Tag: Mobilità umana e migrazioni

Migrantes Rieti: uno sguardo al Mali

27 Novembre 2019 - Rieti - Prosegue l’impegno dell’Ufficio diocesano Migrantes di Rieti, guidato da suor Luisella Maino. La settimana scorsa, la partecipazione della religiosa, assieme al vescovo mons. Domenico Pompili, al convegno organizzato dal Lions Club Antrodoco Velina Gens su “Le implicazioni socio–sanitarie dei fenomeni migratori”. Domenica prossima, nel salone della parrocchia Madonna del Cuore, si terrà invece alle 18 un incontro organizzato da Migrantes, dedicato alla situazione dell’Africa occidentale e, in particolare, dello stato del Mali: terra di traffici illeciti, violenze, attacchi, conflitti inter–etnici, povertà, rifugiati interni e migranti. Porterà la propria testimonianza la giovane reatina Benedetta Tatti, ufficiale dell’Esercito Italiano, attualmente impiegata nella Missione integrata multidimensionale dell’Onu per la stabilizzazione in Mali. Sul piano personale, Benedetta aiuta sul posto una congregazione italiana di suore (che, nella martoriata regione di Mopti, sono a servizio della popolazione locale, specie femminile, con corsi di alfabetizzazione ed economia domestica), oltre ad assistere i rifugiati interni, costretti in estrema difficoltà dal crescere della violenza estremista e intercomunitaria

Istat: meno primi figli per donna sia per le italiane che per le straniere

26 Novembre 2019 - Roma - In un contesto di bassa fecondità come quello italiano, il numero medio di primi figli per donna rappresenta il 47,3% della fecondità complessiva: 0,61 primi figli rispetto a 1,29 figli totali nel 2018 (rispettivamente 0,73 e 1,46 nel 2010). Il valore di questo indicatore è sceso molto di più per le donne sotto i 30 anni di età - da 0,35 nel 2010 a 0,25 nel 2018, pari a -27% - rispetto al valore riferito a tutte le età (-16,7%) e spiega quasi l’80% della diminuzione complessiva della fecondità del primo ordine. Lo si evince dal Report su “Natalità e fecondità della popolazione residente-2018” presentato dall’Istat. Tra il 2010 e il 2018 la diminuzione complessiva del numero medio di figli per donna delle italiane (-129 figli per mille donne) dipende dal calo della fecondità del primo ordine per il 66%, mentre quella riferita alle donne straniere (-488 figli per mille donne) per il 79%. La riduzione della fecondità del primo ordine delle straniere è molto evidente se si osservano le curve di fecondità per età. Rispetto al 2010 i livelli di fecondità del primo ordine si presentano molto più bassi per tutte le età. Oltre alla diminuzione dei tassi di fecondità, il lieve spostamento della curva verso destra evidenzia anche per le straniere l’effetto della posticipazione dell’esperienza riproduttiva in Italia.  

Ambiente, lavoro, futuro: al via il cammino verso la Settimana Sociale dei Cattolici Italiani

25 Novembre 2019 - Roma - Giovedì 28 novembre, alle ore 11, a Roma, nella sala Marconi di Palazzo Pio  saranno presentati, in conferenza stampa, i Lineamenta della 49ª Settimana sociale dei cattolici italiani. Si tratta del primo documento preparatorio dell’appuntamento, che si terrà a Taranto dal 4 al 7 febbraio 2021, sul tema: “Il pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro e futuro. #tuttoèconnesso”. I Lineamenta offriranno alle diocesi italiane varie piste tematiche in vista della stesura dell’Instrumentum laboris, sul quale poi verterà il confronto durante la Settimana sociale di Taranto. La scelta di questo luogo, attualmente sotto i riflettori per la questione dell’ex Ilva, vuole “stimolare – si legge in una nota della CEI - una riflessione più articolata e complessa sui temi ambientali e sociali. Il faro rimane l’Enciclica di Papa Francesco Laudato si’ che pone al centro la categoria di ‘ecologia integrale’. Da Taranto, in dialogo con il mondo giovanile, s’intende far ripartire un progetto di vita sociale e di comunità che ascolti il grido sofferente delle persone e della terra”. Alla conferenza stampa interverranno Mons. Filippo Santoro, Arcivescovo di Taranto e Presidente del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane sociali dei cattolici italiani; don Bruno Bignami, Direttore dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della CEI e Leonardo Becchetti, economista, docente all’Università di Roma Tor Vergata e membro del Comitato. Modererà i lavori Vincenzo Corrado, Direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni Sociali della CEI.

Papa Francesco in Giappone: “accogliere quelli che vengono a cercare rifugio nel vostro Paese”

25 Novembre 2019 - Tokyo -  “Stendere le braccia dell’amicizia e di accogliere quelli che vengono, spesso dopo grandi sofferenze, a cercare rifugio nel vostro Paese”. È l’invito con cui si è concluso il discorso rivolto dal Papa ai giovani dalla cattedrale di Tokyo. “Con noi qui c’è un piccolo gruppo di rifugiati”, ha fatto notare il Papa: “La vostra accoglienza testimonierà che per molti possono essere estranei, ma per voi si possono considerare fratelli e sorelle”. “Un maestro saggio una volta disse che la chiave per crescere nella saggezza non sta tanto nel trovare le risposte giuste, ma nello scoprire le domande giuste”, ha sottolineato il Papa: “Spero che possiate farvi delle ottime domande, mettervi in discussione e aiutare gli altri a porsi domande buone e provocatorie sul significato della vita e su come possiamo costruire un futuro migliore per coloro che verranno dopo noi”. “Non confondete e non stordite i vostri sogni, date loro spazio e osate guardare a grandi orizzonti, guardare ciò che vi attende se avrete il coraggio di costruirli insieme” ha quindi aggiunto sottolineando che il Giappone “ha bisogno di voi, il mondo ha bisogno di voi, svegli e generosi, gioiosi ed entusiasti, capace di costruire una casa per tutti. Prego perché cresciate in saggezza spirituale e scopriate in questa vita la strada verso la vera felicità”.  

Chiesa di Sicilia: oggi e domani incontro su “Accoglienza, dialogo, annuncio nella forma della carità in una chiesa sinodale”

22 Novembre 2019 - Enna - “Accoglienza, dialogo, annuncio nella forma della Carità in una Chiesa sinodale”: attorno a questo tema si riuniranno oggi e domani gli Uffici regionali per l’Ecumenismo e il Dialogo interreligioso, quello per la Carità, quello per le Migrazioni (Migrantes) e l’Ufficio regionale per la Cooperazione missionaria tra le Chiese. “Saranno due giornate di studio e di riflessione per riappropriarci del significato di parole di cui forse abbiamo smarrito il senso. La declinazione attuale di termini fondamentali per la vitacristiana, come accoglienza, dialogo, annuncio, carità e sinodalità, dice tutto ed il contrario di tuttoe ci abbandona in un mondo caotico, senza più una bussola che ci orienti nella navigazione. Purtroppo – dice Mario Affronti, direttore dell’Ufficio regionale Migrantes– dobbiamo constatare che anche nel nostro mondo, quello dei cattolici praticanti, nel rispetto delle posizioni di tutti, c’è una buona parte che dice di no all’accoglienza, vanificando nei fatti gli altri momenti dell’agire cristiano. Evidentemente qualcosa non ha funzionato nel nostro percorso di evangelizzazione. Prima di naufragare ed annegare in queste alluvioni di parole diventate vuote – aggiunge Affronti -, abbiamo bisogno di capire e di conoscere per poter agire alla luce della parola bella e vera. Gli illustri relatori ci aiuteranno a trovare le radici teologiche ed ecclesiologiche oltre che profondamente umane di queste parole che, così purificate, avranno una vibrazione diversa da tutte le altre in quanto parole di verità e di vita. Come va declinata la sinodalità della Chiesa? Come la Chiesa siciliana ha vissuto l’accoglienza? Come agire in questa mare in tempesta? Come vivere queste parole?”. A guidare la riflessione saranno mons. Rino La Delfa, che interverrà sulla sinodalità della Chiesa, don Massimo Naro, chiamato a dare lettura e interpretazione sul vissuto della Chiesa in materia di accoglienza, e don Cosimo Scordato, il quale terra una relazione sul “Declinare la sinodalità”. Previsto anche un momento di confronto e di dialogo con i vescovi delegati per i diversi settori coinvolti: mons. Antonio Staglianò, vescovo di Noto, per la Migrantes; mons. Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo, per l’Ecumenismo; mons. Rosario Gisana, vescovo di Piazza Armerina, per le Missioni; mons. Giovanni Accolla, arcivescovo di Messina, per la Carità. L’accoglienza, il dialogo e l’annuncio, nel titolo del convegno, devono infatti avere la “forma della Carità”. Ma qual è questa forma? “La nostra Chiesa locale è pure chiamata, in un momento storico impregnato di ‘sovranismo territoriale e culturale’ ad ‘andare in controtendenza ed investire le energie ad extra’. Ciascuno di noi è una missione nel mondo. Non si tratta solo di partire fisicamente per il mondo, si tratta di avere a cuore tutto il mondo“. A parlare è Giuseppe Paruzzo, direttore dell’Ufficio regionale per la Carità. “Don Tonino Bello avrebbe detto: ‘La Carità non ammette di essere raccontata. Deve essere vissuta. Anzi, l’unico linguaggio che sopporta è quello delle opere. Le parole che la descrivono sono solo sbavature’. Questa è la forma della Carità – aggiunge Paruzzo -, non quella che si ferma alle parole, ma quella che agisce con le opere-segno, che sono segno della presenza di Dio in questa terra. La presenza dei fratelli migranti non può essere vista come un problema, ma come un’occasione che abbiamo per vivere accanto a loro. Un occasione che abbiamo per servire. I migranti sono un dono che Dio sta facendo a noi credenti. Quando non penseremo più a loro come un problema da risolvere ma come un dono – conclude -, solo allora saremo accoglienti“.   Per Mario Affronti, “l’appuntamento rappresenta una tappa di un cammino pastorale avviato il 19 ottobre 2018. In quella occasione, a partire dalla specificità dei quattro uffici coinvolti nel progetto – Caritas che è cuore di ogni azione pastorale, Ecumenismo che è dialogo, Missio per annuncio e Migrantes per l’accoglienza -, e dalla constatazione del mutamento profondo della realtà della società e della necessità di una pastorale integrata, che renda più efficace ed incisiva un’attività nelle frontiere dell’annuncio del Vangelo, si è giunti alla decisione di iniziare un cammino sinodale, mediante l’organizzazione di una giornata di studio che avesse le migrazioni come elemento comune con auspicabili ricadute a livello regionale e diocesano”.

Corrado: “non temete d’imboccare strade nuove o percorsi innovativi”

22 Novembre 2019 - Roma -  “Il seme è stato gettato negli anni, ma come per le piante ha bisogno di cure costanti. E, soprattutto, di quella premura amorevole che porta frutti. Non temete, quindi, d’imboccare strade nuove o percorsi innovativi. Non temete di lasciarvi interrogare e di cogliere le sfide che il tempo presente pone. Molto spesso si è portati a indossare il cambiamento come un vestito – come è accaduto tante volte nella storia – ma restando poi sempre fondamentalmente uguali a sé stessi, restando cioè ciò che si era in partenza”. Lo ha detto Vincenzo Corrado, direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della CEI, nella seconda giornata dei lavori della XIX Assemblea nazionale elettiva della Federazione italiana settimanali cattolici, in programma a Roma fino a domani. Alla Federazione, ha osservato, “il compito di assaporare la bellezza e la fatica dello stupore. È l’unica medicina al virus dell’autoreferenzialità. Lo stupore riconnette con il territorio, valore umano, sociale e culturale dentro il quale il settimanale diocesano ‘si costruisce e costruisce’. Non delimitato dall’ombra del campanile, il settimanale è il luogo in cui la concretezza della vita misura ogni giorno i concetti e le teorie nel confronto con la fatica e la speranza della gente. Per questo, la cultura del territorio, che ispira e sostiene l’esperienza dei settimanali, non ha avuto timore di confrontarsi con la globalizzazione, le diversità, le nuove tecnologie. Come altre, ha avuto momenti difficili, ma questa cultura è uscita rafforzata dalla prova perché è nutrita dalla saggezza della gente. La fiducia del lettore nel settimanale non è fine a sé stessa, ma offre indicazioni utili a costruire comunità”. Perché riflettere oggi, dopo oltre quarant’anni, sulla libertà? Perché è il campo su cui si gioca la credibilità del pluralismo informativo e, di conseguenza, della democrazia. I settimanali, “ ‘presidi’ dislocati sul territorio nazionale, sono un esempio autentico di libertà, perché incarnano quell’umanità che accomuna tutto il Paese. I giornali – ha sottolineato il direttore dell’Ufficio Cei per le Comunicazioni Sociali -  condividono esperienze ecclesiali e civili nella linea della libertà e della partecipazione, mettendole a confronto tra loro, ‘leggendole’ alla luce di ulteriori interrogativi e proposte. Non solo, sono anche le sentinelle della società, ogni volta in cui cercano di mettere in evidenza dove libertà e partecipazione non ci sono; dove sono poste in crisi; dove possono essere potenziate”. In gioco, ha spiegato Corrado, “c’è il racconto del cosiddetto ‘Paese reale’ che si esprime su queste testate e che non è assolutamente marginale: è il Paese dei poveri, degli esclusi, degli emarginati, degli scartati… È il Paese che, con la sua cultura e i suoi costumi particolari, ha i tratti della difesa della persona reale con le sue situazioni, i suoi problemi, le sue attese e la rivendicazione d’istituzioni a servizio di questa persona e delle sue aspirazioni. È, anche per questo, che oggi parliamo di ‘libertà di stampa e presidi di libertà’. Insomma, di opinione pubblica!”. Infine, Corrado ha elencato i punti che contraddistinguono i settimanali cattolici: “umanità, qualità, semplicità di linguaggio e memoria da vivere nella laicità delle testate”. “La comunicazione è il campo, forse, più fertile in cui vivere la comunione della nostra identità di credenti. E, viceversa, è proprio questa identità a caratterizzare la nostra comunicazione”, ha concluso. (Fonte Sir)    

Flick: “dare attuazione all’articolo 21, attenzione agli algoritmi”

22 Novembre 2019 - Roma - “Una informazione drogata e viziata alimenta ogni giorno antisemitismo, femminicidi e discriminazione del migrante”. Lo ha detto Giovanni Maria Flick, Presidente emerito della Corte costituzionale, ieri in apertura dell’assemblea nazionale elettiva della Federazione italiana settimanali cattolici, in programma a Roma fino a domani. “Occorre dare attuazione all’articolo 21 della Costituzione – ha aggiunto -. La libertà di informare e di essere informati, riconosciuta dalla Costituzione, rappresenta due momenti cruciali: la democrazia basata sul dialogo e la pari dignità sociale”. Nelle sue parole, la convinzione che “la libertà di informazione è lo strumento attraverso cui esercitare tutte le altre libertà, di pensiero, di coscienza”. Ricordando “negli ultimi anni alcuni tentativi, da sinistra e da destra di cambiare la Costituzione”, Flick ha affermato che “adesso la si disapplica, in tutto o in parte”. “La Corte costituzionale ha percorso alcune tappe per dare concreta attuazione all’articolo 21, dall’affissione dei manifesti all’esplosione della televisione”, ambito per il quale “la Corte raccomandò il pluralismo interno al pubblico ed esterno tra pubblico e privato”. Infine, il timore per la “campagna di odio sui social”. “Sono strutture sovranazionali che richiedono disciplina sovranazionale”. “La rete diventata uno strumento per gestire attraverso la pubblicità la produzione. Attraverso l’algoritmo controlliamo politica e medicina, formule matematiche che non sappiamo come vengono impostate. Abbiamo messo in piedi qualcosa di preoccupante”. (Sir)

Card. Bassetti: i giornali Fisc danno un “contributo essenziale alla promozione e all’inclusione nella storia di questo nostro Paese”

22 Novembre 2019 - Roma –  I settimanali diocesani danno un “contributo essenziale alla promozione e all’inclusione nella storia di questo nostro Paese”. Ne è convinto il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, il Card. Gualtiero Bassetti che questa mattina ha celebrato una liturgia eucaristica con i partecipanti all’Assemblea della Fisc, la Federazione Italiana Settimanali Cattolici, sottolineando i che “la nostra casa non può che essere costruita attraverso un linguaggio puro e purificato, che sa farsi accoglienza e incontro”. Il Card. Bassetti ha evidenziato che “attualmente, i riferimenti più diffusi, anche nei media, sono l’apparire, il consumare, l’acquistare”. “La stessa informazione viene spesso vista solo come un prodotto da vendere. La conseguenza peggiore di tale mentalità è il progressivo svuotamento di significato di molte parole appartenenti al vocabolario della vita, della fede, della Chiesa”. Nell’omelia del cardinale, anche la constatazione che “le parole, quando sono appesantite da chi ama più raccontare il proprio ‘ego’ che raccontare l’’altro’, rendono difficile la comprensione del messaggio, non consentono la formazione di una corretta opinione pubblica e, nell’informazione religiosa, non riescono a comunicare appieno la vita ecclesiale e civile delle nostre comunità”. Per il presidente della CEI“l’antidoto sta nella ricerca di un linguaggio che consenta al messaggio di essere comprensibile e di ‘insegnare’”. Per il Presidente della Federazione, don Adriano Bianchi nelle “nostre comunità continua l’attenzione per i giornali diocesani, giornali di popolo, del territorio, della Chiesa e della gente che hanno ancora la forza di far crescere le coscienze e alimentare lo sguardo di un Paese reale, attraverso la vicinanza alle persone e alla loro vita”. Per don Bianchi la trasformazione dal cartaceo al digitale “non sempre è facile”, ha detto il sacerdote al Sir auspicando che “il sostegno da parte delle comunità, della Chiesa e dello Stato non venga meno”. I giornali della Fisc “sono il termometro delle comunità per il loro giornalismo di vicinanza. Quello che ci permette di capire cosa pensano davvero le persone e ci aiuta a superare alcuni luoghi comuni, come nel caso del tema dei migranti. Poter raccontare storie di relazione con queste persone è peculiare del nostro modo di fare giornalismo”. Ieri sera alla prima giornata dell’Assemblea Fisc sono intervenuti anche Carlo Verna, Presidente nazionale dell’Ordine dei giornalisti che ha evidenziato che oggi “si sta cominciando a invertire una tendenza: non abbiamo bisogno di tagli ma di una nuova legislazione per il giornalismo”, ha detto. “La legge di bilancio ha portato alla sospensione del taglio diretto ai contributi per l’editoria. È solo il primo intervento per i giornali diocesani, che sono i principali beneficiari dei contributi pubblici all’editoria. Seguirà un organico piano di riorganizzazione dei fondi nella prossima riforma della legge per l’editoria”, ha quindi detto il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’informazione e all’editoria, Andrea Martella, evidenziando che nel sistema dell’informazione italiana “i settimanali cattolici sono una realtà significativa. Credo – ha detto - che i giornali diocesani rappresentino e siano la testimonianza di un’editoria di prossimità che possa farsi strumento di sussidiarietà orizzontale, quando riesce a farsi voce delle istanze di solidarietà e dell’associazionismo”.

Don De Robertis: “far nascere e sostenere gli uffici delle diocesi presenti nelle regioni italiane”

22 Novembre 2019 - Roma – Un compito “prioritario” dei Direttori regionali Migrantes è “far nascere e sostenere gli uffici delle diocesi presenti nelle regioni italiane”. Lo ha detto ieri pomeriggio il Direttore generale della Fondazione Migrantes aprendo i lavori della Consulta Nazionale per le Migrazioni della Migrantes che si chiuderà questa mattina. L’obiettivo è quello di aiutare i nostri uffici ad essere vicini  pastoralmente a quei i cattolici immigrati nel nostro  Paese – oltre un milione – che rischierebbero altrimenti o l’emarginazione dalla vita ecclesiale. L’attenzione- ha quindi aggiunto don De Robertis – è “spesso concentrata  solo sull’accoglienza, dimenticando gli altri tre verbi indicati da Papa Francesco e gli altri settori della mobilità umana” come per esempio l’emigrazione di tanti giovani, e non solo, che è “è una vera emergenza”. Il direttore generale si è poi detto disponibile a confrontarsi con i vescovi italiani all’interno delle conferenze regionali. Don De Robertis ha presentato alcuni appuntamenti per il prossimo anno e ha dato informazione sulla prossima Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che si celebrerà il prossimo 27 settembre. Il lavoro della Consulta è stato introdotto dal Presidente della Commissione Cei per le Migrazioni e della Fondazione Migrantes il vescovo mons. Guerino Di Tora. Questa mattina saranno presentati ai membri della Consulta gli strumenti formativi e gli studi portati avanti dalla Fondazione.

Mattarella ai giornali Fisc: “stimolare nei nostri concittadini la capacità critica degli avvenimenti e il senso di comunità”

20 Novembre 2019 -

Roma - Oggi pomeriggio il Consiglio Nazionale della Federazione Italiana Settimanali Cattolici è stata ricevuta al Quirinale dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, guidata dal presidente uscente don Adriano Bianchi alla vigilia dell’Assemblea elettiva che inizierà domani. Dopo il saluto di don Bianchi il Capo dello Stato ha evidenziato come “i giornali locali sono quelli che hanno i lettori più esigenti” perché “parlano di realtà che i lettori sovente conoscono direttamente”. “L’antidoto alle fake news è molto più forte, c’è una maggiore attendibilità nelle testate locali per l’informazione che viene fornita”, ha evidenziato Mattarella. Le 183 testate aderenti “dimostrano che c’è una forte resilienza, malgrado le difficoltà che periodicamente affiorano e anche qualche assalto che ogni tanto involontariamente viene rivolto alla stampa locale o generalmente ai mezzi di comunicazione”. Il Capo dello Stato  ha fatto riferimento alle “esigenze di carattere normativo cui si è attenti, che sono importanti e che vanno seguite anche da questo Palazzo” ed ha invitato a  “stimolare nei nostri concittadini la capacità critica degli avvenimenti e il senso di comunità, senza il quale un Paese non è più tale”.

“Ancora oggi siamo capaci di fornire un prodotto giornalistico professionale e degno di un’informazione la più completa possibile a volte anche con pochi mezzi, confidando spesso sul volontariato generoso di tanti operatori e sull’illuminato sostegno da un lato delle nostre diocesi, che hanno capito che questo può essere un modo concreto e intelligente di esercitare la virtù della carità, e dall’altro, per molti, ma non tutti, dello Stato che fin ad ora ha riconosciuto nel nostro lavoro un servizio concreto alla libertà, al pluralismo, alla democrazia e alla coesione sociale del nostro Paese”, ha etto nel suo saluto al Capo dello Stato don Bianchi: “di questo sostegno abbiamo ancora bisogno”. Il presidente Fisc ha presentato la realtà che oggi vede coinvolte 183 testate locali in Italia e alcune all’estero: “giornali del popolo perché giornali della Chiesa, giornali presidi di libertà, giornali del territorio”. Relativamente alle “trasformazioni che il mondo dell’editoria sta vivendo attraverso l’innovazione tecnologica”, il presidente della Fisc ha spiegato che “siamo convinti che, nonostante le nuove modalità di informazione diretta che i cittadini hanno a disposizione attraverso le piattaforme digitali, il ruolo della stampa e del lavoro giornalistico siano ancora insostituibili nel loro compito di mediazione, di un racconto professionalmente calibrato per garantire un corretto sviluppo del dibattito pubblico nei territori e nel Paese”. (R.Iaria)

Migrantes: da domani la Consulta Nazionale per le Migrazioni

20 Novembre 2019 - Roma - Si aprirà, domani pomeriggio – fino a venerdì -  a Roma, con il saluto del Presidente della Commissione CEI per le Migrazioni e della Fondazione Migrantes, il vescovo Mons. Guerino Di Tora, la Consulta Nazionale per le Migrazioni convocata dall’organismo pastorale della CEI. Tra i temi all’ordine del giorno la visita che alle Conferenze Episcopali Regionali, la  Condivisione delle attività previste per il prossimo anno, il punto sui tre Rapporti Istituzionali (Rapporto Italiani nel Mondo 2019; Rapporto Immigrazione Caritas e Migrantes 2018-2019; Il Diritto d’Asilo 2019) e le esigenze formative degli uffici diocesani Migrantes.  

Numeri, volti, proposte: torna il Festival della Migrazione a Modena

20 Novembre 2019 - Modena- Numeri, volti, proposte: parte a Modena la quarta edizione del Festival della Migrazione da giovedì 28 a sabato 30 novembre. Come negli anni scorsi nei tre giorni del Festival si susseguiranno incontri, seminari, spettacoli, mostre, film, libri. Torna, dopo il successo 2018, il ‘pranzo dei popoli’, mentre venerdì 29 tutta la giornata sarà dedicata alla presentazione, in anteprima nazionale, del Rapporto sul Diritto d’Asilo promosso da Fondazione Migrantes. Tra gli ospiti non mancheranno nomi prestigiosi: lo scrittore Tahar Ben Jelloun giovedì 28, ma anche il Presidente della Fondazione Migrantes e della Commissione CEI per le Migrazioni, il vescovo Mons. Guerino Di Tora, il vescovo di Modena-Nonantola e l’arcivescovo di Ferrara- Comacchio, Mons. Erio Castellucci e Mons. Gian Carlo Perego, giornalisti testimoni del fenomeno migratorio come Brahim Maarad, Valentina Furlanetto e Nello Scavo, gli esperti e Gianfranco Schiavone e Maurizio Veglio, imprenditori stranieri come Kapche Pango Lyle Ruben. Il Festival della Migrazione sarà aperto da un videomessaggio del Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, che non potendo partecipare direttamente ha voluto comunque farsi presente all’iniziativa. Don Giovanni De Robertis, Direttore Generale della Fondazione Migrantes della CEI, spiega: “La sfida delle migrazioni oggi non riguarda tanto l’accoglienza ma la capacità di costruire un paese dove le diversità, la presenza di persone di paesi, culture e religioni diverse, sappiano comporsi in una realtà più ricca. Per troppo tempo forse abbiamo pensato che era sufficiente salvare chi annegava (e purtroppo continua anche oggi ad annegare nell’indifferenza di tanti!) in mare e portarlo in qualche porto italiano. Invece questo è solo il primo passo. La vera sfida è, come ci ha ricordato papa Francesco, proteggere, promuovere, integrare. Senza queste azioni – conclude il direttore Migrantes - non c’è vera accoglienza, anzi questa può essere addirittura controproducente”. Luca Barbari, presidente di Porta Aperta, associazione promotrice insieme a Fondazione Migrantes, Dipartimento di Giurisprudenza di Unimore e IntegriaMo, fa eco alle sue parole: “Il Festival della Migrazione cresce e vuole diventare grande con un’idea molto definita: quella di superare la fase emergenziale e puntare sull’inclusione delle persone che hanno trovato accoglienza e prospettive nel nostro Paese. Per questo nella quarta edizione ci concentriamo su ‘Numeri, volti, proposte’: i numeri, perché è sempre importante partire da una base condivisa e oggettiva, allontanando le fake news; volti perché è solo dalla conoscenza che passa l’interazione tra le persone; proposte, perché è importante far cogliere anche al mondo della politica la voce di chi si impegna in prima persona”. Tra le tante proposte anche mostre e kermesse teatrali, come ‘Un mondo a parte: l’infermo di Moria – La vita in un campo profughi’, esposizione fotografica di Salvatore Cavalli o come il viaggio sensoriale all’origine della migrazione ‘Alle radici’ dedicata agli studenti delle scuole superiori. Inoltre verrà ricordato Simone Ramilli, membro del comitato scientifico fin dal primo momento, scomparso lo scorso luglio. Una frase di Simone ‘Non posso intimamente gioire se altri soffrono’ è una sorta di filo rosso che accompagna la tre giorni. Infine, nel corso della manifestazione, verrà promosso e pubblicizzato il ‘Manifesto’ del Festival della Migrazione, frutto del lavoro di questi anni di attività.   Il Festival della Migrazione è promosso da Porta Aperta, Fondazione Migrantes, Crid del Dipartimento di Giurisprudenza di Unimore e IntegriaMo, con il patrocinio di Università di Modena e Reggio Emilia, Regione Emilia-Romagna e Comune di Modena e il sostegno di Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, Fondazione Unipolis, Bper Banca, Conad, Menù e Coop Alleanza 3.0. Sono ben 50 gli aderenti, tra enti locali, mondo accademico e sindacale, realtà ecclesiali e religiose, associazioni.    

Mode nel mondo: a Parma i vestiti raccontano la vita dei popoli

20 Novembre 2019 - Parma - In principio era la seta. E con la seta nacquero il lusso e la moda. Spetta dunque all’abbigliamento cinese il posto d’onore nella mostra “La moda nel mondo: i vestiti raccontano la vita dei popoli”, che si terrà a Parma, Capitale Italiana della Cultura 2020, dal 26 gennaio al 31 dicembre al Museo d’Arte Cinese ed Etnografico della città ducale. Le sale del modernissimo museo diventeranno un vero e proprio atlante dell’abbigliamento con riallestimenti nel corso dell’anno. Ci saranno, dalla Cina, abiti di ogni genere provenienti da diversi paesi del Mondo. Grazie all’abbigliamento e agli ornamenti è facile intuire, in qualsiasi popolo, l’appartenenza a una tribù, uno stato sociale, un’etnia. L’abbigliamento è una vera e propria forma di comunicazione codificata e facilmente interpretabile a livello sociale. E al Museo d’Arte Cinese di Parma sarà possibile leggere tante storie.

Le suore di frontiera di Ventimiglia: tra i respinti, con sorrisi e fede

20 Novembre 2019 - Ventimiglia - “Portare ai migranti il sorriso della patria e il conforto della fede. Questo era il mandato che il beato Giovanni Battista Scalabrini dava ai religiosi e alle religiose inviati a prestare assistenza alle migliaia di migranti, in quegli anni italiani, che a cavallo tra Otto e Novecento partivano per l’Europa e le Americhe. Ed è lo stesso mandato che noi oggi sentiamo di dover vivere qui, a Ventimiglia, tra i respinti alla frontiera francese”. Suor Lina Guzzo ha il sorriso acceso e vispo di chi, nonostante oltre cinquant’anni di missione, continua a vivere con gioia e entusiasmo la propria vocazione. L’abbiamo incontrata a Ventimiglia dove, dal 24 settembre scorso, partecipa al nuovo progetto del Servizio itinerante delle suore missionarie scalabriniane: un gruppo di pronto intervento inviato nelle frontiere più ‘calde’ del mondo per fornire aiuto a chi si trova costretto a emigrare. La scelta di Ventimiglia è maturata da un viaggio alla frontiera italo-francese di padre Fabio Baggio, anche lui scalabriniano, sottosegretario del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale. “Su sollecitazione di Papa Francesco – racconta al Sir suor Lina – padre Baggio ha fatto visita al parco Roja, il grande centro gestito dalla Croce Rossa dove sono accolti i migranti che arrivano in città, e n’è rimasto profondamente colpito. Da lì la richiesta al ramo femminile della congregazione per un impegno pastorale da vivere in città”. Suor Lina è così arrivata a Ventimiglia insieme a due consorelle: suor Zenaide Guarnieri, brasiliana, e suor Antoniette Jabao, filippina. Insieme a loro ha preso dimora a “Casa Carmela Moroni” un edificio nel cuore della cittadina, recentemente ristrutturato grazie ai fondi 8 per mille messi a disposizione dalla Conferenza episcopale italiana. “L’edificio donato anni fa alla diocesi – precisa al Sir il direttore della Caritas diocesana di Ventimiglia-Sanremo, Maurizio Marmo – è stato, per volontà del vescovo Antonio Suetta, destinato alla Caritas con l’obiettivo di trasformarlo in un condominio solidale. Qui trovano spazio nove appartamenti che ospiteranno famiglie in condizioni di fragilità, persone con disagio psichico e, in una prima fase, anche alcuni richiedenti asilo”. Per la missionaria scalabriniana, l’impegno tra i migranti a Ventimiglia appare in stretta continuità con l’esperienza vissuta per tre anni a Reggio Calabria nel pieno dell’emergenza sbarchi. “Non potrò mai dimenticare – racconta suor Lina – i volti delle persone che scendevano dalle navi dei soccorritori: le facce stanche e gli occhi svuotati, le ustioni alla pelle per il carburante, le ferite. Per non parlare dei bambini…”. Volti simili a quelli che le tre suore incontrano tutti i giorni nei luoghi dove prestano servizio. “Qui a Ventimiglia, nonostante non se ne parli più, il flusso di persone dirette verso la Francia è continuo, così come proseguono i respingimenti da parte delle guardie di frontiera francesi. Si incontrano molti giovani, alcuni giovanissimi, ma ci sono anche donne con bambini piccoli o in gravidanza costrette a tornare a piedi dal valico fino alla città”, racconta la religiosa. I giovani attivisti del gruppo “Kesha Niya”, che in lingua curda significa “nessun problema”, provano a censire quotidianamente i respingimenti alla frontiera e parlano di 1.855 casi registrati al valico di Mentone nel solo mese di ottobre (in molti casi può trattarsi della stessa persone respinta più volte). “Non è facile avere dati precisi sulle presenze a Ventimiglia – ci spiega il direttore Marmo – sicuramente sono numeri più contenuti rispetto ai picchi del 2016 o 2017, ma nelle ultime settimane abbiamo registrato un lieve aumento. Nel mese di ottobre sono state 104 le nuove persone che si sono rivolte allo sportello legale, mentre sono circa 300 i migranti attualmente al parco Roja”. Ad aumentare sono soprattutto i migranti provenienti dalla rotta balcanica – afghani, pakistani e iracheni – insieme ai migranti, da tempo in Italia, che sono usciti dal sistema di accoglienza e cercano la via del nord Europa. “Il nostro – conclude la missionaria – è soprattutto un compito di accompagnamento non solo dei migranti, ma anche degli operatori che spesso vivono la fatica di doversi fare carico di situazioni sempre più complesse.  Una testimonianza di fede che cerchiamo di portare anche qui, tra questi uomini respinti alla frontiera”. (Michele Luppi - Sir)

Migranti e religioni: oggi l’intervento di don de Robertis

19 Novembre 2019 - Roma - Il convegno "Migranti e religioni", che ha preso il via ieri, vede la partecipazione dei rappresentanti delle Chiese cristiane che sono in Italia: l’amministrazione delle parrocchie del Patriarcato di Mosca, l’arcidiocesi del Patriarcato di Costantinopoli, la Chiesa apostolica armena d’Italia, la Chiesa d’Inghilterra, la diocesi copto ortodossa di San Giorgio di Roma, la diocesi Romena d’Italia, la Federazione delle Chiese evangeliche e gli Avventisti del Settimo giorno. Nel pomeriggio di oggi porterà la sua testimonianza don Gianni De Robertis, Direttore generale della Fondazione Migrantes. Le conclusioni, domani, sono affidate a monsignor Ambrogio Spreafico, Presidente della Commissione Episcopale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della CEI.

Le comunità sikh oggi in festa

12 Novembre 2019 - Roma - Le comunità Sikh oggi festeggiano un significativo anniversario: il 550° della nascita del loro fondatore, Guru Nanak. E lo fanno con un pellegrinaggio storico: centinaia di migliaia di Sikh si trovano in questi giorni in Pakistan. Anche in Italia alcune iniziativa promosse da questa comunità presente ormai da tanti anni soprattutto provenienti dalla regione Punjab. In alcune città sono previste delle vere e proprie manifestazioni per le vie principali in cui si sentono suonare i loro inni sacri.​  

Migrantes Taranto: il 15 novembre il convegno su “Non si tratta solo di migranti”

12 Novembre 2019 - Taranto -  Si svolgerà venerdì 15 novembre presso l’Università degli Studi di Bari – Dipartimento Jonico un convegno sul tema  “Non si tratta solo di migranti: si tratta di liberarci dagli esclusivismi, dall’indifferenza e dalla cultura dello scarto” che tratterà il tema dei migranti che continua ad essere di grande attualità. All’incontro, promosso dall’Ufficio Migrantes diocesano, inerverranno, fra gli altri  - l’arcivescovo di Taranto, mons. Filippo Santoro, il sindaco di Taranto, Rinaldo Meucci, il vicario episcopale per il laicato, mons. Paolo Oliva, i docenti Pamela Martino, Anna Maria Conte e Paolo Stefani, la responsabile dell’Ufficio legale della Migrantes diocesana, Cosima Ilaria Buonocore e Flavia Leopardo dell’Associazione “Noi e Voi”. A concludere i lavori,  moderati dalla direttrice dell’Ufficio Migrantes Marisa Metrangolo, la preside dell’Istituto “Archimede”, Patrizia Capobianco.

Scalabriniane: confermata la superiora generale

11 Novembre 2019 - Rocca di Papa : “Con il cuore pieno di gioia, oggi, 10 novembre 2019, dopo il discernimento e la preghiera per l’elezione della Superiora Generale, invocando la guida dello Spirito Santo con Maria per restare aperti alla volontà di Dio, Sr. Neusa de Fátima Mariano è stata rieletta superiora generale, della Congregazione delle Suore Missionarie di San Carlo Borromeo – Scalabriniane, dalle Suore capitolari presenti al XIV Capitolo Generale, per il sessennio 2019 – 2025”. Così le suore Scalabriniane annunciano, con una nota sul proprio sito, la riconferma di sr. Neusa de Fatima Mariano a superiora generale. Nata il 6 agosto 1963, figlia di José Vicente Mariano e Maria Aparecida de Souza Mariano, licenziata in pedagogia, presso l’università Senador Flaquer, Santo André, San Paolo (Brasile). “Supplichiamo la Santissima Trinità che- si legge sul sito- le conceda continue benedizioni e l’assista per un fruttuoso servizio di animazione della vita religiosa consacrata missionaria dell’Istituto, affinché sia nella Chiesa un segno dell’amore di Dio e una testimonianza di speranza e profezia del Regno”. Oggi l’elezione del Consiglio.

Papa Francesco prega per la Bolivia

11 Novembre 2019 - Città del Vaticano - Papa Francesco prega per la Bolivia. Lo fa nel dopo Angelus in Piazza San Pietro. "Desidero affidare alle vostre preghiere anche la situazione dell’amata Bolivia. Invito tutti i boliviani ha detto il pontefice -  in particolare gli attori politici e sociali, ad attendere con spirito costruttivo, in un clima di pace e serenità, i risultati del processo di revisione delle elezioni, che è attualmente in corso".  

Agrigento: inaugurato lo “Sportello socio-legale per migranti”

8 Novembre 2019 - Agrigento - Nella chiesetta di S. Giorgio, piccolo gioiello dell’architettura normanna e chiaramontana incastonato nel cuore di Agrigento, si è tenuta, è stato inaugurato ieri il “Progetto Solima”, progetto sperimentale a servizio dei migranti presenti nel territorio di Agrigento e provincia. Abbiamo chiesto a Mariella Guidotti, Responsabile del Servizio Migrantes della diocesi di Agrigento di spiegarci cos’è il “Progetto Solima” “L’iniziativa dello ‘Sportello legale e sociale per migranti – dice - è a cura del Servizio Migrantes, in partenariato con le Missionarie Secolari Scalabriniane (dott.ssa Gabriella Zancani), con l’avv. Roberto Majorini del Foro di Agrigento, esperto in diritto dell’immigrazione, con l’Università degli Studi di Palermo, corso di laurea in Servizio sociale (prof.ssa Roberta Di Rosa) e con l’Ass. Assistenti Sociali Senza Frontiere (dott.ssa Gabriella Argento). Il team di Solima è composto da una decina di professionisti, operatori e studenti afferenti alle due discipline: si tratta di un gruppo di lavoro e ricerca che gratuitamente presta la propria opera a servizio degli immigrati. Non è quindi uno sportello d’ascolto che si aggiunga ad altri già perfettamente funzionanti. Solima intende inserirsi in un segmento specifico: quello della popolazione immigrata alle prese con problemi di documenti e con difficoltà di accesso ai pubblici servizi. Non sarà quindi una risorsa utile alla ricerca di lavoro o della casa, ma piuttosto luogo di informazione, orientamento e consulenza”. Il servizio - continua Mariella Guidotti –  è accessibile mediante un numero telefonico (3791235317) attivo due pomeriggi la settimana, il martedì e il giovedì dalle 15:00 alle 17:00. Il giovedì inoltre, negli stessi orari, la sede posta nell’Istituto Gioeni (Via Recinto Oblati 100) si apre per il ricevimento degli utenti. Solima “ – aggiunge - nasce come iniziativa a favore dell’integrazione e della difesa del diritto per gli immigrati, spesso penalizzati dalle recenti disposizioni legislative in materia, e da una sempre maggiore diffusione di sentimenti xenofobi. Il nome Solima, oltre che richiamare assonanze sillabiche del servizio socio-legale che intende svolgere, è ricco di ulteriori suggestioni. Solima infatti è abbreviazione poetica del greco Hierosolima, Gerusalemme, e come tale è citata nella celebre aria verdiana del Nabucco ‘Va’ pensiero’, nostalgia struggente della patria lontana degli ebrei esuli a Babilonia. Gerusalemme inoltre è simbolo della città futura evocata nel libro dell’Apocalisse (cfr. Ap. 21, 9-14), descritta come città dalle solide fondamenta, cinta da un grande e alto muro nel quale si aprono dodici porte rivolte ai quattro punti cardinali. Il simbolismo biblico parla della città, dove la convivenza è regolata da leggi e istituzioni, non quindi lasciata alla violenza e all’arbitrio: per questo è protetta, cioè cinta da alte mura, nelle quali però si aprono dodici porte (dodici è il numero della totalità) rivolte ai quattro punti cardinali (universalità). Traducendo il concetto, se ne ricava – conclude Mariella Guidotti –  un messaggio per il nostro oggi: il migrante potrà essere accolto e integrato solo in una società a sua volta integrata e coesa, dove cioè diritto e giustizia siano un bene per tutti e rispettato da tutti”. (Carmelo Petrone)