Tag: Immigrati e rifugiati

Ucraina: Migrantes Vittorio Veneto, questa sera a Conegliano incontro con padre Hren sulla guerra e la conseguente migrazione

22 Settembre 2022 - Vittorio Veneto - Si svolgerà questa sera alle 20.30 nella sala verde della Casa Toniolo a Conegliano, l’incontro con padre Teodosio Roman Hren, vicario generale dell’esarcato apostolico per i fedeli cattolici ucraini di rito bizantino residenti in Italia. Sarà l’occasione per dialogare sulla guerra in Ucraina e sul conseguente fenomeno migratorio, che ha coinvolto non solo i Paesi confinanti ma anche diversi Paesi europei, compresa l’Italia. L’appuntamento è organizzato dall’Ufficio Migrantes della diocesi. Lo scopo primario dell’Ufficio e anche dell’incontro di questa sera – ci dice il direttore Migrantes don Mirko Dalla Torre – è quello di avvicinare gli immigrati cattolici per aiutarli a vivere e praticare la loro fede e favorire l'accoglienza e l'integrazione di tutti gli immigrati che sono presenti nel nostro territorio. Vogliamo continuare ad essere vicini ai gruppi di immigrati cattolici già costituiti, in questo caso agli immigrati ucraini, ma anche offrire delle opportunità di confronto per comprendere il fenomeno migratorio ai nostri giorni. Ci auguriamo che l’incontro possa essere utile anche per questo fine”. La chiesa ucraina di rito bizantino conta nel nostro Paese circa 161 comunità, con 150 mila fedeli e una settantina di sacerdoti. Dallo scoppio della guerra, essa è attivissima a vario livello, soprattutto umanitario e spirituale, per portare soccorso ai profughi ucraini arrivati in Italia. Nella diocesi di Vittorio Veneto  il referente per la comunità ucraina è don Yuriy Khodan, che celebra l’eucaristia secondo il rito bizantino la prima, seconda e terza domenica e il secondo e quarto sabato del mese, alle 14, presso la Cappella della Consolata, a Vittorio Veneto.

Elezioni: Tavolo Asilo e immigrazione, sette proposte ai partiti per “misure urgenti e necessarie”

21 Settembre 2022 - Roma - Sette proposte ai partiti riguardo alle politiche sull’immigrazione e il diritto d’asilo per “misure urgenti e necessarie” da attuare nella prossima legislatura sono contenute in un Documento proposte Tavolo Asilo e Immigrazione elezioni 25 settembre 2022 stilato dal Tavolo Asilo e immigrazione, la principale coalizione nazionale che riunisce le organizzazioni del Terzo settore impegnate in quest’ambito in Italia. “Le politiche sull’immigrazione e il diritto d’asilo sono state, almeno negli ultimi venti anni, frutto di numerosi interventi, volti quasi tutti a ridurre lo spazio dei diritti delle persone di origine straniera – osservano –. Questa tendenza, con poche eccezioni, ha accentuato la condizione di precarietà degli stranieri e la loro riscattabilità, fino a determinare pesanti forme di discriminazione. Dal 2011 ad oggi il discorso pubblico sull’immigrazione si è sempre più polarizzato, sviluppandosi principalmente intorno al binomio ‘migrazione-sicurezza’ e adottando un approccio emergenziale anziché strutturale, progressivamente concentrato sull’accesso al diritto d’asilo e sull’accoglienza dei richiedenti asilo e rifugiati”. Sette i temi in cui si articola il documento: Rapporto tra persone straniere e pubblica amministrazione; Canali di ingresso legali e presenza regolare sul territorio; Cittadinanza e diritto di voto; Accesso alla procedura di protezione internazionale e gestione delle frontiere esterne e interne all’Unione europea; Riforma del sistema di accoglienza; Detenzione amministrativa ed espulsione; Ufficio nazionale anti discriminazioni razziali. Fanno parte del Tavolo Asilo e immigrazione: A Buon Diritto, Acat Italia, Acli, ActionAid, Arci, Asgi, Centro Astalli, Cies, Cgil, Cnca, Comunità Papa Giovanni XXIII, CoNNgi, Emergency, Europasilo, Focus Casa dei diritti sociali, Medici del mondo Italia, Movimento Italiani senza cittadinanza, Medici senza frontiere, Oxfam, Refugees Welcome Italia, Senzaconfine, Simm, Uil, Unire.  

Ecco i dimenticati del Mediterraneo

21 Settembre 2022 -

Milano - Mentre è ancora aperta la ferita per la morte di tre bambini per sete e fame in attesa dei soccorsi in mare, non si fermano gli allarmi che arrivano dal Mediterraneo. Dalla rotta centrale, quella che unisce il Nord Africa – da Libia e Tunisia – all’Italia ma anche quella orientale, fra Grecia e Turchia. «Settanta vite a rischio vicino alla Libia» lancia l’sos Alarm Phone, contattato dal parente di uno dei migranti a bordo. Secondo le prime informazioni la barca partita da Sabrata la scorsa notte si sarebbe capovolta ieri mattina. Altre 53 persone (tra cui 5 bambini) hanno bisogno di aiuto in zona Sar di Creta e sono ancora in attesa di soccorso. L’ultimo contatto era avvenuto lunedì pomeriggio.

Il racconto dei naufraghi sbarcati a Pozzallo che hanno visto morire di fame e sete sei persone (fra cui 3 bambini) in attesa dei soccorsi lo scorso 12 settembre è drammatico. Sono partiti dalla Turchia il 28 agosto e sono rimasti in balia delle onde per 15 giorni a causa di un guasto al motore. Sono morti tre bambini, tra cui un undicenne in viaggio senza genitori, e tre adulti. «A bordo con noi c’era un signore con due bambini molto piccoli, che erano sul punto di morire per la fame. Così ho offerto loro il mio cibo per farli rimanere in vita» ha raccontato uno dei superstiti al team di Medici Senza Frontiere che ha fornito in questi giorni supporto psicologico. «Nonostante il cibo, i bambini non ce l’hanno fatta». «Per la disperazione abbiamo iniziato a bere acqua di mare, provando a filtrarla con i vestiti – racconta un ragazzo siriano sopravissuto – Ero consapevole che sarei potuto morire bevendo quell’acqua, ma non avevamo altra scelta». Non si è salvata Nour, invece, una signora anziana che soffriva di ipertensione. La terapia non ha fatto effetto o probabilmente non è riuscita a deglutire le sue medicine. Il suo aspetto ha iniziato a cambiare lentamente, finché non è morta.

«Dopo tre o quattro ore i corpi delle persone che non ce l’hanno fatta iniziavano a emanare un cattivo odore a causa del sole e del caldo. Abbiamo pregato, abbiamo lavato i loro corpi con l’acqua di mare, cercando di coprirli con quello che avevamo per seguire la tradizione e li abbiamo lasciati andare in mare» racconta un sopravvissuto.

«Dall’inizio di quest’anno, oltre 1.000 persone sono morte o risultano disperse nel Mediterraneo e più di 15.000 persone sono state intercettate e respinte arbitrariamente in Libia, anche se probabilmente i numeri sono molto più alti – spiegano dalla Ong Medici senza frontiere – Questa non è solo l’ennesima tragedia che si consuma alle porte dell’Europa ma è la conseguenza concreta di decisioni politiche europee che proteggono i confini piuttosto che gli esseri umani».

Si chiamava invece Wegihu e aveva 20 anni, il giovane eritreo trovato morto tre giorni fa nella barca con 59 migranti soccorsa dalla nave Open Arms Uno. Alcuni dei migranti hanno raccontato come nel momento in cui stavano per salire a bordo, in Libia il trafficante ha colpito il ventenne così violentemente che ha perso la vita e ha costretto gli altri a portare con loro il suo corpo. Sono in tutto 402 in attesa di un porto sicuro, mentre i 398 sulla Humanity 1 sono stati assegnati a Taranto. «Al gioioso sollievo – spiega la ong Sos Humanity – è seguita la delusione: 42 ore di viaggio tra la posizione della nave al momento della conferma e il porto di Taranto. La situazione è precaria, le scorte di acqua e cibo sono state pesantemente razionate e il tempo dovrebbe peggiorare di nuovo ». Fra le persone a bordo ci sono 55 minori di età inferiore ai 13 anni e, complessivamente, 110 minori non accompagnati.

«Open Arms ha trovato un cadavere su una barca con 59 persone a bordo. I migranti hanno raccontato che il loro compagno è stato ucciso di botte dai trafficanti sulla spiaggia. I racconti degli orrori della Libia continuano da anni, in un silenzio generale che fa sempre più rumore» accusa Flavio Di Giacomo, portavoce Mediterraneo di Oim. (Daniela Fassini - Avvenire)

Viminale: 68.300 persone migranti sbarcate sulle nostre coste nel 2022

20 Settembre 2022 -
Roma - Sono 68.300 le persone migranti sbarcate sulle coste italiane da inizio anno. Il dato, del Viminale, è aggiornato alle 8 di questa mattina e pubblicato sul "cruscotto" del sito del Ministero dell'Interno. Di questi 14.320 sono di nazionalità tunisina (21%), sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco; gli altri provengono da Egitto (13.227, 20%), Bangladesh (10.213, 15%), Afghanistan (5.320, 8%), Siria (4.328, 6%), Costa d’Avorio (2.149, 3%), Eritrea (1.662, 3%), Guinea (1.596, 2%), Iran (1.513, 2%), Pakistan (1.493, 2%) a cui si aggiungono 12.479 persone (18%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione. Fino ad oggi sono stati 7.486 i minori stranieri non accompagnati ad aver raggiunto il nostro Paese via mare. Il dato è aggiornato a ieri, 19 settembre.

Migranti, in 800 sulle navi umanitarie, ancora senza posto

20 Settembre 2022 - Milano - C’è sempre più tensione e disperazione a bordo della nave Ong Humanity 1, con a bordo 398 persone e in ancora in attesa di un porto sicuro da ormai due settimane. Domenica un naufrago si è buttato giù dalla nave in preda alla disperazione mentre le famiglie di tre bambini venivano evacuate per ragioni mediche dalle autorità italiane. «L’acqua potabile finirà entro la metà della settimana e anche le scorte di cibo», dicono dal team, spiegando che «i 55 bambini sotto i 13 anni e i 110 minori non accompagnati stanno soffrendo particolarmente », mentre «le malattie infettive continuano a diffondersi». Il naufrago più giovane ha appena undici mesi. La nave umanitaria ha cercato riparo dal maltempo al largo delle coste siciliane e sono già 18 le richieste inoltrate alle autorità competenti rimaste tutte sinora senza esito. «La legge dice che ogni bambino che cerca protezione deve essere curato – spiega Pietro, volontario di Sos Humanity adesso a bordo della nave –. I minori non accompagnati sono più a rischio e, quindi, necessitano di maggiori cure e protezione rispetto agli adulti». Molti dei bambini a bordo soffrono di febbre, diarrea e stanchezza. Anche l’equipaggio è allo stremo delle forze. «Una nave di soccorso può fornire solo aiuti di emergenza e non è progettata per prendersi cura adeguatamente di circa 400 persone per un lungo periodo di tempo – aggiunge il capo delle operazioni navali di Sos Humanity, Till Rummenhohl –. Non solo stiamo finendo l’acqua dolce, che è già razionata da giorni, ma le malattie infettive dilaganti ora si stanno diffondendo anche tra l’equipaggio. È irresponsabile che non otteniamo un porto immediatamente ». Sono trascorse quasi due settimane dal primo salvataggio dell’equipaggio dell’Humanity 1 e sei giorni dall’ultimo. Sedici persone sono state evacuate per motivi di salute lo scorso fine settimana. Altri 402 sono ancora a bordo dell’altra nave umanitaria, la Open Arms che anche ieri ha effettuato l’ennesimo soccorso nel Mediterraneo centrale. Ha salvato in acque internazionali un barchino in difficoltà con 30 migranti. A bordo della nave umanitaria ci sono adesso oltre 400 persone e il cadavere di un migrante recuperato nei giorni scorsi quando il team ha tratto in salvo 59 naufraghi, tra cui 6 bimbi, da una piattaforma petrolifera. Domenica mattina all’alba l’ennesima operazione: in 294 sono stati soccorsi dopo essere rimasti quattro giorni alla deriva. Tra loro anche 49 donne e 60 bambini. «Per due giorni sono rimasti senz’acqua chiedendo aiuto» racconta Oscar Camps, fondatore della Ong spagnola. Diversi i casi di disidratazione. «Ancora un giorno e sarebbero morti». Domenica scorsa altre 250 persone sono state soccorse dalla guardia costiera su un peschereccio in difficoltà al largo di Portopalo, nel Siracusano. Due mercantili coinvolti, prima la Arianna, maltese, che poi ha lasciato la scena alla Msc Lauren, una grande portacontanier di bandiera panamense che ha fatto da scudo protettivo limitando onde e vento, per il salvataggio. Una operazione complessa: quattro ore in cui si è operato in condizioni meteo marine proibitive. Nella settimana che si è appena conclusa, sono in tutto 1.062 i migranti partiti dalle coste libiche per raggiungere l’Europa (16.506 da inizio anno mentre erano 32mila un anno fa). Secondo gli ultimi dati aggiornato dall’Oim, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, sono in tutto 662 i migranti morti da gennaio ad oggi lungo la rotta centrale del Mediterraneo (tra Libia e Italia) ma ce ne sono altri 891 che risultano dispersi. (D. Fas. - Avvenire)

Nell’istituto con 12 nazionalità:”Lo Ius scholae? È già realtà”

16 Settembre 2022 - Torino - Dirige una scuola con 2.200 studenti che è un caleidoscopio di colori e culture, con giovani di 12 nazionalità diverse (dall’Est Europa al Sud America, dall’Asia all’Africa) alle quali, negli ultimi tempi, si sono aggiunti anche ragazzi ucraini in fuga dalla guerra. Parole come «accoglienza» e «inclusione » sono, perciò, pratica quotidiana all’Istituto superiore “Curie-Vittorini” di Grugliasco, paesone della cintura torinese, dove oggi il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, inaugureranno ufficialmente il nuovo anno scolastico. «Siamo orgogliosi che la scelta sia caduta su di noi anche se non crediamo di essere migliori di altri istituti che cercano di essere accoglienti e aperti al territorio », si schernisce il dirigente scolastico, Gian Michele Cavallo, che farà gli onori di casa, non nascondendo, comunque, l’orgoglio di rappresentare, anche se soltanto per un pomeriggio, «tutte le scuole d’Italia». Nelle aule del “Curie-Vittorini” - dove studiano sia i liceali che gli alunni dell’istruzione tecnica - la tradizione dell’accoglienza e dell’attenzione ai più bisognosi ha radici lontane nel tempo e rimanda agli anni in cui gli studenti collaborarono per la costruzione di alcuni pozzi per la raccolta dell’acqua in Burkina Faso. Da questo progetto, interrotto dalle guerre che, nel frattempo, hanno interessato quella martoriata regione africana, sono nate altre iniziative che hanno portato l’istituto ad aprirsi sempre di più al mondo, incrementando il numero di iscritti. A Grugliasco, insomma, lo “Ius scholae” non è più da tempo tema di dibattito ma realtà consolidata e percepita come assolutamente normale dai ragazzi. «Il nostro compito è formare buoni cittadini al di là della nazionalità – sottolinea il preside Cavallo –. I ragazzi vivono tutto questo con grande naturalezza e spontaneità». Anche questo dirà, dunque, oggi il preside al Capo dello Stato, che interverrà a conclusione dell’evento “Tutti a scuola”, giunto alla XXII edizione, incentrato proprio sui temi dell’accoglienza e dell’inclusione. Alla cerimonia torinese parteciperanno delegazioni di studenti provenienti da tutta Italia. Fra gli ospiti ci saranno, ad esempio, le bambine e i bambini dell’Istituto “Ferrajolo-Siani” di Acerra, in provincia di Napoli, con la loro sfilata di moda e il progetto fatto di abiti ricavati dalle mascherine anti-Covid, un modo per simboleggiare la ripartenza dopo l’emergenza. Sarà presente sul palco anche la scuola “C. Aurispa” di Noto, nel Siracusano, con la coreografia “Il mondo che vorrei”, dedicata alla sostenibilità ambientale. Le ragazze e i ragazzi dell’Istituto comprensivo “Rapallo-Zoagli” di Rapallo, in provincia di Genova presenteranno una bicicletta libreria “pop up”, pensata per diffondere la lettura, con la possibilità di prendere gratuitamente libri, donarli e ascoltare audiolibri realizzati dagli stessi studenti. “Battiti di donna” è invece il lavoro che presenteranno gli studenti dell’Istituto “Ciampoli-Spaventa” di Atessa, in provincia di Chieti, un progetto sul contrasto alla violenza contro le donne che ripercorre la storia della figura femminile, dai tempi di Dante ad oggi. “I nostri cento passi” è il brano dedicato a Peppino Impastato degli studenti dell’Istituto comprensivo “Garibaldi” di Realmonte, nell’Agrigentino. Da Alicudi, in provincia di Messina, Teresa Maria Perre, insegnante in pensione e Mirella Fanti, dirigente scolastica, racconteranno la storia della scuola più piccola d’Europa. Da Piacenza arriva il mouse speciale realizzato da un docente per il suo alunno con disabilità. E ancora, ci sarà la testimonianza di Riky, Riccardo Massimini, uno studente con disabilità la cui storia sarà raccontata anche dall’insegnante Davide Toffoli che lo ha aiutato nella carriera scolastica. Seguirà il racconto delle studentesse e degli studenti di Torino, piloti per due settimane in volo con l’Aeronautica Militare. In scaletta anche il lancio del cartoon firmato Rai Ragazzi tratto dalla storia del racconto afghano nel libro “Nel mare ci sono i coccodrilli”, con la presenza, sul palco, del protagonista. Saranno poi raccontate le storie di alcune studentesse e alcuni studenti ucraini accolti nelle scuole piemontesi. (Paolo Ferrario - Avvenire)    

Immigrazione e intercultura: diocesi di Bergamo in campo

14 Settembre 2022 -

Bergamo - Il nome è evocativo, scava nell’etimologia greca e porta in sé l’essenza del progetto: Fileo. E cioè amore dell’amicizia e della fraternità, la passione per una missione strettamente cucita con le sfide del presente. Fileo, il centro di studi e formazione sull’intercultura promosso da diocesi di Bergamo, Ufficio per la Pastorale dei migranti (Migrantes,ndr), Caritas Bergamasca, Centro missionario diocesano e Fondazione Adriano Bernareggi, spalanca ulteriormente le porte ai cittadini con un fine settimana di incontri all’Abbazia di San Paolo d’Argon – la sua sede, un incantevole complesso edificato a partire dal 1079 – e con l’inaugurazione della «Biblioteca dell’intercultura». Venerdì 16, sabato 17 e domenica 18 settembre le proposte di «InAbbazia» offriranno un importante ventaglio di iniziative dedicate alla formazione, alla creatività e alla socialità. Appuntamento centrale, sabato alle 10, l’inaugurazione di una biblioteca – intitolata a Fulvio Manara, pedagogista dell’Università di Bergamo scomparso nel 2016 – con oltre seimila volumi sui temi delle migrazioni, e la presentazione del progetto Fileo con il vescovo di Bergamo Francesco Beschi: un’importante occasione per condividere una riflessione sul tema del rapporto tra la Chiesa di Bergamo, le migrazioni e la mobilità umana.

Ieri la conferenza di presentazione del progetto e delle iniziative. «La Chiesa di Bergamo – ha sottolineato in apertura monsignor Giulio Dellavite, segretario generale della Curia diocesana – ha scelto di essere protagonista all’interno di questo movimento sociale ed ecclesiale». Fileo diventa così un luogo di formazione e di azione, di edificazione di competenze e di incontro tra realtà per la costruzione di progetti concreti attorno ai temi della mobilità umana e dell’integrazione interculturale, in raccordo tra enti pubblici e privati, associazioni e cittadini. «Bergamo è un territorio ricco di competenze, qui è possibile dar vita a ponti e connessioni – riflette don Sergio Gamberoni, direttore dell’Ufficio per la Pastorale dei migranti –. Dobbiamo cogliere le sfide e le opportunità di un mondo che cambia. Questo è un luogo in cui si offre formazione e si creano competenze per operare, in un contesto plurale. Ma non è solo teoria: Fileo è anche un luogo in cui vogliamo dare concretezza con incontri, laboratori, momenti di condivisione. Vorremmo che le comunità straniere si sentano a casa».

Per don Roberto Trussardi, direttore della Caritas Bergamasca, «qui la Chiesa di Bergamo ha fatto un investimento importante pensando al tema dell’intercultura e delle migrazioni. Vogliamo mettere a disposizione un ambiente così straordinario, con potenzialità altissime, per un tema bellissimo e delicato». «La nostra missione è fuori dai nostri confini, e per questo abbiamo a cuore il tema della cooperazione – ricorda don Massimo Rizzi, direttore del Centro missionario diocesano –. E proprio per questo vogliamo stare dentro anche a questo progetto, perché c’è un filo comune».

Alle spalle c’è un lavoro lungo e solido. Le proposte di questo fine settimana, spiega Francesco Bezzi, coordinatore della struttura, sono «un momento in cui raccontare Fileo e l’Abbazia, uno scrigno da scoprire passo dopo passo. Al centro c’è la riflessione del vescovo, sabato mattina, e l’inaugurazione della biblioteca, e nei tre giorni proponiamo molte attività, dai laboratori per bambini alle riflessioni su pedagogia e insegnamento, dalle visite guidate a momenti dedicati a musica e teatro». Il programma completo di «InAbbazia» è disponibile su www.abbaziasanpaolodargon. org. Altre settimane tematiche sono in programma già sino all’estate 2023: l’Abbazia benedettina, con i suoi meravigliosi chiostri e le sale affrescate, diventerà un luogo d’incontro per confrontarsi su inclusione e politiche d’integrazione, religione al servizio della fraternità, pregiudizi e discriminazione, i viaggi come via all’interculturalità, e ospiterà anche attività legate ai centri ricreativi estivi e agli oratori. (Luca Bonzanni)

Migrantes: il Mediterraneo torna ad essere una tomba

13 Settembre 2022 - Roma - Il Mediterraneo torna ad essere una tomba, un cimitero, questa volta di due bambini in fuga annegati, insieme a un giovane e a due adulti. Erano siriani e nessuno può negare che avevano diritto alla protezione internazionale. Non sappiamo ancora se esiste un legame familiare tra queste persone. Immagini drammatiche che chiedono un rinnovato impegno e non un blocco delle azioni di salvataggio in mare; chiedono un’azione congiunta tra le navi di soccorso delle ONG e le navi e gli aerei militari dei Paesi europei; chiedono un’azione europea in Libia per prevedere canali umanitari e legali per chi abbia diritto a una forma di protezione internazionale. Troppe parole si spendono mentre troppi morti si accumulano in fondo al mare. La Fondazione Migrantes auspica da subito un permesso di protezione internazionale per i 26 sopravvissuti; un rinnovato impegno politico e civile a favore di chi chiede e ha diritto a una protezione internazionale, perché questo diritto non finisca in fondo al mare, negato, con nuove vittime innocenti. Una democrazia non può accettare che diritti fondamentali, come il diritto d’asilo, siano calpestati e ignorati. (Mons. Gian Carlo Perego - Presidente Fondazione Migrantes)

Papa Francesco: integrare i migranti con il lavoro

12 Settembre 2022 - Città del vaticano - "Va sottolineato il ruolo positivo che giocano le aziende sulla realtà dell'immigrazione, favorendo l'integrazione costruttiva e valorizzando capacità indispensabili per la sopravvivenza dell'impresa nell'attuale contesto". Lo ha detto questa mattina papa Francesco ricevendo, nell'Aula Nervi, l'Assemblea di Confindustria. Per il papa occorre ribadire con forza il "'no' ad ogni forma di sfruttamento delle persone e di negligenza nella loro sicurezza". Il problema dei migranti,  ha aggiunto  a braccio,  il migrante "va accolto, accompagnato, sostenuto e integrato. E un modo di integrarlo è il lavoro. Ma se il migrante è respinto o semplicemente usato come un bracciante senza diritti questa è un'ingiustizia grande, anche fa male al proprio Paese". (Raffaele Iaria)

Onu: 50 milioni nel mondo sono vittime di schiavitù “moderna”

12 Settembre 2022 - Ginevra - Nel mondo sono  28 milioni le persone sottoposte a lavori forzati e 22 milioni costrette in matrimoni forzati, per un totale di 50 milioni di vittime di forme di schiavitù moderna, pari a 10 milioni in più rispetto alle stime globali del 2016. Lo riferisce un rapporto dell'Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo), di Walk Free e dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni, (Oim) reso noto oggi a Ginevra.  La schiavitù moderna è presente in quasi tutti i paesi del mondo, ma donne e bambini rimangono sproporzionatamente vulnerabili, sottolinea il rapporto. Più della metà (52%) del lavoro forzato e un quarto di tutti i matrimoni forzati si concentrano nei paesi a reddito medio-alto o alto, inoltre la maggior parte dei casi di lavoro forzato (86 %) si registra nel settore privato. Quasi uno su otto di tutti i lavoratori forzati sono bambini (3,3 milioni) e più della metà sono vittime di sfruttamento sessuale a fini commerciali. Inoltre, osserva il rapporto, i lavoratori migranti hanno una probabilità più che tripla di essere sottoposti a lavoro forzato rispetto ai lavoratori adulti non migranti.