3 Novembre 2022 –
Milano – Si consuma sul mare il primo scontro Italia-Germania. Al centro della querelle la nave Ong Humanity 1 con 179 persone a bordo e battente bandiera tedesca. Si tratta di una delle tre navi Ong “fermate” otto giorni fa dalla direttiva del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. «Abbiamo chiesto al governo italiano di prestare velocemente soccorso» : così il governo tedesco ha risposto alle autorità di Roma che si rifiutano di far sbarcare i migranti naufraghi soccorsi da “Humanity 1” perché si considera la nave sotto la competenza della Germania. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi nei giorni scorsi ha accusato le Ong di «violare lo spirito delle norme» sul salvataggio in mare e lo sbarco a terra dei profughi, chiamando i governi che hanno concesso la bandiera alle navi di provvedere al recupero dei migranti. Le organizzazioni umanitarie hanno chiesto un porto di sbarco ai due Paesi “sicuri” più vicini: Italia e Malta. Ancora una volta, nessuna risposta. Con una nota divulgata da “ Il Cavallo e la Torre”, la trasmissione di Rai3 condotta da Marco Damilano, l’ambasciata tedesca a Roma è stata categorica, rivelando di avere reagito immediatamente alle richieste di Roma. «Il governo federale si legge – ha risposto per iscritto alla nota verbale del governo italiano esponendo la propria interpretazione del diritto». Per la Germania, che ribadisce una posizione già espressa in passato e convalidata anche dagli interventi della Corte europea per i diritti dell’uomo e da ripetuti pronunciamenti delle Nazioni Unite, «le organizzazioni civili impegnate nel salvataggio di migranti forniscono un importante contributo al salvataggio di vite umane nel Mediterraneo. Salvare persone in pericolo di vita è la cosa più importante ». Berlino si è messa direttamente in contatto con l’equipaggio e «secondo le informazioni fornite da Sos Humanity sulla nave “Humanity 1”, battente bandiera tedesca, attualmente ci sono 104 minori non accompagnati, molti di loro hanno bisogno di cure mediche. Abbiamo chiesto al governo italiano di prestare velocemente soccorso». In serata la replica di Roma: la Farnesina fa sapere di aver chiesto per iscritto all’Ambasciata di Berlino, d’intesa col Ministero dell’Interno, un quadro della situazione sulla nave in vista di eventuali decisioni: in particolare il governo italiano chiede di avere informazioni dettagliate sulle persone a bordo, le zone marine in cui la nave ha operato, la presenza di soggetti vulnerabili ed eventuali richieste di protezione internazionale, assicurando l’assistenza che si dovesse rendere necessaria.
«Qui dobbiamo ricordare che cos’è il diritto del mare, tante volte invocato a sproposito – sono le parole della premier Meloni diffuse ieri con le anticipazioni del nuovo libro di Bruno Vespa -. Se tu incontri per caso in mare una barca in difficoltà, sei tenuto a salvare chi è a bordo. Ma se fai la spola tra le coste africane e l’Italia per traghettare migranti, violi apertamente il diritto del mare e la legislazione internazionale. Se poi una nave Ong batte bandiera, poniamo, tedesca, i casi sono due: o la Germania la riconosce e se ne fa carico o quella diventa una nave pirata». Per la premier «occorre il ripristino dell’operazione Sophia nata nel 2015, che nella terza fase, mai attuata, prevedeva di estirpare alla radice il sistema organizzativo del contrabbando di esseri umani, cioè quello che noi abbiamo sempre definito “blocco navale”».
Intanto continuano a tenersi alla larga dalle acque italiane tre navi umanitarie: la Humanity 1 sotto bandiera tedesca, Ocean Viking e Geo Barents (entrambe norvegesi), a bordo complessivamente 985 migranti soccorsi in mare. «Ci sono tanti bambini e c’è chi ha bisogno di cure immediate», premono le Ong. Tra nuovi soccorsi e arrivi sull’isola di Lampedusa (anche un neonato con problemi respiratori e quattro donne ustionate) c’è l’ennesimo allarme che arriva dal mare: secondo Alarm Phone un’imbarcazione con circa 300 persone a bordo è da oltre quattro giorni in mare e si trova in zona Sar italiana. A bordo, tra gli altri, persone disidratate e bambini. « Nel corso del nostro ultimo contatto – scrive la Ong abbiamo visto che sono in Sar italiana. Abbiamo condiviso con le autorità le nostre informazioni ». (Daniela Fassini – Avvenire)