Primo Piano

Lettera Mondo: un progetto Migrantes

8 Febbraio 2023 - Roma - Il progetto “LetteraMondo: Popoli che si narrano“, dopo il successo riscosso nel biennio 2020-2022 grazie al coinvolgimento di otto comunità straniere residenti a Padova e ad una fitta rete di partner, torna per una nuova edizione nel 2023! Il filo rosso del progetto è stato il percorso di autonarrazione attraverso i libri, intrapreso dalle comunità straniere, grazie al quale la cittadinanza ha potuto scoprire la ricchezza interculturale di Padova attraverso libri, poesie, racconti ed un festival letterario.  Questa volta  a sostenere il progetto, promosso dall’Associazione Popoli Insieme, sarà la Fondazione Migrantes.  Protagoniste di questo anno di attività e iniziative saranno otto nuove comunità straniere residenti a Padova, con una particolare attenzione al coinvolgimento diretto delle persone con cui la Fondazione Migrantes lavora sul territorio. I membri delle comunità straniere saranno accompagnati in un percorso di autonarrazione attraverso i libri (e non solo) del proprio Paese d’origine, grazie al quale avranno l’opportunità di raccontarsi alla cittadinanza durante un festival letterario e culturale in occasione della Giornata del Migrante e del Rifugiato. In questo percorso saranno coinvolte anche alcune persone rifugiate accolte da Popoli Insieme, che avranno modo di apprendere e migliorare la loro conoscenza linguistica attraverso le opere di alcuni autori italiani.  

Papa Francesco: “la tratta cresce in misura preoccupante”

8 Febbraio 2023 -
Città del Vaticano - “La tratta purtroppo cresce in misura preoccupante, colpendo soprattutto i migranti, donne e bambini, giovani come voi, persone ricche di sogni e voglia di vivere in dignità”. A lanciare il grido d’allarme è il Papa, nel videomessaggio inviato ai partecipanti alla Maratona di preghiera online che si svolge in occasione della 9ª Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone, che si celebra oggi sul tema: “Camminare per la Dignità”. “Mi rivolgo in modo particolare a voi giovani”, dice Francesco: “vi incoraggio a prendervi cura della dignità, vostra e di ogni persona che incontrate”. “Lo sappiamo, viviamo un tempo difficile – prosegue il Papa – ma è proprio in questa realtà che tutti noi, in particolare i giovani, siamo chiamati a unire le forze per tessere reti di bene, per diffondere la luce che viene da Cristo e dal suo Vangelo”. “La tratta di persone sfigura la dignità”, ribadisce Francesco: “Lo sfruttamento e l’assoggettamento limitano la libertà e rendono le persone oggetti da usare e scartare. E il sistema della tratta approfitta di ingiustizie e iniquità che obbligano milioni di persone a vivere in condizioni di vulnerabilità. Infatti le persone impoverite dalla crisi economica, dalle guerre, dai cambiamenti climatici e da tanta instabilità sono facilmente reclutate”.

Viminale: da inizio anno sbarcate 6.458 migranti sulle coste italiane

8 Febbraio 2023 -
Roma - Sono 6.458 le persone migranti sbarcate sulle coste italiane da inizio anno. Di questi 938 sono di nazionalità ivoriana (14%), sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco; gli altri provengono da Guinea (763, 12%), Pakistan (422, 6%), Tunisia (372, 6%), Egitto (359, 6%), Afghanistan (334, 5%), Siria (255, 4%), Eritrea (236, 4%), Bangladesh (232, 4%), Camerun (219, 3%) a cui si aggiungono 2.328 persone (36%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione. Il dato è stato diffuso dal ministero degli Interni, considerati gli sbarchi rilevati entro le 8 di questa mattina.

Assemblea Sinodale Continentale in Europa: il contributo delle Chiese in Italia

8 Febbraio 2023 -
Praga - È stato presentato a Praga, in occasione dell’Assemblea Sinodale europea, il contributo alla Tappa Continentale delle Chiese che sono in Italia. Il testo sintetizza quanto emerso dalla “fase di ascolto” avviata nelle comunità ecclesiali italiane con il Cammino sinodale, che ha visto coinvolte più di 500mila persone in 50mila gruppi e una rete di 400 referenti diocesani.
Nel sottolineare l’importanza dell’esperienza, che ha permesso di riscoprire la comune responsabilità nella missione della Chiesa e di ascoltare i lontani, il testo evidenzia la “forte convergenza” con le questioni rilevate dal Documento per la Tappa Continentale: “Ci sono rigidità da superare”, “si fa fatica a riconoscere i carismi per metterli in circolo” così come “a leggere insieme il tempo presente con le sue sfide, ad assumersi la responsabilità per il mondo”; occorre “riconoscere e accompagnare la religiosità popolare come patrimonio vivo delle nostre comunità, perché attraverso di essa risuoni nella vita di ogni giorno il Vangelo” ed infine appare urgente “non limitarsi a parlare dei giovani ma dare spazio e parola ad essi in un ascolto reale che li faccia sentire pienamente parte della Chiesa”.
L’ampio ascolto vissuto nel primo anno del processo sinodale ha sollecitato cioè la necessità di “ritrovare l’essenziale” per “andare verso una Chiesa più agile e più prossima, centrata sul Vangelo”. A partire da questa consapevolezza, il contributo italiano segnala alcune priorità per il prosieguo del cammino: la corresponsabilità (in una prospettiva non funzionalistica), la ministerialità della Chiesa e nella Chiesa, il compito e l’identità del presbitero, il ruolo delle donne, la qualità delle relazioni nella vita della Chiesa, il primato della Parola e la centralità dell’Eucaristia, l’educazione alla fede e la formazione vocazionale permanente, il dialogo con le culture.

Terremoto in Turchia e Siria: la vicinanza di papa Francesco

8 Febbraio 2023 - Città del Vaticano - “Sono vicino alle popolazioni della Turchia e della Siria, duramente colpite dal terremoto che ha causato migliaia di morti e di feriti”. Lo ha detto papa Francesco al termine dell’udienza, prima dei saluti ai fedeli di lingua italiana. “Con commozione prego per loro – ha proseguito – ed esprimo la mia vicinanza a questi popoli, ai familiari delle vittime e a tutti coloro soffrono per questa devastante calamità. Ringrazio quanti si stanno impegnando a portare soccorso e incoraggio tutti alla solidarietà con quei territori, in parte già martoriati da una dura guerra”. “Preghiamo insieme perché possano andare avanti con questa tragedia, e chiediamo che la Madonna li protegga”, ha concluso Francesco prima di recitare l’Ave Maria.

L’impegno contro la tratta ha il volto di tanti giovani

8 Febbraio 2023 - Roma - Pellegrini di dignità e di speranza. Testimoni di quei volti solcati dalla sofferenza di diritti negati e “megafoni” di quelle voci spesso inascoltate. Sono i giovani impegnati nel contrasto alla tratta in ogni parte del mondo, quindici di loro in rappresentanza del network di associazioni che combatte la tratta coordinato da Talitha Kum (la rete internazionale anti-tratta che conta più 3mila suore, amici e partner) sono riuniti in preghiera e riflessione a Roma per una settimana di incontro e formazione sul- la tratta di esseri umani. Una settimana che si concluderà con un appello congiunto, con il quale si darà avvio al percorso di preparazione del decimo anniversario della Giornata mondiale di preghiera contro la tratta del 2024. L’iniziativa, coordinata da Talitha Kum, è promossa dalle Unioni delle Superiori e dei Superiori Generali, in partnership con il dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale, il dicastero della Comunicazione, la Rete mondiale di Preghiera del Papa, Caritas Internationalis, CoatNet, il Movimento dei Focolari, il Jesuit Refugee Service, l’Unione internazionale delle Associazioni femminili cattoliche (Wucwo), The Clever Initiative, l’associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, la Federazione internazionale Azione Cattolica, l’Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani (Agesci), il Santa Marta Group, ed ha il supporto del Global Solidarity Fund. “Camminare per la dignità”, questo invece il tema scelto per la nona Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone che si celebra oggi, quando si vivrà il momento centrale della settimana con il pellegrinaggio online, nel giorno in cui si ricorda Santa Bakhita, simbolo universale dell’impegno della Chiesa contro la tratta, che inizierà alle 9.30 e attraversando i diversi fusi orari coinvolgerà tutti i continenti. Si parte dall’Oceania, per poi arrivare in Asia, Medio Oriente, Africa, Europa, Sud America, e chiudere alle 16.30 nel Nord America. «Camminare per la dignità è il tema scelto da un gruppo di giovani di tutto il mondo con l’intento di invitare le persone di buona volontà a camminare a fianco delle vittime e sopravvissuti della tratta, in particolare delle popolazioni migranti, come pellegrini della dignità umana e della  speranza - sottolinea suor Abby Avelino, coordinatrice della giornata -. Giovani, adulti e bambini, persone di diverse tradizioni religiose, culture e generazioni. Solo insieme, come comunità, potremo porre fine a questo flagello della tratta. Custodire la dignità di ogni persona, è possibile solo se sappiamo custodire la pace e l’ambiente naturale». In ogni angolo del mondo. Da tutti i continenti, infatti, arrivano i quindici ragazzi che si stanno confrontando in questi giorni. Tra loro c’è Genc Gjoci del Mary Ward Loreto Foundation. Ha 29 anni e viene dall’Albania. «Sono un farmacista, ma ho scelto di occuparmi con la Fondazione delle donne vittime di tratta per passione, perché nel mio Paese ad esempio l’attenzione psicologica alle vittime non è ancora molto diffusa, e chi ne ha bisogno è visto come malato», racconta. L’essere riuniti con chi come lui si oc- cupa delle vittime «mi aiuta a non sentirmi solo, è una sorta di caricabatterie per me - dice - per affrontare le sfide quotidiane in un Paese, come l’Albania, ancora complesso per certi versi». Come Genc anche Elena Sofia Fanciulli di Caritas Internazionalis ha 29 anni. Per lei occuparsi di tratta significa «prendere parte ad un percorso per la libertà e la dignità di ogni essere umano. Essere qui a condividere idee e sguardi che già sono orientati nella stessa direzione, ci permettono insieme di guardare ancora più in là». Il lavoro di operatore, aggiunge, porta con sé anche la «consapevolezza e la testimonianza di chi non ha voce. Solo insieme possiamo fare la differenza, perché  incontrarsi a livello spirituale e politico permette di ragionare insieme sulle azioni internazionali, di conoscere le realtà locali e innescare il circuito del cambiamento». Felicia Kondwani Monjeza viene dal Malawio e rappresenta il Wucwo. Pur lavorando da tempo in questo ambito è ancora impressionata, ammette, «nel conoscere quante persone nel suo Paese sono ancora vittime di tratta. Per questo mi impegno a sostenere la rete per sensibilizzare e pregare per loro e per la fine della moderna schiavitù». Una esortazione che è risuonata forte lunedì scorso nella parrocchia di Santa Lucia, in zona Prati a Roma, nella veglia ecumenica. La stessa preghiera che venerdì alle 15.30, in via della Conciliazione, porterà il gruppo di danza “Evolution Company of the Holy Dance” e il gruppo di giovani rappresentanti internazionali a organizzare un flash- mob contro la tratta. La settimana si chiude domenica 12 febbraio con la partecipazione alla preghiera dell’Angelus in Piazza San Pietro. (Alessia Guerrieri - Avvenire)  

Giuseppina Bakhita: da vittima dei soprusi del mondo a testimone dell’Amore più grande

8 Febbraio 2023 - Milano - Violenza e riscatto, sofferenza e speranza, solitudine e comunità: l’avventura umana e spirituale di santa Giuseppina Bakhita, suora canossiana morta a Schio (Vicenza) nel 1947, è una di quelle vicende che ci dimostrano come il Vangelo riesca a mettere insieme gli opposti e tracciare così la via della pace. I primi anni della sua esi- stenza - era nata nel 1868 in Darfur - furono segnati dalla schiavitù: tra il 1877 e il 1882 passò da un padrone all’altro, tra atroci sofferenze e umiliazioni. Venne poi comprata dal console italiano di Karthoum, Callisto Legnani, che, una volta tornata in Italia la affidò a una famiglia di amici di Mirano (Venezia), i Michieli. Divenuta la bambinaia della loro figlia, Alice, Bakhita per un periodo – mentre i genitori si erano dovuti spostare sul Mar Rosso – venne inviata assieme alla bimba nel collegio retto dalle Canossiane a Venezia. Qui conobbe Cristo, che donò una nuova luce alla sua vita. Cominciò così per lei un nuovo cammino che l’avrebbe portato alla consacrazione. Nel 1890, dopo essere riuscita a farsi riconoscere libera cittadina italiana, ricevette il Battesimo e nel 1896 emise i voti. Visse poi il suo ministero da religiosa a Schio, dove per 50 anni, dopo un inizio non facile anche a causa del colore della sua pelle e dei pregiudizi, fu un esempio di santità umile e quotidiana. Alla fine «suor Moretta» lasciò un segno profondo tra la gente: la vittima della violenza era diventata una testimone dell’amore e della pace di Dio. (Matteo Liut)  

Migrantes: parte un percorso di formazione giuridica sul tema della migrazione

7 Febbraio 2023 - Roma – Partirà il prossimo 23 febbraio un percorso di Formazione Giuridica sul tema della migrazione promosso dalla Fondazione Migrantes e  affidato Paola Scevi, Direttrice del Master in Diritto delle Migrazioni presso l’Università degli Studi di Bergamo. “L’idea sorgiva è di gettare un iniziale, piccolo seme di opportuna formazione, con due incontri tematici, utilizzando la modalità a distanza per facilitare tutti alla partecipazione”, spiega il direttore generale dell’Organismo pastorale della Cei, mons. Pierpaolo Felicolo. Il corso è rivolto ai Direttori diocesani Migrantes, ai loro collaboratori e agli operatori impegnati nella pastorale della mobilità umana. “È un piccolo seme, gettato però in maniera decisa”, spiega mons. Felicolo. Al corso interverranno il presidente della Cei, il card. Matteo Zuppi, l’arcivescovo mons. Giancarlo Perego, presidente della Fondazione Migrantes e mons. Felicolo. A moderare gli incontri sarà don Gianromano Gnesotto, Direttore della Migrantes della diocesi di Padova. (R.Iaria)

Corso di italiano per operatori pastorali stranieri

7 Febbraio 2023 -
Verona - Il CUM di Verona promuove, dal 13 febbraio prossimo, un Corso di italiano on line  presbiteri, religiosi, religiose e laici che dall’estero arriveranno in Italia per motivi di scambio pastorale o di studio. L’obiettivo è portare il partecipante ad essere in grado di interagire in italiano in modo semplice purché l’interlocutore parli lentamente e chiaramente e sia disposto a collaborare. Poi, una volta arrivati in Italia, i partecipanti dovranno approfondire la lingua con altri corsi più avanzati sempre offerti dal CUM. Per info qui.

S. Egidio: alla festa con il card. Zuppi tanti immigrati e rom e sinti

7 Febbraio 2023 - Roma - Saranno tanti anche gli immigrati, rifugiati e rom e sinti che giovedì sera affolleranno la Basilica di San Giovanni in Laterano per la celebrazione della festa  del 55mo compleanno della Comunità di Sant’Egidiopresieduta dal card. Matteo Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana. La basilica accoglierà gente di ogni età e condizione sociale insieme agli amici della Comunità, che negli ultimi mesi hanno vissuto crescenti sofferenze, prima per la pandemia poi per le conseguenze, anche economiche, legate alla guerra in Ucraina. Proprio la memoria di quella, come di tante altre guerre in corso nel mondo, non sarà dimenticata nel corso di questo anniversario, segnato dolorosamente anche dal recente terremoto che ha colpito la Siria e la Turchia. Quella di Roma è solo la prima di tante altre celebrazioni negli oltre 70 Paesi in cui è presente la comunità Sant’Egidio, dall’Europa all’Africa, dall’Asia all’America. (R.Iaria)

Invisibili: la strage silenziosa

7 Febbraio 2023 -

Roma - C’è chi, a 22 anni, è stato trovato in coma in un parco. Overdose. Viveva lì perché era stato allontanato da casa e aveva il divieto di avvicinarsi ai genitori. C’è un artista, noto per i suoi dipinti: era stato anche premiato dall’Accademia di Belle Arti in Sicilia. L’hanno trovato nelle acque del fiume Reno, si è suicidato gettandosi da un ponte. C’è un giovane di origini marocchine, 24 anni: lui è stato travolto da un’auto mentre era alla guida della propria bicicletta. Era ospite di un’amica, aveva da poco ottenuto il permesso di soggiorno. E poi un ex-medico, 80 anni, affetto da demenza senile: da tempo frequentava le stazioni ferroviarie ed è stato trovato morto in una galleria vicino alla stazione. Ha avuto un malore. Hanno nomi e storie da raccontare, i morti sulla strada che nessuno vede. Non sono solo coperte, non sono solo fardelli. E in questo ultimo anno sono stati tantissimi. Il Report sul 2022 diffuso ieri dalla Fio.Psd, la Federazione italiana organismi per le persone senza dimora, porta con sé il bilancio più pesante degli ultimi 3 anni. I clochard deceduti sono stati 393: più di uno al giorno, con un incremento del 55% rispetto al 2021 e addirittura dell’83% rispetto al 2020. E i numeri del 2023, se possibile, sono ancora più allarmanti: 54 vittime dall’inizio dell’anno, 8 nell’ultima settimana. Il freddo in questo caso è stato determinante, ma «da anni sosteniamo che le persone in stato di grave marginalità muoiono in ogni mese; nel 2022 le morti avvenute in estate sono state 109, mentre 101 in autunno, 86 in inverno e 97 in primavera » si spiega nel Report. L’emergenza, insomma, non è d’inverno, è tutto l’anno: i “piani freddo”, con l’ampliamento dei posti letto nelle strutture di accoglienza notturna e il rafforzamento dell’attività delle unità di strada, contengono, almeno in parte, i decessi ma poi terminano e l’emergenza riprende. Ma dove muoiono, i senza dimora? Il Report mostra come i decessi interessino tutto il territorio nazionale, dal Nord al Sud, dalle grandi città ai piccoli comuni di provincia. Le città con il maggior numero di morti sono Roma (32) e Milano (21), ma dati allarmanti provengono anche da Napoli, Firenze, Genova e Bologna. La principale causa di morte, (46%) è riconducibile a eventi esterni e traumatici: incidenti di trasporto (15%) e aggressioni o omicidi (9%), ma anche suicidi (8%), annegamento (6%), incendi (4%), cadute e altri eventi accidentali (4%).

«Garantire a chi vive in strada e in condizione di vulnerabilità estrema l’accesso ad una casa, alle cure e a percorsi di reinserimento sociale – spiega la presidente di Fio.Psd Cristina Avonto – è il primo passo per poter vivere una vita dignitosa e fornire a chi ne ha più bisogno una rete di protezione che può salvare la vita. Seppur indispensabili, i servizi tradizionali, come la distribuzione di pasti, vestiti e coperte non sono più sufficienti. Negli ultimi anni sono state stanziate ingenti risorse destinate al contrasto della grave marginalità adulta e questi stanziamenti dovrebbero creare le condizioni per innescare un cambiamento nella mentalità con cui viene affrontato il fenomeno». Non è così. Ecco allora che conoscere le circostanze in cui queste persone sono morte «ci aiuta a ricostruire le storie di queste persone, fatte per lo più di isolamento, precarietà e grandi sofferenze, e a comprendere meglio le tante sfaccettature che il fenomeno della grave marginalità adulta porta con sé». Persone malate a livello fisico e psichico, senza legami familiari o che condividono la condizione di grave marginalità con figli e compagni, persone dipendenti da sostanza, che entrano e escono dal carcere, talvolta persone con un lavoro ma che per estrema necessità si sono trovate a vivere, e a morire, in strada. (Giulio Isola - Avvenire)

Pozzallo: centinaia di persone soccorse

7 Febbraio 2023 -

Pozzallo - Centinaia di persone soccorse in un solo giorno dalle motovedette della Guardia costiera. È successo a Pozzallo. Dopo un primo soccorso difficile a causa del maltempo e circa 250 migranti messi in salvo, le motovedette sono ripartite per dare soccorso ad un altro barcone. Si parla di almeno 600 migranti a bordo di un altro motopeschereccio.

«L’ennesimo episodio che dimostra in modo tangibile che non sono le Ong la causa dell’aumento del numero degli sbarchi», afferma il sindaco della città portuale del Ragusano, Roberto Ammatuna. «Non solo le Istituzioni Internazionali, hanno condannato la nuova politica sui migranti del Governo Italiano, ma anche il presidente della Cei, cardinale Matteo Zuppi, ha dichiarato «le Ong fanno bene, salvano vite», aggiunge. Ecco perché occorre un ripensamento della disumana politica del governo sui migranti che privilegi sempre il diritto alla vita di tanti esseri umani». Fra i tanti migranti giunti al porto ci sono intanto anche due fratelli. Si tengono forte per mano: il più piccolo che avrà non più di 12, 14 anni sorride. Il fratello più grande non lo lascia un secondo. Un altro giovane, una ventina d’anni è stato prelevato dalla motovedetta in barella, in grave stato di ipotermia. «È zuppo d’acqua!» avverte il medico dell’Usmaf, Vincenzo Morello. Viene portato in ambulanza, immediatamente cambiato e stabilizzato. Per diversi giorni non hanno mangiato, né bevuto, raccontano. Provengono da Bangladesh, Pakistan Egitto e Siria.

Migrantes Messina: veglia di preghiera contro la tratta

6 Febbraio 2023 - Messina - In occasione della IX Giornata Mondiale di Preghiera e Riflessione contro la Tratta di persone, mercoledì 8 febbraio alle ore 19, presso la chiesa di “S. Maria all’Arcivescovado” di Messina  si terrà una Veglia di preghiera presieduta da mons. Giuseppe Costa, Professore Ordinario di Sacra Scrittura e Delegato Chiesa Arcivescovado. L’evento è promosso dalle religiose dell’USMI, dai religiosi del CISM, dai membri degli Istituti Secolari, dall’Ufficio diocesano Migrantes e dalla Caritas diocesana. La Giornata avrà come filo conduttore il tema “Camminare per la dignità" che è "un invito a camminare con le popolazioni migranti, come pellegrine e pellegrini della dignità umana, pellegrini di speranza, insieme, giovani, adulti e bambini, persone di diverse tradizioni religiose, diverse culture ed età. Insieme alla ricerca del dono che ciascuna persona è, contro ogni forma di sfruttamento e tratta di persone. Durante l’anno 2022, abbiamo vissuto cambiamenti importanti e l’aggravarsi di situazioni di crisi. In questo contesto, le persone che soffrono la violenza della tratta di persone e i gruppi a rischio, sono aumentati. Le cause sono riconducibili allo sfruttamento delle vulnerabilità causate da instabilità per conflitti armati, violenze generalizzate, crisi climatico-ambientale ed economica. Chi tenta di fuggire in cerca di sicurezza o di lavoro, si trova in balia di sé stesso, con leggi insufficienti che tutelino i migranti, i quali si trovano con maggior facilità avvinghiati nelle trame delle reti tessute dai trafficanti di persone. Inoltre i trafficanti hanno incrementato l’uso della tecnologia informatica per il reclutamento e lo sfruttamento, adescando le vittime sulle reti sociali e diffondendo in internet falsi annunci di lavoro", si legge in una nota. La Veglia di quest’anno sarà nella forma itinerante scandita da quattro tappe. Si snoderà lungo i Chiostri dell’Arcivescovado per poi concludersi in Chiesa con l’ascolto della Parola e la riflessione affidata a Mons. Costa. Per informazioni: migrantes.me@alice.it  

Francofoni in Italia: a Bologna l’incontro nazionale con il card. Zuppi. “Migrantes è una grande, importantissima pastorale della Chiesa italiana”

6 Febbraio 2023 - Bologna - I sacerdoti impegnati nella cura pastorale delle comunità africane francofone in Italia, si sono incontrati sabato a Bologna, insieme ad alcuni rappresentanti delle comunità. L’incontro che ha avuto il suo culmine con la Messa presieduta dall'arcivescovo e presidente della Cei, il card. Metteo Zuppi è stata anche l’occasione per ufficializzare la nomina di don Louis Gabriel Tsamba, come coordinatore nazionale delle comunità africane francofone in Italia, succedendo in questo incarico a don Mathieu Malick Faye. Originario del Gabon, don Louis Gabriel è attualmente cappellano della comunità francofona di Bologna, che ha sede presso la Parrocchia di Sant’Antonio di Savena. Don Mathieu Malick è originario del Senegal e ha svolto questo servizio dal 2014. Attualmente è direttore della Migrantes diocesana di Rimini. Era presente alla celebrazione anche l’ambasciatore del Gabon presso la Santa Sede. «Coordinare - dice don Gabriel - significa incoraggiare, significa prima di tutto amare, significa visitare come Maria: parlare quando si deve parlare, rimproverare quando necessario, ma lavorare nella vigna del Signore». Sono numerosi in Italia i sacerdoti impegnati nella pastorale migratoria, per accompagnare e sostenere il cammino di fede degli immigrati cattolici, per le 18 nazionalità attualmente presenti in Italia e organizzate nel territorio. Spesso i sacerdoti sono incaricati di seguire spiritualmente fedeli in più diocesi di una stessa regione. Il coordinatore nazionale, nominato dalla Presidenza della CEI su proposta dei vescovi di origine, ha il compito di favorire la comunione dei sacerdoti e delle comunità immigrate tra di loro, con le Chiese di origine e con le diocesi italiane delle quali ora fanno parte. In alcuni casi sono anche sacerdoti italiani, soprattutto tra quelli che sono rientrati dopo un servizio missionario all’estero, a occuparsi della pastorale dei migranti. «È un grande lavoro - dice il car. Zuppi - perché è il lavoro di farci sentire “fratelli tutti”, di farci vivere anche questa esperienza di comunione. È una comunione tra le comunità francofone, ma anche tra le comunità francofone e le Chiese in Italia». La sfida è quella di aiutare gli immigrati a mantenere viva la loro fede anche nel paese che li accoglie, ma anche quella reciproca di arricchire le Chiese locali italiane con la ricchezza culturale e spirituale di queste comunità. È anche attraverso le lingue, i riti e le culture di questi gruppi che le nostre chiese locali oggi possono mostrare visibilmente il volto del loro essere “cattoliche”. Le soluzioni pastorali per l’accompagnamento spirituale degli immigrati sono molto diversificate: in alcuni casi i gruppi di immigrati sono ospitati in parrocchie territoriali delle diocesi; in altri casi - soprattutto dove sono più numerosi - costituiscono vere e proprie comunità. Più raramente formano vere e proprie parrocchie, soprattutto nel caso dei fedeli cattolici di rito orientale. In ogni caso è importante che, tra i tanti problemi che le famiglie immigrate incontrano nella loro vita, sia agevolato il loro cammino di fede. «Migrantes è una grande, importantissima pastorale della Chiesa italiana - ha detto il card. Zuppi -  anche in questo cammino sinodale, ci ha aiutato e continuerà ad aiutarci tanto perché la presenza di nostri fratelli che vengono da tante parti del mondo - oggi parliamo di quelli africani - è una grande ricchezza, ci fa sentire non solo l’accoglienza, ma qualcosa di più: il pensarci insieme. È il nostro futuro.». (don Andrea Caniato)

Terremoto in Turchia e Siria: la CEI stanzia 500mila euro come primo aiuto per la popolazione

6 Febbraio 2023 - Roma - La Conferenza Episcopale Italiana ha deciso lo stanziamento di 500mila euro dai fondi otto per mille, che i cittadini destinano alla Chiesa cattolica, come prima forma di aiuto alle vittime del violento terremoto che ha devastato la Turchia e la Siria. Centinaia le vittime, migliaia le persone ancora intrappolate sotto le macerie, numerosi gli edifici colpiti. Un bilancio ancora provvisorio che, secondo le Caritas locali, crescerà drammaticamente: in Turchia la zona interessata è molto vasta e difficile da raggiungere, anche per le rigide condizioni climatiche. “La Cattedrale di Iskenderun è crollata, scuole ed episcopio non sono agibili, anche la chiesa della comunità siriaca e quella ortodossa sono andate totalmente distrutte. La situazione è in continuo divenire”, fa sapere il vescovo Paolo Bizzeti, Vicario apostolico dell’Anatolia e Presidente della Caritas in Turchia. In Siria il sisma ferisce un Paese già dilaniato dalla guerra e dove oltre l’80% della popolazione vive in povertà. “A nome della Chiesa che è in Italia esprimo profondo cordoglio e vicinanza alla popolazione provata da questo tragico evento, assicurando preghiere per le vittime, i loro familiari e i feriti. Mentre ci stringiamo a quanti sono stati colpiti da questa calamità, auspichiamo che la macchina della solidarietà internazionale si metta subito in moto per garantire una rapida ricostruzione”, afferma il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e Presidente della CEI. Lo stanziamento della Conferenza Episcopale Italiana aiuterà a far fronte alle prime necessità.

Mons. Perego: “far risplendere la luce della vita” anche nelle periferie e nelle frontiere

6 Febbraio 2023 - Ferrara – “La nostra vita e non solo le nostre parole possono dare il gusto per la vita e illuminare le strade familiari, sociali e politiche, per alimentare ‘un dibattito profondo volto al rinnovamento delle normative e al riconoscimento della preziosità di ogni vita’: dei bambini non nati, degli anziani o malati gravi lasciati morire, delle donne e dei bambini vittime di violenza, dei migranti e rifugiati respinti e abbandonati”. Lo ha detto ieri l’arcivescovo di Ferrara-Comacchio e presidente della Fondazione Migrantes, mons. Gian Carlo Perego nell’omelia della liturgia in occasione della Giornata nazionale per la Vita promossa dalla Conferenza Episcopale Italiana. Per il presule “siamo chiamati a far risplendere la luce della vita nel buio di alcuni ospedali, di alcune case per anziani, in alcune famiglie, nelle periferie e nelle frontiere, dappertutto e per tutti”. La Giornata della vita, giunta alla 45ma edizione, “ci aiuta – ha detto mons. Perego - a ricordare “i drammi della vita: dall’aborto, all’eutanasia, al suicidio assistito, ma anche da chi muore solo in casa o in fondo al mare. La vita è sempre da accogliere e da tutelare, da soccorrere e da promuovere. Come cattolici siamo chiamati a smascherare la cultura della morte per riaffermare e promuovere concretamente la cultura della vita”. Per questo, “la morte non è mai una soluzione” è il titolo del Messaggio indirizzato dai Vescovi italiani in occasione di questa Giornata. (R.Iaria)

Senza fissa dimora: a S. Maria Trastevere tanti per ricordare Modesta Valenti

6 Febbraio 2023 - Roma - In tanti, tra volontari e senza fissa dimora - molti anche straneiri -  hanno partecipatoi, ieri mattina, , nella basilica di Santa Maria in Trastevere, ad una celebrazione in ricordo di Modesta Valenti, la donna che morì 40 anni fa alla stazione Termini perché, essendo sporca, l’ambulanza si rifiutò di portarla in ospedale. Insieme a lei, durante la celebrazione, promossa come ogni anno dalla Comunità di Sant’Egidio, sono stati ricordati i nomi di alcune tra le tante persone che sono morte in strada a Roma negli ultimi anni. Per ognuna di loro è stata accesa una candela davanti all’icona dipinta in onore di Modesta. Nell’omelia, in un clima di grande commozione, mons. Vincenzo Paglia ha ricordato la storia di Modesta e quella del movimento di solidarietà cresciuto in questi anni attorno a chi vive per strada: “La sua memoria - ha detto - è diventata una benedizione perché ha messo in moto uomini e donne, credenti e non credenti che hanno scelto di fermarsi ai bordi delle strade, delle piazze, dei binari delle stazioni, offrendo un’amicizia calda e fedele che non lascia mai più soli, creando una singolare e bella amicizia tra chi serve e chi è servito”. Al termine tutti sono usciti dalla basilica con un fiore, benedetto per divenire segno di protezione per la vita di ognuno, in particolare di chi è più povero e fragile.

Sale e luce

6 Febbraio 2023 -
Roma - Deponete le armi dell’odio e della vendetta, superate antipatie e avversioni che contrappongono tribù e etnie; “impariamo a mettere sulle ferite il sale del perdono, che brucia ma guarisce”. È l’appello di papa Francesco al termine del pellegrinaggio ecumenico di pace in Sud Sudan, viaggio intrapreso “dopo aver ascoltato il grido di un intero popolo”. Questa giovane nazione ha bisogno “di padri e non di padroni, di passi stabili di sviluppo e non di continue cadute”, aveva detto nel suo primo discorso, rivolto alle autorità del paese; e lasciando Juba Francesco invita a essere sale e luce per portare speranza e pace, “una pace che integra le diversità e promuove l’unità nella pluralità”. Il Vangelo di ieri ci proponeva, con Matteo, proprio l’invito di Gesù di essere sale e luce del mondo. Siamo ancora su quella collina che degrada verso il mare di Galilea e Gesù fa questo invito a persone semplici, umili pescatori che avevano appena ascoltato il discorso delle beatitudini. Significativo il fatto che proprio coloro la cui vita è umile, povera, mite, piccola, quasi insignificante rispetto alle grandi cose del mondo, sono i destinati a portare sapore e luce. Il sale da sapore condisce, si scioglie: è diffuso e presente ma non lo vediamo. In molte culture è simbolo di sapienza, di amicizia, di condivisione. La legge ebraica prescriveva di mettere del sale sopra ogni offerta come segno di alleanza con Dio. La luce, poi, ci permette di vedere tutto ciò che ci circonda. Messa celebrata presso il mausoleo di John Garang, simbolo dell’indipendenza di questa giovane nazione. “Dinanzi a tante ferite, alle violenze che alimentano il veleno dell’odio, all’iniquità che provoca miseria e povertà – dice il Papa – potrebbe sembrarvi di essere piccoli e impotenti”. Ecco l’immagine del sale e dei suoi piccoli granelli che si sciolgono e danno sapore. “Così, noi cristiani, pur essendo fragili e piccoli, anche quando le nostre forze ci paiono poca cosa di fronte alla grandezza dei problemi e alla furia cieca della violenza, possiamo offrire un contributo decisivo per cambiare la storia”. Ecco l’appello a deporre le armi dell’odio e della vendetta. Le beatitudini, dice il vescovo di Roma, “rivoluzionano i criteri del mondo e del modo comune di pensare”, e ci dicono che per essere beati, felici “non dobbiamo cercare di essere forti, ricchi e potenti, bensì umili, miti, misericordiosi; non fare del male a nessuno, ma essere operatori di pace per tutti […] se mettiamo in pratica le Beatitudini, se incarniamo la sapienza di Cristo, non diamo un buon sapore solo alla nostra vita, ma anche alla società, al Paese dove viviamo”. Sulle ferite mettiamo “il sale del perdono, che brucia ma guarisce. E, anche se il cuore sanguina per i torti ricevuti, rinunciamo una volta per tutte a rispondere al male con il male”. Sale, ma anche luce. “Prima di preoccuparci delle tenebre che ci circondano, prima di sperare che qualcosa attorno si rischiari, siamo tenuti a brillare, a illuminare con la nostra vita e con le nostre opere le città, i villaggi e i luoghi che abitiamo, le persone che frequentiamo, le attività che portiamo avanti”. Così Francesco aggiunge: “non accada che la nostra luce si spenga, che dalla nostra vita scompaia l’ossigeno della carità, che le opere del male tolgano aria pura alla nostra testimonianza”. Al termine della celebrazione a Juba il vescovo di Roma ricorda santa Giuseppina Bakhita, originaria del Sudan e canonizzata, nel duemila, da Giovanni Paolo II “una grande donna, che con la grazia di Dio ha trasformato in speranza la sofferenza patita”. Speranza è la prima parola che il Papa lascia al Paese, “dono da condividere, seme che porti frutto”. Speranza nel segno della donna, di “tutte le donne del Paese”. Poi pace; più volte ha ripetuto, nella Repubblica del Congo, in Sud Sudan questa parola. Assieme all’arcivescovo anglicano Justin Welby e al pastore della chiesa di Scozia Iain Greenshields “continueremo – afferma – a accompagnare i vostri passi, tutti e tre insieme, facendo tutto quello che possiamo perché siano passi di pace, passi verso la pace”. A Maria affida “la pace nel mondo, in particolare i numerosi Paesi che si trovano in guerra, come la martoriata Ucraina”. (Fabio Zavattaro)

Migrantes e Caritas Toscana: No alla creazione di un Centro di Permanenza per il Rimpatrio

4 Febbraio 2023 - Firenze - La Migrantes e la Caritas della Toscana dicono "no"  alla realizzazione del CPR (Centro di Permanenza per il Rimpatrio) in regione. Lo sottolineano, in una nota, i due direttori regionali Sara Vatteroni della Migrantes e Marcello Suppressa della Caritas Toscana. I CPR (dieci in tutto: due in Puglia, due in Sicilia, gli altri sei in Sardegna, Basilicata, Lazio, Piemonte, Lombardia e Friuli) furono istituiti nel 2017 per facilitare il sistema di espulsione delle persone straniere prive di un permesso di soggiorno valido. Ma sono divenuti "veri e propri 'luoghi di detenzione' per quanti vi permangono troppo a lungo e 'rinchiusi', in attesa di essere rimpatriati", si legge nella nota: "ci opponiamo all'idea che i CPR siano luoghi idonei alla prevenzione dell'immigrazione irregolare e della violenza sociale. Oltretutto i CPR rischiano - in alcuni casi - la violazione delle convenzioni internazionali e dello stesso diritto di Asilo e di protezione internazionale". Nel 1998 (Legge Turco-Napolitano) le persone straniere da identificare o in attesa di espulsione risiedevano nelle apposite strutture non più di un mese. Successivamente - spioegano i referenti di Migrantes e Caritas della Toscana  con la "criminalizzazione" dei "migranti irregolari" (reato di clandestinità introdotto nel 2009) il periodo di permanenza nei Centri si è dilatato, provocando "una situazione di grave violazione del diritto di libertà. Si può rimanere detenuti per mesi, in condizioni umilianti e alienanti, pur non avendo commesso nessun crimine o reato. Riteniamo distorta l'idea che sta alla base dell'apertura di un CPR nel nostro territorio dove ben si potrebbero trovare idonee soluzioni per regolarizzare chi è rimasto privo di permesso di soggiorno, il più delle volte per ragioni amministrative. La mentalità garantista che ci pervade induce a ritenere che il migrante cd irregolare sia un criminale. Ma non è così: un irregolare è solo una persona che sta violando una mera norma amministrativa sull'ingresso e il soggiorno nel territorio dello Stato". Per Caritas e Migrantes della Toscana per "porre in atto un efficace governo dei flussi migratori e favorire la buona convivenza occorrono sostegni per interventi che favoriscano l'ingresso legale, la formazione, l'inserimento sociale e lavorativo". Occorrono politiche di sviluppo volte a "costruire il futuro con i migranti e i rifugiati". Nel documento vengono riproposti quanto sottoscritto nel febbraio 2022 nella "Carta di Firenze", durante il Convegno dei Vescovi e dei Sindaci delle città del Mediterraneo. Con tale documento, i firmatari si dichiaravano "[...] convinti che valorizzare e promuovere il ruolo delle città e il dialogo tra le comunità civiche e religiose offra un contributo essenziale a queste sfide", riconoscendo "[...] l'opportunità di promuovere una vera trasformazione della società, finalizzata all'instaurazione di una cultura della sostenibilità sociale, anche attraverso nuove forme di cooperazione tra decisori politici, scienziati, leader spirituali e culturali e leader del commercio". "Riteniamo pertanto che la proposta della realizzazione di un CPR a Firenze costituisca un arretramento rispetto all'assunzione di tali impegni", concludono i due uffici pastorali. (Raffaele Iaria)      

CEI: 81 nuovi progetti su scuola, lavoro e sanità

3 Febbraio 2023 - Roma - Il Comitato per gli interventi caritativi a favore del Terzo Mondo, nella riunione del 27 e 28 gennaio, ha approvato 81 nuovi progetti, per i quali saranno stanziati € 11.590.647 così suddivisi: € 7.429.249 per 42 progetti in Africa, € 1.734.877 per 19 progetti in America Latina; € 1.950.552 per 18 progetti in Asia; € 475.969 per 2 progetti in Medio Oriente. Tra gli interventi più significativi, sette sono in Africa: in Benin, l’Arcidiocesi di Parakou realizzerà e attrezzerà una scuola per i 240 bambini del villaggio di Korobororu, mentre in Kenya le Figlie di Sant’Anna costruiranno un complesso con materna ed elementare per i piccoli del distretto di Mashuru. In Cameroun, i Chierici Regolari Poveri della Madre di Dio delle Scuole Pie sosterranno l’inserimento scolastico di circa 230 minori, provenienti da contesti di crisi, attraverso la costruzione di nuovi dormitori. In Burkina Faso, le Suore dell’Immacolata Concezione ristruttureranno alcuni reparti del Centro medico “Jean Louis Goarnisson” di Ouagadougou e acquisteranno nuove strumentazioni. In Guinea Conakry, le Soeurs Servantes de Marie Vierge Mere (che operano in un territorio della diocesi di N’Zerekoré dove oltre il 50% dei giovani non frequenta la scuola per mancanza di mezzi) avvieranno un’azienda agro-pastorale che permetterà di introdurre nuove colture a beneficio dell’intera comunità e, in particolare, degli orfani e delle ragazze madri. In Malawi, la “Fondazione Marista per la Solidarietà Internazionale Onlus” costruirà a Salima una sala polifunzionale e un ostello che nel lungo periodo ospiterà ben 200 studenti e studentesse all’anno. In Mozambico, la Comunità Obra de Maria realizzerà, presso la Missione di São José de Lhanguene, il Convitto femminile “Santa Bakhita” per accogliere 80 giovani donne della zona rurale di Maputo e proporre loro corsi di informatica, oltre che lezioni di danza e teatro. Tra i progetti approvati in America Latina, uno sarà promosso a Santa Rita, in Brasile, dai Missionari Comboniani che doteranno di nuovi macchinari la cooperativa “Marcos Moura” che si occupa di raccolta e riciclaggio di materiali; in Paraguay la “De La Salle Solidarietà Internazionale Onlus” garantirà l’approvvigionamento idrico e la depurazione dell’acqua alla scuola “San Isidro Labrador” del Vicariato di Pilcomayo e alle 200 famiglie che abitano nelle vicinanze; in Colombia, il Vicariato Apostólico di Puerto Gaitán formerà 300 persone su temi dell’ambiente e dell’ecologia integrale. Nel Continente Asiatico, un intervento particolarmente rilevante riguarda l’India dove la “Marthandam Integrated Development Society” (MIDS) della diocesi Siro-Malankarese di Marthandam coinvolgerà circa 200 donne nell’attività di apicoltura. In Medio Oriente, uno dei progetti verrà sviluppato in Libano grazie alla “Congregation of the Lebanese Maronite Missionaries” che realizzerà un Centro Socio Culturale a Mayrouba per consentire a 60 giovani, ogni anno, di ricevere formazione professionale nei settori dell’agricoltura, del marketing, dell’informatica e dell’amministrazione.