Tag: Decreto Flussi

Migranti, campagna “Ero Straniero”: più quote senza tutele aumentano l’irregolarità. Serve permesso per attesa occupazione

22 Luglio 2025 - “Aumentare e programmare le quote d’ingresso è positivo, ma non basta: il sistema dei decreti flussi continua a generare irregolarità, sfruttamento e precarietà. Serve un permesso di soggiorno per attesa occupazione per chi resta senza contratto per cause indipendenti dalla propria volontà”. È l’appello che le organizzazioni promotrici della campagna “Ero Straniero” rivolgono in queste ore ai parlamentari chiamati a esprimere un parere sul Dpcm flussi 2026-2028, approvato in via preliminare il 30 giugno scorso. Secondo l’analisi della campagna, aggiornata a giugno 2025, solo il 20% dei richiedenti del 2023 e appena il 12% di quelli del 2024 ha ottenuto un permesso di soggiorno per lavoro. “Il resto – si legge nel documento – vive in precarietà e senza documenti, a rischio sfruttamento, dopo essere entrato regolarmente con visto ma senza riuscire a formalizzare il contratto”. Una delle poche tutele possibili, il permesso per attesa occupazione, “non viene applicato in modo sistematico”: nel 2023 ne sono stati rilasciati solo 648 (0,49% delle quote), mentre nel 2024 appena 179 (0,12%). “Chiediamo – scrivono i promotori – che ne venga prevista l’applicazione automatica in caso di fallimento della procedura per responsabilità del datore di lavoro, e che venga garantita piena informazione ai lavoratori coinvolti”. “Più quote senza tutele – conclude Ero Straniero – significano più invisibili. Il governo lo sa: non si può continuare a ignorare l’elefante nella stanza dell’irregolarità prodotta dallo stesso sistema dei flussi”. (fonte: SIR)

“Click day” e Decreto Flussi, il documento del Tavolo asilo e immigrazione al governo

8 Febbraio 2025 - Il Tavolo Asilo e Immigrazione ha inviato un documento sul Decreto flussi alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con osservazioni e proposte frutto delle istanze degli enti del Terzo settore che operano nel settore dell'immigrazione, dell'accoglienza delle persone migranti e del contrasto alla tratta di esseri umani. Il documento sottolinea l’ormai anacronistico meccanismo di programmazione dei flussi in entrata e di allocazione delle quote di ingresso annuali, sempre più insufficienti per le reali esigenze di chi vuole fare ingresso in Italia per lavorare e chi ha necessità di assumere manodopera straniera. In particolare, lo strumento del click day, come si è visto già in occasione di quello del 5 febbraio, il primo del 2025 - in quattro minuti sono state raggiunte le 25 mila quote previste dal decreto -, rischia di essere una vera e propria lotteria ed esclude, formalmente, chi si trova già in Italia. Le organizzazioni riunite nel chiedono, in particolare:
  1. La possibilità di assumere direttamente lavoratori/lavoratrici in qualsiasi momento, al di fuori del sistema quote e senza limitazioni per nazionalità o settori produttivi;
  2. la creazione di nuovi canali di ingresso per lavoro: sponsorship e ricerca lavoro;
  3. l’introduzione di una clausola di salvaguardia che dia diritto ad avere un permesso di soggiorno per attesa occupazione nell’ipotesi in cui, per cause non imputabili a lavoratori/lavoratrici, dopo l’ingresso in Italia non si formalizzi il rapporto di lavoro;
  4. la possibilità di assumere lavoratori/lavoratrici già in Italia pur in condizione di soggiorno irregolare, attraverso misure di regolarizzazione su base individuale - non afferenti alla domanda di protezione internazionale - in presenza di un’offerta di lavoro regolare o di radicamento sul territorio nazionale;
  5. lo snellimento della procedura di ingresso e rilascio del permesso di soggiorno e il potenziamento dell’organico della Pubblica amministrazione interessata a tali procedure;
  6. la possibilità di convertire tutti i permessi di soggiorno in permessi per lavoro.

Leggi il documento integrale del Tavolo Asilo e Immigrazione.

Il “Decreto flussi” è legge. Mons. Perego: “Un passo indietro della nostra democrazia”

4 Dicembre 2024 - Il cosiddetto "decreto flussi" è stato approvato oggi dal Senato e, dopo aver già passato l'esame della Camera lo scorso 27 novembre, diventa così definitivo. Come riporta l'agenzia Ansa, tra le novità del testo - che, ricordiamo, nasce per regolamentare solo le modalità di ingresso in Italia per motivi di lavoro - c'è un nuovo elenco dei Paesi considerati "sicuri" come Bangladesh, Egitto e Marocco; la secretazione dei contratti pubblici relativi a fornitura di mezzi e materiali per il controllo delle frontiere e delle attività di soccorso in mare; la competenza delle Corti d'Appello e non più dei Tribunali specializzati, per quanto riguarda la convalida del trattenimento dei richiedenti asilo. Sulla questione dei cosiddetti "Paesi sicuri" - in particolare tale status è dubbio per Bangladesh ed Egitto, alla luce della normativa europea -, la Corte di Cassazione ha proprio oggi chiesto di sospendere il giudizio in merito ai ricorsi presentati del governo contro le prime mancate convalide del trattenimento di migranti emesse dalla sezione immigrazione del tribunale di Roma il 18 ottobre scorso, in attesa che si pronunci la Corte di Giustizia dell'Unione europea. A proposito del trasferimento di competenza sui provvedimenti di convalida del trattenimento dei richiedenti asilo, introdotto con un emendamento ad hoc nel decreto per ovviare alle criticità emerse con i Cpr in Albania, va registrato il parere negativo espresso dal plenum del Consiglio superiore della magistratura. Il Csm è preoccupato infatti per l'allungamento dei tempi nelle corti d'Appello - e dunque il mancato raggiungimento degli obiettivi fissati dal Pnrr -, e per il rischio che a giudicare siano magistrati privi delle competenze necessarie. Il parere andrà al ministro della Giustizia Carlo Nordio, ma non è vincolante. Sulle norme del decreto che riguardano i salvataggi in mare, è arrivato un commento molto preoccupato da parte delle organizzazioni civili impegnate in attività di ricerca e soccorso (SAR) nel Mediterraneo centrale, che esamina nel dettaglio le implicazioni delle nuove norme: “Il vero obiettivo del provvedimento non è la gestione dei soccorsi in mare, ma limitare e ostacolare la presenza delle navi umanitarie e arrivare a un piano di definitivo abbandono del Mediterraneo e di criminalizzazione del soccorso in mare”. Ricordiamo anche che la Fondazione Migrantes era stata ascoltata lo scorso 24 ottobre dalla Commissione Affari Costituzionali della Camera proprio in merito al cosiddetto “decreto flussi”, offrendo una serie di rilievi e proposte. La constatazione di fondo, al di là dell’estensione delle quote, è che il decreto flussi come unica modalità di ingresso legale dei lavoratori stranieri in Italia non soddisfa la domanda di manodopera di industriali, agricoltori, artigiani, operatori del turismo e famiglie. E neppure l’urgenza di regolarizzare decine di migliaia di lavoratori già presenti sul territorio italiano (se ne stimano oltre 500.000) e di non crearne altri. Continua la prassi di inserire nel decreto flussi norme che riguardano altri temi. ''Una legge - ha commentato S.E. mons. Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio e presidente della Fondazione Migrantes e del CEMI - che segnala la volontà di non tutelare, ma di respingere i richiedenti asilo: un grave passo indietro della nostra democrazia''.

(aggiornato il 5 dicembre 2024)

Decreto flussi, Tavolo Asilo e Immigrazione: “Ancora un tentativo del governo di limitare i diritti fondamentali”

15 Novembre 2024 - Pubblichiamo il comunicato del Tavolo Asilo e Immigrazione in relazione agli emendamenti proposti dal Governo al "decreto flussi".
Tavolo Asilo e Immigrazione: ancora un tentativo del governo di limitare i diritti fondamentali, contro i principi costituzionali e il diritto internazionale
La maggioranza di governo ha presentato mercoledì 13 novembre in Commissione Affari costituzionali a Montecitorio una serie di emendamenti al c.d. “decreto flussi” (D.L. n. 145/2024) che ancora una volta intervengono in maniera pericolosa sulla normativa in materia di migrazione e asilo. La presentazione degli emendamenti arriva all’indomani dell’ingresso in Italia dei sette richiedenti asilo di nazionalità egiziana e bengalese,  che da 9 giorni erano trattenuti prima in una nave della marina militare italiana e poi nei centri di detenzione in Albania. Questa è la diciassettesima volta che il governo interviene su questa materia in due anni, con misure che dimostrano un totale scollamento dalle necessità reali legate all’ingresso, alla tutela e all’accoglienza delle persone migranti. Misure che minacciano un ulteriore e preoccupante svilimento dei principi costituzionali e del diritto internazionale, e che di fatto comportano gravi violazioni dei diritti fondamentali delle persone, oltretutto con effetti contrari all’interesse del paese. Le organizzazioni del Tavolo Asilo e Immigrazione esprimono grande preoccupazione in particolare verso alcuni degli emendamenti che producono un ulteriore peggioramento nel processo di criminalizzazione del fenomeno migratorio e di negazione del diritto d’asilo, a partire dal rapporto con paesi che violano i diritti fondamentali a cui è delegato il ruolo di guardiani delle frontiere d’Europa, sino a una mortificazione ulteriore del sistema di accoglienza. In particolare solleva molta apprensione l’emendamento che sposta la competenza sulle convalide del trattenimento dei richiedenti asilo dalle sezioni specializzate dei tribunali ordinari alla Corte d’appello, con effetti deleteri su tutto il sistema giudiziario. Un sovraccarico di lavoro che non potrà che aumentare il grave affannamento in cui già si trovano  le Corti d'appello senza alcun risultato positivo per gli interessati e il sistema. Proprio ieri l'Unione delle Camere Penali Italiane definiva questa una scelta irrazionale e pericolosa il cui scopo appare solo quello di cercare il giudice "non politicizzato", ma non c’è ragione di ritenere che giudici differenti operino diversamente. Siamo gravemente preoccupati anche per due emendamenti che agiscono sul già frammentato e precario sistema di accoglienza, che vorrebbero togliere il diritto a essere accolti a richiedenti asilo che si presentano in questura dopo 90 giorni dal loro ingresso e dare la precedenza nelle accoglienze a chi arriva via mare rispetto a chi entra via terra, quando sappiamo che proprio per chi arriva via terra l'ingresso in questura per iniziare la domanda d'asilo è spesso rimandato di mesi per mancanza di personale e prassi discrezionali, con una discriminazione dei diritti dei richiedenti asilo in base alle modalità di accesso al territorio che non può in alcun modo essere tollerata. Inaccettabile anche la modifica proposta che secreta le informazioni relative all’equipaggiamento fornito a stati terzi per il controllo delle frontiere e dei flussi migratori. L’emendamento punta a classificare e rendere inaccessibili alla società civile e ai cittadini le informazioni e i contratti relativi alla fornitura di mezzi per il controllo delle frontiere a paesi come la Tunisia o la Libia, dove le autorità responsabili del pattugliamento in mare sono state riconosciute responsabili di gravissime violenze, torture e abusi. Da anni la società civile denuncia la complicità dell’UE e dell’Italia in episodi di intercettazioni e respingimenti, e l’accesso alle informazioni - già limitato - è stato fondamentale per ricostruire le catene di responsabilità. Secretare questo tipo di informazioni equivale a costruire un sistema di impunità che renderà ancora più difficile ricostruire le responsabilità dell’Italia nelle violazioni nei paesi con i quali sono stati firmati accordi. Il decreto con i nuovi emendamenti rischia di essere approvato in Aula entro il prossimo 25 novembre. Facciamo appello al governo e a tutte le forze politiche presenti in Parlamento affinché cessi questa rincorsa insensata e strumentale ad affrontare questioni complesse e delicate che pesano sulla vita di migliaia di persone, attraverso interventi che producono ingiustizie e discriminazioni. L’Italia ha altre priorità e altri problemi che non si risolvono attaccando i diritti dei richiedenti asilo e negando i principi del diritto internazionale e della nostra Costituzione. [caption id="attachment_50088" align="aligncenter" width="600"]Un uomo dietro una recinzione. (Rawpixel, Public domain)[/caption]

Decreto flussi, Migrantes ascoltata dalla Commissione Affari Costituzionali della Camera

24 Ottobre 2024 - La Fondazione Migrantes è stata ascoltata oggi dalla Commissione Affari Costituzionali della Camera in merito al cosiddetto “decreto flussi” (D.L. 145/2024). La constatazione di fondo, al di là dell’ampiezza delle quote, è che il decreto flussi come unica modalità di ingresso legale dei lavoratori stranieri in Italia non soddisfa la domanda di manodopera di industriali, agricoltori, artigiani, operatori del turismo e famiglie. E neppure l’urgenza di regolarizzare decine di migliaia di lavoratori già presenti sul territorio italiano (se ne stimano oltre 500.000) e di non crearne altri. [caption id="attachment_49164" align="aligncenter" width="500"]L'aula della Commissione Affari Costituzionali della Camera. L'aula della Commissione Affari Costituzionali della Camera.[/caption]
Nuovo art. 18-ter depotenzia l’art. 18 del Testo Unico sull’Immigrazione
Tra le osservazioni sottoposte all’attenzione della Commissione dal direttore generale della Fondazione Migrantes, mons. Pierpaolo Felicolo, il primo appunto riguarda la prevenzione e il contrasto allo sfruttamento lavorativo dei lavoratori migranti, per cui già esistono norme ad hoc, in particolare il permesso di soggiorno per motivi di protezione sociale ex art. 18 del Testo Unico sull’Immigrazione (D. Lgs. n. 286/1998), che andrebbero innanzi tutto applicate. È stato scelto invece di inserire un nuovo articolo 18-ter, che “pone il lavoratore sfruttato davanti alla scelta di dover contribuire utilmente all’emersione del fatto e all’individuazione dei responsabili” come ulteriore condizione per ottenere il permesso. Il rischio è l’inapplicabilità di fatto delle tutele previste dall’articolo 18.
Nessuna figura di garanzia rispetto al controllo dei “dispositivi e supporti elettronici”
La possibilità da parte delle Forze dell’Ordine di controllare i cellulari dei migranti (“dispositivi e supporti elettronici”) a scopo d’identificazione appare una “misura che lede la privacy e la libertà personale”. Tra il ruolo da “passacarte” cui sarebbe relegato il Giudice di Pace e la presenza di un mediatore culturale in luogo di un interprete, nell’insieme si nota l’assenza di una figura di garanzia.
Vincoli alle ONG impediscono salvataggi e controlli
La stretta sulle misure di sicurezza per i mezzi di soccorso delle ONG si tradurrà in minori possibilità di soccorso in mare dei migranti, ma anche nell’impossibilità di controllo da parte della società civile, soprattutto sulle attività della Guardia costiera libica e tunisina.
Gli altri rilievi e le proposte della Fondazione Migrantes
Tra gli altri rilievi, si segnala l’assenza di previsioni sul tema degli alloggi per i lavoratori stranieri e di misure fiscali che agevolino datori di lavoro ed enti locali nella ristrutturazione di abitazioni o di edifici pubblici abbandonati per i lavoratori. Manca anche del tutto una parola sulle criticità che affrontano i richiedenti asilo che lavorano. Viene infine avanzata la proposta di valutare l’inserimento di un titolo di soggiorno per la formazione professionale, per candidati già presenti sul territorio italiano.

Il testo integrale dell'intervento di fronte alla Commissione.

Decreto flussi, mons. Perego: «Non cambia nulla, se non che cresce l’insicurezza»

4 Ottobre 2024 - «Il 2 ottobre scorso è stato approvato il nuovo decreto flussi, figlio del decreto triennale 2023-2025: prevede 165.000 lavoratori stagionali e a tempo indeterminato, con un aumento di 10.000 quote per le collaboratrici familiari. Si tratta numeri di lavoratori insufficienti a fronte delle richieste dei diversi mondi produttivi – industriale, agricolo, commerciale – che ne chiedevano tre volte il numero assegnato. Inoltre, senza incontro tra domanda e offerta di lavoro sul territorio – e senza la possibilità di convertire un permesso di protezione speciale o una richiesta d’asilo in un permesso per il lavoro, prevedendo anche quote adeguate – crescerà nuovamente, di conseguenza, il lavoro irregolare. Parliamo, almeno secondo le stime, di 500.000 lavoratori, per i quali però ci dovrebbe essere più possibilità – teoricamente – di avere un permesso di soggiorno, se denunceranno i caporali e gli imprenditori che li sfruttano. È dimostrato, infatti, come il mondo dei richiedenti asilo siano impegnati in diversi comparti lavorativi, dall’agricoltura all’artigianato e ai servizi. Continuando a non far incontrare domanda e offerta di lavoro, con il sistema attuale dei flussi, perderemo ancora risorse importanti – nella misura di miliardi di euro – per la previdenza, l’assistenza e la salute di cui abbiamo un grande bisogno. Lo ha recentemente confermato anche il presidente dell’Inps, il dott. Gabriele Fava, in un’intervista al quotidiano Avvenire del 6 luglio 2024, parlando dell’obiettivo “di un aumento della base occupazionale e quindi dei contributi previdenziali per garantire maggiore sostenibilità all’intero sistema e pensioni di importo equo per i cittadini. In questa direzione vanno anche una immigrazione meglio governata e aiuti concentrati sulle famiglie”. Assisteremo inoltre ancora a numerose e crescenti morti di immigrati sul lavoro, perché non tutelati nella sicurezza e nella salute: già nei primi sette mesi dell’anno 2024 le morti sul lavoro sono cresciute complessivamente del 3,2%. Corollario del decreto flussi sono, infine, la possibilità da parte delle Forze dell’Ordine di controllare i cellulari dei migranti (“dispositivi e supporti elettronici”) – si dice – a scopo dell’identificazione; e una stretta sulle misure di sicurezza per i mezzi di soccorso delle ONG, solo per giustificare i fermi amministrativi, che significa meno possibilità di soccorso in mare dei migranti in fuga. In altre parole: il decreto flussi genera più insicurezza in terra e in mare per i migranti, ma anche per tutti noi».

S.E. mons. Gian Carlo Perego, Arcivescovo Presidente Cemi e Fondazione Migrantes della CEI

Mons. Perego: decreto flussi “non basta senza politiche”

8 Luglio 2023 -
Roma - «Il decreto flussi triennale di 452.000 lavoratori stranieri - circa 150mila lavoratori annualmente - va certamente incontro a esigenze di settori sempre più diversi del mondo del lavoro italiano. Ci sono però alcuni aspetti non considerati e che chiedono assolutamente una attenzione per evitare tempi lunghi di irregolarità e irregolarità diffuse». Lo sottolinea l'arcivescovo di Ferrara-Comacchio, mons. Gian Carlo Perego, presidente della Fondazione Migrantes, analizzando il decreto flussi. Il presule segnala in particolare criticità da superare. «I tempi lunghi di irregolarità - spiega mons. Perego - sono dettati da almeno sei mesi di attesa dalla domanda all'appuntamento in Questura e altri tre mesi per avere il permesso: nove mesi di attesa per un permesso stagionale di un anno. L'irregolarità che continua a diffondersi riguarda un impianto strutturale che non considera l'incontro fra domanda e offerta di lavoro. Anche le conversione dei permessi che valgono per stagionali e studenti universitari e tirocinanti sono positivi, ma non considerano anche la necessità degli alloggi per chi lascia uno studentato universitario o appartamenti affittati annualmente per studenti: il tema casa non è affrontato». L'irregolarità si diffonde «perché non è prevista una conversione in permesso per lavoro per chi ha un permesso di protezione temporanea o ha fatto una richiesta d'asilo. In altre parole - sottolinea il presidente della Migrantes - non basta aumentare i flussi se la struttura burocratica di esame delle domande non funziona e se manca una politica migratoria che coniughi casa, lavoro, ricongiungimenti familiari e inserimento sociale».

Decreto flussi 2022: 74mila le pratiche già lavorate dal Viminale

6 Giugno 2023 - Roma - A due mesi dal click day è stata conclusa dal Viminale l’istruttoria di oltre 74mila domande presentate per il decreto flussi 2022. Un numero pari al 90% delle quote previste. Sono inoltre 60mila i nulla osta rilasciati dagli Sportelli Unici per l’immigrazione delle prefetture, ed inviati alle rappresentanze diplomatiche per il rilascio del visto di competenza. Si tratta della quasi totalità di quelli previsti per lavoro stagionale e di oltre il 60% di quelli per lavoro non stagionale. Oltre 15mila i nulla osta rilasciati per il settore dell’edilizia e oltre 2mila quelli per il settore turistico alberghiero.
È la prima volta - si legge sul sito del Viminale - che un decreto flussi "vede una così rapida definizione: ciò è stato reso possibile grazie alle innovazioni normative, informatiche e organizzative che hanno garantito tempestività e fluidità alle procedure. Essenziale è stato l'impegno del dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione del Viminale nel creare le condizioni, in breve tempo, per un ingresso regolare in Italia di tanti lavoratori stranieri".

Decreto flussi: alcuni dettagli

2 Febbraio 2023 - Roma - E’ stata pubblicata sul portale istituzionale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali la nota congiunta del 30 gennaio 2023 che riguarda la programmazione transitoria dei flussi d’ingresso dei lavoratori non comunitari per lavoro stagionale e non stagionale nel territorio dello Stato per l’anno 2022.  Com’è oramai noto, a titolo di programmazione transitoria dei flussi d’ingresso dei lavoratori non comunitari, sono ammessi in Italia, per motivi di lavoro subordinato stagionale e non stagionale e di lavoro autonomo, i cittadini non comunitari entro una quota massima di 82.705 unità (DPCM del 29 dicembre 2022, pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 21 del 26 gennaio 2023). Il lavoratore dovrà presentare, al momento della convocazione presso lo Sportello Unico, la proposta di contratto di soggiorno sottoscritta dal datore di lavoro - valida come impegno all’assunzione da parte dello stesso datore di lavoro - utilizzando il modello disponibile sul sito web del Ministero dell’Interno. Successivamente il sistema provvederà alla generazione della Comunicazione Obbligatoria di assunzione ed al suo invio telematico al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. A partire dalle ore 9.00 del 30 gennaio 2023 e fino al 22 marzo 2023, sarà disponibile l’applicativo per la precompilazione dei moduli di domanda, dalle 8 alle 20 di tutti i giorni della settimana, sabato e domenica compresi. Le istanze dovranno essere trasmesse, esclusivamente con le consuete modalità telematiche, dalle ore 9 del 27 marzo 2023. Tutte le domande potranno essere presentate fino al 31 dicembre 2023. Sarà dichiarata l’indisponibilità di lavoratori presenti sul territorio nazionale, al verificarsi delle seguenti ipotesi:
  1. a) assenza di riscontro da parte del Centro per l’impiego alla richiesta presentata, decorsi quindici giorni lavorativi dalla data della medesima;
  2. b) non idoneità del lavoratore accertata dal datore di lavoro ad esito negative dell’attività di selezione del personale inviato dal Centro per l’impiego;
  3. c) mancata presentazione, senza giustificato motivo, a seguito di convocazione da parte del datore di lavoro al colloquio di selezione dei lavoratori inviati dal Centro per l’impiego, decorsi almeno venti giorni lavorativi dalla data della richiesta.
Sembra opportuno ricordare che le quote per lavoro subordinato, stagionale e non stagionale, previste dal DPCM DEL 20/12/2022, sono ripartite dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali tra gli Ispettorati territoriali del lavoro, le Regioni e le Province autonome. Trascorsi centoventi giorni dalla data di pubblicazione del presente decreto nella Gazzetta Ufficiale, qualora il Ministero del lavoro e delle politiche sociali rilevi quote significative non utilizzate tra quelle previste, può effettuarne una diversa suddivisione sulla base delle effettive necessità riscontrate nel mercato del lavoro. L’emanazione del decreto flussi è particolarmente importante per il settore agricolo, in cui continua a registrarsi una forte difficoltà a reperire manodopera disponibile e adeguatamente qualificata e dove la componente dei lavoratori stranieri ha assunto ormai una dimensione strutturale che presenta un’incidenza superiore a tutti gli altri settori produttivi. Al lavoro stagionale (agricolo e turistico-alberghiero) sono state così destinate 44.000 quote, la metà delle quali riservate alle associazioni datoriali agricole. Si tratta di un numero in crescita rispetto all’anno precedente (14.000) che conferma la fiducia nel ruolo che le associazioni agricole comparativamente più rappresentative possono svolgere in questa delicata materia. (Alessandro Pertici)  

Migrantes: Decreto flussi, “un segnale positivo ma ancora insufficiente”

28 Gennaio 2023 - Il Decreto flussi 2023 approvato recentemente dal Governo Italiano –  e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 26 gennaio u.s. -  fissa una quota massima di 82.705 lavoratori non comunitari che nei prossimi mesi potranno fare ingresso legalmente in Italia per lavorare. Si tratta di un segnale positivo, ma ancora non sufficiente. Da più parti, infatti, e soprattutto fra le associazioni di categoria e le organizzazioni professionali, da tempo si domanda di incrementare le quote di ingresso legali riservate ai lavoratori non comunitari. Si tratta di confrontarsi realisticamente con la grave mancanza di addetti in alcuni settori specifici, in particolare nell’agricoltura, nel turismo e nell'industria. Già il Decreto flussi 2022 prevedeva una quota massima di 69.700 lavoratori non comunitari subordinati, stagionali e non stagionali, e di lavoratori autonomi. Una cifra ben più significativa rispetto alle poche migliaia degli anni precedenti. In questa occasione si impone, però, un'ulteriore riflessione. Mentre da un lato si continuano a limitare oltre il necessario le opportunità di ingresso legali in Italia, dall’altro, in base al memorandum Italia-Libia, sono state respinte 100mila persone dal 2017 ad oggi. Oltre all'evidente tragedia umana, si tratta di risorse umane preziose che rischiano di essere sprecate, che, unitamente alle decine di migliaia di lavoratori immigrati irregolari presenti sul territorio nazionale, con opportune misure di regolarizzazione (protezione sociale, incontro fra domanda e offerta, sanatoria…) crediamo potrebbero essere più e meglio valorizzate per costruire insieme il futuro sociale ed economico del Paese.  

Mons. Pierpaolo Felicolo

Direttore Generale Fondazione Migrantes

   

Regolarizzazione 2020: 100mila ancora in attesa

11 Maggio 2022 - Roma - Va avanti a rilento la regolarizzazione del lavoro strastraordinaria del 2020, misura che la campagna 'Ero straniero' ha proposto e fortemente sostenuto. Solo la metà delle domande è stata finalizzata. Delle oltre 207.000 richieste di emersione presentate dai datori di lavoro, sono 105.000 i permessi di soggiorno in via di rilascio da parte delle prefetture (il 50% circa del totale) «e ancora decine di migliaia le pratiche da finalizzare» sottolineano i promotori della campagna. «Da evidenziare inoltre – aggiungono – il numero piuttosto alto di rigetti che sta emergendo man mano che si procede con l’esame». Sui tempi inaccettabili dell’esame delle pratiche è intervenuta, tra l’altro, la condanna del Tar Lombardia, che ha ricordato con alcune sentenze quanto prevede la Costituzione rispetto ai tempi certi dei procedimenti amministrativi. Nel dossier elaborato dalla campagna 'Ero straniero' e visibile sul sito, anche l’analisi dei risultati ottenuti nei mesi scorsi ai fini di velocizzare e portare a compimento la procedura, a partire dalla proroga fino a dicembre 2022 degli oltre 1.000 interinali impiegati presso prefetture e questure che, grazie a un emendamento alla legge di bilancio proposto da 'Ero straniero', potranno continuare a occuparsi della regolarizzazione e, si spera, portarla a compimento. Altro elemento su cui si sofferma la campagna è l’ultimo decreto flussi, che ha individuato 70.000 quote di ingresso per lavoratori e lavoratrici per il 2022 in diversi settori, a fronte delle poche migliaia previste negli anni scorsi. Nei click day tra fine gennaio e febbraio, le quote sono andate esaurite in poche ore e sono state oltre 220.000 le richieste arrivate da parte dei datori di lavoro, ben oltre i posti disponibili. A conclusione dell’analisi dei dati e degli interventi più recenti in materia di immigrazione, i promotori della campagna «ribadiscono ancora una volta la necessità di creare finalmente dei canali di ingresso per lavoro razionali e realmente accessibili e superare il sistema illogico delle sanatorie, con l’introduzione di un meccanismo sempre accessibile per rientrare nell’economia legale». Incoraggiante in tal senso, sottolineano, l’approvazione il 3 maggio scorso in Senato, nell’ambito della discussione sulla Istituzione della Giornata nazionale in memoria degli immigrati vittime dell’odio razziale e dello sfruttamento sul lavoro, di un ordine del giorno che impegna il governo a valutare l’introduzione “di un meccanismo permanente di regolarizzazione su base individuale a fronte di un contratto di lavoro, al duplice fine di garantire la giusta tutela dei diritti fondamentali della persona e così favorire anche l’emersione di rapporti di lavoro irregolari”, riprendendo la proposta di legge di iniziativa popolare (proposta dalla campagna 'Ero straniero') il cui esame è fermo in Commissione affari costituzionali da marzo 2020.  

Decreto Flussi: scade il 17 marzo la presentazione delle domande

15 Marzo 2022 - Roma- Scade il 17 marzo 2021 il termine per la presentazione delle domande di ingresso dei lavoratori extracomunitari attraverso la procedura telematica prevista dal Decreto Flussi che ammette l’ingresso per 42 mila lavoratori stagionali; 20 mila lavoratori subordinati in edilizia, turismo e autotrasporto; 700 per autonomi; 7 mila, infine, per conversione di altri permessi, ad esempio per studio, tirocinio e formazione professionale. Si ricorda che la compilazione dei moduli di domanda deve essere effettuata attraverso la procedura telematica accessibile all’indirizzo web nullaostalavoro.dlci.interno.it. (A.Pertici)  

Decreto flussi: domani secondo click day per 42mila

31 Gennaio 2022 - Roma - Secondo click day da domani per l'ingresso in Italia di 42mila lavoratori extracomunitari secondo quanto previsto dall'ultimo decreto flussi. Potranno presentare l'istanza tutti coloro i quali, muniti di un'identità Spid e attraverso il sito https://nullaostalavoro.dlci.interno.it, hanno intenzione di procedere all'assunzione di lavoratori, nei settori agricolo e turistico-alberghiero, per motivi di lavoro subordinato stagionale. Sono - sottolia il soto del Ministero dell'Interno -  ammessi i lavoratori subordinati stagionali non comunitari cittadini provenienti da Albania, Algeria, Bangladesh, Bosnia-Herzegovina, Corea (Repubblica di Corea), Costa d'Avorio, Egitto, El Salvador, Etiopia, Filippine, Gambia, Ghana, Giappone, Guatemala, India, Kosovo, Mali, Marocco, Mauritius, Moldova, Montenegro, Niger, Nigeria, Pakistan, Repubblica di Macedonia del Nord, Senegal, Serbia, Sri Lanka, Sudan, Tunisia, Ucraina. Sempre entro i 42.000, una quota di mille unità è riservata ai lavoratori non comunitari, cittadini dei Paesi sopra indicati, che abbiano fatto ingresso in Italia per prestare lavoro subordinato stagionale almeno una volta nei cinque anni precedenti e per i quali il datore di lavoro presenti richiesta di nulla osta pluriennale per lavoro subordinato stagionale. E' inoltre riservata, per il settore agricolo, una quota di 14.000 unità ai lavoratori non comunitari, le cui istanze di nulla osta all'ingresso in Italia per lavoro stagionale anche pluriennale, siano presentate dalle organizzazioni professionali dei datori di lavoro di Cia, Coldiretti, Confagricoltura, Copagri, Alleanza delle Cooperative (Lega cooperative e Confcooperative). L'inoltro da parte di un datore di lavoro, italiano o straniero regolarmente residente in Italia, della richiesta di nulla osta per l'assunzione di un lavoratore extracomunitario rappresenta il momento di avvio dell'intera procedura. Le istanze potranno essere presentate fino al 17 marzo.

Migrantes su decreto flussi

27 Dicembre 2021 - Roma  - “Il nuovo decreto flussi raddoppia finalmente le quote d’ingresso legale nel nostro Paese, ferme allo stesso numero da cinque anni”. Lo afferma oggi mons. Gian Carlo Perego, presidente della Fondazione Migrantes. “Come tutte le categorie imprenditoriali hanno rilevato aggiunge -  le quote previste dalle nuove norme non saranno ancora sufficienti a far fronte alle richieste crescenti: anziani in casa, edilizia, lavori agricoli, etc. Purtroppo, le nuove quote non ridurranno l’ingresso illegale in Italia e il lavoro nero. Per cambiare direzione occorre – conclude mons. Perego - mettere in campo un cambiamento legislativo in ambito migratorio, che faccia incontrare domanda e offerta lavoro. (R.Iaria)