Mons. Felicolo: la popolazione straniera possa essere messa nelle condizioni di contribuire attivamente alla vita del paese

19 Ottobre 2023 – Roma – “È inevitabile uno sguardo di preoccupazione verso la parte immigrata della popolazione residente in Italia. Siamo, infatti, a conoscenza della difficoltà di molti cittadini stranieri, giovani e meno giovani, di ‘rimanere al passo’ con le nuove tecnologie e la digitalizzazione”. Lo ha detto questa mattina il direttore generale della Fondazione Migrantes, mons. Pierpaolo Felicolo, alla presentazione del XIII Rapporto annuale sull’economia dell’immigrazione “Talenti e competenze nell’Europa del futuro” curato dalla Fondazione Leone Moressa.  Mons. Felicolo ha ricordato quanto successo durante la pandemia, con la didattica a distanza (DAD): la maggioranza dei minori stranieri ha dovuto condividere il computer o il tablet con i restanti membri della famiglia. L’emergenza Covid-19 ha reso “solo più evidenti gli effetti del cosiddetto ‘digital divide’, soprattutto nell’ambito dell’istruzione, che grava soprattutto sui giovani provenienti da situazioni socio-economiche svantaggiate, di scarsa integrazione sociale, mancanti del sostegno da parte delle famiglie oppure incapaci o impossibilitati ad interfacciarsi con docenti e scuole”. Qualcosa di simile – ha spiegato il direttore Migrantes – accade anche con gli adulti di recente immigrazione, che “spesso sono ostacolati, se non del tutto esclusi, in una ricerca del lavoro che ormai si affida ampiamente, anche per la parte burocratica, unicamente alle tecnologie digitali”. Il Rapporto 2023 di Fondazione Moressa sull’economia dell’immigrazione intende “tracciare una fotografia dell’Italia dal punto di vista della valorizzazione di talenti”. Questo – ha spiegato – è anche “uno dei compiti della Fondazione Migrantes: scoprire, e far scoprire, le grandi ricchezze, certamente non solo economiche, di cui si fanno portatrici le persone migranti”. In Italia “assistiamo – ha aggiunto ancora – ad un aumento di richiesta di manodopera – anche straniera – da parte delle imprese, che ha condotto negli ultimi anni a un’inversione di tendenza nella definizione delle quote d’ingresso previste dal Decreto Flussi: dopo anni di quote ridotte a 30 mila ingressi annui (inclusi gli stagionali), gli ingressi pianificati sono stati 69 mila per il 2022 e addirittura 82 mila per il 2023. Si tratta di un significativo cambiamento di indirizzo, anche se con numeri ancora insufficienti rispetto alle richieste avanzate dalle categorie produttive”. Ma “non dobbiamo abituarci a pensare che la manodopera che viene dall’estero – persone, uomini e donne, di cittadinanza straniera – possa trovare un impiego soltanto nel lavoro manuale, se intende o può aspirare ad altro. La presenza di lavoratori stranieri qualificati, infatti, è troppo spesso misconosciuta, ed essi vengono inseriti in mansioni di basso livello rispetto alla loro formazione determinando un’immobilità sociale che limita le loro opportunità di reale inserimento sociale e uno spreco di competenze per l’intero Paese. Una forma, se possibile ancora più odiosa, di lavoro ‘etnicizzato’”.

L’auspicio della Fondazione Migrantes, è che la popolazione di cittadinanza straniera “possa sempre più essere messa nelle condizioni di contribuire attivamente alla vitalità imprenditoriale, alla cultura e allo sviluppo dell’economia italiana e dei paesi di provenienza attraverso i propri talenti”.