Primo Piano
Migrantes Messina-Lipari-Santa lucia del Mela: per la giunta regionale “governare l’immigrazione è uno spreco”
Una decisione che è arrivata nella stessa giornata in cui la dott.ssa Nuccia Albano, assessora alla Famiglia, alle Politiche sociali e al Lavoro, da cui dipende l’Ufficio, con un comunicato stampa aveva annunciato la pubblicazione dell’elenco dei “mediatori culturali”, con la gestione e l’aggiornamento affidato proprio all’Ufficio Speciale Immigrazione (che poche ore più tardi si decide di sopprimere).
Se governare l’immigrazione è ritenuto uno spreco vuole dire privilegiare una visione emergenziale del fenomeno, una narrazione politica che, spesso, si basa su elementi propagandistici e in parte strumentale. Noi riteniamo che lo spreco sarebbe quello di perdere quanto di buono è stato portato avanti dall’Ufficio Speciale Immigrazione nella ricerca, nel confronto, nell’ascolto del territorio, nella progettazione e nella costruzione di una rete tra tutti gli attori coinvolti dal fenomeno della mobilità
umana. (Santino Tornesi - Direttore Migrantes Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela)
Migranti morti a Borgo Mezzanone, mons. Pelvi: “sono lavoratori e vanno riconosciuti come persone”
Foggia - Dopo la morte, la notte tra domenica e lunedì, di Ibrahim e Queen, una coppia di immigrati da Gambia e Ghana che abitavano nel “ghetto” di Borgo Mezzanone, nel foggiano, dove vivono in condizioni di degrado altri 1500 braccianti, il vescovo di Foggia-Bovino, mons. Enzo Pelvi lancia un appello: “Sono lavoratori, hanno bisogno dell’essenziale e di essere riconosciuti come persone”. E invita le Chiese cristiane “a ritrovarsi uniti nella carità” a partire da queste situazioni, cercando di “essere da stimolo e incoraggiamento alle istituzioni locali, per suggerire loro comportamenti virtuosi, perché le emergenze sono tante”. I due trentenni avevano acceso un braciere nella baracca per cercare di riscaldarsi ma sono morti a causa delle esalazioni di monossido di carbonio. “Ieri sera ci siamo riuniti per un incontro di preghiera con evangelici, battisti e ortodossi e cattolici – racconta al Sir monsignor Pelvi -. Il dolore per la morte di questi due giovani ci ha uniti come Chiesa, invitandoci ad assumere una condotta più coerente e a non voltare le spalle alle persone più fragili”. “Foggia non è solo un territorio con tanti problemi", ha aggiunto il presule: "Ci sono anche tanti sforzi e dedizione nella promozione della carità, si stanno creando delle reti virtuose. La carità a partire da un evento luttuoso può essere una strada verso l’ecumenismo" aggiungendo che come accaduto in passato la Chiesa foggiana si preoccuperà di essere vicina alle vittime.
Commissione Ue: “contribuire a ridurre la migrazione irregolare e non sicura”
Due migranti intossicati in una baracca, Francescani secolari: “Nessuno sia considerato materiale di scarto”
Ginese è tra le persone che hanno sfidato paure, pregiudizi e sospetti e hanno iniziato a dare fiducia, a partire dal primo sconosciuto che chiedeva ospitalità, fino ai tanti, odierni, mendicanti di prossimità agli angoli di periferia. Con un frate francescano e un gruppo di francescani secolari, 36 anni fa ha contribuito a fondare la “Casa d’accoglienza Sant’Elisabetta d’Ungheria” struttura che nel 1986 ha avviato l’esperienza dell’accoglienza dedicata a persone indigenti, senza casa e senza sostentamento. Tra loro, fin dall'inizio vi furono, e vi sono ora, numerosi migranti con le loro famiglie, che vengono accompagnati nell’inserimento nel tessuto sociale, con la conoscenza della lingua, corsi di avviamento al lavoro, laboratori artigianali, tirocini formativi. Alla rivista "Francesco il Volto Secolare" Ginese racconta cosa significhi la morte dei due immigrati, uomo e donna, nel quadro di una situazione di indifferenza, sfruttamento, emarginazione sociale: "Per chi ha avuto la fortuna, il desiderio, la grazia di essere condotto tra questi fratelli, di entrare nelle loro baracche di condividere un pezzetto della loro vita, la morte di Ibrahim e Queen è una tristezza infinita, una perdita enorme, un dolore senza tempo. Ma, insieme, è la conferma di una sola necessità: non si può rimanere indifferenti, non è umano non lasciarsi smuovere dalla tiepidezza salottiera, non è possibile non sentirsi interpellati da 'questo povero che grida'. È perfino indecente, per un cristiano, non provare a fare qualcosa per chi ci è evangelicamente prossimo. È tempo di usare misericordia, di “stare” con questi fratelli, per conoscere le situazioni, per sensibilizzare le coscienze, per spingere la promozione di norme giuste, per sollecitare interventi politici adeguati per cambiare ciò che non è giusto perché «nessun uomo sia oggi considerato materiale di scarto". Per Ginese è "tempo di uscire dal mondo delle comode abitudini delle nostre fraternità, dei rigidi schemi che intrappolano l’intraprendenza dei desideri e riconducono nei solchi della pigrizia. È davvero il tempo del “tutti fuori”, verso quelle periferie ferite dell’esistenza da riempire di umanità e illuminare di speranza. Non è un sogno, è semplicemente la nostra vocazione". (R.Iaria)
Ismu: domani la presentazione del “Libro Bianco sul governo delle migrazioni economiche”
Migrantes: venerdì l’incontro al carcere di Bollate
Milano - Il Direttore generale della Fondazione Migrantes, mons. Pierpaolo Felicolo, venerdì 27 gennaio visiterà il carcere di Milano-Bollate. Sarà l'occasione per incontrare le autorità della struttura, in particolar modo dell'area trattamentale, e i detenuti. Da tempo la Fondazione Migrantes, grazie ai fondi dell'8x1000, finanzia annualmente il progetto “Intercultura 2.0 – La città plurale. Oltre la barriera. Una partita da vincere!” all'interno della casa di reclusione di Bollate. Grazie all'impegno di RERUM – Rete Europea Risorse Umane si punta a costruire storie positive, “best practice”, legami fra persone che vogliono fare del tessuto sociale una rete di condivisione, per uscire da un circuito di sopraffazioni e violenze. Questo si declina in interventi con al centro la persona, il suo presente e il suo futuro, la visione prospettica e l’accadere della quotidianità. L'azione coinvolge discipline che spaziano dalla musica allo sport, dai festival alla discografia, dalla gestione di eventi all’organizzazione di convegni, partendo da una matrice formativa e sociale, che si colloca entro i confini di quella che da più parti viene definita “educazione non formale”, cara a papa Francesco, che raggiunge il suo apice toccando la dimensione spirituale e religiosa.