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Mci Gran Bretagna: il cordoglio per la morte di Benedetto XVI

2 Gennaio 2023 - Londra - Gli emigranti italiani, assieme ai cattolici del Regno Unito, nel 2022 appena scivolato via, hanno perso due tra le figure più significative dell’ultimo secolo: la regina Elisabetta II e papa Benedetto XVI. Se è difficile riuscire a dire qualcosa di entrambi che non sia stato già detto, è possibile riportare alla memoria ciò li ha accomunati e ciò che li ha resi co-protagonisti. Ciò che li ha accomunati è una solida fede in Gesù Cristo e «la grande semplicità e dignità» con la quale entrambi hanno portato il peso delle loro responsabilità - per riportare le parole che papa Giovanni XXIII aveva indirizzato alla Regina nella sua visita al Pontefice, poi riprese e riconfermate dal papa Giovanni Paolo II alla Sovrana nella sua visita in Vaticano nel 1980. A papa Benedetto XVI viene riconosciuta una gentilezza, sensibilità e una umanità straordinarie, animate da una fede incondizionata in Dio: «Dire “Io credo in Dio” significa fondare su di Lui la mia vita, lasciare che la sua Parola la orienti ogni giorno, nelle scelte concrete, senza paura di perdere qualcosa di me stesso» (Udienza Generale, 23.01.2013). La regina Elisabetta II e papa Benedetto sono stati accomunati anche da un incontro di una portata epocale. Papa Benedetto XVI è stato il primo Pontefice Romano ad essere invitato a compiere una visita di stato in Inghilterra dallo scisma di Enrico VIII del 1534. La decisione del papa fu quella di iniziare la sua visita dalla Scozia, perché la prima cosa che volle fare fu quella di salutare la Regina. E fu la scelta giusta perché la calorosa accoglienza ricevuta da Elisabetta contribuì presto a dissipare gli atteggiamenti di sospetto da parte di molti e ad apprezzare «la sua cortesia, la sua gentilezza, la perspicacia della sua mente e l’apertura della sua accoglienza verso tutti coloro che incontrava», così come ha espresso il card. Vincent Nichols nel suo messaggio di cordoglio diramato subito dopo la morte del Papa. La visita di papa Benedetto in Inghilterra ha inciso profondamente nella coscienza civile e cristiana della Nazione. In tutti i suoi discorsi, inclusa l’omelia tenuta in occasione della beatificazione del card. John Henry Newman, avvenuta il 19 settembre 2010, e il memorabile discorso tenuto davanti ai membri del Parlamento Britannico nella Westminster Hall di Londra, papa Benedetto ha ribadito uno dei temi più cari del suo pontificato: la necessità di dialogo e rispetto, ad ogni livello della vita nazionale, e di una relazione intima tra il mondo della fede e il mondo della ragione per il bene della nostra civiltà. Come ha dichiarato il card. Nichols, papa Benedetto verrà ricordato come «colui che ha ridefinito la presenza cattolica in Inghilterra e nel Galles». (don Antonio Serra - Coordinatore Nazionale Missioni Cattoliche Italiane in UK)    

Mci Gran Bretagna: il cordoglio per la morte della Regina Elisabetta

9 Settembre 2022 -

Londra - La storia si è fermata per un momento, ha trattenuto il respiro per poi riprendere il suo percorso. E’ questa la sensazione che gli abitanti del Regno Unito hanno avuto nel pomeriggio dell’otto settembre 2022 quando Buckingham Palace comunica: “La Regina è deceduta serenamente questo pomeriggio presso Balmoral”. 

La morte della Regina Elisabetta II, lascia un vuoto incommensurabile nel cuore dell’intero Regno Unito, dei 14 Regni del Commonwealth e certamente nel cuore di tante persone di ogni Nazione e di ogni credo che ne ammiravano la sua rettitudine morale, la sua determinazione, la sua eleganza, la sua riservatezza e, per noi cristiani, soprattutto la sua fede.

La Regina Elisabetta II, oltre ad essere la figura istituzionale più alta del Paese è stata per tutti i suoi sudditi il cardine, il punto fermo in mezzo agli umori instabili della politica e ai molteplici e rapidi cambiamenti epocali di questi ultimi settant’anni. 

La sua vita è stata e rimane un grande esempio di dedizione e di servizio per il bene comune. Si può affermare con certezza che la promessa fatta nel 1947 al compimento del suo ventunesimo compleanno - “Dichiaro davanti a voi tutti che tutta la mia vita, lunga o breve che sia, sarà dedicata al vostro servizio”. - è stata ampiamente mantenuta.

 Sin dallo Scisma dalla Chiesa Cattolica voluto da Enrico VIII, tra i titoli posseduti dal regnante del Regno Unito vi è anche quello di Fidei Defensor, Difensore della Fede e Capo della Chiesa nella Gran Bretagna. In Elisabetta questo titolo non è rimasto sulla carta. La fede, infatti, è stata una caratteristica costante del suo Regno e negli ultimi vent’anni ne ha parlato sempre di più, diventando una "missionaria" per il cristianesimo, così come l’ha definita l'ex editore di The Tablet, Catherine Pepinster.

Anche il Cardinale di Westminster Vincent Nichols nel suo messaggio di cordoglio, ha messo in evidenza che “la fede cristiana era impressa in ogni giorno della sua vita e in ogni attività”. Nel suo messaggio di Natale al termine del Millennio Elisabetta ha dichiarato: “Per molti di noi, le nostre credenze sono di fondamentale importanza. Per me gli insegnamenti di Cristo e la mia personale responsabilità davanti a Dio forniscono una cornice entro la quale io cerco di condurre la mia vita. Io, come tanti di voi, hanno ottenuto grande conforto in tempi difficili dalle parole e dall’esempio di Cristo”. Uno dei suoi stretti collaboratori ha dichiarato: “Ogni sua decisione era informata dalla fede”.

La Regina era fermamente convinta che la Chiesa, intrecciata nel tessuto del Paese, avesse contribuito a costruire una società migliore”.

Da un punto di vista più privato e personale, la Regina Elisabetta ha sempre avuto una fede profonda. Ogni domenica, ovunque si trovasse - inclusa la cappella privata a Windsor, nella Chiesa di Santa Maria Maddalena a Sandringham, nella Crathie Kirk nella residenza scozzese di Balmoral - partecipava alla santa Messa. Racconta uno dei suoi ex cappellani reali, Robin Woods, che quando nel 1966 le venne presentato per l’approvazione un nuovo libro di preghiere per la Church of England, la Regina disse: “Non dovrei approvare qualcosa che cambierà la liturgia almeno non prima di averci pregato su”.

Al di là del suo ruolo ufficiale di “Difensore della Fede e Supremo Governatore della Chiesa di Inghilterra”, sancito nel Prefazio di uno dei documenti fondativi della Church of England, Elisabetta II ha sempre accolto con favore nel suo Regno anche le altre fedi. In un discorso tenuto ad Incontro interreligioso presso il Palazzo Lameth, il 15 Febbraio 2012, la Regina disse: “La fede gioca un ruolo chiave nell'identità di milioni di persone, fornendo non solo un sistema di credenze ma anche un senso di appartenenza. Può fungere da stimolo per l'azione sociale. In effetti, i gruppi religiosi hanno una storia di orgoglio nell'aiutare i più bisognosi, inclusi i malati, gli anziani, i soli e gli svantaggiati. Ci ricordano le responsabilità che abbiamo al di là di noi stessi”.

La numerosa Comunità Italiana presente nel Regno Unito partecipa in prima persona al cordoglio per la morte di una donna, di una moglie, di una madre, di una governante che non ha avuto, e probabilmente non avrà eguali nella Storia. Dopo 70 anni di Regno Elisabetta II cede il trono a suo Figlio, Re Carlo III, ma l’eredità che lascia dietro di sé è così profonda che la Storia non potrà fare a meno di soffermarsi con orgoglio per ammirare una delle figure più sublimi che abbiano attraversato e intessuto la trama di cui essa è composta. (don Antonio Serra - Coordinatore Nazionale della Missioni Cattoliche Italiane in UK)

Mci Gran Bretagna: le celebrazione per il Giubileo della Regina Elisabetta

6 Giugno 2022 -
Londra – Il Regno Unito e gli Stati del Commonwealth hanno appena concluso le celebrazioni del Giubileo di Platino della Regina Elisabetta II. Per quattro giorni il Paese si è fermato per commemorare i settanta anni di regno della regina più longeva della sua storia. Ieri, domenica 5 Giugno, anche la Comunità della Missione Cattolica Italiana si è radunata nel Centro della Missione di Enfield-Londra per condividere la gioia di milioni di britannici e non nei confronti della loro Regina. La Regina Elisabetta è non soltanto la figura istituzionale più alta del Regno Unito ma anche il punto di riferimento morale e spirituale per tutti i suoi sudditi. Anche presso la comunità Italiana, che nel Regno Unito vanta una presenza di circa 500 mila presenze, la Regina Elisabetta è grandemente stimata e apprezzata. Per celebrare il suo Giubileo di Platino nei quattro giorni di Festa nazionale, nel Regno Unito si sono organizzate più di 16.000 “street party”, la più imponente delle quali è stata quella tenutasi nella Baia di Morecambe nel Lancashire con il suo “Jubilee Lunch Sunday” che ha ospitato circa 5000 persone con 500 tavoli.

Italiani in Gran Bretagna: le Missioni Cattoliche Italiane su Radio Mater

23 Maggio 2022 -

Milano - Domani, martedì 24 maggio 2022, andrà in onda l’ottava puntata de «Gli italiani nel mondo. E la Chiesa con loro». La trasmissione - in diretta su Radio Mater dalle ore 17.30 alle ore 18.30, l’ultimo martedì di ogni mese - presenta alcune Missioni cattoliche italiane, soprattutto europee. Esse, sono animate da circa 700 operatori (laici/laiche consacrati e non, sacerdoti diocesani e religiosi, suore).  Lo spazio radiofonico di maggio ospiterà - collegato da Londra - don Antonio Serra, delegato della Comunità cattolica italiana in Inghilterra e Galles; Chiara Aletti, collaboratrice in una parrocchia inglese; Salvatore La Barbera, nominato dalla diocesi, cappellano laico in una scuola cattolica. Dialogheranno con Massimo Pavanello, sacerdote della diocesi di Milano, ideatore e conduttore della rubrica. La trasmissione si avvale della consulenza della Fondazione Migrantes. 

Radio Mater si può ascoltare - in Italia - attraverso la radio (sia in Fm sia in Dab) o la televisione (Digitale terrestre - Canale 403). In tutto il mondo, scaricando all’indirizzo internet https://www.radiomater.org/it/streaming.htm

Gran Bretagna: la Missione Cattolica Italiana tra Brexit e Pandemia

19 Novembre 2021 - Londra - Con lo slogan “Take Back Control”, il Governo ha convinto la seppur risicata maggioranza dei suoi cittadini a votare a favore della Brexit e interrompere definitivamente il progetto comunitario europeo che aveva avviato 47 anni fa. Ma la Brexit non costituisce soltanto un cambio strategico di politica estera. Nel versante interno essa è essenzialmente l’affermazione di una restaurazione della sovranità nazionale che in alcune frange estremiste ha risvegliato un linguaggio e degli atteggiamenti di tipo razzista nei confronti di tutti gli stranieri e in particolare nei confronti degli europei. Così il migrante, prima considerato come una risorsa, viene ora sempre più additato come minaccia. In un mondo globalizzato e interconnesso la Brexit costituisce la svolta da una logica comunitaria dell’inclusione a una logica immunitaria dell’esclusione. Non è un caso se durante il primo semestre del 2020 sono rientrati a casa oltre 100mila italiani. Agli atteggiamenti di intolleranza e al senso di smarrimento che la Brexit ha portato con se si è aggiunto anche il disagio della Pandemia. Gli anziani emigrati (italiani e non), soprattutto a Londra, hanno dovuto fare i conti non solo con l’isolamento forzato, la solitudine, il distacco dalle persone care, ma anche con la barriera costituita da una inadeguata competenza linguistica e tecnologica che ha reso il loro isolamento ancora più drammaticamente desolante. A queste problematiche si è aggiunto il trauma della mancanza di contatto fisico con i propri cari, che spesso costituiscono il medium che li interconnette ad un Paese che per tanti versi considerano ancora “straniero” nonostante i decenni trascorsi in esso. E’ questo il nuovo contesto in cui si trova ad operare la Missione Cattolica Italiana nel Regno Unito, soprattutto a Londra, la terza città più grande d’Europa, con un agglomerato urbano di oltre 11 milioni di abitanti. Nel Regno Unito esistono due tipi di macro presenze italiane. La prima è quella della emigrazione avvenuta in modo massiccio tra gli anni ’50 e ’60; la seconda è quella che nasce come conseguenza della libertà di movimento garantita dai trattati Europei. Questo secondo flusso che si è andato a sommare a quello preesistente è estremamente diversificato e complesso e ha molto poco in comune con il precedente. Per questo motivo, più che di comunità italiana, si dovrebbe forse parlare di convivenza o co-presenza di italiani nello stesso territorio, o al massimo di comunità microcosmiche. Il Regno Unito nei confronti dei migranti segue una strategia sua propria. Non aspira ad integrare gli stranieri; dà piuttosto uguali opportunità in una atmosfera di mutua 2 tolleranza, come la definì l’allora Ministro degli Interni Roy Jenkins. Anche da un punto di vista ecclesiale succede pressoché la stessa cosa. Nel Regno Unito ogni comunità etnica, disconnessa dalla comunità ecclesiale locale e guidata da un cappellano etnico, si gestisce in maniera pressoché autonoma celebrando la messa nella lingua di provenienza e organizzando eventi e attività legate alle tradizioni culturali del proprio Paese. Se il modello di mutua tolleranza ha la sua ragione di essere in un’ottica statale, da un punto di vista ecclesiale vengono a mancare quegli elementi strutturali per “una Chiesa concretamente cattolica”, come ricorda la Erga Migrantes, la quale invita le Chiese particolari ad attuare con i migranti una “profonda integrazione” e “nel pieno rispetto della loro diversità e del loro patrimonio spirituale e culturale, superando il limite della uniformità” per realizzare in armonia “l’unità nella pluralità” (EM, 89) . Nel cammino sinodale che abbiamo già iniziato a percorrere, le Chiese particolari, nessuna esclusa, dovranno lasciarsi plasmare dallo Spirito per favorire l’apporto specifico dei migranti “alla costruzione di una Chiesa che sia segno e strumento di unità e di una umanità rinnovata” (Doc. Prep. Sinodo 2023, n.3). Il Documento Preparatorio invita la Chiesa ad andare oltre l’ospitalità per raccogliere una nuova sfida, quella del camminare insieme. Il camminare insieme richiede innanzitutto che vengano abbattute “le barriere che dividono l’unica famiglia umana” . “Insieme” implica non semplicemente ospitalità ma coabitazione, partecipazione, e simultaneità in vista di un comune futuro. Per compiere il balzo in avanti che ci chiede di fare papa Francesco attraverso il cammino sinodale è indispensabile che la Chiesa consideri il migrante non solo come oggetto ma soprattutto come soggetto della sua azione pastorale. E’ quanto esorta san Paolo nella Lettera agli Efesini: “Così dunque voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, e avendo come pietra angolare lo stesso Cristo Gesù”. (Ef 2, 19-22). (don Antonio Serra, Coordinatore Nazionale MCI nel Regno Unito)    

Mci Gran Bretagna: il covid e le comunità italiane

26 Novembre 2020 - Londra - Anche se potrebbe sembrare un controsenso, questo periodo in cui la pandemia invita tutti ad isolarsi è il tempo favorevole in cui la Chiesa è sollecitata più che mai ad uscire, a recuperare la dimensione che le è propria, la missionarietà. E’ un tempo molto simile a quello in cui il profeta Ezechiele si trovava ad infondere speranza al suo popolo esiliato in Babilonia. La Missione Cattolica Italiana di Londra, così come tutte le altre realtà ecclesiali e non, in questo tempo hanno subito un grande contraccolpo e tanti un po’ per l’età, un po’ per paura, un po’ perché confusi o altri perché si trovavano già da prima in uno stato di tiepidezza spirituale, hanno abbandonato la Chiesa e la frequenza alla celebrazione della Santa Messa domenicale. Nonostante le Chiese siano oggi tra i posti più sicuri rispetto alle procedure di sicurezza per combattere il Covid-19, la frequenza dopo il primo lockdown primaverile è calata ai minimi storici. Nella maggior parte delle Parrocchie, almeno di un terzo. Alla Missione Italiana la ripresa della celebrazione delle Sante messe, nonostante le limitazioni circa il numero dei partecipanti, presentava numeri incoraggianti. Non solo numeri. E’ come se il Coronavirus avesse deciso di fare una selezione simile a quella raccontata da Gesù nel Vangelo tra pecore e capri. Era evidente che le persone che stavano partecipando alla santa Messa fossero persone altamente motivate dalla fede e ardentemente desiderose dell' Eucaristia. Ora il nuovo lockdown voluto dal Governo di Boris Johnson sino al due di dicembre ha imposto anche la chiusura delle chiese. Un altro contraccolpo a quanto di più essenziale nella vita della Chiesa: la vita comunitaria. Per compensare la mancanza di interazione e di presenza fisica, come tanti ci siamo dovuti organizzare diversamente, avvalendoci degli strumenti a disposizione. La santa messa viene trasmessa ogni domenica alle ore 10 (11 italiane) da una delle comunità su una delle piattaforme usata dalle parrocchie della Gran Bretagna: https://www.churchservices.tv/enfield . Durante il primo lockdown ho attrezzato un piccolo studio di registrazione e tramite Whatsapp ho inviato a circa un migliaio di persone l’audio delle letture del giorno e una breve riflessione. In questo secondo lockdown, con l’aiuto dei catechisti abbiamo ripreso la catechesi per i bambini in video conferenza sulla piattaforma Zoom. Ogni venerdì tengo un video-incontro di lectio divina nella quale si leggono, spiegano e attualizzano le letture della domenica successiva e al quale partecipa un nutrito gruppo di membri della comunità oltre a persone anche dall’Italia. Tanto del mio tempo come missionario è trascorso a celebrare i funerali nelle diverse comunità che distano tra loro anche venti chilometri. Tramite video conferenza, grazie alla collaborazione dei volontari, abbiamo animato la comunità organizzando degli incontri formativi. Grazie alla buona volontà di alcuni dei nostri volontari stiamo avviando sessioni di ginnastica per anziani, quiz e delle piazze virtuali in cui incontrarci. Ho la certezza che questo tempo di grande prova e sofferenza per tutti continuerà ad essere tempo di grazia in cui il Signore non farà mancare la sua Provvidenza per permetterci di continuare il nostro cammino di vita con più entusiasmo di prima. (don Antonio Serra)      

Mci: il servizio pastorale con gli italiani nel Midlands in tempo di coronavirus

7 Aprile 2020 - Londra – “Nel Midlands il Coronavirus è molto attivo, così che che dopo Londra il Midlands è la zona più colpita. I nostri Italiani fanno del loro meglio per proteggersi”. Lo spiega a www.migrantesonline.it il missionario don Antonio Belsito informando che la maggior parte di loro è in età avanzata e per questo “devono stare in casa. I figli, generalmente, provvedono per le spese per i genitori e si mantengono costantemente in contatto con loro o col telefono o cn piccolo visite ma dall’esterno per trascorrere pochi minuti con loro”. Dal punto di vista pastorale – ci dice il sacerdote - anche “noi seguiamo le indicazioni del nostro Vescovo di Nottingham. Come in Italia, I nostri seguono le funzioni tramite computer o TV – generalmente le SS. Messe e le preghiere da luoghi italiani come Pompei o S. Giovanni Rotondo e dal Vaticano”. Il missionario Italiano si tiene in contatto con molti tramite il telefono: una chiacchierata, una preghiera, una raccomandazione. “C’è fiducia – spiega don Antonio - che anche questo periodo difficile passerà, come tanti altri nella loro vita qui in Inghilterra. Preghiamo e speriamo. Il Signore dirige la storia e I tempi, siamo sempre al sicuro nelle Sue Mani”.  

Mci Gran Bretagna: l’impegno per creare informazione su Covid19

17 Marzo 2020 - Londra - Il momento temporale con cui il Covid-19 si è diffuso in Italia e in Gran Bretagna ha lasciato la Comunità cattolica italiana in uno stato di disorientamento e di confusione. Come se si trattasse di una rivisitazione esopica de “La cicala e della formica”: mentre tutta l’Italia si prodigava per contenere la diffusione del virus e vedeva morire molti suoi cittadini, in Inghilterra si continuava ad andare allo stadio, al cinema, al teatro, al pub. In risposta alla crescente preoccupazione dei suoi membri, la Missione Cattolica italiana si è attivata per creare informazione. Mi sono attivato per tradurre in Italiano il poster della NHS, l’Istituto Nazionale della Sanità Britannico, e distribuito assieme ad una serie di raccomandazioni migliaia di copie a tutti i membri in modo tale che soprattutto ai nostri anziani arrivassero informazioni chiare. Ho creato delle regole semplici e facilmente memorizzabili e da settimane sto dedicando circa 20 minuti prima di ogni messa, anche durante i funerali, per spiegare le quattro regole essenziali di prevenzione: 1: Acqua e Sapone; 2: Faccia e Mani; 3: Faccia a Faccia; 4: Casa dolce casa. Queste stesse regole sono poi state usate anche per garantire una “igiene spirituale”, altrettanto importante in questo tempo di prova. Ho invitato le persone anziane e sole a chiamare la Missione Cattolica Italiana per cercare conforto spirituale e supporto psicologico. Nel caso di necessità la task force dei volontari è pronta ad intervenire per venire incontro alle necessità delle persone più deboli. (Antonio Serra Mci Gran Bretagna)