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Migrantes Torino: una mostra “In fuga da Nazareth”

1 Ottobre 2020 - Torino – “Un san Giuseppe non così tranquillo come siamo abituati a vederlo nelle immaginette. Ma un san Giuseppe con quell’atteggiamento di un rifugiato siriano con il bambino sulle spalle... Non addolcire il dramma di Gesù bambino quando dovette fuggire in Egitto. Lo stesso che sta succedendo oggi”. Sono le parole di Papa Francesco riferite al quadro di  Massimiliano Ungarelli la cui immagine è stata distribuita a tutti i partecipanti nella cattedrale di Torino alla Messa in occasione della 106ª Giornata Mondiale del Migrante e del rifugiato. Il quadro è esposto nella mostra “In fuga da Nazareth” a cura dell’associazione culturale Midrash dei Frati Francescani Cappuccini, costituita da 20 pannelli di Ungarelli che riproducono fotografie reali che ritraggono il dramma dei profughi in fuga. La mostra si può visitare fino al 31 ottobre presso Ufficio Migrantes. Per informazioni e prenotazioni scrivere a: prenotazioni@upmtorino.it. (m.lom.)  

GMMR: mons. Nosiglia, “la presenza degli immigrati nel nostro Paese è una risorsa positiva, che non va solo accettata, ma valorizzata in tutti i suoi molteplici aspetti”

27 Settembre 2020 - Torino - “Voi siete portatori di una ricchezza di culture, tradizioni, valori umani e spirituali e civili, che possono arricchire le nostre comunità sia sotto il profilo religioso che sociale. Mai ci stancheremo di predicare a tutti, e con voce alta e forte, che la presenza degli immigrati nel nostro Paese è una risorsa positiva, che non va solo accettata, ma valorizzata in tutti i suoi molteplici aspetti”. Lo ha detto questa mattina l’arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia, rivolgendosi ai migranti presenti nella cattedrale della città per la celebrazione nazionale della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. Con il vescovo a concelebrare mons. Marco Prastaro, vescovo di Asti e incaricato Migrantes della Conferenza Episcopale Piemonte e Valle D’Aosta e il direttore generale della Fondazione Migrantes, don Gianni De Robertis. Per il pastore torinese “anche i gravi e complessi problemi sociali, culturali e politici, economici e vitali che investono oggi l’ambito dell’immigrazione vanno affrontati a partire sempre dalla centralità di ogni persona che, al di là delle differenze di cui è portatrice, rappresenta un valore umano, religioso e sociale di grande efficacia e di cui l’intera nostra società abbisogna. La vostra presenza e partecipazione alla vita delle nostre comunità – ha hdetto mons. Nosiglia - è un segno di grande speranza, perché conferma quanto la Lettera ai Filippesi, che abbiamo ascoltato oggi in questa Messa, ci annuncia, invitandoci ad avere gli stessi sentimenti di amore, compassione e carità di Cristo Gesù”. Così – ha quindi aggiunto - il vostro inserimento nel tessuto ambientale, culturale e religioso del nostro Paese non permetterà solo un’efficace integrazione, ma una condivisione, un dare e ricevere gli uni per e con gli altri”. Per i cristiani nessuno deve essere considerato straniero o ospite, ma ogni immigrato – anche chi professa una religione diversa dalla nostra – deve essere “accolto come fratello e sorella, amato da Dio suo creatore, membro effettivo della nostra società civile. La sua presenza va dunque riconosciuta e valorizzata come una risorsa importante basata sull’incontro, sul dialogo, sul rispetto reciproco e sulla fraternità”. Mons. Nosiglia invita, quindi ad “aprire con fiducia questo grande orizzonte dell’universalità della salvezza, che ci invita a considerare ogni popolo ed ogni uomo e donna una ricchezza per tutta l’umanità”. Operare e lavorare per questo vuol dire anche “riconoscere a ciascuno quei diritti fondamentali, che sono propri di ogni persona umana e di ogni famiglia: il diritto al lavoro, alla casa, alla salute, all’istruzione e alla cittadinanza in particolare dei minori nati nel nostro Paese, al permesso di soggiorno e ai diritti che la Costituzione italiana pone a fondamento del vivere civile del nostro popolo. Ai diritti devono corrispondere dei doveri che riguardano l’osservanza di comuni regole di convivenza democratica e pacifica che aborrisce ogni forma di violenza verso gli altri. La morte tragica di don Roberto (Malgesini, ndr), vero martire della carità, ucciso da una persona immigrata che era aiutata e sostenuta nelle sue necessità proprio da questo prete, ci ha lasciati tutti attoniti e sconcertati, ma non possiamo generalizzare il caso. È infatti la persona in quanto tale che commette tali crimini, sia italiana o straniera, che va condannata severamente e messa in grado di non nuocere più alla comunità. Io sono certo, comunque, che se don Roberto potesse farlo lo perdonerebbe e continuerebbe a volergli bene”, ha detto ancora nella sua omelia il presule evidenziando “le radici cristiane e civili, che animano il testo fondamentale dello Stato italiano, sono garanzia di progresso, di giustizia, di fraternità e di pace a cui tutti i cittadini, compresi gli immigrati, sono chiamati a contribuire con le proprie specifiche risorse culturali, religiose e sociali”. Mons. Nosiglia ha pregato il Signore affinché quest’obiettivo “sia raggiunto presto nel nostro Paese e si possa guardare per il futuro ad una società multietnica, realtà positiva e arricchente per tutti. È un auspicio, ma è anche un dovere che la Chiesa ed ogni discepolo del Signore Gesù sono chiamati a perseguire con impegno, operando in concreto sul piano ecclesiale e civile per la sua realizzazione”. Mons. Nosiglia ha quindi ricordato che la Giornata è stata preceduta da una tragedia che “si ripete ormai da tempo nel nostro mare Mediterraneo: in una settimana ben cinque sono stati i naufragi avvenuti con centinaia di morti adulti e giovani, donne e bambini compresi. E questo fatto -ha spiegato - si consuma nel più assoluto silenzio e indifferenza quasi si trattasse di numeri e non di persone. Possa questa giornata promuovere un sussulto di coscienza da parte di tutti e agire per far sì che tali fatti non si ripetano più”.

Raffaele Iaria

“Come Gesù Cristo costretti a fuggire”: la riflessione del direttore Migrantes di Torino

27 Settembre 2020 - Torino -Quest’anno la Fondazione Migrantes, l’organismo pastorale e della Conferenza Episcopale Italiana  ha scelto le diocesi del Piemonte e della Valle d’Aosta come sede principale per la 106ª Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, che viene celebrata oggi. In Duomo, in diretta su Raiuno, alle ore 11, l’arcivescovo Cesare Nosiglia presiederà la celebrazione eucaristica della Giornata ricordando il messaggio di Papa Francesco dal titolo «Come Gesù Cristo costretti a fuggire», del 13 maggio scorso. Il coordinamento regionale Migrantes ha organizzato in preparazione alla Giornata un fitto calendario di eventi, in territori diversi, diventando così occasione di confronto, scambio, formazione su temi legati alla mobilità umana. Su quanto lo spostamento di milioni di persone ogni anno nel mondo provoca: sulla vita di coloro che devono o scelgono di partire e sulle società di approdo. Una convivenza che in alcuni contesti testimonia comunità attente e aperte, altrove registra maggiori difficoltà. Una realtà che nella nostra regione presenta ancora alcuni tratti emergenziali, come ad esempio il tempo della raccolta della frutta a Saluzzo o la diocesi di Susa in prima linea nell’accoglienza di coloro che rischiano la vita per varcare il confine francese o, ancora, il difficile periodo dell’emergenza Covid che ha visto le diocesi impegnate nel dare aiuto alle fasce più deboli della popolazione, tra cui gli immigrati. Il messaggio di Papa Francesco per la Giornata evidenzia un’attenzione verso tutti gli uomini e le donne che nel nostro paese e nel mondo si trovano costretti a partire o in generale, “spiazzati” spaesati” da eventi improvvisi. Richiama gli stranieri... Richiama i rifugiati che nell’immaginario sono coloro che sbarcano e invadono l’Italia. Eppure sappiamo che se i numeri di migranti nel mondo crescono ogni anno, in Italia sono diminuiti e non sono tali da compensare un’emorragia di italiani che ormai è risaputa, ma di cui non si parla per evitare di far emergere le cause che spingono giovani, famiglie, pensionati, professionisti, laureati, ricercatori ad andarsene altrove perché questo paese non offre le condizioni per starci. Nel 2019, l’afflusso di nuovi immigrati (misurato in base ai trasferimenti di residenza) è calato dell’8,6%. Intanto, ha continuato ad aumentare il deflusso di cittadini italiani (182mila, +8,1% rispetto al 2018). Ma è cresciuto ancora di più l’esodo di immigrati regolari: 56.000 cancellazioni per l’estero, pari a un +39,2%. Non dobbiamo inoltre dimenticarci dei 5 milioni di migranti cosiddetti “regolari” e “integrati”. Persone che fino a ieri si consideravano “arrivate” e invece oggi si trovano senza più alcuna certezza circa il proprio impiego, il proprio reddito e il proprio futuro e stanno valutando se rimanere o tornare indietro o provare a ripartire. Servono politiche serie per il lavoro, per la casa, per i giovani, per i quartieri periferici. Per tutti. Per gli immigrati di ieri, di oggi, per i giovani e non solo. Diminuiscono le forme di protezione sociale il welfare è sempre più esiguo e inegualitario. Anche la Chiesa fatica a immaginare una società sempre più interculturale dove la mobilità umana non è più un tema da addetti ai lavori, una pastorale da affidare a qualche prete straniero, ma una condizione strutturale delle nostre comunità. Una visione che superi l’emergenza, l’assistenza al migrante “povero” ma invece si accorga di presenze da conoscere, ascoltare, valorizzare. La fatica di parlare altre lingue, il pensare allo straniero come il povero da accogliere, e non come risorsa per le nostre città e le nostre chiese, fa sì che realmente si faccia fatica a trovare spazi condivisi di costruzione di una comunità nuova. Chissà se da Torino, la città dei santi sociali, la città laboratorio sociale, la città che ha saputo inserire migliaia di uomini e donne provenienti da altre regioni saprà disegnare un futuro che fa delle persone una risorsa, della comunità un processo e non si siede sui problemi. Torino, con il contributo di tutti, ce la può fare.  (Sergio Durando - Direttore Ufficio Migrantes Torino)

GMMR: domani a Torino la celebrazione nazionale con mons. Nosiglia

26 Settembre 2020 - Torino –Domani, domenica 27 settembre nella Cattedrale di Torino in diretta su Rai 1 alle 11 mons. Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino e presidente della Conferenza Episcopale del Piemonte e Valle d’Aosta, presiede la celebrazione eucaristica della Giornata del Migrante e del Rifugiato, sui temi del messaggio del Papa “Costretti a fuggire come Gesù Cristo” che ha scritto il 13 maggio scorso. Partecipano e animano l’eucarestia le comunità etniche e i rappresentanti Migrantes del Piemonte e della Valle d’Aosta. Il coro eseguirà l’inno della Giornata pensato dai giovani impegnati nella pastorale migranti, su un testo raccolto da Marco Laruffa e musicato da Ettore Moscatelli, dei Fratelli della Sacra Famiglia. Intanto volge al termine il ricco calendario di appuntamenti proposto dalla pastorale Migrantes della diocesi di Torino. Ieri presso la Sala conferenze dell’Ufficio Migrantes la presentazione del il libro “Passi di Pietra” e inaugurata la mostra “Lib(e)ri in Cammino” che propongono le straordinarie creature dell’artista siriano Nozar Ali Badir. Mercoledì 30 settembre alle 21 (ingresso alle 20.30) nel Giardino del distretto sociale Barolo (via Cottolengo 20.30) il cineforum sui temi dell’immigrazione con il film “Spaccapietre” di Gianluca e Massimiliano De Serio. (M.Lom)

GMMR: un convegno su “Emigrazione di ieri, immigrazione di oggi”

18 Settembre 2020 -  

GMRR: oggi la presenzazione delle iniziative nella regione del Piemonte e Valle d’Aosta

9 Settembre 2020 -
Torino - Saranno presentate questa mattina a Torino le iniziative per la prossima Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che vedrà, in Italia, al centro la regione ecclesiastica Piemonte e Valle d'Aosta, scelta dalla Commissione Episcopale per le Migrazioni e dalla Fondazione Migrantes.
Alla conferenza stampa parteciperanno l'arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia, il vescovo di Asti e incaricato regionale Migrantes della Conferenza episcopale di Piemonte/Valle d'Aosta (CEP), mons. Marco Prastaro, e il direttore della Migrantes di Torino, Sergio Durando.
Il messaggio di Papa Francesco per la Giornata sul tema “Come Gesù Cristo, costretti a fuggire. Accogliere, proteggere, promuovere e integrare gli sfollati interni”, sarà presentato da mons. Nosuglia mentre mons. Pastaro presenterà il messaggio del Coordinamento Migrantes di Piemonte e Valle d'Aosta, composto da 17 diocesi, dal titolo "'...mi avete ospitato'. La Migrantes regionale per un modello di società più giusto e inclusivo per tutti".
Oltre alla Santa Messa di domenica 27 settembre in diretta Rai dal Duomo di Torino, Sergio Durando illustrerà il ricco programma di eventi che si terranno nel mese di settembre in tutta la regione, e in particolare nel capoluogo. Inoltre sarà presentato l'Inno ufficiale della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2020, composto a Torino da un gruppo di giovani musicisti volontari della Migrantes e un documento del Coordinamento Migrantes regionale.
R.Iaria

GMMR: il Piemonte si prepara a celebrare la giornata a livello nazionale

8 Settembre 2020 -
Torino -  La regione ecclesiastica Piemonte e Valle d'Aosta è stata scelta dalla Commissione Episcopale per le Migrazioni e dalla Fondazione Migrantes per le iniziative centrali della prossima Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che si celebrerà il prossimo 27 settembre.
Domani mattina a Torino una conferenza stampa per presentare le iniziative. Parteciperanno l'arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia, il vescovo di Asti e incaricato regionale Migrantes della Conferenza episcopale di Piemonte/Valle d'Aosta (CEP), mons. Marco Prastaro, e il direttore della Migrantes di Torino, Sergio Durando.
Il messaggio di Papa Francesco per la Giornata sul tema “Come Gesù Cristo, costretti a fuggire. Accogliere, proteggere, promuovere e integrare gli sfollati interni”, sarà presentato da mons. Nosuglia mentre mons. Pastaro presenterà il messaggio del Coordinamento Migrantes di Piemonte e Valle d'Aosta, composto da 17 diocesi, dal titolo "'...mi avete ospitato'. La Migrantes regionale per un modello di società più giusto e inclusivo per tutti".
Oltre alla Santa Messa di domenica 27 settembre in diretta Rai dal Duomo di Torino, Sergio Durando illustrerà il ricco programma di eventi che si terranno nel mese di settembre in tutta la regione, e in particolare nel capoluogo. Inoltre sarà presentato l'Inno ufficiale della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2020, composto a Torino da un gruppo di giovani musicisti volontari della Migrantes.
Raffaele Iaria

GMMR: “Migranti. Quando a partire eravamo noi” apre il calendario delle Giornata a Torino

4 Settembre 2020 - Torino - Gli eventi per la prossima Giornata  Mondiale del Migrante e del Rifugiato sono cominciati! Lunedì 31 agosto lo spettacolo-concerto “Migranti. Quando a partire eravamo noi” ha dato avvio al calendario di iniziative per celebrare la 106° Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che si celebrerà il prossimo 27 settembre. Cinque artisti del Teatro Regio di Torino – Cristiana Cordero, Daniela Valdenassi, Giancarlo Fabbri, Davide Motta Fré e Giulio Laguzzi -, "ci hanno guidati in un viaggio nel tempo e nello spazio, nella storia della musica e del popolo italiano. Per la verità, un viaggio che è soprattutto nell’animo umano: attraverso gli occhi e le orecchie dei circa 30 milioni di italiani emigrati all’estero, infatti, rivivendone le speranze, le delusioni, le sofferenze, le angosce, le ingiustizie subite, le fatiche e il desiderio di una vita migliore, ci hanno fatto riscoprire i sentimenti di tutti i migranti, di ogni tempo, nazione e condizione sociale", spiega l'Ufficio Migrantes di Torino. Si è trattato di uno spettacolo intelligente – come lo ha definito uno spettatore – perché capace di fare vera cultura e di alta qualità, accessibile e fruibile a tutti con semplicità e leggerezza. Ha saputo infatti parlare del tema delle migrazioni in modo molto efficace e coinvolgente, con serietà e ironia, intercettando una cultura popolare diffusa, risvegliando ricordi diretti o di racconti ascoltati, perché l’emigrazione è storia di ogni famiglia. Gli italiani non hanno mai smesso di partire. Anche oggi, secondo i dati più recenti; tanto che il numero degli italiani all’estero e quello degli stranieri residenti in Italia si assestano entrambi intorno ai 5,3 milioni. Un’esperienza collettiva di tale portata, che ha segnato così profondamente l’identità del popolo italiano, non poteva che produrre una ricchissima eredità in ambito di espressioni artistiche, e specialmente musicali: i canti dell’emigrazione italiana, di origine popolare o scritte da autori più o meno famosi, sono in grado ancora oggi di riproporcene il vissuto, comunicando sentimenti, nostalgie e aspirazioni. Ogni brano musicale è stato introdotto da una breve presentazione che lo ha contestualizzato, a volte suscitando un po’ di sorpresa nel pubblico, invitato a ricomprenderlo sotto un’altra luce. "È stato uno spettacolo estremamente emozionante: portandoci indietro di 150 anni agli anni della cosiddetta Grande Emigrazione degli anni immediatamente successivi all’Unità d’Italia, transitando per gli spostamenti connessi alle guerre e le colonizzazioni, passando per la ripresa dell’emigrazione nel secondo dopoguerra e le migrazioni interne degli anni 50-70, fino ai giorni nostri, le voci degli artisti ci hanno condotto sulle banchine delle stazioni e dei porti, sui bastimenti transatlantici, nelle città della Svizzera, tra le vie di New York e Buenos Aires, nelle miniere di carbone di Marcinelle, tra gli alloggi torinesi che non si affittavano ai meridionali, tra le onde del mediterraneo e le sponde agognate dell’Europa".  La parabola percorsa nello spettacolo la si ritrova nell’evoluzione storica della stessa iniziativa della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che, istituita da Pio X nel 1914 come Giornata Nazionale dell’Emigrante, raggiunge quest’anno la sua 106ª edizione. A riflettere il mutare dei flussi migratori che lo spettacolo ha ripercorso è anche la stessa Fondazione Migrantes che ebbe come primo nucleo il Pontificio Collegio per l’Emigrazione Italiana, sorto proprio in concomitanza con la Giornata.  L’opportunità di ricordare “quando a partire eravamo noi” ci chiede di "prendere posizione rispetto al presente e propone cammini per orientare la propria comprensione e le proprie relazioni con coloro che partono oggi e da altri paesi giungono nelle nostre città".

GMMR: l’inno della Giornata

28 Agosto 2020 - Torino - "Popoli tutti migranti nel mondo./ Noi coloriamo la terra di gioia./ Nubi e nebbie disperde l'amore./ Sopra di noi splende il sole di pace./ Non rimaniamo distanti al sicuro, con pregiudizi e paure nel cuore./ Grande è colui che si china a servire, corre il rischio di farsi vicino". Inizia così il testo dell'inno per la prossima Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato composto dall'Ufficio Migrantes della diocesi di Torino che ospiterà la prossima giornata a livello nazionale il 27 settembre prossimo. Nella Cattedrale di Torino, in diretta su Rai 1 alle 11, l'arcivescovo della città, mons. Cesare Nosiglia, presiederà la celebrazione eucaristica della Giornata. Il testo e la musica dell'inno saranno presentati a Torino durante una conferenza stampa sui principali eventi che verranno promossi in vista della GMMR. L'inno è nato dall’idea di mettere in musica le provocazioni sulle quali papa Francesco invita a riflettere e a lavorare nel suo Messaggio per la Giornata. Nelle strofe dell’inno si possono rintracciare tutte le sei coppie di verbi indicate dal papa: conoscere per comprendere, farsi prossimo per servire, ascoltare per riconciliarsi, condividere per crescere, coinvolgere per promuovere, collaborare per costruire.

Raffaele Iaria

 

Migrantes: dal 31 agosto a Pienezza il Corso di alta formazione

24 Agosto 2020 - Roma - Si svolgerà a Pianezza (Torino), dal 31 agosto al 4 settembre,  la prima edizione del Corso di alta formazione organizzata dalla Fondazione Migrantes  in collaborazione con il SIMI (Scalabrini International Migration Institute). Si tratta di un novità, creata dopo che molti direttori diocesani Migrantes avevano manifestato la volontà di occasioni per continuare ad incontrarsi e a formarsi. Il corso – “Fondazione Migrantes Oggi. Come,Dove, Perché?” si aprirà il 31 agosto con una introduzione del direttore generale della Fondazione Migrantes, don Gianni De Robertis e di Cristina Molfetta dell’Ufficio ricerche. Seguirà Ferruccio Pastore che si soffermerà sul tema “La mobilità umana e le migrazioni oggi”; Giaocchino Camoese su “Migrazioni: elementi per discernere un segno dei tempi”. Tra le relazioni della settimana quella di Nello Scavo, giornalista di Avvenire, p. Aldo Skoda del SIMI, del Vicario generale della diocesi di Milano, il vescovo mons. Franco Agnesi, Sergio Durando, direttore dell’Ufficio Migrantes di Torino. Sono anche previste alcune meditazioni affidate a sr. Paola Barbierato mentre presiederanno le diverse liturgie – che concluderanno le giornate – mons. Derio Olivero, vescovo di Pinerolo; mons. Marco Prastaro, vescovo di Asti e Incaricato Migrantes della Conferenza Episcopale Piemonte e Valle d’Aosta e l’arcivescovo di Torino e presidente della Conferenza Episcopale Piemonte e Valle d’Aosta, mons. Cesare Nosiglia. Secondo le previsioni il Corso si terrà ogni anno nella regione italiana scelta per la celebrazione solenne della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, in modo anche da valorizzare le buone pratiche presenti negli uffici territoriali, spiega la Migrantes. Quest’anno la regione ecclesiastica scelta per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato è Piemonte-Valle d’Aosta. Il 27 settembre la celebrazione eucaristica principale si terrà a Torino, presieduta dall’arcivescovo, mons. Cesare Nosiglia e sarà trasmessa, alle ore 11, da Rai Uno.

R.Iaria

Migrantes Torino: la GMMR con i giovani

30 Luglio 2020 - Torino – “Tutti noi abbiamo un sogno, perché non provare a condividerlo e a realizzarlo insieme?”. Marco, educatore, parteciperà all’incontro di giovani per i giovani “Grow up together - Per convivere da cittadini del mondo”, promosso dall’Ufficio pastorale Migranti (Migrantes) della Diocesi di Torino in occasione della 106ª Giornata Mondiale del Migrante e Rifugiato. Quest’anno la Fondazione Migrantes ha scelto le diocesi di Piemonte e Valle d’Aosta come sede principale in Italia per la Giornata fissata di domenica 27 settembre. Nella Cattedrale di Torino, in diretta su Rai 1 alle 11, mons. Cesare Nosiglia presiederà la celebrazione eucaristica della Giornata, sui temi del messaggio di Papa Francesco “Costretti a fuggire come Gesù Cristo”. “Sabato 12 settembre, dalle 14 alle 18, nei giardini del Distretto sociale Opera Barolo, in via Cottolengo a Torino, sono attesi 300 giovani di diverse provenienze”, precisano i promotori di “Grow up together” (in inglese “Cresciamo insieme”) “molti fanno riferimento all’Ufficio Pastorale Migranti e alle diverse Cappellanie etniche presenti in diocesi. Sono giovani volontari che operano a sostegno delle persone più fragili raccogliendo cibo nei mercati, distribuendo pacchi viveri o impegnati nelle attività dell’Ufficio”. “Abbiamo sentito l’urgenza di rendere concrete le parole del Papa - prosegue Giada, tra gli organizzatori - che nel suo messaggio sottolinea la necessità di stimolare il cambiamento di mentalità nell’accoglienza dei migranti”. Per partecipare alla Giornata occorre scrivere a: prenotazioni@upmtorino.it. (M.LOM. -. La Voce e il Tempo”

GMMR: a Torino ospiterà la Giornata nazionale

27 Luglio 2020 - Torino - Non a caso la Fondazione Migrantes ha scelto le diocesi del Piemonte e della Valle d’Aosta come sede principale per la celebrazione in Italia della 106ª Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, che sarà celebrata domenica 27 settembre prossimo. Nella Cattedrale di Torino, in diretta su Rai 1 alle 11, Mons. Cesare Nosiglia presiederà la celebrazione eucaristica della Giornata, sui temi del messaggio del Papa “Costretti a fuggire come Gesù Cristo” che papa Francesco ha scritto il 13 maggio scorso (il testo integrale https://migrantesonline.it/2020/05/15/come-gesu-cristo-costretti-a-fuggire-accogliere-proteggere-promuovere-e-integrare-gli-sfollati-interni-il-messaggio-di-papa-francesco-per-la-gmm2020/). L’anno scorso la celebrazione della giornata si era tenuta il 29 settembre con la concelebrazione eucaristica presieduta da Papa Francesco in piazza San Pietro. «Siamo onorati della scelta della CEI nei confronti della Chiesa piemontese: l’impegno delle nostre diocesi per i migranti e i rifugiati ha una lunga tradizione, a partire dai santi sociali che accoglievano i contadini dalle campagne, all’emigrazione dal Sud Italia nel Dopoguerra ed ora con le nuove migrazioni dal Sud del mondo e dai Paesi in guerra come la Siria», ricorda Sergio Durando, direttore dell’Ufficio Migrantes. «Uno sforzo che continua: dalla vicenda dell’ex Moi che ha avuto risonanza nazionale dove l’impegno della diocesi di Torino a mettere in rete tutte le istituzioni per non creare conflitti nello sgombero delle palazzine occupate e trovare soluzioni di accoglienza per le famiglie di migranti, mettendo insieme tutte le forse in campo; alla diocesi di Saluzzo in prima linea  nel sostegno alla manodopera straniera sfruttata nella filiera della raccolta della frutta; alla diocesi di Susa in campo nell’accoglienza dei clandestini che rischiano la vita per varcare il confine francese fino all’impegno di tutte le diocesi nel difficile periodo dell’emergenza covid che ha messo in ginocchio le fasce più deboli delle popolazione tra cui gli immigrati». La Giornata, sottolinea Sergio Durando, non è solo la celebrazione della Messa in diretta Rai, «ma per le nostre diocesi, che stanno mettendo a punto le settimane che precedono la Giornata, è un’occasione per riflettere, pregare e valorizzare il tema della mobilità umana e dell’accoglienza che ci coinvolge tutti, sia come comunità cristiana che come cittadini italiani, popolo con una storia di emigrazione che prosegue anche ai nostri giorni. La Giornata ci richiama tutti a un cambio di mentalità e a considerare che il migrante non è solo un problema, ma una risorsa. La mobilità non riguarda solo chi sbarca a Lampedusa: il migrante è uno di noi perché la mobilità è parte della storia dell’umanità, riguarda i nostri nonni e i nostri figli: migrante, come ricorda il Papa, è stato Gesù Cristo. Del resto, come ha richiamato più volte il Papa, figlio di emigranti piemontesi in Argentina, la Giornata dei Migranti è stata istituita in Italia nel 1914 in Italia, sotto il Pontificato di Pio X, e dietro sollecitazione anche di vescovi come Scalabrini e Bonomelli, allo scoppio della Prima guerra mondiale e di fronte al dramma di tanti profughi e rifugiati, soprattutto italiani che, emigranti «gittati» («gettati» come diceva Mons. Bonomelli) all’estero, perdevano ogni cosa ed erano costretti a rientrare in Italia. In  preparazione alla Giornata, la Fondazione Migrantes promuove un Corso di Alta formazione sui temi delle sfide dell’emigrazione rivolto ai Direttori della Pastorale Migrantes della diocesi e ai collaboratori. I lavori, 50 i partecipanti attesi, si terranno a Villa Lascaris a Pianezza da lunedì 31 agosto a venerdì 4 settembre. La giornata di giovedì 3 in particolare sarà incentrata sull’incontro con le realtà dell’accoglienza torinese (tra cui il Sermig) e sarà conclusa con la Messa presieduta da Mons. Nosiglia. (Marina Lomunno – La Voce e il Tempo)  

Morire di Speranza: questa sera veglia a Novara

8 Luglio 2020 - Novara – Si terrà questa sera a Novara la preghiera “Morire di speranza”, riflessione in memoria di quanti hanno perso la vita nei viaggi verso l’Europa e il Nord del mondo. Un gesto, spiegano i promotori (a livello novarese la Comunità di Sant’Egidio in collaborazione con la Caritas diocesana), “per mettere al centro dell’attenzione di tutti, simbolicamente, coloro che la pandemia ha messo in ombra: uomini, donne, bambini, che continuano a morire nel mar Mediterraneo e in tante aree del mondo, alla ricerca di una vita migliore”. L’appuntamento è per le 21, per la prima volta in piazza Duomo e all’aperto, proprio nel cuore del capoluogo novarese. La serata viene organizzata per la Giornata Mondiale del Rifugiato e, a livello nazionale, vede l’adesione anche di Centro Astalli, Fondazione Migrantes, Fondazione Chiese Evangeliche in Italia, Acli, Scalabrini Migration International Network (Simn), Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII e Associazione Comboniana Servizio Emigranti e Profughi (Acse). A presiedere la preghiera, sarà don Giorgio Borroni, direttore della Caritas diocesana. Nei giorni scorsi un momento dii preghiera anche a Torino presso chiesa dei Ss. Martiri presieduto dall’arcivescovo mons. Cesare Nosiglia. Nel corso della veglia – a cura di Comunità di Sant’Egidio, Centro Astalli, Caritas Italiana, Fondazione Migrantes, Federazione Chiese evangeliche in Italia, Scalabrini Migration International Network (Simn), Acli, Comunità Papa Giovanni XXIII, Associazione comboniana servizio emigranti e profughi (Acse) – sono stati saranno letti i nomi di quanti hanno perso la vita nei viaggi di speranza intrapresi verso l’Europa. Come ricorda una nota pubblicata sul sito della diocesi di Torino  “nel mondo, è la drammatica denuncia dall’Alto Commissariato Onu per i rifugiati, oggi ci sono circa 80 milioni di persone in fuga dalle loro case e dai loro Paesi – l’1% della popolazione mondiale – molti di questi sono sfollati interni a cui Papa Francesco ha dedicato il messaggio per la 106ª Giornata mondiale del migrante e del rifugiato che la Chiesa celebra il prossimo 27 settembre”.

“Molto oltre la paura”: la lettera di mons. Nosiglia che si sofferma anche su immigrati e nomadi in lockdown

23 Giugno 2020 - Torino - “Molto oltre la paura” è il titolo della lettera che mons. Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino e amministratore apostolico di Susa, ha indirizzato ai fedeli in occasione della festa patronale di San Giovanni Battista che si celebra domanoi . “La lettera tiene conto anzitutto della condizione di paura che ha alimentato e alimenta tutt’ora il cuore di tante persone”, spiega il presule che sottolinea il forte tessuto della solidarietà che “va annoverato tra le scoperte positive nella stagione del contagio. La forza e l’ampiezza del volontariato solidale è esploso in forme impensabili e inattese in ogni ambito del nostro vissuto”.  In una nota diffusa dalla diocesi si evidenzia come in questo tempo sono aumentati i servizi di distribuzione del cibo con aumento delle richieste anche da parte di persone che usualmente non facevano riferimento a noi. Gli incrementi vanno dal 40 al 110%, a macchia di leopardo su tutto il territorio cittadino. Grazie alle donazioni di generi alimentari e all’intensa collaborazione con il Banco Alimentare e altre associazioni similari, ogni settimana Caritas Diocesana e Ufficio Migrantes hanno potuto distribuire oltre 300 borse viveri a richiedenti asilo non inseriti nel circuito ordinario delle parrocchie (specie quelli ospitati nelle strutture della Chiesa Cattolica) e aumentare di almeno un terzo la disponibilità di cibo alle parrocchie maggiormente richieste di aiuti. “Forte l’impegno per rifornire di cibo anche i giostrai rimasti fermi nel periodo del carnevale”, si sottolinea. La popolazione straniera ha “sofferto molto”: sono stati interrotti tirocini lavorativi e borse lavoro, quindi percorsi avviati di inserimento lavorativo. Assistenti familiari e colf si sono ritrovate spesso a casa senza ammortizzatori sociali e chi lavorava in nero è rimasto senza alcun tipo di entrata economica. Con la chiusura delle scuole i bambini sono stati costretti a vivere in casa, anche quando le condizioni abitative non erano adeguate. L’istruzione a distanza poi ha creato diverse disparità tra gli studenti italiani e gli studenti stranieri e non sempre le istituzioni scolastiche sono state capaci di raggiungere i loro alunni”, si legge ancira nella nota di mons. Nosiglia che si sofferma anche sulle condizioni “già critiche” dei campi Rom che nel periodo di lock down “si sono aggravate, come del resto quelle dei giostrai spesso dovutisi fermare in località lontane dalla loro sede perché in viaggio. A rendere la situazione particolarmente difficile è proprio stata l’impossibilità di uscire e di chiedere aiuto. Le persone e le famiglie si sono ritrovate sole”. Lo straniero – si legge nella nota - ha “la capacità di adattarsi alle situazioni nuove, chiedendo, bussando alle porte, facendo rete all’interno delle sue comunità di riferimento. La chiusura totale ha tolto per un periodo piuttosto prolungato questa possibilità facendo mancare i loro punti di riferimento”. Anche alcuni uffici di carità hanno dovuto chiudere al pubblico, ma una rete fitta di persone, associazioni, enti si sono attivati in modi differenti. “Abbiamo colto tanta umanità e generosità tra medici, infermieri, volontari, credenti impegnati, presbiteri, religiose/i, genitori fantasiosi che hanno cercato ogni giorno di rendere meno pesante la vita dei loro bambini. E ancora, abbiamo visto nascere forme di solidarietà nuove tra vicini, attivare aiuti economici per rispondere alle carenze delle strutture sanitarie, comparire cassette con messaggi che recitavano ‘chi non può prenda, chi può metta’, distribuire sostegni alimentari e raccolte di farmaci”. Il lavoro più difficile in questi giorni è stato “rintracciare il bisogno, andare a intercettare le persone e la richiesta d’aiuto soprattutto da parte di chi non è abituato a farlo. Dobbiamo ringraziare chi ha continuato a esserci, magari in modi diversi, e chi proprio in questa occasione ha saputo reagire e ha imparato ad ascoltare il grido silente di aiuto che in una città deserta poteva essere ascoltato da un orecchio attento”. Ne capoluogo continua il lavoro di accompagnamento delle persone uscite dalle palazzine dell’Ex-Moi e le attività per il superamento dei campi Rom, pur nelle difficoltà dettate dalla pandemia. E in vista della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, che si celebra il 27 settembre, per tutto il mese l’Ufficio Migrantes di Torino promoverà una serie di iniziative, spettacoli e incontri  che coinvolgeranno le parrocchie, tutte le realtà di volontariato, i migranti e rifugiati e l’intera città.  

Migrantes Torino: ancora in corso la mostra “Gli invisibili”

24 Gennaio 2020 - Torino - Prosegue presso l’Ufficio Pastorale Migrantes di Torino la mostra “Gli invisibili” del fotografo Mauro Raffini. Scatti che documentano la vita di chi non ha casa, di quegli invisibili che “si trovano sotto i ponti, davanti alle chiese, di fronte ai supermercati affollati, sdraiati sui marciapiedi”, spiega Raffini: “individui che non appartengono al folklore locale come molti pensano, ma persone che hanno studiato, hanno lavorato per poi scendere lentamente nell’abisso fatto di alcool, droga, depressione…” La mostra, allestita sino al prossimo 30 gennaio è visitabile lunedì martedì e giovedì dalle 8.30 alle 13 e dalle 14 alle 17 e il mercoledì e venerdì dalle 8.30 alle 13

Mons. Nosiglia ai migranti: “siate i benvenuti” e “sentitevi membri eletti della nostra Chiesa”

5 Gennaio 2020 -

Torino - “Gesù si identifica con tutti coloro che non contano e sono ultimi nella società. Con chi ha fame o sete, è straniero e immigrato, chi è malato o in carcere. Nessuno deve sentirsi dunque  dimenticato da Dio per mezzo del suo figlio. Dunque nemmeno voi cari amici immigrati nel nostro Paese siete dimenticati dal Signore, ma anzi siete i prediletti del suo amore”. Lo ha detto l’arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia, questa mattina nella Chiesa del Santo Volto in occasione della celebrazione eucaristica per la Festa dei Popoli promossa dall’Ufficio Migrantes della diocesi piemontese. Il presule ha salutato i “ “cari amici immigrati” aggiungendo: “Voi siete portatori di una ricchezza di culture, tradizioni, valori umani e spirituali, cristiani e civili, che può arricchire la nostra Comunità sia sotto il profilo religioso che sociale. Mai ci stancheremo di predicare a tutti, e con voce alta e forte, che la presenza di tanti immigrati nel nostro Paese è una risorsa positiva,che non va solo accettata, ma valorizzata in tutti i suoi molteplici aspetti. Siate dunque i benvenuti e sentitevi membri eletti della nostra Chiesa”.

“Provenite - ha detto ancora mons. Nosiglia -  da paesi e culture diverse e siete qui tutti insieme per proclamare le opere di Dio e manifestare a tutti che la fede cristiana vi unisce come un cuor solo e un’anima sola nella Chiesa: la stessa fede, lo stesso Battesimo, la stessa Eucaristia”.

Per il presule occorre operare affinché siano riconosciuti a tutti quei diritti fondamentali, che sono propri di ogni persona umana e di ogni famiglia: il diritto alla cittadinanza in primo luogo, a partire dai minori nati nel nostro Paese, al lavoro, alla casa, alla scuola, alla salute. Diritti che la Costituzione italiana pone a “fondamento del vivere civile del nostro popolo". “La vostra presenza e partecipazione alla vita della Chiesa in Torino - ha quindi detto mons. Nosiglia - è un segno di grande speranza, perché conferma quanto il Vangelo oggi ci annuncia, mostrandoci che la fede in Cristo è fonte prima di comunione e di salvezza per tutti. Siate dunque comunità e cristiani ferventi nella fede, ricercando sempre, anche in condizioni di vita a volte difficili, di non tralasciare mai le vostre tradizioni religiose e quanto avete ricevuto nella vostra terra sul piano della fede cristiana e cattolica”. Da qui l’augurio che “possiate godere di chiese e locali adeguati alle necessità delle vostre comunità

e  anche di cappellani che  vi seguano nella vita cristiana”. E la festa dei popoli “ci invita a considerare ogni popolo ed ogni uomo una ricchezza per tutta l’umanità”.

L’arcivescovo di Torino ha quindi ringraziato “ a nome della Chiesa di Torino”, della “vostra presenza e della vostra testimonianza di unità e di fede che offrite e vi invito a sentirvi parte viva della comunità e a prendere il vostro posto che vi spetta nel popolo di Dio. Il vostro Vescovo vi accompagna con la preghiera, l’amicizia e l’impegno a favorire quella integrazione necessaria, che resta il mio e il vostro desiderio”. E poi il ringraziamento alla Migrantes della diocesi di Torino, guidata da Sergio Durando “per il generoso e capillare lavoro che svolge a servizio delle comunità cristiane degli immigrati e ringrazio i sacerdoti, i catechisti e i responsabili delle varie comunità etniche per quanto fanno a favore della formazione e della crescita umana e spirituale di ciascun immigrato e della sua famiglia”. (Raffaele Iaria)

Torino: Festa dei Popoli il 5 gennaio al Santo Volto

30 Dicembre 2019 - Torino - La tradizionale “Festa dei Popoli” a Torino, non verrà celebrata come di consueto il giorno dell’Epifania, ma verrà anticipata a domenica 5 gennaio, presso la chiesa del Santo Volto. Ne da notizia il settimanale diocesano “La Voce e il Tempo" della Diocesi di Torino nel numero prima di Natale. Alle 11 del 5 gennaio l’arcivescovo del capoluogo piemontese, mons. Cesare Nosiglia, presiederà la celebrazione eucaristica, a cui seguiranno il pranzo condiviso e uno spettacolo in cui ogni comunità condividerà la propria ricchezza culturale.

Migrantes Torino: le Famiglie accoglienti si formano

1 Ottobre 2019 - Torino - "Cosa c'è di meglio per una persona che arriva da lontano, per sentirsi integrata nella nostra comunità, che essere accolta in una famiglia?". Sono le parole pronunciate da Sonia Schellino, vice-sindaca della Città di Torino in occasione dell’incontro “Presentazione Formazione famiglie accoglienti”, organizzato a Torino ieri, 30 settembre, dall'Ufficio Migrantes della diocesi in collaborazione con l’Associazione delle Famiglie Accoglienti. Un ciclo di quattro incontri, dal 21 ottobre al 25 novembre, rivolti a singoli e famiglie che vogliono sperimentare l'accoglienza di un rifugiato nella propria casa. Oltre 50 persone hanno partecipato all'appuntamento dove sono stati presentati i temi che verranno affrontati: aspettative, diritti e confronto sui temi dell'accoglienza diffusa. "Voglio ribaltare la prospettiva: fin qui si è parlato del bisogno di essere accolti, pensiamo anche al bisogno di accogliere, di aprirsi, di creare ponti, di sentirsi meno soli", ha sottolineato il Direttore Migrantes di Torino, Sergio Durando, che ha voluto porre l’attenzione sula valenza biunivoca di un’esperienza come quella del progetto “Rifugio diffuso”. "Abbiamo iniziato nel 2009 con 20 famiglie e 5 associazioni, in 5 anni abbiamo inserito 143 persone all'interno di circa 120 famiglie. Oggi siamo a più di 1000", ha affermato Salvatore Bottari dell’Ufficio Stranieri del Comune di Torino con cui la Pastorale Migrantes collabora su questa esperienza dal 2015. Per informazioni potete scrivere a rifugiodiffuso@upmtorino.it  

Migrantes Torino: oggi incontro sull’accoglienza migranti

27 Giugno 2019 - Torino - La Diocesi di Torino, “in risposta all’immobilismo europeo e alla chiusura dei porti” si è resa disponibile ad accogliere i 42 migranti salvati dalla nave Sea Watch, bloccata da 14 giorni al largo di Lampedusa. “È notizia delle ultime ore – si legge sul sito dell’Ufficio Migrantes diocesano - che la comandante Carola Rackete ha deciso di forzare il blocco che impedisce lo sbarco dei migranti, facendo rotta verso l’Italia. La Diocesi ribadisce fortemente la disponibilità all’accoglienza e chiama a raccolta la società civile e le organizzazioni che hanno espresso solidarietà e supporto alla causa in questi giorni”. Oggi pomeriggio nella sede della Migrantes un primo incontro con tutti i volontari disponibili a dare il proprio contributo in termini di tempo, di forze, di idee per gestire l’arrivo, le strutture e l’accoglienza.