Primo Piano

Mali: Unhcr, violenze e minacce di gruppi armati costringono alla fuga migliaia di civili e rifugiati

25 Gennaio 2023 - rOMA - Nel villaggio di N’Tillit, nel Mali settentrionale, le violenze e le minacce perpetrate da gruppi armati hanno costretto 3.700 rifugiati burkinabé e civili maliani a fuggire in direzione di Gao, la città più vicina, distante 120 km. Ne dà notizia oggi l’Unhcr, l’agenzia Onu per i rifugiati, chiedendo di assicurare maggiore sostegno a tutti gli sfollati all’interno del Paese. Le aggressioni in corso a N’Tillt, dove i rifugiati burkinabé avevano trovato riparo negli ultimi anni dopo essere fuggiti dal Burkina Faso, hanno costretto le persone a fuggire per la seconda o la terza volta, causando loro traumi ancora maggiori. Dal 2018, i rifugiati burkinabé hanno varcato il confine facendo ingresso in Mali, nonostante l’instabilità sul piano della sicurezza in entrambi i Paesi. Al 31 dicembre 2022, il Mali accoglieva più di 60.000 rifugiati, dei quali 25.000 dal Burkina Faso. Attualmente, circa 440.000 maliani restano sfollati all’interno del Paese a causa delle continue violenze e minacce da parte dei gruppi armati. È probabile che il numero di arrivi a Gao continuerà ad aumentare, dal momento che la popolazione rimasta a N’Tillit teme rappresaglie dopo aver ricevuto ultimatum per mano di un gruppo armato. “Per mettersi in salvo, la maggior parte delle persone in fuga – donne e minori – ha camminato per ore senza aver cibo con sé – riferisce l’agenzia Onu -. Sfollati e rifugiati hanno trovato riparo sotto gli alberi o in alloggi di fortuna, con poco cibo o acqua a disposizione. Donne incinte e madri in periodo di allattamento con figli a carico, persone anziane, persone con disabilità, e minori separati hanno urgentemente bisogno di ricevere assistenza medica”. Unhcr e partner stanno assicurando supporto alle autorità locali nelle attività di rilevamento e risposta alle esigenze delle famiglie rifugiate a Gao. L’Agenzia, inoltre, sta coordinando le attività di risposta umanitaria a favore di rifugiati e sfollati interni maliani in tutto il Paese mediante l’erogazione di servizi quali alloggi di emergenza, istruzione, cibo ed approvvigionamento idrico, aiuti in contanti e programmi finalizzati allo sviluppo di competenze in campo economico. Unhcr chiede alla comunità internazionale di mostrare “maggiore solidarietà nei confronti delle persone in fuga in Mali e nei Paesi limitrofi: è necessario erogare con urgenza sostegno finanziario per permettere alle organizzazioni umanitarie di assicurare aiuti salvavita”.  

Migrantes Messina-Lipari-Santa lucia del Mela: per la giunta regionale “governare l’immigrazione è uno spreco”

25 Gennaio 2023 - Messina - Per risparmiare si chiude l’Ufficio Speciale Immigrazione della Regione Siciliana. Lo ha deliberato la Giunta regionale riunita lo scorso venerdì, 20 gennaio, su proposta del governatore Renato Schifani in nome delle “politiche anti-spreco”.
Una decisione che è arrivata nella stessa giornata in cui la dott.ssa Nuccia Albano, assessora alla Famiglia, alle Politiche sociali e al Lavoro, da cui dipende l’Ufficio, con un comunicato stampa aveva annunciato la pubblicazione dell’elenco dei “mediatori culturali”, con la gestione e l’aggiornamento affidato proprio all’Ufficio Speciale Immigrazione (che poche ore più tardi si decide di sopprimere).
Se governare l’immigrazione è ritenuto uno spreco vuole dire privilegiare una visione emergenziale del fenomeno, una narrazione politica che, spesso, si basa su elementi propagandistici e in parte strumentale. Noi riteniamo che lo spreco sarebbe quello di perdere quanto di buono è stato portato avanti dall’Ufficio Speciale Immigrazione nella ricerca, nel confronto, nell’ascolto del territorio, nella progettazione e nella costruzione di una rete tra tutti gli attori coinvolti dal fenomeno della mobilità
umana. (Santino Tornesi - Direttore Migrantes Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela)

Migranti morti a Borgo Mezzanone, mons. Pelvi: “sono lavoratori e vanno riconosciuti come persone”

24 Gennaio 2023 -

Foggia - Dopo la morte, la notte tra domenica e lunedì, di Ibrahim e Queen, una coppia di immigrati da Gambia e Ghana che abitavano nel “ghetto” di Borgo Mezzanone, nel foggiano, dove vivono in condizioni di degrado altri 1500 braccianti, il vescovo di Foggia-Bovino, mons. Enzo Pelvi lancia un appello: “Sono lavoratori, hanno bisogno dell’essenziale e di essere riconosciuti come persone”. E invita le Chiese cristiane “a ritrovarsi uniti nella carità” a partire da queste situazioni, cercando di “essere da stimolo e incoraggiamento alle istituzioni locali, per suggerire loro comportamenti virtuosi, perché le emergenze sono tante”. I due trentenni avevano acceso un braciere nella baracca per cercare di riscaldarsi ma sono morti a causa delle esalazioni di monossido di carbonio. “Ieri sera ci siamo riuniti per un incontro di preghiera con evangelici, battisti e ortodossi e cattolici – racconta al Sir monsignor Pelvi -. Il dolore per la morte di questi due giovani ci ha uniti come Chiesa, invitandoci ad assumere una condotta più coerente e a non voltare le spalle alle persone più fragili”. “Foggia non è solo un territorio con tanti problemi", ha aggiunto il presule: "Ci sono anche tanti sforzi e dedizione nella promozione della carità, si stanno creando delle reti virtuose. La carità a partire da un evento luttuoso può essere una strada verso l’ecumenismo" aggiungendo che come accaduto in passato la Chiesa foggiana si preoccuperà di essere vicina alle vittime. 

Commissione Ue: “contribuire a ridurre la migrazione irregolare e non sicura”

24 Gennaio 2023 -
Bruxelles - La Commissione europea propone una strategia per aumentare i “rimpatri efficaci” e accelerarne le procedure. Lo comunica la Commissione Ue in una nota. La strategia si articola in quattro punti: azioni mirate sulle esigenze immediate, comprese operazioni di rimpatrio congiunte in determinati Paesi terzi; accelerazione del processo di rimpatrio; promozione della consulenza e del reinserimento dei rimpatri; digitalizzazione della gestione dei rimpatri. Oggi la commissaria per gli Affari interni, Ylva Johansson, incontrerà la coordinatrice Ue per i rimpatri, Mari Juritsch. La strategia sarà discussa dal Consiglio informale Giustizia e affari interni che si svolgerà in settimana. Un sistema efficace e comune dell’Ue per i rimpatri è “un pilastro di sistemi di migrazione e asilo credibili e ben funzionanti, nonché dell’approccio globale del Nuovo Patto su migrazione e asilo”, sostiene la Commissione. Questo sistema per i rimpatri “dovrebbe anche servire da deterrente per contribuire a ridurre la migrazione irregolare e non sicura”, ha aggiunto l’Esecutivo Ue.

Due migranti intossicati in una baracca, Francescani secolari: “Nessuno sia considerato materiale di scarto” 

24 Gennaio 2023 - Roma - "È tempo di stare con questi fratelli, perché nessuno sia considerato materiale di scarto". E' l'appello che parte dalla rivista  dell’Ordine Francescano Secolare d’Italia, in seguito alla tragedia di ieri avvenuta nello slum di Borgo Mezzanone, nelle campagne del foggiano, dove due lavoratori immigrati africani hanno perso la vita, intossicati da un braciere. Il messaggio giunge, in particolare, da Roberto Ginese, francescano secolare di Foggia e delegato nazionale OFS presso il Forum delle Associazioni Familiari: "Ancora incendi, ancora morti in luoghi così spettrali, che per definirli è necessario far ricorso ad una terminologia del passato – ghetti, inferni, baraccopoli – eppure ancora tristemente presenti nella nostra terra e vicinissimi alla nostre moderne città del primo mondo. Qualcuno le definisce città fantasma, perché, come i fantasmi, sono realtà invisibili finché, in queste drammatiche circostanze, come colpite da un fascio di luci ad infrarossi, riappaiono all’improvviso e occupano spazi tra le pagine patinate di rotocalchi e nelle scarne note di cronaca; ma anche nei distratti commenti sui social e su qualche nostalgico stato di Whatsapp. Poi quel sapore amarognolo va velocemente dissolvendosi, la curiosità finisce, il ghetto ripiomba nel buio e nel freddo, e per illuminare e riscaldare si riaccendono impianti elettrici improvvisati e pericolosi e bracieri insalubri e mortiferi. E si va avanti così, fino alla prossima disgrazia".

Ginese è tra le persone che hanno sfidato paure, pregiudizi e sospetti e hanno iniziato a dare fiducia, a partire dal primo sconosciuto che chiedeva ospitalità, fino ai tanti, odierni, mendicanti di prossimità agli angoli di periferia. Con un frate francescano e un gruppo di francescani secolari, 36 anni fa ha contribuito a fondare la “Casa d’accoglienza Sant’Elisabetta d’Ungheria” struttura che nel 1986 ha avviato l’esperienza dell’accoglienza dedicata a persone indigenti, senza casa e senza sostentamento. Tra loro, fin dall'inizio vi furono, e vi sono ora, numerosi migranti con le loro famiglie, che vengono accompagnati nell’inserimento nel tessuto sociale, con la conoscenza della lingua, corsi di avviamento al lavoro, laboratori artigianali, tirocini  formativi. Alla rivista "Francesco il Volto Secolare" Ginese racconta cosa significhi la morte dei due immigrati, uomo e donna, nel quadro di una situazione di indifferenza, sfruttamento, emarginazione sociale: "Per chi ha avuto la fortuna, il desiderio, la grazia di essere condotto tra questi fratelli, di entrare nelle loro baracche di condividere un pezzetto della loro vita, la morte di Ibrahim e Queen è una tristezza infinita, una perdita enorme, un dolore senza tempo. Ma, insieme, è la conferma di una sola necessità: non si può rimanere indifferenti, non è umano non lasciarsi smuovere dalla tiepidezza salottiera, non è possibile non sentirsi interpellati da 'questo povero che grida'. È perfino indecente, per un cristiano, non provare a fare qualcosa per chi ci è evangelicamente prossimo. È tempo di usare misericordia, di “stare” con questi fratelli, per conoscere le situazioni, per sensibilizzare le coscienze, per spingere la promozione di norme giuste, per sollecitare interventi politici adeguati per cambiare ciò che non è giusto perché «nessun uomo sia oggi considerato materiale di scarto". Per Ginese è "tempo di uscire dal mondo delle comode abitudini delle nostre fraternità, dei rigidi schemi che intrappolano l’intraprendenza dei desideri e riconducono nei solchi della pigrizia. È davvero il tempo del “tutti fuori”, verso quelle periferie ferite dell’esistenza da riempire di umanità e illuminare di speranza. Non è un sogno, è semplicemente la nostra vocazione". (R.Iaria)

Ismu: domani la presentazione del “Libro Bianco sul governo delle migrazioni economiche”

24 Gennaio 2023 - Roma, 24 gennaio 2023 -  Sarà presentato giovedì a Roma il "Libro Bianco sul governo delle migrazioni economiche" redatto  dal Settore Economia e Lavoro della Fondazione ISMU. All’evento - moderato dall’editorialista del Corriere della Sera Goffredo Buccini e introdotto dalla prof.ssa Laura Zanfrini, Responsabile Settore Economia e Lavoro di Fondazione ISMU - prenderanno parte alcuni autorevoli esponenti dei partiti politici presenti in Parlamento che hanno accolto l'invito. Predisposto grazie a un ampio processo di consultazione degli stakeholder dell’economia e della società, il Libro Bianco sul governo delle migrazioni economiche offre un complesso di indicazioni e proposte utili innanzitutto ai decisori pubblici e quindi a tutti gli attori del mercato del lavoro interessati alla gestione dei processi migratori e di inclusione dei lavoratori immigrati, spiega in una nota la Fondazione Ismu: "gli scenari demografici del Paese, gli squilibri del mercato del lavoro, la necessità di sostenere il riposizionamento competitivo delle imprese nel quadro della digitalizzazione e della transizione ecologica, l’urgenza di offrire risposte al crescente bisogno di cura e assistenza costituiscono altrettante sfide cruciali per il presente e il futuro dell’Italia, tutte strettamente intrecciate con l’immigrazione. Quest’ultima, infatti, può fornire un contributo prezioso alla soluzione dei problemi dell’economia e della società, ma può anche – se non adeguatamente gestita e valorizzata – concorrere ad accentuarli". Il Libro Bianco si configura come "una piattaforma di discussione e confronto tra le forze politiche e sociali, con l’auspicio di contribuire all'approvazione di provvedimenti utili a promuovere una gestione delle migrazioni economiche orientata a criteri di coerenza coi fabbisogni del sistema economico e sociale, tutela dei diritti dei migranti e di tutti gli altri lavoratori, sostenibilità nel medio lungo-periodo dei processi migratori e di integrazione, conciliabilità con le esigenze dei Paesi d’origine e potenziamento della capacità attrattiva nei confronti dell’immigrazione a più elevato valore aggiunto".

Migrantes: venerdì l’incontro al carcere di Bollate

24 Gennaio 2023 -

Milano - Il Direttore generale della Fondazione Migrantes, mons. Pierpaolo Felicolo, venerdì  27 gennaio visiterà il carcere di Milano-Bollate. Sarà l'occasione per incontrare le autorità della struttura, in particolar modo dell'area trattamentale, e i detenuti. Da tempo la Fondazione Migrantes, grazie ai fondi dell'8x1000, finanzia annualmente il progetto “Intercultura 2.0 – La città plurale. Oltre la barriera. Una partita da vincere!” all'interno della casa di reclusione di Bollate. Grazie all'impegno di RERUM – Rete Europea Risorse Umane si punta a costruire storie positive, “best practice”, legami fra persone che vogliono fare del tessuto sociale una rete di condivisione, per uscire da un circuito di sopraffazioni e violenze. Questo si declina in interventi con al centro la persona, il suo presente e il suo futuro, la visione prospettica e l’accadere della quotidianità. L'azione coinvolge discipline che spaziano dalla musica allo sport, dai festival alla discografia, dalla gestione di eventi all’organizzazione di convegni, partendo da una matrice formativa e sociale, che si colloca entro i confini di quella che da più parti viene definita “educazione non formale”, cara a papa Francesco, che raggiunge il suo apice toccando la dimensione spirituale e religiosa.

Card. Zuppi: fenomeno migratorio non va gestito con paura o come un’emergenza, ma come un’opportunità

23 Gennaio 2023 - Roma - Il fenomeno migratorio è un fenomeno che bisogna "comprendere con responsabilità e umanesimo", una "realtà del nostro mondo globale da non gestire con paura e come un’emergenza, ma come un’opportunità". Lo ha detto oggi pomeriggio il card. Matteo Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana aprendo i lavori della sessione invernale del Consiglio Permanente della Cei. Tale problematica richiama - ha aggiunto il card. Zuppi - "la centralità della scuola, spazio decisivo d’integrazione nella cultura e nella lingua italiana, ma anche la necessità di maggiori flussi regolari di ingresso, di corridoi umanitari e ricongiungimenti familiari. Soprattutto è importante come accogliamo: non facciamo vivere umiliazione, tempi lunghi di attesa, viaggi infiniti, anticamere senza senso, marginalizzazione. Siamo consapevoli come queste e tante altre problematiche italiane non possano essere affrontate senza guardare all’Europa". Certamente una cosa ovvia ma va "sempre ricordato. La Chiesa, così radicata nella storia e nella cultura europea", ricorda agli europei che "non possono vivere per sé stessi. L’accoglienza dei migranti lavoratori chiede di essere organizzata su incontro fra domanda e offerta di lavoro". Il card. Zuppi invita a non dimenticare anche i "500.000 persone, anche lavoratori non regolari in Italia". (Raffaele Iaria)

Costruttori di ponti 7: “Educazione civica, cittadinanza e nuove generazioni” il tema del convegno 2023

23 Gennaio 2023 - Ferrara - Educazione civica, cittadinanza e nuove generazioni. Esercitare i diritti e rispettare i doveri della società di cui si fa parte: Questo il tema del convegno che si svolgerà a Ferrara lunedì prossimo,  30 gennaio, nell’Aula Magna del Dipartimento di Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Ferrara, in Corso Ercole I d’Este, 37, dalle ore 14,30 alle ore 18,30Il convegno-seminario è promosso dalla Fondazione Migrantes, Ministero dell’Istruzione e del Merito e dall’Istituto Alcide Cervi, in collaborazione con il Festival della Migrazione e con l’Università degli Studi di Ferrara.

“Ebraismo e cristianesimo a scuola: “Il progetto CEI-UCEI per l’insegnamento della religione cattolica”

23 Gennaio 2023 - Roma - Si terrà a Ferrara il 15 e il 16 marzo l’evento “Ebraismo e Cristianesimo a Scuola. 16 Schede per conoscerci meglio”, promosso congiuntamente dalla Conferenza Episcopale Italiana (CEI) e dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (UCEI). L’annuncio dell’iniziativa è arrivata in una data simbolica, ovvero il 17 gennaio, giorno in cui si è celebrata la 34ª Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei, che ha proprio l’obiettivo di sensibilizzare i cattolici verso il rispetto, il dialogo e la conoscenza della tradizione ebraica. Al centro del Convegno, che si svolgerà presso il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah – MEIS, ci sarà infatti la presentazione di alcune schede sull’ebraismo destinate alla redazione dei libri di testo per l’insegnamento della religione cattolica (IRC) nelle scuole, predisposte da un gruppo misto di redattori ebrei e cattolici. In tal modo, CEI e UCEI intendono confermare l’impegno a operare insieme per una corretta conoscenza e trasmissione della tradizione e della storia ebraica alle nuove generazioni. Luogo privilegiato perché ciò avvenga è l’insegnamento scolastico della religione cattolica, all’interno del quale le 16 schede costituiscono un capitale di cultura e di conoscenza che si rivela importante in un contesto storico come l’attuale dove rigurgiti di antisemitismo sembrano mostrare ancora una forte capacità di condizionare e deformare il linguaggio, le azioni, la cultura e la storia. L’evento di Ferrara è articolato in due momenti. Nel pomeriggio del 15 marzo è previsto il momento istituzionale, con gli interventi delle autorità locali e dei rappresentanti della CEI e dell’UCEI. Seguiranno la consegna delle schede agli editori e la visita delle mostre permanenti del MEIS. La sessione del 16 marzo, invece, ospiterà alcuni  laboratori didattici rivolti agli insegnanti dei diversi ordini di scuola su temi quali la storia dell’ebraismo italiano, “Gesù ebreo”, aspetti inerenti la terminologia e il linguaggio. Con la presentazione delle schede giunge a compimento un progetto avviato tre anni fa e condotto, per la Segreteria Generale della CEI, dall’Ufficio Nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, dall’Ufficio Nazionale per l’educazione, la scuola e l’università e dal Servizio Nazionale per l’insegnamento della religione cattolica. Un percorso che aveva già visto tappe significative nel giugno 2019 e nel dicembre 2021 con un seminario per insegnanti e un incontro presso il Monastero di Camaldoli.

Fai-Cisl: “a Borgo Mezzanone ennesima tragedia, superare la politica dei ghetti”

23 Gennaio 2023 -
Foggia - “Quella consumata stanotte nel ghetto di Borgo Mezzanone, nel foggiano, è l’ennesima tragedia dell’emarginazione: Governo e Regioni si attivino immediatamente per utilizzare in maniera concertata i 200 milioni stanziati tramite Pnrr, finalizzati ad alloggi dignitosi per i lavoratori agricoli, per superare definitivamente la politica delle baraccopoli, dove vivono almeno 10mila braccianti”. Lo scrive sulla pagina Facebook della Fai-Cisl nazionale il segretario generale, Onofrio Rota, commentando la morte di un uomo e una donna, per esalazioni di monossido di carbonio, nel ghetto di Borgo Mezzanone, soprannominato “la pista”. Il sindacalista evidenzia che “non è degno di un Paese civile ghettizzare i lavoratori immigrati e giustificare l’esistenza delle baraccopoli, che tra l’altro dai nostri sopralluoghi riscontriamo essere in costante crescita, lasciando che diventino centri informali di intermediazione per reclutare braccianti, il tutto paradossalmente proprio mentre tante aziende agricole e anche di altri settori lamentano la mancanza di manodopera”: “Possiamo e dobbiamo risolvere queste criticità, a cominciare dalla valorizzazione del ruolo degli enti bilaterali e agevolando l’emersione del lavoro sommerso e delle presenze irregolari sul territorio, ma per farlo serve un concreto dialogo tra parti sociali, governo e regioni, con interventi mirati che rendano operativi tutti gli aspetti preventivi della Legge 199 del 2016 contro il caporalato”. “Esprimiamo profondo cordoglio per queste due ennesime giovani vite spezzate – conclude Rota – e chiediamo alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al ministro Lollobrigida di condividere gli impegni e gli obiettivi della nostra petizione on line ‘Mai più ghetti’ e della relativa mozione parlamentare, per concertare azioni concrete a favore dell’inclusione, dell’integrazione e del lavoro regolare”.

Migrantes Locri-Gerace: “Il Diritto d’Asilo” con i vescovi Savino e Oliva

23 Gennaio 2023 - Locri - Sarà presentato a Roccella Ionica, nella diocesi di Locri-Gerace, il Report 2022 sul Diritto d'asilo redatto dalla Fondazione Migrantes. Dopo i saluti di mons. Franco Oliva, Vescovo di Locri-Gerace, e di Vittorio Zito, Sindaco di Roccella Ionica, seguiranno - moderati dal direttore regionale Migrantes Pino Fabiano -  interventi di Cristina Molfetta, curatrice, per la Fondazione Migrantes, del Raporto  e alcune testimonianze.  I lavori - che si svolgeranno giovedì 26 gennaioalle ore 16,30 presso l'ex Convento dei Minimi di San Francesco da Paola a Roccella Ionica - saranno comclusi dal vescovo di Cassano Ionio e Vicepresidente della Cei, mons. Francesco Savino.

Migrantes Forlì-Bertinoro: due anni dello sportello Ascolto

23 Gennaio 2023 - Forlì - Quali sono le peculiarità dello sportello aperto da Migrantes di Forlì-Bertinoro due anni fa, nel 2020 ? "Al nostro sportello, ubicato presso la Botteghina del Libro in Via G. Regnoli, si rivolgono immigrati,in prevalenza uomini provenienti dall’Africa sub-sahariana, di età compresa fra 18-35 anni, alcuni già conosciuti prima dell’ apertura", risponde il volontario Francesco Romagnoli:  "sono persone arrivate in Italia attraverso un viaggio lungo, complicato e pericoloso: gli africani con il 'barcone' mentre quelli provenienti dall’Asia (Pakistan, Bangladesh e India) hanno percorso la rotta balcanica. Hanno alle spalle esperienze terribili e dolorose, hanno rischiato la vita, subito abusi e violenze e altri eventi che li hanno segnati, meritevoli di un adeguato precoce supporto psicologico. Il peso del 'viaggio' emerge spesso nei loro discorsi ed è motivo di unione con gli altri che hanno condiviso la 'traversata' o la prigione in Libia. Possiamo dire che rappresentano un gruppo di immigrati che condividono caratteristiche e problematiche simili che li distinguono dagli altri africani giunti in Europa in tempi precedenti, quando era più facile entrare per vie regolari. Si presentano allo sportello, di solito attraverso il passaparola, per cercare soluzione ad un problema specifico, chiedere aiuto nel disbrigo di pratiche inerenti il permesso di soggiorno, compilazione della relativa modulistica o delle integrazioni da inviare alla Questura, nella ricerca di lavoro o di un’abitazione o semplicemente per un aiuto a prendere un appuntamento online con i vari uffici. Spesso la soluzione della richiesta è fattibile, in altri casi invece il percorso è più complesso, per cui la persona viene indirizzata ad uno sportello più competente. A tutti si cerca di fornire una risposta coerente e sensata, in modo che si senta rassicurato e capisca che, salvo rari casi, una soluzione si trova o comunque si può intraprendere un percorso che porterà a raggiungerla nei dovuti tempi e modi". Quale consapevolezza della opportunità offerta? Non saprei dire con precisione come i ragazzi vivono e accolgono l’aiuto che viene loro dato gratuitamente. Credo che prima o poi raggiungano una consapevolezza del “perché qui si offre questo aiuto”. Per alcuni, all’inizio, questa domanda non si pone perché troppo forti sono state le esperienze passate, la paura, la diffidenza per cui risolta la pratica se ne vanno. Però capita che ritornino per una nuova necessità e allora si aprono e si conquista fiducia reciproca. Con altri è più facile stabilire una relazione che porta a condividere un qualche episodio della propria esperienza di viaggio o una foto della propria famiglia o anche ad un ringraziamento tangibile. Qualcuno ha piacere di sdebitarsi offrendomi un caffè, un panino, un cioccolatino o portandomi qualcosa per l’ufficio, come una risma di fogli o una scatola di penne. E’ capitato di ricevere in regalo un oggetto portato al ritorno dal loro paese, un involto con del cibo cucinato personalmente, del pane o della frutta. Una volta un ragazzo senegalese mi ha spiegato che facevo male a rifiutare la sua ricompensa “perché una persona deve avere la possibilità di sdebitarsi”. Può succedere che più persone si ritrovino assieme allo sportello e se qualcuno mi vede in difficoltà nello spiegare per motivo di barriera linguistica, ecco che interviene come interprete per aiutare me a spiegare e il connazionale a capire, in un clima di partecipazione e festoso coinvolgimento. Quale coinvolgimento personale? Per lavorare bene bisogna conoscere la condizione della persona immigrata e i suoi problemi, se ha un permesso di soggiorno, se lavora in regola, se ha un posto dove dormire. Diciamo che la persona si confida ed espone le sue verità di vita che per alcuni possono essere viste come un fallimento. Nel nostro sportello nessuno giudica. Una volta un ragazzo, preso dallo sconforto, mi disse che lui nella sua vita non aveva fatto nulla di male e soffriva per il fatto di non avere un permesso di soggiorno e dover lavorare in nero. Sentiva la colpa di una vita da irregolare, provava vergogna nel confidare di avere paura delle forze dell’ordine. Penso che dalla condivisione di questa sofferenza nasca una relazione di fiducia e di aiuto che aiuta a capire chi è l’altro . Considerata l’elevata mole di contatti con gli Uffici Pubblici, cosa hai ricavato da tali relazioni in termini di comprensione ma anche di credibilità , conoscenza affidabile dello Sportello Migrantes ? Nel corso del 2022 i rapporti con gli uffici pubblici si sono intensificati. Sempre più spesso capita di dover interloquire con Questura, Prefettura, Ausl, Ispettorato del Lavoro per porre domande su problematiche  specifiche. Questo mi ha permesso di conoscere gli operatori di questi sportelli, le normative che devono essere rispettate e ricevere il loro aiuto nel risolvere problematiche difficili. Possiamo dire che lo “Sportello Migrantes” è sempre più conosciuto e riconoscibile e in questi due anni ha acquisito una crescente credibilità nei confronti delle Istituzioni e degli uffici a cui ci rivolgiamo. Tra le relazioni “esterne” si è andata consolidando la rete con altri sportelli informativi e di orientamento rivolti ai migranti. Quali tue considerazioni ? Quando abbiamo formalizzato questo Sportello nell’ottobre 2020 con un progetto approvato e finanziato dalla Fondazione Migrantes, intrattenevo già rapporti con lo sportello immigrati dell’Associazione “Forlì Città Aperta” e con l’Ufficio Servizi Integrazione del Comune di Forlì. Più di recente abbiamo avviato una collaborazione con lo sportello migranti della CGIL e con l’Associazione AbiFor costituita da persone originarie della Nigeria, già integrate nella nostra Città. Il crescente scambio di informazioni tra queste realtà ha portato alla formalizzazione di una “Rete sportelli migranti-Forlì”, strumento molto utile per la raccolta di informazioni sui migranti e scambio di consigli sulle pratiche, oltre a presentarsi come interlocutore credibile nei confronti delle Istituzioni. Hai percepito un interesse, una motivata attenzione, un qualche riscontro da parte della comunità forlivese e diocesana in particolare? Lo sportello di Ascolto e Orientamento Migrantes è ospitato all’interno della mia libreria e convive con essa. Da quando è formalmente avviato ho notato molta curiosità da parte dei frequentatori del negozio con richiesta di informazioni sulla presenza di tanti ragazzi africani. Inoltre, dopo la prima presentazione delle attività svolte nel corso del 2021 sul settimanale diocesano "Il Momento", alcune persone sono venute a trovarmi per curiosità e desiderio di conoscenza del lavoro svolto. Alcune hanno espresso la volontà di aiutare e collaborare nel nostro lavoro per cui c’è chi si è reso disponibile all’accompagnamento dei ragazzi nei diversi Uffici amministrativi (prefettura, agenzia delle entrate, ufficio servizi demografici del Comune, ospedale, Cup.), chi ha dato la disponibilità ad accogliere in casa un immigrato fino a che non si fosse liberato un posto letto nella prima accoglienza Caritas, chi ha ospitato per qualche sera un ragazzo nigeriano finito in strada. Ancora, attraverso la nostra piccola rete di volontari e conoscenti siamo riusciti in poco tempo ad arredare casa, con tanto di elettrodomestici, ad un ragazzo che aveva appena affittato. Di recente alcuni volontari di un’associazione diocesana hanno dato la disponibilità di qualche ora alla settimana a presenziare allo sportello ed occuparsi del disbrigo di pratiche burocratiche. Inoltre dal 1°gennaio 2021 è attiva la convenzione con l’Università di Bologna, sede di Forlì, per il tirocinio obbligatorio pre-laurea degli studenti. Direi che abbiamo gettato un seme che in questi due anni ha dato concreti germogli di speranza verso i nostri fratelli immigrati in Forlì ! (Migrantes Forlì-Bertinoro)

Festival del Circo: preghiera ecumenica e incontro sulla pastorale in Europa

23 Gennaio 2023 - Roma - È consuetudine che sotto il tendone del Circo di Montecarlo, durante i giorni del “Festival Internazionale del Circo” – che si è aperto lo scorso 20 gennaio -  le chiese cristiane sostino per un momento di preghiera ecumenica. La celebrazione ecumenica è prevista per oggi, lunedì alle 19,00 sotto lo chapitou dell'Espace Fontvieille, con la partecipazione di artisti premiati al Festival Internazionale del Circo, l'Orchestra dei Carabinieri, della principessa e dei Maestri della Cattedrale di Monaco. Una iniziativa che prevede anche momenti circensi con le esibizioni di artisti internazionali presenti quest’anno alla kermesse. In concomitanza del festival anche – dal 20 al 24 gennaio - l’incontro annuale dell’European Circus Association (ECA), alla quale aderisce, per l’Italia, la Fondazione Migrantes come membro onorario e che sarà rappresentata da Sara Vatteroni, direttore Migrantes della Toscana e membro del Consiglio di Amministrazione dell’Organismo pastorale della Cei. Sarà anche l’occasione di fare il punto sulla pastorale del mondo dello spettacolo viaggiante dopo due anni di pandemia con interventi non solo dei rappresentanti dei paesi europei ma con delegazioni provenienti anche dalle Americhe e dall’Australia. Tanti i  temi trattati nei primi giorni di incontri – ci dice Vatteroni - la formazione dei giovani artisti con la rete delle scuole del Circo, gli indirizzi delle politiche europee per garantire sostegno con progetti che finanzino sia le nuove proposte e spettacoli sia la mobilità e lo scambio degli artisti, ma anche le iniziative per salvaguardare questo mondo dello spettacolo. In contemporanea si svolge anche l’incontro del Forum ecumenico, nato da una intuizione di mons. Piergiorgio Saviola - già direttore dell’ufficio nazionale per la pastorale dei circensi e della Fondazione Migrantes -  che affronta le problematiche legate alla pastorale itinerante come la scolarizzazione per una realtà che esige “la nostra attenzione e che a maggior ragione ha bisogno di comunità che accolgano una presenza temporanea e gioiosa che porta gioia e esige un attenzione per alimentare una fede incentrata sui valori della famiglia itinerante”. (Raffaele Iaria)  

Il Centro Astalli rilegge Hannah Arendt

23 Gennaio 2023 - Roma - C’è un libretto scritto ottant’anni fa che parla di oggi, anzi di domani. Dà espressione all’identità dei rifugiati, partendo dal rifiutarne la definizione: a “noi rifugiati” – questo il titolo – non piace essere chiamati ‘rifugiati’. Un annuncio che racchiude la dolorosa scissione di entrare in un Paese nuovo ed essere destinati a rimanervi, non potendo tornare nel proprio, dopo aver perso la casa e la propria piccola realtà familiare, il lavoro e il ruolo nella società, la lingua e la possibilità di esprimersi spontaneamente, i parenti e gli amici, l’intero proprio “mondo privato”. La contraddizione del ricostruirsi nel luogo di destinazione – del vivervi a lungo, dello sforzarsi di chiamarlo casa e di somigliare ai suoi abitanti – e ciononostante di restare stranieri. Visti come diversi, sempre in fondo “indesiderabili”. Sono le prime pagine scritte da Hannah Arendt da rifugiata negli Stati Uniti, nel 1943, dopo la fuga dalla persecuzione nazista in Europa. L’incontro, svoltosi nei giorni scorsi su iniziativa del Centro Astalli al Goethe-Institut di Roma, è stato l’occasione per rileggerle col pensiero al presente. E per scoprire che non raccontano il Novecento, ma il nostro tempo e il futuro, e non descrivono gli esuli ebrei né soltanto i profughi di tutte le religioni, nazionalità, idee, bensì ogni donna e ogni uomo. Con la limpidezza di pensiero della studiosa, e la profondità dell’esperienza personale, Arendt indica la macchia che il rifugiato non riesce a lavare via: qualcosa dev’esserci nel suo passato o nella sua identità, perché si trovi in questa condizione. Il rifugiato legge l’accusa negli occhi dei nuovi vicini, si sente incolpato della propria sfortuna, e reagisce con uno sforzo di assimilazione. Un tentativo di liberarsi del sé e confondersi tra i cittadini di diritto, che tuttavia rimane un’aspirazione impossibile. Il pensiero ebraico influenza la filosofa: lo spiega Benedetto Carucci Viterbi, rabbino e biblista, che ricorda come in ebraico le parole abitare e straniero derivino dalla stessa radice. Il paradosso di Abramo che si presenta ai cananei come ‘straniero residente’ tra loro, sperimentato dagli ebrei nella Storia, coglie l’essenza dello stato di ogni immigrato: che svolge la sua vita in un luogo senza arrivare ad appartenervi mai, differenziato fisicamente, socialmente e giuridicamente, stretto tra barriere di documenti che dovrebbero aprirgli opportunità e invece lo discriminano. Sono gli Stati nazionali ad aver costruito rifugiati, richiedenti asilo e migranti economici, per conservare la propria omogeneità etnica contro il movimento naturale delle persone, ma queste categorie non esistono nella realtà, chiarisce subito Donatella Di Cesare, filosofa e docente, curatrice di una nuova edizione di “Noi rifugiati”. Per questo le parole di Arendt valgono per chiunque sbarchi oggi sulle nostre coste o scenda dai nostri valichi. Anche chi aggira gli stratagemmi di deterrenza delle partenze, si sottrae alla cattura e al trattenimento violenti, si crea la sua strada nella sabbia, nella neve e nell’acqua e riesce infine ad attraversare la frontiera; anche chi, dopo l’ingresso, si sottrae all’irregolarità, evita o supera il passaggio della detenzione amministrativa – che tiene ristretto chi non ha commesso reati e somiglia così tanto all’internamento sperimentato da Arendt in quanto ebrea, nel campo di Gurs sui Pirenei – e si conquista un documento di soggiorno, anche questo immigrato resterà straniero. Non si radicherà, come fosse destinato a portarsi dentro quel confine che ha oltrepassato una volta, nota Padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli. Per questo, il diritto da garantire non è migrare, ma essere accolti. Senza la costrizione ad “integrarsi”, essere accettati con semplicità, ascoltati, ricevere le stesse opportunità dei cittadini per nascita, poter partecipare. Le persone migrano per tante ragioni, spiega Soumaila Diawara – lui, maliano, che lo ha fatto per scampare alla persecuzione politica – ma tutte fuggono dalla prospettiva della mera sopravvivenza. Nel Paese d’arrivo, chi migra cerca il diritto a vivere. A ottant’anni dal manifesto di questo bisogno, la migrazione resta una storia di lontananza nella vicinanza. C’è un modo per rovesciare lo stato delle cose e creare un mondo nuovo, ed è riconoscersi tutti nel “Noi” di Hannah Arendt. Scoprirsi nient’altro che “nudi esseri umani”, tutti ospiti tutti pellegrini, in cerca solo di protezione e della possibilità di una vita piena. (Livia Cefaloni)      

Lasciare per seguire

23 Gennaio 2023 - Città del Vaticano - Insegnare, annunciare, guarire. Tre verbi che Matteo sceglie per descrivere la missione di Gesù che percorreva la Galilea delle genti “insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il Vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità” e che lo porterà a dare la sua vita per noi. In queste quattro domeniche, da Natale, abbiamo trovato Gesù deposto in una mangiatoria, cercato e venerato dai magi venuti dall’Oriente. Due domeniche fa Matteo ci ha descritto il tempo del battesimo nel Giordano per mano di Giovanni Battista. Ma tra questi due momenti sappiamo che ha dovuto trascorrere del tempo in Egitto, e successivamente è entrato nella terra di Israele, passando la sua giovinezza nella cittadina di Nazareth in Galilea. Il Vangelo di questa domenica ci narra l’arresto di Giovanni e la decisione di Gesù di lasciare la Giudea per andare nella piccola Cafarnao, sulle rive del mare di Tiberiade, luogo abitato da ebrei, ma anche da stranieri di origine greca e altri popoli. Paura di fare la stessa fine di Giovanni? Non lo sappiamo, certo Gesù non aveva ancora compiuto alcun gesto “scandaloso”, ne aveva pronunciato alcun discorso “politicamente scorretto”. Aveva iniziato il suo “cammino” là dove lo aveva iniziato Giovanni con lo stesso appello-invito: “convertitevi, perché il Regno dei cieli è vicino”. Forse “iniziare” da Cafarnao, domenica prossima leggeremo le beatitudini, è anche un modo per ricordarci che Gesù è colui che compie le scritture; la cittadina è, infatti, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali e il profeta Isaia, è la prima lettura di questa terza domenica del tempo ordinario, annuncia che da questa terra oltre il Giordano, un “grande luce” è stata vista dal popolo “che abitava nelle tenebre […] per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta”. Il messaggio che Matteo ci lascia, dunque, è proprio l’immagine della luce, un Dio che affascina, illumina il cuore e chiama ogni uomo e donna là dove lavorano e vivono: seguimi. Lo dice a Pietro e Andrea, pescatori nel mare di Galilea; a Giacomo e al fratello Giovanni: “e loro subito lasciarono le reti e lo seguirono”. Lasciare per seguire. È il momento della scelta, della decisione che cambia la vita; prima o poi arriva questa scelta, dice Papa Francesco all’Angelus, e bisogna decidere: “lascio alcune certezze e parto per una nuova avventura, oppure rimango come sono?” Momento decisivo per ogni cristiano, il “coraggio di lasciare, di mettersi in cammino”. E “se non si trova il coraggio di mettersi in cammino, c’è il rischio di restare spettatori della propria esistenza e di vivere la fede a metà”. Ma cosa dobbiamo lasciare, si chiede il vescovo di Roma. “Certamente i nostri vizi, i nostri peccati, che sono come ancore che ci bloccano a riva e impediscono di prendere il largo”. Chiedere perdono e lasciare “anche ciò che ci trattiene dal vivere pienamente, per esempio le paure, i calcoli egoistici, le garanzie per restare al sicuro vivendo al ribasso. E bisogna anche rinunciare al tempo che si spreca dietro a tante cose inutili”. Lasciare, dunque, per dedicare tempo alla preghiera, per una giovane famiglia “aprirsi all’imprevedibile e bellissima avventura della maternità e della paternità”; poi medici e operatori sanitari che dedicano il loro tempo ai malati; lavoratori che lasciano le comodità per portare il pane a casa. Francesco ci ricorda che “per realizzare la vita occorre accettare la sfida di lasciare”. Domenica dedicata alla Parola di Dio che “è rivolta a tutti e chiama alla conversione”; parola che “scuote, ci scomoda, ci provoca al cambiamento, alla conversione”; parola che mette in crisi perché “viva”. Parola che ha il volto di Gesù, pellegrino nelle città e villaggi, per “incontrare volti e storie”, messaggero che annuncia la buona notizia. Angelus nel quale Francesco chiede che finisca il conflitto in Myanmar, dove è stata distrutta la chiesa di Nostra Signora dell’Assunzione, uno dei luoghi di culto più antichi del paese. Pace in Perù – la violenza spegne la speranza di una giusta soluzione dei problemi – in Camerun – il futuro è nella via del dialogo e della comprensione reciproca – e nella martoriata Ucraina “il Signore conforti e sostenga quel popolo che soffre tanto”. (Fabio Zavattaro - Sir)

Lucani nel mondo: il 24 gennaio un seminario di studio su “Migrazioni e cultura”

20 Gennaio 2023 - Potenza - In vista dell’anno del Turismo delle Radici 2024 l'Associazione Regionale Famiglia Lucana di Winterthur, il Piccolo Festival delle Spartenze, il Centro Studi Internazionali "Lucani nel Mondo" e "Filef" Basilicata promuovono l’iniziativa di conoscenza del fenomeno migratorio "Migrazioni e Cultura verso l'anno del Turismo delle Radici" con il coinvolgimento di alcune scuole superiori della provincia di Potenza. La giornata si svolgerà il 24 gennaio e vedrà due diversi appuntamenti. Al mattino con i dirigenti, i docenti e gli studenti del Liceo Scientifico “Galilei” del capoluogo lucano:  dopo i saluti istituzionali, il Seminario sulla Storia dell’Emigrazione Italiana e Lucana al quale interverrà Giuseppe Sommario, direttore del Piccolo Festival delle Spartenze e Delfina Licata, curatrice del Rapporto Italiani nel Mondo della Fondazione Migrantes, coordinati da Luigi Scaglione. Nel pomeriggio  l’incontro-dibattito  dal titolo "Restanze, Ritorni e Mezzogiorni d'Italia" con gli interventi di accademici, esperti, rappresentanti istituzionali e la presentazione del volume "L'Italia e i figli del vento" di Delfina Licata.  

Migrantes Taranto: domenica “catena” per la pace in Ucraina

20 Gennaio 2023 - Taranto - Il 22 gennaio ricorre la festa dell' unità del popolo Ucraino. Nel 1990 gli ucraini fecero una catena lunghissima prendendosi per mano dal nord al sud. Domenica 22 le persone ucraine in tutto il mondo faranno in ogni città  una propria piccola catena. L'associazione Sylni Rasom, insieme alla comunità Ucraina di Taranto, in collaborazione con  la Migrantes diocesana e  la Stella Maris - Apostolato del mare - si incontreranno  domenica  22,  tenendosi per mano ai piedi della scalinata della Concattedrale dalle ore 14,30 alle ore 15,00,  per collegarsi con la catena online mondiale. Si pregherà per la pace in Ucraina. (Marisa Metrangolo - Direttrice Migrantes Taranto)

Mons. Felicolo: la “diversità è un dono grande”

20 Gennaio 2023 - Firenze – “Una sala gremita di persone diverse e ricca di colori”. Così mons. Pierpaolo Felicolo, Direttore generale della Fondazione Migrantes, ha salutato i partecipanti all’incontro conclusivo del progetto “Crescendo. Conoscere il mondo per essere cittadini consapevoli e attivi", che si è svolto a Firenze questa mattina su iniziativa del Centro Internazionale Studenti Stranieri "Giorgio la Pira” e la partecipazione di tante scuole. Un progetto finanziato dalla Fondazione Migrantes con i fondi dell’8X1000 della Chiesa cattolica italiana. Per mons. Felicolo la “diversità è un dono grande”: “mi avete contagiato con il vostro entusiasmo e la vostra allegria”, ha aggiunto: un entusiamo, una allegria che va “coltivata. Noi crediamo molto in questo insieme di culture e diversità che non si allontanano ma si avvicinano per amicizia”. Da qui l’invito a non disperdere questo patrimonio di relazioni belle ma a coltivarlo con passione”. Solo nell’incontro delle culture e non nella paura – ha concluso mons. Felicolo – si costruisce quella casa commune che rappresenta “un dono per tutti noi”. (Raffaele Iaria)

Migrantes Brescia: un focus su scuola ed educazione sul tema “Costruire il futuro con i migranti: il XXXI Rapporto Immigrazione 2022”

20 Gennaio 2023 - Brescia  - “Costruire il futuro con i migranti. Focus sulla scuola e sull’educazione: il XXXI Rapporto Immigrazione 2022”. Questo il tema del convegno in programma  a Brescia il 26 gennaio, promosso dalle tre aree pastorali della Diocesi, da Comunità e Scuola, dalla Caritas diocesana e dal Centro Migrantes  in collaborazione con l’ Ufficio scolastico territoriale di Brescia. Coordinati da Anna Della Moretta interverranno Vinicio Ongini dell’Osservatorio per l’integrazione degli alunni stranieri e per l’intercultura del Ministero Istruzione su “Alunni con cittadinanza non italiana, fra calo e criticità irrisolte”; Giuseppe Bonelli, dirigente UST Brescia, con “18,2%: non solo numeri. L’esperienza bresciana”; Simone Varisco della Fondazione Migrantes e redattore del Rapporto Immigrazione 2022 che aiuterà a leggere a leggere l’immigrazione partendo dalla scuola.