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Ecco perché decidono di partire: la storia di una famiglia afghana accolta grazie a Migrantes

2 Marzo 2023 - Massa Carrara - I loro figli vanno a scuola in Italia come facevano a Kabul. La differenza è che le due ragazze possono frequentare le lezioni e che tutti sono sicuri di tornare a casa. A proposito di vie legali e sicure per entrare in Italia, la storia della famiglia Azimi è esemplare della disperazione che sconvolge i profughi e che un po' tutti in Italia sembriamo aver dimenticato. Oggi sono salvi, ma in tre maledetti giorni dell'agosto 2021 a Kabul la loro vita è stata sconvolta per sempre. Padre, madre e quattro figli minorenni, dopo due giorni di attesa in aeroporto sono riusciti a sfuggire ai taleban salendo sul volo della Farnesina per evacuare i collaboratori delle istituzioni italiane. Il padre lavorava come sacrestano dell'unica missione cattolica del Paese retta dal padre barnabita Giovanni Scalese, partito a sua volta. I taleban non avrebbero risparmiato nessuno degli Azimi, che oltre ad essere collaboratori del "nemico" occidentale, sono di etnia hazara, musulmani sciiti, odiata in Afghanistan dai taleban, pashtun e sunniti. Sono salvi, ma il loro mondo, la loro esistenza non sarà mai più la stessa. E le loro vite restano divise. Da una parte il costante sforzo di integrarsi in una città della Toscana, Massa, radicalmente diversa da Kabul. Dall'altra il pensiero a parenti, amici, compagne e compagni che da Kabul non sono potuti fuggire. I contatti telefonici frequenti non alleviano la nostalgia. Le ragazze sono asserragliate in casa e anche i maschi vivono oppressi dal rigore talebano. Avevamo scritto di questa famiglia un anno fa. Siamo tornati a Massa per incontrarli in occasione della visita di alcuni istituti scolastici superiori cittadini alla mostra sui corridoi umanitari della Caritas italiana allestita dalla diocesi nel Chiostro del Seminario Vescovile. Accolti nell'ambito del Sai, il Servizio pubblico di accoglienza rifugiati, dalla Migrantes diocesana, vivono in un grande appartamento in centro e hanno fatto grandi passi avanti. Sono la prova di un'integrazione che si compie nonostante gli ostacoli burocratici in cui siamo maestri. Merito soprattutto dell'accoglienza diffusa e della Migrantes. Il padre ha trovato lavoro in un'officina. Le due figlie maggiori proseguono gli studi universitari rispettivamente in Economia e Giurisprudenza a Torino grazie a borse di studio. I due maschi tredicenni frequentano la seconda media, le due ragazze 18enni sono in quarta liceo artistico. «Sono una famiglia laboriosa, unita e affiatata - spiega Sara Vatteroni, direttrice della Migrantes Toscana - hanno imparato la nostra lingua grazie ai corsi di sostegno e anche la madre, nonostante sia analfabeta, è riuscita ad apprendere un po' di parole». I quattro figli sono stati accolti bene da compagni e professori. La loro presenza è stata di stimolo. Ma il pensiero fisso va ai loro coetanei che dovrebbero fuggire in Pakistan o Iran. Poi lì le condizioni dei campi profughi, checché ne dica il ministro Piantedosi, li spingono ad arrivare in Europa o prendendo in Turchia una barca per la rotta calabra o rischiando la vita sulla rotta balcanica fino a Trieste. E al figlio 27 enne rinchiuso da anni in Indonesia nel campo di Pekanbaru, sull'isola di Sumatra. Vive sospeso con altri 13.700 afghani che non sono considerati rifugiati dal governo. Li sostiene solo l'Oim, l'organizzazione internazionale per i migranti. L'Italia e l'Ue tanto invocata potrebbero aiutarli a uscire da questo limbo disumano andando a prendere il giovane e altri profughi, dando seguito alle parole di questi giorni coi fatti. (Paolo Lambruschi - Avvenire)

Migrantes Toscana: incontro con la commissione Immigrazione edl Comune di Firenze

23 Febbraio 2023 - Firenze - La  Commissione Pari opportunità, pace, diritti umani, relazioni internazionali, immigrazione del comune di Firenze ha ricevuto ieri Sara Vatteroni, Direttrice Commissione Migrantes Toscana, don Giovanni Martini membro della Commissione Toscana e Direttore Migrantes di Firenze e Maurizio Certini, Membro della Commissione Toscana e della Consulta Nazionale per le Migrazioni della Fondazione Migrantes. È stato un incontro importante – sottolinea la presidente della Commissione Donata Bianchi – che ha permesso di approfondire temi legati all’immigrazione con particolare attenzione alla questione dei centri per il rimpatrio, un tema sul quale la Commissione ha avuto modo di soffermarsi anche in passato con altre audizioni ed esprimendo orientamenti anche diversificati tra i membri sia di maggioranza sia di opposizione. È stato importante affrontare con pacatezza e chiarezza problemi che spesso vedono divisi a prescindere dalla conoscenza dei fenomeni e delle situazioni. Ad introdurre - riferisce una nota del Co,une - Maurizio Certini che ha voluto ricordare il ruolo della Migrantes che esiste dall’inizio del Novecento prima come organismo della Chiesa volto a facilitare l’accoglienza dell’emigrazione italiana all’estero e negli ultimi decenni votato anche al lavoro di accoglienza e conoscenza sul fenomeno dell’immigrazione nel nostro Paese. In relazione al CPR ha ricordato il recente documento di Migrantes e Caritas Toscana con il quale si è espresso un parere contrario all’apertura di un CPR anche in regione, in quanto risposta non adeguata e luogo dove si può rimanere detenuti per mesi, in condizioni umilianti e alienanti, pur non avendo commesso nessun crimine o reato. Sara Vatteroni ha richiamato la recente relazione del Garante nazionale delle persone in stato di detenzione o restrizione che ha criticato la scelta dei CPR quali luoghi di compressione dei diritti umani e patogeni per le umilianti condizioni di vita. La direttrice Migrantes della Toscana  ha sollecitato l'attenzione anche sugli alti costi di questo tipo di strutture, sono stati spesi 44 milioni di euro nel periodo 2018 – 2022 solo per la gestione cui si devono aggiungere i costi delle forze di polizia e delle infrastrutture. Risorse che potrebbero essere dedicate all’accoglienza e alla rinnovata promozione di quel modello di accoglienza diffusa che ha caratterizzato a lungo l’esperienza toscana. Ha sottolineato poi anche gli aspetti complessi dell’accoglienza di persone fragili dal punto di vista sanitario o per gravi sofferenze psichiatriche, si tratta di un numero sempre più in aumento come effetto delle drammatiche condizioni di partenza o della lunga permanenza nei lager libici. I CPR sono luoghi dove le persone sono spesso inserite senza che abbiano commesso alcun reato eccetto il fatto di non essere giunte regolarmente in Italia o non avere documenti in regola come conseguenza anche di ritardi nelle procedure burocratiche. In relazione al tema dell’accoglienza e dei CPR don Giovanni Martini ha fatto riferimento alla posizione diplomatica della Santa Sede , espressa anche in sede ONU, contraria ai luoghi di detenzione in quanto la migrazione irregolare non dovrebbe essere trattata come un reato. È questo un orientamento ripreso recentemente anche da Papa Francesco e che si sostanzia in quattro parole: accogliere, proteggere, promuovere e integrare. "Oggi, al centro del confronto – spiega la presidente della Commissione Bianchi – è stato il valore alto della dignità umana e la volontà di confrontarsi, un impegno che speriamo possa essere ripreso, come proposto dai nostri ospiti, con l’organizzazione di un seminario di studio che coinvolga gli amministratori e le amministratrici dell’area fiorentina per un approfondimento non ideologico, ma ancorato al terreno della progettualità alternativa, della possibilità e del rispetto dei diritti umani”.

Papa Francesco: il card. Lojudice guiderà anche la diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza

21 Luglio 2022 - Città del Vaticano - Il card. Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena-Colle Val d'Elsa-Montalcino, è stato chiamato da papa Francesco a guidare anche la diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza unendo le due Sedi episcopali in "persona Episcopi". Ordinato sacerdote il 6 maggio 1989 per la Diocesi di Roma nel 2015 è stato nominato vescovo ausiliare di Roma e il 6 maggio 2019 chiamato alla guida della diocesi di Siena-Colle di Val d’Elsa- Montalcino. Nel Concistoro del 28 novembre 2020 è stato creato cardinale da papa Francesco. Oggi è anche membro del Dicastero per i Vescovi e all’interno della Cei  fa parte della Commissione episcopale per le Migrazioni ed è delegato Migrantes della Conferenza Episcopale Toscana.  "Ringrazio il Santo Padre per avere voluto, ancora una volta, accordarmi la sua fiducia affidandomi questo nuovo servizio per la Chiesa di Montepulciano-Chiusi-Pienza che avrò la gioia di incontrare in occasione del mio ingresso in diocesi il prossimo 3 settembre", ha detto il porporato: "la Chiesa mi chiede di accogliere sotto la mia responsabilità un'altra comunità diocesana, la vostra anzi la 'nostra', quella di Montepulciano, Chiusi, Pienza", la cui storia "articolata, complessa" "ci dimostra l'intenso legame tra le nostre due diocesi". Al card. Lojudice gli auguri della Fondazione Migrantes per un proficuo ministero.

Migrantes Lucca: oggi convegno su l’ accoglienza dei migranti nel passato e nel futuro

28 Giugno 2022 - Lucca - "Rileggere il passato per costruire il futuro" è il tema del convegno che si svolgerà oggi pomeriggio, ore 18, a Lucca su iniziativa dell'Ufficio diocesano Migrantes. Si tratta di una tavola rotonda proposta attorno alla Giornata Onu del Rifugiato del 20 giugno scorso e in vista della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato del 25 settembre. Servirà a guardare alle esperienze di accoglienza della Chiesa di Lucca vissute nel recente passato fino ad arrivare ai profughi ucraini dei giorni nostri. All'iniziativa interverranno don Bruno Frediani, parroco nella vallata di Camaiore, don Silvio Righi, parroco di Camaiore, Sara Vatteroni, direttrice Migrantes della Toscana, don Simone Giuli direttore della Caritas e Lino Paoli per la Comunità di Sant' Egidio. All''incontro presenzierà anche l' arcivescovo Paolo Giulietti.

L’appello di una famiglia afghana rifugiata in Italia: “salvate nostro figlio”

9 Maggio 2022 -

Milano - La famiglia Azimi si ritiene fortunata. Otto persone afghane - padre, madre e sei figli di cui quattro minorenni – che lo scorso agosto hanno visto la loro vita cambiare con l’arrivo dei talebani a Kabul. Sono fuggiti in fretta dall’Afghanistan sull’aereo della Farnesina inviato per evacuare coloro che avevano lavorato con le istituzioni italiane. Il padre, Reza, era infatti il sacrestano dell’unica missione cattolica del Paese retta dal barnabita padre Giovanni Scalese, il quale a sua volta è dovuto partire. I talebani non avrebbero risparmiato Reza, la moglie Hafiza e i figli. Accolti dal cardinale di Siena, Paolo Lojudice, l’arcivescovo responsabile della Migrantes Toscana, si sono poi spostati a Massa presentando domanda di asilo.

«Lentamente – spiega Sara Vatteroni, direttrice della Migrantes Toscana – si stanno inserendo nel tessuto sociale grazie al supporto di casa Betania e di altre realtà. Sono una famiglia unita e solida. Padre e madre stanno imparando la nostra lingua e, nonostante lei sia analfabeta, tengono molto all’istruzione dei figli». Infatti hanno voluto che si iscrivessero a scuola e il padre sta cercando lavoro per pagargli gli studi. I due gemelli minori frequentano le medie, le due ragazze di mezzo due licei cittadini mentre le sorelle maggiori aspettano le borse di studio messe a disposizione dall’università di Camerino per iniziare a frequentare le lezioni. Sono tutti grati all’Italia che gli ha dato un’opportunità. Non sarà facile, ma vogliono farcela».

Ma su questa storia di solidarietà e integrazione grava un’ombra. Un grosso cruccio angustia Reza e Hafiza, all’appello manca il figlio maggiore di 25 anni 'spiaggiato' da molto tempo in Indonesia, terra che non riconosce i diritti dei profughi. Jahweed Amad è fuggito dall’Afghanistan quando era minorenne. Gli Azimi appartengono infatti alla minoranza hazara, musulmani sciiti da sempre perseguitati dai pashtun sunniti, l’etnia dominante. In Indonesia, che non ha aderito alla convenzione Onu sui rifugiati, i 13.700 afghani che hanno chiesto protezione non vengono considerati cittadini. Non esistono. Non possono vivere al di fuori del campo profughi, vietato lavorare e spostarsi con mezzi propri o ricevere sussidi sociali. È l’Oim, l’organizzazione internazionale per i migranti, a garantirne il sostentamento. L’unica via per uscire da questo limbo è il ricollocamento in un paese terzo, generalmente gli Stati Uniti. Ma ci sono persone che attendono da dieci anni di partire. Jahweed Ahmad è rinchiuso nel campo profughi dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati a Pekanbaru, sull’isola di Sumatra. «Il giovane possiede come unico documento di identità un tesserino dell’Acnur – aggiunge Sara Vatteroni – e questo impedisce ogni tentativo di ingresso in Italia». Inoltre è maggiorenne e non può chiedere il ricongiungimento. La famiglia, che lo contatta regolarmente, è preoccupata per la sua salute. Il clima verso i rifugiati è pessimo. Da mesi si susseguono le manifestazioni degli afghani per cercare di attirare l’attenzione internazionale. Il 30 novembre 2021 un 22enne nella stessa situazione di Jahweed Amad si è dato fuoco. Il 17 gennaio scorso la polizia ha disperso a bastonate una manifestazione pacifica davanti alla sede dell’Unhcr di Pekanbaru. La protesta è stata provocata dal suicidio di un rifugiato, il quindicesimo nella comunità afghana. Attraverso la Fondazione Migrantes la famiglia Azimi chiede alle autorità italiane un ultimo miracolo, salvare il ragazzo e portarlo in Italia dove avrebbe diritto allo status di rifugiato - perché possa vivere. (Paolo Lambruschi - Avvenire)

Migrantes Toscana: ricordiamo le vittime non del Mediterraneo ma dei paesi ciechi di fronte alla sofferenza dell’umanità errante

10 Luglio 2021 - Massa Carrara - Con la preghiera di domani pr i migranti - promossa dalla Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana -  "ricordiamo le vittime non del Mediterraneo ma dei paesi ciechi di fronte alla sofferenza dell'umanità errante che cerca di raggiungere la ricca Europa". Lo duce oggi a www.migrantesonline.it la direttrice regionale Migrantes per la Toscana, Sara Vatteroni. "Una Europa - aggiunge - sempre più anziana ma che ha difficoltà a considerare l'immigrazione un opportunità e non una minaccia. L'Italia, purtroppo non ha cambiato la sua politica benchè in apparenza la narrazione salviniana sia stata abbandonata. Respingimenti, una bassa percentuale di riconoscimenti rispetto agli altri paesi dovuto a una cattiva accoglienza e una pessima integrazione, mentre tantissime risorse vengono spese per politiche sicuritarie".

Migrantes Toscana: ieri incontro con il Card. Lojudice

17 Giugno 2021 - Siena - Ieri mattina i direttori Migrantes delle diocesi della Toscana si sono ritrovati a Siena con il vescovo delegato Migrantes della Conferenza Episcopale Toscana, il card. Paolo Lojudice. Durante l'incontro l’impegno di collaborazione con le Caritas diocesane e regionale e con gli uffici missionari, delle iniziative sulla prossima Giornata Mondiale del Migrantes e del Rifugiato che si celebrerà il prossimo 26 settembre e sull'importanza del direttore Migrantes in tutte le diocesi della regione. Durante l'incontro anche il tema dei circhi e lunapark che in questo tempo di pandemia hanno avuto molte difficoltà. A Siena, come ha ricordato il Card. Lojudice, la diocesi è stata molto presente accanto al circo Vassallo. Lo stesso porporato è andato diverse volte a trovarli. Anche ieri ha avuto un incontro con i lavoratori di questo circo.  

Natale: gli auguri “scomodi” di Migrantes, Missio e Caritas Toscana

17 Dicembre 2020 - Firenze - “È un Natale diverso quello che ci prepariamo a vivere... Un Natale diverso perché mancherà sì qualcosa, ma potremo scoprire più da vicino l’essenziale, quello che conta, ciò che non passa e non può essere nascosto per nessun motivo, da nessuna causa: Dio si fa uomo, in Gesù di Nazareth”. E’ quanto si legge in un biglietto di auguri di Migrantes, Missio e Caritas Toscana firmato dal card. Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena-Colle Val d’Elsa-Montalcino e dal vescovo di Pescia Roberto Filippini, rispettivamente responsabili per la Conferenza episcopale toscana della Migrantes e del servizio della carità.  Un Natale “più vero – scrivono  - che ci permetterà di scoprirci più vicini anche se distanziati, più aperti anche se col volto in maschera, più disposti a collaborare se scopriamo quanto è importante fare le cose insieme e che, se fatte insieme, producono frutti molto più abbondanti”. Quattro le parole che sul biglietto formare una croce: accogliere, promuovere, proteggere, integrare. “Auguri scomodi per un Natale di fraternità”, è il titolo cmposto da alcune riflessioni di don Tonino Bello e alcuni passaggi dell’enciclica “Fratelli Tutti” di Papa Francesco. Parole che “ci mostrano il volto della Chiesa della misericordia che dona al mondo il volto bello di Dio, infinita tenerezza di padre e di madre”.

Migrantes Toscana: la situazione in questo tempo di pandemia

18 Maggio 2020 - Firenze – Con i decreti del governo e in attesa dell’evolversi della situazione alcuni migranti presenti in Toscana hanno ripreso le attività lavorative, in modo particolare le badanti. Prevale un senso di paura e attenzione a non esporsi. Molti preferiscono rimanere in casa e aspettare eventuali chiamate di servizio. La possibilità di celebrare la Santa Messa ha permesso alle comunità di organizzare e preparare i luoghi per la prossima celebrazione della Pentecoste. Le comunità non prevedono celebrazioni liturgiche nelle prossime settimane e invitano i loro fedeli a partecipare alle celebrazioni nella parrocchia più vicina, spiega il delegato regionale Migrantes della Toscana, p. Alessandro Bedin che in questi giorni ha avuto, in video conferenza, alcuni incontri con i direttori Migrantes della regione e con i rappresentanti delle varie comunità etniche. Le piattaforme web sono diventate in questo periodo “il mezzo più importante per le comunità di vedersi, condividere le esperienze, organizzare momenti di riflessione e preghiera”. In tutte “c’è un senso di solidarietà e vicinanza reciproca”. In questo periodo molte famiglie hanno beneficiato degli aiuti e della vicinanza a situazioni di disagio, grazie alle Caritas parrocchiali. Molte famiglie, a causa della situazione irregolare in cui si trovano, “non hanno potuto ricevere gli aiuti dal Comune perché non residenti o non in regola con i documenti” Le Caritas parrocchiali hanno sopperito al disagio di queste famiglie”. Nei variincontri tutti hanno espresso un “grazie sincero a tutti i volontari e alla buona collaborazione tra gli uffici Caritas e Migrantes”. La comunità Ucraina in Toscana vive con preoccupazione questa pandemia perché le famiglie sono in contatto con i loro congiunti in Ucraina dove la realtà è “complessa, il governo non da informazioni precise sulla epidemia. A questo si aggiunge la crisi economica e la mancanza di lavoro”. Viene sottolineata – spiega ancora p. Bedin - con la possibilità di celebrare l’Eucaristia con la gente, la necessità “di riscoprire il senso della comunità, dell’incontro e di leggere con fede questo momento particolare. Il rischio è che tutto ritorni come prima quando di fatto la realtà è cambiata”. La Migrantes Toscana evidenzia anche che famiglie dello spettacolo viaggiante presenti a Borgo S. Lorenzo ringraziano la Fondazione Migrantes per gli aiuti ricevuti in queste settimana difficili.  

Migrantes Toscana: le Comunità al tempo del Coronavirus

30 Marzo 2020 - Firenze - Il drammatico momento che stiamo vivendo ci costringe a guardare veramente dentro noi stessi, al nostro stile di vita, alle nostre attività. L’epidemia del Covid_19 è arrivata in Toscana e anche a Firenze. Firenze non vive l’emergenza sanitaria della Lombardia e di altre regioni ma qui tutto si è fermato. L’attività legata al turismo è momentaneamente sospesa e non si sa quando riprenderà. In questo contesto le comunità migranti sembrano non aver problemi di coronavirus, ma devono affrontare altre situazioni molto difficili che riguardano il lavoro e la famiglia. Con la cessazione delle attività lavorative collegate in modo particolare alla ristorazione alcune comunità sono in disagio: in modo particolare: India, Sri Lanka, Marocco, Filippine, Cina, Ucraina, Romania, Albania. Molte di queste persone lavorano negli alberghi come aiuto cuoco, personale per la pulizia, altri hanno dei piccoli locali di ristorazione. In modo particolare chi è più direttamente toccato è il mondo delle badanti e delle colf. A Firenze la comunità Filippina, Ucraina e Rumena. Alcuni assistenti di queste comunità ricevono notizia che i loro connazionali hanno perso il lavoro di badanti o sono stati licenziati. Altro settore in difficoltà è lo spettacolo viaggiante che per ragioni di salute pubblica non possono esercitare la loro professione e sono rimasti senza lavoro da più di un mese a questa parte. Inoltre non sappiamo se il Comune ha temporaneamente sospeso le tasse di utilizzo del suolo pubblico. Notiamo che molti giostrai con residenza a Firenze svolgono il lavoro nei dintorni: Santuario dell’Impruneta, Fucecchio, Empoli, Arezzo, per le sagre e le feste patronali in modo particolare: S. Giuseppe 19 marzo e L’Annunziata 25 marzo. In questo contesto molti di loro si sono rivolti alla Migrantes per chiedere aiuti. La Migrantes si è fatta presente in modo particolare assicurando il sostegno del vitto grazie alla collaborazione con la Caritas Diocesana. Il coordinamento Caritas ha permesso a quanti sono in disagio di accedere al pacco alimentare e alle strutture di accoglienza temporanee in conformità alle norme sanitarie per l’epidemia presente. La Migrantes di Firenze collabora con la Caritas: giovani volontari delle comunità migranti stanno aiutando la Caritas per la preparazione dei pacchi alimentari. Un altro aspetto importante, emerso in questi giorni, è il coordinamento regionale dello spettacolo viaggiante che ha avuto effetti positivi nell’affrontare situazioni di emergenza. Ci sono stati continui contatti e scambi di informazioni tra: Mons. Piergiorgio Saviola referente dello spettacolo viaggiante per Firenze e la Sig.ra Ivonne Tonarelli responsabile regionale per lo spettacolo viaggiante. Anche il coordinamento regionale Migrantes ha dato la sua collaborazione mettendo in rete le informazioni con le zone interessate: Livorno, Grosseto, S. Miniato, Prato, Pistoia e Montecatini. (p. Alessandro Bedin – Migrantes Firenze e Toscana)