Mons. Nosiglia ai migranti: “siate i benvenuti” e “sentitevi membri eletti della nostra Chiesa”

5 Gennaio 2020 –

Torino – “Gesù si identifica con tutti coloro che non contano e sono ultimi nella società. Con chi ha fame o sete, è straniero e immigrato, chi è malato o in carcere. Nessuno deve sentirsi dunque  dimenticato da Dio per mezzo del suo figlio. Dunque nemmeno voi cari amici immigrati nel nostro Paese siete dimenticati dal Signore, ma anzi siete i prediletti del suo amore”. Lo ha detto l’arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia, questa mattina nella Chiesa del Santo Volto in occasione della celebrazione eucaristica per la Festa dei Popoli promossa dall’Ufficio Migrantes della diocesi piemontese. Il presule ha salutato i “ “cari amici immigrati” aggiungendo: “Voi siete portatori di una ricchezza di culture, tradizioni, valori umani e spirituali, cristiani e civili, che può arricchire la nostra Comunità sia sotto il profilo religioso che sociale. Mai ci stancheremo di predicare a tutti, e con voce alta e forte, che la presenza di tanti immigrati nel nostro Paese è una risorsa positiva,che non va solo accettata, ma valorizzata in tutti i suoi molteplici aspetti. Siate dunque i benvenuti e sentitevi membri eletti della nostra Chiesa”.

“Provenite – ha detto ancora mons. Nosiglia –  da paesi e culture diverse e siete qui tutti insieme per proclamare le opere di Dio e manifestare a tutti che la fede cristiana vi unisce come un cuor solo e un’anima sola nella Chiesa: la stessa fede, lo stesso Battesimo, la stessa Eucaristia”.

Per il presule occorre operare affinché siano riconosciuti a tutti quei diritti fondamentali, che sono propri di ogni persona umana e di ogni famiglia: il diritto alla cittadinanza in primo luogo, a partire dai minori nati nel nostro Paese, al lavoro, alla casa, alla scuola, alla salute. Diritti che la Costituzione italiana pone a “fondamento del vivere civile del nostro popolo”. “La vostra presenza e partecipazione alla vita della Chiesa in Torino – ha quindi detto mons. Nosiglia – è un segno di grande speranza, perché conferma quanto il Vangelo oggi ci annuncia, mostrandoci che la fede in Cristo è fonte prima di comunione e di salvezza per tutti. Siate dunque comunità e cristiani ferventi nella fede, ricercando sempre, anche in condizioni di vita a volte difficili, di non tralasciare mai le vostre tradizioni religiose e quanto avete ricevuto nella vostra terra sul piano della fede cristiana e cattolica”. Da qui l’augurio che “possiate godere di chiese e locali adeguati alle necessità delle vostre comunità

e  anche di cappellani che  vi seguano nella vita cristiana”. E la festa dei popoli “ci invita a considerare ogni popolo ed ogni uomo una ricchezza per tutta l’umanità”.

L’arcivescovo di Torino ha quindi ringraziato “ a nome della Chiesa di Torino”, della “vostra presenza e della vostra testimonianza di unità e di fede che offrite e vi invito a sentirvi parte viva della comunità e a prendere il vostro posto che vi spetta nel popolo di Dio. Il vostro Vescovo vi accompagna con la preghiera, l’amicizia e l’impegno a favorire quella integrazione necessaria, che resta il mio e il vostro desiderio”. E poi il ringraziamento alla Migrantes della diocesi di Torino, guidata da Sergio Durando “per il generoso e capillare lavoro che svolge a servizio delle comunità cristiane degli immigrati e ringrazio i sacerdoti, i catechisti e i responsabili delle varie comunità etniche per quanto fanno a favore della formazione e della crescita umana e spirituale di ciascun immigrato e della sua famiglia”. (Raffaele Iaria)

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