Primo Piano

Vangelo XXX Domenica del Tempo Ordinario | Vangelo (Lc 18,9-14)

20 Ottobre 2022 -   Il primo ornamento della preghiera è l’umiltà: essere convinti della propria povertà, imperfezione, indegnità e ammettere di non bastare a se stessi. Gesù continua la catechesi sulla preghiera e lo fa raccontando la parabola di un pubblicano che prega in contemporanea ad un devotissimo fariseo. Lo diciamo subito: ‘fariseo’ non è sinonimo di cattivo; e, infatti, anche secondo il racconto, egli è davvero un brav’uomo, un elemento validissimo per la società: non ruba, non è ingiusto, non commette adulterio, digiuna e paga la decima su tutto. Ma Gesù fa notare che, pur pregando, non viene ascoltato. Qualcosa non torna. Viene da chiederci: cosa bisogna fare per essere ascoltati? L’evangelista introduce la parabola dicendo che Gesù la rivolge ad “alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri”. Ecco il punto: il problema è che il fariseo presume, vive di se stesso, della propria giustizia… e disprezza gli altri. Questo significa che, alla fine, critica Dio: mentre lui è stato fatto bene, gli altri sono stati fatti male e sono un problema. E dà origine all’eterna scalata dell’uomo sugli altri uomini (Caino e Abele); quella fatta con la perenne competizione che si nutre nel trovare sempre chi sta peggio. Insomma si finisce per ringraziare Dio perché gli altri fanno schifo! Se questo ‘funziona’, per modo di dire, fra le cose degli uomini, non è assolutamente il modo di stare dinanzi a Dio. La denuncia di Gesù è fortissima: se un sistema religioso si basa sull’auto edificazione e sul disprezzo degli altri, non ha da dire nulla. Ha chiuso. ‘Game over’, si direbbe oggi. Ci si illude di parlare con Dio, ma in fondo si parla di se stessi a se stessi. Questa non è nemmeno preghiera. L’intenzione del fariseo è quella di farla ma nella pratica lo sbrodolarsi da solo e il non chiedere nulla…, lo portano fuori dal seminato. Si tratta di un atteggiamento molto diffuso fra coloro che si ritengono giusti e non bisognosi di nulla, i quali per mettere in evidenza le loro ‘giustezze’ sul vissuto e sulla fede, hanno bisogno di misurarsi sulle meschinità altrui. La verità, ci dice Gesù, è che siamo sempre dei principianti; è un illusione la speranza di diventare autonomi. Quella è la logica del serpente antico. Il pubblicano sta meglio del fariseo perché ha bisogno di tutto e l’unica misura che ha è Dio. Mentre il fariseo si misura sul pubblicano, il pubblicano si misura su Dio. Sa che per la salvezza non basta se stesso ma Qualcuno che lo salvi. La sua preghiera sarà ascoltata da Gesù sulla croce. La preghiera vera, sgorga bene dalla nostra povertà. Una preghiera solo per mettere a posto la coscienza, non esiste e non ha nemmeno senso, ci dice Gesù! Un atteggiamento che insegna che chi vive di perdono, potrà conoscere la pazienza e la misericordia di Dio; chi vive di certezze, sarà freddo anche all’amore. (P.Gaetano Saracino)  

Viminale: da inizio anno sbarcate 76.716 persone migranti in Italia

20 Ottobre 2022 -
Roma - Sono 76.716 le persone migranti sbarcate sulle coste italiane da inizio anno secondo i dati forniti oggi dal Ministero degli Interni.  Di questi 16.229 sono di nazionalità egiziana (21%), sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco; gli altri provengono da Tunisia (15.931, 21%), Bangladesh (11.277, 15%), Siria (5.961, 8%), Afghanistan (5.870, 8%), Costa d’Avorio (2.572, 3%), Guinea (2.033, 3%), Eritrea (1.923, 2%), Pakistan (1.849, 2%), Iran (1.798, 2%) a cui si aggiungono 11.273 persone (15%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione.

Il legno dei barconi all’Università Cattolica

20 Ottobre 2022 - Milano - Sono spoglie e colorate, resistenti alle intemperie e portatrici di drammi: sono le barche dei migranti che attraversano il Mar Mediterraneo con a bordo decine di uomini, donne e bambini in cerca della salvezza, che troppo spesso, invece, incontrano la morte. Una di queste arriverà oggi nella sede milanese dell’Università Cattolica come testimonianza diretta del progetto “Metamorfosi”. L’Ateneo ospiterà per un anno una delle barche dei migranti il cui legno viene utilizzato per costruire strumenti musicali. Un progetto a supporto di persone migranti e in carcere: nel corso dell’evento sarà firmato un Protocollo d’intesa tra l’Università Cattolica, la Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti, e l’Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli con la finalità di sensibilizzare la comunità universitaria e i cittadini verso la valorizzazione dei beni comuni, la giustizia sociale e la cultura della legalità, sostenendo progetti solidali a favore di migranti e detenuti.  

Migrantes: emigrazione e testimonianza cristiana

20 Ottobre 2022 -

Domenica 23 ottobre si celebra in tutte le parrocchie la Giornata missionaria mondiale. Nel Messaggio per la Giornata di quest’anno Papa Francesco fa un riferimento particolare al ruolo dei migranti e, in particolare, dei rifugiati come testimoni della fede, e all’importanza dell’accoglienza dei Paesi in cui arrivano: “A causa di persecuzioni religiose e situazioni di guerra e violenza, molti cristiani sono costretti a fuggire dalla loro terra verso altri Paesi. Siamo grati a questi fratelli e sorelle che non si chiudono nella sofferenza ma testimoniano Cristo e l’amore di Dio nei Paesi che li accolgono. A questo li esortava San Paolo VI considerando la ‘responsabilità che spetta agli emigranti nei Paesi che li ricevono’ (Evangelii nuntiandi, 21). In effetti, sempre più sperimentiamo come la presenza dei fedeli di varie nazionalità arricchisce il volto delle parrocchie e le rende più universali, più cattoliche. Di conseguenza, la cura pastorale dei migranti è un’attività missionaria da non trascurare, che potrà aiutare anche i fedeli locali a riscoprire la gioia della fede cristiana che hanno ricevuto”.

In Italia i migranti provengono da almeno 190 Paesi e i rifugiati da almeno 60 Paesi. Attraverso le loro storie,  le loro “vite che parlano” – per usare ancora un’immagine del Santo Padre – riconosciamo anche la sofferenza e la persecuzione per la fede oltre che per la guerra, i cambiamenti climatici, la povertà. Respingere i migranti significa respingere tanti fratelli e sorelle anche nella fede. Infatti, quelli dei migranti e dei rifugiati sono volti e storie di speranze che alimentano la vita cristiana delle nostre comunità – sono almeno 900.000 i cattolici migranti in Italia, in leggera crescita quest’anno – che ci aiutano veramente a “riscoprire la gioia della fede” e ci spingono a camminare insieme.  (Mons. Gian Carlo Perego - Presidente Fondazione Migrantes)

Mons. Printezis (vescovi Grecia): “non è giusto usare migranti e rifugiati come strumento di pressione politica”

20 Ottobre 2022 -
Roma - Almeno 17 morti, in gran parte donne, e almeno 80 dispersi: è il bilancio di due naufragi avvenuti nelle acque della Grecia meno di quindici giorni fa. Il primo episodio è avvenuto al largo dell’isola di Kythira, a sud del Peloponneso e il secondo vicino all’isola di Lesbo, nell’Egeo nord-orientale. Secondo il ministro greco dell’Immigrazione Notis Mitarachis “le persone annegano dopo essere salite su imbarcazioni inadatte alla traversata”. L’Unione europea, ha aggiunto, “deve agire” così come la Turchia chiamata ad “impedire tutte le partenze irregolari”. Cresce, intanto, la tensione tra Ankara e Atene, dopo che, due giorni fa, 92 migranti sono stati lasciati nudi in Grecia. Si tratta di persone provenienti in gran parte da Siria e Afghanistan che avevano attraversato il fiume Evros su dei gommoni. Secondo quanto emerso da una ricostruzione delle autorità greche, frutto di una indagine congiunta con i funzionari di Frontex, l’agenzia di frontiera dell’Ue, i migranti sarebbero stati portati sul posto da veicoli delle autorità turche e sarebbe stato ordinato loro di togliersi i vestiti prima di fare la traversata sui gommoni. Ricostruzione rispedita al mittente da Ankara. Sconcerto è stato espresso dall’Unhcr che ha chiesto indagini per fare luce sull’accaduto. Così tra accuse di partenze irregolari e di respingimenti, il numero dei migranti morti in mare aumenta sempre di più.

(Foto Vatican Media/SIR)

“Quanto sta accadendo è molto tragico”, commenta al Sir mons. Joseph Printezis, arcivescovo di Naxos, Andros, Tinos and Mykonos nel cui territorio insiste anche l’isola di Lesbo, che con Samos, ospita due centri di accoglienza per migranti e richiedenti asilo. Il presule, che ricopre anche la carica di Segretario generale della Conferenza episcopale greca, avverte del rischio di “trasformare la questione migranti come uno strumento di pressione politica. In ballo – ribadisce – è in gioco la dignità di queste persone e il rispetto dei diritti umani basilari”. “L’Europa – spiega al Sir – dovrebbe cambiare la sua politica verso i migranti e i rifugiati. Ci sono milioni di persone in Turchia pronte a partire. Si tratta di gente sottoposta ad abusi, discriminazioni, privata della propria dignità. Moltissime persone hanno pagato notevoli somme di denaro per fuggire salvo poi naufragare e trovare la morte nel Mediterraneo. Non è giusto usare migranti e rifugiati come strumento di pressione politica. Sono persone che vanno rispettate nella loro dignità. Gente disperata che tenta soluzioni disperate. Non trasformiamo il mare Mediterraneo in un cimitero. Facciamo in modo che non lo diventi ancora di più. Stiamo andando verso l’inverno e le rotte sono sempre più pericolose”. “Quanto sta accadendo è molto tragico”, denuncia mons. Printezis. Il presule, che ricopre anche la carica di Segretario generale della Conferenza episcopale greca, avverte del rischio di “trasformare la questione migranti come uno strumento di pressione politica. In ballo – ribadisce – è in gioco la dignità di queste persone e il rispetto dei diritti umani basilari”. “L’Europa – spiega al Sir – dovrebbe cambiare la sua politica verso i migranti e i rifugiati. Ci sono milioni di persone in Turchia pronte a partire. Si tratta di gente sottoposta ad abusi, discriminazioni, privata della propria dignità. Moltissime persone hanno pagato notevoli somme di denaro per fuggire salvo poi naufragare e trovare la morte nel Mediterraneo. Non è giusto usare migranti e rifugiati come strumento di pressione politica. Sono persone che vanno rispettate nella loro dignità. Gente disperata che tenta soluzioni disperate. Non trasformiamo il mare Mediterraneo in un cimitero. Facciamo in modo che non lo diventi ancora di più. Stiamo andando verso l’inverno e le rotte sono sempre più pericolose”.
Mediterraneo centrale (Foto di Laurin Schmid/Sos Mediterranee)
 

I detenuti al lavoro nei cantieri del Sisma

(Foto ©Siciliani-Gennari/CEI) 20 Ottobre 2022 - Roma - Le persone detenute in dieci province delle regioni Abruzzo, Lazio, Molise, Marche e Umbria avranno l’occasione di lavorare nei cantieri di oltre 5.000 opere di ricostruzione pubblica e in quelli di 2.500 chiese danneggiate dal terremoto 2016. Lo stabilisce il Protocollo d’intesa siglato, nella sede del Ministero della Giustizia, tra il Commissario Straordinario alla Ricostruzione, Giovanni Legnini; la Ministra della Giustizia, Marta Cartabia, il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, Cardinale Matteo Maria Zuppi, il Presidente del Consiglio nazionale dell’Anci, Enzo Bianco, e il Vicepresidente Ance con delega per la ricostruzione del Centro Italia Piero Petrucco. Era presente anche il capo del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, Carlo Renoldi. L’obiettivo del Protocollo, è quello di aumentare le opportunità di lavoro, strumento indispensabile per il pieno reinserimento sociale, di chi sta scontando una pena detentiva in 35 istituti del Centro Italia. Il numero dei detenuti coinvolti dipenderà dal programma dei lavori e dai cantieri individuati. Le modalità di inserimento lavorativo verranno definite in base ai profili dei singoli detenuti e alle esigenze delle aziende. Al Commissario Straordinario spetterà la funzione di raccordo delle attività, mentre il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria individuerà gli idonei e favorirà il loro inserimento in cantieri vicini alle strutture detentive, in accordo con la Magistratura di sorveglianza. La Cei promuoverà, presso le imprese impegnate nella ricostruzione degli edifici di culto, l’utilizzo di manodopera da parte dei detenuti valutati idonei. Ance diffonderà alle proprie strutture territoriali e, per il loro tramite, anche agli enti bilaterali del sistema, i contenuti del Protocollo; allo stesso modo, anche Anci nei Comuni che ospitano strutture penitenziarie. Con il Protocollo viene definito anche un Comitato paritetico di gestione, composto dai rappresentanti dei firmatari, che sarà istituto entro 15 giorni, con il compito di promuovere e monitorare le attività previste dal documento e di coordinare le azioni degli enti e dei soggetti che hanno aderito. nella definizione dell’accordo”. Per il card. Zuppi “Il Protocollo rappresenta un passo importante sulla strada della responsabilità comune. Se vogliamo che il carcere non sia solo punitivo, ma soprattutto redentivo dobbiamo smettere di pensarlo come una realtà isolata, a sé stante, emarginata. Dare ai detenuti la possibilità di lavorare è un modo per farli sentire parte della comunità, per dare loro una prospettiva di futuro e un’alternativa valida per non tornare a delinquere una volta scontata la pena. Il fatto che siano impegnati in cantieri per la ricostruzione, pubblica e religiosa, è poi un segno di speranza e un incoraggiamento a costruire insieme il nostro domani”.  

Morti di stenti in mare, nell’ indifferenza

20 Ottobre 2022 - Milano - Ancora il maledetto 3 ottobre, stavolta quello del 2022. E il mare non è quello di Lampedusa, ma quello al largo della Libia, in cui hanno perso la vita almeno 75 profughi eritrei. Una seconda tragedia costata la vita a 5 cittadini eritrei è avvenuta a inizio ottobre mentre emergono nuovi particolari sul viaggio della morte di Wegihu, il 20enne eritreo trovato cadavere un mese fa su un barchino da Open arms. Un filo rosso lega i fatti, il ritorno sulla scena di tre inafferrabili superboss eritrei del traffico di esseri umani: Abdul Razak, Abu Salam e Medhane Yedego, "il Generale". I signori dei "viaggi della speranza" tra Etiopia, Sudan e Libia, ricercati da tutte le procure europee e dall' Interpol, hanno fiutato il lezzo di denaro e morte tornato a spirare da coste e oasi libiche, di nuovo meta dei profughi dal Corno d' Africa sconvolto dalla guerra in Tigrai, dai rastrellamenti del regime asmarino in cerca di reclute e dalla carestia. Lo confermano gli attivisti di Eritrea democratica che hanno raccolto le testimonianze di parenti e sopravvissuti. Per capire l' orrore bisogna spostarsi nelle case dei rifugiati urbani di Addis Abeba, la capitale etiope cardine della rotta orientale africana del traffico di esseri umani. Lo scorso febbraio inizia qui la tragica odissea di un gruppo di circa 50 ventenni eritrei fuggiti dai campi profughi Onu nel Tigrai e disertori dell' esercito asmarino che partono a bordo di un camion per la Libia. L' organizzatore è Abdul Razak, sparito da Tripoli nel 2018 alla volta di Dubai. Secondo le testimonianze, il super trafficante si è riaffacciato sulla scena e vivrebbe in Sudan. Ciascun profugo lo ha pagato 6.500 dollari per raggiungere le coste libiche e da lì quelle italiane. Ma tre persone, tra cui una donna, muoiono soffocate appena prima del confine sudanese. E, poco dopo, le donne vengono separate dai compagni e violentate. Quando si riuniscono al gruppo quattro mancano all' appello, sparite nel nulla. I trafficanti aggregano altre 40 persone in fuga dall' Eritrea che hanno pattuito il pagamento di 4.500 euro. Dopo due giorni di viaggio raggiungono Agedabian, città costiera della Cirenaica dove vengono consegnati al trafficante libico Mahdi. La sosta è compresa nel prezzo, ma Mahdi sostiene di non aver ricevuto i soldi da Abdul Razak e pretende dai prigionieri un altro pagamento. I carcerieri chadiani per convincerli iniziano a torturarli, poi a stuprare le ragazze davanti ai compagni in un crescendo che va avanti finché i parenti sborsano 3.000 dollari a testa per liberarli. Il 19 settembre Mahdi li carica su un gommone condotto da due egiziani, ma l' imbarcazione si ribalta dopo due ore e quattro persone annegano. Cellulari e satellitare finiscono in mare, impossibile lanciare Sos. Il relitto va alla deriva, i passeggeri che muoiono lentamente di fame e sete vengono gettati ai pesci. Il fatidico 3 ottobre le onde ributtano il relitto sulla costa libica. I soccorritori vi trovano 15 cadaveri e sette sopravvissuti in fin di vita, tra cui una donna che spira poco dopo. Invece Aman, Habtom, Brhane, Binyam, Alex e Dejen, i superstiti, vengono imprigionanti a Sifra e si teme che vengano rivenduti. Per uscire dall' inferno libico altri 60 profughi eritrei si sono invece affidati al numero uno. Dall' Uganda, dove si era rifugiato, è tornato a dirigere il traffico in Libia Medhane, il Generale, al centro anni fa di un clamoroso errore giudiziario perché i magistrati palermitani imprigionarono al suo posto un falegname. Attraverso la sua rete agli inizi di ottobre ha fatto partire da Qoms per 4.500 dollari il gruppo. Ma il barcone è intercettato dalla parte della Guardia costiera libica che non ha fatto accordi con il Generale. Cinque persone cercano di sfuggire alla cattura tuffandosi per raggiungere la costa a nuoto, ma annegano. Tra di loro c' è il medico Meari Haile, 35 anni, che curava a Tripoli le vittime dei raid di miliziani e polizia. Infine il viaggio della morte di Wehigu, il 20 enne eritreo trovato cadavere sul barchino su cui viaggiava da Open Arms lo scorso 20 settembre. In due anni era stato in quattro galere libiche, era asmatico. Picchiato all' imbarco, ha respirato carburante sul barcone sovraffollato fino a morire. La famiglia aveva pagato per il suo viaggio 4mila dollari ad Abusalam, fuggito a Dubai 4 anni fa e tornato a organizzare buona parte delle partenze dalla Libia. Wegihu aveva una sorella, morta 10 anni fa per le torture dei predoni beduini nel Sinai dove si facevano le ossa i tre signori della morte eritrei, che con le loro protezioni altolocate sono tornati in azione al momento giusto. Sui social l' unica memoria che resta di queste tragedie è l' ennesimo mosaico di volti dei morti nel deserto e in mare. (Paolo Lmbruschi - Avvenire)  

Migrantes Treviso: messa al luna park per la festa di San Luca

19 Ottobre 2022 - Treviso - Settanta famiglie lunaparchiste si sono date appuntamento alle tradizionali Fiere di San Luca che da oltre ottocento anni anima la gioia e la festa dei trevigiani. “Le Fiere rappresentano un appuntamento imperdibile per tutto il territorio, una tradizione che si tramanda di anno in anno da secoli – come ricorda il vicesindaco Andrea De Checchi, in un’intervista concessa a un quotidiano locale – Quello delle Fiere di San Luca è un contesto in grado di attirare e di coinvolgere veramente tutti, anche grazie ad un programma di eventi in grado di aggiungere elementi attrattivi al tradizionale Luna Park”. Settantatré attrazioni con una novità: il "Padiglione degli specchi umoristici" della famiglia Faccio originaria della provincia di Padova. Come è consuetudine, il giorno dedicato alla memoria di San Luca, il 18 ottobre, la grande famiglia dello Spettacolo Viaggiante, presente alle Fiere, si riunisce per la celebrazione della Santa Messa. A presiederla, ieri, il responsabile della Pastorale Migrantes del Settore per la diocesi di Treviso: don Marco Cagnin. Questi, nell’omelia, ha sottolineato l’importanza della presenza delle giostre per l’allegria, la felicità e la serenità che portano non solo ai bambini, ma anche agli adulti. Sull’altare preparato sotto il tendone enogastronomico, è stata posta la pittura di Maria Madre dei Viaggianti. A concelebrare l’Eucarestia il direttore diocesano Migrantes, don Bruno Baratto e il responsabile Triveneto per la Pastorale Migrantes dei fieranti e circensi, don Mirko Dalla Torre.

Catania: celebrazione delle comunità cingalese e srilankese con l’arcivescovo Renna

19 Ottobre 2022 - Catania - Domenica scorsa la comunità cingalese e srilankese ha celebrato a Catania la tradizionale festa comunitaria e si è ritrovata unita in preghiera nella Cattedrale della città. La festa è stata organizzata dal cappellano srilankese Duminda Suresh Kumar Hettiarachchige Appuhamy, in collaborazione con il parroco della Cattedrale don Barbaro Scionti. Ad accogliere i partecipanti sul sagrato l'arcivescovo, mons. Luigi Renna  che elogiato la partecipazione di una comunità che si è distinta negli ultimi anni per l'attivismo esemplare con il quale si è integrata in città: Catania “vi ama, apprezza la vostra gentilezza, la serietà e l'onestà nel lavoro”. All’incontro anche mons. Joe Neville Perera, coordinatore nazionale Migrantes dei srinlankesi in Italia che ha presieduto la celebrazione eucaristica e ha incontrato i fedeli. La celebrazione si era aperta con una processione folkloristica con  abiti e costumi della tradizione.

Eurostat: il Paese d’origine influenza le discriminazioni sul posto di lavoro

19 Ottobre 2022 -
Roma - Il Paese di origine influenza le discriminazioni sul posto di lavoro. Nel 2021 in Europa, 5,2 milioni di donne e 3,6 milioni di uomini, di età compresa tra 15 e 74 anni, hanno riferito di essersi sentiti discriminati sul lavoro. Lo comunica Eurostat in una pubblicazione odierna del rapporto 2021 sulla forza lavoro, in particolare sui migranti e le generazioni seguenti. Secondo i dati, 0,2 milioni di uomini e 1,6 milioni di donne hanno dichiarato di essere discriminati per genere. Inoltre in Europa, le percentuali più elevate, sia per gli uomini (7,7%) che per le donne (8,8%), di coloro che si sentono discriminati sul lavoro sono state registrate tra i nati in un Paese extra Ue, seguiti da quelli nati in un altro Paese Ue (5,4% per gli uomini e 7,5% per le donne). Mentre, il tasso di occupati nati nel Paese in cui dichiarano di sentirsi discriminati sul lavoro è molto più basso: 3,2% per gli uomini e 5,8% per le donne. In termini assoluti, 618mila uomini e 564.600 donne nati in un Paese extra Ue e 193.500 uomini e 256.200 donne nati in un altro Paese Ue hanno riferito di essersi sentiti discriminati sul lavoro. “Il motivo della discriminazione è spesso l’origine straniera: questo riguarda soprattutto gli uomini nati in un Paese extra-Ue (6,0%) rispetto alle donne (5,0%)”. In totale, 481.700 uomini e 322.800 donne nati in un Paese fuori dall’Ue hanno riferito di esser stati discriminati sul lavoro a causa della loro origine straniera. Mentre all’interno dell’Ue, sono, in particolare, le donne nate in un altro Stato membro a denunciare discriminazione per le loro origini (3,4%) rispetto agli uomini (3,2%). (Sir)

Ucraina: le preoccupazioni del Papa per la situazione nel Paese

19 Ottobre 2022 - Città del Vaticano - Papa Franceso è preoccupato per la situazione che si sta vivendo in Ucraina. "Torniamo con il pensiero alla martoriata Ucraina e preghiamo per l’Ucraina", ha detto questa mattina al termine dell'Angelus in piazza san Pietro: "preghiamo per le cose brutte che stanno succedendo lì, le torture, le morti, la distruzione". E rivolgendo oil suo saluto ai pellegrini della Nigeria h detto di pregare per le vittime delle inondazioni: "penso alle violente piogge che hanno colpito in questi giorni il loro Paese, provocando inondazioni, causando tanti morti, numerosi dispersi e ingenti danni. Preghiamo - ha quindi aggiunto - per quanti hanno perso la vita e per tutte le persone provate da così devastante calamità. Non manchi a questi nostri fratelli e sorelle la nostra solidarietà e il sostegno della Comunità internazionale".  Continuando il ciclo di catechesi sul Discernimento il Pontefice ha incentrato la sua meditazione sul tema: “Gli elementi del discernimento. Il libro della propria vita”. (Raffaele Iaria)

Perché la Chiesa Cattolica non vede di buon occhio la festa di Halloween?

19 Ottobre 2022 - Roma - In questi ultimi anni l’avvento sempre più intensivo della festa di Halloween nelle nostre comunità ha suscitato non poche domande e preoccupazioni. Numerosi vescovi, catechisti, educatori, hanno manifestato sempre più apertamente la loro contrarietà, considerando l’incompatibilità di questo fenomeno e dei suoi contenuti con la corretta visione della vita cristiana e adottando posizioni fortemente critiche. Quali sono i motivi di questa contrarietà? Perché tanta preoccupazione per un fenomeno che sembra essere del tutto innocuo? Una prima risposta va ricercata in ambito etico. Un modello culturale come quello proposto da Halloween che inneggia alla morte e alla bruttezza non può che essere nocivo perché l’animo umano è per sua natura votato alla bellezza. Halloween è un inno al macabro e alla dissacrazione del senso della vita. Si tratta di un progetto molto più vasto della reale innocua apparenza, fortemente sostenuto dai mass media che è non tanto quello commerciale, quanto quello di indurre l’opinione pubblica, in particolare i bambini, gli adolescenti e i giovani, a familiarizzare con le mentalità occulte, esoteriche e magiche, fortemente estranee e ostili alla fede e alla cultura cristiana. Il pericolo che venga meno la visione cristiana della vita a scapito di una visione pagana, utilitarista e addirittura esoterica è reale e molto concreto. La Chiesa invita da sempre a vigilare seriamente sui modelli culturali perché siano per l’uomo e non contro di lui. Nello specifico la Chiesa ha il dovere di interpretare e di chiarire se questi fenomeni rappresentano un pericolo o meno per la vita spirituale. Molti pastori hanno più volte evidenziato come questo fenomeno sia legato a un vero e proprio movimento esoterico e anticristiano. Occorre ovviamente fare le opportune distinzioni. Un conto è l’adolescente festante che inconsapevolmente si presta ad un modello culturale sbagliato che veicola messaggi subliminali incompatibili con la fede cristiana; un conto sono le organizzazioni esoteriche o addirittura legate al culto del male che in questi giorni operano ogni genere di blasfemia. Evidentemente in entrambi i casi si deve intervenire con decisione, ma è chiaro che si tratta di situazioni diverse, seppur collegate tra loro dal sottile filo che il maligno tesse instancabilmente per veicolare messaggi sbagliati e contrari alla fede cristiana. Per poter emettere un giudizio positivo ed equilibrato su questo fenomeno occorre saperlo interpretare e per fare questo si devono ascoltare coloro che hanno gli strumenti per farlo. I Pastori della Chiesa, a tale proposito, per definire meglio i rischi e i pericoli legati al fenomeno Halloween, sono ricorsi molte volte, in questi anni, al ruolo pedagogico ed educativo dei sacerdoti esorcisti, i quali sono concordi nel rilevare come questa realtà sia decisamente dannosa per la vita spirituale in quanto strettamente legata al mondo dell’occultismo e dell’esoterismo. Tutto questo richiama ad una legittima e giustificata preoccupazione, all’urgenza educativa e al dovere di ripristinare, soprattutto nei giovani, un umanesimo cristiano votato alla cultura del bello e del vero. (Paolo Morocutti)

Mantova: a Piubega festa della Solidarietà dai madonnari al luna park

19 Ottobre 2022 - Mantova - Domenuca prossima a Piubega torna la Festa della Solidarietà con il concorso dei piccoli madonnari con la professoressa e madonnara guidizzolese Mariangela Cappa e tanti stend e mostre coimne quella al luna park. , All'iniziativa, promossa da Comune di Piubega, associazioni del paese e commercianti lovcale prevede la consegna della Costituzione ai 18enni, il raduno delle moto Harley Davidson, un torneo di scacchi in oratorio e, nel piazzale della canonica, lo spettacolo del gruppo "Twirling Dance Majorette" di Calcinato (Bs) e lo spettacolo musicale degli allievi dell' accademia "Libera...mente" oltre ai vari stand.

Italiani nel Mondo: in corso la Settimana della Lingua Italiana

18 Ottobre 2022 - Roma - E' in corso da ieri la Settimana della Lingua Italiana nel Mondo, evento di promozione dell’italiano come grande lingua di cultura classica e contemporanea che la rete culturale e diplomatica della Farnesina organizza ogni anno, nella terza settimana di ottobre, intorno a un tema che serve da filo rosso per conferenze, mostre e spettacoli, incontri con scrittori, intellettuali, studiosi, artisti. La prima edizione della Settimana si è tenuta nell'ottobre 2001 - anno europeo delle lingue - su iniziativa di Francesco Sabatini, allora Presidente e oggi (dal maggio 2008) Presidente Onorario dell'Accademia della Crusca, e della Direzione Generale per la Promozione e la Cooperazione Culturale del Ministero degli Affari Esteri. L'organizzazione è attualmente curata dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, dall'Accademia della Crusca e, all'estero, dagli Istituti Italiani di Cultura, dai Consolati italiani, dalle cattedre di Italianistica attive presso le varie Università, dai Comitati della Società Dante Alighieri e da altre associazioni di italiani all'estero, sotto l'alto Patronato del Presidente della Repubblica. Di anno in anno, l'iniziativa ha riscosso un successo crescente, arrivando a coinvolgere un numero sempre maggiore di partecipanti attraverso svariati eventi. Il tema scelto quest'anno è "L'italiano e i giovani".

Viminale: da inizio anno sbarcate 75.869 persone migranti sulle coste italiane

18 Ottobre 2022 - Roma – Sono 75.869 le persone migranti sbarcate sulle coste italiane da inizio anno secondo i dati diffusi oggi dal ministero degli Interni e aggiornati alle 8 di questa mattina. Di questi 16.113 sono di nazionalità egiziana (21%), sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco; gli altri provengono da Tunisia (15.671, 21%), Bangladesh (11.257, 15%), Siria (5.937, 8%), Afghanistan (5.827, 8%), Costa d’Avorio (2.552, 3%), Eritrea (1.923, 3%), Guinea (2.033, 3%), Pakistan (1.845, 2%), Iran (1.728, 2%) a cui si aggiungono 10.993 persone (14%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione.

Festival del Circo di Latina: 71 artisti da 13 Paesi. Migrantes: una famiglia che va incontro alle altre famiglie

18 Ottobre 2022 - Latina - Una edizione da record quella dell’International Circus Festival di Latina che si è concluso ieri sera. Una edizione di “vera ripartenza” - come ha detto il presidente dell’associazione che promuove il festival Montico– e che ha visto in gara 71 artisti provenienti da 13 paesi del mondo. Ogni giorno questa edizione – la XXIII dal 13 al 17 ottobre – ha richiamato centinaia di persone che hanno partecipato con interesse ai vari spettacoli presentati da Andrea Giachi e Alessia Dell'Acqua. Alla serata conclusiva ieri sera il direttore della Fondazione Migrantes, mons. Pierpaolo Felicolo: “la famiglia del circo – ci dice – è una famiglia allargata che deve incontrare le altre famiglie”. La grande famiglia dello Spettacolo Viaggiante è “lei stessa soggetta di testimonianza di fede, speranza e carità, perché depositaria di una missione preziosa di apostolato, come ebbe a ricordare Papa San Giovanni XXIII nell’udienza concessa al Circo nel 1959”, ha scritto in una lettera ai promotori del Festival don Mirkp Dalla Torre, membro della Commissione nazionale per la pastorale dello spettacolo Viaggiante della Fondazione Migrantes  che “apprezza e stima l’attenzione riservata all’accoglienza interculturale dei giovani artisti circensi giunti a Latina da ogni parte del mondo: chi più del Circo è luogo di accoglienza e di integrazione? Anche il mondo del Circo deve porre la sua attenzione all’accoglienza dello straniero, per ‘costruire il futuro con i migranti e i rifugiati’ come ricorda Papa Francesco nel suo messaggio per la Giornata Mondiale del Migrante del settembre 2022. Penso non solo all’accoglienza degli artisti stranieri ingaggiati per lo spettacolo, ma anche ai tanti galuppi, che con la loro presenza e il loro lavoro sono fondamentali per la vita del Circo; anche questo è rispondere al progetto di Dio, senza escludere nessuno”. Al termine anche i premi: per la critica al Duo Resurrection mentre la giuria tecnica ha assegnato il premio Latina d'Oro a Flyng Martini e Jozsef Richter Jr Troupe, il Latina d'Argento a Hermanos Acero, Celis Brithers e Tic Tac Trio e il Latina di Bronzo a Alessandro ed Erika Togni, Duo Resurrection, Cluwn Matute e Steven Ferreri. (Raffaele Iaria)

Con la pandemia 100 milioni di indigenti in più nel mondo

18 Ottobre 2022 - Roma - I progressi verso l' eliminazione della povertà nel mondo hanno subito un' inversione di rotta a causa della pandemia. Secondo le stime della Banca Mondiale, 100 milioni di nuovi poveri vanno ad aggiungersi agli oltre 700 milioni rilevati nel 2015. A vivere in condizioni di povertà assoluta sono soprattutto donne, persone con disabilità, minoranze, rifugiati e "lavoratori poveri". In occasione della Giornata internazionale per l' eliminazione della povertà, la Strategic Alliance of Catholic Research Universities, i cui lavori sono coordinati dall' Università Cattolica di Milano, ha lanciato un appello a politici e imprenditori per adottare misure, improntate alla solidarietà, volte all' eradicamento della povertà nel mondo, che è anche il primo "Obiettivo di sviluppo sostenibile" dell' Agenda Onu 2030.

Vaticano: “cristiani e induisti condividano convivialitàe corresponsabilità”

18 Ottobre 2022 - Città del Vaticano - «In questo contesto di crescenti tensioni, conflitti e violenze in varie parti del mondo sulla base di identità e supremazie religiose, culturali, etniche, razziali e linguistiche, è vitale e centrale il bisogno di promuovere la convivialità e uno spirito di corresponsabilità tra le persone». È l’invito che il Dicastero per il dialogo interreligioso ha inviato alla comunità degli induisti in occasione della festa di Diwali - ossia “fila di lampade ad olio” - e che si celebra quest’anno il 24 ottobre. Simbolicamente fondata su un’antica mitologia, essa rappresenta la vittoria della verità sulla menzogna, della luce sulle tenebre, della vita sulla morte, del bene sul male. «Come credenti e responsabili delle nostre comunità religiose siamo radicati nelle nostre rispettive credenze e convinzioni religiose, e condividiamo una comune preoccupazione e responsabilità per il benessere della famiglia umana e della terra, nostra casa comune. Come tali, possiamo noi, cristiani e induisti, unire i nostri sforzi con le persone di tutte le altre tradizioni religiose e con quelle di buona volontà, per promuovere, individualmente e collettivamente, lo spirito di convivialità e corresponsabilità per trasformare questo mondo in una dimora sicura per ognuno dove vivere gioiosamente in pace» conclude il messaggio firmato dal prefetto, il cardinale Ayuso Guixot e dal segretario monsignor Kodithuwakku Kankanamalage.

Migrantes Cosenza-Bisignano: ieri la celebrazione della GMMR

17 Ottobre 2022 - Cosenza – Si è celebrata ieri a Cosenza, su iniziativa dell’Ufficio Migrantes diocesano, la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, rimandata alla data di ieri a causa della morte prematura dell’arcivescovo, mons. Francescantonio Nolè. Momento centrale della Giornata la celebrazione della liturgia eucaristica nella centralissima parrocchia della città dedicata a Santa Teresa del Bambin Gesù. A presiederla il Vicario Episcopale per la Catechesi, la Cultura e le Comunicazioni sociali, don Enzo Gabrieli che nella sua omelia ha ricordato l’esperienza migratoria della famiglia in Venezuala dove è nato ed ha sottolineato l’importanza dell’accoglienza di uomini, donne e bambini che raggiungno “le nostre città da Paesi spesso in guerra o in situazioni politiche e sociali difficili. Uomini, donne e bambini che non vanno lasciati soli ma accolti”. Ad animare la liturgia le comunità migranbti presinti che hanno poi inaugurato un mosaico del laboratorio creativo. In serata “Cucina dal Mondo” con piatti etnici e una Band Multietnica per dire ancora una volta no all’indifferenza e dare un segnale forte di integrazione. Una “festa multicolore – ci ha detto don Gabrieli – che ha ravvivato con suoni e luci l’intera città bruzia”. (R.I.)

Card. Zuppi: “preoccupante il problema dei giovani”

17 Ottobre 2022 -

Roma - “Alcuni dati che mi hanno molto colpito sono quelli che riguardano il problema dei giovani, del sud, dell’educazione, cioè di come la povertà diventa ereditaria. Per spezzare l’anello, oppure per unire, perché il Rapporto si chiama ‘L’anello debole’ e l’anello debole lo devi rendere forte altrimenti si spezza tutta la catena. L’anello debole lo rendi forte ristabilendo l’educazione o investendo seriamente sull’educazione”. Lo ha affermato, oggi, il card. Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, in un video messaggio, con cui si è aperta la presentazione del Rapporto su povertà ed esclusione sociale dal titolo “L’anello debole”, curato da Caritas Italiana.

“I dati che ascolterete sui giovani e sulla povertà intergenerazionale sono davvero preoccupanti e richiedono a tutti quanti noi di fare qualche cosa perché l’educazione non è soltanto quella in termini tecnici, cioè di aiutare, quella di don Milani, quella di dare la parola, di aiutare a non essere esclusi dalla scuola – e l’abbandono sappiamo che è molto alto, incredibilmente alto – ma è anche l’investimento sulla persona, la rete di educazione che è quel famoso villaggio che almeno le nostre comunità devono rappresentare e rappresentano per chiunque”, ha spiegato il porporato, chiarendo: “Un villaggio educativo, anche in termine tecnico – insisto – nel dare la fiducia e la possibilità di continuare a studiare, i mezzi per continuare a studiare e per rafforzare quell’anello sempre debole mentre l’ascensore sociale è guasto, è rotto da tempo – e pochi sono interessati ad aggiustarlo, mi sembra. C’è poi l’educazione che non viene garantita e che perpetua, quella che è quasi come una povertà ereditaria”. Per questo “c’è una dimensione che viene sottolineata, la dimensione sociale, la territorialità, la rete che si deve ricreare”. “Io penso che questo sia un grande compito delle nostre comunità e quindi delle Caritas che – ripeto qualcosa di già detto – non sono l’agenzia a cui noi esternalizziamo il compito della carità, perché la carità non si esternalizza. Voi sapete che nelle aziende per risparmiare si esternalizza, ma noi non possiamo esternalizzare perché saremo e siamo interrogati su questo e la carità coinvolge tutti e le Caritas devono aiutare a coinvolgere tutti quanti”, ha precisato il presidente della Cei.