Primo Piano

L’Accademia di cibersicurezza aiuta i profughi a trovare lavoro

20 Maggio 2022 -

Un futuro diverso per i profughi ucraini passa anche da un’opportunità di lavoro concreta. Ed è quella che sta offrendo Giuseppe Mocerino, presidente di Netgroup, multinazionale italiana specializzata in Cybersecurity, con la collaborazione della Chiesa Cattolica Ucraina di Santa Sofia a Roma. Mocerino dal 2015 ha creato un Academy, un percorso di formazione gratuito e online, volto all’inserimento concreto nella sua azienda. E adesso ha promosso il medesimo percorso per chi è in Italia a causa del conflitto e vuole provare a rimettersi in piedi. «L’Academy – spiega Mocerino – nasce secondo un principio semplice che è dare una speranza. Il nostro è un percorso iniziato nel 2015 e che finora ha coinvolto oltre 4000 persone». Questo il numero dei selezionati per iniziare le lezioni online gratuite dal 2015 ad oggi. «Di questi 4000, un migliaio ha partecipato all’Accademy. Oggi dei mille dipendenti di Netgroup, 400 sono stati assunti al termine dell’Academy. Noi non rilasciamo un attestato di partecipazione ma apriamo una porta diretta per entrare nel mondo del lavoro e abbiamo pensato che questo stesso criterio potesse essere adottato per dare una mano a chi sta vivendo nel nostro Paese per necessità, a causa della guerra». Le selezioni si sono aperte da poco e il corso non è ancora iniziato. «Netgroup – commenta don Marco Yaroslav Semehen, presidente dell’associazione religiosa Santa Sofia e rettore della Basilica di Santa Sofia per i fedeli cattolici u- craini – ci ha cercato, abbiamo scambiato idee e informazioni e quella collaborazione che speriamo dia frutto per aiutare le persone a fare un percorso professionale e trovare un lavoro. È ancora presto per loro, non sanno se resteranno o torneranno in Ucraina e c’è un grande punto interrogativo sul loro futuro. Alcuni rimarranno quasi certamente, perché purtroppo nessuno li attende nel loro Paese, hanno perso anche gli affetti, non solo le case o un’occupazione. Intanto questa può rappresentare una buona opportunità di inserimento». Tutti i profughi ucraini in Italia possono candidarsi per frequentare, in forma gratuita, l’Academy speciale. Non ci sono vincoli di età. Unica richiesta è una minima conoscenza informatica. Verranno selezionati 20 partecipanti e le lezioni, che avranno una durata di un mese e mezzo, si terranno online e in lingua inglese. L’ambito formativo è quello della Cybersecurity e ai più meritevoli, al termine del percorso, verrà offerto un contratto di lavoro. «Nelle nostre selezioni abbiamo spesso scelto aree non semplici, come Scampia, ad esempio, mettendo insieme disoccupati over 50 e ragazzi al primo impiego, con grandi risultati, perché l’esperienza si univa all’entusiasmo dell’età. San Francesco d’Assisi – conclude Mocerino – diceva: 'quello che fai rimarrà per te tutta la vita'. È la nostra etica. La crescita di un’azienda non si misura solo in euro ma in termini di sviluppo delle sue risorse umane. Esiste un’etica del valore». (Marina Luzzi - Avvenire)

Idmc e Nrc: record negativo di sfollati interni nell’anno 2021

20 Maggio 2022 -

Ginevra - Conflitti e disastri naturali hanno costretto decine di milioni di persone ad abbandonare le loro case l’anno scorso, rimanendo comunque nei rispettivi Paesi, con un conseguente forte aumento del numero di sfollati interni che a livello mondiale ha sfiorato la soglia dei 60 milioni: è quanto emerge da un rapporto congiunto delle Ong Internal Displacement Monitoring Centre (Idmc) e Norwegian Refugee Council (Nrc). Secondo le due Ong, nel 2021 gli sfollati interni sono stati circa 59,1 milioni: un record storico negativo che quasi sicuramente sarà battuto di nuovo quest’anno a causa dell’invasione russa dell’Ucraina.

Disastri, inclusi quelli meteorologici come cicloni e inondazioni in Asia, così come protratti conflitti in luoghi come in Siria, Afghanistan ed Etiopia sono i fattori che spiegano l’altissimo numero di nuovi sfollati l’anno scorso. «Il mondo sta cadendo a pezzi, troppi Paesi stanno cadendo a pezzi», ha dichiarato Jan Egeland, segretario generale Norwegian Refugee Council. In totale 59,1 milioni vivono in condizione di sfollati, mentre nel 2020 erano 55 milioni. I Paesi con il più alto numero di sfollati interni nel 2021 erano la Siria, la Repubblica democratica del Congo, la Colombia, l’Afghanistan e lo Yemen. Il rapporto evidenzia un drammatico indice di come vi sia una «mancanza di abilità nella prevenzione dei conflitti e nella risoluzione dei conflitti ». E il conflitto in Ucraina non farà altro che che dirottare diversi gran parte dei fondi destinati ad aiuti umanitari a vantaggio dei rifugiati ucraini.

Vangelo Migrante: VI domenica di Pasqua | Vangelo (Gv 14,23-29)

19 Maggio 2022 - È iniziata la preparazione alla Pentecoste, la festa nella quale celebriamo il dono dello Spirito santo. In attesa di questo dono il vangelo odierno ci situa in un contesto. “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà”, dice Gesù. Come può essere che se uno obbedisce a Dio, viene visitato da Dio? Questo è possibile nell’ambito dell’amore. Il primo frutto della contemplazione di Dio è proprio scoprire di essere stati amati da Lui. Pertanto: come si può non amarlo dopo esserne stati amati? Non è una deduzione logica e astratta ma l’ambito in cui funziona tutta la relazione con Dio che noi spesso abbiamo ridotto a regole, canoni e scansioni. Che ci sono, e sono anche significative ma, se non sono guidate dall’amore, diventano una tortura. “Chi non mi ama non osserva le mie parole”, prosegue Gesù; ad una persona irrigidita in un sistema di regole, gli peserà tutto e serve a poco la buona volontà: prima o poi molla. In questa relazione si apre il varco per accogliere l’intervento di Dio a cui Gesù dà un nome: “il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome”. È una figura tratta dal contesto giuridico: nei processi di un tempo, egli era il suggeritore, colui che stava vicino all’imputato e gli diceva cosa dire per difendersi. Nello specifico, il Paràclito ha due compiti: “Lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto”. Insegnare e ricordare. Perché Lui possa insegnare è necessario essere discepoli, dare la disponibilità a lasciarlo fare. Non solo. Occorre essere anche umili discepoli perché lui non insegna qualcosa ma ogni cosa! Lo Spirito non gioca a zona ma a tutto campo perché arriva ovunque e non solo da qualche parte. Appunto. Lo Spirito lavora anche sulla memoria e, quindi, permette di leggere tutta la vita daccapo in un altro modo. Un conto è leggere la vita secondo quello che ha fatto Gesù per noi, un conto è leggerla in modo piatto, secondo le nostre interpretazioni. Il lavoro del maligno, non a caso, è un lavoro sulla memoria… Egli dà colori e accentuazioni al nostro modo di ritenere la nostra storia che ci distruggono: rimorsi, ombre, cose andate a male che si ripresentano come pietanza di cui ci nutriamo … Prepariamoci al dono dello Spirito come persone che devono re-imparare tutto. Non a caso la via maestra è ancora quella dell’accoglienza: lo Spirito viene, arriva, … sbarca! Può sorprenderci ma, come accade dinanzi ad ogni nuovo arrivo, l’esperienza di imparare le stesse cose come nuove e riscoprirle in un’altra chiave, ci farà rinascere! (p. Gaetano Saracino)  

Eurostat: aumentano gli immigrati illegalmente presenti nell’Ue, cala il numero dei rimpatri

19 Maggio 2022 -
Roma - È cresciuto dell’1% il numero di coloro che, alle frontiere esterne dell’Ue, si è visto rifiutare il permesso di ingresso: 137.800 nel 2020 e 139.000 nel 2021. Il maggior numero di respingimenti è stato segnalato in Ungheria (34.700), Polonia (26.200), Croazia (14.200) e Romania (11.000). Ad essere respinti sono stati soprattutto cittadini ucraini (50.200), albanesi (18.600), moldavi (9.100). I dati sono pubblicati oggi da Eurostat, istituto di statistica dell’Ue. Nel 2021 è cresciuto del 22% rispetto all’anno precedente il numero di immigrati illegalmente presenti sul territorio Ue: 681.200 contro i 557.500 del 2020. Il numero più alto di segnalazioni è arrivato dalla Francia (215.200), seguita da Ungheria (134.100) e Germania (120.300). Quanto alla cittadinanza dei “sans papier”, il gruppo più numeroso è composto da siriani (79.800), seguito da algerini (56.800) e afghani (52.800). È invece calato il numero di persone a cui è stato ordinato di lasciare uno Stato Ue: nel 2021 sono state circa 342.100, contro le 396.400 dell’anno precedente. Francia (125.500), Germania (31.500) e Grecia (28.800) i Paesi che hanno espulso più persone; algerini (26.400), albanesi (22.000) e marocchini (21.800), le nazionalità più punite con il rimpatrio. 82.700 cittadini sono però tornati in un altro Stato Ue. Tanti ucraini e albanesi (9.400 ciascuno) ce l’hanno fatta a rientrare, insieme a georgiani (5.400) e pakistani (3.200).

Corridoi umanitari: S. Egidio, arrivati oggi 35 rifugiati dalle guerre dimenticate

19 Maggio 2022 - Roma - Sono atterrati questa mattina a Fiumicino, con un volo proveniente da Atene, 35 profughi originari di paesi in cui persistono conflitti, alcuni ormai decennali, e condizioni di violenza diffusa come Siria, Afghanistan, Somalia e Camerun. Alcuni tra loro hanno trascorso lunghi periodi di permanenza nei campi profughi delle isole greche, tra cui quello di Moria, a Lesbo. I nuclei familiari e i singoli - tra cui 17 minori - saranno accolti in 7 regioni italiane (Lazio, Campania, Emilia-Romagna, Lombardia, Molise, Piemonte, Sicilia) e verranno subito avviati verso l’integrazione: per i minori attraverso l’immediata iscrizione a scuola, per gli adulti con l’apprendimento della lingua italiana e, una volta ottenuto lo status di rifugiato, con l’inserimento nel mondo lavorativo. Complessivamente - si legge in una nota - con il sistema dei corridoi umanitari, realizzati grazie a una rete di accoglienza diffusa, sono giunti in Europa oltre 4.600 rifugiati, di cui 3.900 in Italia: "tutto ciò grazie a un progetto totalmente autofinanziato e la generosità non solo di associazioni e parrocchie ma anche di cittadini che hanno offerto le loro case e il loro impegno gratuito e volontario".

Cei: da lunedì l’Assemblea generale della Cei

19 Maggio 2022 -

Roma - Da lunedì i vescovi italiani si ritroveranno a Roma per l’Assemblea generale della Cei che si svolgerà fino al 27 maggio. Durante l’appuntamento il cardinale Gualtiero Bassetti concluderà il suo quinquennio da presidente della Cei. Per la scelta del successore, lo statuto della Cei riformato nel 2014 prevede che «in considerazione dei particolari vincoli dell’episcopato d’Italia con il Papa, vescovo di Roma, la nomina del presidente della Conferenza è riservata al Sommo Pontefice, su proposta dell’Assemblea generale che elegge, a maggioranza assoluta, una terna di vescovi diocesani». Nel corso dell’Assemblea sarà votata la terna. E verrà anche eletto uno dei tre vice-presidenti della Cei, quello per l’Italia meridionale, poiché il vescovo Antonino Raspanti termina l’incarico. Per quanto attiene al segretario generale, che deve essere un vescovo, lo statuto Cei stabilisce che sia «nominato dal Sommo Pontefice su proposta della Presidenza, sentito il Consiglio episcopale permanente».

Ucraina: il viaggio dell’arcivescovo Gallagher

19 Maggio 2022 -

Milano - La preghiera per le vittime della guerra e una benedizione all’intero Paese dalla terrazza della curia cattolica di Leopoli. È iniziata con questi due gesti la visita in Ucraina dell’arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario vaticano per i rapporti con gli Stati, dove è giunto ieri mattina e dove resterà probabilmente fino a domenica. Gratitudine è stata espressa dall’arcivescovo latino di Leopoli e presidente ad interim della Conferenza episcopale ucraina, Mechyslav Mokshytskyi, per «la visita del rappresentate inviatoci dal Papa».

E anche ieri il Pontefice ha fatto sentire la propria voce all’udienza generale sottolineando che «ci sono uomini di legge, di scienza, di religione persino, che confondono il persecutore con la vittima, imputando a questa la responsabilità piena del proprio dolore». Oggi il rappresentante vaticano incontrerà il metropolita greco-cattolico di Leopoli, l’arcivescovo Ihor Wozniak. E alla missione di Gallagher ha fatto riferimento anche il segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, rispondendo ai giornalisti a margine di un incontro all’Università Cattolica di Milano. «Vediamo come va questa visita di Gallagher in Ucraina – ha detto Parolin – e al suo rientro faremo una valutazione». Per ora, però, ha ribadito il cardinale, «non c’è da parte del Papa l’intenzione di andare in Ucraina ». Del resto lo stesso Pontefice, pur dichiarandosi disposto a fare di tutto per la pace, aveva precisato che occorre valutare molto bene l’ipotesi di una sua visita. Lo stesso Parolin ha risposto anche sulla questione dell’invio delle armi all’Ucraina, tema che sta dividendo l’opinione pubblica e gli schieramenti politici. «Io guardo al Catechismo della Chiesa cattolica – ha risposto il cardinale – che dice che c’è il diritto alla difesa armata a determinate condizioni che devono essere rispettate perché si possa parlare di una guerra giusta. Il problema delle armi si colloca all’interno di questo contesto». Altro tema, la possibile mediazione da parte della Santa Sede. Il segretario di Stato vaticano è stato chiaro: «Il discorso è che ci deve essere la disponibilità da parte di entrambi – Russia e Ucraina – ad accettare una mediazione della Santa Sede», precisando che «la Santa Sede non può imporsi, può offrirsi, cosa che ha fatto ripetutamente». E intervenendo al dibattito in Cattolica, il cardinale ha sottolineato che «occorre rilanciare il sistema di relazioni internazionali e il ruolo degli organismi internazionali – come l’Onu –, che sono in crisi, ma che la Santa Sede ha sempre sostenuto e in cui ha sempre riposto la fiducia». (Enrico Lenzi - Avvenire)

Migrantes Taranto: domenica Festa dei Popoli con mons. Santoro

18 Maggio 2022 -
Taranto - Si svolgerà domenica, 22 maggio, a Taranto, la festa dei Popoli promossa daIl Direttore dell’Ufficio Diocesano Migrantes. La celebrazione, nella cattedrale della città, sarà presieduta dall'arcivescovo, mons. Filippo Santoro. Parteciperanno le comunità etniche dei Popoli presenti in diocesi con i loro costumi, e si pregherà con le varie lingue, per un momento di grande fratellanza e d’ integrazione. "Il rispetto delle culture e dei Popoli che ci prefiggiamo - spiega la direttrice Migrantes, Marisa Metrangolo -  trova fondamento nel dialogo e nella pace, in un momento così drammatico nel cuore dell’Europa cristiana. Vogliamo essere vicini al popolo ucraino, pregare per la pace, senza trascurare, andando con lo sguardo oltre l’Europa, le decine di conflitti sanguinosi nel resto del mondo". Alla celebrazione, oltre ai sacerdoiti che seguono le diverse comunità etniche, anche don Marco Yaroslav, direttore Migrantes dell'Esarcato Apostolico dei cattolici Ucraini in Italia.

Migrantes: venerdì a Milano la presentazione del Diritto d’Asilo

18 Maggio 2022 -
Milano - Sarà presentato Venerdì 20 maggio a Milano, presso l'Università degli Studi di Milano-Bicocca l'edizione 2021 del "Il diritto d'asilo",  della Fondazione Migrantes. Alla presentazione interverranno Cristina Molfetta della Fondazione Migrantes e curatrice del Rapporto, Paolo Bonetti, professore associato di diritto costituzionale Università Milano-Bicocca, coautore del Rapporto e socio ASGI, Irini Papanicolopulu, professore associato di diritto internazionale Università Milano-Bicocca; Alessia Di Pascale, professore associato di diritto dell'Unione Europea Università di Milano e Gianfranco Schiavone, coautore del Rapporto, presidente di UICS – Consorzio Italiano di Solidarietà – Ufficio Rifugiato Onlus e socio ASGI.

Genova: donne e naufragi

18 Maggio 2022 - Genova - Si apre domani a Genova, al Galata Museo del mare (fino al 26 giugno), la mostra “Naufraghi e naufragi” di Barbara Pietrasanta, curata da Elisabetta Polezzo. Una singolare iniziativa
d’arte che si sviluppa intorno al naufragio inteso come metafora della vita, in senso reale ed esistenziale.
«Persi i punti fermi, la realtà è diventata liquida, non ci sono punti dove approdare...  Naufragano le navi ma anche i sogni, le unioni, i progetti», spiega la nota di Polezzo.
Allo stesso tempo il naufragio è un tema universale che tristemente attraversa la nostra contemporaneità e la storia dell’umanità col suo tributo di vite perdute e l’eredità di vite da
ricostruire, rimanendo inciso nella cultura popolare, nell’arte e nella letteratura.
La mostra lo affronta con una sensibilità al femminile: protagoniste sono le donne dipinte a olio su grandi tele.

Migranti: in 450 su un peschereccio

18 Maggio 2022 -

Roma - Cresce, non molto, il totale degli sbarchi di immigrati sulle coste italiane rispetto allo scorso anno, ma cambiano le rotte, ed è un vero boom della rotta turca che porta sulle coste calabresi e di quella che parte dal territorio libico orientale, al confine con l’Egitto. I trafficanti di uomini intercettano nuovi flussi di profughi, sempre più asiatici, soprattutto afghani. E quasi scompaiono i subsahariani. Meno gommoni e più barche a vela (rotta turca) e pescherecci (rotta Libia orientale). L’ultimo peschereccio, con 450 persone, è approdato a Pozzallo ieri mattina. Proviene da Tobruk come altri 5 arrivati quest’anno in Sicilia. Altri pescherecci con scritte arabe sono arrivati a più riprese in Calabria, sia a Roccella Jonica che a Crotone. Ma nei due porti calabresi sono approdate soprattutto barche a vela, provenienti dalla Turchia. Cinque tra domenica e lunedì, con quasi cinquecento persone, nel piccolo centro della Locride. Altrettante barche, con 359 profughi, approdate in tre giorni nel capoluogo pitagorico (due anche in Puglia nel Salento con 140 persone). E in Calabria cresce la preoccupazione. Dall’inizio dell’anno sulle coste reggine sono arrivate 18 barche (17 a Roccella e una a Siderno), per un totale di quasi 1.900 profughi. In quelle crotonese le barche approdate sono state 15 con 1.200 persone. Una con 55 persone a Guardavalle Marina nel Catanzarese, al confine con la Locride. Siamo a quasi 3.200 sbarcati in poco più di quattro mesi. Erano stati solo 200 nello stesso periodo del 2021, anno considerato record. Un aumento di 15 volte, il 1.500%. E parliamo della stagione più sfavorevole da un punto di vista meteorologico. Ricordiamo che lo scorso anno sulle coste calabresi arrivarono più di 7mila profughi. Se quest’anno si proseguirà con questo ritmo arriveremo a svariate decine di migliaia. Che le rotte calabresi siano attualmente le più appetibili per i trafficanti, lo dimostra un raffronto col totale degli approdi sulle coste italiane. Secondo i dati del ministero dell’Interno fino ad oggi sono arrivate 15mila persone, rispetto alle 13.357 del 2021. Le oltre 3mila approdate in Calabria rappresentano più del 21%. Numeri mai visti. In realtà alcune barche sono state “dirottate” dal nostro sistema di soccorso sui porti siciliani di Augusta e Pozzallo per alleggerire la pressione soprattutto su Roccella Jonica che non ha centri di accoglienza. Si tratta di due barche a vela con 258 persone intercettate ancora al largo, all’altezza di Capo Spartivento, e accompagnate nei porti siciliani o dalle quali gli immigrati sono stati trasbordati sulle imbarcazioni di Guardia costiera e Guardia di Finanza. Ci sono poi i sei pescherecci giunti dalla Libia orientale con 2.011 profughi e anch’essi fatti approdare in Sicilia. In tutto altre 2.269 persone che aggiunte alle 3.200 portano le persone approdate dalle rotte turca e libica orientale a quasi 4.500, addirittura il 30% del totale. E questo conferma il calo delle partenze dalla Libia occidentale. Lo conferma anche la nazionalità degli sbarcati. L’ultima barca a vela arrivata a Roccella nella notte di lunedì aveva 97 persone a bordo, 93 afghani. Una presenza in forte aumento in questi mesi, effetto della fuga dal regime talebano. Alte anche le presenze di siriani, iraniani e iracheni, soprattutto di etnia curda. Gli africani sono soprattutto egiziani e tunisini (rotte tradizionali) e sempre meno subsahariani. Rotte molto più remunerative per i trafficanti. Si scelgono nuovi “disperati”, per viaggi apparentemente più sicuri. Senza la presenza delle navi delle Ong, solo quelle delle nostre forze dell’ordine. (Antonio Maria Mira - Avvenire)

Viminale: da inizio anno sbarcate 15.004 persone migranti sulle coste italiane

17 Maggio 2022 -
Sono 15.004 le persone migranti sbarcate sulle coste da inizio anno secondo il dato diffuso dal ministero dell'interno aggiornati alle 8 di questa mattina. Di questi 2.482 sono di nazionalità egiziana (17%), sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco; gli altri provengono da Bangladesh (2.327, 15%), Tunisia (1.659, 11%), Afghanistan (1.333, 9%), Siria (908, 6%), Costa d’Avorio (695, 5%), Eritrea (485, 3%), Guinea (482, 3%), Iran (379, 2%), Sudan (316, 2%) a cui si aggiungono 3.938 persone (26%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione. Fino ad oggi sono stati 1.552 i minori stranieri non accompagnati ad aver raggiunto il nostro Paese via mare.

Aversa: Festa dei Popoli, la diocesi accoglie e premia le scuole

17 Maggio 2022 - Aversa - Venerdì prossimo, 20 Maggio 2022, la diocesi accoglierà i dirigenti scolastici e i docenti referenti dei vari istituti scolastici per la cerimonia di consegna dell’attestato di partecipazione alla XI Edizione di Festa dei Popoli Aversa. “Vogliamo vivere con le scuole un momento di gioia e di confronto, ma soprattutto di ringraziamento per essere stati nostri compagni di viaggio anche in questo difficile anno, ancora fortemente segnato dalla pandemia”, annunciano le professoresse Lina Ingannato  e Mariolina Ferraro, referenti per il “Percorso Scuola” dell’iniziativa diocesana che, sin dal lontano 2011, è diventata un evento-guida sui temi dell’accoglienza, dell’integrazione e della promozione multiculturale. “Esserci fa la differenza – proseguono le due docenti – e tutti insieme abbiamo dato un segnale di unità e di speranza, quella speranza che non può venir meno soprattutto nei momenti di difficoltà che abbiamo vissuto e che stiamo ancora affrontando. ” La cerimonia in programma venerdì prossimo si svolgerà presso la Sala Guitmondo del Seminario Vescovile di Aversa e vedrà la partecipazione del vescovo di Aversa, S.E. Mons.  Angelo Spinillo, e del Vescovo Ausiliare di Pozzuoli, S.E. Mons. Carlo Villano. Nell’occasione verranno presentati i video relativi ai due laboratori inseriti quest’anno nel “Percorso Scuola”: “Pace in tutte le lingue” e “Gocce di memoria”. Le attività della “Festa dei Popoli 2022” avevano preso il via il 9 dicembre 2021 con la Preghiera Interconfessionale nella Chiesa Cattedrale e si concluderanno domenica 29 maggio ad Aversa, in Piazza Municipio, con un evento all’insegna della musica e dell’aggregazione multiculturale.  

Protocollo intesa per piena integrazione nel tessuto sociale ed economico dei cittadini stranieri vulnerabili

17 Maggio 2022 -
Roma - Formare e avviare al lavoro nel settore edile rifugiati e altri migranti vulnerabili, al fine di accompagnare il loro percorso verso l’autonomia e per sostenere la crescita trainata da super bonus e Pnrr: questo l’importante duplice obiettivo del protocollo d’intesa triennale firmato congiuntamente dal ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Andrea Orlando, dal ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, dal presidente di Ance, Gabriele Buia e dai segretari generali di Fillea-Cgil, Alessandro Genovesi, Filca Cisl, Enzo Pelle e il segretario della Feneal Uil Francesco Sannino. Un documento alla cui elaborazione hanno collaborato anche Unhcr e Anci. La collaborazione tra governo e parti sociali mira all’inserimento socio-lavorativo di almeno 3mila persone, tra richiedenti e titolari di protezione internazionale o temporanea, titolari di protezione speciale, minori stranieri non accompagnati in transizione verso l’età adulta ed ex minori stranieri non accompagnati (msna). I destinatari, individuati nei Centri di Accoglienza Straordinaria e nel Sistema di Accoglienza e Integrazione saranno inseriti nei percorsi di formazione delle scuole edili, coordinate dall’ente paritetico Formedil e faranno esperienze sul campo con tirocini da svolgersi direttamente presso le imprese di settore. Per i minori stranieri non accompagnati e per coloro nel frattempo diventati maggiorenni sono previsti anche interventi pilota basati sull’attivazione di contratti di apprendistato. «Una grande opportunità per i lavoratori e per il Paese - ha detto il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Andrea Orlando - poiché formazione e lavoro sono sempre leve straordinarie per favorire l’integrazione, consentendo ai migranti di costruirsi una nuova vita in Italia e di contribuire alla crescita del nostro Paese. Le parti sociali hanno saputo leggere bene questa situazione, guardando ai più vulnerabili, con lo scopo di rispondere a un forte fabbisogno di manodopera. Recepiamo così la Partnership on Integration siglata tra Commissione Europea, associazioni datoriali e sindacati europei - ha chiosato Orlando - calandola operativamente nella realtà italiana e nelle esigenze del nostro sistema produttivo. Lo facciamo anche guardando al futuro di chi fugge dalla guerra in Ucraina e cerca qui protezione, accoglienza e integrazione. Mi auguro di firmare presto accordi analoghi attivi anche in altri settori». «Il protocollo - ha dichiarato il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese - intende fornire la risposta ad un bisogno concreto, quello di favorire l’inserimento lavorativo in un settore strategico dell’economia nazionale, come quello dell’edilizia, di cittadini stranieri vulnerabili. Di fronte ai movimenti migratori, che hanno una natura strutturale, occorre - ha aggiunto la titolare del Viminale - che la nostra società rafforzi velocemente la sua capacità di resilienza, dimostrandosi capace non solo di accogliere le persone bisognose, ma anche di trarre forza dalla loro piena integrazione nel tessuto sociale ed economico. Sono certa - ha concluso il ministro Lamorgese - che il protocollo, per la cui definizione ringrazio il ministro Orlando, il presidente Buia e tutte le parti sindacali, rappresenti un modello importante che potrà stimolare nuove forme di alleanza tra pubblico e privato in settori sempre più ampi dell’economia nazionale».

Circo: solidarietà e spettacolo all’appuntamento “Per la pace in Ucraina”

17 Maggio 2022 - Peschiera Borromeo - Sabato 11 giugno, alle ore 20.00, presso il Piccolo Circo dei Sogni di Peschiera Borromeo (Milano), avrà luogo “Per la pace in Ucraina”, un gran galà di beneficenza il cui incasso sarà devoluto all’associazione Charity in the World Odv per il progetto “SOS Ucraina”. Paride Orfei, figlio dell’indimenticabile Nando, particolarmente sensibile alla tematica della guerra, ha scelto di schierarsi e offrire le sue arti per raccogliere fondi e manifestare il proprio sentimento di solidarietà. Così, a grande richiesta, torna a calcare il palcoscenico da protagonista con uno show ibrido, in cui si fonderanno racconti di vita, musica live e arte circense. “Le mille e una notte”, proposto durante l’appuntamento “Per la pace in Ucraina”, è uno spettacolo inedito, voluto e ideato da Paride Orfei, dove quest’ultimo condenserà parti della sua storia personale e della sua espressività artistico-musicale. Davanti al microfono lo showman mostrerà le sue capacità oratorie per narrare le radici itineranti e dal sapore esotico, con aneddoti sulla famiglia Orfei, una delle più importanti del panorama circense italiano e mondiale, mescolandole alle note. Per l’occasione, infatti, canterà e suonerà alcuni nuovi brani composti di suo pugno, sotto la direzione artistica del maestro Michele Schembri, imbracciando talvolta la chitarra elettrica e talora il basso. A supporto ci sarà la Primeval Sun Band e la corista Tammy. E sullo sfondo, molteplici numeri di eccellenti artisti circensi che si destreggeranno con giocoleria, contorsionismo, acrobatica, equilibrismo, discipline aeree, etc. Paride Orfei, classe 1963, noto ai più per la carriera sotto lo chapiteau (tendone del circo), vanta un passato nella musica: nel 1983 ha inciso il 45 giri dal titolo "Un immenso bisogno di te" e poi nel 1991 l’album “Una sera… Steve McQueen” prodotto con Cristiano Malgioglio. La performance sarà preceduta dalla consegna dei premi “Giocaitalia 2022” da parte di Sebastiano Sandro Ravagnani ad alcuni personaggi del mondo dello spettacolo.

Cammino sinodale delle Chiese in Italia: dall’incontro dei referenti diocesani all’Assemblea Generalein un clima di ascolto

17 Maggio 2022 - Roma - Un clima positivo e propositivo, caratterizzato dal desiderio di raccontare e condividere la creatività dei territori, ha contraddistinto il secondo incontro dei referenti diocesani del Cammino sinodale che si è concluso domenica a Roma. All’appuntamento, aperto il 13 maggio, hanno preso parte 242 referenti (laici, presbiteri e diaconi, consacrate e consacrati) e 12 Vescovi delegati dalle Conferenze Episcopali Regionali. La nota dominante: l’ascolto. “È questo – ha detto Mons. Erio Castellucci, arcivescovo di Modena-Nonantola e vescovo di Carpi, vicepresidente CEI e membro del Gruppo di coordinamento nazionale del Cammino sinodale – a dare sostanza al nostro Cammino sinodale: dobbiamo lasciarci ferire dalle domande e vedere cosa emerge dalla raccolta dei sogni e delle critiche. Siamo chiamati ad essere una Chiesa ‘camper’, che sa muoversi e accogliere, senza fissarsi sul terreno. Solo così riusciremo a essere prossimi e a camminare con i fratelli e le sorelle che ci stanno accanto”. La riflessione di questa tre giorni, che si è concentrata sulle istanze emerse dalle sintesi diocesane, proseguirà durante l’Assemblea Generale della CEI, in programma dal 23 al 27 maggio, quando i Vescovi cercheranno di focalizzare le priorità su cui continuare il secondo anno del Cammino sinodale. All’Assemblea Generale CEI saranno anche presenti due referenti diocesani per Regione, nominati dalle Conferenze Episcopali Regionali, che porteranno il loro contributo al confronto e alla condivisione. Le proposte che emergeranno saranno poi restituite ai territori a fine maggio, per un ulteriore discernimento su base regionale, e una volta recepite le eventuali integrazioni verranno consegnate ufficialmente alle Chiese locali in occasione del Congresso Eucaristico Nazionale (Matera, 22-25 settembre). “Il comandamento dell’amore, consegnato da Gesù ai discepoli proprio quando Giuda covava il tradimento – ha ricordato Mons. Castellucci – li spinge ad uscire dal loro nido e aprirsi a tutti; e romperà gli steccati al punto da rivolgersi ai pagani. Non sono i discepoli del Signore che possono rinnovarsi, ma solo la forza che proviene da lui e dal suo comandamento nuovo”. Il Cammino sinodale continuerà nell’anno pastorale 2022-2023 con la fase narrativa in cui ci sarà ancora spazio per l’ascolto e per il racconto della vita delle persone, delle comunità e dei territori. Conclusa la fase narrativa, si aprirà la fase sapienziale costituita da un anno (2023-24) in cui le comunità, insieme ai loro pastori, s’impegneranno in una lettura spirituale delle narrazioni emerse nel biennio precedente, cercando di discernere “ciò che lo Spirito dice alle Chiese” attraverso il senso di fede del Popolo di Dio. Nel 2025 si vivrà la fase profetica che culminerà in un evento assembleare nazionale da definire insieme strada facendo. In questo con-venire verranno assunte alcune scelte evangeliche, che le Chiese in Italia saranno chiamate a riconsegnare al Popolo di Dio, incarnandole nella vita delle comunità nella seconda parte del decennio (2025-30).  

Perché è importante firmare per l’8xmille alla Chiesa Cattolica anche se non si presenta la dichiarazione

17 Maggio 2022 - Roma - Una firma che non costa niente, ma che vale molto. Soprattutto per chi riceve aiuto dalla Chiesa Cattolica. È la firma dei contribuenti per decidere di destinare l’8xmille dell’Irpef. Tutti possono firmare, sia coloro che sono tenuti a presentare la dichiarazione dei redditi, sia soprattutto coloro che invece sono esonerati dalla presentazione della dichiarazione dei redditi. Quest’ultima platea, negli ultimi anni, si è ampliata notevolmente. E dunque è importante invitare anche costoro a esprimere la scelta. Lo si può fare ad esempio attraverso il passaparola in famiglia (figli nei confronti dei genitori o altri parenti), nelle parrocchie, nelle associazioni. Anche perché l’operazione non è complicata e comporta solo un piccolo sacrificio di tempo, a fronte di risultati di grande rilevanza sociale. Firmare, infatti, è importante per una serie di ragioni. La prima è che con la firma si contribuisce in maniera concreta alla realizzazione di tanti progetti di aiuto della Chiesa italiana a favore dei più bisognosi (oltre ottomila all’anno in tutta Italia). La seconda che è che questo strumento è una specie di referendum che permette al cittadino di dire allo Stato in che maniera vuole che sia impiegata una parte delle risorse derivanti dalle entrate fiscali (l’8xmille del gettito complessivo Irpef, appunto). È opportuno ricordare, infatti, che ogni firma ha lo stesso valore, indipendentemente dal reddito: si tratta della somma totale che lo Stato riceve dall’Imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef, appunto) e non dell’Irpef versata da ciascun contribuente nella dichiarazione dei redditi. Infine bisogna considerare che la quota del gettito Irpef sarà comunque destinata, e ripartita in proporzione alle preferenze di chi ha firmato. Facendo un esempio: se il 10% dei contribuenti che esprimono una preferenza ha firmato per una certa confessione religiosa, il 10% dei fondi andrà a quella confessione, indipendentemente dal numero degli astenuti. In sostanza: se non si firma, si lascia agli altri cittadini la facoltà di decidere per noi. Perché i fondi vengono sempre ripartiti per intero. Vediamo anche come si sceglie a favore della Chiesa Cattolica. Chi è esonerato dalla dichiarazione dei redditi in quanto, ad esempio, possiede solo redditi di pensione, di lavoro dipendente o assimilati, può utilizzare l’apposita scheda allegata al Modello CU. Nel riquadro relativo alla scelta per l’Otto per mille, si deve firmare nella casella 'Chiesa cattolica', facendo attenzione a non invadere le altre caselle per non annullare la scelta. Infine è necessario firmare anche nello spazio 'Firma' posto in basso nella scheda. La scheda va consegnata entro il 30 novembre in una busta chiusa, che deve recare cognome, nome, codice fiscale del contribuente e la dicitura 'Scelta per la destinazione dell’otto, del cinque e del due per mille dell’Irpef' presso qualsiasi ufficio postale che provvederà a trasmetterla all’Amministrazione finanziaria (il servizio di ricezione della busta con la scheda da parte degli uffici postali è gratuito), oppure a un intermediario abilitato alla trasmissione telematica (Caf o commercialista). Gli intermediari devono rilasciare, anche se non richiesta, una ricevuta attestante l’impegno a trasmettere le scelte, hanno facoltà di accettare la scheda e possono chiedere un corrispettivo per il servizio. Inoltre, la scheda può essere presentata direttamente dal contribuente avvalendosi del servizio telematico entro il 30 novembre. (Mimmo Muolo)  

Mons. Prastaro a convegno Migrantes: il superamento delle baraccopoli astigiane rappresenta “un obiettivo alla portata della città di Asti”.

16 Maggio 2022 - Asti - Si è svolto presso il Seminario Vescovile di Asti il Convegno dal titolo “Superare le baraccopoli di Asti. Una proposta, un impegno”, organizzato dall’Ufficio Migrantes della diocesi  di Asti. Nel corso dell’evento è stato presentato un documento redatto dall’Associazione 21 luglio di Roma che, come riportato nella sua introduzione dal vescovo di Asti, mons. Marco Prastaro, “sono lieto di consegnare a chi sarà chiamato ad amministrare la città di Asti nei prossimi anni, ai tecnici comunali, agli operatori socio-assistenziali e sanitari, agli insegnanti, alle realtà associative e di volontariato, alle parrocchie e a tutta la cittadinanza». Così come riportato nel rapporto, in Italia si registra la presenza di 45 baraccopoli abitate da circa 7.100 persone identificate come rom e di 67 baraccopoli dove risiedono circa 4.800 persone riconosciute come di origini sinte. il 70% è rappresentato da cittadini con nazionalità italiane, il 25% di origine jugoslava con differente status giuridico e il 5% con cittadinanza rumena. Il 55% del totale è rappresentato da minori. In Piemonte gli insediamenti formali abitati da rom e sinti sono presenti nei Comuni di Cuneo (1), Villafalletto (1), Pinerolo (1), Alba (1), San Damiano d’Asti (1), Torino (3), Carmagnola (3), Asti (3), Collegno (1). Differenti ricerche dimostrano come nascere e vivere in una baraccopoli formale “condiziona fortemente il benessere interiore e influenza quello della propria famiglia. Il prezzo più alto è sicuramente pagato dall’infanzia, la cui vita dentro una baraccopoli appare imprigionata in un ascensore sociale bloccato, dove il primo diritto ad essere infranto è quello di sognare un futuro differente da quello dei propri genitori”, si legge in una nota. In Italia nascere in una baraccopoli significa “avere un’aspettativa di vita di 10 anni inferiore rispetto al resto della cittadinanza; avere solo una possibilità su 4 di concludere il ciclo scolastico obbligatorio; rispetto a un coetaneo non rom avere 40 volte in più la probabilità di essere allontanato dalla propria famiglia per essere dichiarato adottabile; incorrere in un matrimonio precoce; restare vittima delle cosiddette ‘malattie della povertà’”. Negli ultimi anni sono state diverse le Amministrazioni Comunali italiane che hanno iniziato a maturare al loro interno una riflessione sulla necessità di superare le baraccopoli rom e sinte presenti sul proprio territorio e a misurarsi con interventi messi in atto a questo scopo. Dal 2018 ad oggi sono ben 26 gli insediamenti che sono stati chiusi o superati. Attualmente sono 21 quelli nei quali sono attivi processi di superamento con risultati parziali differenti. All’interno del Comune di Asti insistono da decenni 3 baraccopoli abitate da un totale di quasi 300 persone: la baraccopoli di Via Guerra, 36, nata nel 1992 e abitata da circa 109 persone identificate come rom; la baraccopoli di via Guerra, 27, nata nel 1991 e abitata da circa 130 persone identificate come sinte; la baraccopoli sita in località Vallarone, nata nel 1988 e abitata da circa 45 persone identificate come sinte. Lo studio presentato da Associazione 21 luglio, si concentra sulla baraccopoli di Via Guerra, 36, proponendo modelli operativi che possono essere facilmente declinati sugli altri due insediamenti. Tale scelta – è stato ribadito - si fonda sul fatto che la suddetta baraccopoli prescelta è stata oggetto di tentativi di superamento avviati dalla passata Amministrazione Comunale e pertanto risulta auspicabile portare a compimento, pur cambiando approccio, le azioni già promosse nel passato. L’intervento proposto da Associazione 21 luglio, scandito in 6 fasi, potrà “spalancare nuovi orizzonti di prassi politica sul territorio di Asti, ispirandosi a diversi modelli di progettazione partecipata tra cui la metodologia Romact, programma di sviluppo voluto dal Consiglio d’Europa e dalla Commissione Europea nel 2013 e le pratiche previste dal Community organizing”. Si tratta di metodologie che si sta sperimentando in diverse città italiane e che l’associazione romana sta disseminando presso sempre più numerose amministrazioni. Essa si fonda su un approccio partecipativo che vede il coinvolgimento della stessa comunità residente dell’insediamento, dei rappresentanti politici, delle figure tecniche operanti all’interno dell’Amministrazione, delle parrocchie, delle realtà associative, delle istituzioni scolastiche e sanitarie. Tali realtà, riunite in un Gruppo di Azione Locale, attraverso un percorso possono” elaborare un piano strategico di intervento dopo aver fotografato l’esistente. Prendere in carico tutte le famiglie negoziando e condividendo l’intervento; elaborare interventi di inclusione sociale complessi; predisporre un ventaglio variegato di soluzioni abitative; individuare la strategia operativa per una soluzione della problematica legata allo status giuridico dei residenti; individuare i fondi. Questi i principali nodi da sciogliere per l’avvio di azioni che potrebbero sicuramente consentire, nell’arco temporale pari al mandato della prossima Giunta chiamata a governare la città, di chiudere definitivamente la triste stagione delle baraccopoli”. Per fare ciò viene raccomandato nel rapporto, occorre “attivarsi da subito verso un riposizionamento retorico che abbandoni definitivamente la sottolineatura etnica e abbracci riflessioni sul vantaggio collettivo che si potrà avere, in termini economici e sociali, dal superamento delle 3 baraccopoli. Un obiettivo alla portata della città di Asti, da raggiungere per una questione di giustizia. “La nostra città – riporta nel testo mons. Prastaro - che in tante occasioni ha saputo mostrare il volto bello dell’accoglienza e dell’inclusione – la solidarietà nei confronti dei profughi ucraini è solo l’ultimo esempio in ordine di tempo –, non può che vivere come una ferita la precarietà e la marginalità sociale che caratterizzano la vita degli abitanti dei campi. Le pagine [del report ndr] ci offrono una diagnosi accurata e ci propongono dei validi strumenti per la cura e, senza dissimulare le proporzioni della sfida che ci attende, ci suggeriscono che andare ‘oltre il campo’ non è un’utopia, ma un obiettivo alla nostra portata”. Resta quindi fondamentale, conclude il vescovo, essere “sempre più consapevoli della responsabilità che abbiamo gli uni nei confronti degli altri, affinché sappiamo operare per garantire a tutti una vita dignitosa. Prima ancora di essere una questione di fede, è una questione di giustizia”.

Ucrania: in Italia 116.499 profughi

16 Maggio 2022 -
Roma - Sono 116.499 le persone in fuga dal conflitto in Ucraina giunte fino a oggi in Italia, 110.679 delle quali alla frontiera e 5.820 controllate dal compartimento Polizia ferroviaria del Friuli Venezia Giulia. Sul totale - fa sapere il Ministero dell'Interno -  60.713 sono donne, 16.328 uomini e 39.458 minori. Le città di destinazione dichiarate all'ingresso in Italia continuano a essere Milano, Roma, Napoli e Bologna.

Mci Genk: 60 anni di storia

16 Maggio 2022 - Roma - La comunità cattolica non solo italiana della zona di Genk in Belgio si accinge a festeggiare il 60° anniversario della costruzione della Chiesa Sacra Famiglia. Questa chiesa è stata costruita dai minatori italiani che, dopo la loro giornata di lavoro nei tre pozzi della zona (Winterslag, Waterschei e Zwartberg), venivano a costruire la loro chiesa. Nel lontano 1962 venne quindi inaugurato il Centro Cattolico Italiano, in presenza delle autorità locali. Il 29 maggio ricorderemo quel giorno con una bella festa popolare. La giornata inizierà con la celebrazione della Santa Messa, presieduta dal Vescovo della Diocesi di Hasselt, Monsignor Hoogmartens. Dopo la celebrazione i discorsi ufficiali e per l’occasione si inaugurerà anche un polittico di icone realizzate da un consorzio di Madonnari di Mantova. Dopo la parte ufficiale inizierà nel parco intorno alla chiesa una festa popolare con diverse iniziative ed attrazioni, realizzata con la collaborazione delle associazioni Italiane della zona. Il nostro centro italiano che si è sviluppato attorno alla nostra chiesa, avrà negli anni a venire un compito molto importante, delicato e difficile da gestire. Infatti, la prima generazione di Italiani, che ha voluto e costruito la chiesa Sacra Famiglia si sta pian pianino spegnendo. Tocca ora alla generazione attuale ridefinire il ruolo del centro. Sicuramente deve essere un luogo di ricordi senza però limitarsi alla nostalgia del passato. Il passato deve essere una fonte dalla quale attingere per vivere da protagonista l’attualità della Chiesa Cattolica locale. (MCI Genk)