Primo Piano

Preghiera dei Fedeli – Domenica 13 marzo 2022- II di Quaresima – Anno C

13 Marzo 2022 -

O Padre che hai fatto risplendere la tua gloria sul volto del tuo Figlio in preghiera, donaci un cuore docile alla sua Parola perché possiamo seguirlo sulla via della croce ed essere trasfigurati a immagine del suo corpo glorioso. Egli è Dio.... Preghiamo insieme invocando: Donaci, o Signore, un cuore nuovo. Perché la santa Chiesa, con la parola e con le opere, proclami che solo nel mistero della croce si attua la vera liberazione e la vera gioia dell'uomo, preghiamo. Padre che mostri la tua gloria in Cristo Gesù, dona a noi, tuoi figli, un cuore nuovo, perché ciascuno operi a favore della pace e del progresso di tutti i popoli della Terra, preghiamo. Perché spezzando tra noi il pane della sapienza e della vita eterna, impariamo a condividere con tutti i fratelli e le sorelle i beni della terra con cuore fraterno e ospitale, preghiamo. Signore Gesù, che nella preghiera anticipi la gloria della tua risurrezione, donaci la gioia di poter ascoltare la tua Parola, come il Padre ci ha richiesto, preghiamo. Perché i nostri fratelli che, a causa della atroce guerra in corso in Ucraina e in molte altre parti del mondo, non disperino di poter contare sul Tuo aiuto e sulla preghiera e condivisione di tanti fratelli e sorelle, preghiamo. Perché illuminati dalla parola di Dio, possiamo contribuire a dare risposte efficaci alle istanze di libertà, di uguaglianza e di pacificazione sociale, che emergono dalla storia odierna, preghiamo. La luce della tua verità, o Padre, ci faccia avanzare sulla via della conversione e ci impedisca di lasciar cadere anche una sola delle tue parole. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Migrantes Taranto: incontri di catechesi con i bambini e ragazzi dello spettacolo viaggiante

11 Marzo 2022 - Taranto - Le famiglie che lavorano nel circo Orfei Madagascar giunti a Taranto in questi giorni hanno richiesto  a Migrantes, che  segue da anni le famiglie dei circensi e LunaParkisti, aiuto in viveri, vestiario, doposcuola ai bambini e anche un incontro di  catechesi rivolto a tutti i ragazzi circensi. L'ufficio Migrantes di Taranto, con l'aiuto di tre parrocchie cittadine e di una loro catechista, ha potuto andare incontro alle loro necessità. Economicamente li si è aiutati anche attraverso la vendita dei loro biglietti oltre che con altri aiuti ricevuti anche dalla diocesi direttamente. L'arcivescovo, mons. Filippo Santoro, ha assicurato la sua vicinanza e preghiera e  donato un'offerta personale. Mercoledì si è celebrata la S. Messa nel tendone del circo una liturgia eucaristica. L'ufficio Migrantes diocesano insieme ai volontari continua a sostenere il personale del circo con aiuti ma anche con la partecipazione allo spettacolo  del circo Orfei Madagascar.

Migrantes: il 18 marzo la presentazione del Rapporto Diritto Asilo a Trieste

11 Marzo 2022 - Trieste - Sarà presentato a Trieste, il prossimo 18 marso, alle ore 17.00 presso il Circolo della Stampa, il "Rapporto sul Diritto d'Asilo 2021" della Fondazione Migrantes. A presentarlo, dopo i saluti introduttivi di Claudio Martellozzo, consigliere del Circolo della Stampa e Emmanuele Natoli, referente Fondazione Migrantes a Trieste, Cristina Molfetta, curatrice del Rapporto e  Gianfranco Schiavone, presidente ICS e coautore del Rapporto. I lavori saranno moderati da Fabiana Martini.

Ucraina: le linee guida di Viminale e Protezione civile in lingua ucraina, inglese e italiana

11 Marzo 2022 -
Roma - Il ministero dell’Interno e il dipartimento della Protezione civile hanno realizzato una scheda dedicata ai profughi ucraini in arrivo nel nostro Paese per favorire la loro regolare permanenza sul territorio nazionale. Tra le indicazioni contenute: gli obblighi sanitari da rispettare secondo la normativa anti-Covid 19, a chi rivolgersi per usufruire di un alloggio, le modalità per regolarizzare la propria posizione in Italia e altre informazioni utili.

Vangelo Migrante: II Domenica di Quaresima | Vangelo (Lc 9,28-36)

10 Marzo 2022 - Nel cammino quaresimale, la II domenica è tradizionalmente dedicata alla Trasfigurazione: un’esperienza per guardare alla meta, proprio mentre stiamo ingaggiando una sorta di combattimento. È un testo che ha delle potenzialità infinite di riflessione, ma a noi, questa domenica, ci è offerto come paradigma della vita del cristiano: per poter arrivare a compiere la propria missione con il Signore, per il cristiano è necessario ascendere, vivere un’esperienza che trasfigura e tornare alla vita. Il Vangelo parla di Gesù che si stacca dal gruppo, prende con sé alcuni e sale su un monte. Perché la relazione con Dio abbia inizio, è necessario un ‘fuori’ che rivela intimità ma anche una sorta di ‘privato’ e di ‘circoscritto’.  Non è divisione o esclusione: è ‘separazione’ da una realtà caotica e confusa, ma anche da un pensare solo a se stessi, per entrare nell’ordine della bellezza di Dio e nella luce che da essa si promana. Nell’esperienza dell’esodo, si vede e si ascolta qualcosa che altrimenti non è dato vedere e udire. Anche oggi, per tante ragioni, si avverte l’esigenza di un ‘distacco; ma, normalmente, questo avviene con forme di autoanalisi che, tuttavia, rivelano profonde insoddisfazioni perchè non ci vediamo come vorremmo; non capiamo il perché, e allora ci diamo a forme di introspezione e di auto-contemplazione. Ecco che la prima forma di ascesi è proprio l’uscita da noi stessi. Proprio come avviene sul Tabor: “Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno”. Il sonno è una sorta di ‘abbandono’. “Ma quando si svegliarono videro la Sua gloria”.  Solo quando si perdono quelle forme di controllo che pensiamo di esercitare su tutto, a partire da noi stessi, si può vedere il ‘vero tutto’ che abbiamo dinanzi e che normalmente ci sfugge: questa è trasfigurazione. Solo quando permettiamo che la vita venga svestita delle determinazioni fatte sulla base delle cose che ci circondano, essa tira fuori il suo aspetto rinnovato: in questo è trasfigurata. Così apparve ai discepoli il volto di Gesù: non determinato da nient’altro se non da se stesso; brilla di luce propria; e riflette in chi lo vede un benessere che a sua volta genera un desiderio: rimanere! “Maestro, è bello per noi essere qui!”, esclama Pietro! Stare con il Signore fa stare bene! Il discepolo sta bene ovunque ma non sono le condizioni esterne a determinare il suo benessere, bensì il Signore! Lo confermerà Gesù sulla croce al buon ladrone: “oggi sarai con me!” … E si torna alla quotidianità: alle cose della vita si arriva dal Tabor. Se si pensa di affrontarle senza quel passaggio, potrebbe essere tardi. Attenzione: dinanzi a Dio, tutto è possibile; ma l’assetto, ordinario del cristiano è giungere alla vita dalla Trasfigurazione: là si apprende chi è il Signore per me e chi sono io per Lui. Solo così posso andare e vivere in pienezza. Il bello della trasfigurazione sembra contrastare con la drammaticità della guerra in corso. Quello evangelico non è un bello estetico né un benessere godereccio ma una condizione che fa il paio con il vero e con il bene. È con questo sguardo trasfigurato che il cristiano accoglie i tanti profughi di queste ore. In quel gesto non c’è solo una risposta all’emergenza ma anche verità, dignità e libertà; la propria e quella di chi ha di fronte. (p. Gaetano Saracino)      

Migrantes Torino: domenica messa per “stringersi alla comunità ucraina”

10 Marzo 2022 - Torino- Una celebrazione eucaristica per stringersi forte alla comunità ucraina di Torino. La liturgia eucaristica, promosso dall'Ufficio Migrantes di Torino, domenica 13 marzo (ore 12.15) sarà celebrata dal cappellano della comunità ucraina della diocesi, p. Ihor Holynskyy e dal parroco don Andriy Vachrushev, presso la Chiesa Nostra Signora del Sacro Cuore di Gesù. A Torino le azioni messe in campo per l'Ucraina dalla Migrantes sono una raccolta farmaci e materiale sanitario presso la sede di Migrantes  in collaborazione con l'Esarcato Apostolico e la Comunità ucraina di Torino; una raccolta di segnalazioni di cittadini ucraini sprovvisti di alloggio e ricerca di soluzioni alloggiative di emergenza; una raccolta di disponibilità di accoglienza da parte di singoli e famiglie, associazioni, gruppi di cittadini, comunità religiose, a livello regionale; l'organizzazione di un servizio di mediazione linguistica e culturale in lingua ucraina; il coordinamento con le istituzioni regionali e comunali piemontesi per l'accesso ai servizi e il coordinamento con le cappellanie ucraine di rito cattolico e bizantino di Torino per la raccolta di segnalazioni di cittadini ucraini in difficoltà.

Migrantes Taranto: una Santa messa sotto lo chapiteau del circo Maya Orfei

10 Marzo 2022 -  Un momento emozionate è stato vissuto ieri mattina da tutti i componenti del circo Maya Orfei Madagascar che dal 25 febbraio ha montato il grande chapiteaux in viale Unicef a Taranto. Il grande tendone ha ospitato alle 10,30 la Santa Messa celebrata da mons. Gino Romanazzi, assieme a don Massimo Caramia e don Ezio Succa che si sono messi a disposizione per il Sacramento della Riconciliazione. “Ospitare la Santa Messa all’interno del circo per noi è sempre un momento raro, quindi è stato davvero un incontro bellissimo in questo periodo, molto brutto, che stiamo vivendo in tutto il mondo”. Con queste parole ha detto il responsabile del circo al termine della celebrazione per l’attenzione e l’aiuto ricevuto. La carovana circense, che sosterà nella città pugliese fino al 13 marzo, a causa del blocco imposto per l’epidemia da Covid era rimasta ferma per lungo tempo senza poter lavorare, con conseguenze disastrose dal punto di vista economico per tutti gli addetti. L'Ufficio Migrantes di Taranto si è subito attivato dopo la richiesta di aiuto giunta dalle famiglie che compongono la carovana, con viveri, vestiario, il doposcuola per i bambini, attraverso il coinvolgimento di don Pino Calamo e tre parrocchie della città. Inoltre economicamente si è prodigata nella vendita dei biglietti, una sostanziosa offerta è giunta anche dall’arcivescovo di Taranto, monsignor Filippo Santoro. Per tutti questi gesti di solidarietà ricevuti, al termine della Santa Messa è stata consegnata una targa di riconoscimento alla responsabile dell’Ufficio Pastorale dei Migranti dell’Arcidiocesi di Taranto Marisa Metrangolo. “Abbiamo pensato per ricordare questo momento un piccolo omaggio a Migrantes Taranto da parte di tutte le maestranze e gli operai e la direzione del circo Maya Orfei, che sia un momento che magari nel nostro ritorno a Taranto possiamo ripetere. Grazie”. Dopo Taranto il circo farà tappa a Barletta dal 18 al 27 marzo, a Bari dal 1 aprile al 1 maggio e a Monopoli dal 6 al 15 maggio. E’ un legame consolidato oramai da anni quello delle famiglie che compongono il circo Maya Orfei Madagascar con il territorio pugliese. (Nicoletta Di Benedetto)   Nicoletta Di Benedetto

Ucraina: card.Czerny, “siamo chiamati a far nostro il loro dolore”

10 Marzo 2022 - Città del Vaticano - "Che arrivino a #Lesbo dal Nordafrica o dalla Siria, o in Ungheria scappando dall'#Ucraina in guerra, i profughi sono il volto di Cristo sulla Croce. Siamo chiamati a far nostro il loro dolore". E' quanto ha scritto, questa mattina, in un tweet dall'Ungheria il cardinale Michael Czerny, prefetto 'ad interim' del Dicastero vaticano per lo Sviluppo umano integrale, uno dei due porporati - l'altro e l'elemosiniere card. Konrad Krajewski - inviati dal Papa in Ucraina per portare il suo aiuto e la sua vicinanza alla popolazione in questi giorni sotto attacco russo.

Ucraina: la diocesi di Lucca accoglie i primi 32 profughi

10 Marzo 2022 -

Ucraina: le vittime, i profughi, l’Europa e i bei gesti che non bastano

10 Marzo 2022 - Roma - Prosegue tra gli stenti il tentativo di mettere in sicurezza i civili intrappolati nelle città ucraine sotto assedio. Gli accordi di cessate il fuoco dovrebbero coprire l’attivazione dei corridoi umanitari, ma le forze russe non hanno fermato i bombardamenti e molti hanno dovuto rinunciare a partire, bloccati in un’Ucraina, meridionale e orientale, in cui cominciano a mancare cibo, elettricità, medicinali, acqua. Il resto d’Europa aspetta queste persone e, nel frattempo, si prende cura dei due milioni di loro connazionali riusciti a varcare il confine. Mentre gli uomini rimangono a combattere, e anzi spesso rientrano in patria per contribuire alla resistenza, coloro che fuggono sono soprattutto donne e bambini: la metà dei profughi sono minori, per la maggior parte accompagnati dalla sola mamma. Per le madri in fuga da tutte le guerre e carestie del mondo, ha pregato Papa Francesco in occasione della Giornata internazionale della donna. In treno o in autobus, le ucraine e i loro figli raggiungono i Paesi confinanti, come la Polonia, in cui ha fatto ingresso oltre un milione di persone, o la Moldavia, che, con circa 100.000 profughi su una popolazione di tre milioni e mezzo di persone, è in proporzione il Paese che accoglie di più. La popolazione locale offre aiuto e intanto trema, nella consapevolezza che l’Ucraina potrebbe non essere l’ultimo Paese a solleticare il delirio imperialista del governo russo. Tra mille immaginabili difficoltà, si improvvisano ricoveri e centri d’accoglienza, si cercano fondi, si organizza la distribuzione di beni primari, si pensa ad una sistemazione più stabile per i profughi, destinandovi strutture pubbliche o case private e velocizzando i trasferimenti verso altri Paesi d’Europa. Anche in Italia, dove il Ministero dell’interno annuncia che già oltre 17.000 ucraini si sono ricongiunti con i propri familiari. Ed è l’Italia a richiamare l’Europa all’unità: per voce del Presidente del Consiglio Mario Draghi, che a Bruxelles ha definito la coesione, nelle sanzioni come nell’accoglienza, la nostra più grande forza davanti alla crisi, e per voce del Sindaco di Firenze Dario Nardella, intervenuto al summit di Marsiglia della rete Eurocities, che presiede, per convocare una grande manifestazione delle città europee il prossimo 12 marzo. Dall’incontro sul Mediterraneo che ha appena ospitato e dalla Carta di valori e intenti cui ha dato il nome, Firenze ha ereditato una missione di costruttrice di dialogo e pace che intende onorare: il suo territorio ospita già alcune centinaia di profughi, mentre la Misericordia, coordinata dalla Diocesi locale e dalla Chiesa ucraina, raccoglie beni di prima necessità da consegnare agli sfollati di guerra, tra Leopoli e le zone di confine. In questa cornice, il corteo di sabato dovrà incarnare la reazione alla guerra delle città e dei cittadini europei, simbolicamente uniti in un’unica piazza che grida pace. Ci si sente coinvolti e ci si sforza di contribuire, ognuno come può: comprando alimenti a lunga conservazione e regalando coperte, mettendo a disposizione una stanza a casa propria, organizzando passaggi in auto al di là del confine. Sventolando una bandiera arcobaleno e supplicando tutti insieme che finisca questa follia. La guerra è una pazzia, ha scandito Papa Francesco all’Angelus di domenica. Mentre sale il numero dei morti: l’Alto Commissariato ONU per i diritti umani stima oltre 400 civili uccisi in appena dieci giorni di guerra. 27 bambini tra loro. Oltre 800 feriti. Più difficile da accertare e oggetto di disputa tra fazioni nemiche, il conteggio delle morti tra i soldati dei due schieramenti certamente raggiunge diverse migliaia di unità. A che scopo questa sofferenza? “La guerra è una pazzia”. Prima dell’irreparabile, c’è ancora forse spazio per un appello, dei popoli della Chiesa e dell’Europa, il più forte che si può: “Fermatevi, per favore”. (Livia Cefaloni)  

Italiani nel Mondo: in Argentina alla ricerca delle radici

10 Marzo 2022 - Bologna - Inizia con una una missione di ricerca nelle comunità emiliano-romagnole residenti in Argentina il progetto “Verso un turismo delle radici in Emilia-Romagna: memorie, immaginario, aspettative e desideri degli emigrati emiliano-romagnoli in Argentina e Brasile per un viaggio ospitale alla scoperta delle origini”. Dall’11 al 26 marzo, infatti, Marina Gabrieli, vincitrice della borsa di ricerca per il progetto omonimo - coordinato dal prof. Pierluigi Musarò, del Dipartimento di Sociologia e Diritto dell’Economia dell’Università di Bologna – si recherà in Argentina per indagare - attraverso l’osservazione diretta, interviste in profondità e un questionario - sul sentimento di appartenenza degli emiliano-romagnoli e i loro discendenti e sulle loro aspettative o abitudini di viaggio nei luoghi delle origini. Un focus speciale tratterà anche il tema della nuova mobilità, facendo leva sull’immagine che gli emiliano-romagnoli trasferitisi in suddetti paesi dal 2008 hanno del loro territorio di nascita e sulle modalità di fruizione dello stesso in occasione dei ritorni temporanei a casa. Inoltre, si analizzeranno le strategie messe in atto dal territorio regionale per la creazione e la promozione di un’offerta turistica rivolta ai viaggiatori delle radici, con un sguardo più dettagliato su quei comuni che sono stati particolarmente coinvolti nel fenomeno dell’emigrazione. La missione partirà da Mar del Plata con la partecipazione della ricercatrice a una due giorni dedicata al tema “viaggi delle radici” che include sabato 12 marzo la presentazione del documentario di Maxi Manzo “El vestido de Dora”, organizzata dal Consolato d’Italia a Mar Del Plata, e domenica 13 marzo un incontro dedicato alla comunità emiliano-romagnola che avrà luogo nella Granja Las Dos Marías – un agriturismo gestito da una famiglia originaria di Faenza - e organizzato dall’Asociacion Nuevas Generaciones Terra De Mar Del Plata.

Ucraina: mons. Perego (Migrantes), “questa tragedia faccia cadere i muri, tutti”

10 Marzo 2022 - Milano- «Forse questa guerra che viviamo da dentro e non alla finestra, mediata da persone che lavorano nelle nostre case, frequentano le nostre chiese, vivono nelle nostre città ci aiuterà ad aprire la mente e il cuore all’accoglienza di tutti i profughi, a spingere l’Europa a fare uno scatto di umanità e solidarietà, a ribadire il nostro “ripudio per la guerra” e a far cadere “i muri dentro e i muri fuori” (Gaber), che non ci aiutano a leggere la storia dalla parte degli ultimi e a deciderci per “una scelta preferenziale per i poveri”». Lo scrive mons. Gian Carlo Perego, presidente della Fondazione Migrantes in un editoriale che Famiglia Cristiana pubblica nel numero in edicola da oggi. «L’esodo», osserva monsignor Perego, «riguarda un grande Paese di 44 milioni di persone e potrà raggiungere e superare i 5 milioni di profughi che si aggiungono agli oltre 5 milioni di immigrati ucraini nel mondo. Abbiamo la guerra fuori casa, ai confini dell’Europa, e i profughi in casa: in Romania, in Polonia, in Ungheria e ora anche in Italia. E attraverso soprattutto il dolore delle migliaia di cosiddette “badanti”, che assistono i nostri bambini e i nostri anziani in casa, la parte più significativa degli oltre 250 mila ucraini presenti nelle nostre città e paesi, stiamo condividendo una guerra, la preghiera per la pace, il dolore per i morti, la preoccupazione per i familiari e stiamo accorgendoci, in Europa, che tutti i rifugiati e profughi hanno la stessa storia e chiedono a noi lo stesso dolore, la stessa preoccupazione, la stessa accoglienza». «Dalle nostre città è salito subito il grido: accogliamoli», puntualizza ancora monsignor Perego. «Abbiamo visto persone partire per l’Ucraina per accompagnare i familiari delle “badanti” che assistevano la propria madre anziana; abbiamo ammirato la solidarietà che è cresciuta attorno alle 150 comunità ucraine di rito greco-cattolico, assistite da oltre 60 sacerdoti, in collaborazione con Migrantes: cibo, medicinali, generi per i bambini hanno riempito camion e tir che sono partiti per Leopoli. Le Caritas si sono attivate per raccogliere la disponibilità di appartamenti e per ampliare le accoglienze diffuse nei Centri di accoglienza straordinaria (Cas) e nel Sistema di accoglienza e integrazione (Sai), in coordinamento con le prefetture, per costruire un filo diretto con le Caritas ucraine e la Caritas internazionale». Tutto questo, conclude monsignor Perego, deve «aiutare ad aprire menti e cuori all’accoglienza dei profughi. Tutti»

Ucraina: iniziative dell’Università di Ferrara

10 Marzo 2022 - Ferrara - Dall’inizio del conflitto in Ucraina, che ha colpito il cuore dell’Europa e non solo, l’Università di Ferrara ha immediatamente espresso ferma condanna alla guerra e ha messo in campo le proprie competenze organizzando una serie di iniziative per parlare del conflitto e delle sue implicazioni. Ha inoltre attivato un servizio di counseling per le sue studentesse e i suoi studenti di nazionalità ucraina e russa, ha aderito all’appello per la pace della CRUI e ha condiviso la dichiarazione della Carta per le Pari opportunità (Italian Diversity Charter) a condanna di quanto sta avvenendo. Il 3 marzo scorso si è svolto l’incontro online anche un incontro su “La guerra in Ucraina e le vie della pace”, organizzato dall’Università di Ferrara, dal Centro Macro Crimes - Centro studi giuridici europei sulla grande criminalità e dal Centro di Ateneo per la cooperazione allo sviluppo internazionale.  A presiedere il dibattito è stato Luca Baccelli, professore dell’Università di Camerino e presidente del Centro Jura Gentium con l’introduzione delle docenti Orsetta Giolo dell’Università di Ferrara e Valeria Verdolini dell’Università di Milano-Bicocca e l’intervento del professor Alessandro Colombo dell’Università di Milano. In chiusura è intervenuta Serena Forlati, direttrice del Dipartimento di Giurisprudenza di Unife. Hanno partecipato inoltre Alessandra Annoni (Unife), Roger Campione (Univ. Oviedo), Khrystyna Gavrysh (Unife), Olivia Guaraldo (Univr - Centro Hannah Arendt), Daniele Lugli (Movimento Nonviolento), Gian Carlo Perego (Fondazione Migrantes), Stefano Pietropaoli (Unifi), Filippo Ruschi (Unifi), Emilio Santoro (Unifi - Centro L'altro diritto), Mirko Sossai (UniRoma Tre), Andrea Spagnolo (Unito).  Nei prossimi giorni altri momenti di incontro e confronto.    

Calcio: il Cagliari inserisce anche giovane profugo ucraino

10 Marzo 2022 -

Cagliari - Potrà giocare e allenarsi dalla settimana prossima nel settore giovanile degli Under 14 del Cagliari Calcio, Artem, il ragazzo di 14 anni, arrivato insieme ad altri circa 60 bambini e ragazzini dall’Ucraina. La società rossoblu ha deciso di dare la possibilità al ragazzo di divertirsi insieme ad altri suoi coetanei. Per adesso, dunque, non si parla di questioni di natura tecnica. Originario di Odessa, il ragazzo è accompagnato dalla mamma affidataria. Tifoso del Manchester United, Artem giocava già come ala sinistra nel club di calcio giovanile per professionisti in Ucraina. Anche a Napoli intanto i bambini rifugiati della guerra potranno svolgere attività sportiva in sette circoli sportivi napoletani (Circolo Posillipo, Canottieri Napoli, Circolo Savoia, Rari Nantes, Lega Navale, Circolo Italia, Circolo del Tennis). L’iniziativa è partita dal Circolo Posillipo.

Ucraina: l’onda lunga dei profughi

10 Marzo 2022 -

Bruxelles - Il flusso di profughi dall’Ucraina appare inarrestabile. In un solo giorno ieri sono arrivate 143.959 persone nei Paesi confinanti, ha affermato l’Alto Commissariato Onu, portando il totale a 2.155.271 rifugiati in meno di due settimane. Per Unicef sono 1 milione i bambini in fuga. Oltre la metà dei profughi si trovano in Polonia, che ne accoglie al momento 1,29 milioni, altri 441.000 sono ripartiti tra Ungheria, Slovacchia, Romania, 235.000 in altri Stati Ue (il resto in Moldavia, Bielorussia e Russia). Una crisi senza precedenti dal Dopoguerra, basti dire che in quella del 2015-16, sin qui considerata epocale, arrivarono 2,5 milioni nel giro di due anni. L’Alto commissariato prevede che si arriverà ad almeno 4 milioni, l’Ue parla di 7 milioni. «L’Unione – ha dichiarato l’Alto rappresentante Ue Josep Borrell – sosterrà e proteggerà quanti fuggono dall’aggressione russa, a prescindere dalla loro nazionalità e provenienza. L’Ue mobiliterà anche tutti i suoi strumenti per aiutare i Paesi che li ospitano». La questione approda oggi al Consiglio Europeo informale che riunisce i leader a Versailles. L’Ue si è mossa con inusitata rapidità. Quello che più salta agli occhi è l’approvazione in tempo record, la scorsa settimana all’unanimità, dell’attivazione della direttiva sulla protezione temporanea del 2001, per la prima volta in assoluto. Gli ucraini, che non hanno bisogno di visto e possono circolare nell’Ue per 90 giorni, potranno poi restare fino a un massimo di tre anni nel Paese Ue dove si sono recati, senza dover chiedere asilo e avendo accesso a mercato del lavoro, istruzione e servizi. Un capitolo a sé sono i cittadini terzi in fuga dalla guerra (secondo l’Oim sono 109.000 quelli giunti nei Paesi confinanti, tra cui molti studenti dall’Africa e dall’Asia). Per i non ucraini residenti di lunga data in Ucraina, i vari Stati Ue potranno applicare o la direttiva Ue o le norme nazionali (compromesso indispensabile per ottenere il via libera dei Paesi dell’Est). Gli altri vengono rimpatriati, a meno che non siano bisognosi di protezione, o gli Stati membri decidano di ospitarli comunque. Ieri comunque la Commissione Europea ha lanciato una pagina Web destinata a chi fugge dall’Ucraina, con informazioni su come attraversare la frontiera, i propri i diritti e gli spostamenti dentro l’Ue. Non si parla, per ora, di ridistribuzione, semmai sono gli ucraini a «ridistribuirsi » da sé grazie alla possibilità di circolare liberamente nell’Ue. La questione potrebbe però porsi a breve, vista le gigantesche dimensioni dell’esodo. Già attiva è una «piattaforma di solidarietà», coordinata dalla Commissione, in cui ogni Stato membro Ue può indicare la propria disponibilità di posti. Un’idea che circola a Bruxelles è un meccanismo di solidarietà volontario, nel caso i numeri diventino ingestibili per i Paesi di frontiera: alcuni rifugiati sarebbero trasferiti in altri Stati membri Ue. Per ora, però, nessuno degli Stati più esposti lo ha richiesto. Complessivamente, la Commissione ha stanziato 500 milioni di euro, di cui 85 milioni destinati all’Ucraina, 5 milioni alla Moldavia, per fornire cibo, acqua, assistenza sanitaria, rifugi. Altri 330 milioni di questo fondo saranno usati per un pacchetto per assistenza diretta ai profughi sia in Ucraina, sia nell’Ue, con attenzione soprattutto a bambini e anziani. Bruxelles ha inoltre attivato il Meccanismo di protezione civile Ue, con l’invio in Ucraina di veicoli, kit medici, tende, coperte, sacchi a pelo, Anche la Polonia ne ha chiesto l’intervento, chiedendo soprattutto farmaci e prodotti medicali. Ventisei Stati Ue, tra cui l’Italia, stanno contribuendo. Si è attivata anche Frontex, l’agenzia delle frontiere esterne, che ha inviato 200 suoi funzionari per aiutare ad accelerare le procedure di accoglienza al confine ucraino. La Commissione ha inoltre proposto un’«Azione di coesione per i profughi in Europa » (Care), una normativa che consentirebbe maggior flessibilità nel finanziamento di numerose misure a sostegno dei profughi. Altri 10 miliardi di euro potranno esser prelevati da React-EU, creato per contribuire alla risposta alla crisi pandemica. (Giovanni Maria Del Re)

Piccola speranza tra gli orrori: le bombe non fermano la carità

10 Marzo 2022 -

Milano - Domenica scorsa al termine dell’Angelus Papa Francesco ha reso noto di aver inviato in Ucraina due cardinali: l’elemosiniere Konrad Krajewski e Michael Czerny, prefetto ad interim del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale. Il primo è entrato in Ucraina dalla frontiera polacca, mentre il secondo lo ha fatto dall’Ungheria, dove ha tenuto incontri istituzionali e ha visitato le strutture di accoglienza dei rifugiati. Il Pontefice aveva sottolineato che «la presenza di due cardinali lì, sul posto, non rappresenta solo la presenza del Papa, ma simbolizza la presenza di tutto il popolo cristiano che vuole stare vicino e dire: “La guerra è una follia! Fermatevi, per favore! Guardate, quanta crudeltà!”». L’elemosiniere pontificio ha raccontato ai media vaticani lo sforzo imponente messo in campo, dalla sicurezza relativa di Leopoli, per raggiungere anche chi è ancora sotto le traiettorie dei missili e fatica o è impedito a imbarcarsi nella fuga tra le sponde di corridoi umanitari troppo fragili. «Io – ha riferito – mi trovo nei dintorni di Leopoli, per motivi di sicurezza non diciamo dove. Qui arrivano soprattutto i grandi aiuti dalla comunità europea attraverso la Polonia. Tutto viene scaricato in grandi depositi e da qui poi partono i tir per Kiev, per Odessa, verso il sud nel Paese». La «bella notizia», dice con soddisfazione il cardinale Krajewski, «è che tutti questi aiuti arrivano ancora a destinazione, nonostante i bombardamenti». Glielo hanno confermato i vescovi di Kiev, di Odessa, di Karkhiv, lo stesso nunzio apostolico, con i quali è in contatto. Ed è su questo aspetto in particolare, sottolinea il porporato, che è intervenuto in modo pratico il sostegno del Papa: «Qui hanno difficoltà a reperire il gasolio e dunque, attraverso l’Elemosineria, il Santo Padre ha pagato molti viaggi di tir, dei grandi camion che portano gli aiuti umanitari all’interno dell’Ucraina». «Sappiamo che la fede – ha poi confidato – riesce a spostare le montagne, così leggiamo nel Vangelo, e ne siamo sicuri. Penso che riusciremo a fermare questa guerra proprio con la nostra preghiera, con la nostra fede».

Martedì Krajewski ha incontrato l’arcivescovo maggiore Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, e il metropolita di Leopoli dei latini Mieczyslaw Mokrzycki. I tre, riferisce il segretariato romano di Shevchuk, hanno potuto anche parlare direttamente con Papa Francesco. Durante la telefonata, Krajewski ha raccontato al Pontefice le prime impressioni della visita, e in particolare quello che ha visto sul territorio polacco, da dove è entrato in Ucraina. Il Papa è stato inoltre aggiornato sul programma della visita del suo inviato in Ucraina, precedentemente discusso dai partecipanti all’incontro. Krajewski non ha una data di fine missione, perché il Pontefice gli ha dato istruzioni di rimanere in Ucraina il tempo necessario per fornire sostegno al popolo ucraino a nome della Sede Apostolica. Shevchuk ha commentato che «il Papa vuole essere presente di persona attraverso il suo inviato. È questo lo scopo della sua visita». Oggi comunque, è prevista la visita ai centri di assistenza sociale della Chiesa greco-cattolica ucraina, e la partecipazione ad una preghiera congiunta con i rappresentanti del Consiglio pan-ucraino delle Chiese e delle Organizzazioni religiose. Secondo Krajewski, i profughi sono grati alla comunità europea per gli aiuti e le preghiere. È stata la stazione di Keleti, punto di partenza per i viaggi internazionali, la prima tappa del viaggio in Ungheria del cardinale Czerny. Da lì ogni giorno da settimane scendono dai treni circa 2500 persone, assistite da Caritas e Ordine di Malta. Nel pomeriggio di martedì la visita del porporato gesuita al centro accoglienza di Sant’Egidio nella chiesa di San Pietro Canisio. Nello scalo di Keleti, riferisce VaticanNews, Czerny ha incontrato anche un gruppo di giovani di colore. Ieri poi ha visto il vice premier ungherese, Zsolt Semjén, che ha ribadito la disponibilità del governo ad accogliere i profughi 'senza limiti'. Quindi ha attraversato la frontiera ucraina, direzione Beregove, villaggio della Transcarpazia, per incontrare un gruppo di profughi assistiti dalla locale chiesa greco cattolica. (Gianni Cardinale - Avvenire)

Ucraina, Olena e Gaetana: due donne contro la guerra

9 Marzo 2022 - Palermo - C’è voluta una guerra per conoscere meglio la cartina geografica dell’Ucraina. Eppure, quel Paese è sempre stato vicino a noi, nelle donne e negli uomini che abitano le nostre case, che vivono le nostre città. Una mappa fatta di carne e sangue. Secondo gli ultimi dati messi a disposizione dal Comune di Palermo, nel capoluogo siciliano vivono 230 cittadini provenienti dall’Ucraina. Si tratta in gran parte di donne, in molti casi impegnate come collaboratrici domestiche o assistenti familiari. Persone, insomma, che rappresentano un fondamentale pilastro nella vita di molte famiglie. La domenica pomeriggio molti di questi lavoratori beneficiano di una manciata ora di riposo. Giusto il tempo per incontrare qualche connazionale in centro e trascorrere qualche momento di svago. Nei pressi della centralissima via della Libertà incontriamo Cristiana e Olena (nomi di fantasia). La loro conversazione non può che avere al centro i giorni terribili che sta vivendo l’Ucraina.  Le notizie che passano in tv sono drammatiche, ma non si avvicinano neppure alla tragicità di ciò che il popolo ucraino sta vivendo. “Nei bombardamenti sono morti molti bambini”, dice Olena, visibilmente angosciata. Entrambe sono costantemente in contatto con i familiari rimasti in patria. Le notizie che arrivano dal fronte non sono per nulla rassicuranti. “La nostra città è Kherson, vicino Odessa. I nostri parenti ci dicono che ci sono molti convogli della Croce Rossa Internazionale bloccati. Trasportano viveri e aiuti, ma i russi non li lasciano passare”. Un solo desiderio anima entrambe le donne: “Pace, vogliamo solo pace. Dio ci doni la pace”. Le voci dei cittadini ucraini somigliano tanto a quelle di chi, nel nostro Paese, ha vissuto la guerra e ricorda con orrore quel tempo. Come Gaetana, novantenne, originaria di Corleone. Al tempo dello scoppio del secondo conflitto mondiale aveva appena 9 anni, ma ricorda ancora nitidamente quel periodo della sua vita. “A quel tempo noi bambini non avevamo mai visto un aereo. Ricordo che un giorno, di colpo, ne vedemmo cinque passare sulle nostre teste. Neanche il tempo di meravigliarci per quella visione e gli aerei iniziarono a sganciare le bombe. Fu terribile. Siamo stati anche noi sfollati, senza cibo e senza un posto in cui dormire. Guardo le immagini della guerra in Ucraina e rivedo quel tempo della mia infanzia. Prego il Signore che intervenga per portare la pace in quel territorio e nel mondo intero”. Cristiana e Gaetana, due età, due mondi tanto diversi eppure vicinissimi. Due voci che si uniscono a quella di Papa Francesco nel definire la guerra una pazzia e nell’innalzare al Cielo una supplica di pace. (Luca Insalaco)      

Il dolore dell’umanità, le braccia dell’accoglienza

9 Marzo 2022 - Roma - La forza di alcune immagini vale più di ogni parola spesa per esprimere emozioni, sentimenti o concetti. Ha fatto il giro del mondo la foto del Cristo Salvatore della cattedrale armena di Leopoli, rimosso e portato in un bunker, al sicuro dagli attacchi militari. In quel Volto sofferente del Cristo è impresso il grido di dolore di quanti stanno soffrendo per il conflitto in atto e per ogni sopruso all’umanità. Le mani che, con cura, mettono al riparo la statua, sembrano esprimere la tensione verso l’accoglienza e la pacificazione. Uno scatto può sostenere pensieri e riflessioni altre che spiegano il senso vero dell’ascolto. È quell’“ascoltare con l’orecchio del cuore” di cui parla papa Francesco nel messaggio per la 56ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali. (Vincenzo Corrado)

Parlamento Europeo: risoluzione per dire no al razzismo

9 Marzo 2022 - Bruxelles - In una risoluzione adottata martedì, i deputati europei chiedono ai media di porre fine alla diffusione di narrazioni stigmatizzanti che disumanizzano i membri di particolari gruppi etnici o razziali, e l’interruzione dei finanziamenti UE e statali ai media che promuovono discorsi di odio e xenofobia. Inoltre, i deputati propongono che gli organismi di regolamentazione del settore audiovisivo di tutti i Paesi UE dispongano del potere di infliggere sanzioni per programmi che promuovono contenuti discriminatori o razzisti. Il testo non legislativo è stato approvato con 495 voti favorevoli, 109 contrari e 92 astensioni. Secondo l'Agenzia dell'UE per i diritti fondamentali, il 45% delle persone di origine nordafricana, il 41% dei rom e il 39% delle persone di origine subsahariana subiscono una discriminazione sulla base del loro background etnico o di immigrazione. Secondo un sondaggio Eurobarometro del 2019, oltre la metà degli europei ritiene che la discriminazione razziale sia diffusa nel loro paese, con "l’essere rom" (61% degli intervistati), “origine etnica" (59%) e "colore della pelle" (59%) come primi tre motivi di discriminazione identificati dai cittadini.  

Mci Olanda: raccolta fonfi in aiuto dei rifugiati dell’Ucraina

9 Marzo 2022 - Roma - La Missione Cattolica Italiana in Olanda  aderisce alla raccolta fondi Vastenactie avviata delle diocesi olandesi per dare un aiuto concreto per i rifugiati dell'Ucraina. Attraverso l'European Catholic Charity Network, Vastenactie aiuta ad accogliere l'enorme flusso di profughi, in Ucraina e nei paesi limitrofi. Sono stati allestiti rifugi in vari luoghi dove possono recarsi i profughi. Le organizzazioni di beneficenza forniscono servizi di base come acqua pulita, cibo, vestiti e riparo. Le organizzazioni cattoliche come questa hanno legami diretti con la Chiesa locale. Donare a queste organizzazioni significa - spiegano alla Mci - dare aiuto direttamente al popolo ucraino. Domenica prossima, 13 marzo, durante le Sante Messe  tutte le offerte verranno devolute in questa raccolta.