Primo Piano

Congresso Eucaristico: Migrantes Basilicata, dai braccianti il vino della Messa

24 Settembre 2022 - Matera - Si chiamano “opere segno”, sono l’eredità sociale che il Congresso eucaristico nazionale lascerà stabilmente sul territorio lucano. Una delle quattro che interessano l’arcidiocesi di Matera- Irsina, nasce da una storia di integrazione. «Dove gli sfruttati dei ghetti hanno oggi una vita dignitosa. E dove le vittime di caporalato sono diventate le vere protagoniste di un’impresa sociale, che presto sarà in grado di offrire il vino per le Messe a tutte le regioni». È un fiume in piena don Antonio Polidoro, responsabile Migrantes delle diocesi lucane e delegato arcivescovile per la Pastorale sociale e del lavoro in quella di Matera-Irsina. Perché mentre si occupa del disbrigo delle pratiche quotidiane per lavoratori stagionali migranti nella “Casa Betania” di Serramarina di Bernalda (Matera), si affretta a mostrare quanto di buono «è stato fatto qui, e nell’arco del Metapontino, da tre anni a questa parte». Da quando, cioè, per volontà dell’arcidiocesi materana è stata creata, a Scanzano Jonico (Matera), la “Cooperativa 25 marzo” «che si è fatta carico di donne e uomini trattati quasi come schiavi» nei campi della vicina ex zona industriale “La Felandina” all’interno della quale, nel 2019, un incendio divampò in un capannone industriale che faceva da “casa” ai migranti, uccidendo una giovane donna nigeriana. Da allora «la Chiesa di Matera – spiega don Polidoro – ha donato un alloggio confortevole a tanti braccianti, Casa Betania appunto, e pretendendo dagli imprenditori del posto che fossero stipulati solo contratti regolari per questi nostri fratelli». Risultato? «Dopo un anno di lavoro, in cui abbiamo offerto anche corsi di italiano, informatica e tirocini formativi, molti sono diventati autonomi e vivono in una casa “vera”; abbiamo inoltre allargato la cooperativa, che sta per diventare impresa sociale, coltivando fichi nell’ambito della campagna Cei “Liberi di partire, liberi di restare”, trovando alcuni ettari per produrre vino, e stipulando le prime collaborazioni con viticoltori del posto che ci aiuteranno nella fase iniziale». Nell’impresa sociale i lavoratori stagionali non saranno collaboratori «ma a pieno titolo corresponsabili, insomma veri protagonisti – racconta il sacerdote –. Pianteremo un vitigno specifico per produrre il vino per le Messe in agro di Scanzano. Partiamo, in questo autunno, con pochi ettari ma abbiamo già un cronoprogramma di lavori che prevede un secondo step per allargarci. Abbiamo già cantina, manodopera e imprese partner affidabili». Per don Polidoro «con questo progetto, “frutto della terra e del nostro lavoro”, si vuole donare dignità ai nostri ospiti e all’équipe che si prende cura di loro. È un sogno che accarezzo da anni e che mette insieme integrazione, solidarietà e rispetto di un territorio, il Metapontino, a forte vocazione agricola». L’idea è che «questi fratelli prima di tutto acquisiscano competenze – specifica don Polidoro –: imparino a studiare attentamente il terreno, e quindi le piante adatte, la potatura, l’irrigazione, i vari trattamenti, passando anche per l’utilizzo del trattore». In un secondo momento, chi lo vorrà potrà tornare nei Paesi d’origine e «replicare in loco le competenze acquisite da noi». (V.Salinaro)  

Cei, Congresso Eucaristico: il programma di oggi

24 Settembre 2022 -

Matera - Il Congresso eucaristico giunge oggi alla sua terza giornata di lavori, che seguirà di fatto lo schema già vissuto nella giornata di ieri. E così anche questa mattina si svolgeranno le celebrazioni eucaristiche nelle parrocchie della città di Matera: Basilica Cattedrale, Maria Madre della Chiesa, San Pio X, San Paolo, San Giacomo, Immacolata, San Giuseppe Artigiano, Addolorata, Sant’Agnese, Santa Famiglia, Cristo Re. Dalla Basilica Cattedrale sarà trasmessa la meditazione affidata alla professoressa Giuseppina De Simone (docente di filosofia della religione e teologia fondamentale) sul tema “Il gusto buono del nostro Pane. Chiesa, sinodalità, Eucaristia”. La meditazione sarà trasmessa in streaming in tutte le parrocchie sedi del Congresso, dove, anche oggi, ci saranno testimonianze e un confronto tra i delegati. Nel pomeriggio alle 17 in piazza Giovanni XXIII, nelle vicinanze di via via Petrarca dove sorge la parrocchia dedicata a San Pio X, i delegati e i fedeli di Matera si ritroveranno per iniziare la processione eucaristica che si snoderà per le vie cittadini fino a raggiungere piazza San Francesco d’Assisi, dove sorge l’omonima parrocchia. Alle 21 in piazza Vittorio Veneto – dove giovedì sera si era aperto con una Liturgia della Parola – il Congresso vivrà la sua serata culturale conclusiva. L’atto finale prima dell’ultimo appuntamento per domenica mattina alle 9 quando allo Stadio «XXI Settembre - Franco Salerno», papa Francesco presiederà la Messa finale.

Settanta vittime in mare: il cordoglio del Centro Astalli

23 Settembre 2022 - Roma - Un’imbarcazione con a bordo più di 100 migranti è affondata nelle scorse ore di fronte alle coste siriane. Le autorità hanno recuperato i corpi di 71 persone annegate al largo della città di Tartus, in Siria. Tra loro anche dei bambini. Il ritrovamento è avvenuto vicino alla costa, a poche decine di chilometri dal confine con il Libano. Circa 20 sono le persone sopravvissute e portate in ospedale. “Con profondo dolore e cordoglio apprendiamo della tragica notizia della morte evitabile di decine di persone in fuga da guerre e violenze", ha detto p. Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli: "sono uomini, donne e bambini che in mancanza di alternative legali, cercano di mettersi in salvo affidandosi ai trafficanti che gestiscono illegalmente una parte sempre più significativa di mobilità umana”. Si tratta di una tragedia che arriva alla vigilia delle elezioni politiche in Italia e della Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato della Chiesa cattolica dal titolo “Costruire il futuro con i migranti e i rifugiati”. Per questo il Centro Astalli non smette di chiedere "l’attivazione di canali umanitari e quote di ingresso regolari che consentano di gestire la mobilità umana in modo legale e sicuro e pongano così fine all’ecatombe che si consuma dai anni alle porte d’Europa"; "politiche di accoglienza e integrazione che possano consentire alle persone migranti di vivere in sicurezza e dignità e dare il loro contributo al benessere e alla crescita del Paese". (R.I.)

Migrantes: il nostro futuro si costruisce con i migranti e i rifugiati

23 Settembre 2022 - Roma - Il nostro futuro si costruisce con i migranti e i rifugiati – ci ha ricordato Papa Francesco in un passaggio dell’enciclica Fratelli tutti: “Le migrazioni costituiranno un elemento fondante del futuro del mondo” (F.T. 40); e lo ripete nel Messaggio per la Giornata Mondiale del migrante e del rifugiato di quest’anno. Ma chi sono i migranti e i rifugiati oggi?  Sono 280 milioni di persone che nel mondo si sono messe in cammino. Tra questi saranno ormai 90 milioni i richiedenti asilo e rifugiati al termine di questo anno, anche in seguito alla tragica, irrazionale e inutile guerra in Ucraina, che ha costretto sei milioni di persone a mettersi in fuga. Sono le vittime, spesso dimenticate, di oltre 30 guerre dimenticate, dei disastri ambientali, dei popoli alla fame. Sono le vittime della tratta, della violenza e di ogni forma di sfruttamento. Con loro siamo chiamati a rigenerare le città, l’Italia, l’Europa, sempre più stanche, abitate da anziani, spopolate, coniugando i quattro verbi che caratterizzano le tappe del cammino delle persone e le soste: accogliere, tutelare, promuovere, integrare. Le nostre città non sono aperte e accoglienti. Talora anche le nostre chiese e comunità cristiane, nonostante segni positivi, alzano i muri: dentro e fuori. Non sappiamo leggere la storia con gli occhi della fede. Non sappiamo anche capire che «l’arrivo di migranti e rifugiati cattolici offre energia nuova alla vita ecclesiale delle comunità che li accolgono», come ci ricorda il Papa. E il messaggio ci ricorda che «nessuno dev’essere escluso», perché il progetto di Dio «è essenzialmente inclusivo e mette al centro gli abitanti delle periferie esistenziali. Siamo invitati a cogliere nelle storie e nell’arrivo «una fonte di arricchimento» culturale, sociale, religioso, seguendo la profezia di Isaia (60,5): «Le ricchezze del mare si riverseranno su di te, verranno a te i beni dei popoli».  Grazie ai migranti e ai rifugiati l’identità si arricchisce nell’incontro con le diversità culturali e religiose e costruisce «un noi più grande». Con i migranti e i rifugiati Papa Francesco ci invita non solo a costruire la città, la Chiesa, ma anche a camminare insieme verso la città celeste, l’incontro con il Signore, in una nuova Pentecoste che ci fa scoprire la fraternità come stile e il cammino come missione. (Mons. Gian Carlo Perego - Presidente Fondazione Migrantes).  

GMMR, Migrantes Crema: costruiamo il futuro insieme

23 Settembre 2022 - Crema - Vola alto quest’anno papa Francesco nel suo Messaggio per la 108a Giornata Mondiale del Migranyte e del Rifugiato Costruire il futuro con i migranti e i rifugiati, questo è il titolo, non è soltanto un richiamo ad essere attenti agli altri, a provare misericordia per chi soffre, a chiedere un mondo più inclusivo. Qui papa Francesco osa sognare e chiama tutti noi ad osare questo sogno. E lo fa parafrasando le parole del profeta Isaia che nel capitolo 60 immagina la città del futuro, quella Nuova Gerusalemme che, come viene ricordato nell’Apocalisse, sarà «dimora di Dio con gli uomini». Certo la storia, con tutti i drammi quotidiani che ci offre, ci ricorda come la realizzazione si questa meta, che è in fondo il punto di arrivo della nostra vita, sia ancora lontana. Durante il suo viaggio in Kazakistan, il Papa aveva avuto modo di evidenziare come uno dei grandi problemi che ci sfidano è quello dell’accoglienza fraterna. «Mai come ora – ha affermato il Pontefice – assistiamo a grandi spostamenti di popolazioni, causati da guerre, povertà, cambiamenti climatici, dalla ricerca di un benessere che il mondo globalizzato permette di conoscere, ma a cui è spesso difficile accedere. Non è un dato di cronaca, è un fatto storico che richiede soluzioni condivise e lungimiranti. Riscopriamo l’arte dell’ospitalità, dell’accoglienza, della compassione...» Situazioni difficili dicevamo, ma non per questo dobbiamo perderci d’animo. Anzi proprio facendo tesoro di quanto appreso dai più recenti drammi, dobbiamo impegnarci per costruire un mondo dove tutti possano vivere in pace e dignità. Già, ma quali caratteristiche dovrà avere questo Mondo nuovo? Giustizia Sarà il primo elemento costitutivo del Regno di Dio. Sarà la realizzazione di quell’ordine divino, dove tutto il creato tornerà ad essere “cosa buona” e l’umanità “cosa molto buona”. Ma perché regni questa meravigliosa armonia, bisogna che siano eliminate le disuguaglianze e le discriminazioni del mondo presente. Inclusione Nessuno dev’essere escluso. Il progetto di Dio è essenzialmente inclusivo e mette al centro gli abitanti delle periferie esistenziali. Tra questi ci sono molti migranti e rifugiati, sfollati e vittime della tratta. La costruzione del Regno di Dio è con loro, perché senza di loro non sarebbe il Regno che Dio vuole. L’inclusione delle persone più vulnerabili è condizione necessaria per ottenervi piena cittadinanza. Lavoro Costruire il futuro con i migranti e i rifugiati significa anche riconoscere e valorizzare quanto ciascuno di loro può apportare al processo di costruzione. Nella visione profetica di Isaia, gli stranieri non figurano come invasori e distruttori, ma come lavoratori volenterosi che ricostruiscono le mura della nuova Gerusalemme, la Gerusalemme aperta a tutte le genti. Ricchezza Nella medesima profezia l’arrivo degli stranieri è presentato come fonte di arricchimento: «Le ricchezze del mare si riverseranno su di te, verranno a te i beni dei popoli». In effetti, la storia ci insegna che il contributo dei migranti e dei rifugiati è stato fondamentale per la crescita sociale ed economica delle nostre società. E lo è anche oggi. Il loro lavoro, la loro capacità di sacrificio, la loro giovinezza e il loro entusiasmo arricchiscono le comunità che li accolgono. Tuttavia questo contributo potrebbe essere molto maggiore se valorizzato e sostenuto attraverso programmi mirati. Porte aperte Gli abitanti della nuova Gerusalemme – profetizza ancora Isaia – mantengono sempre spalancate le porte della città, perché possano entrare i forestieri con i loro doni. La presenza di migranti e rifugiati rappresenta una grande sfida, ma anche un’opportunità di crescita culturale e spirituale per tutti. Possiamo maturare in umanità e costruire insieme un “noi” più grande, si confrontano visioni e tradizioni diverse, si scoprono le ricchezze contenute in religioni e spiritualità a noi sconosciute, e questo ci stimola ad approfondire le nostre proprie convinzioni. Il tempio del Signore più bello Nella Gerusalemme delle genti il tempio del Signore è reso più bello dalle offerte che giungono da terre straniere. In questa prospettiva, l’arrivo di migranti e rifugiati cattolici offre energia nuova alla vita ecclesiale delle comunità che li accolgono. Essi sono spesso portatori di dinamiche rivitalizzanti e animatori di celebrazioni vibranti. La condivisione di espressioni di fede e devozioni diverse rappresenta un’occasione privilegiata per vivere più pienamente la cattolicità del Popolo di Dio.  Il futuro comincia oggi e comincia da ciascuno di noi. Con queste parole si conclude l’esortazione del Papa, nella convinzione che non possiamo lasciare alle prossime generazioni decisioni che dobbiamo prendere adesso. (a cura dell’Ufficio Migrantes di Crema)  
A livello diocesano abbiamo raccolto l’esortazione del Papa mettendo in programma due iniziative:   La prima è una CELEBRAZIONE EUCARISTICA presieduta dal vescovo mons. Daniele Gianotti – domenica 25 alle 18.30 in Cattedrale – a cui sono invitate le comunità etniche. Sarà una Messa “internazionale” in cui letture, canti, intenzioni… verranno pronunciate in più lingue. Un’attenzione particolare, anche nella preghiera, sarà per i fedeli Ucraini e per il difficile momento che sta vivendo il loro Paese.   La seconda sarà un CONVEGNO organizzato dagli Uffici Migrantes della Lombardia che si svolgerà il 15 ottobre presso l'Auditorium Manenti (chiesa di San Bernardino dentro le mura) dal titolo DI GENERAZIONE IN GENERAZIONE: CONFERME O RIVOLUZIONI? La sfida aperta delle cosiddette "seconde generazioni".
     

Medicina Solidale: gli auguri a mons. Felicolo. “suo impegno per minori migranti fondamentale”

23 Settembre 2022 - Roma - "Porgiamo a nome nostro e della nostra associazione i più affettuosi auguri di buon lavoro a Mons. Felicolo, che da sempre ci è stato accanto nel sostegno e nell'accoglienza delle persone fragili, soprattutto migranti". È quanto dichiarano congiuntamente Giovanni Serra e Lucia Ercoli  rispettivamente presidente e responsabile sanitario Medicina Solidale, in merito alla nomina di  mons. Pierpaolo Felicolo quale nuovo direttore generale della Fondazione Migrantes. "Con lui - aggiungono - condividiamo da oltre 20 anni l'impegno a favore dei bambini migranti non solo con progetti di accoglienza, ma soprattutto con la promozione  e la difesa dei loro diritti, spesso calpestati o ignorati". "Siamo convinti - concludono - che nel suo nuovo ruolo sarà ancora con noi in una vera e propria battaglia di civiltà a favore dei più piccoli".

GMMR, Migrantes Ravenna-Cervia: domenica messa con il vescovo

23 Settembre 2022 - Ravvenna - "Costruire il futuro con i migranti e i rifugiati", è il tema della 108esima Giornata per il migrante in programma il prossimo 25 settembre. L' appuntamento si celebra anche a Ravenna con una Messa a San Pier Damiano alle 10, animata dalle comunità di migranti cattolici che professano sul territorio. A presiedere la celebrazione sarà l' arcivescovo di Ravenna-Cervia, monsignor Lorenzo Ghizzoni e a concelebrare il direttore dell' Ufficio  Migrantes padre Vincenzo Tomaiuoli. L' invito del direttore è che «questa giornata diventi un' occasione per aumentare nei nostri fedeli la consapevolezza che il nostro futuro lo costruiamo nella misura in cui sappiamo coinvolgere anche i migranti e i rifugiati».

Centro Astalli: gli auguri al nuovo direttore Migrantes

23 Settembre 2022 - Roma - Il Centro Astalli rivolge i "migliori auguri" a don Pierpaolo Felicolo, nominato Direttore Generale della Fondazione Migrantes, dal Consiglio permanente della Cei che si è riunito a Matera dal 20 al 22 settembre. "Il nostro grazie - si legge in una nota - a Don Gianni De Robertis, direttore uscente, che ha lavorato con impegno e dedizione nella costruzione di una Chiesa vicina agli ultimi e aperte alle differenze". “Accogliamo la nomina di Don Pierpaolo come un segnale di speranza per una comunità ecclesiale sempre più in cammino al fianco di chi arriva in Italia in cerca di pace, giustizia e umana solidarietà", scrive padre Camillo Ripamonti, Presidente del Centro Astalli: "Tante e complesse le sfide che ci attendono: in un mondo in cui sembrano prevalere divisioni e chiusure è sempre più urgente una chiesa viva, aperta e solidale nei confronti di chi vive l’esperienza della mobilità umana.  Rinnoviamo con gioia a Don Pierpaolo e a tutta la Migrantes il desiderio di lavorare insieme per rimuovere gli ostacoli e le inequità che costringono migliaia di persone in Italia a vivere l’esperienza della marginalità ed esclusione".    

GMMR, Migrantes Vicenza: costruire il futuro “con” i migranti e i rifugiati

23 Settembre 2022 -

Vicenza - La Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato viene celebrata questo fine settimana in tutta la Chiesa. Papa Francesco nel messaggio per la giornata ha dato un titolo: costruire il futuro con i migranti: una preposizione che dà il senso e la motivazione.

La condizione dei migranti, i rifugiati, i richiedenti asilo continua ad attirare l’attenzione. La cronaca parla di una diminuzione del numero di attraversamenti ma anche, il bilancio delle vittime in forte aumento. L’anno scorso sono stati registrati circa 3.231 morti o dispersi in mare nel Mediterraneo e nell’Atlantico nord-occidentale. Nel 2020 il numero registrato corrispondeva a 1.881, 1.510 nel 2019 e oltre 2.277 nel 2018. Questo numero potrebbe essere ancora più elevato con morti e dispersi lungo le rotte terrestri attraverso il deserto del Sahara e zone di confine remote.

Le agenzie, le organizzazioni umanitarie che si occupano delle vittime esprimono la preoccupazione e l’urgenza di interventi mirati, soprattutto il soccorso e l’aiuto. Denunciano infatti anche l’aumento degli abusi diffusi nei Paesi di origine e di transito. Coloro che sopravvivono e tentano la traversata vengono abbandonati dai trafficanti, altri vengono intercettati e riportati nel Paese di partenza, dove vengono successivamente detenuti. Ogni anno, migliaia di persone muoiono o scompaiono in mare senza lasciare traccia.

L’Unhcr ha costantemente richiamato l’attenzione sulle terribili esperienze e sui pericoli affrontati dai rifugiati e dai migranti che intraprendono le rotte per giungere a un altro Paese. Molti di loro sono individui in fuga da conflitti, violenze e persecuzioni. La rappresentazione grafica dei dati si concentra in particolare sulla rotta che va dall’Est e dal Corno d’Africa al Mediterraneo centrale.

I migranti delle caravanas de migrantes centroamericanos, delle rotte dei Balcani o dei deserti africani si devono affidare ai trafficanti (“di carne umana”, come affermava Scalabrini), esponendosi a un rischio molto alto di abusi e di sfruttamento, consegne alle forze dell’ordine e rimpatri forzati.

Papa Francesco insiste: «il futuro comincia oggi e comincia da ciascuno di noi. Non possiamo lasciare alle prossime generazioni la responsabilità di decisioni che è necessario prendere adesso, perché il progetto di Dio sul mondo possa realizzarsi e venga il suo Regno di giustizia, di fraternità e di pace». Mario Draghi a Firenze nel febbraio scorso, ricordava che «la stabilità e la pace si organizzano nelle istituzioni, ma si costruiscono nelle città perché è lì il contrasto quotidiano alle diseguaglianze, all’odio e all’ignoranza ». Anche la nostra realtà di Chiesa locale può costruire un mondo con i migranti coniugando il locale con il globale, superando una egemonia mono-culturale per arrivare alla condivisione di una fede multiculturale e interculturale. Ogni realtà può contribuire, in questo senso, affinchè i migranti possano ‘custodire le proprie radici senza restarne prigionieri’, ad ‘aprirsi al nuovo e accoglierne tutte le ricchezze’.

I migranti, infine, possono, se noi glielo ‘permettiamo’, essere “soggetti” attivi nelle nostre comunità ogni qualvolta sono chiamati ad essere parte specifica e attiva dei progetti nei vari ambiti portando una nota inter-culturale, non “per loro” ma, finalmente, ‘con loro’. (Sergio Durigon - Direttore Migrantes Vicenza)

GMMR, Migrantes Verona: un futuro da costruire insieme

23 Settembre 2022 -  Verona - Il 25 settembre si celebra la 108ª Giornata mondiale del migrante e del rifugiato.  Comunque la si guardi, la storia di questi decenni si intreccia in maniera forte con la realtà dell' immigrazione. E se vogliamo accogliere anche i segnali che ci arrivano dal mondo intero, questa realtà segnerà pure la storia futura. L' abbiamo affermato più volte in altri interventi: le migrazioni ci possono trovare aperti, interessati e curiosi perché ci permettono di incontrare nel nostro piccolo pezzetti di mondo, pezzetti della ricchezza di culture e religioni diverse; oppure ci possono trovare impauriti perche sentiamo il nostro mondo crollare con l' arrivo di persone con caratteristiche così diverse da quelle "tradizionali". Al di là di queste reazioni che direi naturali e comprensibili, dobbiamo però chiederci cosa desideriamo realizzare "assieme" perché questo è il nodo che riguarda tutti noi, compresi i cittadini immigrati. Purtroppo su questo punto dobbiamo riconoscere che non riusciamo ad avviare una riflessione e un dialogo significativo. Rimaniamo sempre presi da un dibattito di corto respiro legato a visioni emergenziali, caritative e securitarie. Un confronto tra cittadini che riguardi l' incontro di culture e religioni diverse non sembra appartenere al dibattere culturale e politico del nostro Paese. Il dibattitto pubblico facilmente si accende quando ci sono delle emergenze e poco più, senza mettere sul tavolo un dialogo costruttivo circa il futuro del nostro vivere assieme. Poco diciamo di come la scuola dovrebbe operare per costruire accoglienza e integrazione, pur riconoscendo che di fatto è la realtà che più lavora per questo in collaborazione con tante realtà del Terzo settore. E il mondo dell' imprenditoria e del lavoro cosa dice circa la costruzione di una società inclusiva, anche se è evidente che sarà lì che andrà a pescare i suoi lavoratori? Non possiamo tacere poi della cultura che non sembra vedere che serve riflessione, tanta, e dialogo, tanto, che coinvolga i cittadini autoctoni come quelli immigrati per far leggere le diversità e le consonanze e soprattutto far emergere le possibili vie di comprensione reciproca. Questo è vero anche a livello ecclesiale: dentro le nostre comunità cristiane guai a parlare di immigrazione perché è tema troppo divisivo, al massimo possiamo parlare del come rendere più efficace il Centro di ascolto (cosa comunque lodevole). Eppure c' è in gioco il come vogliamo accogliere nella comunità cristiana quanti condividono la fede con noi e che non possiamo liquidare semplicemente con il "si adattino alla nostra realtà". Atteggiamento superficiale e irrispettoso. Basti andare a vedere come si rapportano le comunità di italiani all' estero su questo aspetto che non accettano facili proposte di assimilazione! E il fatto che Gesù è il salvatore, la Luce delle genti non sembra dirci niente sulla strada dell' incontro con chi ha altre prospettive religiose! Non tanto per spirito di proselitismo ma per un dialogo rispettoso che riconosce le diversità e le ricchezze di ognuno. Accogliamo allora questa giornata per approfondire questa realtà e per chiedere lo Spirito del Signore per viverla in maniera evangelica per il bene della nostra comunità e della società tutta. (don Giuseppe Mirandola - Direttore Migrantes Verona)

GMMR, Migrantes Ugento-Santa Maria di Leuca: pensare al nostro futuro insieme ai migranti

23 Settembre 2022 -  Ugento - La giornata dei migranti, che si celebrerà il prossimo 25 settembre, ha come tema il seguente: Costruire il futuro con i migranti e i rifugiati. L’attuale situazione geopolitica e socioeconomica, ci vede particolarmente preoccupati proprio circa il futuro, quello della nostra nazione italiana, ma anche quello del mondo intero, quello di tante famiglie e lavoratori e quello dei singoli. Un futuro che, ad un primo sguardo, ci sembra pallido, incerto, quasi fosco per cui ci sentiamo smarriti e impauriti col rischio di perdere anche quello che, come comunità cristiana, ci contraddistingue, ossia uno sguardo di fiducia e speranza; fiducia riposta in Dio e nella sua paterna provvidenza, ma anche nell’uomo e nella sua ontologica propensione al bene, per cui anche se può sembrare che tutto concorra al male, in realtà l’uomo resta sempre capace di scorgere in se le energie e le forze spirituali per essere ciò che effettivamente è: operatore di bene, di giustizia e di pace, capace di custodire il creato e il fratello. In questo scenario, un’altra cosa che rischiamo di perdere di vista è l’attenzione ai nostri fratelli migranti e rifugiati, i quali, come si vede continuano a toccare le nostre terre, anche quelle della nostra diocesi, in cerca di un futuro migliore. La nostra sensibilità, e quella delle nostre comunità cristiane, ancora deve crescere. Resta vero che tanto si è fatto e si fa, ma, mentre ci interroghiamo sul nostro futuro rischiamo di farlo, o a prescindere dai migranti o, peggio ancora, escludendoli, come se essi rappresentassero un pericolo o un’insidia al raggiungimento di un futuro di pace e stabilità per noi. La giornata dei migranti di quest’ anno, ci pone proprio dinanzi a questa sfida: pensare al nostro futuro insieme ai migranti, tenendo presenti due fondamentali realtà. La prima è l’accoglienza, per cui una società che non accoglie non può avere futuro, dal momento che l’accoglienza e l’attenzione verso chi soffre è il segno principale di una comunità aperta al futuro, un futuro contrassegnato non da logiche e calcoli umani ma aperto alla sorpresa di Dio, a ciò che Lui sta preparando e prepara per coloro che lo amano, come dice l’apostolo. Cosa Dio prepara nel nostro futuro? La pace, la giustizia del suo regno che è in mezzo a noi e che viene, e tale futuro di pace è garantito solo a coloro che lo amano. Ma amare Dio vuol dire amare i fratelli, tutti, soprattutto i poveri gli emarginati i migranti. Accogliere il migrante significa accogliere Dio che si fa prossimo a noi nella persona dei nostri fratelli e ci mette alla prova circa la disponibilità ad accogliere, insieme al fratello, anche il suo progetto d’amore per un futuro di pace. L’altro aspetto per cui il nostro futuro, se pur contrassegnato da numerose incertezze, deve essere un futuro inclusivo dei migranti, è l’integrazione. Risulta necessario abbandonare ogni residuo di autoreferenzialità, per cui l’altro, lo straniero, ci toglie qualcosa, ci toglie futuro. Il fratello che viene, anche se chiede, non toglie nulla. Chi domanda non può togliere, tuttalpiù è pronto a donare, a donarsi, nella misura in cui si rispecchia in chi gli dona. In pratica, mentre noi doniamo, in realtà siamo noi a ricevere e mentre il fratello riceve, è lui che si dona, in una dinamica di reciprocità evangelica che ci fa vedere le nostre risorse, non più nostre, ma di tutti, e le risorse altrui, disponibilità aperte a tutti. L’integrazione di cui parliamo è a volte intesa soltanto a senso unico: sono i migranti a doversi integrare nella nostra cultura. Questo è vero, ed è necessario individuare le forme migliori perché questo si realizzi in un equilibrio che consenta di intessere relazioni serene, senza sbilanciamenti e squilibri sociali e culturali. Ma siamo anche noi che dobbiamo integrare il nostro modo di vedere le cose, integrare nel senso di una integrazione della mentalità, mettere ciò che manca, aprire la mente e il cuore alla novità che viene dall’altro, senza paure. In questo senso, ancora una volta, il nostro impegno sarà caratterizzato da un rapporto osmotico tra dare e ricevere, accogliere ed essere accolti, perché forse, a volte, dimentichiamo che anche noi, sia in passato che nel presente, abbiamo avuto il desiderio di essere accolti da qualcuno, anche perché questo è in definitiva, l’anelito e il desiderio di ogni persona umana: essere accolto nel cuore del fratello, per esser accolti nel cuore di Dio. La costruzione del Regno di Dio, a cui siamo chiamati a lavorare continuamente, comprende, come anche papa Francesco dice nel suo messaggio, i nostri fratelli migranti, dal momento che, Dio non esclude nessuno dalla costruzione del Regno, il quale ha le caratteristiche dell’inclusività. Di questo, il Santo Padre, propone una immagine, a mio avviso molto pregnante, attinta dal profeta Isaia, in cui, alla ricostruzione del tempio di Gerusalemme, gli israeliti accolsero di buon grado l’aiuto degli stranieri, che non vennero visti come invasori, ma co - costruttori del tempio, del Regno. Invito i pastori e le comunità a farne tesoro. Sarebbe utile promuovere nelle parrocchie almeno uno o due incontri con i fedeli, in cui si possa leggere il messaggio del Papa e porre in atto una riflessione comunitaria. Oltre a questo, propongo di vivere un momento comunitario di preghiera, con ascolto della Parola di Dio, per preparare le comunità a vivere con consapevolezza, non soltanto la giornata dei migranti, ma tutto l’impegno che deve scaturirne, per la nostra vita cristiana. Infine, propongo di aggiungere alla preghiera universale delle celebrazioni di domenica 25 settembre una speciale intenzione per i migranti che potete attingere dai formulari liturgici in uso, oppure da comporre in comunità coinvolgendo i laici, o ancora, utilizzando la preghiera composta da papa Francesco in coda al suo messaggio. (don Fabrizio Gallo - Ufficio Migrantes Ugento-Santa Maria di Leuca)

GMMR, Migrantes Brescia: inaugurata ieri la mostra “Corpi Migranti” e le iniziative di domenica

23 Settembre 2022 - Brescia - Ieri pomeriggio presso il MoCa di via Moretto, a Bresia, l’inaugurazione della mostra fotografica di Max Hirzel “Corpi migranti”. L’esposizione, promossa dall’Ufficio Migrantes della diocesi, dal Centro Migranti e dalla cooperativa Kemay, è in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Territoriale e con il Comune di Brescia e si inserisce alla vigilia della 108ª Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che viene celebrata domenica 25 settembre.
La
mostra sarà aperta da oggi al 15 ottobre. L’accesso è libero e gratuito dal martedì alla domenica dalle 9 alle 19. I gruppi e le classi scolastiche possono prenotare la visita
guidata,
scrivendo a migranti@diocesi.brescia.it . Il Reportage fotografico di lunga durata, Corpi migranti documenta un lato del fenomeno migratorio poco raccontato, permettendo di guardare al fenomeno da una prospettiva inusuale. Un lavoro nato da queste parole che un giovane camerunese in transito a Bamako disse a Max Hirzel,
l’autore:
“Nel deserto vidi una tomba, era di una ragazza di Douala, e mi chiesi se suo papà e sua mamma, i suoi fratelli e sorelle sapessero che la loro bimba è là”.
Era
il 2015 quando lautore cominciò a documentare la gestione dei corpi dei migranti deceduti nel tentativo di raggiungere lItalia. Il mio lavoro racconta Hirzel è testimoniare, documentare la realtà. Ma come contribuire a una narrazione collettiva di senso? Me lo chiedo costantemente, soprattutto su un soggetto così politicizzato. Così è nato questo lavoro, cercando quella zona d'ombra che sta oltre il racconto mediatico abituale a cui siamo un po' assuefatti. Ho pensato potesse essere dopo l'annuncio dell'ennesimo naufragio, per questo ho iniziato dai cimiteri, volevo sapere dove fossero sepolti questi corpi, e come. Poi ho solo seguito le tracce”.
La
solitudine di un corpo, il lavoro di identificazione, la relazione con le famiglie di origine, un lutto collettivo spesso impossibile; il lungo percorso di indagine sarebbe terminato, alcuni anni dopo, in un villaggio del Saloum, in Senegal. “Incontrando una sepoltura dopo laltra, è stata unesigenza naturale e professionale continua
cercare
di sapere tutto il possibile di quelle salme, senza nome anche solo i dati autoptici riportano dai numeri alla dimensione individuale, quindi il tema dell'identità e del lavoro di identificazione si è imposto come centrale. Ho intuito che tutto questo contesto, il destino dei corpi e ciò che vi ruota attorno, fosse in qualche modo emblematico di tutto il fenomeno, rappresentava perfettamente la realtà che definisco anomalia”.
Per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato a livello diocesano sono state curate tre celebrazioni eucaristice: domenica 25 settembre alle 10 con la presenza della comunità filippina e latinoamericana nella chiesa dei Santi Faustino e Giovita; alle 10.30 nella parrocchia di Sant’Alessandro la S. Messa è presieduta dal Vicario Generale, mons. Gaetano Fontana ed è animata dalle comunità srylankese, ucraina e africana di lingua francese; alle 11 nella parrocchia della Stocchetta con le comunità africane di lingua inglese e con la comunità polacca.

Imola: la comunità greco-cattolica, un storico legame

23 Settembre 2022 - Imola - Domenica 25 settembre la Chiesa celebra la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato. Papa Francesco ci invita a riflettere attraverso una profonda analisi del tempo odierno di una società cristiana che vive nell' oggi indirizzata verso la città futura. «L' arrivo dei migranti e rifugiati cattolici offre energia nuova alla vita ecclesiale delle comunità che li accolgono. Essi sono portatori di dinamiche rivitalizzanti e animatori di celebrazioni vibranti. La condivisione di espressione di fede e devozioni diverse rappresenta un' occasione privilegiata per vivere più pienamente la cattolicità del popolo di Dio». E mentre a Imola diamo il benvenuto alla comunità greco-cattolica ucraina con la celebrazione nella chiesa di San Lorenzo in città, domenica 11 settembre è stata la comunità rumena grecocattolica ad avere la visita pastorale del proprio vescovo, monsignor Cristian Crisan, ausiliare di Blaj, che ha sostituito il vescovo Virgilio Bercea nel lavoro di coordinamento pastorale tra le comunità greco-cattoliche romene in diaspora. La Diocesi di Imola, prima in Italia ad avere presente dopo gli anni '90 la comunità greco-cattolica rumena grazie alle fatiche dell' indimenticabile don Carlo Dalpane e alle attenzioni "giuridiche" del vescovo Giuseppe Fabiani, continua a vivere questa apertura verso questo nostro mondo in continuo divenire. L' invito, per tutti, in questa giornata particolare a condividere con il nostro vescovo monsignor Giovanni Mosciatti, la santa messa in cattedrale domenica 25 settembre alle 18 accompagnando nella preghiera tutti coloro che per motivi di lavoro, di guerra, di povertà vivono l' esperienza dell' emigrazione. (Don Maurizio Ardini, direttore Ufficio Migrantes Imola)

GMMR, Migrantes Faenza: domenica Messa dei Popoli

23 Settembre 2022 - Faenza - La Chiesa celebra la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato dal 1914 e ogni anno la celebra l' ultima domenica di settembre. È sempre stata un' occasione per dimostrare la preoccupazione per le diverse categorie di persone vulnerabili in movimento, per pregare per loro mentre affrontano molte sfide, e per aumentare la consapevolezza sulle opportunità offerte dalla migrazione. Il titolo scelto dal Papa per il suo messaggio annuale è Costruire il futuro con i migranti e i rifugiati. Quindi, domenica 25 settembre alle ore 11 sarà celebrata la S. Messa dei Popoli nella chiesa di San Marco, curata dalla Pastorale Migranti diocesana, preceduta dalle prove dei canti alle 9.45.

Congresso Eucaristico: il programma di oggi

23 Settembre 2022 - Matera - La seconda giornata del Congresso eucaristico, in corso a Matera, si aprirà con la celebrazione della Messa alle 9.30 nelle parrocchie protagoniste dell’evento nazionale, che sono la Basilica Cattedrale, Maria Madre della Chiesa, San Pio X, San Paolo, San Giacomo, Immacolata, San Giuseppe Artigiano, Addolorata, Sant’Agnese, Santa Famiglia, Cristo Re. Alle 10.45 nella Basilica Cattedrale di Matera il vescovo di Mantova, mons. Gianmarco Busca svolgerà la sua relazione dal titolo “Il gusto buono del nostro Pane. L’incontro verrà trasmesso in streaming in tutte le parrocchie sedi del Congresso eucaristico. E in tutte le sedi dell’evento ecclesiale alle 11.30 ci saranno delle testimonianze e un confronto tra i delegati. Nel pomeriggio alle 15.30 nella chiese del centro (San Giovanni Battista, San Francesco da Paola, Santa Chiara, San Francesco d’Assisi) si svolgerà una liturgia penitenziale, con la possibilità di accostarsi al Sacramento della Riconciliazione. In piazza San Pietro Caveoso alle 17.30 è in programma la Via Lucis Eucaristica. Sempre nelle chiese del centro di Matera alle 21 è prevista l’Adorazione eucaristica, nella cui animazione sono coinvolti movimento laicali e associazioni presenti in arcidiocesi: a San Francesco d’Assisi animerà il Cammino neocatecumenale; a San Giovanni Battista sarà l’Azione cattolica); a San Francesco da Paola l’incarico è affidato al Rinnovamento dello Spirito; e a Santa Chiara sarà impegnato il Movimento dei Focolari.

Naufragio al largo della Siria: 34 morti

23 Settembre 2022 - Roma - Un’altra tragedia in mare. L’ennesima, dimenticata da chi preferisce guardare altrove. Un gommone con più di 100 migranti è affondato di fronte alle coste siriane. Le autorità hanno recuperato i corpi di 34 persone annegate al largo della città di Tartus. «Il numero di persone trovate annegate è salito a 34 e 20 persone stanno ricevendo cure all’ospedale» ha riferito ieri sera l’agenzia governativa siriana Sana. Il ritrovamento è avvenuto nei pressi della città costiera mediterranea, a poche decine di chilometri dal confine con il Libano. Da 72 ore, secondo i media libanesi, erano dati per dispersi più di 50 migranti.

Migrantes: don Kurian nuovo Coordinatore della pastorale dei cattolici Siro-Malankaresi in Italia

22 Settembre 2022 - Roma - Don Benedict Kurian è il Coordinatore nazionale della pastorale dei cattolici Siro-Malankaresi in Italia. La nomina da parte del Consiglo Permanente della Conferenza Episcopale Italiana che si è riunito a Matera dal 20 al 22 settembre, alla vigilia del Congresso Eucaristico Nazionale che si apre oggi.  Don Kurian proviene dall'Eparchia di Mavelikara della Chiesa Siro-Malankarese. Al neo coordinatore gli auguri di un proficuo lavoro.

Cei: i lavori del Consiglio Permanente

22 Settembre 2022 - Roma - Lo sguardo sui territori e sulle loro problematiche, in un momento storico difficile, ha accompagnato i lavori del Consiglio Episcopale Permanente che, sotto la guida del card.  Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e Presidente della CEI, si è svolto dal 20 al 22 settembre a Matera. Qui dal pomeriggio di giovedì 22 a domenica 25 settembre è in programma il Congresso Eucaristico Nazionale sul tema: “Torniamo al gusto del pane. Per una Chiesa eucaristica e sinodale”. La riflessione del card. Zuppo sugli “inverni” che l’Italia si trova ad affrontare ha avviato un confronto franco e articolato sulle sfide attuali, che ha portato all’elaborazione dell’Appello alle donne e agli uomini del nostro Paese, dal titolo “Osare la speranza”. Alla vigilia delle elezioni, i Vescovi hanno infatti sottolineato l’importanza del voto, un diritto e un dovere da esercitare con consapevolezza, per costruire il bene comune e una società più giusta, solidale e attenta agli ultimi. Di qui l’invito a un impegno corale, rivolto agli elettori, ai giovani, a chi ha perso fiducia nelle Istituzioni e agli stessi rappresentanti che saranno eletti al Parlamento. Nella certezza che il Cammino sinodale possa rappresentare un’opportunità per far progredire processi di corresponsabilità, i Vescovi si sono concentrati sul percorso che le Chiese in Italia hanno compiuto finora e che proseguirà nel secondo anno della “fase narrativa” con la proposta dei “cantieri sinodali”. Proprio in questa prospettiva si svilupperà anche il lavoro delle Commissioni Episcopali, che dovrà puntare alla valorizzazione dell’apporto di esperti, del confronto con le realtà extra-ecclesiali e della sinergia con le altre Commissioni. Il Consiglio Permanente ha poi rinnovato l’impegno nella tutela dei minori e delle persone vulnerabili, rilanciando le cinque linee di azione assunte dall’Assemblea Generale nel maggio scorso attraverso la promozione di iniziative di sensibilizzazione nelle diocesi, tra cui la 2a Giornata nazionale di preghiera per le vittime e i sopravvissuti agli abusi (18 novembre) sul tema: “‘Il Signore risana i cuori affranti e fascia le loro ferite’ (Sal 147,3). Dal dolore alla consolazione”. Distinte comunicazioni sono state offerte sui Tribunali ecclesiastici in materia di nullità matrimoniale, sull’avanzamento dei lavori per la stesura della Ratio nationalis per la formazione nei seminari d’Italia. Il Consiglio Permanente ha deliberato la costituzione di un Fondo di solidarietà a favore delle diocesi per contrastare l’aumento dei costi dell’energia e ha approvato la pubblicazione dei Messaggi per la 34a Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei e per la 45a Giornata per la vita. Ha provveduto infine ad alcune nomine. Tra queste quella del nuovo direttore generale della Fondazione Migrantes, mons. Pierpaolo Felicolo.    

Migrantes: mons. Pierpaolo Felicolo nuovo direttore generale

22 Settembre 2022 - Roma - E' mons. Pierpaolo Felicolo il nuovo Direttore generale della Fondazione Migrantes. La nomina è arrivata oggi dal Consiglio Permanente della CEI che si è riunito a Matera dal 20 al 22 Settembre. Mons. Felicolo sostituisce don Gianni De Robertis che ha guidato l’organismo pastorale della Cei dal 2017 ad oggi. Mons. Felicolo, della diocesi di Roma, è nato il 15 gennaio 1961 ed è stato ordinato sacerdote nel 1992. Molti gli incarichi ricoperti durante il suo ministero: dai gruppi giovanili, agli Scout, ai gruppi di catechismo per fanciulli e adulti, alla scuola della Parola con gli anziani. Dal 1998 è impegnato nella pastorale Migrantes della diocesi di Roma che, dal 2010, guida come direttore e dal 2011 anche come Incaricato della Commissione regionale Migrantes della Conferenza Episcopale Laziale. Dal 2013 fa parte del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Migrantes e negli ultimi anni è stato assistente di Api-Colf della provincia di Roma. Negli anni ha lavorato nella pastorale dei campi Rom della diocesi di Roma organizzando doposcuola per bambini, assistenza e sostegno a numerosi nuclei familiari. “Ringrazio i Vescovi italiani per la fiducia accordatami”, sono state le sue prime parole: “mi auguro di continuare ad essere vicino a tutto il mondo della mobilità contribuendo in prima persona alla costruzione di un futuro diverso per e con i migranti. Veniamo da anni difficili. La pandemia e la guerra ancora in corso a un passo da casa, insieme ai tanti conflitti che ci sono ancora nel mondo, hanno provocato grandi cambiamenti e profonde fragilità. Ci attende un grande lavoro a cui oggi guardo con impegno contando sulla collaborazione di tutti gli organismi istituzionali e pastorali e della grande famiglia Migrantes in Italia e all’estero”. A don De Robertis va il ringraziamento della Migrantes per il lavoro svolto.  Al nuovo Direttore generale vanno le felicitazioni del presidente, S.E. Mons. Perego e di tutta la Fondazione Migrantes con l’augurio di proseguire e sviluppare il lavoro fecondo di chi l’ha preceduto e con l’assicurazione che da quanti, a vario titolo, sono impegnati nella Migrantes, avrà la più ampia collaborazione. ​  

Vangelo Migrante: XXVI Domenica del Tempo Ordinario | Vangelo (Lc 16,19-31)

22 Settembre 2022 - I farisei, amici della ricchezza e inclini a considerarla come un segno della benedizione di Dio sopra il giusto (solo i farisei?) non a caso deridevano Gesù per i suoi inviti a distaccarsi dai beni materiali. L’attaccamento al denaro, ieri come oggi, è frequente e la ricchezza molto apprezzata. Gli uomini ricchi sono ammirati e facilmente s’illudono di essere uomini grandi per il semplice fatto di essere ricchi. La celebre parabola del ricco epulone e del povero Lazzaro smaschera i grandi pericoli che corrono gli uomini ricchi. La parabola mette in evidente contrapposizione un ricco anonimo che vive nel fasto e un povero di nome Lazzaro, che in ebraico significa ‘Dio viene in aiuto’. Il fatto che sia riportato il nome del povero e non quello del ricco fa subito intendere il diverso modo di ragionare di Dio rispetto agli uomini: non sono i ricchi ma i poveri a stargli particolarmente a cuore! L’uomo ricco, vestito di porpora e di bisso che vive nel lusso, non è crudele nei confronti del povero Lazzaro, semplicemente non si accorge di lui e non si occupa minimamente dei suoi problemi. Egli vede solo sé stesso. La ricchezza ha lo stesso effetto di un panno nero dietro a un vetro: da trasparente, diventa specchio. Così nella vita degli uomini: con la ricchezza non ci si accorge più degli altri e dei loro problemi, anche quando sono vicinissimi, e si pensa solo a se stessi. La morte li raggiunge entrambi e produce un radicale rovesciamento della situazione. Lazzaro è portato dagli angeli accanto ad Abramo in un posto di grande onore. Il ricco si ritrova negli inferi, luogo tradizionale di tormenti per gli uomini, condannato a causa delle sue colpe. Il ricco non è condannato perché violento e oppressore, ma semplicemente perché ha vissuto ignorando completamente il povero. Appurato che non è più possibile fare nulla a suo favore, il ricco vorrebbe fare qualcosa per i suoi fratelli perché non seguano la sua sorte. La risposta di Abramo è chiara: le ricchezze, assieme allo sguardo ricurvo su se stessi procurano anche un intontimento che preclude qualsiasi altro sguardo o messaggio. Creano un abisso tra noi e la verità delle cose! Come la verità dello sguardo e della Parola di Dio, decisivi per la salvezza. I piaceri e gli agi di cui ci circondiamo, e di cui andiamo sempre di più alla ricerca, non ammettono altro. Nient’altro. … E la parabola non ammette mezze misure: non si può essere cristiani e superficiali allo stesso tempo, incuranti, evasivi o in fuga da ciò che ci circonda. Gesù annuncia l’unica cosa che conta e che resta veramente: la salvezza del Padre, per tutti. E ci dice come ottenerla. Sarà utile farci qualche domanda: chi è il mio Lazzaro? Qual è la mia occasione di salvezza? Chi c’è da mare? Chi c’è da curare? (p. Gaetano Seracino)