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Benedetto XVI: 135mila i fedeli che fino a ieri hanno reso omaggio alla salma. Domani i funerali

4 Gennaio 2023 - Città del Vaticano - Ultimo giorno per rendere omaggio, nella Basilica di San Pietro, al papa emerito Benedetto XVI e già dalle prime ore è forte il flusso di fedeli. Ieri sono state circa 70 mila le persone che hanno avuto accesso alla Basilica, 135.000 in due giorni. Fervono intanto i preparativi per il funerale che si svolgerà domani mattina alle 9,30 e sarà preseduto, in piazza San Pietro, da papa Francesco. Benedetto XVI  sarà poi sepolto in una triplice bara in cipresso, zinco e rovere con monete, palii e medaglie nelle grotte vaticane vicino all’altare centrale (sulla destra guardando verso la tomba di san Pietro). La stessa tomba dove era stato sepolto papa Giovanni Paolo II e prima di lui Giovanni XXIII. Entrambi sono stati spostati dopo la beatificazione. Giovanni Paolo II dal 1° maggio 2011 riposa nella Basilica nella cappella di San Sebastiano mentre Giovanni XXIII dal 2001  sotto l’altare di San Girolamo, sempre nella basilica vaticana. Oltre 600, fino a ieri - secondo le informazioni date dal direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni - i giornalisti accreditati. (Raffaele Iaria)      

Benedetto XVI: un magistero che ha fatto sentire ancora di più la Chiesa vicina al popolo in cammino

2 Gennaio 2023 - Città del Vaticano - Da questa mattina sono migliaia i fedeli da tutto il mondo che si sono messi in fila per rendere omaggio alla salma del papa emerito Benedetto XVI esposta nella Basilica di San Pietro, in Vaticano. Il Papa emerito è morto sabato 31 dicembre alle 0re 9,34. Poco prima, intorno alle 3, le sue ultime parole pronunciate in italiano: "Gesù ti amo". Era presente solo un infermiere che non parla il tedesco e che ha sentito le parole pronunciate da Ratzinger. “Benedetto XVI – ha raccontato il suo segretario, il vescovo Georg Gänswein - con un filo di voce, ma in modo ben distinguibile, ha detto, in italiano: ‘Signore ti amo!’ Io in quel momento non c’ero, ma l’infermiere me l’ha raccontato poco dopo. Sono state le sue ultime parole comprensibili, perché successivamente non è stato più in grado di esprimersi”. Il Papa emerito è morto nel Monastero “Mater Ecclesia", in Vaticano dove abitava dal 2005 dopo la sua rinuncia al trono pontificio. Questa mattina la traslazione, in forma privata, nella basilica Vaticana dove il primo a rendergli omaggio è stato il presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella. Benedetto XVI è vestito con paramenti liturgici rossi, la mitra del vescovo, il rosario e una croce tra le mani. Ai piedi un paio di scarpe nere, non quelle rosse che usava quando era il pontefice regnante. I funeral, in forma sobria, giovedì 5 gennaio alle ore 9,30 presieduti da papa Francesco che in questi giorni ha più volte ricordato il suo predecessore. Ricco il magistero sul tema della migrazioni  durante il suo pontificato. Molti ricordano alcuni incontri straordinari con il mondo della mobilità umana, come quello con i rom e quello coin lo spoettacolo viaggiante. Otto i messaggi per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato dal 2006 al 2013: le migrazioni come un ‘segno dei tempi’ (2006), la famiglia migrante diversa (2007), la provocazione dei giovani migranti (2008), il valore dell’ospitalità (2009), il dramma dei minori migranti (2010), le migrazioni e l’unità della famiglia umana (2011), le migrazioni e la nuova evangelizzazione (2012), le migrazioni come pellegrinaggio di fede e di speranza (2013). E come dicevamo i due incontri per il mondo dei rom ( 11 giugno 2011) e per la gente dello spettacolo viaggiante (1 dicembre 2012). Grazie papa Benedetto XVI per queste occasioni e per il suo magistero  che hanno fatto sentire ancora di più la Chiesa vicina al popolo in cammino, tra le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce di questo mondo (Raffaele Iaria).

Mci Gran Bretagna: il cordoglio per la morte di Benedetto XVI

2 Gennaio 2023 - Londra - Gli emigranti italiani, assieme ai cattolici del Regno Unito, nel 2022 appena scivolato via, hanno perso due tra le figure più significative dell’ultimo secolo: la regina Elisabetta II e papa Benedetto XVI. Se è difficile riuscire a dire qualcosa di entrambi che non sia stato già detto, è possibile riportare alla memoria ciò li ha accomunati e ciò che li ha resi co-protagonisti. Ciò che li ha accomunati è una solida fede in Gesù Cristo e «la grande semplicità e dignità» con la quale entrambi hanno portato il peso delle loro responsabilità - per riportare le parole che papa Giovanni XXIII aveva indirizzato alla Regina nella sua visita al Pontefice, poi riprese e riconfermate dal papa Giovanni Paolo II alla Sovrana nella sua visita in Vaticano nel 1980. A papa Benedetto XVI viene riconosciuta una gentilezza, sensibilità e una umanità straordinarie, animate da una fede incondizionata in Dio: «Dire “Io credo in Dio” significa fondare su di Lui la mia vita, lasciare che la sua Parola la orienti ogni giorno, nelle scelte concrete, senza paura di perdere qualcosa di me stesso» (Udienza Generale, 23.01.2013). La regina Elisabetta II e papa Benedetto sono stati accomunati anche da un incontro di una portata epocale. Papa Benedetto XVI è stato il primo Pontefice Romano ad essere invitato a compiere una visita di stato in Inghilterra dallo scisma di Enrico VIII del 1534. La decisione del papa fu quella di iniziare la sua visita dalla Scozia, perché la prima cosa che volle fare fu quella di salutare la Regina. E fu la scelta giusta perché la calorosa accoglienza ricevuta da Elisabetta contribuì presto a dissipare gli atteggiamenti di sospetto da parte di molti e ad apprezzare «la sua cortesia, la sua gentilezza, la perspicacia della sua mente e l’apertura della sua accoglienza verso tutti coloro che incontrava», così come ha espresso il card. Vincent Nichols nel suo messaggio di cordoglio diramato subito dopo la morte del Papa. La visita di papa Benedetto in Inghilterra ha inciso profondamente nella coscienza civile e cristiana della Nazione. In tutti i suoi discorsi, inclusa l’omelia tenuta in occasione della beatificazione del card. John Henry Newman, avvenuta il 19 settembre 2010, e il memorabile discorso tenuto davanti ai membri del Parlamento Britannico nella Westminster Hall di Londra, papa Benedetto ha ribadito uno dei temi più cari del suo pontificato: la necessità di dialogo e rispetto, ad ogni livello della vita nazionale, e di una relazione intima tra il mondo della fede e il mondo della ragione per il bene della nostra civiltà. Come ha dichiarato il card. Nichols, papa Benedetto verrà ricordato come «colui che ha ridefinito la presenza cattolica in Inghilterra e nel Galles». (don Antonio Serra - Coordinatore Nazionale Missioni Cattoliche Italiane in UK)    

Benedetto XVI: inno alla coscienza

2 Gennaio 2023 - È l’immagine di un volto sereno e mite quella che apre il ricordo di Benedetto XVI, uno sguardo che rifletteva la profondità intellettuale e spirituale di un uomo di preghiera, di pensiero, di parola. È l’immagine di un uomo che di buon mattino con passo veloce e leggero attraversava piazza San Pietro per recarsi al palazzo della Congregazione per la dottrina della fede. Lo si incrociava con il desiderio di porgergli un saluto che ricambiava con amabilità interessandosi del lavoro di chi lo stava salutando. È l’immagine del Papa che alla Giornata Mondiale della Gioventù a Colonia 2005, immerso nel fiume dei giovani, sembrava smarrito mentre era affascinato da quella voglia di vivere e da quell’ attesa di una parola nuova. E poi alla Gmg di Madrid 2011 quando un furioso temporale serale lo costrinse a lasciare a malincuore il luogo ma non i giovani che lì si erano radunati e con i quali il mattino dopo condivise la trepidazione per la notte sotto la pioggia. A queste immagini giornalistiche se ne affiancano altre che richiamano momenti della vita, del pontificato, richiamano gesti di amore alla Chiesa e parole intrise di passione per la Verità, per il colloquio tra la ragione e la fede. Il filo robusto di un’umiltà radicata nel Vangelo legava immagini e parole che facevano trasparire nel suo sguardo la tenerezza di Dio. E con questo filo si intrecciava quello della cura della coscienza, del luogo in cui avvengono la ricerca della Verità, l’incontro con la Verità. Quanta attualità e quanta profezia nelle riflessioni e nel magistero di quegli anni! La coscienza e la formazione della coscienza erano sempre state al centro delle preoccupazioni di Joseph Ratzinger, ne parlava con un linguaggio educativo che trasmetteva il senso, la fatica e la bellezza del pensare e del pensare la fede. Rivolgendosi a una Conferenza internazionale di studio nel 1994 ebbe a ricordare: che “alcuni dei maggiori crimini dei giorni nostri sono stati perpetrati, e lo sono tuttora, proprio in nome della coscienza individuale come se non esistesse una norma superiore. La coscienza non crea la verità ma si milita a individuarla e attuarla. Come insegna san Bonaventura la coscienza è come l’araldo e il messaggero di Dio, non impone le cose in nome della propria autorità ma le impone in quanto provenienti dall’autorità divina”. L’inno alla coscienza accompagnò i suoi passi nel tempo, si levò nei momenti più difficili come fu quello della scelta di ritirarsi. È diventato la sua eredità Un’eredità da coltivare e condividere perché l’uomo nella tempesta della storia non smarrisca la direzione del cammino verso la felicità, perché il cristiano sia pronto a testimoniare e annunciare la Verità, compagna fedele e insostituibile della pace e della giustizia. (Paolo Bustaffa)  

Ratzinger: iniziato l’omaggio in Basilica

2 Gennaio 2023 - Roma - Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha reso omaggio a Benedetto XVI "alle 8.50, prima dell'apertura della basilica vaticana" al pubblico. Lo dice all'ANSA il parroco di San Pietro don Agnello Stoia. La traslazione dal Monastero Mater Ecclesiae alla basilica è avvenuta in forma privata, al riparo dalle telecamere. Vicino alla salma di Joseph Ratzinger, collocata ai piedi dell’Altare della Cattedra, sono presenti il segretario, mons. Georg Gäenswein, e il card. Mauro Gambetti, arciprete della basilica di San Pietro. Tra le personalità, tra i primi ad arrivare il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.  

Benedetto XVI: da oggi salma esposta nella Basilica di San Pietro

2 Gennaio 2023 -

Città del Vaticano - Le spoglie del Papa Emerito Benedetto XVI hanno riposato fino a questa mattina presso il Monastero Mater Ecclesiae. La Sala Stampa della Santa Sede conferma che oggi, a partire dalle ore 9, la salma verrà esposta per la visita dei fedeli nella basilica di San Pietro, che resterà aperta dalle 9 alle 19, martedì e mercoledì dalle 7 alle 19. I funerali presieduti da Papa Francesco  verranno celebrati in Piazza San Pietro giovedì 5 gennaio alle ore 9.30. Per la partecipazione non sono previsti biglietti. Le Delegazioni ufficiali presenti saranno quelle della Germania e dell’Italia. Il 5 gennaio, al termine della Messa presieduta da Papa Francesco – rende noto inoltre la sala stampa vaticana – avranno luogo l’Ultima Commendatio e la Valedictio. Il feretro di Benedetto XVI sarà portato nella basilica di San Pietro e quindi nelle Grotte Vaticane per la tumulazione.

Papa Francesco: “gratitudine” per Benedetto XVI “persona nobile e gentile”

31 Dicembre 2022 -
Città del Vaticano - “Gratitudine”. È il sentimento espresso da Papa Francesco, nell’omelia del tradizionale Te Deum di fine anno, in cui ha ricordato la figura del Papa emerito, morto a 95 anni questa mattina nel Monastero Mater Ecclesiae. Riferendosi della virtù della gentilezza, “come stile di vita che favorisce la fraternità e l’amicizia sociale”, il Santo Padre ha affermato: “E parlando della gentilezza, in questo momento, il pensiero va spontaneamente al carissimo Papa emerito Benedetto XVI, che questa mattina ci ha lasciato. Con commozione ricordiamo la sua persona così nobile, così gentile”. “E sentiamo nel cuore tanta gratitudine”, ha proseguito Francesco: “Gratitudine a Dio per averlo donato alla Chiesa e al mondo; gratitudine a lui, per tutto il bene che ha compiuto, e soprattutto per la sua testimonianza di fede e di preghiera, specialmente in questi ultimi anni di vita ritirata”.

Benedetto XVI: i temi della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato

31 Dicembre 2022 - Roma - “Celebriamo oggi la Giornata Mondiale del Mi[1]grante e del Rifugiato. Nel Messaggio di quest’anno ho paragonato le migrazioni ad un ‘pellegrinaggio di fede e di speranza’. Chi lascia la propria terra lo fa perché spera in un futuro migliore, ma lo fa anche perché si fida di Dio che guida i passi dell’uomo, come Abramo”. Sono state le parole pronunciate il 13 gennaio 2013 da papa Benedetto XVI in occasione della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, l’ultima del suo pontificato. “I migranti – ha aggiunto – sono portatori di fede e di speranza nel mondo. A ciascuno di loro rivolgo oggi il mio saluto, con una speciale preghiera e benedizione”. Di seguito pubblichiamo i temi da lui scelti annualmente per questa Giornata: 2006 “Migrazioni, segno dei tempi: cieli e terra nuova il Signor darà”; 2007 “La famiglia, parabola di comunione nella diversità”; 2008 “Giovani migranti: risorsa e provocazione”; 2009 “Non più stranieri né ospiti ma della fa[1]miglia di Dio”; 2010 “Il minore migrante e rifugiato: una speranza per il futuro”; 2011 “Una sola famiglia umana”; 2012 “Migrazioni e nuova evangelizzazione”; 2013 “Migrazioni: pellegrinaggio di fede e di speranza”. (Raffaele Iaria)

Benedetto XVI: Mci Romania, “con la profondità e la chiarezza dei suoi documenti e delle sue catechesi è riuscito ad essere ‘lampada che risplende’ per tutti noi”

31 Dicembre 2022 - Bucarest - Un “Eterno riposo…” per papa Benedetto XVI: "con la profondità e la chiarezza dei suoi documenti e delle sue catechesi è riuscito ad essere 'lampada che risplende' per tutti noi". Lo dice a www.migrantesonline.it il coordinatore della Missioni cattoliche Italiane in Romania, don Valeriano Giacomelli. "Personalmente - aggiunge - faccio spesso riferimento a lui per i miei dialoghi con le coppie che preparo per il matrimonio e per il battesimo. Per me è stato e rimane un esempio per quanto riguarda il suo essere, da una parte, un uomo di grande fede e dall’altra, un uomo, pur nella sua timidezza, di grande umanità, disposto sempre a dialogare con tutti, presentando, in ogni circostanza - conclude - argomenti solidi e direi ragionevolmente incontestabili a favore delle sue affermazioni. Preghiamo affinché possa godere per l’eternità della 'Luce' che si è incarnata per illuminare il mondo".

Benedetto XVI, Mci Canton Zugo; grazie per la testimonianza di fede e la chiarezza con cui ci ha parlato di Gesù

31 Dicembre 2022 - Zurigo - Il decesso di Papa Benedetto XVI ha provocato anche in me atteggiamenti di sofferenza anche se come cristiano non posso che lodare e ringraziare il Buon Pastore delle nostre anime per aver donato alla Chiesa universale un “semplice operaio nella vigna del Signore” . Questa stessa definizione con cui Papa Benedetto XVI si è presentato al mondo intero mi ha tanto colpito: egli che è stato un grande teologo, egli che ora era il Vicario di Cristo sulla terra e che si autopresentava come un “semplice operaio”, doveva avere in sé una grande umiltà e non nascondo che ha ribadito e indicato ancora una volta anche a me quale doveva essere il mio primo atteggiamento come come ministro del Vangelo. Non posso poi ripercorrere la sua grande opera che Papa Benedetto ci ha fatto dono con il libro su Gesù di Nazareth con le sue diversi parti che non sto qui a presentare; di una bellezza e di un approfondimento degno di un uomo innamorato di Gesù. Si, leggendo questi volumi su Gesù di Nazareth che mi hanno dato molto in termine di riflessione teologica, ne ho tratto questa conclusione: soltanto una persona innamorata di Gesù poteva farci dono di quelle belle riflessioni e cito solamente la conclusione della seconda parte del libro dove Papa Benedetto XVI si esprime con la ricchezza, la profondità e la certezza di queste illuminanti parole: “ Nell’andarsene Egli viene per sollevarci al di sopra di noi stessi ed aprire il mondo a Dio. Per questo i discepoli poterono gioire, quando da Betania tornarono a casa . Nella fede sappiamo che Gesù, benedicendo, tiene le sue mani stese su di noi. E’ questa la ragione permanente della gioia cristiana”. Concludo con quest’altra riflessione che Papa Benedetto ci la lasciato nell'enciclica "Deus caritas est" e che costitusce per tutta la Chiesa universale un altro dono importantissimo. Ricordo che quando ho approfondito questa enciclica con i miei fedeli, in particolare le giovani generazioni ne erano entusiaste e si stupivano del linguaggio “moderno” che Papa Benedetto XVI usava. Nell’introduzione Papa Benedetto cita 1Gv 4,16  che dice "Dio è amore; chi sta nell'amore dimora in Dio e Dio dimora in lui"; poi continua dicendo che “queste parole esprimono con singolare chiarezza il centro della fede cristiana: l’immagine cristiana di Dio e anche la conseguenza immagine dell’uomo e del suo cammino”.   Grazie caro Papa Benedetto; grazie per averci richiamato ancora una volta che tutto deve partire da Gesù e dal suo Amore e tutto deve essere riportato a Lui e al suo Amore che ci ha lasciato. Grazie per la tua testimonianza di fede e grazie per la chiarezza con cui ci hai parlato di Gesù. Il Buon Pastore delle nostre anime ti possa accogliere nel suo Regno  “Vieni servo buono e fedele, entra nella gioia del tuo Signore”. (don Mimmo Basile, Missione Cattolica di Lingua Italiana nel Canton Zugo,  Svizzera)