Primo Piano
Mci Ungheria: testimonianze e riflessioni a Radio Mater
Milano - Martedì 22 marzo 2022, andrà in onda la settima puntata de «Gli italiani nel mondo. E la Chiesa con loro». La trasmissione - in diretta su Radio Mater dalle ore 17.30 alle ore 18.30, l’ultimo martedì di ogni mese - presenta alcune Missioni cattoliche italiane, soprattutto europee. Esse, sono animate da circa 700 operatori (laici/laiche consacrati e non, sacerdoti diocesani e religiosi, suore). Lo spazio radiofonico di marzo, ospiterà alcune testimonianze dall’Ungheria. Si collegheranno il francescano fra Sergio Tellan, delegato della locale Comunità cattolica italiana e Ida Addesa, impegnata nella medesima MCI, sposata con un ungherese.
Nell’occasione, con Massimo Pavanello - sacerdote della diocesi di Milano, ideatore e conduttore della trasmissione, con la consulenza della Fondazione Migrantes - gli ospiti descriveranno anche le attività che i nostri connazionali stanno svolgendo a Budapest, in ordine all’accoglienza dei profughi provenienti dalla confinante Ucraina. Radio Mater si può ascoltare - in Italia - attraverso la radio (sia in Fm sia in Dab) o la televisione (Digitale terrestre - Canale 403). In tutto il mondo all’indirizzo internet https://www.radiomater.org/it/streaming.htm
Ucraina: il sindaco di Kiev invita papa Francesco
Ucraina: Onu, quasi 3 milioni i rifugiati
Ucraina: Viminale, 44mila i profughi in Italia
Decreto Flussi: scade il 17 marzo la presentazione delle domande
Ucraina: domani la recita del Rosario dalla basilica di Santa Sofia
Roma - Tv2000 e InBlu2000 invitano i fedeli, le famiglie e le comunità religiose a ritrovarsi domani, mercoledì 16 marzo alle 20.50, per recitare insieme il Rosario per la pace in Ucraina trasmesso su Tv2000 (canale 28, e 157 Sky), InBlu2000, e su Facebook e dedicato in particolare alle vittime innocenti della guerra, agli anziani, alle mamme e ai bambini sotto le bombe o in fuga dalle loro case. La preghiera sarà trasmessa dalla Basilica di Santa Sofia, chiesa nazionale degli ucraini a Roma, con mons. Giorgio Gallaro, Segretario della Congregazione per le Chiese Orientali.
Maxi-naufragi in Libia e alle Canarie
Milano - Più di 60 persone morte in mare nelle ultime ore. Più di 100 in sette giorni. L’ultimo naufragio di cui abbiamo notizia risale al 12 marzo scorso: almeno 20 le persone che hanno perso la vita. A darne notizia, ancora una volta è Alarm Phone, l’unica 'voce' parlante dei disperati che fuggono dalle violenze e dall’orrore per raggiungere l’Italia, la Spagna o Malta. Potrebbe essere quell’imbarcazione di cui non si aveva più notizia. E di cui avevano chiesto informazioni diversi parenti delle persone partite. L’allarme era scattato tre giorni fa. «Sono morte mentre cercavano di raggiungere l’Europa» sottolinea la Ong. L’imbarcazione su cui viaggiavano si è capovolta: sono 19 dispersi e una vittima accertata. A bordo c’erano in tutto «23 migranti egiziani e siriani» e sono state salvate solo tre persone, precisa il sito Middle East Eye citando una organizzazione non governativa e confermando le informazioni circolate lo scorso fine settimana.
«Sono vittime del sistema delle frontiere. Bisogna creare canali sicuri e legali di accesso all’Europa per evitare ulteriori tragedie. Per tutti i profughi corridoi umanitari safepassage » scrive su Twitter la Ong Mediterranea Saving Humans. «Non so per quanto tempo i nostri giovani rischieranno la vita. È affondata una barca nella regione libica di Ras Bayad, con a bordo 23 migranti. Chiedo al governo di adottare più misure che proteggano i nostri giovani» ha scritto sempre sui social Mustafa Bakri, un membro del Parlamento egiziano. Almeno altre 44 persone sono morte, nelle ultime ore, lungo l’altra rotta molto pericolosa: quella delle Canarie, di fronte al Marocco. Anche 3 donne e 2 neonati hanno perso la vita nel naufragio al largo di Tarfaya, in Marocco. Lo comunica l’Ong spagnola “Caminando Fronteras”. I 61 migranti a bordo volevano raggiungere le Canarie. La stessa Ong ha rivelato che nel 2021 sono state ben 4.404 vittime rilevate alla frontiera euro-africana occidentale. L’ Osservatorio dei Diritti nelle Frontiere ha riportato che 83 imbarcazioni sono scomparse con persone a bordo. Tra le vittime accertate, 4.175 sono morte attraversando la frontiera e 229 sono scomparse, 628 erano donne e 205 bambini e bambine. Rispetto al 2020, le morti sono aumentate del 102.95%.
Tragedia sfiorata invece nell’Egeo: 101 persone sono state salvate dalla guardia costiera turca in balia del mare e bloccati da un’avaria dell’imbarcazione su cui si avvicinavano all’isola greca di Paros. Il salvataggio dei migranti, molti dei quali afghani, è avvenuto nelle acque al confine del territorio greco delle Cicladi, arcipelago del Mar Egeo, in seguito a una segnalazione giunta da un peschereccio che ha fornito le coordinate di un’imbarcazione alla deriva. In base a quanto reso noto dalla Guardia Costiera turca i migranti erano diretti in Italia.
Intanto ad Augusta, nel Siracusano, sono sbarcati ieri i 111 migranti che si trovavano a bordo della nave Ong Geo Barents, tra loro anche 52 minori. La nave di Medici senza frontiere li aveva soccorsi in due distinte operazioni nel Mediterraneo. «Finalmente l’attesa è finita – commentano i medici umanitari –. Hanno bisogno di assistenza e cure». A bordo della nave c’erano infatti minori non accompagnati in fuga, bambini di appena 4 mesi «che hanno dovuto rischiare la vita in mare, donne e uomini che hanno subito violenze in Libia».
Secondo gli ultimi dati diffusi dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni, almeno 192 migranti hanno perso la vita lungo la rotta del Mediterraneo centrale nei primi due mesi del 2022 e più di 2.930 sono stati intercettati e riportati in Libia. Sono invece complessivamente 5.474 le persone che hanno raggiunto l’Italia, via mare, da inizio anno. La maggior parte di loro è partita dalla Libia (3.799) altri mille (per l’esattezza 1.077) sono invece partiti dalla Tunisia. Nel 2021 almeno 32.425 migranti sono stati intercettati e rimpatriati in Libia. Secondo l’Oim, è ipotizzabile che almeno 1.553 persone siano annegate l’anno scorso. «È necessario continuare a mantenere viva l’attenzione sull’emergenza umanitaria nel Mediterraneo – sottolinea Flavio Di Giacomo, portavoce Oim Mediterraneo –. I migranti continuano a rischiare la vita in mare, mentre chi è riportato in Libia diventa spesso vittima di una detenzione arbitraria e inumana e rischia di subire nuove violenze». (Daniela Fassini - Avvenire)
Ucraina: l’emergenza umanitaria, 2,8 milioni di rifugiati
Milano - Più di 2,8 milioni di persone sarebbero fuggite dall’Ucraina dopo l’invasione russa secondo l’Agenzia dell’Onu per i rifugiati. Secondo l’Unicef, la guerra in Ucraina sta avendo un “impatto devastante” su più di 7,5 milioni di bambini. Dei 2,8 milioni di ucraini scappati dal proprio Paese, 38.500 sono arrivati in Italia. Pochi rispetto ai 147mila della Germania. Ma il flusso è costante e presto - se proseguirà la guerra diventerà a 6 cifre: 35mila cittadini ucraini arrivati in Italia che avrebbero ricevuto «assistenza sanitaria e vaccinazioni», come assicura il sottosegretario alla Salute Andrea Costa. Secondo l’ultimo aggiornamento del Viminale, fra quelli accolti nel territorio nazionale: 19.566 sono donne, 3.373 uomini e 15.600 minori. Le principali città di destinazione dichiarate continuano ad essere Milano, Roma, Napoli e Bologna.
In Polonia sono arrivati oltre 1,72 milioni di rifugiati. Ma molti di loro hanno deciso di tornare indietro: secondo l’agenzia della guardia di frontiera del Paese più di 220 mila ucraini sono tornati a casa nelle ultime due settimane. «L’Unhcr esorta i governi a continuare a mantenere l’accesso al territorio per tutti coloro che fuggono – spiega Carlotta Sami, portavoce dell’Agenzia Onu per i rifugiati – ma ci sono diverse segnalazioni di persone che incontrano difficoltà ad entrare in Polonia dall’Ucraina. Sosteniamo l’accesso alla sicurezza per tutti, indipendentemente dallo status legale, dalla nazionalità e dalla razza, così come l’accesso all’asilo per tutti coloro che vogliono chiederlo».
La Chiesa in Sinodo e i migranti
Ucraina: il card. Czerny di nuovo in missione
Migrantes Porto Santa Rufina: iniziativa per la pace in Myamar
Ucraina: Viminale, oltre 37mila i profughi giunti in Italia
Istat: in ripresa i movimenti migratori
Le ripercussioni sono state molto più rilevanti sui movimenti migratori internazionali. Nonostante il saldo migratorio con l’estero mostri segnali di ripresa (+156 mila, quasi il 79% in più rispetto al 2020), i movimenti migratori internazionali restano al di sotto della media 2015-2019 (318 mila iscrizioni, 159 mila cancellazioni). Le iscrizioni dall’estero (286.271 nel 2021) crollano nei primi cinque mesi dell’anno rispetto alla media dello stesso periodo per gli anni 2015-2019 (-17,7%), per poi recuperare lievemente nel corso dell’anno pur restando sempre sotto la media del quinquennio pre-Covid (-3,8% nella fase di transizione e -5,3% nella terza ondata). Le cancellazioni verso l’estero (129.482 in totale) mostrano invece aumenti rispetto agli stessi periodi
pre-pandemia: una lievissima ripresa durante la seconda ondata (+1,1%), un aumento più consistente durante la fase di transizione (+5,2%) e in corrispondenza della terza ondata (+2,6%).
Ucraina: Onu, oltre 2,8 milioni di persone fuggite
Istat: segnali positivi per i movimenti migratori
Segnali positivi per i movimenti migratori, in aumento rispetto al 2020, e per i matrimoni, raddoppiati nel confronto con l’anno precedente, ma anche in questo calo la ripresa non è sufficiente a recuperare quanto perso nel primo anno di pandemia.