Primo Piano

Tavolo Asilo: “sia immediatamente consentito lo sbarco di tutti i naufraghi soccorsi negli scorsi giorni nel Mediterraneo Centrale”

7 Novembre 2022 -
Roma - “Come organizzazioni del Tavolo Asilo e Immigrazione”, “ci rivolgiamo ai ministri dell’Interno, della Difesa e delle Infrastrutture del Governo italiano, perché sia immediatamente consentito lo sbarco di tutti i naufraghi soccorsi negli scorsi giorni nel Mediterraneo Centrale, da giorni in attesa a bordo delle navi di salvataggio”. Il Decreto del Ministero dell’Interno del 4 novembre 2022, scritto di concerto con il Ministero della Difesa e il Ministero delle Infrastrutture, secondo il Tavolo, “si pone decisamente in contrasto con il divieto di respingimento collettivo e potrebbe portare a una nuova condanna dell’Italia per respingimenti illegali, come già fu nel 2012”. In questo momento le navi in attesa di fronte al porto di Catania, la richiesta del Tavolo, “devono raggiungere velocemente la terraferma, per poter beneficiare di cure mediche e protezione. L’eventualità che queste navi facciano sbarcare solo una parte delle persone a bordo, riportando le altre fuori dalle acque territoriali italiane, come richiesto dal nostro Governo, pone seri rischi di gravi violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale”. “La Geo Barents, la Humanity 1, la Rise Above e la Ocean Viking hanno agito nel pieno rispetto delle norme, tenendo costantemente informati i centri di coordinamento dei soccorsi di ogni fase delle operazioni di salvataggio, a partire dalla segnalazione di nave in pericolo fino alla richiesta di un porto sicuro per far sbarcare i superstiti”, osserva il Tavolo, che sottolinea: “Il silenzio di Malta e le mosse politiche dell’Italia per ritardare lo sbarco dei sopravvissuti prolungano le sofferenze delle persone in cerca di sicurezza, costituendo episodi inaccettabili dal punto di vista umanitario e legale”. “Come organizzazioni di tutela dei diritti umani, troviamo inaccettabile la totale inosservanza dei trattati e delle convenzioni internazionali da parte del nostro Governo, a scapito della dignità e della salvaguardia della vita umana, che non possono essere sacrificate per ragioni politiche”, aggiunge il Tavolo, che chiede al Governo italiano di “consentire lo sbarco immediato di tutte le persone attualmente a bordo delle navi di salvataggio Humanity 1, Geo Barents, Rise Above e Ocean Viking, come previsto dalle convenzioni internazionali; ritirare il Decreto Interministeriale del 4 novembre 2022, in ottemperanza del divieto di respingimenti collettivi”. E all’Italia e agli altri Stati membri europei che “tutti gli Stati costieri rispettino gli obblighi derivanti dalle convenzioni internazionali, collaborando per la buona riuscita delle operazioni di soccorso e la rapida individuazione di un porto sicuro di sbarco per i naufraghi; si stabilisca un meccanismo prevedibile di sbarco dei sopravvissuti che garantisca tempestività e sbarco in un luogo sicuro, dove la sicurezza della vita dei sopravvissuti è garantita e i loro bisogni umani fondamentali possono essere soddisfatti; si metta a punto una missione pubblica europea di ricerca e soccorso nel Mediterraneo Centrale, ad oggi la rotta migratoria più mortale al mondo”.

Commissione Ue: “ridurre al massimo il tempo di permanenza delle persone a bordo delle imbarcazioni”

7 Novembre 2022 -
Bruxelles - “In linea con le norme internazionali ogni sforzo dovrebbe essere fatto per assicurare che sia ridotto al massimo il tempo di permanenza delle persone a bordo di queste imbarcazioni. Il trasferimento ad un posto sicuro dovrebbe prendere in considerazione le circostanze particolari del caso, ogni situazione è differente. Ma da parte nostra incoraggiamo tutte le autorità rilevanti a cooperare nel garantire un luogo sicuro per lo sbarco delle persone a bordo”. Lo ha detto una portavoce della Commissione europea, durante il punto stampa quotidiano a Bruxelles, rispondendo alle domande dei giornalisti sulle dichiarazioni fatte nelle ultime ore dal Governo italiano sulle procedure per permettere gli sbarchi di migranti in modo selettivo. Riguardo ad eventuali procedure selettive per gli sbarchi “ricordo, ancora una volta, che esiste un dovere, che è di competenza degli Stati membri. Raccomandiamo a tutti gli Stati membri di salvare le vite e di rispettare i loro obblighi legali internazionali di assicurare che tutte le persone che sono in pericolo in mare siano soccorse”, ha concluso la portavoce.

Commissione Ue: “obbligo legale e morale di salvare le vite in mare”

7 Novembre 2022 -

Bruxelles - “Ancora una volta vorrei sottolineare che c’è un obbligo legale e morale di salvare le vite in mare. C’è un obbligo legale stabilito dalle norme internazionali per gli Stati membri di farlo, indipendentemente dalle condizioni che le hanno portate ad essere in pericolo in mare”. Lo ha detto una portavoce della Commissione europea, durante il punto stampa quotidiano a Bruxelles, rispondendo alle domande dei giornalisti sulle dichiarazioni fatte nelle ultime ore dal Governo italiano sulle procedure per permettere gli sbarchi di migranti in modo selettivo. “Stiamo seguendo la situazione molto da vicino, attualmente ci sono quattro navi con 573 persone a bordo che hanno chiesto un luogo di sbarco sicuro e stanno aspettando le istruzioni dalle autorità nazionali. Tre navi sono già nelle acque italiane e accogliamo con favore il fatto che ieri sera, verso le 22, 500 migranti sono stati già sbarcati e che l’Italia abbia permesso lo sbarco di queste persone vulnerabili. Sul territorio c’è anche l’agenzia europea per la difesa delle frontiere Frontex per dare sostegno. La Commissione non è responsabile per il coordinamento di queste operazioni in mare e neanche nell’identificare il luogo per lo sbarco”, ha aggiunto.

Migrantes: anche a Ferrara contributi progetto Migrantes ‘Diffusamente’ sull’accoglienza degli ucraini

7 Novembre 2022 - Ferrara - La Fondazione Migrantes, in collaborazione con l’ACRI (l’Associazione delle Fondazioni delle casse di risparmio in Italia), ha realizzato il progetto ‘Diffusamente’ riguardante l’accoglienza nelle parrocchie e nelle famiglie di persone e famiglie ucraine fuggite dalla guerra nel corso del 2022. Il progetto ha sostenuto l’accoglienza di 1100 persone ucraine - 589 adulti e 481 minori, 311 famiglie - fuori dai circuiti istituzionali (Prefettura, Protezione civile, Comuni…), in 18 province italiane. L’ACRI ha messo a disposizione la somma di 100.000 euro, integrati da un contributo della fondazione Migrantes. Nella Arcidiocesi di Ferrara hanno ricevuto un contributo cinque parrocchie: Mesola (1500 euro), Vigarano Mainarda (1500 euro), Gavello (3000 euro), la Comunità ucraina (3000 euro), Bondeno (4000 euro). Il progetto ‘Diffusamente’ sarà presentato al Festival dell’immigrazione a Modena il 23 novembre, in un convegno con la partecipazione del dott. Francesco Profumo, Presidente ACRI, di S. E. Mons. Gian Carlo Perego, Presidente della Fondazione Migrantes della CEI, Don Marco Jaroslav Semehen – Rettore Basilica S. Sofia Roma e Direttore Migrantes Esarcato Apostolico degli Ucraini in Italia.

Luna Park: a Perugia messa con l’arcivescovo Maffeis

7 Novembre 2022 - Perugia - «Grazie della vostra preghiera e della vostra accoglienza. Siamo tutti alla ricerca di un posto e voi sapete quanto sia difficile trovare il posto in cui fermarsi. Almeno qui, nel Signore, celebrando l’Eucaristia tra le vostre attrazioni, un posto c’è per tutti. Nel Signore il posto c’è ed è un posto dove non ci sono tasse da pagare, c’è accoglienza, misericordia, perdono, solidarietà». Lo ha detto l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve mons. Ivan Maffeis portando la sua vicinanza alle fatiche e alle preoccupazioni per il lavoro delle 140 famiglie degli operatori dello spettacolo viaggiante del Luna Park di Perugia, anch’essi alle prese con il caro bollette dell’energia elettrica. Arrivano a Perugia da 99 anni e il prossimo anno festeggeranno un secolo di attività (1923-2023), con le loro 124 attrazioni che danno il pane a più di 350 persone. Nel capoluogo umbro sostano per più di un mese, tra ottobre e novembre. «L’edizione 2023 sarà molto speciale – ha annunciato Enzo La Scala, portavoce del Luna Park –, perché festeggeremo un secolo della nostra presenza a Perugia, un evento che pubblicizzeremo anche a livello nazionale e sarà una grande festa che coinvolgerà tutta la città». Anche quest’anno si è rinnovata la tradizione della celebrazione eucaristica sulla pista di un autoscontro, presieduta per la prima volta da mons. Maffeis, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve dallo scorso 11 settembre, insieme al parroco di Ferro di Cavallo don Francesco Medori, responsabile della pastorale per i circensi, fieranti e dello spettacolo viaggiante della Migrantes diocesana. «Sono contento di essere qui, in quest’ora in cui il Luna Park è fermo, c’è silenzio, perché dentro lo spettacolo viaggiante c’è la fatica di ogni giorno, quella che voi interpretate e portate avanti – ha esordito mons. Maffeis all’omelia –. Venendo qui la sera si entra, giustamente, in un mondo di luci, di movimento, di festa e si rischia di dimenticare quello che c’è dietro: la preoccupazione, il pensiero, il lavoro delle vostre famiglie. Credo che dietro a ciascuna di queste attrazioni ci sia la volontà di lavorare al meglio per offrire a noi un momento di distensione e di divertimento». «Il Vangelo parlava di Gesù che va in cerca, come il pastore della pecora – ha proseguito il presule – e riflettendo su questo passo rivedo don Francesco, con la sua passione e la sua cordialità, passare da una roulotte all’altra nel portare un segno della presenza del Signore a ciascuno di voi. È il gesto di chi vuole bene alle persone con gratuità, senza interesse. Dietro don Francesco e dietro di me c’è la stima della comunità cristiana e della Chiesa per tutti voi nel sentirci in cammino insieme come fratelli, come sorelle verso il Cielo». Mons. Maffeis, davanti all’impresa del Luna Park caratterizzata da «abilità, professionalità, artigianato… per far funzionare il tutto», ha terminato l’omelia raccontando la storia di un ragazzo che si era messo in proprio perché stanco di stare alle dipendenze del padrone, ma «la sua officina non rendeva e con un po’ di umiltà è tornato dal suo ex datore per chiedergli consiglio. Questi, dopo aver visitato l’officina, dice al ragazzo: “tu hai tutto l’occorrente, ma ti manca una cosa essenziale, il fuoco, quella fiamma che fa funzionare l’officina, che fa fondere i metalli e che permette di lavorarli”. Io vi auguro – ha detto mons. Maffeis rivolgendosi agli operatori dello spettacolo viaggiante – che non vi manchi mai il fuoco, che è l’amicizia, la fraternità, la capacità di darsi la mano l’uno con l’altro… Non vi manchi mai il fuoco che è l’amore del Signore, perché quando c’è Lui riusciamo a portare i nostri problemi con un’altra forza e con un’altra fiducia, con la fiducia della sua provvidenza, con la fiducia della certezza che Lui non ci molla, non ci dimentica, non ci abbandona». Al termine della celebrazione, il portavoce Enzo La Scala ha ringraziato a nome della comunità del Luna Park l’arcivescovo Maffeis per la visita e per le parole di incoraggiamento per il loro lavoro. «È bello sentire da parte sua, che ci conosce da poco, in realtà, dentro di lei, ci conosce da tanto. Questo perché siamo una comunità in cui ci troviamo, ci allarghiamo, rimaniamo insieme e i problemi di uno sono i problemi di tutti affrontandoli nel migliore dei modi per portare a casa il risultato, quello di avere una famiglia che funziona, un’attività che funziona, una vita che funziona». La Scala ha avuto un pensiero anche per don Francesco Medori definendolo «il parroco nel luna park più che del luna park, perché lui è parte integrante di noi e quando abbiamo un problema ci rivolgiamo a lui per risolverlo. Noi di questo siamo felicissimi come anche di aver avuto oggi l’onore di conoscere lei, mons. Maffeis, senza dimenticarci del cardinale Gualtiero Bassetti che abbiamo sempre avuto nel cuore e spero che il nostro cammino sia lungo insieme a lei». Gli operatori del luna park hanno quindi consegnato il presule una raccolta in denaro per le attività caritative della Chiesa perugino-pievese accompagnata da una lettera in cui esprimono la loro riconoscenza.

Papa Francesco: ogni vita va salvata

7 Novembre 2022 - Città del Vaticano -  “Ogni governo dell’Unione europea deve mettersi d’accordo su quanti migranti può ricevere. Al contrario, sono quattro i Paesi che ricevono i migranti: Cipro, la Grecia, l’Italia e la Spagna, che sono quelli più vicini al Mediterraneo”. Lo ha denunciato ieri il Papa, durante la conferenza stampa sul volo di ritorno dal Bahrein. Quanto ai migranti del mare, Francesco ha ribadito che  “La vita va salvata. Oggi il Mediterraneo è forse il cimitero più grande del mondo”. “La politica dei migranti va concordata fra tutti i Paesi, non si può fare una politica senza consenso, e l’Unione europea deve prendere in mano una politica di collaborazione e di aiuto, non può lasciare a Cipro la Grecia, l’Italia e la Spagna, la responsabilità di tutti i migranti che arrivano sulle spiagge”. Per il Pontefice, che ha risposto alle domande dei giornalisti sull'aereo che lo riportava in Vaticano, "la politica dei Governi fino a questo momento è stata di salvare le vite, questo è vero. Fino ad un certo punto si è fatto così e credo che il governo italiano abbia la stessa politica… i dettagli non li conosco, ma non penso che voglia andarsene via, ma io credo che ha fatto sbarcare già i bambini, le mamme, i malati, per quello che ho sentito, almeno l’intenzione c’era”.

Acqua che rinnova

7 Novembre 2022 - Città del vaticano - Ha terminato il suo lungo viaggio verso Gerusalemme, viaggio che abbiamo seguito di domenica in domenica, attraverso il racconto di Luca. Gesù ha raggiunto, dunque, la sua meta, il luogo di quell’esodo del quale aveva parlato con Mosè e Elia sul monte della Trasfigurazione. Viaggio fatto anche di incomprensioni, incredulità, sconfitte. Le sue parole hanno colpito, convinto, cambiato; ma hanno anche messo in difficoltà le coscienze. Nel suo cammino ha guarito anche di sabato, ha mangiato nelle case dei peccatori. In questa domenica Gesù si trova coinvolto in una polemica tra farisei e sadducei – il partito dei sacerdoti, negano la risurrezione – e condivide le domande dell’uomo sulla vita, la morte. Anche Papa Francesco è al termine del suo viaggio in Bahrain, la prima volta di un Papa in questo arcipelago nel Golfo Persico, tra l’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi, Iran e l’Iraq. Paese a maggioranza musulmana, ma aperto alle altre religioni, come ha detto Abdulla Atiya Sayed nell’incontro con i giovani: nella scuola del Sacro Cuore “ho avuto l’opportunità di celebrare non solo l’Eid (la festa della rottura del digiuno che, nel mondo musulmano, segna la fine del Ramadan); ho celebrato il Natale, il Diwali (la festa delle luci nel mondo indiano) e molte altre feste che scaldano il cuore … non c’era discriminazione se uno partecipava alla festa dell’altro”. Proprio l’unità nella diversità è il primo grande messaggio che Papa Francesco ha voluto consegnare in Bahrain, omelia allo stadio nazionale, chiedendo di “non avere nemici, non vedere nell’altro un ostacolo da superare, ma un fratello e una sorella da amare”. Nelle parole pronunciate in questi giorni del suo 39mo viaggio apostolico, Francesco ha utilizzato diverse immagini da lasciare come momento di riflessione in questo paese dove “imponenti grattacieli affiancano i tradizionali mercati orientali, antichità e modernità convergono, storia e progresso si fondano; genti di varie provenienze formano un originale mosaico di vita”. Ecco l’albero della vita – “emblema di vitalità che caratterizza il paese” – una maestosa acacia che si trova in un’area desertica, dove le piogge sono scarso. Il messaggio è nelle radici e in questa pianta; dice il Papa: “pensiamo all’albero della vita e negli aridi deserti della convivenza umana distribuiamo l’acqua della fraternità: non lasciamo evaporare la possibilità dell’incontro tra civiltà, religioni e culture, non permettiamo che si secchino le radici dell’umano”. Così nell’incontro di preghiera svoltosi domenica prima della partenza, Papa Francesco, ricordando il Vangelo di Giovanni, ha parlato “dell’acqua viva che sgorga dal Cristo e dai credenti”, e ha riproposto l’immagine del deserto: “in superficie emerge la nostra umanità, inaridita da tante fragilità, paure, sfide che deve affrontare, mali personali e sociali di vario genere; ma nel sottofondo dell’anima, proprio dentro, nell’intimo del cuore, scorre calma e silenziosa l’acqua dolce dello Spirito, che irriga i nostri deserti, ridona vigore a quanto rischia di seccare, lava ciò che ci abbruttisce, disseta la nostra sete di felicità. E sempre rinnova la vita. È di questa acqua viva che parla Gesù”. La gioia è uno dei doni dello Spirito Santo assieme alla profezia e all’unità, ricorda Francesco. Per questo non può esserci spazio “”per le opere della carne, cioè dell’egoismo: per le divisioni, le liti, le maldicenze, le chiacchiere” che distruggono l’unità. Ancora, “le divisioni del mondo, e anche le differenze etniche, culturali e rituali, non possono ferire o compromettere l’unità dello Spirito”; e quando, a Pentecoste, lo Spirito del risorto “discende sui discepoli, diventa sorgente di unità e di fratellanza contro ogni egoismo”. Da qui scaturisce il messaggio del Papa, e, soprattutto, la preghiera per la fine dei conflitti che insanguinano il mondo. Francesco parla di Etiopia – “si continuino a percorrere le vie del dialogo” – di Libano, della “martoriata Ucraina”, preghiera “perché la guerra finisca”. Il Dio della pace, ha detto parlando ai membri del Muslim Council, “mai conduce alla guerra, mai incita all’odio, mai asseconda la violenza”; l’incontro, le trattative pazienti e il dialogo sono “l’ossigeno della convivenza comune”. (Fabio Zavattaro - Sir)

I cardinali Zuppi e Lojudice in visita a Mustafà, il piccolo siriano nato senza arti

5 Novembre 2022 -

Bologna -"Vedere Mustafà, vederlo così contento dopo averlo visto prima a Siena e poi qui a Budrio ci fa dire che la Chiesa è una cosa straordinaria. Gemellaggi come quello tra le diocesi di Siena e Bologna servono ad aiutare chi non ha fratelli a cui potersi appoggiare": così il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza Episcopale Italiana che ieri, insieme al cardinale Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena, Colle di Val d'Elsa e Montalcino, ha fatto visita a Budrio (Bologna), al piccolo Mustafà, il bambino siriano nato senza arti a causa del gas nervino e la cui storia aveva commosso il mondo. Dopo essere stato accolto a Siena, adesso il piccolo con la sua famiglia è in un'abitazione a Budrio dove è in attesa di essere sottoposto a un intervento chirurgico. "Speriamo che potrà migliorare con le protesi - ha detto il cardinale Zuppi - e mi auguro che possano crescere gemellaggi in grado di dare vita a questi piccoli miracoli". "Credo sempre nell'amicizia, negli incontri tra persone, nelle esperienze che le persone hanno vissuto - ha aggiunto il cardinale Lojudice -. Quando c'è questo è tutto un po' più facile: aiutare le persone, darsi da fare sostenersi, darsi dei consigli. È un modo anche questo per essere insieme, per camminare insieme con il cammino sinodale. Noi continueremo a percorrere queste strade"

Migrantes Taranto: oggi spettacolo di beneficienza al circo Imperial Royal

4 Novembre 2022 - Taranto - Sarà un pomeriggio dedicato alla beneficienza quello che si svolgerà oggi a Taranto al circo Imperial Royal su iniziativa della Migrantes diocesana che al loro arrivo in città è sempre presente. Il pomeriggio è dedicato a bambini e famiglie bisognose della città. L'ufficio Migrantes di Taranto ringrazia la direzione del circo nela persona di Rodolfo Dell' Acqua Rodolfo e il Clown Ridolini ideatore e promotore del progetto "Un Sorriso per Tutti".

Card. Zuppi: lettera a chi manifesta per la pace

4 Novembre 2022 -
Roma - Di seguito il testo della lettera a chi manifesta per la pace firmata dal Card. Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della CEI, e pubblicata dal quotidiano Avvenire. 
Cara amica e caro amico, sono contento che ti metti in marcia per la pace. Qualunque sia la tua età e condizione, permettimi di darti del “tu”. Le guerre iniziano sempre perché non si riesce più a parlarsi in modo amichevole tra le persone, come accadde ai fratelli di Giuseppe che provavano invidia verso uno di loro, Giuseppe, invece di gustare la gioia di averlo come fratello. Così Caino vide nel fratello Abele solo un nemico. Ti do del “tu” perché da fratelli siamo spaventati da un mondo sempre più violento e guerriero. Per questo non possiamo rimanere fermi. Alcuni diranno che manifestare è inutile, che ci sono problemi più grandi e spiegheranno che c’è sempre qualcosa di più decisivo da fare. Desidero dirti, chiunque tu sia – perché la pace è di tutti e ha bisogno di tutti – che invece è importante che tutti vedano quanto è grande la nostra voglia di pace. Poi ognuno farà i conti con se stesso. Noi non vogliamo la violenza e la guerra. E ricorda che manifesti anche per i tanti che non possono farlo. Pensa: ancora nel mondo ci sono posti in cui parlare di pace è reato e se si manifesta si viene arrestati! Grida la pace anche per loro! Quanti muoiono drammaticamente a causa della guerra. I morti non sono statistiche, ma persone. Non vogliamo abituarci alla guerra e a vedere immagini strazianti. E poi quanta violenza resta invisibile nelle tante guerre davvero dimenticate. Ecco, per questo chiediamo con tutta la forza di cui siamo capaci: “Aiuto! Stanno male! Stanno morendo! Facciamo qualcosa! Non c’è tempo da perdere perché il tempo significa altre morti!”. Il dolore diventa un grido di pace. La pace mette in movimento. È un cammino. “E, per giunta, cammino in salita”, sottolineava don Tonino Bello, che aggiungeva: “Occorre una rivoluzione di mentalità per capire che la pace non è un dato, ma una conquista. Non un bene di consumo, ma il prodotto di un impegno. Non un nastro di partenza, ma uno striscione di arrivo”. Le strade della pace esistono davvero, perché il mondo non può vivere senza pace. Adesso sono nascoste, ma ci sono. Non aspettiamo una tragedia peggiore. Cerchiamo di percorrerle noi per primi, perché altri abbiamo il coraggio di farlo. Facciamo capire da che parte vogliamo stare e dove bisogna andare. E questo è importante perché nessuno dica che lo sapevamo, ma non abbiamo detto o fatto niente. Non sei un ingenuo. Non è realista chi scrolla le spalle e dice che tanto è tutto inutile. Noi vogliamo dire che la pace è possibile, indispensabile, perché è come l’aria per respirare. E in questi mesi ne manca tanta. È proprio vero che uccidere un uomo significa uccidere un mondo intero. E allora quanti mondi dobbiamo vedere uccisi per fermarci? “Quante volte devono volare le palle di cannone prima che siano bandite per sempre?”. “Quante orecchie deve avere un uomo prima che possa sentire la gente piangere?”. “Quante morti ci vorranno finché non lo saprà che troppe persone sono morte?”. “Quando sarà che l’uomo potrà imparare a vivere senza ammazzare?”. Io, te e tanti non vogliamo lutti peggiori, forse definitivi per il mondo, prima di fermare queste guerre, quella dell’Ucraina e tutti gli altri pezzi dell’unica guerra mondiale. Le morti sono già troppe per non capire! E se continua, non sarà sempre peggio? Chi lotta per la pace è realista, anzi è il vero realista perché sa che non c’è futuro se non insieme. È la lezione che abbiamo imparato dalla pandemia. Non vogliamo dimenticarla. L’unica strada è quella di riscoprirci “Fratelli tutti”. Fai bene a non portare nessuna bandiera, solo te stesso: la pace raccoglie e accende tutti i colori. Chiedere pace non significa dimenticare che c’è un aggressore e un aggredito e quindi riconoscere una responsabilità precisa. Papa Francesco con tanta insistenza ha chiesto di fermare la guerra. Poco tempo fa ha detto: “Chiediamo al Presidente della Federazione Russa, di fermare, anche per amore del suo popolo, questa spirale di violenza e di morte e chiediamo al Presidente dell’Ucraina perché sia aperto a serie proposte di pace”. Chiedi quindi la pace e con essa la giustizia. L’umanità ed il pianeta devono liberarsi dalla guerra. Chiediamo al Segretario Generale delle Nazioni Unite di convocare urgentemente una Conferenza Internazionale per la pace, per ristabilire il rispetto del diritto internazionale, per garantire la sicurezza reciproca e impegnare tutti gli Stati ad eliminare le armi nucleari, ridurre la spesa militare in favore di investimenti che combattano le povertà. E chiediamo all’Italia di ratificare il Trattato Onu di proibizione delle armi nucleari non solo per impedire la logica del riarmo, ma perché siamo consapevoli che l’umanità può essere distrutta. Dio, il cui nome è sempre quello di pace, liberi i cuori dall’odio e ispiri scelte di pace, soprattutto in chi ha la responsabilità di quello che sta accadendo. Nulla è perduto con la pace. L’uomo di pace è sempre benedetto e diventa una benedizione per gli altri. Ti abbraccio fraternamente. (Card. Matteo Zuppi)

Mons. Perego: non si può non soccorrere in mare chi è in difficoltà

4 Novembre 2022 - Roma - Il dibattito sul Mediterraneo, di fatto grande corridoio umanitario che dovrebbe essere gestito unitariamente dai Paesi europei, si è acceso dopo il divieto del ministro dell’Interno alle navi Ong battenti bandiera straniera di entrare nelle acque territoriali italiane. I controlli sulle regole di ingaggio sono certamente legittimi ma, come ribadisce il diritto internazionale, non si può non soccorrere in mare chi è in difficoltà, tanto più se le persone, soprattutto minori e donne con bambini, sono a rischio di vita, come sembra siano quelli a bordo delle navi ferme adesso in mare. Ci sono poi regole europee, per quanto riguarda la situazione. Non è certamente fermando le navi che si combatte la tratta degli esseri umani considerato che esse soccorrono non più del 10% dei migranti che tentano la traversata. Il Papa più volte ha richiamato il dramma di chi muore nel mare fuggendo da situazioni di pericolo e di chi vive nei campi in Libia, veri e propri lager. Per Papa Francesco “non aprire” loro le porte significa mandarli “nei lager dove sono sfruttati e sono venduti come schiavi”.  Anche il presidente della Cei, card. Matteo Zuppi, ha chiesto nel messaggio al nuovo Governo italiano, attenzione all’accoglienza dei migranti.

La Fondazione Migrantes, organismo della Cei, ha firmato con altre associazioni un documento in cui si ricorda la situazione di non tutela dei richiedenti asilo nei campi e si condannano i respingimenti – di oltre 100.000 in questi ultimi anni – e le violenze invitando il Governo italiano e l’Europa a fermare il Memorandum Italia-Libia che vede anche l’interpellanza al Parlamento europeo di diversi parlamentari di vari gruppi politici. In questa situazione non si può perdere di vista la realtà: 1.800 morti nel Mediterraneo nel 2021, continui respingimenti, violenze e morti, diritti negati. (mons. Gian Carlo Perego - Presidente della Fondazione Migrantes)

Papa Francesco in Bahrein: “dal mare agitato dei conflitti l’umanità approdi a quello pacifico della convivenza”

4 Novembre 2022 -
Città del Vaticano - “Dal Regno del Bahrein, ‘terra dei due mari’, prego l’Altissimo affinché, dal mare agitato dei conflitti, l’umanità approdi a quello pacifico della convivenza, seguendo la rotta dell’incontro e ritrovando la bussola della fraternità. Grazie per il vostro esempio!”. Così Papa Francesco, nella firma del libro d’onore, in chiusura del “Bahrain Forum for Dialogue: East and West for Human Coexistence”.

Immigrato apre le porte ad un senza fissa dimora

4 Novembre 2022 - Cosenza - Un giovane immigrato le ha aperto le porte di casa quando tutte le altre restavano chiuse, perché lui conosce il sapore amaro della disperazione, il gusto aspro della solitudine. Sa bene ciò che significa sentire freddo e non avere un soldo in tasca, ha guardato in faccia più volte la disperazione. Perciò non ha esitato a mettere a disposizione il suo alloggio quando, tornando dal lavoro in un ristorante di Montalto Uffugo, alle porte di Cosenza, s’è imbattuto nei volontari della Protezione civile comunale che affiancavano i carabinieri nell’intervento di soccorso a una ottantenne che si era sdraiata sotto una pensilina dei bus. Era disorientata, confusa, provata. È il consigliere comunale Silvio Ranieri, delegato alla Protezione civile, a raccontare la commovente storia di solidarietà. Sottolineando i nomi del presidente dell’associazione, Pino Mazzei, e degli altri volontari che dedicano il loro tempo libero per aiutare chi ha bisogno, sempre più numerosi, purtroppo, dall’amministratore Rocco Raimondo, agli amici Francesco De Luca, Giuseppe Lanzillotta, Francesco Croce. «Siamo spesso bombardati da manifestazioni e comportamenti pregiudiziali, e persino ostili, verso l’altro – commenta Ranieri – condizionati dall’inseguimento di risultati immediati e dall’esigenza di rispondere alle emergenze continue di vita che ci portano a sfide quotidiane trasformandosi spesso in atteggiamenti quasi disumani». L’amministratore ricorda i diversi tentativi andati a vuoto di trovare una sistemazione, anche temporanea, all’anziana donna. Prima a Montalto ,poi nel vicino comune di Luzzi dove la signora risulta residente. «Ma come spesso capita – prosegue – trovare alloggi immediati non è semplice e ancor meno lo è riuscire a individuare mani che accolgono in modo vero». Ma questa storia si è trasformata in un momento bello, carico di generosità. Lui è un ragazzo come tanti, lavora in un ristorante, ha finito il turno, sta tornando a casa e vede una signora anziana al freddo e affamata. E allora, guardandola, si offre di darle una sistemazione per una notte e l’indomani cerca di risolvere il problema. «È un ragazzo che ci ha regalato una lezione di vita». Il giorno dopo la donna è stata affidata ai servizi sociali comunali che adesso, dunque, finalmente, si occuperanno di lei. E al giovane cameriere immigrato anche lei, come gli altri, ha più volte detto «grazie!» per questo gesto di umanità. (Domenico Marino - Avvenire)    

Vangelo Migrante: XXXII Domenica del Tempo Ordinario | Vangelo (Lc 20,27-38)

3 Novembre 2022 - Dopo i farisei e gli scribi anche i sadducei sono avversari di Gesù. Aristocratici e conservatori in campo religioso e politico, conducevano una vita agiata. Ai loro occhi la fede nella resurrezione non era normativa, anzi doveva essere fermamente rifiutata. Presunzione e saccenteria stanno alla base della loro posizione teologica; ritengono, infatti, con una banale storiella di poter chiudere definitivamente tutti gli interrogativi relativi alla vita oltre la morte. Lo stravagante racconto secondo cui sette fratelli sposano in successione la stessa donna ha come unico obiettivo quello di screditare la fede nella risurrezione. Dal loro punto di vista, qualora si ammettesse la resurrezione, si avrebbe l’insolubile caso di una donna moglie di sette mariti. Il loro obiettivo non è certo quello di sapere chi sarà il marito di quella donna, ma quello di ridicolizzare e negare la risurrezione. Nel racconto, se da una parte stupisce la fermezza con cui negano la resurrezione, e la conseguente vita oltre la morte, dall’altra sono inequivocabili le parole di Gesù che smascherano le ragioni di tanta ostilità. Gesù, innanzitutto, rigetta il pregiudizio che la resurrezione sia semplicemente un rozzo prolungamento della vita terrena: “i figli di questo mondo prendono moglie e marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito”. La meta finale della speranza cristiana è la pienezza della vita dei figli di Dio: “infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio”. È proprio in forza di un’intima comunione con Dio che siamo strappati per sempre alla morte. E, quindi, si può rinunciare al matrimonio e agli affetti conseguenti per il regno di Dio, proprio perché questo mondo non è quello definitivo. Se con la morte finisse tutto sarebbe impensabile e assurdo rinunciarvi. Né deve sfuggire che solo i giusti sono giudicati degni della risurrezione per la vita: “quelli che sono giudicati degni”. Ora, i sadducei vivevano tenacemente aggrappati al presente e alle cose che si vedono, arrendendosi ad essere per sempre sconfitti dalla morte perché non disponibili a trasformare la loro vita e a renderla buona e giusta. Esiste una scintilla del divino deposta in noi. Ognuno deve però alimentarla, vivendo una vita buona e giusta. Non serve né negare la risurrezione e neppure limitarsi ad un vago desiderio di vita oltre la morte incapace di promuovere una vita buona. Gesù non intende dare informazioni precise sull’aldilà, sulle modalità della risurrezione, ma afferma in modo perentorio la fede nel Dio vivente capace di produrre opere buone in vita e più forte della morte stessa. Il desiderio di immortalità è ben espresso in un passaggio molto efficace tratto dai Demoni di Fedor Dostoevskij: “La mia immortalità è indispensabile perché Dio non vorrà commettere un’iniquità e spegnere del tutto il fuoco d’amore ch’egli ha acceso per lui nel mio cuore. […] Io ho cominciato ad amarlo e mi sono rallegrato del suo amore deposto in me come una scintilla divina. Come è possibile che Lui spenga me e la gioia e ci converta in zero? Se c’è Dio, anch’io sono immortale”. Il racconto è posto quasi al termine del cammino terreno di Gesù. Quello che ci consegna è decisivo: fidarsi di Dio in modo incondizionato, compiere ogni giorno la sua volontà e produrre frutti di bene e di giustizia, sostenuti dalla speranza certa di essere in cammino verso la vita piena e definitiva: una vita che certamente non deluderà. (p. Gaetano Saracino)  

Papa Francesco: prima della partenza per Bahrein ha incontrato tre famiglie di rifugiati dall’Ucraina

3 Novembre 2022 - Roma - Ha avuto inizio questa mattina il 39° Viaggio Apostolico Internazionale di Papa Francesco nel Regno del Bahrein in occasione del “Bahrain Forum for Dialogue: East and West for Human Coexistence”. Prima di lasciare Casa Santa Marta - informa la Sala Stampa della Santa Sede - il Pontefice ha incontrato tre famiglie di rifugiati dall’Ucraina, ospitati da famiglie italiane, accompagnati dal card. Konrad Krajewski, Prefetto del Dicastero per la Carità. Si tratta della moglie di un sacerdote ortodosso, con due figli con sé, uno di 18 anni e una di 14 anni, dalla regione di Kropyvnytskyi, a 150 km da Mykolaiv, mentre il marito con il figlio maggiorenne sono rimasti in Ucraina; di una mamma di 30 anni con due figlie di 4 e 7 anni scappate dalla regione di Zaporizhzhia, parzialmente occupata; e di una donna di 53 anni con un figlio di 13 anni, con disabilità grave, e la mamma di 73 anni, da Kyiv. Papa Francesco è atterrato alla Sakhir Air Base di Awali alle 16.36, le 14,36 in Italia. (R.Iaria)

Migrantes: martedì 8 novembre la presentazione del Rapporto Italiani nel Mondo

3 Novembre 2022 - Roma - Sarà presentato martedì 8 novembre, alle ore 10.00, a Roma, presso l’Auditorium “V. Bachelet” del The Church Palace (Via Aurelia, 481), la XVII edizione del “Rapporto Italiani nel mondo”, della Fondazione Migrantes. L’incontro sarà aperto da un intervento introduttivo di mons. Francesco Savino, Vice Presidente della Conferenza Episcopale Italiana. A presentare nel dettaglio il Rapporto, la curatrice Delfina Licata. Seguiranno gli interventi di Luigi Maria Vignali, Direttore Generale per gli Italiani all’estero e le politiche migratorie; Paolo Masini, Presidente del Comitato di Indirizzo del Museo dell’Emigrazione Italiana e Claudio Visconti, Responsabile del Foyer Catholique Européan di Bruxelles. Le conclusioni saranno affidate al Direttore Generale della Fondazione Migrantes, mons. Pierpaolo Felicolo. A moderare i lavori la giornalista e conduttrice Rai, Monica Marangoni.    

Mar Egeo: sale a 21 morti il bilancio dei due naufragi

3 Novembre 2022 -

Roma - È di 21 morti il bilancio provvisorio dei due naufragi avvenuti in Grecia nelle ultime 48 ore. Lo annuncia la Guardia costiera greca, impegnata nelle ricerche di salvataggio dei migranti naufragati a largo delle isole di Evia e di Samos. Venti corpi sono stati rinvenuti ieri dalle motovedette della Guardia costiera greca al largo di Evia, dove martedì all’alba una barca a vela si è ribaltata a causa del maltempo. In base al racconto di dodici uomini sopravvissuti al naufragio, soccorsi dalle autorità greche, a bordo dell’imbarcazione viaggiavano circa 68 persone. Il bilancio provvisorio di un altro naufragio, avvenuto lunedì pomeriggio a largo dell’isola di Samos, è invece di un morto e sette dispersi. Continuano intanto le ricerche degli altri migranti dispersi dopo i due naufragi. Secondo i dati dell’Organizzazione Internazionale per le migrazioni, dall’inizio del 2022 ad oggi risultano morte o disperse nel Mediterraneo orientale 299 persone. Sono invece 1.765 le persone disperse o morte lungo la rotta del Mediterraneo centrale.

Navi ferme con migranti a bordo

3 Novembre 2022 -

Milano - Si consuma sul mare il primo scontro Italia-Germania. Al centro della querelle la nave Ong Humanity 1 con 179 persone a bordo e battente bandiera tedesca. Si tratta di una delle tre navi Ong “fermate” otto giorni fa dalla direttiva del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. «Abbiamo chiesto al governo italiano di prestare velocemente soccorso» : così il governo tedesco ha risposto alle autorità di Roma che si rifiutano di far sbarcare i migranti naufraghi soccorsi da “Humanity 1” perché si considera la nave sotto la competenza della Germania. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi nei giorni scorsi ha accusato le Ong di «violare lo spirito delle norme» sul salvataggio in mare e lo sbarco a terra dei profughi, chiamando i governi che hanno concesso la bandiera alle navi di provvedere al recupero dei migranti. Le organizzazioni umanitarie hanno chiesto un porto di sbarco ai due Paesi “sicuri” più vicini: Italia e Malta. Ancora una volta, nessuna risposta. Con una nota divulgata da “ Il Cavallo e la Torre”, la trasmissione di Rai3 condotta da Marco Damilano, l’ambasciata tedesca a Roma è stata categorica, rivelando di avere reagito immediatamente alle richieste di Roma. «Il governo federale si legge - ha risposto per iscritto alla nota verbale del governo italiano esponendo la propria interpretazione del diritto». Per la Germania, che ribadisce una posizione già espressa in passato e convalidata anche dagli interventi della Corte europea per i diritti dell’uomo e da ripetuti pronunciamenti delle Nazioni Unite, «le organizzazioni civili impegnate nel salvataggio di migranti forniscono un importante contributo al salvataggio di vite umane nel Mediterraneo. Salvare persone in pericolo di vita è la cosa più importante ». Berlino si è messa direttamente in contatto con l’equipaggio e «secondo le informazioni fornite da Sos Humanity sulla nave “Humanity 1”, battente bandiera tedesca, attualmente ci sono 104 minori non accompagnati, molti di loro hanno bisogno di cure mediche. Abbiamo chiesto al governo italiano di prestare velocemente soccorso». In serata la replica di Roma: la Farnesina fa sapere di aver chiesto per iscritto all’Ambasciata di Berlino, d’intesa col Ministero dell’Interno, un quadro della situazione sulla nave in vista di eventuali decisioni: in particolare il governo italiano chiede di avere informazioni dettagliate sulle persone a bordo, le zone marine in cui la nave ha operato, la presenza di soggetti vulnerabili ed eventuali richieste di protezione internazionale, assicurando l’assistenza che si dovesse rendere necessaria.

«Qui dobbiamo ricordare che cos’è il diritto del mare, tante volte invocato a sproposito - sono le parole della premier Meloni diffuse ieri con le anticipazioni del nuovo libro di Bruno Vespa -. Se tu incontri per caso in mare una barca in difficoltà, sei tenuto a salvare chi è a bordo. Ma se fai la spola tra le coste africane e l’Italia per traghettare migranti, violi apertamente il diritto del mare e la legislazione internazionale. Se poi una nave Ong batte bandiera, poniamo, tedesca, i casi sono due: o la Germania la riconosce e se ne fa carico o quella diventa una nave pirata». Per la premier «occorre il ripristino dell’operazione Sophia nata nel 2015, che nella terza fase, mai attuata, prevedeva di estirpare alla radice il sistema organizzativo del contrabbando di esseri umani, cioè quello che noi abbiamo sempre definito “blocco navale”».

Intanto continuano a tenersi alla larga dalle acque italiane tre navi umanitarie: la Humanity 1 sotto bandiera tedesca, Ocean Viking e Geo Barents (entrambe norvegesi), a bordo complessivamente 985 migranti soccorsi in mare. «Ci sono tanti bambini e c’è chi ha bisogno di cure immediate», premono le Ong. Tra nuovi soccorsi e arrivi sull’isola di Lampedusa (anche un neonato con problemi respiratori e quattro donne ustionate) c’è l’ennesimo allarme che arriva dal mare: secondo Alarm Phone un’imbarcazione con circa 300 persone a bordo è da oltre quattro giorni in mare e si trova in zona Sar italiana. A bordo, tra gli altri, persone disidratate e bambini. « Nel corso del nostro ultimo contatto – scrive la Ong abbiamo visto che sono in Sar italiana. Abbiamo condiviso con le autorità le nostre informazioni ». (Daniela Fassini - Avvenire)

Torna lo spot Cei sul sostegno alla missione dei preti diocesani

2 Novembre 2022 - Testimoni del Vangelo, ogni giorno ci offrono il loro tempo, ascoltano le nostre difficoltà e incoraggiano percorsi di ripresa. Sono i nostri sacerdoti che si dedicano a tempo pieno ai luoghi in cui tutti noi possiamo sentirci accolti e si affidano alla generosità dei fedeli per essere liberi di servire tutti. Le Offerte rappresentano un modo per esprimere il nostro grazie a coloro che non solo rispondono alle molte emergenze innescate dalle crisi sociali ed economiche, ma sostengono quotidianamente i propri fratelli in difficoltà. I nostri preti, infatti, sono sempre al nostro fianco ma anche noi possiamo far sentire loro la nostra vicinanza. #UNITIPOSSIAMO è l’hashtag della nuova campagna della Conferenza Episcopale Italiana che intende sensibilizzare i fedeli e si sofferma sul valore della donazione. I sacerdoti non sono i soli protagonisti, ma condividono questo ruolo con l’intera comunità. La campagna 2022 fa perno sulla comunità e sul suo valore nella società. Abbiamo pensato che fosse giusto ed efficace dare spazio e visibilità - spiega il responsabile del Servizio Promozione per il sostegno economico alla Chiesa cattolica, Massimo Monzio Compagnoni - non solo ai sacerdoti ma anche a quelle realtà che, grazie ai propri pastori, sono sempre più unite nei valori cristiani, e che senza il loro prezioso punto di riferimento non potrebbero sopravvivere. Lo spot ruota intorno al concetto dell’unione e degli obiettivi che si possono raggiungere insieme.”  Ideata e prodotta da Casta Diva Group la campagna della Conferenza Episcopale Italiana https://www.unitineldono.it/unitipossiamo/, on air da novembre, si snoda tra spot tv, radio, web, stampa e racconta, attraverso scorci di vita quotidiana, il ruolo chiave della “comunità”: dalle attività del doposcuola alle partite di calcio nell’oratorio, dall’impegno dei volontari a quello degli anziani, dall’assistenza all’ascolto dei più bisognosi. Comunità che sono vere e proprie protagoniste, motori delle numerose attività, coese intorno al proprio parroco, un amico cui rivolgersi nel momento del bisogno e con cui condividere i momenti importanti della propria vita. “Ogni offerta destinata al sostentamento dei sacerdoti è il segno tangibile della vicinanza dei fedeli, un mezzo per raggiungere tutti i preti, dal più lontano al nostro, e gli dà energia per continuare a svolgere la loro missione aggiunge Monzio Compagnoni –. Basta anche una piccola somma ma donata in tanti”.  Non solo video ma anche carta stampata. “Ci sono posti che esistono perché sei tu a farli insieme ai sacerdoti” o “Ci sono posti che non appartengono a nessuno perché sono di tutti” sono alcuni dei messaggi incisivi al centro della campagna stampa, pianificata su testate cattoliche e generaliste, che ricorda nuovamente i valori dell’unione e della condivisione. Sono posti dove si cerca un aiuto, un sorriso, una mano, un’opportunità, o, semplicemente un amico. “Sono i posti dove ci sentiamo parte di una comunità”. Sul web e sui social sono previste alcune pillole video “Perché dono”, brevi filmati in cui alcuni donatori spiegano il perché della loro scelta di sostenere i sacerdoti e il rilievo che questi assumono nelle loro vite. Giovani, adulti, anziani con l’obiettivo comune di contribuire a sostenere i nostri preti, figure umili ma straordinarie. A supporto della nuova campagna anche la pagina https://www.unitineldono.it/dona-ora/ in cui sono indicate le modalità per le donazioni. Le Offerte per i sacerdoti, diverse da tutte le altre forme di contributo a favore della Chiesa cattolica, sono espressamente destinate al sostentamento dei preti diocesani. Dal proprio parroco al più lontano. L’Offerta è nata come strumento per dare alle parrocchie più piccole gli stessi mezzi di quelle più popolose, nel quadro della ‘Chiesa-comunione’ delineata dal Concilio Vaticano II. Le donazioni vanno ad integrare la quota destinata alla remunerazione del parroco proveniente dalla raccolta dell’obolo in chiesa. Ogni sacerdote infatti può trattenere dalla cassa parrocchiale una piccola cifra (quota capitaria) per il proprio sostentamento, pari a circa 7 centesimi al mese per abitante. In questo modo, nella maggior parte delle parrocchie italiane, che contano meno di 5 mila abitanti, ai parroci mancherebbe il necessario. Destinate all’Istituto Centrale Sostentamento Clero, le offerte permettono di garantire, in modo omogeneo in tutto il territorio italiano, il sostegno all’attività pastorale dei sacerdoti diocesani. Da oltre 30 anni, infatti, questi non ricevono più uno stipendio dallo Stato, ed è responsabilità di ogni fedele partecipare al loro sostentamento. Le offerte raggiungono circa 33.000 sacerdoti al servizio delle 227 diocesi italiane e, tra questi, anche 300 preti diocesani impegnati in missioni nei Paesi del Terzo Mondo e circa 3.000, ormai anziani o malati dopo una vita spesa al servizio degli altri e del Vangelo. Per maggiori informazioni: https://www.unitineldono.it/ https://www.facebook.com/unitineldono https://twitter.com/Uniti_nel_dono https://www.instagram.com/unitineldono/ https://www.youtube.com/unitineldono

Papa Francesco: “a inizio febbraio andrò in Congo e Sud Sudan

2 Novembre 2022 - Città del Vaticano - Alla vigilia del viaggio apostolico che lo porterà da domani a domenica in Barhein, papa Francesco annuncia il suo prossimo viaggio internazionale. Lo ha fatto intervenendo nell’evento online “Builiding bridges” (costruire ponti) in cui ha dialogato con studenti delle università africane. Rispondendo a una domanda, papa Francesco ha preannunciato che, dopo aver annullato il viaggio nei mesi scorsi a causa del dolore al ginocchio, andrà in Repubblica Democratica del Congo e Sud Sudan "a inizio febbraio". "Il medico me l’aveva vietato, ora riesco a camminare, col bastone ma ci riesco", ha sottolineato il Pontefice.