Primo Piano

La domenica del Papa: Beato il Papa del sorriso

5 Settembre 2022 - Città del Vaticano - Un pontificato durato 33 giorni, il tempo di un sorriso, come titolò il quotidiano parigino Le Monde. Ieri, domemica 4 settembre, papa Francesco ha proclamato beato Giovanni Paolo I, il Papa che “con il suo sorriso è riuscito a trasmettere la bontà del Signore”. Cerimonia in una piazza San Pietro bagnata dalla pioggia, e gremita di fedeli venuti in gran parte da Belluno, l’Agordino, Vittorio Veneto e Venezia. Sulla facciata della basilica vaticana il ritratto ufficiale del nuovo beato, opera di un artista cinese, Yan Zhang, originario della provincia di Sichuan. L’artista, che ha vissuto in Tibet, spiritualità buddhista, nel ritratto ha voluto mettere in primo piano proprio il tema del sorriso, trasmesso da tutto il corpo di Luciani, omaggio al Papa che, con il suo sorriso, ha mostrato “una Chiesa con il volto lieto, il volto sereno, il volto sorridente, una Chiesa che non chiude mai le porte, che non inasprisce i cuori, che non si lamenta e non cova risentimento, non è arrabbiata, non è insofferente, non si presenta in modo arcigno, non soffre di nostalgie del passato cadendo nell’indietrismo”. La misura dell’amore, per Luciani, è un “amore intramontabile” perché il Signore “ha sempre gli occhi aperti su di noi – diceva Giovanni Paolo I il 10 settembre 1978 – anche quando sembra ci sia notte. È papà; più ancora è madre”. Humilitas il motto di Luciani, che si lega bene con la pagina evangelica di questa domenica, dove Luca ci ricorda che lo stile di Dio “non è quello di chi cerca il potere, ma quello di chi ama anche se questo “costa la croce del sacrificio, del silenzio, dell’incomprensione, della solitudine, dell’essere ostacolati e perseguitati”. Un Dio che “non ha il culto dei numeri, non cerca il consenso, non è un idolatra del successo personale. Al contrario, sembra preoccuparsi quando la gente lo segue con euforia e facili entusiasmi. Così, invece di lasciarsi attrarre dal fascino della popolarità – perché la popolarità affascina –, chiede a ciascuno di discernere con attenzione le motivazioni per cui lo segue e le conseguenze che ciò comporta”. Ecco quell’umiltà che Luciani ha praticato lungo tutto il suo servizio. Amare, dunque, “anche se costa la croce del sacrificio, del silenzio, dell’incomprensione, della solitudine, dell’essere ostacolati e perseguitati”. Se vuoi baciare Gesù crocifisso, diceva Luciani il 27 settembre, ultima udienza del suo Pontificato, “non puoi fare a meno di piegarti sulla croce e lasciarti pungere da qualche spina della corona, che è sul capo del Signore”. Seguirlo, per Francesco, “non significa entrare in una corte o partecipare a un corteo trionfale, e nemmeno ricevere un’assicurazione sulla vita. Al contrario, significa anche “portare la croce: come lui, farsi carico dei pesi propri e dei pesi degli altri, fare della vita un dono, non un possesso, spenderla imitando l’amore generoso e misericordioso che egli ha per noi”. In Luca leggiamo che per essere discepoli di Gesù bisogna essere pronti a lasciare la propria casa, amarlo più del proprio padre, della propria madre, moglie e figli. Andare dietro al Signore, ricorda nell’omelia Papa Francesco, significa non fare scelte “mondane”, non cercare “la mera soddisfazione dei propri bisogni, la ricerca del prestigio personale, il desiderio di avere un ruolo, di tenere le cose sotto controllo, la brama di occupare spazi e di ottenere privilegi, l’aspirazione a ricevere riconoscimenti”. Questo non è lo stile di Gesù, che invece chiede “scelte che impegnano la totalità dell’esistenza”; per questo desidera che il discepolo non anteponga nulla “neanche gli affetti più cari e i beni più grandi”. Umiltà, dunque. Luciani, nella sua prima udienza generale, 6 settembre, ha voluto parlare proprio della grande virtù dell’umiltà, affermando – “a rischio di dire uno sproposito”, dirà – che il Signore “tanto ama l'umiltà che, a volte, permette dei peccati gravi. Perché? perché quelli che li hanno commessi, questi peccati, dopo, pentiti, restino umili. Non vien voglia di credersi dei mezzi santi, dei mezzi angeli, quando si sa di aver commesso delle mancanze gravi. Il Signore ha tanto raccomandato: siate umili. Anche se avete fatto delle grandi cose, dite: siamo servi inutili. Invece la tendenza, in noi tutti, è piuttosto al contrario: mettersi in mostra. Bassi, bassi: è la virtù cristiana che riguarda noi stessi”. (Fabio Zavattaro - Sir)

Savona: la comunità indiana celebra la novena della Natività di Maria

3 Settembre 2022 -
Savona -  Domani, domenica 4 settembre, alle ore 15:30 nella Chiesa San Paolo Apostolo la comunità indiana celebrerà la novena della Natività della Beata Vergine Maria con una messa a cui parteciperà anche il vescovo di Savona-Noli, mons. Calogero Marino. La festa liturgica si terrà sabato 10 settembre dalle 17 alle 19 con la processione per le vie del quartiere Santa Rita e la messa ancora in San Paolo.
La festa nacque dapprima in Oriente e poi fu introdotta nella Chiesa d'Occidente da papa Sergio I. Secondo la tradizione tramandata dal Protovangelo di Giacomo, Maria nacque da Gioacchino, uomo virtuoso e molto ricco della tribù del Regno di Giuda e della stirpe di Davide, venerato come santo, e Anna, anch'ella venerata come santa. Il loro matrimonio non originò prole, anche dopo venti anni, a causa della presunta sterilità del marito, il quale, umiliato pubblicamente, si ritirò nel deserto tra i pastori.
Mentre erano separati un angelo sarebbe apparso ad Anna e le avrebbe annunciato l'imminente concepimento di un figlio. Lo stesso angelo sarebbe apparso contemporaneamente in sogno a Gioacchino. I due si incontrarono alla Porta Aurea di Gerusalemme: autori medievali considerano il loro casto bacio il momento dell'Immacolata Concezione di Maria.
 

Migrantes: concluso il Corso di Alta Formazione

2 Settembre 2022 - Alghero - Nel corso di Alta formazione organizzato dalla Fondazione Migrantes, più di 50 direttori diocesani e delegati regionali, riuniti ad Alghero dal 29 agosto ad oggi,  si sono confrontati sul tema della prossima Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato: “Costruire il futuro con i migranti e i rifugiati”. Alla fine del corso, si legge nel comunicato finale - "abbiamo sentito la necessità di ribadire alcuni principi che nascono dalla lunga esperienza di lavoro della Fondazione Migrantes nell’ accompagnamento sia degli emigrati italiani all’estero che di tutte le persone migranti, richiedenti asilo, circensi e giostrai, rom e sinti  nel nostro paese". In particolare: "la dignità di ogni persona e il suo diritto naturale alla mobilità (diritto di restare, diritto di partire, diritto di ritornare). Pensando - si legge ancora nel testo - al futuro ci sentiamo di proporre rispetto alla società e alla chiesa i seguenti punti:
  • ogni straniero ha la sua dignità (così come tutte le persone), non è funzionale soltanto alla nostra economia o strumentale al consenso politico a ridosso di ogni tornata elettorale.
  • non vorremmo assistere all’ennesima strumentalizzazione politica della sofferenza delle persone nei luoghi di accoglienza causata spesso dalla discutibile e non efficiente gestione di chi dovrebbe occuparsene.
  • Siamo certi che muri, decreti sicurezza e blocchi navali non servano a risolvere il problema. Così come la creazione di hot spot in Africa, i respingimenti e gli accordi di riammissione nei Paesi di provenienza.
  • Molta sofferenza, possibilità di sfruttamento e mal gestione sono causate dalla mancanza di canali di ingresso legali: non esiste nel nostro ordinamento la possibilità per un cittadino straniero di fare ingresso regolarmente al fine di cercare lavoro. Così come troppo pochi sono coloro che possono avere dei viaggi sicuri dalla zona dei conflitti al paese di asilo. Per non dire di come sono stati carenti, sino ad ora, le capacità di denuncia dello sfruttamento lavorativo e di sanzione delle realtà che hanno mal gestito i centri di accoglienza.
  • Le migrazioni costituiscono un fenomeno naturale e strutturale delle nostre società e non sono certo la causa dei loro mali, duole doverlo ancora ribadire.
  • I decreti flussi si sono rivelati uno strumento inadeguato a regolare l’incontro di domanda e offerta di lavoro e hanno prodotto, come effetto collaterale, sfruttamento e lavoro nero causando anche un danno alle casse dello Stato (mancata contribuzione).
  • Rispetto a questa storia di lungo corso di inadeguata gestione del sistema migratorio in Italia, crediamo che sia l’ora di dire almeno basta alla propaganda politica sulla pelle dei migranti, che spesso prende la forma del racconto facile dell’orda di stranieri, avventurieri e criminali che invadono il nostro Paese attentando alla sicurezza. E’ ora di finirla con slogan ed enfatizzazione della paura, che non servono ad affrontare le questioni, ma che generano solo una minaccia alla coesione sociale.
  • Crediamo che occorra lavorare sulle cause che portano alle migrazioni (vendita delle armi, sfruttamento delle risorse, disuguaglianza, povertà e cambiamento climatico…), smettere di finanziare la guardia costiera libica, svuotare i campi di detenzione, investire sui corridoi di ingresso legali e lavorare sulla ridistribuzione europea superando finalmente il trattato di Dublino, come si è stati capaci di fare rispetto all’accoglienza delle persone in fuga dall’Ucraina".
E per chiudere "ci sembra importante riportare l’invito di papa Francesco di iniziare a : 'Costruire una grande famiglia in cui tutti possiamo sentirci a casa'".      

La diocesi di Cefalù consegna 240 divise per i bambini della scuola di Obala realizzate con il contributo della Fondazione Migrantes

2 Settembre 2022 - Cefalù - Si è concluso da pochi giorni il secondo viaggio missionario organizzato dalla Diocesi di Cefalù (PA) nella Diocesi sorella di Obala (Camerun). Una seconda tappa che rafforza il rapporto di fraternità e collaborazione tra la Diocesi siciliana e quella camerunense portato avanti per volontà dei due vescovi negli scorsi anni e iniziato con l'accoglienza presso il Seminario di Cefalù dei seminaristi Gabriel Ewodo Evina Messomo, Wilfried Michel Ebode Atangana e Benjamin Patrick Foteu Ndie. Il 16 agosto 2022 presso l'Episcopio della Diocesi di Obala si è svolta la cerimonia per la consegna delle divise per i bambini della scuola Saint Jean Baptiste de Mbassila di Obala. Erano presenti il Vescovo di Obala mons. Sosthène Léopold Bayemi Matjei e in collegamento il Vescovo di Cefalù, mons. Giuseppe Marciante, il Vicario Generale della Diocesi di Cefalù, don Giuseppe Licciardi, suor Thérèse Toba Mbili, direttrice delle Scuole cattoliche di Obala, il diacono Gandolfo Sausa, responsabile del Servizio Pastorale Cooperazione Missionaria tra le Chiese e ufficio Migrantes della diocesi siciliana, i missionari Rosaria, Nicola e Maria accompagnati da don Raphaël Awona Minso. Le divise sono il frutto del lavoro della “Sartoria di Obala” di Caltavuturo che da quasi un anno si impegna per il loro confezionamento e realizzate grazie all’aiuto delle comunità parrocchiali di Scillato, Castellana Sicula, Polizzi Generosa, Campofelice di Roccella e alla collaborazione della “Sartoria solidale”, progetto realizzato con la Fondazione Migrantes, che da lavoro anche a due donne, una iraniana e una afghana, ospiti con le loro famiglie della diocesi siciliana. Il Vescovo Marciante, in collegamento dalla Sicilia, ha raccontato la sua visita presso la sartoria di Obala di Caltavuturo (PA): "Le sarte hanno lavorato per diversi mesi con tanto amore e gioia pensando che dietro a ogni divisa c’è il sorriso di un bambino". Le 240 divise, maschili e femminili di diverse taglie, sono state consegnate alla direttrice delle scuole della Diocesi di Obala. Grazie alla generosità della comunità diocesana durante le iniziative di carità di quest'anno, la Chiesa di Cefalù ha offerto le 240 divise per i bambini delle scuole, 83 banchi per la nuova Chiesa di Etaka - alla costruzione della quale sta collaborando anche la diocesi siciliana - e attrezzi agricoli per i campi.  

Card. Zuppi: “i cristiani abbiano ancora di più un senso di attenzione per la cosa comune, con laicità”

2 Settembre 2022 -
Roma - “L’Italia deve credere nel proprio futuro e la politica deve aiutare questa grande idealità con la stessa passione e con lo stesso senso di interesse nazionale ed europeo che animò quella generazione che ci ha consegnato il Paese”. Lo ha detto il presidente della Cei, card. Matteo Zuppi, intervenuto a “Il cavallo e la torre”, su Rai Tre, in collegamento da Lourdes. “La laicità è fondamentale, la Chiesa è la prima che è attenta alle distinzioni. Questo non significa che le proprie convinzioni spirituali e religiose non abbiano una conseguenza sulle scelte pratiche che devono essere nella laicità – ha aggiunto -. Tutti devono dare il loro contributo alto. Penso che i cristiani debbano avere ancora di più un senso di attenzione per la cosa comune e anche le risposte necessarie, sempre con laicità”.
Intervistato da Marco Damilano che gli ha chiesto un parere sull’invito ai cattolici, pronunciato dal segretario di Stato vaticano, card. Pietro Parolin, di tornare a esprimere la loro posizione all’interno del dibattito politico, il card. Zuppi ha evidenziato che “in un momento così importante tutti devono tirare fuori le proprie idealità e non l’opportunismo, il piccolo cabotaggio, la tattica”. “Certamente i cattolici hanno, devono avere, tanto da dare, da donare, di intelligenza, di conoscenza, di competenza per esempio di lotta alla povertà, di difesa del diritto alla vita”.

Cei: il 5 la presentazione delle iniziative per la festa di San Francesco

2 Settembre 2022 - Roma - In occasione delle celebrazioni per la festa di San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia, nei giorni 3 e 4 ottobre, la Conferenza Episcopale Italiana è stata coinvolta nella promozione del pellegrinaggio sul luogo del Transito e nel gesto dell’offerta dell’olio presso la Tomba del Poverello. I riti, che si rinnovano ogni anno con l’alternarsi delle diverse Regioni, quest'anno assumeranno un significato particolare, in quanto vedranno la partecipazione di rappresentanti delle Istituzioni civili e militari, degli operatori sanitari, del volontariato, della scuola, delle realtà caritative ed ecclesiali. Il convenire ad Assisi avrà un particolare valore simbolico, in questo tempo in cui alla pandemia del Covid si sono aggiunte altre pandemie: la povertà, gli squilibri sociali, la solitudine, la guerra in Ucraina e tutti i conflitti che continuano a seminare distruzione e morte, mostrandoci chiaramente quanto sia fragile la pace e, allo stesso tempo, quanto sia importante pensarci fratelli tutti, sottolinea una nota della Conferenza Episcopale Italiana. Le celebrazioni saranno anche occasione – in particolare durante la Messa del 4 ottobre – per una preghiera speciale per l’Italia e per la pace. L’iniziativa sarà presentata il 5 settembre, alle ore 12, a Roma, presso la Sala Marconi della Radio Vaticana. Interverranno il card. Matteo Zuppi, presidente della CEI; fr. Marco Moroni,  Custode del Sacro Convento di San Francesco in Assisi; fr. Massimo Travascio, Custode del Convento della Porziuncola in Santa Maria degli Angeli; mons. Domenico Sorrentino, Vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e Foligno e Stefania Proietti, Sindaco di Assisi. (R.I.)

Migrantes: oggi la conclusione del Corso di Formazione ad Alghero

2 Settembre 2022 - Alghero - Si concluderà oggi con una celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo di Alghero, Mauro Morfino e dalla presentazione del messaggio di papa Francesco per la prossima Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato da parte del direttore generale della Fondazione Migrantes, don Gianni De Robertis, il corso di formazione “Costruire il futuro con…” promosso ad Alghero dalla Fondazione Migrantes e rivolto a tutti i direttori e collaboratori delle diocesi Italiane. Durante la settimana molti interventi e testimonianze. Tra queste quella dell'ex sindaco di Alghero, Mario Bruni, che ha portato l'esperienza della propria Amministrazione nell'inclusione di cittadini rom e sinti in città, nel superamento dei campi. Sullo stesso tema, Antonello Nuvole (collaboratore dell'ufficio Migrantes di Cagliari) ha presentato il  libro "Il cammino dei rom in Sardegna", da lui scritto. «Bisogna conoscere il popolo Rom per potergli offrire la possibilità di integrarsi nella vita sociale delle nostre città. Conoscere più da vicino dal punto di vista sociale, culturale, artistico e religioso il popolo Rom e Sinto che vive in Sardegna», ha detto.    

Vangelo Migrante: XXIII Domenica del Tempo Ordinario | Vangelo (Lc 14, 25-33)

1 Settembre 2022 - “Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, sua madre... e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo”. Lo diciamo subito: Gesù non indice una competizione di sentimenti fra le sue creature; sa bene che non ne uscirebbe vincitore. Ci ricorda, invece, che, per creare un mondo nuovo, ci vuole una passione forte almeno quanto quella degli amori familiari. Gesù vuole cambiare l’uomo e, allora, riparte dalle relazioni umane. E lo fa puntando tutto sull’amore, il fulcro sul quale l’uomo poggia la felicità di questa vita: dare e ricevere amore. Anche se le Sue parole sembrano eccessive o contro la bellezza e la forza degli affetti, il verbo centrale attorno a cui ruota il tutto è “amare di più”. Non si tratta di una sottrazione ma di una addizione. Gesù non sottrae amori, aggiunge un “di più”. Il discepolo è colui che sulla bellezza dei suoi amori stende una bellezza più grande. E il risultato non è una sottrazione ma un potenziamento, un’aggiunta. Gesù è la garanzia che i nostri amori saranno più vivi e più luminosi, perché Lui possiede la chiave dell’arte di amare. E prosegue: “colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo”. La croce noi la pensiamo come metafora delle inevitabili difficoltà di ogni giorno, dei problemi della famiglia, di una malattia da sopportare o addirittura del perdere la vita. In realtà la vita ‘si perde’ così come si spende un tesoro: donandola goccia a goccia. Un tesoro nascosto non serve a nulla. Un tesoro speso con ‘giustizia’, produce altra ricchezza. Il vero dramma non è morire ma non avere niente e nessuno per cui valga la pena spendere la vita. Nel Vangelo la croce è la sintesi dell’intera storia di Gesù: amore senza misura, amore disarmato, coraggioso, che non si arrende, non inganna e non tradisce. È l’emblema del prendere su di sé una porzione grande di amore, altrimenti non si vive; prendere la porzione di dolore che ogni amore comporta, altrimenti non si ama. E, in progressione, conclude: “chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo”. Si tratta di un taglio: la vita non dipende dai beni materiali; Gesù chiede una rinuncia a ciò che la impedisce (la Vita). Esistono creature che nella loro umanità hanno fatto spazio all’Amore più grande, hanno vissuto portando la porzione di croce che ogni amore comporta e hanno davvero tagliato con tutto il resto per fare posto alla Vita di Dio. Sono i Santi. E Dio, in loro, ha rivelato tutta la potenza del suo amore. Papa Francesco il 9 di ottobre eleverà agli onori degli altari una di queste figure: il vescovo Giovanni Battista Scalabrini, padre dei migranti. La Vita di Dio  vissuta da Scalabrini e dal suo carisma, è profezia di quella umanità nuova, riconciliata dall’amore nelle diversità, secondo il disegno di Dio. (p. Gaetano Saracino)

“Attraverso Cosenza”: l’esperienza dei giovani della Migrantes di Messina al campo estivo

1 Settembre 2022 -
Cosenza - Ieri  è stato l’ultimo giorno della nostra permanenza a Cosenza, una giornata ricca di attività e di emozioni che non ci hanno lasciato indifferenti. Una mattinata in cui abbiamo incontrato tanti bambini e giovani e con loro abbiamo condiviso delle attività: abbiamo colorato i murales con gli ospiti del SAI di Marzi, e realizzato un coloratissimo mosaico con quanti sono ospitati nel SAI di Rovito.
Alcuni di noi, invece, sono stati impegnati a preparare e servire, assieme ai volontari, il pranzo per gli ospiti presenti alla mensa della Fondazione Casa S. Francesco.
Dopo il pranzo abbiamo fatto una pausa e attraverso il gioco abbiamo avuto modo di conoscerci ancora meglio.
Dopo cena invece ci siamo riuniti in cortile e abbiamo formato un grande cerchio. Ci siamo poi divisi in 3 gruppi e a ciascun gruppo è stato consegnato un foglio con il nome delle 3 località dove ci siamo recati per svolgere le attività. Con un pennarello, ci hanno invitati a scrivere delle parole che indicassero quelle che sono state le nostre emozioni. Sono venute fuori tutte le ricchezze che ci porteremo dietro.
Per tutto questo vogliamo dire grazie a quanti si sono presi cura della nostra accoglienza e permanenza a Cosenza, agli animatori e ai volontari della Migrantes. (Giovani Migrantes Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela)

Aibi: continua l’accoglienza di profughi.

1 Settembre 2022 -
Roma - Casa Nonno Carlo, ad Agrate Brianza (Mb), e la Casa della Pace, a Mulazzano (Lo), sono i due principali centri del sistema di accoglienza dei Pan di Zucchero della Pace che Aibi, grazie alla collaborazione con autorità, cittadini, aziende e volontari, ha messo a disposizione per le famiglie sfollate dall’Ucraina. Durante la prima fase dell’emergenza, le strutture hanno accolto i componenti di case famiglia e altri profughi arrivati direttamente in Italia tramite i contatti e i collaboratori dell’Associazione. Qualcuno degli ospiti è rimasto ed è tutt’ora presente, altri sono tornati in Patria o hanno proseguito il loro viaggio verso altre sistemazioni. Oggi il sistema di accoglienza è passato a quella che si può definire una “seconda fase”, coordinata a livello nazionale dalla Protezione civile. In quest’ambito, Aibi ha messo a disposizione i posti ancora liberi presso le sue strutture, entrando in una cordata con capofila Gea e nell’ultima settimana di agosto sono arrivati i primi ospiti. Ad Agrate Brianza, nella Casa Nonno Carlo una famiglia affidataria dell’Associazione che ha intitolato alla memoria del nonno la struttura è inizialmente arrivata una famiglia di 6 persone, in Italia da 3 settimane, seguita successivamente da altri due nuclei composti da mamma, papà e figlia/figlio. Le famiglie arrivano da Odessa e sono consapevoli che le possibilità che torni la pace in tempi brevi non sono molte. La loro volontà è di integrarsi in Italia e lo staff di Aibi, così come le famiglie e le realtà del territorio, sono pronte ad aiutarli. Anche alla Casa della Pace di Mulazzano (Mi) l’accoglienza non si ferma. Questa nuova fase ha visto l’arrivo di 4 donne ucraine, da poco in Italia, accompagnate dai volontari della Protezione civile di Casaletto Lodigiano e Mulazzano. “Quando abbiamo raccontato loro l’origine della Casa della Pace, le donne non hanno avuto dubbi che si sarebbero trovate bene. E così è stato fin da subito, grazie anche all’accoglienza delle altre donne già presenti nella struttura che si sono mostrate molto premurose nel preparare le loro stanze – precisa l’Aibi -. Una delle donne ha chiesto se c’è la possibilità di imparare l’italiano, così da poter trovare più facilmente e in fretta un lavoro, mentre la più anziana del gruppo, una nonnina di 74 anni dagli occhi azzurrissimi, guardandosi interno ha detto che non vorrebbe più dover cambiare casa e poter vivere… in pace!”.

Vescovi Aree interne: “i flussi migratori possono costituire un’opportunità per ravvivare molte realtà”

1 Settembre 2022 - Benevento – “I flussi migratori possono costituire un’opportunità per ravvivare molte realtà soggette a un decremento progressivo della popolazione, ma è necessario affinare sempre più la disponibilità all’ascolto, ad assumere, nel rispetto della legge, logiche inclusive, non di esclusione”. E’ quanto si legge nelal dichiarazione finale dell’incontro dei Vescovi delle “Aree interne”  che i è svolto il 30 e 31 agosto a Benevento, presso il Centro “La Pace”, a cui hanno partecipato oltre 30 presuli provenienti da 12 Regioni italiane. Per i presuli le Aree interne costituiscono “una larga porzione del Paese, accomunata da alcune criticità, depositaria di straordinarie ricchezze e tuttavia diversificata: sono, per analogia, come la piccola Nazareth, marginale, eppure custode della realtà più preziosa. Non ci rassegniamo ad accompagnarle alla fine, in una sorta di accanimento terapeutico, ma vogliamo costituirci baluardo, forza per difenderle, dando vita a reti solidali capaci di attivare sinergie”. Da qui la richiesta alla politica di interventi “seri, concreti, intelligenti, ispirati da una progettualità prospettica, non viziata da angusti interessi o tornaconti elettorali: in tal senso, qualora entrasse in vigore l’autonomia differenziata, ciò non farebbe altro che accrescere le diseguaglianze nel Paese; come comunità cristiana vogliamo crescere nella consapevolezza e nella partecipazione”. Molte – si legge nel testo -  le questioni poste sul tappeto, alle quali “non è stato possibile dare adeguate risposte. Ci è chiesto, in ogni caso, il coraggio di uscire da schemi ormai sclerotizzati, di rompere con la logica del ‘si è sempre fatto così’, per ripensare il rapporto tradizione/innovazione, disponibili ad ascoltare la voce dello Spirito, a restituire il primato effettivo alla Parola di Dio e all’annuncio del Vangelo, anche per meglio integrare una pastorale sovente sbilanciata sull’ambito cultuale e liturgico. Dobbiamo, in tal senso, ripensare l’esercizio del ministero presbiterale e promuovere con decisione il sacerdozio comune di tutti i battezzati, una ministerialità diversificata e responsabile, la valorizzazione del diaconato permanente, le forze del laicato, quello femminile in particolar modo, che costituisce una parte consistente del tessuto delle nostre comunità, senza dimenticare eremiti e comunità monastiche, che nelle Aree interne più isolate sono la forza segreta che mantiene in vita tante energie. Dobbiamo soprattutto puntare sulla qualità delle relazioni, perché è di questo che c’è estremo bisogno. La presenza numerosa degli anziani costituisce, in queste nostre realtà, un patrimonio di umanità e di esperienze di vita che va assolutamente valorizzato”. “Noi – concludono i vescovi -. ci impegniamo a restare: la Chiesa non vuole abbandonare questi territori, senza per questo irrigidirsi in forme, stili e abitudini che finirebbero per sclerotizzarla. In tal senso ci impegniamo ad aiutare i nostri giovani che vogliono restare, cercando di offrire loro solidarietà concreta, e ci impegniamo ad accompagnare quelli che vogliono andare, con la speranza di vederli un giorno tornare arricchiti di competenze ed esperienze nuove. Sentiamo risuonare, viva, la voce del profeta: ‘Sentinella, quanto resta della notte? Sentinella, quanto resta della notte?’ (Is 21,11). Risponde l’Apostolo: ‘La notte è avanzata, il giorno è vicino. Perciò gettiamo via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce’ (Rm 13,12). Alla Chiesa, a noi stessi in primo luogo, alla società, alla politica, chiediamo di prendere sul serio tale esortazione. Le Aree interne, dove la vita non vuole morire, possono divenire un laboratorio d’idee, una risorsa viva, un tesoro straordinario per tutto il Paese: sta a noi, tutti insieme – pastori, comunità cristiana, società civile, politica –, far sì che tale auspicio diventi realtà”. (Raffaele Iaria)    

Naufragio in Sardegna: recuperati cinque cadaveri in mare

1 Settembre 2022 - Roma - Un naufragio fantasma, l’ennesima tragedia che si è consumata in alto mare e di cui non si sa nulla. Questa volta la rotta è quella tra l’Algeria e la Sardegna. Rimangono i corpi restituiti dalle onde, giorno dopo giorno. Già cinque quelli intercettati dalla Guardia costiera su segnalazione di alcune imbarcazioni: l’ultimo, ieri pomeriggio, dopo i quattro recuperati tra lunedì e martedì notte. Proseguono intanto le ricerche di un relitto e di corpi di migranti vittime di un possibile naufragio avvenuto nei giorni scorsi al largo delle coste meridionali dell’Isola. In campo la Guardia costiera e il Reparto operativo aeronavale della Guardia di finanza che stanno verificando anche gli avvistamenti segnalati da altre imbarcazioni. Intanto, il recupero degli altri due cadaveri al largo dell’Isola Rossa a Capo Teulada ha di fatto confermato l’ipotesi de naufragio (due fascicoli di indagine sono stati aperti dalla procura di Cagliari) e si teme che in mare ci siano altri cadaveri. Proprio nello scorso fine settimana la Guardia costiera e la Guardia di finanza avevano rafforzato i controlli: erano arrivate segnalazioni di 'sciami' di imbarcazioni di migranti in arrivo in Sardegna e alcune erano state perse di vista. Sono oltre 200 quelle intercettate nello scorso weekend a Sant’Antioco, Santa Margherita di Pula, Cala Verde e Villasimius. Tra loro anche diverse famiglie. Si tratta di cittadini del Ghana e della Nuova Guinea, partiti con barchini dal Nord Africa. La Procura di Cagliari ha aperto due fascicoli con l’ipotesi di naufragio per i cinque cadaveri recuperati nel mare del sud Sardegna. Intanto proseguono gli sbarchi anche a Lampedusa e a Crotone. Salgono a 25 gli sbarchi registratisi nelle ultime 24 ore a Lampedusa e nell’hotspot adesso sono oltre 1.600 gli ospiti. Gli ultimi tre sbarchi ieri pomeriggio. Una motonave carica di migranti, probabilmente proveniente dalla Turchia, è stata infine intercettata, a pochi metri dalla costa crotonese. Il peschereccio rischiava l’impatto sulla costa calabrese perché i trafficanti, fa sapere la guardia di finanza, avevano accelerato e manomesso la postazione di comando per poi abbandonare la plancia ed evitare di essere individuati. A bordo dell’imbarcazione, che è stata condotta in porto, 252 migranti, di origine afgana, bengalese, egiziana e pachistana, la motonave è stata condotta verso il porto di Crotone. In porto sono proseguite le operazioni di polizia per individuare i responsabili e sono risultate particolarmente complesse perché i migranti, durante tutta la traversata, erano stati minacciati di ritorsioni verso di loro e verso le famiglie di origine laddove avessero collaborato con gli inquirenti. Le indagini hanno portato a individuare due trafficanti di nazionalità egiziana e quattro membri dell’equipaggio di nazionalità pachistana. (Daniela Fassini)  

Due migranti morti e 19 dispersi in un naufragio al largo della Libia

31 Agosto 2022 -
Tripoli - Ancora un naufragio di migranti nelle acque del Mediterraneo. Sono almeno due i morti e 19 i dispersi per il capovolgimento di un barcone avvenuto nelle ultime ore al largo delle coste della Libia. Altre sei persone sono state soccorse. Secondo una prima ricostruzione, limbarcazione era partita dallEgitto.
Le autorità spagnole hanno invece rinvenuto un corpo senza vita in acque prossime alla costa di Alicante: si tratta dellottavo ritrovamento in tre giorni nella zona, probabil-
mente da ricondurre a un tragico annegamento di migranti dei giorni scorsi.

Mons. Baturi: “la paura costruisce bunker non case, scava trincee non piazze”

31 Agosto 2022 - Alghero - «La paura costruisce bunker non case, scava trincee non piazze». Lo ha detto questa mattina il segretario generale della Cei, mons. Giuseppe Baturi, nell’omelia della messa che ha aperto la terza giornata del Corso di Formazione promosso dalla Fondazione Migrantes ed in corso ad Alghero fino a venerdì. Per mons. Baturi per «costruire una casa serve tanta speranza, l’attesa fondata di una felicità condivisa con persone amate, la promessa di un bene da spartire nell’amicizia sponsale e nella comunità familiare. Per costruire una casa per la famiglia serve una grande gioia per un amore bello, una speranza che dà l’energia per la costruzione. Senza gratitudine, senza la gioia di un incontro amorevole, cosa possiamo costruire? Un bunker o una casa?». E commentando la pagina evangelica della liturgia odierna  ha evidenziato che Gesù annuncia il Regno di Dio e «rende operante nell’incontro sanante con gli uomini che hanno bisogno di salute e salvezza. Gesù – ha aggiunto - è testimone della notizia che annuncia, è stato mandato per essere carne e sangue di un Regno che libera gli uomini che vivono nelle città. Nelle città siamo inviati noi, adesso, a chinarci sugli uomini, a comandare al male, a toccare gli infermi e imporre le mani su di essi. Ecco, noi siamo per grazia chiamati ad essere mano e parola della misericordia di Cristo risorto, a testimoniare la notizia bella che annunciamo». “Costruire il futuro con…” è il tema scelto dalla Fondazione Migrantes per questo corso rivolto a tutti i direttori e collaboratori Migrantes delle diocesi Italiane in corso in Sardegna, la regione scelta dalla Commissione Cei per le Migrazioni per le celebrazioni nazionali della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato del prossimo 25 settembre. Ad aprire il vescovo di Alghero-Bosa, mons. Mauro Maria Morfino, il direttore regionale Migrantes, padre Stefano Messina, il direttore regionale della Caritas Raffaele Callia e una celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo di Oristano e vescovo di Ales-Terralba, mons. Roberto Carboni. Tra gli interventi quello del vescovo ausiliare di Milano Franco Agnesi e del direttore generale della Fondazione Migrantes, don Giovanni De Robertis. In Sardegna, nella cattedrale di Iglesias, il prossimo 25 settembre, la celebrazione nazionale per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, presieduta da mons. Giovanni Paolo Zedda, vescovo di Iglesias e delegato Migrantes della Conferenza Episcopale Sarda. In vista di questo appuntamento nelle parrocchie italiane e nelle Missioni cattoliche Italiane in Europa sta arrivando in questi giorni il numero della rivista “MigrantiPress” con il commento al messaggio di papa Francesco del presidente della Fondazione Migrantes, l’arcivescovo di Ferrara-Comacchio, Gian Carlo Perego e del direttore generale don De Robertis e con il contributo di diversi direttori degli Uffici Cei. (Raffaele Iaria)      

Migrantes: Corso formazione, verso una trasformazione della convivenza nella società e nella chiesa

31 Agosto 2022 - Alghero - Le migrazioni continuano ad essere una grande sfida per la società e la chiesa di oggi; tuttavia, l’approccio sembra essere ancora molto influenzato da una visione emergenziale. Il messaggio per la GMMR di quest’anno introducendo la preposizione “con” pone una sfida ed insieme una visione. Una sfida in quanto muove ad ampliare l’orizzonte di lettura e di azione di fronte al fenomeno migratorio segnato spesso dalla paura, dalla crisi, dal sensazionalismo, dalla strumentalizzazione delle persone che migrano a fini sociali, economici e politici. Questa visione ideologizzata intrappola continuamente le persone che vivono l’esperienza migratoria dentro certe categorie riduttive e stereotipate come quella del povero, del bisognoso da aiutare o dell’utile da tollerare. La comunicazione, la realtà sociale, economica e politica, la cultura, le istituzioni e persino le religioni diventano così il terreno dello scontro, dell’esclusione o dell’indifferenza verso l’altro. Oltre ad essere una sfida la preposizione “con” introduce anche una visione che, a partire da un fondamento biblico teologico, cerca di leggere e rispondere propositivamente alle sfide delle migrazioni definite “segno dei tempi”. Il fenomeno della mobilità umana come realtà storica con tutte le sue manifestazioni di opportunità, ma anche di ingiustizia e sofferenza diventa il luogo dove si incarna la storia della salvezza intesa come un cammino di speranza. Passare da un paradigma dell’azione sociopastorale per a quella con i migranti, rifugiati persone e comunità in mobilità non asserisce semplicemente al cambiamento di una proposizione, ma ad una diversa visione antropologica e fenomenologica delle migrazioni e delle persone coinvolte, così come dell’azione concreta che ne consegue. Si tratta in definitiva di mettere in luce non solo quali azioni sono da mettere in atto per i migranti, i rifugiati, sfollati, e persone in mobilità, ma soprattutto quale futuro vogliamo costruire oggi con loro. (p. Aldo Skoda*)   * Sintesi relazione sul tema "Verso una trasformazione della convivenza nella società e nella chiesa" - Corso Formazione Fondazione Migrantes "Costruire il futuro con" - Alghero 29 agosto-2 settembre 2022    

Migrantes: Corso formazione, conflitti, ambiente e migrazioni

31 Agosto 2022 - Alghero - Qui si vuole proporre un quadro dei fenomeni ambientali e dei conflitti che causano movimenti migratori nel mondo che sia un po’ “più reale” di quello che viene solitamente presentato nelle nostre società dai media e alcuni movimenti politici. I conflitti in corso nel mondo in questo momento sono molti di più di quelli che si raccontano, specialmente in questo momento in Europa dove l’attenzione è rivolta quasi completamente al conflitto tra Russia e Ucraina. Per avere un’idea dei molteplici conflitti che causano movimenti migratori importanti è sufficiente consultare il sito della Sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, nell’area dedicata alle emergenze. Questo sguardo sulla realtà globale serve a non fare distinzioni tra conflitti “degni di nota” e conflitti che si ignorano in modo da evitare anche la distinzione tra migranti “veri” e degni di essere accolti e migranti “clandestini” e “invasori” che non sono degni della nostra attenzione e accoglienza. Purtroppo i criteri di valutazione dei migranti non sono oggettivi, ma pesantemente influenzati da considerazioni politiche, culturali, economiche, razziali e anche religiose, anche se spesso non vogliamo riconoscerlo. Bisogna rompere con questa ipocrisia che è figlia di una mentalità eurocentrica e di un retroterra coloniale. Per quanto riguarda l’ambiente, il cambiamento climatico sta avvenendo ad una velocità inusitata al punto che anche gli scienziati dicono di trovarsi in territorio sconosciuto. I fenomeni del forte aumento delle temperature e della siccità che stanno causando danni ingenti all’agricoltura e mancanza di cibo in tutto il mondo; dello scioglimento dei ghiacciai e delle calotte popolari con il conseguente innalzamento del livello del mare e altri disastri climatici stanno già provocando il movimento di milioni di persone, sfollati climatici interni e internazionali. Alcune ricerche su questo tema prevedono che entro il 2050 ci saranno 200 milioni di sfollati climatici nel mondo. Un pianeta che si deve preparare non solo ad agire insieme per prevenire o gestire responsabilmente e con decisioni e azioni concrete questi fenomeni, ma deve anche dotarsi degli strumenti necessari affinché le persone colpite dal cambiamento climatico non siano abbandonate a sé stesse. Costruire il futuro insieme ai migranti e ai rifugiati vuol dire ascoltare e mettere in pratica gli orientamenti di un magistero ecclesiale che si è dimostrato estremamente attento a queste problematiche soprattutto nelle due encicliche di papa Francesco Laudato si’ del 2015 e Fratelli tutti del 2020. (Gioacchino Campese*)   * Sintesi relazione sul tema "Conflitti, ambiente e migrazioni: quali prospettive - Corso Formazione Fondazione Migrantes "Costruire il futuro con" - Alghero 29 agosto-2 settembre 2022  

Papa Francesco: “donare pace alla popolazione irachena”, “dialogo e fraternità vie maestre per affrontare difficoltà”

31 Agosto 2022 -
Città del Vaticano - “Seguo con preoccupazione gli avvenimenti verificatisi a Baghdad negli ultimi giorni”. Lo ha rivelato Papa Francesco prima dei saluti ai fedeli di lingua italiana che concludono l’udienza in Aula Paolo VI. “Imploriamo Dio nella preghiera di donare pace alla popolazione irachena”, l’appello del Pontefice: “L’anno scorso ho avuto la gioia di visitarla e ho sentito il grande desiderio di serenità e di convivenza pacifica per le diverse comunità religiose che la compongono. Dialogo e fraternità sono le vie maestre per affrontare le attuali difficoltà”.

Vacanza con salvataggio profughi per italiani

31 Agosto 2022 - Roma - Era la notte del 25 agosto quando l’equipaggio di italiani in navigazione sul catamarano Lucile, di Marco Luigi dal Monte Casoni, veleggiando nel tratto di mare davanti all’isola greca di Kos, raccoglie un grido di aiuto. E la vacanza si trasforma nel salvataggio di un giovane, di circa venticinque anni, che dalla Siria stava tentando di raggiungere l’Europa. Con lui altri due migranti, non si sa se sono ancora dispersi in mare. «Abbiamo sentito una voce, era sopravvento, non ci siamo resi conto subito. Poi abbiamo capito, veniva dal mare», è il racconto pieno di emozione dell’avventura vissuta dal gruppo di amici.

Centro Astalli: “chi propone certe misure non sa cosa sia la democrazia”

30 Agosto 2022 - Roma - «Chi descrive migranti disperati che attraversano il Mediterraneo in cerca di democrazia, pace, libertà come nemici minacciosi da cui difenderci con blocchi e respingimenti, dimostra di non sapere cosa siano democrazia, pace, libertà». Lo afferma in un tweet il Centro Astalli, servizio dei Gesuiti per i rifugiati, toccando un tema che è anche al centro della campagna elettorale in Italia. Il servizio dei Gesuiti per i rifugiati è un’organizzazione cattolica internazionale, attiva in 57 nazioni, il cui compito è accompagnare, servire e difendere i diritti dei rifugiati e degli sfollati. Il Centro Astalli è da 40 anni impegnato in Italia, risponde ogni anno alle esigenze di 17mila migranti forzati, di cui 10mila nella sola sede di Roma.  

Migrantes Emilia Romagna: gioia per la canonizzazione di mons. Scalabrini e Artemide Zatti

30 Agosto 2022 -
Bologna - L’annuncio della imminente Canonizzazione di due beati - dato da Papa Francesco al termine del Concistoro di sabato - è motivo di gioia speciale per la Migrantes dell’Emilia Romagna: entrambi i futuri santi - il vescovo Giovanni Battista Scalabrini e il laico salesiano Artemide Zatti - sono infatti legati tanto al nostro territorio, quanto al mondo della migrazione, nei decenni a cavallo tra il 19mo e il 20mo secolo. 
Il beato Scalabrini fu vescovo di Piacenza dal 1876 al 1905, segnalato a Papa Pio IX da San Giovanni Bosco. Nei primi decenni post-unitari - molto complicati nel rapporto tra la Chiesa e il Regno d’Italia - Scalabrini fu infaticabile nelle ripetute visite pastorali al territorio e nella promozione di nuovi metodi di catechesi. Colpito dal numero crescente di italiani che lasciavano il territorio per emigrare oltreoceano, fondò due congregazione religiose, una maschile e una femminile, proprio per l’assistenza spirituale agli emigrati italiani, aiutandoli ad integrarsi nelle società che venivano a crearsi anche con il loro contributo, soprattutto nelle Americhe. Egli stesso compì due visite pastorali tra gli italiani nel Nord America e in Brasile e propose alla Santa Sede la creazione di quello che diventerà il Dicastero che avrà una attenzione speciale alla pastorale dei migranti e degli itineranti.
La storia di Artemide Zatti è invece proprio quella di un giovane, costretto dalla necessità a lasciare a 17 anni il suo paese di Boretto (RE), sulle rive del Po, e a emigrare in Argentina. Frequentando gli ambienti salesiani di Bahìa Blanca, decise di seguire le orme di don Bosco, ma contrasse la TBC prendendosi cura di un prete malato. Ottenuta la guarigione, decise di dedicare tutto se stesso alla cura degli infermi, giungendo ad amministrare da solo un intero ospedale, nel quale egli stesso operava come infermiere, prendendosi cura giorno e notte dei più bisognosi.
La Canonizzazione di Scalabrini e di Zatti ripropone all’attenzione di tutta la Chiesa il tema dell’accompagnamento pastorale dei migranti e riaccende una luce in particolare sul fenomeno sempre più evidente della emigrazione italiana: ad oggi si contano 5,6 milioni di italiani residenti all’estero (erano meno di 5 milioni solo nel 2016). 
Scriveva Scalabrini nel 1899: «L’emigrazione può essere un bene o un male individuale o nazionale, a seconda del modo e delle condizioni in cui si compie, ma è quasi sempre una risorsa umana. È un diritto naturale, inalienabile». (Mons. Juan Andrés Caniato - direttore Ufficio Migrantes Emilia-Romagna)