che abbiano una degna sepoltura e i parenti abbiano un posto dove ‘cercare’ conforto e vicinanza con chi non c’è più”.

Papa Francesco: l’amore di Dio non è per un gruppetto soltanto, è per tutti

8 Marzo 2023 - Città del Vaticano -  “L’evangelizzazione si fa sempre in ecclesia, cioè in comunità, e senza mai fare proselitismo: quella non è evangelizzazione”. Così, a braccio, si è espresso il Papa, che ha dedicato anche l’udienza di oggi, pronunciata in piazza San Pietro, allo zelo apostolico, soffermandosi in particolare sul Concilio Vaticano II, “per scoprire che evangelizzare è sempre un servizio ecclesiale, mai solitario, mai isolato, mai individualistico”. “C’è come un ponte tra il primo e l’ultimo Concilio, nel segno dell’evangelizzazione, un ponte il cui architetto è lo Spirito Santo”, la tesi di papa Francesco: “L’evangelizzatore, infatti, trasmette sempre ciò che lui stesso o lei stessa ha ricevuto. Lo scriveva per primo San Paolo: il vangelo che lui annunciava e che le comunità ricevevano e nel quale rimanevano salde è quello stesso che l’apostolo aveva a sua volta ricevuto. Si riceve la fede e si trasmette la fede”. “Questo dinamismo ecclesiale di trasmissione del messaggio è vincolante e garantisce l’autenticità dell’annuncio cristiano”, ha ricordato il Papa citando la lettera di San Paolo ai Galati: “Se anche noi stessi, oppure un angelo dal cielo vi annunciasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunciato, sia anatema”. “E’ bello questo, e questo viene bene a tante visioni che sono alla moda”, ha commentato a braccio: “La dimensione ecclesiale dell’evangelizzazione costituisce perciò un criterio di verifica dello zelo apostolico”. “L’amore di Dio non è per un gruppetto soltanto, è per tutti: quella parola mettetevela bene nel cuore, tutti, nessuno escluso” sono le parole che Francesco ha utilizzato nella catechesi dedicata allo zelo apostolico, e in particolare all’eredità del Concilio Vaticano II, a partire dal decreto Ad gentes. “L’amore del Padre ha per destinatario ogni essere umano”, ha ribadito Francesco: “È un amore che raggiunge ogni uomo e donna attraverso la missione del Figlio, mediatore della salvezza e nostro redentore, e mediante la missione dello Spirito Santo, che opera in ciascuno, sia nei battezzati sia nei non battezzati”. “La tentazione di procedere in solitaria è sempre in agguato, specialmente quando il cammino si fa impervio e sentiamo il peso dell’impegno”, il monito del Papa, secondo il quale “altrettanto pericolosa è la tentazione di seguire più facili vie pseudo-ecclesiali, di adottare la logica mondana dei numeri e dei sondaggi, di contare sulla forza delle nostre idee, dei programmi, delle strutture, delle relazioni che contano”. “Questo non va, questo deve aiutare un po’, ma il principale è un’altra cosa”, ha commentato a braccio: “la forza che lo Spirito ti dà per annunciare il Vangelo, tutte le altre cose non sono necessarie”. “L’evangelizzazione è un servizio: se una persona si dice evangelizzatore e non ha quell’atteggiamento, quel cuore di servitore e si crede padrone, non è un evangelizzatore: è un poveraccio” ha spiegato, a braccio, il Papa, nella catechesi. “Lo zelo apostolico non è entusiasmo, è un’altra cosa: è la grazia di Dio che agisce”, ha commentato. “Nel popolo di Dio pellegrino ed evangelizzatore non ci sono soggetti attivi e soggetti passivi, non ci sono quelli che annunciano il Vangelo e quelli che stanno zitti”, ha spiegato il Pontefice: “Ciascun battezzato, qualunque sia la sua funzione nella Chiesa e il grado di istruzione della sua fede, è un soggetto attivo di evangelizzazione”, ha detto citando l’Evangelii gaudium: “Tu sei cristiano? Sì, sono cristiano, ho ricevuto il battesimo’. ‘Se tu non evangelizzi, non dai testimonianza del battesimo che hai ricevuto, tu non sei un cristiano’”. “In virtù del battesimo ricevuto e della conseguente incorporazione nella Chiesa, ogni battezzato partecipa alla missione della Chiesa e, in essa, alla missione di Cristo Re, Sacerdote e Profeta”, ha ricordato il Papa: “Questo compito è uno e immutabile in ogni luogo e in ogni situazione, anche se in base al variare delle circostanze non si esplica allo stesso modo”. “Questo ci invita a non sclerotizzarci o fossilizzarci”, l’esortazione papale: “Lo zelo missionario del credente si esprime anche come ricerca creativa di nuovi modi di annunciare e testimoniare, di nuovi modi per incontrare l’umanità ferita di cui Cristo si è fatto carico. Insomma, di nuovi modi per rendere servizio al Vangelo e all’umanità”. “Risalire all’amore fontale del Padre e alle missioni del Figlio e dello Spirito Santo non ci chiude in spazi di statica tranquillità personale”, ha proseguito: “Al contrario, ci porta a riconoscere la gratuità del dono della pienezza di vita alla quale siamo chiamati, dono per il quale lodiamo e ringraziamo Dio. E anche questo dono non è solo per noi, è per darlo: e ci porta anche a vivere sempre più pienamente quanto ricevuto e condividerlo con gli altri, con senso di responsabilità e percorrendo insieme le strade tante volte tortuose e difficili della storia, in attesa vigilante e operosa del suo compimento”. “Chiediamo al Signore questa grazia”, l’appello finale del Papa: “Di prendere in mano questa vocazione cristiana e rendere grazie al Signore di quello che ci ha dato, di questo tesoro, e cercare di comunicarlo agli altri”. Nel finale, il Papa ha ricordato la Giornata internazionale della donna: «Penso a tutte le donne: le ringrazio per l'impegno a costruire una società più umana, mediante la loro capacità di cogliere la realtà con sguardo creativo e cuore tenero. Questo è un privilegio solo delle donne». È l’augurio del Papa per l’8 marzo, pronunciato al termine dell’udienza di oggi in piazza San Pietro: «Una benedizione particolare per tutte le donne presenti in piazza. Un applauso alle donne, se lo meritano». Non è mancato l'appello del Papa per porre fine al conflitto in Ucraina. «Non dimentichiamo il dolore del martoriato popolo ucraino, soffre tanto. Abbiamolo sempre presente nei nostri cuori e nelle nostre preghiere».  

Migrantes: 8 marzo, un ricordo delle donne morte nel naufragio a Cutro

8 Marzo 2023 - Roma - Nella Giornata Internazionale della Donna, che si celebra oggi, come non ricordare le 35 donne morte davanti alle coste di Cutro, in Calabria, lo scorso 26 febbraio, dopo la lunga traversata nel Mediterraneo. Erano madri, figlie, mogli provenienti dalla Siria, donne segnate da anni di guerra, profughe; dall’Afghanistan, in fuga dopo una guerra e un governo talebano che limita le libertà; dall’Iran, alla ricerca di una tutela della loro dignità; dall’Iraq, Paese segnato da disastri ambientali, dal Bangladesh e dal Pakistan, madri di diversi figli. Donne che hanno avuto il coraggio di cercare per sé e per i propri figli un futuro diverso, di libertà, di sicurezza: donne che hanno cercato di tutelare la vita. A queste donne va, in particolare, il pensiero e la stima della Fondazione Migrantes, unite alla nostra preghiera in questa Giornata in cui ricordiamo tutte le donne e tra esse le donne migranti.

Naufragio in Calabria: tensione davanti al PalaMilone

8 Marzo 2023 - Crotone - Questa mattina tensione alta davanti al PalaMilone di Crotone, con i familiari dei migranti morti a Cutro che domandano risposte sulla sorte delle bare che da quasi dieci giorni sono all’interno del Palazzetto dello Sport. “Dove sono i diritti umani?”, “è questa l’Italia? È questa l’Europa? Si può morire in mare?”, “sono dieci giorni che stiamo aspettando, ma cosa dobbiamo aspettare?”, le espressioni più ricorrenti. Secondo alcuni familiari, “in acqua ci sono ancora quaranta persone”. Tra i presenti anche la madre e la sorella di Torpekai Amarkhel, la giornalista collaboratrice Onu che ha perso la vita nel naufragio. A lei il settimanale calabrese della diocesi di Cosenza-Bisignano, “Parola di Vita” dedica la copertina ricordando che con lei sono morti anche altri quattro membri della sua famiglia. “Abbiamo pensato – scrive il giornale – di dedicarle la nostra prima pagina e offrirle così il nostro fiore e la nostra preghiera pensando alle tante altre donne vittime di violenza e ingiustizia”. Il settimanale pubblica anche una intervista del direttore,  Enzo Gabrieli, con il presidente della Commissione Cei per le Migrazioni e della Fondazione Migrantes, l’arcivescovo di Ferrara-Comacchio, mons. Gian Carlo Perego.

Naufragio in Calabria: card. Zuppi, “trovare in questa ennesima tragedia, la consapevolezza necessaria per fornire risposte adeguate”

8 Marzo 2023 - Taranto - “Non può essere soltanto un problema italiano, è un problema di tutta quanta l'Europa. Poi bisogna operare delle scelte, scelte non contingenti, legate all'emergenza del momento. È indispensabile trovare in questa ennesima tragedia, la consapevolezza necessaria per fornire risposte adeguate: l'Italia deve fare la sua parte, l'Europa che deve fare la sua parte e aiutare l'Italia a fare la sua parte. Guardi, sui migranti si è detto e letto di tutto”. Lo dice oggi il card. Matteo Zuppi, presidente della Cei, in una intervista al quotidiano “La Gazzetta del Mezzogiorno” che lo ha incontrato a Taranto dove ieri si è svolto il primo incontro della 51esima edizione della “Settimana della fede”.

8 marzo: Scalabriniane, “vicine alle donne migranti”

8 Marzo 2023 - Roma - Essere migrante è una condizione che pone di fronte a difficoltà, pericoli, fragilità. Ancor di più per le migranti donne. Le Suore Missionarie Scalabriniane hanno lavorato  negli ultimi anni per far crescere i progetti che sostengono le donne migranti e i loro percorsi di autonomia. "Ad oggi, stiamo sostenendo 13 organizzazioni della Congregazione delle Suore Missionarie Scalabriniane", ricorda Gaia Mormina, segretaria generale della Fondazione Scalabriniana: "il lavoro della Fondazione si svolge in 10 Paesi del mondo con 22 progetti di cooperazione e sviluppo. Ogni anno siamo accanto a oltre 63.000 migranti e rifugiati, di cui la grande maggioranza è costituita da donne sole o con bambini piccoli". In questo 8 marzo - aggiunge - "vogliamo essere vicine alle donne migranti con disabilità fisica in Honduras, che saltano sui treni cercando di superare il confine; siamo con le madri venezuelane con i loro bambini neonati in fuga dalla povertà verso il Brasile; accogliamo le donne latinoamericane vittime di violenza e i loro figli a Tijuana in Messico; proteggiamo le bambine schiave in Mozambico e le donne vittime di tratta ospitate a Johannesburg in Sudafrica; supportiamo le comunità di donne lavoratrici vittime di caporalato nei campi di cotone nella Repubblica Dominicana e in Costa Rica. E siamo al fianco delle donne in situazioni di fragilità e dei loro piccoli anche a Roma, con il progetto di accoglienza Chaire Gynai per donne rifugiate anche con bambini. Ovunque ci sia una donna migrante coraggiosa cerchiamo di esserci per darle forza e portare speranza". Per la festa della donna le Scalabriniane rivolgono il loro pensiero e le loro preghiere a tutte le donne del mondo: è "un augurio nel segno della speranza".

Naufragio in Calabria: Tavolo Asilo, manifestazione sabato dalla spiaggia di Cutro

8 Marzo 2023 - Roma - «Fermare la strage, subito! La strage di Cutro non è stato un incidente imprevedibile. È solo l'ultima di una lunghissima serie di tragedie che si dovevano e si potevano evitare». Si apre così l'appello sottoscritto da Tavolo Asilo e Immigrazione, da Rete 26 Febbraio, dalle Ong impegnate in operazioni di ricerca e soccorso e dalle tante organizzazioni locali e nazionali che hanno deciso di promuovere una manifestazione sulla spiaggia di Cutro il prossimo 11 marzo, per esprimere indignazione per quanto accaduto e solidarietà con le famiglie delle vittime. La manifestazione, che comincerà alle 14.30 sul lungomare di Cutro, è «il primo importante appuntamento nazionale di un percorso di iniziative e mobilitazioni che le reti intendono organizzare». «La drammatica assenza di canali sicuri e legali di accesso al territorio europeo viene spiegato in una nota - obbliga chi fugge da guerre, persecuzioni e povertà a rischiare la vita: l'obiettivo di organizzazioni e associazioni è sollecitare un'inversione di rotta delle politiche migratorie in Italia e nell'Unione europea. A chi non potrà essere presente a Steccato di Cutro le associazioni chiedono di mobilitarsi online scattandosi una foto con la fascia bianca al braccio e pubblicarlo sui social con l'hashtag #fermarelastrage. Finora hanno aderito all'iniziativa, fra le altre, anche Acli, Caritas Italiana, Centro Astalli, Comunità Papa Giovanni XXIII, Comunità di S.Egidio, e Fondazione Migrantes.

Fermiamo la strage subito! Manifestazione nazionale a Cutro

7 Marzo 2023 -
La strage di #Cutro non è stato un incidente imprevedibile. È solo l’ultima di una lunghissima serie di tragedie che si dovevano e si potevano evitare. Le persone che partono dalla Turchia, dalla Libia o dalla Tunisia sono obbligate a farlo rischiando la vita a causa dell’assenza di canali sicuri e legali di accesso al territorio europeo. I governi hanno concentrato i loro sforzi solo sull’obiettivo di impedire le partenze, obbligando chi fugge da guerre, persecuzioni e povertà a rivolgersi ai trafficanti. Se le persone morte nel mare davanti a Cutro avessero potuto chiedere e ottenere un visto umanitario non avrebbero rischiato la vita. Se ci fosse stato un programma di ricerca e salvataggio europeo o italiano, quel terribile naufragio si sarebbe potuto evitare. Sulle responsabilità delle autorità competenti indagherà la magistratura. Ma chi ha responsabilità politiche, in primo luogo il governo, non può ribaltare la realtà e scaricare sulle vittime il peso di una strage che ha visto la perdita di 70 esseri umani che si potevano e si dovevano salvare.
È arrivato il momento di dire basta e di fermare le stragi. • Chiediamo un’indagine seria che faccia chiarezza su quanto è successo. • Chiediamo di istituire una Commissione parlamentare di inchiesta sulle stragi di frontiera. • Chiediamo di realizzare immediatamente un programma europeo di ricerca e salvataggio in tutto il Mediterraneo, e sollecitiamo il governo italiano a chiedere agli altri Stati membri di implementare questo programma. • Chiediamo di attivare i visti umanitari previsti dal Regolamento Europeo dei Visti, consentendo così alle persone in fuga da guerre e violenze l’attraversamento delle frontiere europee in sicurezza e legalità. • Chiediamo di attivare ogni via d’accesso complementare, a partire dai reinsediamenti, dai corridoi e da altre forme di sponsorship e di ampliare i canali regolari di ingresso, senza usare questi strumenti per giustificare politiche di chiusura e respingimenti delegati a governi non UE. • Chiediamo di fermare ogni iniziativa e programma di esternalizzazione delle frontiere e di promuovere accordi bilaterali condizionati dal rispetto dei diritti umani e non dal controllo dei flussi migratori.
È il momento di dire basta ad ogni forma di strumentalizzazione politica e di fermare le stragi.
Lo faremo andando sulla spiaggia di Cutro il prossimo 11 marzo alle 14.30 per esprimere la nostra indignazione e la solidarietà con le vittime e le loro famiglie con una marcia silenziosa.
La manifestazione di Cutro è il primo importante appuntamento nazionale di un percorso di iniziative e mobilitazioni che le reti che la promuovono intendono organizzare affinché queste politiche “invertano rotta”.
A chi non potrà essere a Steccato di Cutro chiediamo di mobilitarsi online scattandosi una foto con la fascia bianca al braccio e pubblicarla sui social con l’hashtag #fermarelastrage .
Per adesioni: fermarelastragesubito@gmail.com
Rete 26 febbraio A Buon Diritto ACAT ACLI ActionAid Amnesty International Italia ANPI AOI ARCI ASGI Auser Nazionale Avvocato di Strada Baobab Experience Caritas Italiana Casa dei Diritti Sociali Centro Astalli Centro di Accoglienza "Ernesto Balducci" di Zugliano (UD) CGIL CIES CIR CivicoZero Onlus CNCA COCIS Comunità Papa Giovanni XXIII Comunità di S.Egidio Defence for Children Emergency Ero Straniero Europasilo Fondazione Migrantes Forum per Cambiare l’Ordine delle Cose I.C.S. (Consorzio Italiano di Solidarietà) - Ufficio Rifugiati International Rescue Committee Italia Intersos Legambiente Lunaria Medici del Mondo Medici per i Diritti Umani Medici Senza Frontiere Mediterranea Saving Humans Missionari Comboniani Commissioni Migranti e CPIC Provincia Italiana MorEqual - Associazione Cosenza MoVI Movimento Italiani Senza Cittadinanza Open Arms Oxfam Italia Refugees Welcome Italia ReteDASI (Diritti, Accoglienza, Solidarietà Internazionale) San Pancrazio - Cosenza Save the Children Italia Sea Watch Senza Confine SIMM SOS Villaggi dei Bambini Onlus Strade di Casa - Soc. Coop. Soc.- Cosenza UIL Un Ponte Per UNIRE (Unione nazionale italiana dei rifugiati ed esuli) V.I.M. VOLONTARI ITALIANI PER IL MADAGASCAR onlus
 

Naufragio in Calabria: sale a 72 il numero dei morti accertati, 17 i minori

7 Marzo 2023 -
Roma - Sale a 72 il numero accertato di vittime del naufragio di migranti del 26 febbraio davanti alla spiaggia di Steccato di Cutro, nel Crotonese: 17 sono minori. Questa mattina il corpicino di una bambina dell'apparente età di 3 o 4 anni è stato avvistato in mare da alcuni cittadini che hanno avvisato la Guardia Costiera la quale ha provveduto al recupero. La piccola salma è stata portata in obitorio. Poco dopo è stato recuperato anche il cadavere di una donna. I sedici minori trovati morti in precedenza sono stati tutti identificati grazie al lavoro della Polizia scientifica di Crotone. Tre dei minori sopravvissuti sono ancora ricoverati nel reparto di pediatria dell'ospedale di Crotone. Le ricerche proseguono senza sosta con mezzi aerei, navali, sommozzatori, droni e personale di presidio a terra di Guardia Costiera, Questura, Carabinieri, Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco e Protezione Civile regionale. Intanto c'è la convocazione del Consiglio dei ministri a Cutro per giovedì.

Mons. Baturi in rientro dalla Siria: vicinanza a un popolo stremato

7 Marzo 2023 - Cagliari -  "E' stato un viaggio che ci ha consentito di incontrare e di ascoltare persone che vivono questo dramma: fatto di povertà, morte, malattia. Siamo andati per conoscere, ma anche per manifestare la nostra vicinanza fraterna, di cristiani della Chiesa italiana, e di quella cagliaritana, per dire a quelle persone 'non siete sole, siamo con voi'. La popolazione è davvero stremata da una guerra sanguinosa che ha prodotto più di mezzo milione di vittime in Siria, tra le quali circa 26.000 bambini. Una condizione di estremo disagio che ha costretto tanti a fuggire". Lo ha detto questa mattina il segretario generale della Cei e arcivescovo di Cagliari, mons. Giuseppe, nel corso di un incontro con la stampa cagliaritana dopo la visita della settimana scorsa in Siria e per condivisione l’esperienza maturata. Nalla situaizone giù precaria in questo Paese si è inserita l’emergenza del coronavirus, del colera e poi della crisi finanziaria, soprattutto a seguito del blocco commerciale in Libano. E a infierire ulteriormente sulla già precaria situazione, è giunto il recente sisma che ha colpito zone già provate dalla distruzione della guerra e dalla povertà. "Abbiamo potuto constatare – ha sottolineato mons. Baturi – scenari che ancora conservavano i segni della paura. Tra i vari incontri, succedutisi nel corso dei giorni, ricordo quello con i bambini accolti dai salesiani e dai francescani nelle scuole, sostenuti dall'associazione Pro terra sancta e dalla Caritas locale e italiana. Impressiona la condizione delle comunità cristiane, sempre più ridotte a causa dell'immigrazione. A loro abbiamo detto che non devono sentirsi sole, e che la 'condivisione della fede' deve poter diventare 'condivisione della carità' e aiuto a percorrere il loro cammino. In questo senso è stata un'esperienza confortante. Nel contesto di una situazione di sofferenze e di guerra, la fede è diventata ragione di vita, motivo di carità e di accoglienza per tutti". La Chiesa italiana partecipa a questa avventura anche attraverso i fondi dell'8xMille, una parte dei quali sono destinati a interventi caritativi nel Terzo mondo e nei Paesi in via di sviluppo. L’arcivescovo ha affermato che "erano già avviati dei piani di intervento nella zona di Damasco dove, in questi vent'anni, sono stati investiti più di tre milioni e mezzo di euro, e altrettanto abbiamo fatto negli ultimi quindici anni nella zona di Aleppo". Tra le iniziative promosse quella degli “ospedali aperti”, che consente ai più poveri di accedere al ricovero. Tutti questi progetti hanno risentito della crisi prodotta dal terremoto, che ha "determinato non solo la morte ma anche lo sfollamento e la crisi abitativa. E noi come Chiesa italiana abbiamo subito stanziato dei fondi". "L’iniziativa – ha aggiunto il segretario generale della Cei – è stata pensata anzitutto per sottolineare l'importanza per noi credenti di sentire parte della nostra vita, quella dei nostri fratelli che stanno nel Medio Oriente, in Turchia, in Siria, in Libano. Questa dilatazione del cuore, fa percepire nostri i Paesi degli altri, nostre le speranze altrui. Sarà l'occasione per ripensare la propria apertura al mondo in una comunione delle anime che si realizza in Cristo". (R.Iaria)

Corridoi umanitari: Sant’Egidio, nuovi arrivi oggi a Fiumicino

7 Marzo 2023 - Roma - Nuovo arrivo, oggi a Fiumicino, con un volo provenienti da Atene, di 11 richiedenti asilo originari di paesi in cui persistono conflitti e condizioni di violenza diffusa come Iraq, Congo e Camerun. Molti hanno trascorso lunghissimi periodi di permanenza - fino a 5 anni - nei campi profughi delle isole greche, tra cui quello di Moria, a Lesbo.  Il loro ingresso in Italia è reso possibile da un protocollo d’intesa tra la Comunità di Sant’Egidio e il ministero dell’Interno che prevede l’arrivo dalla Grecia nel nostro paese, in modo legale e sicuro, di richiedenti asilo, con particolare attenzione ai soggetti più vulnerabili, come nuclei familiari numerosi e minori non accompagnati. I rifugiati – tra cui una donna sola con i figli disabili – saranno accolti a Roma, nelle Marche e in Lombardia e subito avviati verso l’integrazione: per i minori attraverso l’iscrizione a scuola, per gli adulti con l’apprendimento della lingua italiana e, una volta ottenuto lo status di rifugiato, con l’inserimento nel mondo lavorativo. Complessivamente, con il sistema dei corridoi umanitari, realizzati grazie a una rete di accoglienza diffusa, sono giunti in Europa più di 6mila rifugiati, di cui 5250 in Italia.

Forlì: oggi incontro su “Migranti e integrazione nell’Italia di oggi” con mons. Perego

7 Marzo 2023 - Forlì - Si svolgerà, queste sera,  nell’ambito della Scuola diocesana di Formazione all’Impegno Sociale e Politico della diocesi di Forlì-Bertinoro l’incontro “Migranti e integrazione nell’Italia di oggi”. Interverranno per la Fondazione Migrantes mons. Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio e Presidente CEMi e Fondazione Migrantes. Agli interventi seguiranno riflessioni con riferimento alla situazione del territorio forlivese.

Migrantes: a Ferrara la presentazione del rapporto Diritto d’Asilo

7 Marzo 2023 - Ferrara - Il prossimo 13 marzo nella sede del Dipartimento di Giurisprudenza a Ferrara è in programma un incontro di presentazione del Rapporto 2022 della Fondazione Migrantes sul diritto d’asilo. Il Seminario è organizzato nell’ambito dei corsi di Cliniche Legali, Diritto europeo dell’immigrazione, Sociologia del diritto. Appuntamento alle ore 15 nella Sala Consiliare del Dipartimento. Dopo i saluti istituzionali di Serena Forlati (Direttrice del Dipartimento di Giurisprudenza, Università di Ferrara), Rinaldo Argentieri (Prefetto di Ferrara) ed Elisabetta Balsamo (Dirigente Ufficio Immigrazione della Questura di Ferrara), vi sarà l'introduzione da parte dell'arcivescovo di Ferrara-Comacchio e presidente della Fondazione Migrantes, mons. Gian Carlo Perego. L'incontro, coordinato da Orsetta Giolo (Università Ferrara), vedrà poi gli interventi di Cristina Molfetta della Fondazione Migrantes, Gianfranco Schiavone dell'Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione e Alessandra Annoni dell'Università di Ferrara.