Primo Piano
Papa Francesco: “la tratta cresce in misura preoccupante”
Viminale: da inizio anno sbarcate 6.458 migranti sulle coste italiane
Assemblea Sinodale Continentale in Europa: il contributo delle Chiese in Italia
Terremoto in Turchia e Siria: la vicinanza di papa Francesco
L’impegno contro la tratta ha il volto di tanti giovani
Giuseppina Bakhita: da vittima dei soprusi del mondo a testimone dell’Amore più grande
Migrantes: parte un percorso di formazione giuridica sul tema della migrazione
Corso di italiano per operatori pastorali stranieri
S. Egidio: alla festa con il card. Zuppi tanti immigrati e rom e sinti
Invisibili: la strage silenziosa
Roma - C’è chi, a 22 anni, è stato trovato in coma in un parco. Overdose. Viveva lì perché era stato allontanato da casa e aveva il divieto di avvicinarsi ai genitori. C’è un artista, noto per i suoi dipinti: era stato anche premiato dall’Accademia di Belle Arti in Sicilia. L’hanno trovato nelle acque del fiume Reno, si è suicidato gettandosi da un ponte. C’è un giovane di origini marocchine, 24 anni: lui è stato travolto da un’auto mentre era alla guida della propria bicicletta. Era ospite di un’amica, aveva da poco ottenuto il permesso di soggiorno. E poi un ex-medico, 80 anni, affetto da demenza senile: da tempo frequentava le stazioni ferroviarie ed è stato trovato morto in una galleria vicino alla stazione. Ha avuto un malore. Hanno nomi e storie da raccontare, i morti sulla strada che nessuno vede. Non sono solo coperte, non sono solo fardelli. E in questo ultimo anno sono stati tantissimi. Il Report sul 2022 diffuso ieri dalla Fio.Psd, la Federazione italiana organismi per le persone senza dimora, porta con sé il bilancio più pesante degli ultimi 3 anni. I clochard deceduti sono stati 393: più di uno al giorno, con un incremento del 55% rispetto al 2021 e addirittura dell’83% rispetto al 2020. E i numeri del 2023, se possibile, sono ancora più allarmanti: 54 vittime dall’inizio dell’anno, 8 nell’ultima settimana. Il freddo in questo caso è stato determinante, ma «da anni sosteniamo che le persone in stato di grave marginalità muoiono in ogni mese; nel 2022 le morti avvenute in estate sono state 109, mentre 101 in autunno, 86 in inverno e 97 in primavera » si spiega nel Report. L’emergenza, insomma, non è d’inverno, è tutto l’anno: i “piani freddo”, con l’ampliamento dei posti letto nelle strutture di accoglienza notturna e il rafforzamento dell’attività delle unità di strada, contengono, almeno in parte, i decessi ma poi terminano e l’emergenza riprende. Ma dove muoiono, i senza dimora? Il Report mostra come i decessi interessino tutto il territorio nazionale, dal Nord al Sud, dalle grandi città ai piccoli comuni di provincia. Le città con il maggior numero di morti sono Roma (32) e Milano (21), ma dati allarmanti provengono anche da Napoli, Firenze, Genova e Bologna. La principale causa di morte, (46%) è riconducibile a eventi esterni e traumatici: incidenti di trasporto (15%) e aggressioni o omicidi (9%), ma anche suicidi (8%), annegamento (6%), incendi (4%), cadute e altri eventi accidentali (4%).
«Garantire a chi vive in strada e in condizione di vulnerabilità estrema l’accesso ad una casa, alle cure e a percorsi di reinserimento sociale – spiega la presidente di Fio.Psd Cristina Avonto – è il primo passo per poter vivere una vita dignitosa e fornire a chi ne ha più bisogno una rete di protezione che può salvare la vita. Seppur indispensabili, i servizi tradizionali, come la distribuzione di pasti, vestiti e coperte non sono più sufficienti. Negli ultimi anni sono state stanziate ingenti risorse destinate al contrasto della grave marginalità adulta e questi stanziamenti dovrebbero creare le condizioni per innescare un cambiamento nella mentalità con cui viene affrontato il fenomeno». Non è così. Ecco allora che conoscere le circostanze in cui queste persone sono morte «ci aiuta a ricostruire le storie di queste persone, fatte per lo più di isolamento, precarietà e grandi sofferenze, e a comprendere meglio le tante sfaccettature che il fenomeno della grave marginalità adulta porta con sé». Persone malate a livello fisico e psichico, senza legami familiari o che condividono la condizione di grave marginalità con figli e compagni, persone dipendenti da sostanza, che entrano e escono dal carcere, talvolta persone con un lavoro ma che per estrema necessità si sono trovate a vivere, e a morire, in strada. (Giulio Isola - Avvenire)
Pozzallo: centinaia di persone soccorse
Pozzallo - Centinaia di persone soccorse in un solo giorno dalle motovedette della Guardia costiera. È successo a Pozzallo. Dopo un primo soccorso difficile a causa del maltempo e circa 250 migranti messi in salvo, le motovedette sono ripartite per dare soccorso ad un altro barcone. Si parla di almeno 600 migranti a bordo di un altro motopeschereccio.
«L’ennesimo episodio che dimostra in modo tangibile che non sono le Ong la causa dell’aumento del numero degli sbarchi», afferma il sindaco della città portuale del Ragusano, Roberto Ammatuna. «Non solo le Istituzioni Internazionali, hanno condannato la nuova politica sui migranti del Governo Italiano, ma anche il presidente della Cei, cardinale Matteo Zuppi, ha dichiarato «le Ong fanno bene, salvano vite», aggiunge. Ecco perché occorre un ripensamento della disumana politica del governo sui migranti che privilegi sempre il diritto alla vita di tanti esseri umani». Fra i tanti migranti giunti al porto ci sono intanto anche due fratelli. Si tengono forte per mano: il più piccolo che avrà non più di 12, 14 anni sorride. Il fratello più grande non lo lascia un secondo. Un altro giovane, una ventina d’anni è stato prelevato dalla motovedetta in barella, in grave stato di ipotermia. «È zuppo d’acqua!» avverte il medico dell’Usmaf, Vincenzo Morello. Viene portato in ambulanza, immediatamente cambiato e stabilizzato. Per diversi giorni non hanno mangiato, né bevuto, raccontano. Provengono da Bangladesh, Pakistan Egitto e Siria.
Migrantes Messina: veglia di preghiera contro la tratta
Francofoni in Italia: a Bologna l’incontro nazionale con il card. Zuppi. “Migrantes è una grande, importantissima pastorale della Chiesa italiana”
Terremoto in Turchia e Siria: la CEI stanzia 500mila euro come primo aiuto per la popolazione
Mons. Perego: “far risplendere la luce della vita” anche nelle periferie e nelle frontiere
Senza fissa dimora: a S. Maria Trastevere tanti per ricordare Modesta Valenti
6 Febbraio 2023 - Roma - In tanti, tra volontari e senza fissa dimora - molti anche straneiri - hanno partecipatoi, ieri mattina, , nella basilica di Santa Maria in Trastevere, ad una celebrazione in ricordo di Modesta Valenti, la donna che morì 40 anni fa alla stazione Termini perché, essendo sporca, l’ambulanza si rifiutò di portarla in ospedale. Insieme a lei, durante la celebrazione, promossa come ogni anno dalla Comunità di Sant’Egidio, sono stati ricordati i nomi di alcune tra le tante persone che sono morte in strada a Roma negli ultimi anni. Per ognuna di loro è stata accesa una candela davanti all’icona dipinta in onore di Modesta.
Nell’omelia, in un clima di grande commozione, mons. Vincenzo Paglia ha ricordato la storia di Modesta e quella del movimento di solidarietà cresciuto in questi anni attorno a chi vive per strada: “La sua memoria - ha detto - è diventata una benedizione perché ha messo in moto uomini e donne, credenti e non credenti che hanno scelto di fermarsi ai bordi delle strade, delle piazze, dei binari delle stazioni, offrendo un’amicizia calda e fedele che non lascia mai più soli, creando una singolare e bella amicizia tra chi serve e chi è servito”. Al termine tutti sono usciti dalla basilica con un fiore, benedetto per divenire segno di protezione per la vita di ognuno, in particolare di chi è più povero e fragile.