Primo Piano

Viminale: da inizio anno sbarcate 141.739 migranti sulle nostre coste

25 Ottobre 2023 - Roma - Sono 141.739 le persone migranti sbarcate sulle coste italiane secondo i dati diffusi dal ministero degli Interni, considerati gli sbarchi rilevati entro le 8 di questa mattina. Di questo 17.474 sono di nazionalità guineana (12%), sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco; gli altri provengono da Costa d’Avorio (15.666, 11%), Tunisia (15.448, 11%), Egitto (9.085, 6%), Bangladesh (8.219, 6%), Burkina Faso (8.151, 6%), Pakistan (6.454, 5%), Siria (6.135, 4%), Mali (5.427, 4%), Camerun (4.877, 3%) a cui si aggiungono 44.803 persone (32%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione.  

Festival della Migrazione: il messaggio di papa Francesco

25 Ottobre 2023 - Roma - Il tema del Festival della Migrazione che si apre domani a Modena «riprende quello del Messaggio per la Giornata Mondiale del Migrante e Rifugiato di quest'anno, dedicato alla libertà di scegliere se migrare o restare. Ed è ancora più chiaro il riferimento all'iniziativa di solidarietà promossa qualche anno fa dalla Conferenza Episcopale Italiana, che cito proprio nel mio Messaggio come risposta concreta alle sfide delle migrazioni contemporanee». E’ quanto scrive papa Francesco in un messaggio inviato al Festival della Migrazione promosso dalla Fondazione Migrantes e altri enti e che si svolgerà da domani al 28 ottobre a Modena e in diverse città dell’Emilia Romagna e del Veneto. «Nei vostri lavori – scrive papa Francesco - intendete riflettere sui flussi migratori contemporanei attraverso considerazioni che vadano oltre l'emergenza, nella consapevolezza che ci troviamo di fronte a un fenomeno poliedrico, articolato, globale e a lungo termine. Per questo le risposte alle sfide migratorie di oggi non possono che essere articolate, globali e a lungo termine». «Vi proponete – continua il messaggio - di ribadire la centralità della persona umana nel disegno di politiche e programmi migratori, con attenzione particolare alle categorie più vulnerabili, come le donne e i minori. In effetti, il principio del primato della persona umana e della sua inviolabile dignità ‘ci obbliga ad anteporre sempre la sicurezza personale a quella nazionale’ (Messaggio per la G.M. del Migrante e del Rifugiato 2018). E ancora, ‘Gesù Cristo ci chiede di non cedere alla logica del mondo, che giustifica la prevaricazione sugli altri per il mio tornaconto personale o quello del mio gruppo: prima io e poi gli altri! Invece il vero motto del cristiano è 'prima gli ultimi!’ (Messaggio per la G.M. del Migrante e del Rifugiato 2019)». Papa Francesco incoraggia a «sviluppare proposte concrete per favorire una migrazione regolare e sicura». Su questa linea, «è necessario moltiplicare gli sforzi per combattere le re-ti criminali, che speculano sui sogni dei migranti. Ma è altrettanto necessario in-dicare strade più sicure. Per questo, bisogna impegnarsi ad ampliare i canali mi-gratori regolari» (Riflessione nel Momento di preghiera peri migranti, 19 novem-bre 2023). Ma nello stesso tempo «occorre – scrive papa Francesco - adoperarsi alacremente per garantire a tutti e tutte il diritto a non dover migrare». Il Festival della Migrazione è promosso da Fondazione Migrantes, Porta aperta, UNIMORE e CRID, con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna, del Comune di Modena e di Carpi oltre che di numerosi atenei italiani. Si svolge dal 26 al 28 ottobre tra Modena, Bologna, Ferrara, Rovigo, Fidenza e Carpi, Formigine, Mirandola, Soliera, Rovigo, Fiorano Milanese.

Migranti, segnale sull’accoglienza: più fondi per i minori

25 Ottobre 2023 - Milano - Nel 2024 il fondo di accoglienza dei migranti sarà più cospicuo. Arriveranno infatti 200 milioni di euro in più a favore dei Comuni coinvolti nel piano di distribuzione e ospitalità di profughi e dei minori non accompagnati. Lo prevede la bozza della legge di Bilancio che integra le risorse già stabilite dal "decreto anticipi" per il capitolo migranti, pari a 46,859 milioni nel 2023. Per il 2025, inoltre, lo stanziamento sale a 300 milioni mentre per l'anno successivo il fondo tornerà a 200 milioni. Dopo il giro di vite su Cpr e rimpatri, dunque, il governo prende atto della necessità di sostenere gli enti locali che avevano manifestato in più occasioni una difficoltà nel predisporre strutture e servizi di fronte a un aumento costante dei flussi migratori. Il pressing esercitato dai sindaci su prefetture e ministero degli Interni ha sortito gli effetti sperati. Ma il provvedimento finanziario prevede anche un contributo di un milione di euro, dal 2024, sul Fondo sanitario nazionale per potenziare la prevenzione e l'assistenza per i migranti che si trovano in condizioni di vulnerabilità sociale ed economica. Le risorse saranno a favore dell'Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e per il contrasto delle malattie della povertà. I soldi serviranno anche a promuovere competenze specifiche del personale sanitario. Fino al 23 ottobre, in base ai dati del Viminale, erano 15.005 i minori stranieri non accompagnati sbarcati in Italia dall'inizio dell'anno, mentre i migranti arrivati sono in tutto 141.519. E sul tema dei minori stranieri non accompagnati interviene la Garante dell'infanzia e dell'adolescenza Carla Garlatti, secondo la quale «non è più tempo di un approccio emergenziale » ma servono interventi «strutturali». Garlatti ha ricordato poi che nel nostro Paese «attualmente i minori stranieri non accompagnati sono poco più di 22mila, numero che comprende però quelli provenienti dall'Ucraina, la cui storia è completamente diversa dagli altri, e che per l'85% sono ospitati in famiglie». L'età prevalente di questi "under 18" è intorno ai 17 anni, «ma si sta abbassando ai 15-16» ha osservato, in prevalenza provengono dall'Egitto e sono quasi tutti maschi. La Garante, richiamando la legge Zampa, ha sollecitato la creazione di «strutture di prima accoglienza equamente distribuite sul territorio nazionale» nonché di un "effettivo" primo colloquio «le cui regole devono essere dettate con decreto». Si tratta infatti di un momento «importante per capire se il minore vuole restare in Italia oppure no». Durante le visite effettuate in alcuni centri, la Garante Carla Garlatti ha riferito di aver «incontrato minori che, per la maggior parte, hanno ansia di entrare nel mondo del lavoro, imparare l'italiano e realizzarsi nel nostro Paese: desiderano veramente un'integrazione». (Fulvio Fulvi)

Dai migranti all’emergenza climatica: le suore in campo per un mondo nuovo

25 Ottobre 2023 - Roma - Suor Nieves Crespo coordina in Etiopia il progetto intercongregazionale sulle migrazioni e ha portato l'esperienza di chi ogni giorno vive sul campo le attese, le speranze e le difficoltà di centinaia di persone desiderose di raggiungere l'Europa: prima di tutto informandole in maniera sicura e affidabile sulla migrazione, rispetto alle tante false promesse che invece circolano, e poi accompagnandole in maniera concreta, ad esempio aiutando i giovani a trovare lavoro o le donne sole a vivere in sicurezza. Le suore arrivate dal Borneo, dalla Malaysia ma soprattutto dall'Amazzonia, hanno invece raccontato delle sfide che affrontano sul tema del cambiamento climatico, comprese quelle che a livello globale passano come dei successi e che invece nel locale si mostrano delle false soluzioni, come ad esempio le multinazionali che vendono crediti per la cattura del carbonio e che in realtà tolgono terre alle popolazioni locali, permettendo di continuare a distruggere il pianeta in cambio di un pagamento che per le multinazionali è ben poca cosa, ma che nel frattempo - hanno riferito la religiose - toglie spazio, terra e vita alle popolazioni locali. E queste sono solo alcune delle narrazioni emerse dal primo Advocacy Forum della Uisg, l'Unione internazionale delle superiore generali, l'organizzazione che rappresenta oltre 600mila suore nel mondo, tenutosi lunedì e martedì a Roma, presso la Curia generalizia dei gesuiti, in collaborazione con il Global Solidarity Fund. Un'iniziativa che è il punto di arrivo, ma anche e soprattutto di ripartenza, del progetto "Sisters Advocating Globally", nato tre anni fa per creare una rete di suore impegnate nell'advocacy sociale e ambientale e spazi di riflessione su alcuni temi- cardine dello sviluppo internazionale: il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità, la povertà, la disoccupazione e le disuguaglianze sociali, la migrazione forzata e la tratta di esseri umani, le crisi sanitarie e le violazioni dei diritti umani. A Roma si sono ritrovate un centinaio di persone da tutto il mondo, tra suore e partner vari (rappresentanti governativi, organizzazioni internazionali, istituzioni vaticane, società civile ed esperti del mondo accademico e della stampa). «E siamo state molto contente sia di vedere l'impegno e la convinta partecipazione dei partner accolti, ascoltando le voci delle comunità locali che poi riflettono l'impegno delle suore a livello globale, sia di ascoltare le sfide che si affrontano, ma anche le molte proposte di soluzioni arrivate; io ad esempio ho partecipato ad un gruppo di lavoro che ha sviluppato il tema di come favorire in ambito migratorio la coesione sociale attraverso l'integrazione e il dialogo», ha commentato in sede di bilancio finale suor Mary John Kudiyiruppil, vice segretaria esecutiva della Uisg, religiosa delle Serve dello Spirito Santo, indiana e da circa un anno in Italia. Ma ovviamente il Forum non ha tralasciato quello che è il ruolo delle religiose nella Chiesa e dunque anche il loro contributo al processo sinodale in corso, come ha rimarcato Giulia Isabel Cirillo, spagnola, coordinatrice del progetto: «Questo Forum ha voluto rappresentare proprio una piattaforma e un esempio di sinodalità, con lo sforzo di mettere in rete le relazioni che abbiamo iniziato a tessere nei primi tre anni. Lo sviluppo della sinodalità per noi si esprime attraverso questo cammino insieme: per capire come le suore possono interfacciarsi con le altre persone di buona volontà che lavorano sugli stessi temi, cosa il mondo dello sviluppo può imparare dalle suore, qual è il valore aggiunto che le suore possono portare sia dalla loro spiritualità, sia dagli insegnamenti raccolti sul campo, e che cosa la Uisg può imparare da questi partner». «Collegando il locale al globale attraverso le reti guidate dalle suore - ha sottolineato suor Patricia Murray, segretaria esecutiva Uisg - miriamo a facilitare un confronto di diversi vissuti e uno scambio di riflessioni, per modellare le conversazioni sullo sviluppo internazionale attorno ai bisogni delle comunità locali». (Igor Traboni - Avvenire)  

Algeria: l’italiano mons. Carraro nuovo vescovo di Orano

23 Ottobre 2023 -
Treviso - Padre Davide Carraro (missionario del Pime), 46 anni, originario di Sambughè, è stato nominato vescovo di Orano, in Algeria. Nato nel 1977  mons. Carraro, finoera vicario generale di Algeri ha studiato Filosofia in Italia e Teologia nelle Filippine, ed è stato ordinato sacerdote il 27 maggio 2006. Gioia nella sua parrocchia, Sambughè di Preganziol, e nella diocesi tutta di treviso per questa nomina. Una gioia che il vescovo mons. Michele Tomasi sottolinea con queste parole: “Esprimo tutta la mia gratitudine al Santo Padre Francesco per la nomina a Vescovo di Orano, in Algeria, di padre Davide Carraro, del P.I.M.E., originario della parrocchia di Sambughé, diocesi di Treviso. Attualmente Vicario generale della Diocesi di Algeri, S.E. Carraro continuerà nella preziosa testimonianza cristiana in una terra che serve con dedizione ed amore, testimonianza di incontro e di servizio, di amore per il Signore Gesù e di presenza, piccola ma di grande significato, della comunità cattolica in nord Africa. Ci sentiamo uniti a padre Davide, lo accompagniamo con la nostra preghiera, affinché possa vivere con gioia questo suo nuovo ed impegnativo ministero. Preghiamo anche per la Chiesa che è in Algeria, nella quale vive e opera anche una fraternità delle Discepole del Vangelo, affinché la comunità cristiana testimoni sempre il Signore Gesù, che ci manifesta l’amore infinito del Padre, che ci costituisce fratelli e sorelle, tutti”.

Viminale: da inizio anno sbarcate 141.519 migranti sulle coste italiane

23 Ottobre 2023 -
Roma - Sono finora 141.519 le persone migranti sbarcate sulle coste italiane da inizio anno secondo i dati del  ministero degli Interni aggiornati a questa mattina. Di questi Di questi 17.466 sono di nazionalità guineana (12%), sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco; gli altri provengono da Costa d’Avorio (15.646, 11%), Tunisia (15.370, 11%), Egitto (9.034, 6%), Bangladesh (8.219, 6%), Burkina Faso (8.151, 6%), Pakistan (6.454, 5%), Siria (5.995, 4%), Mali (5.406, 4%), Camerun (4.877, 3%) a cui si aggiungono 44.901 persone (32%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione. Fino ad oggi sono stati 14.780 i minori stranieri non accompagnati ad aver raggiunto il nostro Paese via mare. Il dato è aggiornato a oggi, 23 ottobre.

Corridoi umanitari: nuovi arrivi da Cipro e Pakistan

23 Ottobre 2023 - Roma - Sono arrivate questa mattina da Cipro 20 persone grazie ai corridoi umanitari della Comunità di Sant’Egidio, realizzati in accordo con i Ministeri dell'Interno e degli Esteri. In fuga dall'Afghanistan e dalle guerre che colpiscono diversi paesi africani, come Repubblica Democratica del Congo, Cameroun e Somalia, hanno trascorso lunghi periodi di permanenza nel campo profughi di Pournara. Situato nei pressi della capitale Nicosia, il campo è stato visitato da Papa Francesco durante il suo viaggio a Cipro nel dicembre 2021. Per due estati consecutive oltre 200 giovani delle Comunità di Sant'Egidio di diversi paesi europei hanno trascorso le loro vacanze in questo campo organizzando il "Ristorante dell'Amicizia", ma anche corsi di lingua italiana e inglese per giovani e adulti, insieme ad attività educative e ricreative per i numerosi minori presenti. I singoli e i nuclei familiari - presenti anche due bimbi di 5 e 9 mesi - accolti stamattina a Fiumicino, verranno ospitati nel Lazio, nelle Marche e in Sicilia, e subito avviati verso l’integrazione grazie all’apprendimento della lingua italiana e, una volta ottenuto lo status di rifugiato, all’inserimento nel mondo lavorativo. L'arrivo dei rifugiati da Cipro è stato preceduto, nei giorni scorsi - spiega una nota della comunità fondata da Andrea Ricardi - da quello di 11 cittadini afghani giunti a Roma da Islamabad. Rifugiati in Pakistan dall’agosto 2021, questi nuclei familiari, composti anche di minori e anziani, hanno "trascorso oltre due anni in condizioni gravemente precarie in un campo profughi informale nel centro della capitale pachistana. Perché, dopo la caduta di Kabul e la grande mobilitazione iniziale, molti tra gli afghani riusciti a salvarsi rifugiandosi nei paesi confinanti, restano ancora in attesa di reinsediamento". Complessivamente, con il sistema dei corridoi umanitari, interamente autofinanziati e realizzati grazie a una rete di accoglienza diffusa, sono giunti in Europa circa 6500 rifugiati, di cui oltre 5600 in Italia. (R.I.)

Papa Francesco: l’integrazione “dipende da come viene fatta”

23 Ottobre 2023 - Città del Vaticano - L’integrazione “dipende da come viene fatta; dal modo in cui si fomenta la convivenza. Il problema, in Europa, è che in alcune città si formano ghetti di immigrati. Questo non è positivo né per loro né per il Paese ospitante”. Lo dice papa Francesco nel libro “Non sei solo. Sfide, risposte, speranze” in conversazione con Francesca Ambrogetti e Sergio Rubin, in uscita domani ed edito  da Salani. Il papa ricorda che “c’ è stato un caso di giovani che hanno perpetrato un attentato con decine di morti e feriti. Vivevano in un ghetto che si è trasformato in terreno fertile perché fossero sottoposti a un lavaggio del cervello. Chiediamoci quale futuro può avere un giovane a cui, quando cerca un lavoro, sbattono tutte le porte in faccia per il semplice fatto di avere origini diverse. Il rischio di cadere nell'alcolismo, nella droga odi delinquere per sopravvivere è alto. Finanche – dice il Pontefice nel testo anticipato oggi dal quotidiano “La Stampa” - nella tentazione del suicidio. Per non parlare di chi invece si ritrova coinvolto con l'ISIS”. Per papa Francesco è necessario “andare oltre i pregiudizi e che gli stessi rifugiati facciano uno sforzo e si aprano a un nuovo contesto culturale senza perdere le loro tradizioni, che sono un arricchimento. Scusate se cito il mio Paese, ma è l'esempio che conosco meglio, e in più, vista l'enorme quantità di immigrati di diversi Paesi, culture e religioni che ha accolto, l'Argentina è anche un esempio di integrazione”. Il papa racconta che quando era un ragazzo ragazzo, alla scuola pubblica “convivevano, senza nessun problema, giovani delle più diverse origini famigliari. E tuttavia capisco certe cautele da parte dei cittadini e anche la prudenza delle autorità dei Paesi ospitanti perché in alcuni casi sono plausibili. Detto ciò, che da un certo timore si passi al terrore e si chiudano le frontiere mi sembra un atteggiamento irrazionale. Perché non ci sediamo e non analizziamo come si può agire a favore dell'integrazione? E perché non stabiliamo anche quanti ne possiamo integrare? Anche in Europa ci sono eccellenti esempi di integrazione”. Il Pontefice insiste nel dire che “la chiave sta nell'integrazione è nel portarla a termine. È vero che l'ideologizzazione dell'elemento religioso, quello che in Africa si chiama islam radicale, è un problema e rappresenta una perversione della religiosità perché l'islam, in verità, è una religione di pace e la maggior parte dei suoi membri sono pacifici. Come dicono loro, o si è terroristi o si è musulmani. Che poi, detto traparentesi, il fondamentalismo lo troviamo in tutte le religioni. Inoltre, caso strano, nei Paesi africani in cui non sono filtrate organizzazioni come l'ISIS, di solito la convivenza è molto buona. In alcuni, a Natale, i musulmani fanno regali ai cristiani. E i cristiani fanno regali ai musulmani per il Ramadan o perla festa del Sacrificio. Un nunzio destinato a un Paese africano – ha detto ancora papa Francesco - mi ha raccontato che, nella cattedrale della sua capitale, si forma una lunga coda per varcare la Porta Santa e ottenere indulgenze giubilare e che tra i cristiani ci sono molti musulmani che poi si dirigono all'altare dove si trova l'immagine della Madonna perché Maria è venerata nell'islam”. (R.I.)  

La moneta, Cesare e Dio

23 Ottobre 2023 -
Città del vaticano - Per la Chiesa ieri, domenica, è stat la Giornata missionaria mondiale, memoria liturgica di san Giovanni Paolo II e anniversario dell’inizio del Pontificato di Papa Wojtyla, 22 ottobre di 45 anni fa. Domenica in cui Papa Francesco esprime preoccupazione per quanto sta accadendo in Israele e Palestina, e rinnova la sua richiesta perché si arrivi alla pace: “la guerra sempre è una sconfitta. È una distruzione della fraternità umana. Fratelli fermatevi”. Prega il Papa per coloro che soffrono e manifesta vicinanza “agli ostaggi, ai feriti, alle vittime e ai loro familiari”. A Gaza è “grave la situazione umanitaria”, dice prima di ricordare, con dolore, quanto accaduto alla parrocchia greco-ortodossa di San Porfirio, colpita da diversi missili, e all’ospedale Al-Ahli: “rinnovo il mio appello affinché si aprano gli spazi, si continuino a fare arrivare gli aiuti umanitari, e si liberino gli ostaggi”. Ma non dimentica Francesco l’Ucraina: “la guerra, ogni guerra che è nel mondo è una sconfitta”. Tornano alla mente le parole, quanto mai attuali oggi, che venti anni fa san Giovanni Paolo II pronunciava mentre il mondo era in ansia per il possibile intervento della coalizione internazionale, poi avvenuto, in Iraq: “Mai potremo essere felici gli uni contro gli altri, mai il futuro dell’umanità potrà essere assicurato dal terrorismo e dalla logica della guerra”. Domenica che Matteo, nel suo Vangelo, ci porta a Gerusalemme dove Gesù è messo alla prova da discepoli dei farisei e da erodiani: filogovernativi e collaborazionisti, questi ultimi, una popolazione a sud del Mar Morto sotto la Giudea; contrari all’occupazione romana, i primi. L’evangelista, nel suo racconto, ci propone tre elementi: la moneta, il sottile inganno e la risposta spiazzante. La moneta con il volto di Cesare è il census coniata appositamente da Roma per il tributo dovuto all’impero dal popolo della Giudea, esclusi anziani e bambini. Aveva il valore di una giornata di lavoro ed era uno dei segni più odiosi per far sentire il peso della schiavitù. Il sottile inganno è la domanda sulla legittimità del tributo a Cesare e una risposta positiva poteva costare l’accusa di idolatria, una negativa, l’accusa di essere un sobillatore politico. Ma Gesù non si lascia ingannare: li chiama “ipocriti”, e pone loro una domanda: questa immagine e questa iscrizione di chi sono? Risponde con un sorprendente realismo politico: “rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio”. Il tributo va pagato “ma l’uomo porta in sé un’altra immagine quella di Dio” commentava Benedetto XVI: “l’immagine di Dio non è impressa sull’oro, ma sul genere umano. La moneta di Cesare è oro, quella di Dio è l’umanità”. Quante volte abbiamo ripetuto, e non sempre in modo appropriato, la frase del Vangelo di Matteo. “Parole diventate di uso comune, dice Papa Francesco, ma a volte utilizzate in modo sbagliato – o almeno riduttivo – per parlare dei rapporti tra Chiesa e Stato, tra cristiani e politica”. Altra lettura sbagliata, per il vescovo di Roma, la divisione tra Cesare e Dio: è una “schizofrenia” separare la realtà terrena e quella spirituale, “come se la fede non avesse nulla a che fare con la vita concreta, con le sfide della società, con la giustizia sociale, con la politica e così via”. A Cesare, afferma Francesco, “cioè alla politica, alle istituzioni civili, ai processi sociali ed economici, appartiene la cura dell’ordine terreno”, e noi siamo chiamati a dare alla società il nostro contributo “promuovendo il diritto e la giustizia nel mondo del lavoro, pagando onestamente le tasse, impegnandoci per il bene comune”. A Dio “appartiene l’uomo, tutto l’uomo e ogni essere umano. E ciò significa che noi non apparteniamo a nessuna realtà terrena, a nessun ‘Cesare’ di turno. Siamo del Signore e non dobbiamo essere schiavi di nessun potere mondano”. Gesù ci ricorda “che nella nostra vita è impressa l’immagine di Dio, che niente e nessuno può oscurare”. È quanto affermava l’anonimo estensore della lettera A Diogneto il quale scriveva, a metà del secondo secolo, che i cristiani hanno la loro cittadinanza in cielo: “abitano ognuno nella propria patria, ma come se fossero stranieri; rispettano e adempiono tutti i doveri di cittadini e si sobbarcano gli oneri come fossero stranieri; ogni regione straniera è la loro patria, eppure ogni patria per essi è terra straniera”. (Fabio Zavattaro - Sir)

“Io capitano”: Garrone a Palermo, “consentire a tutti di muoversi liberamente”

20 Ottobre 2023 - Palermo - Quanto è grande questo deserto? Quanto è profondo l’abisso nel cuore dell’uomo? Quanto è vasto questo mare che ci divide da un porto di salvezza? Sono queste le domande che accompagnano lo spettatore nella visione del film “Io capitano”, l’opera con cui Matteo Garrone ha vinto il Leone d’Argento per la miglior regia all’ottantesima edizione della Mostra del Cinema di Venezia. Film che il regista ha presentato  a Palermo presso il cinema “Rouge et Noir”. La pellicola ripercorre il viaggio di Seydou e Moussa, due giovani senegalesi diretti in Italia. Attratti, come tanti loro coetanei, dall’abbaglio della vita luccicante ammirata sui social, i due scopriranno ben presto l’amaro prezzo da pagare per inseguire il desiderio di un destino migliore. Il deserto con i suoi pericoli, prima, e poi la Libia con le sue crudeltà, metteranno a dura prova la voglia dei due minori di raggiungere le coste europee. Un’odissea, la loro, che ricalca in maniera fedele quella vissuta da chi ha intrapreso il percorso migratorio dall’Africa. La sceneggiatura, infatti, nulla aggiunge ai crudi racconti di quanti sono riusciti a compiere la traversata. Garrone, tuttavia, riesce in alcuni momenti a stemperare la tensione del racconto con quei tocchi onirici che rappresentano la sua cifra stilistica. Il risultato è un’opera che colpisce dritto allo stomaco e che si inserisce nel dibattito, sempre infuocato, in materia di politiche migratorie. Una tema, questo, che Garrone ha toccato anche in occasione al termine della proiezione. «I ragazzi come i protagonisti del film inseguono un sogno in un sistema ingiusto che con consente loro di muoversi liberamente – ha detto il cineasta romano -. Fino a quando non ci saranno canali legali di ingresso queste persone continueranno a rischiare la vita e ad alimentare il traffico di esseri umani». L’autore, parlando con il pubblico, ha raccontato di avere voluto «dare la voce a chi non ce l’ha», realizzando un controcampo, narrando una storia dalla prospettiva di chi sta dall’altra parte del mare. «Non giovani che non fuggono da guerre – ha precisato - ma giovani che sono attirati da tutto ciò che spesso vedono internet e che è un loro diritto raggiungere, senza fili spinati e preclusioni». Il film, inoltre, pone l’attenzione sulla questione legata ai migranti accusati di essere scafisti solo per avere preso il timone dei barconi della speranza, in assenza di legami con le organizzazioni criminali che lucrano sulla disperazione di interi popoli. Un automatismo che, negli ultimi anni, ha portato alla sbarra centinaia di persone, spesso giovanissime, colpevoli solo di avere accettato il ruolo di capitano per non pagare il prezzo della traversata. È la storia di F., il quindicenne a cui si è ispirato il regista per il personaggio del protagonista, ritrovatosi senza nulla dopo avere trascorso sei mesi in carcere. È anche il caso che di P., sette anni in attesa di giudizio con l’accusa di essere uno scafista prima di essere assolto e ora testimonial dell’associazione “Dal mare al carcere”. «Gli scafisti – ha detto il migrante, intervenendo alla presentazione del film – non hanno bisogno di venire in Europa, perché hanno già il loro business. I capitani che portano la barca cercano solo di salvare sé stessi e i loro compagni di viaggio». (Luca Insalaco)

Festilval della Migrazione: dal 25 ottobre l’ottava edizione

20 Ottobre 2023 - Modena - Dal 25 al 28 ottobre ritorno il Festival della Migrazione. La rassegna promossa da Fondazione Migrantes, Porta aperta, UNIMORE e CRID si snoderà nelle sedi di Modena, Carpi, Bologna, Ferrara, Fidenza e Rovigo, con eventi anche a Mirandola, Soliera, Formigine e Fiorano Modenese.  “Liberi di partire, liberi di restare” è il titolo dell’evento giunto all’ottava edizione, che anche quest’anno si propone di promuovere un confronto approfondito e non ideologico su un fenomeno complesso come quello delle migrazioni: l’obiettivo degli organizzatori è infatti quello di rappresentare le diversità, le sfumature e l’esperienza soggettiva della migrazione, andando oltre i luoghi comuni e la retorica che troppo spesso riduce i migranti e il fenomeno stesso a categorie semplicistiche. Dopo la presentazione del Festival allo Spazio F e l’anteprima all’Opera Padre Marella di Bologna di mercoledì 25 ottobre, l’apertura ufficiale della kermesse sarà giovedì 26 ottobre alla Fondazione San Carlo di Modena, dove si terranno i saluti dei partner istituzionali e lectio di Luigi Alici e Ivo Lizzola dal titolo “Liberi di partire, liberi di restare, liberi di raccontare”. Nel pomeriggio, presso lo Spazio F, il racconto delle esperienze supportate da Fondazione di Modena e Fondazione Migrantes, a Palazzo Europa la presentazione del libro “Lampedusa” di Elena Bellei e in serata la parrocchia di Gesù Redentore ospiterà il dialogo tra Maurizio Ambrosini e don Mattia Ferrari dal titolo “La storia & le storie”. Nella stessa giornata a Carpi è prevista una doppia proiezione – alla mattina per le scuole, in serata per tutti – del film di Matteo Garrone “Io capitano”, nel pomeriggio a Ferrara, nell’aula magna del Dipartimento di Giurisprudenza, spazio all’incontro “Volti, storie, diritti dei minori migranti” a cura dell’Università di Ferrara, infine a Mirandola serata in compagnia dell’autrice Anna Pisterzi, che in Sala Trionfini presenterà il suo libro “Traiettorie”. Nella mattinata di venerdì 27 ottobre il Festival si fa in due: a Fidenza avrà luogo l’incontro “La salute degli immigrati e dei profughi e richiedenti asilo: aspetti sanitari e aspetti inter-religiosi e inter-culturali”, a cura di Fondazione Migrantes Emilia Romagna, Caritas regionale, Pastorale della salute regionale e Ausl di Parma, all’Aula Magna del Dipartimento di Giurisprudenza di Modena i convegni a cura del CRID “L’accesso all’istruzione superiore di richiedenti asilo e titolari di protezione” e “Cittadinanza, identità, diritti: i giovani italiani DOS”. Il programma della giornata proseguirà a Carpi, in Sala Duomo, sede dell’incontro “Liberi di restare: la cooperazione internazionale e le comunità territoriali” e, in serata, della lectio di Brunetto Salvarani e Adil Laamane “Custodire il creato costruendo la pace”, nell’ambito della 22a edizione della Giornata ecumenica del dialogo cristiano islamico. In serata, alla parrocchia San Pio X di Modena, un’iniziativa di grande spessore: alle 20 la presentazione del progetto sociale Roots, un ristorante che ha come scopo anche quello di insegnare un lavoro a donne migranti, con una degustazione gratuita, alle 21 “La storia e le storie”, con il professor Maurizio Ambrosini e con don Mattia Ferrari, che è stato cappellano sulla Mare Jonio di Mediterranea. Sabato 28 ottobre il Festival della Migrazione farà tappa a Rovigo, Modena, Soliera e Formigine. Nel capoluogo veneto, a Palazzo Angeli, Università di Ferrara e Fondazione Cariparo organizzano l’incontro “Diritto alla scuola e scuola di diritti”; a Modena Fondazione Migrantes cura la giornata al Teatro San Carlo: in mattinata l’incontro “Liberi di scegliere di migrare e di restare, ma a quali condizioni”, ispirato al messaggio di Papa Francesco riguardo al fenomeno migratorio, nel pomeriggio la testimonianza della Chiesa nella costruzione della pace con mezzi pacifici. Nel pomeriggio, sempre a Modena, ma a Palazzo Europa, il Centro Servizi per il Volontariato propone l’iniziativa “Il colore dei passaporti”, al Castello Campori di Soliera Marilena Umuhoza Delli presenta il suo libro “Lettera di una mamma afrodiscendente alla scuola italiana”, mentre alla Sala Loggia c’è l’evento “Aspettando ‘Il rumore dei passi’”. Gran finale in serata al teatro San Carlo di Modena, con lo spettacolo “Canto per l’Europa” di e con Paolo Rumiz. Il Festival della Migrazione è promosso da Fondazione Migrantes, da Porta Aperta come capofila di una cinquantina di organizzazioni, dall’Università di Modena e Reggio Emilia e il Centro di Ricerca Interdipartimentale su Discriminazioni e Vulnerabilità, con il patrocinio e il sostegno di Regione Emilia-Romagna, Acri, comuni di Modena, Carpi, Spilamberto, Fiorano, Formigine, Maranello e Soliera, inoltre del patrocinio di Università di Ferrara, Università di Camerino, Università di Perugia, Università Cattolica del Sacro Cuore, Università per gli Stranieri di Siena, gode inoltre del sostegno di Fondazione di Modena, Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi, Csv Terre Estensi e di Fondazione Collegio San Carlo e del contributo di Bper Banca e Menù.      

Papa Francesco: “farci prossimi di tutti i viandanti di oggi, per salvare le loro vite, curare le loro ferite, lenire il loro dolore”

20 Ottobre 2023 - Città del vaticano - “Come il buon samaritano, siamo chiamati a farci prossimi di tutti i viandanti di oggi, per salvare le loro vite, curare le loro ferite, lenire il loro dolore”. Ieri sera in piazza san Pietro momento di preghiera per i migranti e i rifugiati, con i partecipanti al Sinodo in corso in Vaticano alla presenza di papa Francesco che ha ricordato come “per molti, purtroppo, è troppo tardi e non ci resta che piangere sulle loro tombe, se ne hanno una, o il Mediterraneo ha finito di essere una tomba”. Il “Signore conosce il volto di ciascuno, e non lo dimentica. Il buon samaritano non si limita a soccorrere il povero viandante sulla strada. Lo carica sul suo giumento, lo porta a una locanda e si prende cura di lui”, ha detto il Pontefice: “qui possiamo trovare il senso dei quattro verbi che riassumono la nostra azione con i migranti: accogliere, proteggere, promuovere e integrare”. Per il papa quindi i migranti “vanno accolti, protetti, promossi e integrati. Si tratta di una responsabilità a lungo termine, infatti il buon samaritano si impegna sia all’andata sia al ritorno. Per questo è importante prepararci adeguatamente alle sfide delle migrazioni odierne, comprendendone sì le criticità, ma anche le opportunità che esse offrono, in vista della crescita di società più inclusive, più belle, più pacifiche”. Nel suo intervento papa Francesco ha chiesto che si rendano sicure le strade percorse dai migranti, perché non cadano nelle mani delle reti criminali che su di loro speculano, e ci si impegni ad ampliare i canali migratori regolari. La celebrazione davanti al monumento Angel Unawares, la scultura che raffigura uomini e donne migranti di ogni età e provenienza. “Quanti fratelli e sorelle oggi si ritrovano nella medesima condizione del viandante della parabola? Tanti! Quanti vengono derubati, spogliati e percossi lungo la strada? Partono ingannati da trafficanti senza scrupoli. Vengono poi venduti come merce di scambio. Vengono sequestrati, imprigionati, sfruttati e resi schiavi. Vengono umiliati, torturati e violentati. E tanti, tanti muoiono senza arrivare mai alla meta. Le rotte migratorie del nostro tempo sono popolate da uomini e donne feriti e lasciati mezzi morti, da fratelli e sorelle il cui dolore grida al cospetto di Dio. Spesso sono persone che scappano dalla guerra e dal terrorismo, come vediamo purtroppo in questi giorni”, ha detto il papa. Oggi come ai tempi del buon samaritano, “c’è chi vede e passa oltre, sicuramente dandosi una buona giustificazione, in realtà per egoismo, indifferenza, paura, questa è la verità”. Il Vangelo dice che quel samaritano vide “quell’uomo ferito e ne ebbe compassione. Questa è la chiave. E la compassione è l’impronta di Dio nel nostro cuore. Lo stile di Dio è vicinanza, compassione e tenerezza: questo è lo stile di Dio. E la compassione è impronta di Dio nel nostro cuore. Come il buon samaritano, siamo chiamati a farci prossimi di tutti i viandanti di oggi, per salvare le loro vite, curare le loro ferite, lenire il loro dolore. Per molti, purtroppo, è troppo tardi e non ci resta che piangere sulle loro tombe, se ne hanno una, o il Mediterraneo è finito per essere la tomba. Ma il Signore conosce il volto di ciascuno, e non lo dimentica”. (Raffaele Iaria)

Migranti trattenuti a Lampedusa: la Cedu condanna l’Italia

20 Ottobre 2023 - Bruxelles - La Corte europea dei diritti umani (Cedu) ha condannato l'Italia per le condizioni di vita e la detenzione di tre migranti tunisini nell'hotspot di Lampedusa tra il 2017 e il 2019. In tre sentenze distinte, la Cedu afferma che i migranti sono stati sottoposti a «un trattamento disumano e degradante» a causa delle condizioni di vita nell’hotspot. Sono stati «arbitrariamente privati della loro libertà», afferma, perché trattenuti nell’hotspot «senza una base giuridica chiara e accessibile e in assenza di un provvedimento motivato che ne disponesse la detenzione». Nella sentenza i togati di Strasburgo evidenziano che i tre migranti sono stati tenuti nell'hotspot per periodi che vanno dai 17 giorni a oltre 2 mesi, anche se il posto era sovraffollato, le condizioni igieniche erano carenti, e mancavano i letti. Uno c'è rimasto anche dopo lo scoppio di un incendio. La Cedu ha stabilito che l'Italia dovrà versare a ciascun migrante 9mila euro.  

Scegliere di Emigrare: un documentario sul desiderio di emigrare degli studenti di Dakar

19 Ottobre 2023 - Roma - Oggi,  19, alle 19:00 presso il Teatro Garbatella di Roma, la cooperativa Sophia presenta “Scegliere di Emigrare” il suo primo documentario realizzato per condividere con il pubblico l’indagine che ha condotto sul desiderio di emigrare degli studenti di Dakar. Il documentario è tratto dal progetto “Educare Senza Confini” che Sophia ha condotto in Africa dal 2020 a beneficio di più di 6.000 studenti con lo scopo di aumentare la loro consapevolezza della migrazione, attraverso informazioni, testimonianze e spazio per esprimere con l’arte la propria opinione sul tema. Il progetto si conclude ogni anno con un evento finale, che quest’anno si è tenuto nel Collége Sacre-Coeur di Dakar alla presenza di 200 studenti. “Ho visto le riprese di una studentessa che cantava all’evento finale, una canzone che parlava del desiderio di partire. Mi sono chiesto chi ero io per giudicare questa ragazza. L’aula magna era piena di ragazzi. Se fossi stato tra loro, anche io sarei voluto partire”, racconta Davide Tittarelli, autore del documentario, riferendosi alle riprese fatte durante l’ultimo evento finale del progetto. L’idea di realizzare il documentario era quella di permettere anche ad altre persone di provare la sua stessa empatia nei confronti di chi emigra e superare quelle generalizzazioni o idealizzazioni che banalizzano il fenomeno migratorio. La lente attraverso la quale "osserviamo la scelta di emigrare è quella del team di educatori della Cooperativa Sophia che per primo ha dovuto imparare a relazionarsi con giovani e docenti che non conosceva ma nei quali desiderava generare un cambiamento di prospettiva sul fenomeno migratorio". “Mi piaceva che Sophia non si fosse fermata al desiderio di dare informazioni corrette ma che abbia continuato a scavare per capire come rendersi veramente utile per gli studenti locali.” racconta Davide. Attraverso delle animazioni, il documentario illustra le pillole della ricerca “Information Campaigns and Migration Perceptions” che Sophia ha realizzato su un campione di 4.000 studenti di Dakar in collaborazione con l’università Tor Vergata di Roma e la Fondazione Migrantes sul desiderio di emigrare degli studenti locali e sulle loro conoscenze del fenomeno migratorio. Il regista ha lasciato alla voce di studenti e docenti locali il compito di indicare una possibile via per dare una risposta alla domanda: “E’ meglio partire o restare?”

Fondazione Moressa: 2,4 milioni di lavoratori immigrati in Italia, producono 154 miliardi di PIL (9%)

19 Ottobre 2023 - Roma - La popolazione straniera residente in Italia si conferma stabile a quota 5 milioni ad inizio 2023, pari all’8,6% del totale. L’età media degli stranieri è 35,3 anni, contro i 46,9 degli italiani. Gli indicatori demografici spiegano bene la diversa tendenza: tra gli stranieri vi sono 11,0 nati ogni mille abitanti e 2,0 morti; tra gli italiani, 6,3 nati e 13,0 morti per mille abitanti. Significativo anche il numero di stranieri “naturalizzati” italiani: 133 mila nel 2022, per un totale di 1,4 milioni negli ultimi 11 anni. Sono alcuni dati presenti nel Rapporto annuale 2023 sull’economia dell’Immigrazione, curato dalla Fondazione Leone Moressa e presentato oggi a Roma. Nel 2022 sono stati 338 mila i Permessi di Soggiorno rilasciati dall’Italia, picco massimo dell’ultimo decennio. In ripresa, soprattutto, gli ingressi per lavoro, che rappresentano quasi un quinto del totale. I 67 mila ingressi per lavoro del 2022 sono frutto del Decreto Flussi 2021 (Governo Draghi) e sono dunque destinati ad aumentare nei prossimi anni a seguito dei Decreti del Governo Meloni, che ha previsto 122 mila ingressi per lavoro nel 2023 e 452 mila nel periodo 2024-2026. In Europa, i Paesi con più immigrati per lavoro sono Polonia, Spagna e Germania. In Italia, il rapporto tra ingressi per lavoro e popolazione residente (11,3 ogni 10 mila abitanti) rimane inferiore rispetto alla media Ue (27,4). Il primo canale d’ingresso in Italia, infatti, rimane il ricongiungimento familiare (38,9% del totale). Dopo la flessione dovuta alla pandemia, il tasso di occupazione degli stranieri (60,6%) torna a superare quello degli italiani (60,1%), pur rimanendo al di sotto dei livelli pre-Covid. Gli occupati stranieri sono 2,4 milioni e si concentrano nei lavori manuali: l’incidenza degli stranieri, infatti, è mediamente del 10,3% sui lavoratori totali, ma raggiunge il 28,9% tra il personale non qualificato. I lavoratori immigrati producono 154,3 miliardi di Valore Aggiunto, dando un contributo al PIL pari al 9%. L’incidenza sul PIL aumenta sensibilmente in Agricoltura (15,7%), ed Edilizia (14,5%). Secondo i dati del Rapporto continua l’aumento degli imprenditori immigrati, che nel 2022 sono 761 mila (10,1% del totale). In dodici anni (2010-22), gli immigrati sono cresciuti (+39,7%) mentre gli italiani sono diminuiti (-10,2%). Incidenza più alta al Centro-Nord e nei settori di Costruzioni, Commercio e Ristorazione. Dopo la pandemia, torna a crescere il numero di contribuenti immigrati. Si tratta di 4,3 milioni di contribuenti (10,4% del totale), che nel 2022 hanno dichiarato redditi per 64 miliardi di euro e versato 9,6 miliardi di Irpef. Rimane alto il differenziale di reddito pro-capite tra italiani e immigrati (circa 8 mila euro annui di differenza), conseguenza diretta della concentrazione occupazionale. Rimane positivo il saldo tra il gettito fiscale e contributivo (entrate, 29,2 miliardi) e la spesa pubblica per i servizi di welfare (uscite, 27,4 miliardi), con +1,8 miliardi di euro in attivo. Gli immigrati, prevalentemente in età lavorativa, hanno infatti un basso impatto sulle principali voci di spesa pubblica come sanità e pensioni.

Vigilare sul Cyberspazio

19 Ottobre 2023 - Roma - È uno dei problemi del Cyberspazio: la facile accessibilità da parte dei minori a contenuti dannosi, come ad esempio la pornografia. È un fenomeno ampio che forse, proprio perché legato al digitale, sfugge ai più nelle proporzioni e nelle conseguenze. E allora occorre parlarne; farlo aiuta a crescere nella consapevolezza e motiva l’azione di educazione, prevenzione e contrasto. Per questo abbiamo pensato a un tracciato d’impegno, condiviso con il Coordinamento per la comunicazione (Copercom) e una decina di associazioni ad esso aderenti, con l’obiettivo di progettare un’azione concreta in risposta a un tema di grande attualità. È importante agire su due macro-aree – sensibilizzazione e formazione – puntando all’educazione all’affettività, alla vita interiore e a una maggiore coscienza dei genitori. Tutti sono chiamati a fare la loro parte! (Vincenzo Corrado)

Mons. Felicolo: la popolazione straniera possa essere messa nelle condizioni di contribuire attivamente alla vita del paese

19 Ottobre 2023 - Roma – “È inevitabile uno sguardo di preoccupazione verso la parte immigrata della popolazione residente in Italia. Siamo, infatti, a conoscenza della difficoltà di molti cittadini stranieri, giovani e meno giovani, di ‘rimanere al passo’ con le nuove tecnologie e la digitalizzazione”. Lo ha detto questa mattina il direttore generale della Fondazione Migrantes, mons. Pierpaolo Felicolo, alla presentazione del XIII Rapporto annuale sull’economia dell’immigrazione “Talenti e competenze nell’Europa del futuro” curato dalla Fondazione Leone Moressa.  Mons. Felicolo ha ricordato quanto successo durante la pandemia, con la didattica a distanza (DAD): la maggioranza dei minori stranieri ha dovuto condividere il computer o il tablet con i restanti membri della famiglia. L’emergenza Covid-19 ha reso “solo più evidenti gli effetti del cosiddetto ‘digital divide’, soprattutto nell’ambito dell’istruzione, che grava soprattutto sui giovani provenienti da situazioni socio-economiche svantaggiate, di scarsa integrazione sociale, mancanti del sostegno da parte delle famiglie oppure incapaci o impossibilitati ad interfacciarsi con docenti e scuole”. Qualcosa di simile – ha spiegato il direttore Migrantes - accade anche con gli adulti di recente immigrazione, che “spesso sono ostacolati, se non del tutto esclusi, in una ricerca del lavoro che ormai si affida ampiamente, anche per la parte burocratica, unicamente alle tecnologie digitali”. Il Rapporto 2023 di Fondazione Moressa sull’economia dell’immigrazione intende “tracciare una fotografia dell’Italia dal punto di vista della valorizzazione di talenti”. Questo – ha spiegato - è anche “uno dei compiti della Fondazione Migrantes: scoprire, e far scoprire, le grandi ricchezze, certamente non solo economiche, di cui si fanno portatrici le persone migranti”. In Italia “assistiamo – ha aggiunto ancora - ad un aumento di richiesta di manodopera – anche straniera – da parte delle imprese, che ha condotto negli ultimi anni a un’inversione di tendenza nella definizione delle quote d’ingresso previste dal Decreto Flussi: dopo anni di quote ridotte a 30 mila ingressi annui (inclusi gli stagionali), gli ingressi pianificati sono stati 69 mila per il 2022 e addirittura 82 mila per il 2023. Si tratta di un significativo cambiamento di indirizzo, anche se con numeri ancora insufficienti rispetto alle richieste avanzate dalle categorie produttive”. Ma “non dobbiamo abituarci a pensare che la manodopera che viene dall’estero – persone, uomini e donne, di cittadinanza straniera – possa trovare un impiego soltanto nel lavoro manuale, se intende o può aspirare ad altro. La presenza di lavoratori stranieri qualificati, infatti, è troppo spesso misconosciuta, ed essi vengono inseriti in mansioni di basso livello rispetto alla loro formazione determinando un’immobilità sociale che limita le loro opportunità di reale inserimento sociale e uno spreco di competenze per l’intero Paese. Una forma, se possibile ancora più odiosa, di lavoro ‘etnicizzato’”. L’auspicio della Fondazione Migrantes, è che la popolazione di cittadinanza straniera “possa sempre più essere messa nelle condizioni di contribuire attivamente alla vitalità imprenditoriale, alla cultura e allo sviluppo dell’economia italiana e dei paesi di provenienza attraverso i propri talenti”.

Migrantes Treviso: ieri celebrazione del vescovo al lunapark e giro sulla giostra

  19 Ottobre 2023 -

Treviso - Ieri a Treviso, alle Fiere di san Luca, una celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo mons. Michele Tomasi promossa dall’ufficio diocesano Migrantes. Quest’anno, per la prima volta, la messa è stata presieduta dal presule che si è intrattenuto poi con i giostrai e con le loro famiglie e ha accettato l’invito a fare un giro sulla ruota panoramica. Commentando il Vangelo della festa di san Luca (l’invio, per la predicazione, dei 72 discepoli, a due a due, con l’invito a non portare troppe cose con sé), mons. Tomasi ha ricordato l’importanza di viaggiare leggeri, come i lavoratori delle Fiere fanno.

“Viaggiare leggeri nella vita significa cercare sempre l’essenziale – ha detto -, ciò che dà senso all’esistenza. E il Vangelo ci insegna che questo essenziale è sempre e solo l’amore, la capacità di accogliere, di perdonare, di sostenere, di portare vita. Anche nel vostro caso, nel vostro lavoro, si vedono le luci, i colori, non la fatica che a volte questa vita richiede, fatta di spostamenti, di condizioni a volte difficili, come quando eravate bloccati nel tempo della pandemia. Che il Signore continui ad accompagnare il vostro cammino, il vostro impegno per la gioia delle persone, in un momento in cui sembra che siano la tristezza e il male a vincere. Ma ha già vinto il Signore, il male è sconfitto – ha concluso il Vescovo -, e allora ci sarà la gioia. Forse ci saranno delle belle giostre nel luogo dell’eternità beata, perché quello che ci aiuta a tornare fanciulli, è quello che ci rende partecipi del Regno di Dio”. A concelebrare con il vescovo il direttore dell’ufficio Migrantes, don Bruno Baratto, don Marco Cagnin, referente dell’ufficio Migrantes per i giostrai, il parroco di Fiera, don Matteo Volpato e don Mirko Dalla Torre, direttore ufficio Migrantes della diocesi di Vittorio Veneto e assistente triveneto per i fieranti e i circensi. (R.I.)

 

Papa Francesco: questa sera preghiera in Piazza san Pietro per i migranti e i rifugiati

19 Ottobre 2023 - Città del Vaticano. Questa sera, al termine della tredicesima congregazione generale del Sinodo dei Vescovi, una preghiera per i migranti e i rifugiati in piazza san Pietro  presso il monumento "Angel Unawares". La preghiera si svolgerà alla presenza di papa Francesco. E' importante che questo evento sia collocato nell'ambito del Sinodo perché il Sinodo sta guardando alla vita della Chiesa, una Chiesa pellegrina che cammina anche con le gambe dei migranti. Questo evento è un modo per essere vicini alle sofferenze e alle speranza dei più poveri.

Migrantes: nessun bisogno di disposizioni urgenti sull’immigrazione

18 Ottobre 2023 - Roma – La Fondazione Migrantes si dice “sorpresa” dal ricorso “costante a decreti d’urgenza sui temi migratori: è la quarta volta in pochi mesi, infatti, che il governo interviene sul tema della gestione migratoria”. Lo ha detto oggi il direttore generale dell’organismo pastorale della Cei parlando, in audizione, alla Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati in merito al disegno di legge avente per oggetto "Disposizioni urgenti in materia di immigrazione e protezione internazionale, nonché per il supporto alle politiche di sicurezza e la funzionalità del Ministero dell'interno”. Per la Migrantes se è “indubbio che il 2023 ha numeri di arrivi via mare significativi” (140.000 ad oggi ndr), gli arrivi via terra “sono stati anche più alti negli anni passati e gli sbarchi negli anni 2015 e 2016 sono stati superiori arrivando a 160.000/180.000, ma non c’è stato bisogno di arrivare a dichiarare l’emergenza, perché c’erano circa 190.000 posti di accoglienza che negli anni sono stati in parte smantellati”. In Italia - ha sottolineato il direttore generale Migrantes – “più che essere in emergenza per i numeri, siamo in emergenza perché non è stata fatta e continua a non essere fatta una programmazione e gestione dell’accoglienza adeguata che porti a far dialogare e coordinare il Governo con le regioni e a seguire non c’è una programmazione in ogni regione che coinvolga i comuni e tutti gli enti del Terzo settore ed ecclesiali”. Entrando nel merito del disegno di Legge “troviamo incoerente con quanto dichiarato in premessa che quasi tutti gli interventi siano volti non a garantire e tutelare i potenziali richiedenti asilo e le molte persone fragili che arrivano dopo viaggi estenuanti via terra e via mare, ma a comprimere ulteriormente i loro diritti contravvenendo addirittura ad alcune Convenzioni internazionali e alcune direttive europee”. Per la Migrantes “manca una programmazione regione per regione che garantisca posti dignitosi di prima e seconda accoglienza sia per adulti che per minori migranti. Non è possibile pensare di risolvere la mancanza di posti nel sistema, andando in deroga alle regole dell’Unione Europea e dichiarando che nelle strutture dove prima potevano essere accolte 50 persone ora ce ne possono stare 100 e dove prima erano accolte 100 persone ora ce ne possono stare 200, sapendo che il sovraffollamento unito ai tagli che già ci sono stati rispetto ai servizi dentro ai centri di accoglienza porterà a trascurare il riconoscimento di tutte le vulnerabilità che invece dovrebbero essere tutelate e a cui dovrebbe essere garantito un posto nel SAI. Se è apprezzabile aver riconosciuto tutte le donne e non solo quelle incinte come vulnerabili, occorre – sottolinea la Fondazione Migrantes - altrettanto farlo con tutti i minori, non trascurando anche le vulnerabilità di molti degli uomini che arrivano da viaggi e da campi dove le violazioni dei loro diritti sono state numerose, documentate sia in Libia che in Tunisia, come lungo la rotta balcanica”. Tra le criticità “il tentativo di limitare anche le tutele, che già non riusciamo a garantire, in ordine ai minori stranieri non accompagnati (MSNA)”: il Decreto-legge prevede che, in caso di indisponibilità di strutture dedicate, i Prefetti possano collocare i minori migranti non accompagnati ultra16enni in Centri di accoglienza per adulti. Una scelta, questa, che – sottolinea il direttore Migrantes – “si pone in drammatico contrasto con il principio del rispetto del superiore interesse del minore, oltre che rappresentare una grave discriminazione tra minorenni italiani e stranieri”. Ed è in “disaccordo” con quanto disposto anche dalla Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza per l’accoglienza dei MSNA, che stabilisce di preferire l’accoglienza del MSNA in famiglia o almeno in centri esclusivi per loro, con un buon rapporto tra minori presenti e figure di operatori ed educatori specializzati. Rispetto alla determinazione dell’età in fase di identificazione, poi, il testo prevede una deroga alla procedura disposta dalla L.47, stabilendo - anche senza un tutore del minore, senza un traduttore, - di sottoporre “il minore a radiografie che possono anche essere invasive e che danno risultati con margini di errore di circa due anni in più o in meno.  In questo modo – spiega la Fondazione Migrantes -  si elude il principio dell’approccio multidisciplinare, che preveda un’eccezione alla regola secondo la quale gli accertamenti sanitari, in particolare se caratterizzati da invasività, debbano essere utilizzati soltanto se strettamente necessari e in seguito a metodi meno invasivi, quali il colloquio psico-sociale con l’interessato. La procedura identificativa, inoltre, dovrebbe essere disposta solo in caso di “fondato dubbio” sulle dichiarazioni dell’interessato e non a libera discrezione delle forze di pubblica sicurezza”. La Migrantes ricorda anche che a proposito di accoglienza e di procedure identificative e di tutela dei minori in passato “il nostro Paese è stato condannato dalla Corte Europea dei diritti umani per aver collocato minorenni non accompagnati in centri di accoglienza per adulti e per aver condotto procedure di accertamento dell’età senza garanzie procedurali sufficienti”. Da qui la richiesta di una “una maggior attenzione nel disegno di legge in esame al rafforzamento del sistema di accoglienza e che tutte le norme che tendono a comprimere i diritti dei MSNA vengano eliminate durante l’iter della legge”.