Tag: Rapporto Immigrazione

Cosenza: i tre Rapporti Migrantes al centro della riflessione sull’enciclica “Fratelli Tutti” promossa dalla Università della Terza Età

9 Marzo 2021 - Cosenza - Si parlerà dei "tre volti" della migrazione nel corso promosso a Cosenza dall'Università della Terza Età. "Fratelli tutti: i tre volti dell'immigrazione" è, infatti, il tema che sarà trattato - giovedì 11 marzo alle 16,30 e trasmesso da Te A57 - da Pino Fabiano, direttore regionale Migrantes per la Calabria. Durante la conferenza Fabiano parlerà dei tre Rapporti che ogni anno la Fondazione Migrantes pubblica per far conoscere il mondo della mobilità umana: il Rapporto Immigrazione, curato insieme alla Caritas Italiana, il Rapporto Italiani nel Mondo e il rapporto sul Diritto d'Asilo.  

 

Migrantes Cassano Ionio: il 25 febbraio la presentazione del Rapporto Immigrazione

22 Febbraio 2021 - Cassano allo Ionio - Sarà presentato giovedì 25 febbraio il XXIX Rapporto Immigrazione di Caritas Italiana e Fondazione Migrantes dal titolo “Conoscere per comprendere”. L’incontro che, causa Covid – 19, si terrà utilizzando le piattaforme virtuali, è stato organizzato dall’Ufficio Migrantes della diocesi di Cassano in collaborazione con la Caritas diocesana. L’edizione 2020 riprende il tema indicato da Papa Francesco in occasione della 106a Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato e presenta una nuova sezione pastorale. Come di consueto, il volume si apre con la dimensione internazionale ed europea, per poi esaminare le caratteristiche strutturali dei flussi e delle presenze degli immigrati in Italia, i processi di inserimento, integrazione e partecipazione, il contributo dell'immigrazione al lavoro e all'economia nazionali. Diversi i capitoli dedicati quest'anno agli effetti della pandemia sulle condizioni di vita e lavoro dei migranti. Chiudono il Dossier i capitoli dedicati ai singoli contesti regionali e territoriali e un'ampia appendice statistica. Dopo i saluti del direttore dell’Ufficio Migrantes, Leonardo Cirigliano e di don Mario Marino, Vicario per la Carità, illustrerà il rapporto Simone Varisco della Migrantes. Le conclusioni saranno affidate al vescovo, mons. Francesco Savino. L’incontro sarà trasmesso in diretta sulle piattaforme Youtube e Facebook della diocesi di Cassano All’Ionio.  

Migrantes Calabria: da venerdì tre seminari di approfondimento sui Rapporti Migrantes

13 Gennaio 2021 -

Cosenza - Tre seminari per presentare i Rapporti redatti annualmente dalla Fondazione Migrantes. E l’iniziativa promossa dall’Ufficio regionale Migrantes della Calabria a partire da venerdì 15 gennaio e per tre venerdì consecutivi.

Il 15 gennaio sarà la volta del Rapporto Immigrazione redatto da Caritas Italiana e Fondazione Migrantes. Tema dell'incontro La fraternità, legame di tutte le creature”. Ad aprire il vescovo di Lamezia Terme, mons. Giuseppe Schillaci seguito da Simone Varisco della Fondazione Migrantes, don Carmelo Torcivia della Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, Valentina Fedele dell’Università della Calabria e dal territorio Khalid El Scheick moderati dal delegato Caritas Calabria don Nino Pangallo. Venerdì 22 sarà presentato Rapporto sul Diritto d’Asilo. Introdurrà i lavori Cristina Molfetta della Fondazione Migrantes seguita da Leila Giannetto, Donatella Loprieno dell’Università della Calabria) e dal territorio Operatori e Beneficiari SIPROIMI. I lavori saranno moderati da Pino Fabiano della Migrantes Calabria.

I tre seminari si concluderanno venerdì 29 gennaio con il Rapporto Italiani nel Mondo con un approfondimento su “Calabria tra crisi demografica ed emigrazione”. I lavori saranno introdotti da Delfina Licata della Fondazione Migrantes seguita dagli interventi di Manuela Stranges dell’Università della Calabria, Giuseppe Sommario dell’Università Cattolica di Milano e dal territorio don Gregorio Aiello, responsabile della Missione Cattolica Italiana Genk in Belgio, originario della diocesi di Catanzaro-Squillace). Modererà i lavori Pino Fabiano della Migrantes Calabria. (R.I.)

Migrantes Brescia: venerdì la presentazione del Rapporto Immigrazione

11 Novembre 2020 - Brescia - Nel messaggio per l’ultima Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, Papa Francesco ha indicato sei coppie di verbi utili a suggerire azioni efficaci per rendere l’attenzione ai Migranti reale, concreta, corrispondente alle vere esigenze di chi lascia la propria casa e il proprio Paese. La prima azione suggerita, Conoscere per comprendere, ha dato il titolo al Rapporto Immigrazione, curato da Caritas Italiana e Fondazione Migrantes, giunto alla XXIX edizione. Il rapporto sarà presentato, dopo l’evento a Roma, a Brescia il prossimo 13 novembre in modalità online sui Social media de La Voce del Popolo (canale YouTube e pagina Facebook), il settimanale della diocesi lombarda. Interverrà, dopo il saluto di Giuseppe Ungari, vice direttore dell’Ufficio Migrantes di Brescia, Simone Varisco della Fondazione Migrantes. Farà eco alla presentazione un commento musicale di padre Fabrizio Colombo, missionario comboniano, che sta elaborando un progetto musicale dal titolo “Siamo Qui”, per parlare di questi fenomeni attraverso la musica.  

Università Salerno: la presentazione del Rapporto Immigrazione e il ricordo di Claudio Marra

9 Novembre 2020 - Salerno - Si svolgerà giovedì 12 novembre dalle ore 10.00, in modalità on line,   la presentazione del XXIX Rapporto Immigrazione realizzato da Caritas Italiana e Fondazione Migrantes  dedicata alla memoria del docente e ricercatore  Claudio Marra, prematuramente scomparso lo scorso anno. Marra da  da anni dava il suo contributo allo studio della pubblicazione contribuiva ogni anno alla sua presentazione presso l'Ateneo di Salerno. L’evento sarà coordinato e moderato da Emiliana Mangone (Università degli Studi di Salerno) e dopo i saluti istituzionali di Virgilio D’Antonio (Direttore del Dipartimento di Scienze Politiche e della Comunicazione, Università degli Studi di Salerno) e di don Giovanni De Robertis (Direttore generale della Fondazione Migrantes) seguiranno gli interventi di Oliviero Forti (Responsabile Ufficio Politiche migratorie e Protezione internazionale Caritas Italiana), Manuela De Marco (Ufficio Politiche migratorie e Protezione internazionale Caritas Italiana), Simona Libera Scocozza (Università degli Studi di Salerno) e Simone Varisco (Fondazione Migrantes).  

Rapporto Immigrazione Caritas e Migrantes: la maggior parte degli stranieri è cristiana

8 Ottobre 2020 -
Roma  - La religione professata dagli stranieri immigrati è uno degli aspetti analizzati dal XXIX Rapporto di Caritas italiana e Fondazione Migrantes presentato oggi a Roma. “Anche quest’anno sfatiamo un mito duro da superare cioè che la maggioranza degli stranieri in Italia sia musulmana”, ha commentato Simone Varisco della Fondazione Migrantes. Al primo gennaio di quest'anno la maggioranza degli stranieri era di religione cristiana (3 milioni di fedeli, in aumento rispetto all’anno precedente) per lo più ortodossi. “Alle religioni di recente formazione, alle cosiddette sette, è dedicato un approfondimento perché – ha precisato Varisco – ognuna pone una sfida alla Chiesa e alla società perché affondano la radice nello stato di abbandono e sofferenza umana”. Gli atei e gli agnostici contano mezzo milione di persone fra la popolazione straniera: “Anche questo – ha sottolineato – esige una risposta specifica. Le religioni portate con sé costituiscono un elemento di aggregazione e là dove ci sono situazioni di difficoltà personale è importante intercettare i bisogni”. Per il ricercatore, la pandemia ha in parte accelerato alcuni processi: “I cimiteri non sono stati preparati ad accogliere i cittadini stranieri o di origine straniera. Le terze generazioni intendono piangere i loro cari in Italia da qui le sfide per molti Comuni”.

Migranti: Di Piazza (sottosegretario min. Lavoro), “c’è bisogno di nuove visioni”

8 Ottobre 2020 - Roma -  “L’immigrazione è un banco di prova per la politica”. A dirlo è Stanislao Di Piazza, senatore e sottosegretario di Stato al ministero del Lavoro e delle Politiche sociali con delega all’immigrazione e alle Politiche di integrazione, alla presentazione del XXIX Rapporto sull’immigrazione curato da Caritas e Fondazione Migrantes. “Il rapporto – dice il sottosegretario – non si ferma ai numeri ma li fa parlare e li utilizza per l’incontro delle persone”. “Al bene comune – continua – mirano le politiche e i percorsi di integrazione, come un progetto pilota che vede già in campo una ventina di comuni italiani. Anche lo sport sui territori può essere motore di integrazione e per questo vogliamo creare presidi. Il bene comune è stato anche l’obiettivo della recente emersione con cui abbiamo voluto dare dignità e creare opportunità per le imprese. Non è stato un esercizio facile. Potevamo fare meglio? Come sempre sì, ma nelle oltre 800mila domande leggiamo i destini delle persone che vogliono lavorare legalmente, vivere vite degne e contribuire insieme al progresso delle nostre comunità”. “Anche per l’immigrazione – conclude – c’è bisogno di nuove visioni. Non solo politiche nazionali di governo, ma servono indirizzi chiari per il rispetto dei diritti dell’uomo, un accesso al welfare e alla cittadinanza con particolare attenzione ai giovani di seconda generazione”. (SIR)  

Rapporto Immigrazione Caritas e Migrantes: la maggioranza degli stranieri in Italia è cristiana

8 Ottobre 2020 - Roma - Al 1° gennaio 2020 si stima che la maggioranza assoluta degli stranieri residenti in Italia sia di religione cristiana (54,1%), in aumento rispetto ad inizio 2019 (quando era il 53,6%), ma ancora ad un livello inferiore rispetto al 1° gennaio 2018 (57,5%). E' quanto emerge nel Rapporto Immigrazione di caritas Italiana e Fondazione Migrantes presentato questa mattina a Roma. Nel loro complesso, nel 2019 i cristiani stranieri residenti in Italia sono aumentati di 97 mila unità (+3,4%), dopo la forte diminuzione (145 mila unità) dell’anno precedente, e si attestano ad oltre 2,9 milioni di fedeli e di potenziali fedeli, includendo nel conteggio anche i minori. Fra gli immigrati cristiani la maggioranza assoluta è ortodossa (29,3%, pari a 1,6 milioni di fedeli, originari soprattutto di Romania, Ucraina e Moldova), mentre più di uno su tre è cattolico (20,1%, con quasi 1,1 milioni di persone, per lo più romeni, filippini, peruviani e albanesi). Proprio i cattolici, però, hanno fatto registrare la crescita maggiore nel 2019, con un aumento di 103 mila unità (+10,5%), superati soltanto – sebbene su livelli quantitativi assoluti minori – dai copti (in aumento di 3 mila unità, +16,7%); lieve la crescita degli ortodossi (+19 mila unità, pari al +1,2%), mentre sono diminuiti gli appartenenti ad altre fedi cristiane (in particolare gli evangelici, diminuiti del 9,1%, vale a dire quasi 17 mila fedeli in meno). Gli stranieri musulmani residenti in Italia sono risultati stabili in numerosità durante il 2019 (-0,4%, vale a dire circa 6 mila unità in meno fra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2019), dopo il forte aumento fatto riscontrare durante il 2018 (+8,7%, cioè +127 mila unità), mantenendosi poco al di sotto del valore di 1,6 milioni, pur senza considerare gli acquisiti alla cittadinanza italiana e i non iscritti in anagrafe (ma conteggiando i minorenni di qualsiasi età). Si tratta per lo più di marocchini, albanesi e bangladeshi. Sul territorio nazionale si segnalano, infine, circa 174 mila stranieri buddisti. (3,2% degli immigrati residenti in Italia), 96 mila induisti (1,8%), 51 mila sikh (1,0%) e 44 mila afferenti ad altre religioni (0,8%). Gli atei e gli agnostici sono invece stimabili in circa 531 mila, pari a circa un decimo (9,9%) del totale degli stranieri residenti in Italia. Le tradizioni religiose del Paese d’origine costituiscono da sempre un importante elemento di aggregazione e di rassicurazione identitaria, soprattutto in contesti sociali e culturali molto distanti da quelli nati.

Rapporto Immigrazione Caritas e Migrantes: migranti il 38,4% dei poveri del lockdown

8 Ottobre 2020 - Roma - Durante i tre mesi di lockdown la Caritas ha aiutato 445.585 persone (in media, 2.990 utenti per diocesi), una cifra altissima che supera la media annua di circa 200mila individui. Gli stranieri erano il 38,4%. Anche tra i 129.434 “nuovi poveri” che si sono rivolti alla Caritas nello stesso periodo, gli stranieri erano il 32,9%. È quanto emerge dal Rapporto immigrazione di Caritas italiana e Fondazione Migrantes presentato a Roma questa mattina. Secondo l’Istat nel 2019 gli individui di nazionalità non italiana in povertà assoluta sono quasi 1 milione e 400mila, con una incidenza pari al 26,9%, contro il 5,9% dei cittadini italiani. Alta è anche la povertà educativa e culturale: nell’anno scolastico 2017/2018 gli studenti italiani in ritardo sono risultati il 9,6%, contro il 30,7% degli studenti con cittadinanza non italiana, che sono anche quelli a più alto rischio di abbandono, pari al 33,1% (la media nazionale è del 14%). L’impatto del Covid e della didattica a distanza è stato forte: nonostante il Ministero abbia fornito molti tablet, “i bambini stranieri non ricevono aiuto dai familiari per scarsa competenza informatica e difficoltà linguistiche – rileva il Rapporto -. Se il prossimo anno scolastico si svolgerà con un sistema misto di lezioni in presenza e a distanza, potrebbero allargarsi ancora di più le disuguaglianze tra alunni stranieri e italiani”. Durante l’emergenza il 74% delle Caritas intervistate in un sondaggio ha avviato oltre 600 azioni di supporto alla didattica a distanza, l’80% erano a favore di minori stranieri accompagnati. Il 61% delle Caritas ha fornito supporti tecnologici (40% tablet) e computer (37%) e coinvolto 170 operatori in attività di sostegno. Tra le famiglie più in difficoltà quelle di nazionalità bengalese e pakistana. “Investire sull’istruzione – suggerisce il Rapporto – significa anche investire sull’alfabetizzazione informatica e linguistica dei genitori stranieri, in particolare delle madri”.

Rapporto Immigrazione Caritas e Migrantes: il mercato del lavoro

8 Ottobre 2020 - Roma - L’occupazione dei cittadini stranieri in Italia continua a dare segnali di crescita, ma al contempo non registra significativi avanzamenti nella qualità del lavoro. Lo sottolinea il rapporto Immigrazione di Caritas Italina e Fondazione Migrantes presentato questa mattina a Roma. Permangono le criticità che studi e Rapporti sul tema sottolineano da anni: ovvero "la tendenziale concentrazione in alcuni specifici settori, in cui le qualifiche e le mansioni ricoperte sono per lo più a un basso livello professionale o contrattualizzate a tempo (o con modalità precarie); le conseguenti differenze retributive con i lavoratori italiani, la ancora scarsa partecipazione delle donne (soprattutto di alcune nazionalità) al mercato del lavoro, l’adibizione a lavori manuali, con scarsa preparazione anche rispetto ai rischi per la sicurezza e, ancora, le scarse prospettive di crescita professionale dei più giovani, anche essi avviati, almeno stando alle attuali tendenze, a riprodurre le modalità occupazionali della generazione precedente". Queste linee di tendenza trovano conferma nei principali dati  esposti più estesamente nel Rapporto, ma che possono essere così sintetizzati: in Italia sono 2.505.000 i lavoratori stranieri, che rappresentano il 10,7% degli occupati totali nel nostro Paese. Il tasso di occupazione straniera si attesta intorno al 60,1%, superiore al 58,8% degli autoctoni; parallelamente, il tasso di inattività degli stranieri extra-UE (30,2%), per quanto elevato, risulta comunque inferiore a quello italiano (34,9%). L’87% degli occupati stranieri in Italia sono lavoratori dipendenti, concentrati soprattutto in alcuni settori: servizi collettivi e personali (642 mila addetti), industria (466 mila), alberghi e ristoranti (263 mila), commercio (260 mila) e costruzioni (235 mila). In merito alle qualifiche prevalenti, nel 2019 si registra un elevato volume di rapporti attivati per braccianti agricoli (584.253  attivazioni), addetti all’assistenza personale (179.502), camerieri e professioni assimilate (158.645) e collaboratori domestici e professioni assimilate (111.562). Quanto alle tipologie contrattuali, si attesta come preponderante il reclutamento con forme contrattuali temporanee. Esse interessano circa i due terzi delle nuove assunzioni destinate ai cittadini stranieri, fra cui, oltre ai contratti di lavoro a tempo determinato, anche i tirocini e i rapporti di lavoro in somministrazione o stagionali;  la retribuzione media annua nel 2019 dei lavoratori extracomunitari è inferiore del 35% a quella del complesso dei lavoratori (14.287 euro rispetto a 21.927 euro). Secondo il Rapporto la differenza di genere nell’accesso al mondo del lavoro è marcata e fa registrare tassi di inattività e di disoccupazione nettamente superiori per quanto riguarda la componente femminile; nel confronto con i dati del 2018, aumenta anche il tasso di lavoratori stranieri autonomi (+2,7%), in netta controtendenza rispetto agli italiani. Cresce il numero di titolari di imprese nati fuori dall’UE (383.462), pari al 12,2% del totale, concentrati soprattutto nel settore commerciale (43,1% del totale) e dell’edilizia (21,1%); nel corso del 2019 gli infortuni verificatesi ai lavoratori stranieri sono stati 108.173 (il 16,9% del totale) e in due casi su tre hanno riguardato cittadini extracomunitari, per i quali c’è stato un aumento del +5% rispetto al 2018. Nel caso degli incidenti con esito mortale, l’incidenza dei lavoratori stranieri sul totale è più elevata, attestandosi sul 18,8%, con un incremento del +13,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente; le pensioni di invalidità, vecchiaia e superstiti (IVS) erogate dall’INPS a cittadini extracomunitari alla fine del 2019 sono state appena 65.926, pari allo 0,4% del totale delle pensioni INPS dello stesso tipo (16.840.762); le pensioni assistenziali erogate a cittadini extracomunitari sono state invece 100.898, pari all’2,5% del totale (4.030.438). Il primo impatto del Covid su questi dati - affermano i ricercatori - riferiti al 2019 è valutabile in base alle stime prodotte nel mese di aprile dall’Istat sulle forze lavoro, riferite al primo trimestre del 2020. Nel mese di marzo 2020 sono diminuiti sia gli occupati (-30.000), che le persone in cerca di occupazione (-270.000), mentre sono sensibilmente aumentati gli inattivi, ovvero quelli che né lavorano né cercano lavoro (+300.000, pari al + 2,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente). Il fenomeno sopra descritto si è manifestato in modo molto evidente per gli stranieri: le persone di cittadinanza non italiana, che erano pari al 9% di tutti gli inattivi del primo trimestre 2019 (1 milione 290 mila unità), diventano al primo trimestre 2020 il 9,7% (1 milione 315 mila unità). Si riscontra, quindi, un aumento sia in termini assoluti (+25 mila) che percentuali +0,7 punti percentuali). La maggior parte degli stranieri inattivi (61,5%) sono in possesso di un basso livello di istruzione, mentre tra gli italiani tale caratteristica riguarda una quota inferiore di persone, pari al 56,1%. In particolare, il 7,3% degli italiani inattivi non ha alcun titolo di studio o ha solamente la licenza elementare, mentre tra gli stranieri questo tipo di condizione giunge a coprire il 10,8% dei casi. Quello che desumomno i redattori del Rapporto Immigrazione  è che la situazione di stagnazione nel mercato del lavoro e l’isolamento sociale con il blocco degli spostamenti autonomi sul territorio, ha di fatto scoraggiato i disoccupati a continuare a cercare lavoro in modo attivo, producendo una trasformazione in senso passivo del loro status. La diminuzione nel numero di disoccupati è, quindi, un miglioramento solo apparente. Al contrario, le difficoltà del momento colpiscono drammaticamente la fiducia delle persone, rendendo complesso per chi perde il lavoro anche solo immaginare di poterne trovare uno nuovo. Si rinuncia, quindi, del tutto alla ricerca di una nuova occupazione.

Migranti. Mons. Russo: storie, non numeri

8 Ottobre 2020 -

Roma - Questa mattina, Giovedì 8 ottobre, mons. Stefano Russo, Segretario generale della CEI, è intervenuto alla presentazione del  Rapporto Immigrazione redatto da Caritas Italiana e Fondazione Migrantes dal titolo “Conoscere per comprendere”.

Ecco il testo del suo saluto.

Buongiorno a tutti! Senatore Di Piazza, carissimi amici di Caritas e Fondazione Migrantes, accogliamo con grande attenzione, che si rinnova di anno in anno – ormai siamo al 29° -, la pubblicazione del Rapporto Immigrazione, curato da due organismi della Chiesa italiana (Caritas e Fondazione Migrantes). Il volume di quest’anno concentra le riflessioni attorno al tema Conoscere per comprendere, una delle sei coppie di verbi proposte dal Santo Padre nel suo messaggio per la 106a Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, celebrata pochi giorni fa. Si tratta di un impegno reso ancora più necessario dalla complessa congiuntura che stiamo vivendo, determinata dalla pandemia, che ha posto nuove difficoltà, aggravato tante problematiche già esistenti e ulteriormente indebolito le già precarie condizioni economiche e relazionali della società. In questo senso si stanno recependo le ultime modifiche normative che stanno portando una serie di previsioni in discontinuità con il recente passato. Queste sono una prima risposta alle situazioni di crisi registrate nel tempo. La pandemia ha precarizzato ancora di più la condizione di tanti migranti e di tanti italiani. Pertanto, oggi più che mai sono necessarie risposte immediate che mettano al centro l’umanità che ci unisce. Le incessanti statistiche che si sono susseguite negli ultimi mesi hanno reso evidente come nessuno possa essere considerato semplicemente un numero – lo abbiamo più volte ribadito – ma una persona con una dignità, dei legami affettivi, una storia e uno sguardo al futuro che talvolta rischia di rimanere inespresso o addirittura d’interrompersi precocemente. Questo è vero anche per le persone migranti, che alla propria storia personale aggiungono l’esperienza del viaggio e della permanenza in territori estranei, per cambiare la propria vita e spesso quelle dei propri cari. Il Rapporto Immigrazione ci aiuta a mettere a fuoco le coordinate fondamentali delle migrazioni, un fenomeno che attraversa pressoché il mondo intero e tutti gli ambiti del vivere sociale, e che papa Francesco, nell’enciclica firmata pochi giorni fa ad Assisi, Fratelli tutti, definisce «un elemento fondante del futuro del mondo» (n. 40). Una caratteristica di questa pubblicazione è l’interconnessione esistente fra i diversi contributi che la compongono, che restituisce la complessità degli attuali fenomeni migratori. «Il numero sempre crescente di interconnessioni e di comunicazioni che avviluppano il nostro pianeta – scrive il Santo Padre nell’enciclica Fratelli tutti, al n. 96 – rende più palpabile la consapevolezza dell’unità e della condivisione di un comune destino tra le Nazioni della terra. Nei dinamismi della storia, pur nella diversità delle etnie, delle società e delle culture, vediamo seminata così la vocazione a formare una comunità composta da fratelli che si accolgono reciprocamente, prendendosi cura gli uni degli altri». È un richiamo importante. Non sarebbe possibile, infatti, realizzare un’efficace accoglienza dei migranti – né, tantomeno, la loro protezione, promozione e integrazione – se si curassero solo gli aspetti economici o lavorativi, ignorando la dimensioni antropologiche, sociali e relazionali. Né, ancora, si darebbe una risposta adeguata – vale a dire integrale – ai bisogni di ogni persona se si ricercasse esclusivamente una soluzione ai problemi abitativi o alimentari, senza prestare un’eguale attenzione agli aspetti culturali e religiosi, che costituiscono dimensioni essenziali nella vita di ogni persona. Qualsiasi concezione di accoglienza che la concepisse soltanto come impegno materiale sarebbe una pericolosa riduzione. Anche per questo, la visione fornita dal Rapporto Immigrazione si spinge a considerare l’intimo legame fra i diversi ambiti che caratterizzano la vita di ogni persona, senza i quali essa non potrebbe esprimere appieno il proprio essere e la propria personalità. Solo così, fra l’altro, si può realizzare quell’autentica integrazione della persona migrante nel nuovo contesto sociale, la quale può dirsi compiuta quando, da ospiti, coloro che sono stati accolti diventano soggetti partecipi e attivi, offrendo un contributo personale alla crescita del tessuto sociale, del quale ormai sono divenuti parte. Tale obiettivo rappresenta un’autentica sfida e una scommessa per l’Europa, per il nostro Paese e per i singoli territori che lo compongono, chiamati a vedere in coloro che chiedono ospitalità non un peso, bensì una ricchezza dal punto di vista umano, lavorativo, culturale e, non ultimo, spirituale. Certo, «quando il prossimo è una persona migrante si aggiungono sfide complesse», come scrive con realismo il Santo Padre in Fratelli tutti (n. 129). È evidente, però, come uno sguardo interessato a conoscere l’altro, a incontrarlo, pur con tutte le difficoltà e gli ostacoli che questo implica, dia vita a una prospettiva che si colloca a grande distanza dall’opinione, diffusa a più livelli, che vede nel migrante solo un’insidia, e nell’opera di coloro che lo soccorrono un pericolo. Si tratta di sentimenti contrari alla vita cristiana, che nella fede ci spinge invece ad avere il coraggio di riconoscere in chi è bisognoso del nostro aiuto un fratello, e, nel più piccolo di essi, il Cristo stesso. La fragilità non caratterizza solo gli “altri”, ma ognuno di noi: ognuno di noi può essere quel “piccolo”. Raggiungere una simile consapevolezza è segno di speranza, poiché contribuisce allo sviluppo di una cultura più matura e meno portata ad essere sviata dai preconcetti, più aperta a quanto di buono può esserci nell’altro e meno incline a difendersi pregiudizialmente, più consapevole della necessità e delle opportunità dell’incontro, più disposta a fare autocritica e a condividere. Il Signore guidi i nostri passi in questo cammino di pace e di convivenza, che ci vede tutti fratelli e sorelle. Un ringraziamento a Caritas e Fondazione Migrantes per la cura che, ogni anno, mettono in questa pubblicazione. Ripeto: non è una semplice raccolta dati, ma una narrazione di storie. Grazie!  

Mons. Stefano Russo - Segretario generale della CEI

Rapporto Immigrazione Caritas e Migrantes: la panoramica in Italia

8 Ottobre 2020 - Roma - Gli ultimi dati sulla situazione demografica italiana diffusi dall’Istat confermano le tendenze in atto da alcuni anni: progressiva diminuzione della popolazione residente (-189 mila unità), in particolare nelle regioni del Mezzogiorno; aumento del divario tra nascite e decessi; stagnazione della fecondità a livelli molto bassi; aumento dell’incidenza della popolazione anziana e diminuzione di quella giovane, con il relativo ulteriore innalzamento dell’età media; saldo migratorio con l’estero positivo, anche se in diminuzione; aumento della popolazione residente straniera, sia in termini assoluti che relativi. LO sottolineano i redattori del Rapporto Immigrazione Caritas Italiana e Fondazione Migrante presentato oggi a Roma. Se fino a un decennio fa l’aumento della popolazione straniera seguiva un ritmo significativo, da qualche anno - sottolineano - il trend è in diminuzione (dal 2018 al 2019 appena 47 mila residenti e 2.500 titolari di permesso di soggiorno in più), accompagnato da altri segnali “negativi”, come la diminuzione delle nascite (da 67.933 nel 2017 a 62.944 nel 2019) e le minori acquisizioni di cittadinanza (passate da 146 mila nel 2017 a 127 mila del 2019). Stando ai dati forniti dal Ministero dell’Interno, i permessi di soggiorno validi al 1° gennaio 2020 sono 3.438.707, il 61,2% dei quali è stato rilasciato nel Nord Italia, il 24,2% nel Centro, il 10,8% nel Sud e il 3,9% nelle Isole. I cinque Paesi di provenienza prevalenti fra i titolari di permesso di soggiorno sono, nell’ordine, Marocco (circa 400 mila cittadini), Albania (390 mila), Cina (289 mila), Ucraina (227 mila) e India, che con poco meno di 160 mila soggiornanti ha superato una nazionalità storica come le Filippine. Considerando, invece, il dato complessivo sui cittadini stranieri residenti in Italia (compresi, dunque, i cittadini comunitari), che in base alle elaborazioni Istat al 1° gennaio 2020 ammontano a 5.306.548 (con un’incidenza media sulla popolazione italiana dell’8,8%), la maggior quota è rappresentata dai rumeni (1.207.919). I motivi dei permessi di soggiorno confermano la tendenza all’inserimento stabile, in quanto, in relazione alla durata, la maggior parte dei permessi è a lunga scadenza (62,3% del totale); mentre quelli di breve durata si attestano sul 37,7%. Stando ai motivi del soggiorno, si conferma la prevalenza di quelli familiari (pari al 48,6% del totale), seguiti da quelli lavorativi (41,6%). Terzi per volume i permessi collegati all’asilo e alla protezione internazionale (5,7%) e quarti quelli per studio (appena l’1,5%). I dati del Ministero dell’Interno al 1° gennaio 2020 consentono anche un primo bilancio sulle nuove tipologie di permesso di soggiorno introdotte dal d.l. n. 113/2018 (c.d. decreto Salvini), convertito in legge n. 132/2018. Si è trattato in totale di poco più di 28 mila permessi di soggiorno, che risultano per la quasi totalità di derivazione da tipologie già esistenti prima della riforma o che per effetto di questa hanno subito solamente un cambio di denominazione o di disciplina (ad es., permessi per motivi umanitari ridenominati in “casi speciali”), fatta eccezione per qualche unità di permessi per meriti di valore civile o per calamità naturale, che si sono rivelati dunque assolutamente non coincidenti con le aspettative, i bisogni e le condizioni personali dei migranti nel nostro paese, precarizzandone peraltro i già complessi percorsi di inserimento e integrazione (le nuove fattispecie non sono quasi mai convertibili per lavoro, ad esempio. Lo scivolamento nell’irregolarità è dunque sempre in agguato. Diversi studi hanno fornito stime circa la consistenza della componente irregolare nel nostro paese, arrivando a parlare di oltre 650.000 persone. I dati che "forniamo - si legge in questa edizione del Rapporto, sono quelli relativi ai primi esiti della procedura di regolarizzazione varata fra giugno e agosto 2020 e i dati sui provvedimenti di allontanamento dal territorio nazionale, che continuano a dimostrare di essere strumenti insufficienti e dispendiosi di gestione dell’irregolarità (sono state 41.000 le persone coinvolte), rivelando da oltre 10 anni un tasso di efficacia non superiore al 50% (è il 48,4% nel 2019). La strada da preferire è dunque certamente quella della regolarizzazione, che consente di restituire i diritti sociali ed economici alle persone, sottraendole alle pratiche di sfruttamento, tanto dannose anche per le casse dello Stato, in termini di evasione fiscale e contributiva". Nell’approfondimento dedicato dal Rapporto all’apporto economico dell’immigrazione si evidenzia che in Italia nel 2018 il contributo dei migranti al PIL è stato di 139 miliardi di euro, pari al 9% del totale. I circa 2,3 milioni di contribuenti stranieri hanno dichiarato 27,4 miliardi di redditi, versando 13,9 miliardi di contributi e 3,5 miliardi di IRPEF. L’IVA pagata dai cittadini stranieri è stimata in 2,5 miliardi. Si tratta di dati che confermano il potenziale economico dell’immigrazione che, pur richiedendo notevoli sforzi nella gestione, produce senza dubbio benefici molto superiori nel medio-lungo periodo. Anche i costi per la gestione delle emergenze, che sono aumentati dagli 840 milioni nel 2011 ai 4,4 miliardi nel 2017, possono essere ammortizzati nel tempo, soprattutto se sostenuti da politiche capaci di ridurre l’irregolarità, che oggi è stimata in 670 mila persone. Pertanto, "una regolarizzazione di tutti i lavoratori stranieri avrebbe garantito entrate superiori ai 3 miliardi di euro". Invece il provvedimento varato ha consentito la presentazione di “appena” 207.542 domande presentate; in particolare per lavoro domestico (85% del totale) e il resto per gli altri settori, quasi interamente rappresentati dall’agricoltura. La regione nella quale sono state presentate il maggior numero di istanze è la Campania, con 6.962. Segue la Sicilia con 3.584 istanze, il Lazio con 3.419 e la Puglia con 2.871, ma anche il Veneto con un dato significativo di 2.756 domande e l’Emilia Romagna con 2.101. In entrambi i casi, bisognerà attendere i prossimi mesi per verificare quante di queste istanze andranno a buon fine attraverso la sottoscrizione dei contratti di soggiorno ed il rilascio dei permessi di soggiorno. Permangono le perplessità per una procedura nata principalmente per rispondere alla presenza di lavoratori in nero nel settore dell’agricoltura e che invece sembra rispondere in via principale alle esigenze del mondo del lavoro domestico e del cd. badantato. Un’ulteriore dimostrazione che tale provvedimento avrebbe dovuto allargarsi a ricomprendere molti altri settori nei quali si registra un notevole coinvolgimento dei lavoratori stranieri. Si osserva pertanto come la maggioranza dei nuovi ingressi vede una quota troppo ridotta dei motivi di lavoro (i visti per lavoro sono appena l’1,3% del totale). Gli attuali permessi di soggiorno si riferiscono, dunque, nella gran parte a conversioni di permessi rilasciati ad altro titolo, comprese le motivazioni legate a protezione e assistenza, più che a motivazioni legate alla sfera economica e professionale. Alla luce di tali tendenze, si raccomanda, pertanto, di adottare definitivamente una strategia di potenziamento dei percorsi di integrazione, che contempli: la promozione di interventi normativi volti a sostenere la presenza e l’inserimento socioeconomico dei cittadini stranieri con politiche mirate a garantire la regolarità del soggiorno delle persone, delle famiglie, dei lavoratori e a migliorare i livelli di istruzione e di professionalizzazione delle persone in età da lavoro; il rafforzamento, la reintroduzione, la sperimentazione di canali di ingresso legati al lavoro e allo studio.

Rapporto Immigrazione Caritas-Migrantes: “soddisfatti per modifiche” Decreti Sicurezza, ora “legalità e integrazione”

8 Ottobre 2020 - Roma - "Viva soddisfazione" per le modifiche ai decreti sicurezza con l'auspicio che "i decisori politici proseguano in questo percorso di legalità e integrazione, sostenendolo, oltre che con l'importante processo di revisione delle norme, anche con politiche attive di supporto" viene espressa da Caritas italiana e Fondazione Migrantes, che oggi presentano a Roma il XXIX Rapporto Immigrazione 2020 sul tema "Conoscere per comprendere". Nel volume viene sottolineata "l'importanza di favorire i percorsi di regolarità dei cittadini migranti nel nostro Paese, attraverso un ampio riconoscimento della convertibilità in motivi lavorativi del permesso di soggiorno detenuto ad altro titolo, al fine di invertire la tendenza all'approccio securitario da un lato, o assistenzialistico dall'altro". Secondo i dati contenuti nel rapporto sono stati poco più di 28mila i permessi di soggiorno rilasciati secondo le normative contenute nei decreti sicurezza ma "lo scivolamento nell'irregolarità è sempre in agguato", avvertono Caritas e Migrantes, che stimano la componente irregolare in Italia intorno alle 650.000 persone. I rimpatri, osservano, "continuano a dimostrare di essere strumenti insufficienti e dispendiosi di gestione dell'irregolarità (sono stati 41.000), rivelando da oltre 10 anni un tasso di efficacia non superiore al 50% (è il 48,4% nel 2019)". "La strada da preferire - precisano - è certamente quella della regolarizzazione, che consente di restituire i diritti sociali ed economici alle persone, sottraendole alle pratiche di sfruttamento, dannose anche per le casse dello Stato, in termini di evasione fiscale e contributiva".

Rapporto Immigrazione Caritas e Migrantes: favorire i percorsi di regolarità dei cittadini migranti nel nostro Paese

8 Ottobre 2020 - Roma - Questa edizione del Rapporto Immigrazione si colloca in un contesto che riesce solo parzialmente a fotografare gli effetti della pandemia sulla mobilità umana. Gli spunti che sono emersi dai dati relativi al 2019 sono comunque ricchi di stimoli e di tendenze, che possiamo esaminare in relazione ai diversi ambiti trattati dal Rapporto, compendiandoli con i risultati di vari monitoraggi nel frattempo realizzati dalle nostre reti per stimare proprio l’impatto del Covid in differenti ambiti: la povertà, il lavoro, la scuola, la salute dei migranti e delle persone fragili. Lo scrivono i redattori del "Rapporto Immigrazione" di caritas Italiana e Fondazione Migrantes presentato oggi a Roma. I due organismi pastorali prendono atto "con viva soddisfazione, del recente via libera (6.10.2020), del Consiglio dei Ministri al decreto legge contenente disposizioni urgenti in materia di immigrazione, protezione internazionale e complementare, contenente modifiche dei c.d. decreti sicurezza (d.l. 113/2018 e 53/3019), convertiti in l. n. 132/2018 e 138/2019". Molte delle raccomandazioni contenute nel Rapporto hanno sottolineato, nei vari temi affrontati, l’importanza di "favorire i percorsi di regolarità dei cittadini migranti nel nostro Paese, attraverso un ampio riconoscimento della convertibilità in motivi lavorativi del permesso di soggiorno detenuto ad altro titolo, al fine di invertire la tendenza all’approccio securitario da un lato, o assistenzialistico dall’altro, adottando definitivamente una strategia di potenziamento dei percorsi di integrazione, che contemplasse la promozione di interventi normativi volti a sostenere la presenza e l’inserimento socio-economico dei cittadini stranieri". L'auspicio è che "i decisori politici proseguano in questo percorso di legalità e integrazione, sostenendolo oltre che con l’importante processo di revisione delle norme, anche con politiche attive di supporto".

Rapporto Immigrazione Caritas Italiana e Fondazione Migrantes: domani a Roma la presentazione

7 Ottobre 2020 -

Roma – Sarà presentato domani, 8 ottobre, a  Roma, nel centro congressi Aurelia, il “Rapporto Immigrazione” elaborato dalla Caritas Italiana e dalla Fondazione Migrantes e giunto alla sua 29esima edizione, dal titolo “Conoscere per  comprendere”.  Alla presentazione interverranno mons. Stefano Russo, segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana; Stanislao Di Piazza, sottosegretario di Stato al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali con delega all’immigrazione e alle Politiche di integrazione; Igiaba Scego, scrittrice. Introdurrà e modererà: Oliviero Forti, responsabile Ufficio Politiche migratorie e Protezione internazionale Caritas Italiana.

I dati saranno presentato da Manuela De Marco, Ufficio Politiche migratorie e Protezione internazionale Caritas Italiana. Le conclusione sono affidate a Simone Varisco della Fondazione Migrantes. La presentazione può essere seguita anche in diretta streaming, tramite YouTube e Facebook della Conferenza Episcopale Italiana: https://www.youtube.com/ChiesaCattolicaItaliana ; https://www.facebook.com/conferenzaepiscopaleitaliana .

Rapporto Immigrazione: l’8 ottobre presentazione a Roma

2 Ottobre 2020 -

Roma - Sarà presentato l’8 ottobre a  Roma, nel centro congressi Aurelia, il “Rapporto Immigrazione” elaborato dalla Caritas Italiana e dalla Fondazione Migrantes e giunto alla sua 29esima edizione, dal titolo “Conoscere per  comprendere”. 

Alla presentazione interverranno Mons. Stefano Russo, segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana; Stanislao Di Piazza, sottosegretario di Stato al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali con delega all’immigrazione e alle Politiche di integrazione; Igiaba Scego, scrittrice. Introdurrà e modererà: Oliviero Forti, responsabile Ufficio Politiche migratorie e Protezione internazionale Caritas Italiana. Presenterà i dati: Manuela De Marco, Ufficio Politiche migratorie e Protezione internazionale Caritas Italiana. Le conclusione sono affidate a Simone Varisco della Fondazione Migrantes. La presentazione può essere seguita anche in diretta streaming, tramite YouTube e Facebook della Conferenza Episcopale Italiana: https://www.youtube.com/ChiesaCattolicaItaliana ; https://www.facebook.com/conferenzaepiscopaleitaliana .

Sardegna: lunedì il racconto della mobilità umana tra realtà e percezione

31 Gennaio 2020 - Oristano -  Lunedì 3 febbraio 2020, dalle ore 14 alle 17, nell’Istituto di Scienze religiose, a Oristano si svolgerà il seminario “Non si tratta solo di migranti”. Il racconto della mobilità umana tra realtà e percezione, organizzato dalla Delegazione regionale Caritas Sardegna, dalla Migrantes regionale, dall’Ordine dei giornalisti della Sardegna e dall’Ucsi Sardegna. Un seminario che nasce dalla necessità di riflettere sul fenomeno della mobilità umana, “tema ghiotto per le campagne elettorali, foriero di paure ancestrali rispetto alla diversità e al diverso, che rischia di essere sempre più manipolato strumentalmente e non conosciuto per l’effettivo dato di realtà”, spiega il delegato regionale Caritas Sardegna Raffaele Callia: persone che vengono nel nostro Paese per ragioni diverse – migrazioni forzate, fuga dalla miseria, ricerca di libertà, ecc.  e che “continuano ad andar via dalle nostre comunità, fra cui gli stessi sardi, soprattutto per mancanza di alternative”. Il delegato Caritas sottolinea come oggi più che mai “si abbia il dovere di fornire un’informazione obiettiva che presenti il tema nella sua complessità, senza semplificazioni e banalizzazioni, senza mistificare la realtà. Un’informazione rigorosa dal punto di vista scientifico e rispettosa in ogni caso della dignità della persona umana, di ogni persona”.  Da qui, l’idea di  proporre un seminario di approfondimento per i giornalisti e per tutti gli operatori che si occupano di tali argomenti, “con l’obiettivo di fornire una narrazione diversa rispetto a quelle in circolazione, in particolare nel complesso mondo dei social network”. “Questa iniziativa inter-pastorale, frutto della collaborazione tra gli uffici regionali Caritas e Migrantes – spiega Padre Stefano Messina, incaricato regionale di Migrantes – intende riflettere su come raccontare l’aspetto della ricchezza umana e culturale di cui i migranti sono portatori: una buona comunicazione capace di favorire l’integrazione”. Ciò che manca nel nostro paese, continua p. Messina, “è proprio la capacità di promuovere un percorso di reale integrazione, con cui costruire progettualità concrete, a lungo termine, che non si fermino alla prima accoglienza”. Progettualità “che favoriscano una conoscenza reciproca, premessa indispensabile per costruire una società basata sullo sviluppo umano integrale e sulla giustizia sociale”. Dopo i saluti  di Mons. Roberto Carboni, arcivescovo di Oristano e Vescovo delegato per Migrantes della Conferenza Episcopale Sarda, di Mons. Giovanni Paolo Zedda, Vescovo delegato per il servizio della carità della Conferenza Episcopale Sarda di Andrea Pala, presidente UCSI Sardegna, introdurranno i lavori Padre Stefano Messina e Raffaele Callia. A seguire, le relazioni di Simone Varisco e Delfina Licata che si soffermeranno su “Un quadro di riferimento dell’immigrazione oggi” e su “L’attualità dell’emigrazione italiana nel mondo”. Seguirà Nello Scavo, inviato di Avvenire  su “Comunicare la mobilità umana, oltre le percezioni”. A coordinare l’incontro Francesco Birocchi, presidente dell’Ordine dei giornalisti della Sardegna.    

Rapporto Immigrazione: domani la presentazione in Campania con il card. Sepe

28 Gennaio 2020 - Salerno - Verrà presentato domani, 29 gennaio, a Fisciano, presso l’Università degli Studio di Salerno, il Rapporto Immigrazione redatto da Caritas Italiana e Fondazione Migrantes. L’iniziativa è promossa dai due uffici regionali Caritas e Migrantes della Campani. Il tema dell’incontro è quello del Rapporto “Non si tratta solo di migranti” che “vuole richiamare contenuti e modalità attraverso cui declinare questo concetto così universale”. Alla presentazione, dopo il saluto del rettore e di Mons. Andrea Bellandi, arcivescovo di Salerno-Campagna-Acerno, interverranno Mons. Antonio Di Donna e Mons. Antonio De Luca, rispettivamente vescovo delegato regionale di Caritas e Migrantes. I lavori seguiranno con la presentazione del rapporto da parte della prof. Trapanese Rossella, con riflessioni del prof. Gennaio Iorio, prof. Malandrino Ornella e don Vincenzo Serpe. Le conclusioni saranno affidate al Cardinale Crescenzio Serpe, Presidente della Conferenza Episcopale Campana.

Diocesi Ragusa: oggi Caritas e Migrantes presentano il Rapporto Immigrazione

16 Dicembre 2019 - Ragusa - Sarà presentato questa mattina alle 11,00 a Ragusa l’edizione 2018-2019 del Rapporto Immigrazione realizzato da Caritas Italiana e Fondazione Migrantes. L’iniziativa, promossa di due ufficio Caritas e Migrante della diocesi,  è rivolta ad addetti ai lavori, studiosi, cittadini interessati e alla stampa. Per l’occasione e per offrire una panoramica completa volta a mettere in luce i diversi aspetti della vita di un migrante sul territorio, gli organizzatori hanno chiesto quest’anno alla dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale di raccontare la realtà scolastica della provincia di Ragusa rispetto alla presenza di alunni con cittadinanza non italiana.