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Migrantes Palermo: il 2 aprile la Via Crucis dei Migranti

20 Marzo 2023 - Palermo - La popolazione immigrata presente nella provincia di Palermo nel 2021 era di 33.750 persone  pari al 3,8% della popolazione residente. Diverse le comunità cattoliche presenti srilankesi Tamil, che sono la maggioranza, con due comunità: una nella Parrocchia di S. Nicolò da Tolentino  e l’altra allo ZEN; una comunità ghanese nella Parrocchia di S. Nicola all’Albergheria; due comunità filippine: una nella Parrocchia di S. Lucia al porto e l’altra nella Chiesa di S. Gregorio al Capo; una comunità mauriziana e dell’America Latina che si ritrovano nella Chiesa della Madonna dei Miracoli a Piazza Marina; una comunità ivoriana e l’altra nigeriana che si ritrovano nella Parrocchia di S. Nicolò da Tolentino. Gli immigrati nelle loro valigie portano anche le devozioni tipice della loro fede e espresse nelle differenti culture. Ma ci sono anche delle devozioni comuni a tutti. Tra questa c’è la devozione alla Vergine Maria e la Via Crucis. Il pomeriggio del 2 Aprile, Domenica delle Palme, si celebrerà al Foro Italico di Palermo la via crucis dei migranti promossa dall'Ufficio Migrantes della diocesi di Palermo. È un’iniziativa che darà voce - spiega l'Ufficio Migrantes - alle diverse comunità cattoliche etniche che insieme agli italiani vogliono ripercorrere la via della croce vissuta da Gesù che continiua ad essere vissuta oggi dai migranti. L’itinerario è suddiviso in 14 stazioni e sarà animato dalle differenti comunità. Verranno utilizzate una decina di lingue tra veicolari e materne. I contenuti delle stazioni della via crucis, approfondiranno l’esperienza dolorosa di Gesù di Nazaret attualizzata nella situazione degli immigrati. La Migrantes invita coloro che parteciperanno ad indossare un indumento rosso, per ricordare il "sangue versato da Gesù e le croci di oggi".

Festa dei Popoli: a Palermo anche un messaggio alla Chiesa locale

7 Gennaio 2022 - Palermo - Sono state 11 le lingue che si sono ascoltate durante la Celebrazione della Messa dei Popoli che su iniziativa dell'Ufficio Migrantes diocesano  l’arcivescovo di Palermo, mons. Corrado Lorefice, ha presieduto nella Chiesa Cattedrale nella solennità dell’Epifania del Signore: i rappresentanti delle comunità straniere cristiane di Palermo – ghanesi, filippini, nigeriani, tamil, cingalesi, mauriziani e polacchi – hanno infatti rinnovato, attraverso la celebrazione e una lettera indirizzata all’arcivescovo, la volontà di vivere in armonia nello stesso territorio accogliendo la Pace offerta da Gesù che è il Dio-con-noi. «Incamminiamoci anche noi verso Betlemme – ha esortato l’arcivescovo di Palermo nella sua omelia – riconosciamo che il Neonato di Maria, annunziato dagli angeli, riconosciuto dai pastori, è il Dio dei piccoli e dei puri di cuore. In quel bambino c’è il Dio di ogni lontano, di ogni ricercatore capace di seguire il moto della luce interiore, della luce gentile, di quanti anelano al Sommo bene, a conoscere il vero volto di Dio, di quanti sono capaci di intraprendere da ogni provenienza geografica ed esistenziale cammini e percorsi interiori, dei desideranti la vera gioia, la convivialità umana e la pace. Questo minuscolo cucciolo d’uomo venga oggi riconosciuto anche da noi da questa assemblea multietnica radunata dai quattro angoli della terra come il Messia di Dio Sommo e Misericordioso, Amico ed Amante di ogni uomo e di ogni donna, Padre Magnanime e Paziente, l’Umile Accogliente, che tutti avvolge e riunisce nel suo abbraccio trasfigurante. Con i magi anche noi guardiamo nella stessa direzione, fissiamo il cielo, insieme, attenti, scrutiamo con stupore ogni segno e ogni volto, così da riconoscere, adorare, e accogliere il Bambino che Dio ci ha donato per parlare definitivamente a noi come amici, per suggellare definitivamente la sua alleanza di pace con l’intera famiglia umana. Riconosciamolo insieme, dopo averlo cercato e trovato, perché vengano altri ad adorarlo, tutti. Aiutiamo altri a cercarlo e ad adorarlo. Aiutiamo altri a proteggere i loro sogni umani più veri e più belli da tutti gli Erodi della storia». «Nessuno continui a depistarci, nessuno a manipolarci – ha proseguito con forza Mons. Corrado Lorefice – nessuno ci privi della “gioia grandissima” a cui ci chiama la Parola fattasi carme a Betlemme. Nessun ricercatore di potere, orgoglioso nel cuore, idolatra del denaro, nessun politicante di mestiere corrotto e colluso, predatore di bambini e di donne, di disabili e di anziani, nessun imprenditore di devastanti allucinogeni, illusore e manipolatore delle nuove generazioni; nessun oppressore e respingitore di poveri e di stranieri; nessun calpestatore dei senza voce e senza volto e dei diritti umani; nessun guerrafondaio e commerciante di armi; nessun sfruttatore dei paesi più poveri; nessun affiliato a famiglie e a organizzazioni mafiose, nessun usurpatore e traditore del nome santo e del cuore mite di Dio. Sulla via di Dio che si rivela nella potente piccolezza e nella irresistibile mitezza del Bambino Gesù, ritorniamo nelle nostre abitazioni, nelle nostre case, nei nostri paesi, al nostro quotidiano, ai nostri impegni e condividiamo con ogni uomo e donna di buona volontà Colui che tutti attende per rendere divina la nostra vita, per ricolmarla di luce e di pace.  Per radunarci nella convivialità fraterna dell’unica casa comune impreziosita dalla meravigliosa ricchezza di ogni lingua e cultura. Raggiungiamo tutti con la certezza che ci viene da Betlemme visitata oggi dai magi che tutti gli uomini e le donne nostri compagni di viaggio sono chiamati “a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso corpo e ad essere partecipi della stessa promessa per mezzo del Vangelo”». Alle parole di mons. Lorefice hanno fatto seguito quelle pronunziate, a nome di tutte le comunità presenti nella Chiesa Cattedrale, dalla filippina Yolanda Cayanan:  «Carissimo Padre, la saluto a nome di tutti gli immigrati nella Diocesi da lei guidata, siamo circa 25.000 (pari al 4% della popolazione), provenienti da ben 132 Paesi. Di questi, il 56% siamo cristiani e tra essi 2.240 persone siamo cattolici. Io sono filippina, a Palermo i filippini siamo circa 1.800. Sono arrivata a Palermo per motivi economici perché nel mio paese c’è molta povertà e disparità di reddito. Pur avendo una laurea, qui a Palermo, ho accettato di svolgere un lavoro di colf per poter vivere ed aiutare la mia famiglia. Aiutare la famiglia è un forte valore che fa parte della nostra cultura filippina. Anch’io come molti immigrati ho conosciuto ingiustizie e difficoltà perché i migranti, ancora, siamo guardati con occhi diversi. È difficile vedere il volto di Gesù anche nel volto di un immigrato. La mia chiesa madre, dove sono stata battezzata, mi ha formata alla fede cristiana cattolica che continuo a vivere qui in questa Chiesa di Palermo che mi ha accolta, facendomi sentire a casa; questa fede, che ho portato nella mia valigia, mi guida e mi dà speranza. La nostra presenza è ancora oggetto di marginalità nella società e spesso anche nella Chiesa viviamo questo sentirci ai margini. Vorremmo avere una presenza maggiore di cappellani etnici e desidereremmo che la nostra presenza nelle parrocchie fosse maggiormente valorizzata, considerandoci collaboratori di Gesù nella nuova evangelizzazione. È un’esperienza, questa, che io ed altri immigrati viviamo all’interno della famiglia di Arcobaleno di popoli. Noi filippini da poco abbiamo celebrato i 500 anni della nostra evangelizzazione. Purtroppo, però, ci sono ancora molti che abbandonano le fede cattolica a causa delle sette religiose provenienti anche dalle Filippine; queste sette religiose fanno molti adepti. Molto spesso ci sentiamo come pecore senza pastore! I migranti non siamo, né ci sentiamo inferiori agli altri cristiani, nati in questa Chiesa. Siamo tutti alla sequela dell’Unico Cristo Signore, suoi discepoli ed apostoli, pertanto chiediamo di essere trattati come protagonisti del cammino di questa Chiesa dove viviamo da parecchi anni, specialmente nelle strutture collegiali e nell’inserimento in esse. Quello che ci sta a cuore è che il Regno di Dio si estenda anche su questo lembo di terra. Carissimo Padre, La ringraziamo per tutte quelle volte che ha difeso e si è fatto voce di chi non ha voce, insieme al nostro caro Papa Francesco, in particolare per il mondo della mobilità umana. Maria, la Mamma Celeste che tanto amiamo, continui ad accompagnarci in questo cammino per divenire, sempre più, un solo popolo di Dio, una sola famiglia umana. Eccellenza carissima, ancora grazie per quello che fa e farà per tutti e per noi migranti. Conti su noi ad occhi chiusi. Dio la benedica e Maria, Madre della Chiesa, la custodisca nel suo ministero di pastore e guida della Chiesa Palermitana». « Il nostro ritrovarci in Cattedrale per celebrare l’Epifania – dicono Mario Affronti e padre Sergio Natoli dell’Ufficio diocesano Migrantes – vuole essere una preghiera che si innalza a Dio con la voce di tutti i popoli presenti nella nostra città, perché quanti sono costretti a fuggire dalla loro patria, dai Paesi asiatici, africani e dell’America latina a causa di piccole e grandi guerre, a causa delle discriminazioni economiche e degli effetti devastanti del clima, possano avere una casa, un lavoro e la possibilità di vivere un’esistenza dignitosa e pacifica. Interessarci dei migranti è interessarci di noi stessi perché viviamo tutti sulla medesima terra, siamo parte della medesima “famiglia umana”. Papa Francesco ci ricorda che “I fedeli cattolici sono chiamati a impegnarsi, ciascuno a partire dalla comunità in cui vive, affinché la Chiesa diventi sempre più inclusiva”. La presenza dei migranti e dei rifugiati nella nostra terra è un invito a recuperare alcune dimensioni essenziali della nostra esistenza cristiana e della nostra umanità senza contrapporre i migranti agli italiani. Non è in gioco solo la causa dei migranti; non è solo di loro che si tratta, ma di tutti noi, del presente e del futuro della famiglia umana». Secondo gli ultimi dati ufficiali disponibili (31.12.2020, fonte: sito Comune di Palermo), a Palermo risiedono 25.445 stranieri (pari al 4% della popolazione), provenienti da ben 132 Paesi diversi, anche se i primi cinque Paesi (Bangladesh, Sri Lanka, Romania, Ghana e Filippine), da soli, coprono quasi i due terzi del totale degli stranieri. La comunità più numerosa è quella del Bangladesh, con 5.341 residenti, pari al 21% del totale degli stranieri. Al numero complessivo di stranieri residenti l’ufficio Migrantes somma  stima una percentuale del 10% relativa a tutti coloro che sono privi del permesso di soggiorno.

Migrantes Palermo: il 6 gennaio la Festa dei Popoli con mons. Lorefice

3 Gennaio 2022 - Palermo - Saranno 11 le lingue che verranno usate per la celebrazione dell’Epifania che l’arcivescovo di Palermo, Mons. Corrado Lorefice, presiederà in Cattedrale. Nel 2021 "abbiamo continuato a vivere le difficoltà causate dalla pandemia. Apriamo il 2022 con la speranza che questo virus venga debellato dalla medicina e dalla nostra adesione responsabile alle indicazioni di chi ci governa", spiega la Migrantes di Palermo: "noi cristiani aggiungiamo anche la preghiera che nutre la certezza che niente è impossibile a Dio. Il nostro ritrovarci in Cattedrale per celebrare l’Epifania vuole essere una preghiera che si innalza a Dio con la voce di tutti i popoli presenti nella nostra città, perché quanti sono costretti a fuggire dalla loro patria, dai Paesi asiatici, africani e dell’America latina a causa di piccole e grandi guerre, a causa delle discriminazioni economiche e degli effetti devastanti del clima, possano trovare una casa, un lavoro e la possibilità di vivere un’esistenza dignitosa e pacifica. Interessarci dei migranti è interessarci di noi stessi perché viviamo tutti sulla medesima terra, siamo parte della medesima 'famiglia umana'”. Papa Francesco ci ricorda che Il 6 gennaio 2022 dalle ore 11,00 nella Cattedrale di Palermo, tutti i popoli sono invitati a manifestare la "volontà di voler vivere in armonia nel medesimo territorio, accogliendo la Pace portata da Gesù".

Migrantes Palermo: un webinar sui rifugiati

19 Aprile 2021 - Palermo - La Fondazione Migrantes per il quarto anno consecutivo ha dedicato un rapporto al mondo dei richiedenti asilo e dei rifugiati. Il diritto d’asilo, nell’Unione Europea e nel nostro Paese, negli ultimi anni è sembrato “sotto attacco” a causa di circolari, norme e leggi che hanno mirato a renderne l’accesso e l’esigibilità sempre più difficile. Con la pandemia di Covid-19 le frontiere si sono chiuse ancora di più e per quanti cercano un “rifugio” ci sono stati maggiori ostacoli. A giugno del 2020 quando sono stati resi pubblici i dati dell’UNHCR su sfollati e rifugiati nel mondo, si ha avuta la conferma di quello che molti temevano: il numero dei migranti non era mai stato così alto dopo la Seconda guerra mondiale: quasi 80 milioni di persone, in fuga dalle loro case, di cui quasi 46 milioni sfollati interni. Papa Francesco, per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato (GMMR), usa già nel titolo del suo Messaggio un’immagine estremante pregante: “Come Gesù Cristo costretti a fuggire”. Il Diritto d’asilo-Report 2020 prova a dare strumenti di riflessione non solo statistici ma anche etici, non rinunciando a far vedere anche le diverse storie che, nonostante il contesto attuale, crescono e fioriscono nel nostro Paese quando le persone e le istituzioni si attivano e si incontrano al di là delle norme e delle etichette. Cerca anche di offrire una mappatura di come e in quali forme i richiedenti asilo, i rifugiati e i migranti siano diventati volontari e il vicino solidale di qualcun altro prima e durante la pandemia. L’auspicio, come negli anni precedenti, è che questo volume possa aiutare a costruire un sapere rispetto a chi è in fuga, a chi arriva a chiedere protezione nel nostro continente e nel nostro Paese, una conoscenza che ci aiuti a restare o ritornare “umani” capaci di affiancarci a chi è in difficoltà per non dover più dire come invece ci troviamo costretti a mettere nel titolo anche quest’anno: Costretti a fuggire… ancora respinti. La presentazione del rapporto 2020, organizzata dall’Ufficio Migrantes, dalla Caritas Diocesana e dall’Ufficio Diocesano per le Comunicazioni sociali si svolgerà mercoledì 21 aprile dalle ore 18:00 alle ore 19:30 in modalità online. Parteciperanno Mons. Corrado Lorefice, Arcivescovo di Palermo; Francesco Lo Piccolo, direttore del CIR-Migrare; Mariacristina Molfetta, redattrice del Report 2020; Giusto Picone, coordinatore scientifico CIR-Migrare; Aldo Schiavello, Università di Palermo: i corridoi universitari, UNICORE; Anna Cullotta, Caritas diocesana; Eliana Romano, ex dirigente, accoglienza dei rifugiati nella scuola; Mario Affronti direttore Migrantes di Palermo e della Sicilia che introduce i lavori moderati da Luigi Perollo, Direttore dell’Ufficio diocesano per le Comunicazioni sociali di Palermo    

Palermo: giovedì la presentazione del Rapporto Immigrazione Caritas e Migrantes

16 Marzo 2021 - Palermo - Forte della sua missione, da 29 anni la Fondazione Migrantes e la Caritas Italiana dedicano un volume di studi al tema dell’immigrazione straniera in Italia, dando ampio risalto agli aspetti qualitativi, statistici e pastorali. L’edizione di quest’anno vede rafforzarsi la sua componente di riflessione pastorale, vero tratto identificativo di questa pubblicazione ed ha per titolo, con riferimento al messaggio di Papa Francesco per la GMMR 2020, “Conoscere per comprendere”. E questo tema sarà al centro della presentazione del Rapporto che sarà presentato giovedì su iniziativa degli uffici Caritas e Migrantes della diocesi di Palermo. «Le migrazioni - spiegano i promotori - vanno raccontate bene, secondo verità e secondo responsabilità, poiché il divario tra la rappresentazione e la realtà sta diventando pericolosamente importante. Panico morale e crisi migratoria sono le parole chiave che rappresentano il fenomeno. Strutturalità e necessarietà sono invece le parole che ci consegnano i dati del Rapporto». Le informazioni che verranno comunicate attraverso il webinar di giovedì 18 marzo «ci aiuteranno a capire che è arrivato il tempo in cui occorre promuovere un coinvolgimento attivo delle persone migranti e dei cittadini stranieri residenti in Italia nella narrazione mediatica della mobilità umana evitando il rischio del rifiuto e della discriminazione, quando non di vero e proprio hate speech, o ancora di rappresentazioni stereotipate, che contribuiscono ad alimentare un’immagine negativa delle loro comunità di appartenenza e atteggiamenti di chiusura rispetto alla differenza etnica e religiosa». Al webinar, on line sui canali social della diocesi interverranno Mario Affronti, Direttore Ufficio Migrantes diocesano, don Sergio Ciresi, Vice Direttore della Caritas diocesana di Palermo, Simone Varisco, storico della Chiesa, Paola Barretta, Ricercatrice e Coordinatrice Ass. Carta di Roma e Giuseppe Savagnone, Direttore Ufficio Pastorale della Cultura della diocesi siciliana. Le conclusioni sono affidate a p. Sergio  Natoli del'Ufficio Migrantes della diocesi di Palermo.  

Festa dei Popoli a Palermo: “chiamati a formare un solo corpo di Cristo e a vivere insieme con Dio”

6 Gennaio 2021 - Palermo - E’ stata, come da tradizione, una celebrazione multilingue quella che la Chiesa Cattedrale di Palermo ha ospitato oggi, solennità dell’Epifania del Signore: i rappresentanti delle comunità straniere cristiane di Palermo - ghanesi, filippini, nigeriani, tamil, cingalesi, mauriziani e polacchi – hanno infatti rinnovato la volontà di vivere in armonia nello stesso territorio accogliendo la pace nel corso della liturgia presieduta dal Vicario Generale della diocesi di Palermo,  monsignor  Giuseppe Oliveri, accompagnata da interventi in 14 lingue differenti e dai canti della corale multietnica coordinata da Padre Sergio Natoli dell’Ufficio Migrantes.  In apertura il messaggio di saluto letto da un cittadino del Ghana, Edmond Agyemang:  "Grazie ai voi palermitani per l’accoglienza che riservate a noi migranti nel vostro territorio, grazie anche alle diverse organizzazioni umanitarie per l’accoglienza riservata ai miei fratelli e alle mie sorelle che hanno attraversato il Mediterraneo e sono arrivati qui in Sicilia spinti dalla povertà e dalle guerre tribali presenti in diversi Paesi. Un pensiero va anche ai nostri fratelli e sorelle che sono accolti gratuitamente nella Missione Speranza e Carità di fratel Biagio Conte". Edmond Agyemang, nel ringraziare la Chiesa di Palermo per essere “casa e famiglia”, ha chiesto a nome della comunità cattolica ghanese che ogni domenica si ritrova nella Parrocchia di S. Nicola all’Albergheria la possibilità di poter avere un sacerdote ghanese residente per guidare la comunità che conta diverse centinaia di cristiani. "Nel giorno in cui facciamo memoria della visita dei Magi al Bambino deposto nella mangiatoia di Betlemme – ha sottolineato Mons. Giuseppe Oliveri – ricordiamo a noi stessi che tutti gli uomini, indipendentemente dalla loro lingua e dalla loro provenienza, sono chiamati a formare un solo corpo di Cristo e a vivere insieme con Dio. I pastori che giungono per primi davanti alla mangiatoia sono venuti da lontano e sono espressione di culture diverse da quelle del popolo di Israele. E’ vero, tutte le genti sono chiamate in Cristo Gesù per formare lo stesso corpo ed essere partecipi della stessa promessa di salvezza". "Il 2020 è stato un anno molto difficile per la pandemia da covid-19 – dicono Mario Affronti e padre Sergio Natoli  entrambi dell’Ufficio Migrantes – ma nonostante tutto abbiamo celebrato il Santo Natale ed ora, all’inizio del nuovo anno, celebriamo l’Epifania. Nessuna difficoltà impedisce a Dio di farsi vicino a ciascuno di noi e di attirare a sé ogni persona. Interessarci ai migranti – aggiungono – significa interessarci di noi stessi perché viviamo tutti sulla medesima terra e siamo parte della medesima “famiglia umana”. La presenza dei migranti e dei rifugiati è un invito a "recuperare alcune dimensioni essenziali della nostra esistenza cristiana e della nostra umanità senza contrapporre i migranti agli italiani. Non è in gioco solo la causa dei migranti, non è solo di loro che ci dobbiamo occupare ma di tutti noi, del presente e del futuro della famiglia umana. Anche attraverso i migranti il Signore ci invita a riscoprire e riappropriarci della nostra vita cristiana ed a contribuire, ciascuno secondo la propria vocazione, alla costruzione di un mondo sempre più rispondente al progetto di Dio. Ancora oggi migliaia di esseri umani sono costretti a fuggire dalla loro patria, dai Paesi asiatici, africani e dell’America latina a causa di piccole e grandi guerre, a causa delle discriminazioni economiche e degli effetti devastanti del clima. Nel 2019 è stato registrato un numero record di 79,5 milioni di rifugiati, pari all’1% della popolazione mondiale, 10 milioni in più rispetto all’anno precedente. Tutti come Gesù Cristo, costretti a fuggire per vivere una vita migliore".

Migrantes Palermo: domani Festa dei Popoli con mons. Lorefice

5 Gennaio 2021 - Palermo – Saranno 14 le lingue che verranno usate per la celebrazione dell’Epifania che l’arcivescovo di Palermo, mons. Corrado Lorefice, presiederà in Cattedrale. Il 2020 è stato un anno molto difficile per la pandemia dovuta al covid-19, ma nonostante tutto abbiamo celebrato il Santo Natale ed ora, all’inizio del nuovo anno celebriamo l’Epifania, sottolinea l’Ufficio Migrantes di Palermo: “nessuna difficoltà impedisce a Dio di farsi vicino a ciascuno di noi e di attirare a sé ogni persona”. Dai dati ufficiali gli stranieri residenti a Palermo, al 31 dicembre 2019 erano 25.075 pari al 3,8% della popolazione residente. Circa un terzo sono cristiani: Cattolici, ortodossi e di diverse denominazioni evangeliche e protestanti. Ancora oggi migliaia di esseri umani sono costretti a fuggire dalla loro patria, dai Paesi asiatici, africani e dell’America latina a causa di piccole e grandi guerre, a causa delle discriminazioni economiche e degli effetti devastanti del clima. Nel 2019 è stato registrato un numero record di 79,5 milioni di rifugiati, pari all’1% della popolazione mondiale, 10 milioni in più rispetto all’anno precedente. Tutti come Gesù Cristo, costretti a fuggire per vivere una vita migliore, sottolinea Migrantes Palermo: “interessarci dei migranti è interessarci di noi stessi perché viviamo tutti sulla medesima terra e siamo parte della medesima “famiglia umana”. La presenza dei migranti e dei rifugiati è “un invito a recuperare alcune dimensioni essenziali della nostra esistenza cristiana e della nostra umanità senza contrapporre i migranti agli italiani. Non è in gioco solo la causa dei migranti; non è solo di loro che si tratta, ma di tutti noi, del presente e del futuro della famiglia umana. Anche attraverso i migranti il Signore ci invita a riscoprire e riappropriarci della nostra vita cristiana ed a contribuire, ciascuno secondo la propria vocazione, alla costruzione di un mondo sempre più rispondente al progetto di Dio. E’ quanto avviene nel cammino delle comunità cristiane: ghanesi, filippini, nigeriani, tamil, cingalesi, mauriziani, polacchi, etc. che in questo contesto sociale difficilissimo sono testimoni dei valori evangelici”. Il 6 gennaio 2020 dalle ore 10,00 nella Cattedrale di Palermo, tutti i popoli sono invitati a manifestare la volontà di voler vivere in armonia nel medesimo territorio, accogliendo la Pace portata da Gesù. Alle ore 11,00 la celebrazione presieduta da mons. Corrado Lorefice, che “ancora una volta presenterà Gesù come il Dio-con-noi, come Colui che è sorgente di pace”.  

Migrantes Palermo: il 6 gennaio Festa dei Popoli con mons. Lorefice

31 Dicembre 2020 -

Palermo - Saranno 14 le lingue che verranno usate per la celebrazione dell’Epifania che l’arcivescovo di Palermo, mons. Corrado Lorefice, presiederà in Cattedrale. Il 2020 è stato un anno molto difficile per la pandemia dovuta al covid-19, ma nonostante tutto abbiamo celebrato il Santo Natale ed ora, all’inizio del nuovo anno celebriamo l’Epifania, sottolinea l'Ufficio Migrante di Palermo: "nessuna difficoltà impedisce a Dio di farsi vicino a ciascuno di noi e di attirare a sé ogni persona". Dai dati ufficiali gli stranieri residenti a Palermo, al 31 dicembre 2019 erano 25.075 pari al 3,8% della popolazione residente. Circa un terzo sono cristiani: Cattolici, ortodossi e di diverse denominazioni evangeliche e protestanti. Ancora oggi migliaia di esseri umani sono costretti a fuggire dalla loro patria, dai Paesi asiatici, africani e dell’America latina a causa di piccole e grandi guerre, a causa delle discriminazioni economiche e degli effetti devastanti del clima. Nel 2019 è stato registrato un numero record di 79,5 milioni di rifugiati, pari all'1% della popolazione mondiale, 10 milioni in più rispetto all'anno precedente. Tutti come Gesù Cristo, costretti a fuggire per vivere una vita migliore, sottolinea Migrantes Palermo: "interessarci dei migranti è interessarci di noi stessi perché viviamo tutti sulla medesima terra e siamo parte della medesima “famiglia umana”. La presenza dei migranti e dei rifugiati è "un invito a recuperare alcune dimensioni essenziali della nostra esistenza cristiana e della nostra umanità senza contrapporre i migranti agli italiani. Non è in gioco solo la causa dei migranti; non è solo di loro che si tratta, ma di tutti noi, del presente e del futuro della famiglia umana. Anche attraverso i migranti il Signore ci invita a riscoprire e riappropriarci della nostra vita cristiana ed a contribuire, ciascuno secondo la propria vocazione, alla costruzione di un mondo sempre più rispondente al progetto di Dio. E’ quanto avviene nel cammino delle comunità cristiane: ghanesi, filippini, nigeriani, tamil, cingalesi, mauriziani, polacchi, etc. che in questo contesto sociale difficilissimo sono testimoni dei valori evangelici". Il 6 gennaio 2020 dalle ore 10,00 nella Cattedrale di Palermo, tutti i popoli sono invitati a manifestare la volontà di voler vivere in armonia nel medesimo territorio, accogliendo la Pace portata da Gesù. Alle ore 11,00 la celebrazione presieduta da mons. Corrado Lorefice, che "ancora una volta presenterà Gesù come il Dio-con-noi, come Colui che è sorgente di pace".

Vicini e vigilanti: un progetto Migrante a Palermo

22 Dicembre 2020 -

Palermo - Avvicinandoci al termine di questo anno molto particolare ci fermiamo un attimo a riflettere sull’esperienza fatta con il Progetto “Una Sola Famiglia Umana”, con cui la Fondazione Migrantes ci ha consentito di attivare uno sportello di ascolto legale, sanitario e di ricerca lavoro presso la Parrocchia San Nicolò da Tolentino di Palermo in stretta collaborazione con il parroco Padre Adriano Titone.

Abbiamo svolto con fatica le attività di ascolto e rallentati dalle tante restrizioni ministeriali legate all’ancora attuale emergenza sanitaria dovuta al Covid 19, ma questo non ci ha visto arrendevoli anzi sempre più determinati a dare ascolto a chi ha manifestato in vari modi le tante difficoltà legate sia alla parte amministrativa e burocratica relativa ai documenti necessari per ottenere i tanti bonus previsti dal governo - con maggiori difficoltà per le persone straniere - sia alla ricerca di lavoro per chi lo ha perso durante la pandemia e si è ritrovato in serio disagio economico e sociale.

Abbiamo collaborato in stretta sinergia con l’associazione APICOLF, soprattutto nell’attività di ricerca ed offerta di lavoro, cercando di dare risposte concrete a quelle famiglie in cerca di sostegno in termini di assistenza familiare e mediando le condizioni di regolarizzazione dei rapporti di lavoro che si sono attivati.

Con lo spirito che contraddistingue il nostro servizio, seguendo le orme di chi come Padre Adriano Titone e Padre Sergio Natoli che ci hanno sempre sostenuto ed hanno sostenuto le tante esigenze di molte famiglie che si sono rivolte a noi, abbiamo affrontato delle difficoltà con momenti di crescita e di sperimentazione ingegnosa di modalità alternative di essere operativi. Ciascuno ha cercato in vari modi di non fermarsi e di restare attento anche al solo e semplice ascolto in quei momenti di lockdown in cui potevamo solo rispondere al telefono, ma per molti utenti del nostro sportello ha significato davvero tanto, essere ascoltati e supportati nelle piccole operazioni amministrative e burocratiche da compiersi solo a distanza.

Si è lavorato inoltre in rete con altre associazioni locali per dare risposte agli innumerevoli bisogni emersi a causa della pandemia. Si pensi dalla distribuzione di generi di prima necessità distribuiti dalla Parrocchia e persino consegnati a domicilio laddove è stato necessario; alle innumerevoli segnalazioni alle Unità di Strada Notturne per portare un pasto caldo ai senza dimora, con annessa segnalazione ai Servizi Sociali territoriali competenti e potremmo raccontare anche di persone che poi hanno riscattato la loro condizione avviando percorsi di autonomia abitativa e lavorativa. Abbiamo messo in campo la voglia di esserci, utilizzando varie competenze professionali (legali, mediche, sociali, spirituali, etc.) al completo servizio di chi si è rivolto a noi, cercando di fare quanto possibile per dare risposte concrete e di confidare anche nella costante preghiera di chi ci ha accompagnati nel percorso, non sempre facile.

In preparazione a questo Santo Natale abbiamo cercato di tradurre in operatività le parole del nostro amato Papa Francesco, facendo nostri i termini "Vicinanza" e "Vigilanza". La preghiera permette a Dio di starci vicini, libera dalla solitudine e dà speranza, ma la vigilanza, l’attenzione ai bisogni dell’altro ci permette di ridestarci dal sonno dell’indifferenza.

Ecco il nostro servizio è un’ottima palestra per la nostra anima e quest’anno tanto difficile che speriamo porti via tante difficoltà, ci ha proprio insegnato che non possiamo cadere nel sonno dell’indifferenza, non possiamo anestetizzarci al solito “ho fatto il mio dovere, non posso fare altro..”, no! Dobbiamo reinventarci cercando di non lasciare nulla di intentato, perché spesso il nostro semplice ed umile ascolto è un conforto per quelle persone che vivono momenti di grande scoraggiamento, soprattutto in un momento in cui ci sentiamo tanto distanti e spesso soli. Siamo certi che neppure il famigerato Virus Covid-19, potrà toglierci l’amore per il prossimo e la speranza di esserci sempre per chi ha bisogno, riscoprendo il vero senso del Natale nella sua pura essenza.

Che questo tempo natalizio ed il nuovo anno siano un tempo prosperoso e fecondo e, perché no, pieno di sana positività!

Rosa De Luca

 

Migrantes e Caritas Palermo: “di fronte alla malattia siamo tutti uguali“

24 Agosto 2020 - Palermo - La Caritas e l’Ufficio Migrantes della diocesi di Palermo esprimono “forte preoccupazione” e “fermo dissenso” nei confronti dell’Ordinanza n. 33 del 22 agosto 2020 emanata dal Presidente della Regione Sicilia. Ciò che preoccupa nel testo del provvedimento, e nelle dichiarazioni rese alla stampa per presentarlo, è – si legge in una nota dei due uffici - “l’argomentazione solo in apparenza logica ma in realtà deficitaria sul piano razionale, nonché su quello umano ed evangelico”. L’Ordinanza parte “in verità da una costatazione del tutto condivisibile, mettendo in luce l’enorme disagio in cui versano oggi sia la popolazione siciliana, sia i migranti affluiti sulle nostre coste in questi mesi estivi. I motivi: penuria di strutture idonee all’accoglienza, assenza di servizi adeguati, mancata redistribuzione in ottemperanza agli accordi europei, deresponsabilizzazione degli altri Stati membri della CEE, fughe da hotspot e centri sovraffollati”, si legge nella nota: “ma già a questo livello la lettura del fenomeno si rivela fuorviante. Il disagio, il dolore, la fatica vengono giustamente attribuiti agli abitanti delle nostre isole senza prendere però in considerazione anche lo stato e il destino di migliaia di donne, di bambini e di uomini in fuga dalla fame e dalle guerre, che concludono in Sicilia, in maniera indegna, un lungo esodo in cerca di libertà e di vita buona. Come ha fatto notare a più riprese Papa Francesco, se dividiamo l’umanità in persone di serie A e di serie B, se non ci facciamo carico del dolore di tutti, siamo destinati al fallimento umano e politico”. Infatti, la conseguenza logica di questa situazione – secondo la Caritas e la Migrantes di Palermo - dovrebbe essere “una serie di atti amministrativi e legislativi volti a coniugare sicurezza e solidarietà, a tutelare i Siciliani e ad accogliere in maniera dignitosa i più poveri della terra. L’Ordinanza invece sceglie la via dell’ennesima negazione del diritto umano alla mobilità, la via mistificante di una nuova cosciente discriminazione. Tutti ricordano come la Regione Sicilia aveva nei mesi scorsi, per bocca dello stesso Presidente – si legge nella nota - prefigurato misure di controllo severissime per i turisti orientati a trascorrere le loro ferie in Sicilia (trovandosi tra costoro, anche persone provenienti da paesi ad alta diffusione primaria del covid). Di quel che fu preannunziato a maggio finora non si è visto nulla, né si sono messi in atto protocolli di sicurezza volti ad evitare assembramenti o altre forme di pericolosa promiscuità. Ma se coloro che provengono dai paesi del Nord del mondo, interessati fortemente dal coronavirus, possono muoversi ed entrare liberamente in Sicilia, perché i migranti no? Al contrario, quanti provengono dai paesi del Sud del mondo, quanti sono sottoposti giornalmente allo sfruttamento dell’Occidente, quanti hanno ‘ricevuto’ il covid dal Nord del pianeta, come una ennesima piaga, costoro no, non possono muoversi liberamente: rappresentano un pericolo sanitario. I poveri sono dunque pericolosi, devono essere discriminati, mentre proprio il covid ci ha insegnato che di fronte alla malattia siamo tutti uguali, che il virus non distingue i ricchi dai poveri, e si diffonde tra gli uni e tra gli altri, a causa degli uni e a causa degli altri, senza differenze di sorta”. La nota riporta, poi, le parole dell’arcivescovo di Palermo, mons. Corrado Lorefice durante il discorso alla Città del Festino di S. Rosalia il 14 luglio scorso:  “Se il virus non ci ha insegnato che il destino del mondo è uno solo, che ci salveremo o periremo assieme; se la pandemia ci ha resi ancora più pavidi e calcolatori, facendoci credere di poter salvare il nostro posto al sole, siamo degli illusi, dei poveri disperati. Basta con gli stratagemmi internazionali, con i respingimenti, basta con le leggi omicide”. Con l’Ordinanza del Presidente Musumeci si trasmette, a parere dei due uffici diocesani  un messaggio “intimamente sbagliato e antropologicamente pericoloso. Intimamente sbagliato, perché si attribuisce ai migranti la responsabilità di una diffusione del contagio che casomai è da attribuire alla mancanza di protocolli e di misure adeguate a tutelare i cittadini dell’isola e chiunque venga in Sicilia dall’Italia e dall’estero. Antropologicamente pericoloso, perché equipara i poveri agli untori e divide ancora una volta l’umanità in due, inconsapevolmente preparando e non evitando la catastrofe planetaria che verrà da un mondo disunito e disumano. È incredibile – dopo anni di studi e di ricerche sull’invenzione del capro espiatorio quale forma di perversione sociale – come vengano ancor oggi propinate teorie di questo tipo, utili forse demagogicamente sul piano del consenso politico spicciolo ma umanamente ed evangelicamente inaccettabili”. “Il Signore – ha affermato ieri papa Francesco all’Angelus – ci chiederà conto di tutti i migranti caduti nei viaggi della speranza. Sono stati vittime della cultura dello scarto”. “Solo l’abbraccio tra tutti gli uomini e l’abbraccio dell’umanità alla madre Terra potrà darci futuro e speranza”, conclude la nota.