Raffaele Iaria
Tag: Mobilità umana e migrazioni
Papa Francesco: un video per “coinvolgere” sugli sfollati interni
Carità è missione: online una raccolta di preghiere
Roma - Alla vigilia della Giornata internazionale della Carità che si celebra domani, 5 settembre, data in cui, nel 1997, moriva Santa Teresa di Calcutta, Caritas Italiana pubblica on line, su www.caritas.it, una raccolta di preghiere dal titolo “Carità è Missione”.
I testi sono stati scritti nel corso dell’anno pastorale dagli operatori di Caritas Italiana e traggono spunto dall’incrocio di due spinte precise: le indicazioni della Cei sull’azione missionaria, modello di ogni azione della Chiesa e la riflessione verso il 50° di Caritas Italiana che si celebrerà l’anno prossimo. A queste due spinte si è sovrapposta, inevitabilmente, l’emergenza Covid-19, che ha inciso profondamente, oltre che a livello economico e sociale, anche nella dimensione e nella vita spirituale di tutti noi.
"L’emergenza della pandemia ha colpito non soltanto le singole persone e le loro famiglie, ma tutte le comunità, a partire dai luoghi di aggregazione. Eppure pensiamo - scrive Caritas Italiana in un comunicato - che paradossalmente, o meglio provvidenzialmente proprio questo è stato ed è il momento della comunità e della Chiesa. Non tanto e non soltanto per dare aiuti materiali, ma soprattutto per garantire la presenza costante, condividere le difficoltà e aiutare ad affrontarle insieme. La presenza, il rapporto umano, la comunione ecclesiale, la condivisione della sofferenza. Immergersi nelle sofferenze e nei problemi di ogni comunità e di ogni persona, difendendone con coraggio i valori, la dignità e i diritti". Questo incontro di "Chiesa e di popolo, che deve trovarci tutti uniti, può essere stimolo e motivo di impegno e di speranza per affrontare i nuovi problemi che presenta l’evolversi della società in tutto il paese e nel mondo intero, durante e dopo questa pandemia". Papa Francesco ha messo in guardia contro un pericolo: “dimenticare chi è rimasto indietro. Il rischio è che ci colpisca un virus ancora peggiore, quello dell’egoismo indifferente”. Per una Chiesa che sa farsi missionaria, la carità - spiega l'organismo pastorale della Cei - diventa così la condizione fondamentale per affrontare in modo costruttivo i problemi che la situazione attuale presenta. È il cemento del corpo in cui tutti viviamo, partecipando ad un destino comune in cui nessuno può essere lasciato indietro". Un cuore di pietra che – nella preghiera - si trasforma in cuore di carne. In un continuo "scambio tra azione e contemplazione, tra vita e fede, tra carità concreta e carità spirituale".
GMMR: “Migranti. Quando a partire eravamo noi” apre il calendario delle Giornata a Torino
Corso Migrantes: oggi le conclusioni
4 Settembre 2020 - Torino - Si è chiude oggi a Pianezza la prima edizione del Corso di Alta Formazione per i direttori Migrantes delle diocesi italiane e per i collaboratori, organizzato dalla Fondazione Migrantes in collaborazione con il con il SIMI, Scalabrini International Migration Institute. Aperto il 31 agosto, il corso “Fondazione Migrantes Oggi. Come, Dove, Perché?” si è svolto in Piemonte anche in vista della 106 GMM che si celebrerà il 27 settembre proprio nelle diocesi del Piemonte e Valle d'Aosta. Nei cinque giorni del corso, che hanno portato a Villa Lascaris di Pianezza più di 60 partecipanti per confrontarsi sui temi che coinvolgono l’emigrazione, molti i partecipanti giunti da tutto il territorio. Don Gianni De Robertis, Direttore Generale della Fondazione Migrantes, ha dato il via al dibattito a cui si sono aggiunti esperti del settore. Non sono mancati i vescovi come mons. Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino e presidente della Conferenza Episcopale Piemonte e Valle d’Aosta, mons. Derio Olivero di Pinerolo, mons. Marco Prastaro di Asti e incaricato Migrantes della Conferenza Episcopale del Piemonte e Valle d'Aosta e il Vicario generale per la diocesi di Milano, il vescovo mons. Franco Agnesi, Incaricato Migrantes della Conferenza Episcopale Lombarda. Tra gli altri interventi Sergio Durando, direttore dell’Ufficio Migrantes di Torino, padre Skoda del SIMI, il giornalista Nello Scavo esperto del settore per Avvenire, Gioacchino Campese, missionario scalabriniano per diversi anni in prima fila con i migranti lungo la frontiera Messico Stati Uniti e autore di diversi libri che trattano della mobilità umana, Ferruccio Pastore, Direttore del Forum Internazionale ed Europeo di Ricerche sull’immigrazione. Molti gli argomenti trattati, soprattutto riguardo al linguaggio usato nei confronti degli stranieri. Per don Gianni De Robertis si usano termini che non riconoscono l’identità umana che siano lavoratori o persone che cercano di entrare nel nostro territorio e ringrazia Avvenire che attraverso l’impegno culturale “cerca di restituire il volto umano dei migranti”.
Questa mattina, dopo la meditazione biblica affidata a sr. Paola Barbierato, la presentazione del messaggio di papa Francesco per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che si celebrerà il prossimo 27 settembre e le conclusioni del direttore generale della Fondazione Migrantes, don Gianni de Robertis.
Corso Migrantes: oggi incontri con le realtà di accoglienza e messa con mons. Nosiglia
Mons. Olivero: il lavoro della Migrantes è “espressione di un movimento in uscita”
MigrantiPress: in distribuzione il numero di settembre
R.Iaria
Corso Migrantes: oggi la seconda giornata a Pianezza
R.Iaria
Corso Migrantes: Pastore (Fieri), Italia sempre meno attraente per i migranti
Migrantes: il 10 settembre l’incontro online dei direttori diocesani
Roma - In vista della prossima Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, che sarà celebrata il 27 settembre, i direttori diocesani Migrantes si confronteranno sul tema e sule iniziative promosse nelle proprie diocesi il prossimo 10 settembre. Sarà un incontro su piattaforma online.
Migrantes: dal 31 agosto a Pienezza il Corso di alta formazione
R.Iaria
Papa Francesco: “curare il virus dell’ingiustizia sociale, della disuguaglianza e dell’emarginazione”
Meeting per l’amicizia tra i popoli: la cooperazione allo sviluppo tra i temi affrontati nell’edizione 2020
Rimini - Il Meeting per l’amicizia tra i popoli cambia volto, almeno per quest’anno, ma rimane sempre un’occasione di conoscenza, di incontro e di giudizio su temi di attualità e sulle grandi questioni che interrogano l’uomo. Incontri, spettacoli e mostre saranno ospitati dal 18 al 23 agosto al Palacongressi di Rimini, dove - in ottemperanza alle disposizioni sulla sicurezza sanitaria - potrà entrare un numero limitato di persone e solo su prenotazione. Ma tutti gli eventi saranno disponibili online sul portale (www.meetingrimini.org) e sui social legati alla manifestazione, per consentire a chiunque di seguirli da casa o nei punti di incontro promossi in più di 70 città dai volontari legati alla kermesse.
La cooperazione allo sviluppo è uno dei temi affrontati quest’anno. Se ne parlerà giovedì 20 in un incontro dal titolo suggestivo: “#Inostrigoal. Calcio e cooperazione giocano nella stessa squadra”. Verranno presentate alcune esperienze promosse in Uganda e Giordania dalla Cooperazione Italiana, dall’Associazione Italiana Calciatori e dalla ong AVSI per valorizzare il calcio come strumento di inclusione sociale e di crescita psico-fisica. Sabato 22 sarà la volta di un focus su Africa e nuove tecnologie, con la presenza di Bitange Ndemo (Università di Nairobi) e di Letizia Moratti in qualità di presidente di E4Impact Foundation, una realtà da tempo impegnata nella formazione di manager e imprenditori nell’area subsahariana del continente. Nell’incontro verranno presentate alcune significative storie di imprese nate e cresciute nell’ottica di uno sviluppo sostenibile e con una forte connotazione nelle nuove tecnologie. Domenica 23 è previsto un confronto su tematiche di bruciante attualità: come sta cambiando il modo di operare nella cooperazione internazionale allo sviluppo dopo l’esperienza ancora in corso della pandemia? Come sono cambiati i modi di implementare i progetti quando la mascherina è d’obbligo e non si possono più tenere incontri in presenza ravvicinata? Dove vanno ora i fondi per lo sviluppo? Fino a che punto e in quali modalità la tecnologia e il digitale possono sostituire, supplire o rilanciare la cooperazione?
Sullo sfondo di tutti gli incontri in programma c’è il titolo dell’edizione 2020 del Meeting, tratto da una frase del filosofo ebreo Abraham Heschel rilanciata da don Luigi Giussani nel suo libro più noto, “Il senso religioso”: “Privi di meraviglia, restiamo sordi al sublime”. Parole che evocano la crisi di tante persone, con le agende sempre più piene di cose da fare e con il cuore sempre meno capace di cogliere la verità delle cose, di stupirsi di fronte alla realtà che chiede di essere guardata con uno sguardo profondamente umano. E la pandemia generata dal coronavirus è una sfida che costringe tutti a misurarsi con le grandi domande sull’esistenza e a cercare cosa davvero conta, cosa è essenziale nella vita.
Giorgio Paolucci
Migrantes Marche: una “vacanza” migrante
Papa Francesco: l’intenzione di preghiera per chi lavora e vive del mare
In ferie cercando Dio
Milano - È difficile sottostimare l’importanza che ebbe per la cristianità medievale l’assassinio di san Tommaso Becket, arcivescovo di Canterbury e primate d’Inghilterra dal 1162. Finito nelle mire del re Enrico II, una volta sua mentore e amico, fu ucciso in Cattedrale dalle spade di quattro cavalieri sicari mentre recitava l’Ufficio divino, il 29 dicembre 1170. Il papa Alessandro III lo canonizzò a tempo di record, tre anni dopo. Le sue spoglie mortali divennero meta di pellegrini provenienti dall’Inghilterra e dal continente, pellegrinaggi che fecero da sfondo ai Racconti di Canterbury di Geoffrey Chaucer, il capolavoro che nobilitò l’inglese medievale. E l’eco di quel martirio, profezia dell’aggressione di Enrico VIII alla Chiesa cattolica tre secoli e mezzo dopo, ha attraversato tutta la letteratura fino a Thomas Stearns Eliot e al suo Assassinio nella cattedrale.
Non molti sanno però che una reliquia emozionante di san Tommaso Beckett è presente in un luogo insospettabile: nel museo diocesano di Fermo. Si tratta di una casula in seta celeste e ricamata in oro di quasi 900 anni di età ma in uno stato di conservazione sorprendente. Secondo una tradizione arrivò a Fermo perché donata da Becket a un vescovo fermano, Presbitero. Avevano studiato insieme a Bologna e la loro amicizia non era mai venuta meno. Secondo un’altra tradizione fu la madre di Becket a donare al vescovo fermano il paramento di suo figlio dopo l’omicidio.
A parlare di questa reliquia, un unicum sotto diversi aspetti, è un numero speciale de La Voce delle Marche,periodico dell’arcidiocesi di Fermo, dedicato ai turisti che giungono in questo lembo dell’Italia centrale nell’estate post quarantena. Un modo per segnalare delle gemme di arte sacra presenti sul territorio, ma soprattutto delle opportunità per coniugare il viaggio, le vacanze, il relax con l’arricchimento dello spirito. Perché lo spirito si riposa quando si arricchisce. Opportunità che possono essere i "luoghi del silenzio" – i monasteri femminili che punteggiano l’arcidiocesi marchigiana – i numerosi santuari, gli itinerari come il Cammino Francescano della Marca e il Cammino Lauretano, fino alle iniziative organizzate dall’arcidiocesi come il Concerto di musica per arpa con le poesie di Giovanni Paolo II che si è tenuto sul sagrato della Cattedrale.
"In questo periodo molto particolare della storia umana, il tempo del riposo, della vacanza, delle ferie e del viaggio rappresenta un dono prezioso per ogni persona" scrive l’arcivescovo mons. Rocco Pennacchio in una lettera rivolta ai turisti,"mi piace pensare che questo dono sia racchiuso in uno scrigno fatto di incontro e conoscenza reciproca capace di generare una nuova visione per l’umanità intera...". E che il tempo delle ferie possa restituire "il senso di pienezza del presente", quando "nella routine quotidiana il presente è solo quel fugace frangente tra la fatica del passato e la preoccupazione del futuro". (Andrea Galli - Avvenire)
Papa Francesco: “senza lavoro le famiglie e le società non possono andare avanti”
Carta di Leuca: la solidarietà spinge al cammino
Santa Maria di Leuca - La Fondazione Parco culturale ecclesiale “Terre del Capo di Leuca – De Finibus Terrae”, in preparazione all’evento: “#cartadileuca2020 – Mediterraneo, una rete di solidarietà”, promuove stasera, a partire dalle ore 19, dal Convento dei Cappuccini di Alessano, in diretta web (sul sito www.cartadileuca.it, sulla pagina facebook e sul canale youtube), l’incontro virtuale dal tema: “La solidarietà spinge al cammino”. Il terzo degli appuntamenti propedeutici a “Carta di Leuca 2020” si svolgerà da un luogo frequentato e molto caro a don Tonino Bello, che, come inciso sulla lapide della sua tomba, era anche “terziario francescano”. Interverrà mons. Vito Angiuli, che racconterà come da “Carta di Leuca” sia nata l’idea di costituire una cooperativa di Tiggiano, attiva nel settore agricolo, e conoscere via web, l’esperienza dei soci, attraverso varie testimonianze. Successivamente, sarà possibile ammirare il luogo sacro dei Francescani di Alessano, per poi ascoltare, grazie ad immagini d’epoca, le parole profetiche sulla pace di don Tonino Bello, nel suo intervento del 30 aprile 1989 dall’Arena di Verona.