Enzo Gabrieli
Tag: Italiani nel mondo
E’ morto don Lucio Dalla Fontana: era stato missionario con gli italiani in Germania
Mci Francoforte: da settembre don Laslau nuovo missionario
Mci Germania-Scandinavia: riunito il Consiglio di delegazione
Mci Germania-Scandinavia: riprende l’attività l’Udep
Francofore – L’Ufficio della Delegazione delle Missioni cattoliche Italiane in Germania e Scandinavia che cura l’Erwachsenenbildung, l’UDEP (Ufficio Documentazione e Pastorale), dal primo di settembre potrà essere di nuovo pienamente attivo. Lo annuncia il delegato nazionale, p. Tobia Bassanalli in una lettera alle Mci. "Senza responsabile dal settembre del 2014, ora il posto potrà essere di nuovo occupato", scrive: l’Udep potrà riprendere la sua attività di formazione degli adulti e di ricerca. A guidarlo sarà la dr.ssa Paola Colombo, laureata in filosofia, giornalista della ex-Radio Monaco e di Radio Colonia. Si affiancherà alla caporedattrice del mensile delle mci di Germania e Scandinavia, "Corriere d’Italia", Licia Linardi, curerà l’ufficio stampa e le altre pubblicazioni della Delegazione che attualmente è anche impegnata nella stesura di un volume sulla storia del "Corriere d’Italia" in occasione del 70mo di fondazione.
R.Iaria
Emigrazione italiana: domani la notte dei ricercatori
R.Iaria
Mci Mosca: domenica riprendono le messe in Italiano
Calabria: entra nel vivo il “Festival delle Spartenze”
R.I.
Marcinelle, Rossini: monito per tenere viva attenzione su lavoro e diritti migranti
Roma - La tragedia di Marcinelle, dove 64 anni fa persero la vita 262 minatori, di cui 132 italiani, è "un richiamo fondamentale che deve farci tenere sempre viva l’attenzione sul lavoro e sui diritti dei migranti”. Lo afferma il presidente nazionale delle Acli, Roberto Rossini. “Oggi gli sfruttati e gli ultimi provengono da altri Paesi e le Acli, che sono presenti in sedici stati del mondo, cercano di essere sempre dalla loro parte con i servizi di segretariato sociale e con l’attività associativa”.
Di Maio: la promozione di un lavoro equo, tutelato e sostenibile deve essere anche oggi al centro della nostra risposta alle gravi conseguenze economiche e sociali della crisi sanitaria
R.Iaria
Casellati: “Marcinelle monito attuale, di lavoro si deve vivere, non morire”
R.I.
Marcinelle: una celebrazione ridotta ma intensa con i 262 rintocchi della campana e la lettura dei nomi delle vittime
Roma . Si è conclusa poco fa la celebrazione a Marcinelle nel ricordo della tragedia dell'8 agosto 1956 che ha causato 262 morti. Tra questi 136 italiani. Erano le 8,10 del mattino quando nella miniera scoppiò un incendio di vaste proporzione che non lasciò scampo. Pochi furono i supersiti.In quel momenti, infatti, erano di turno 274 uomini quando, a quasi un chilometro sotto terra, quota 975, si scatenò l’inferno. Oltre ai 136 italiani morirono 95 belgi, 8 polacchi, 6 greci, 5 tedeschi, 3 algerini, 3 ungheresi, 2 francesi, 1 inglese, 1 olandese, 1 russo e 1 ucraino.
Per la prima volte da qual giorno la celebrazione, a causa della pandemia in corso, si è svolta in forma ridotta con la partecipazione di 50 persone ammessi alla miniera di carbone di Bois du Cazier, in rappresentanza delle associazioni dei minatori e dei familiari delle vittime. La delegazione italiana è stata guidata dall'ambasciatrice d'Italia in Belgio, Elena Basile, che ha letto il messaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, subito dopo i 262 rintocchi della campana di Maria Mater Orphanorum intervallati dalla lettura dei nomi delle vittime.
“Anche quest’anno la cerimonia al Bois du Cazier è particolarmente commovente. Il ricordo del sacrificio dei minatori spinge a dedicare un pensiero anche alle vittime del Covid-19 e agli operatori sanitari che hanno perso la vita nell’esercizio del loro lavoro. Marcinelle incarna anche quest’anno la speranza di una società migliore dove il lavoro sia protetto e tutelato” – ha dichiarato l’Ambasciatrice Basile.
La cerimonia si è conclusa con la deposizione di corone di fiori a nome del Presidente della Repubblica Italiana, del Presidente della Camera dei deputati e del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Raffaele Iaria
Mattarella: il sacrificio dei minatori a Marcinelle e di chi ha ha perso la vita sul luogo di lavoro “merita il rispetto dell’Italia intera”
Raffaele Iaria
Migrantes: riflettere sulle tragedie che segnano il mondo migrante
R.Iaria
Cgie sulla Giornata del Sacrificio del lavoro italiano nel mondo: la frontiera della civiltà passa attraverso la sicurezza sul lavoro
Raffaele Iaria
Italiani nel mondo: sabato la Giornata del lavoro italiano nel mondo
Roma – 262 morti, 136 italiani. E’ il bilancio della tragedia che ha colpito 64 anni fa l’ex miniera di Marcinelle, in Belgio. E’ l’8 agosto. Ogni anno in questa data si tengono una serie di celebrazioni in molte città italiane. Quella ufficiale in Belgio alla presenza di autorità istituzionali del nostro Paese. Quest’anno, a causa della pandemia da Covid 19, la cerimonia ufficiale al Bois du Cazier. Ma la città di Charleroi ha deciso comunque di autorizzare un tributo simbolico, alla presenza di 50 persone, tra cui rappresentanti dell’associazione “Le Bois du Cazier”, familiari delle vittime, associazioni di ex minatori. Alla cerimonia parteciperà l’ambasciatrice italiana in Belgio, Elena Basile, che leggerà il messaggio del Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella. La cerimonia inizierà con i 262 rintocchi della campana Maria Mater Orphanorum e la lettura dei nomi delle vittime per concludersi con la deposizione di una corona.
L’8 agosto si celebra anche, dal 2001, la “Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo”, istituita per celebrare, ricordare e onorare i tanti lavoratori italiani e il contributo economico, sociale e culturale delle loro opere.
Raffaele Iaria
Rome Business School: 182mila laureati hanno lasciato l’Italia in 10 anni
6 Agosto 2020 - Roma - 182.000 laureati hanno lasciato l’Italia negli ultimi dieci anni e 117 Mila nel 2018. Aumentano le donne, dai 32 anni in su soprattutto nel Nord Italia. I paesi di destinazione sono il Regno Unito, la Germania, la Francia, il Brasile, gli Usa e l’Australia. Sono alcuni dei dati pubblicati, in questi giorni, dalla Rome Business School, la business school a maggior presenza internazionale in Italia con studenti provenienti da 150 Paesi, con una Ricerca sul tema “L’Italia e il malessere demografico: arginare la fuga dei cervelli, trattenere i talenti, modernizzare il sistema educativo italiano”. La Ricerca ha messo in luce trend, costi economico-sociali e proposte legate al fenomeno dell’esodo giovanile collegato all’invecchiamento della popolazione italiana con uno sguardo agli altri Paesi del mondo.
Difficile stabilire con esattezza quanti siano ma i dati Istat dicono che solo nel 2018 sono partiti 117mila italiani di cui 30mila laureati. Quasi tre cittadini italiani su quattro trasferitisi all’estero hanno 25 anni o più: sono poco più di 84 mila (72% del totale degli espatriati); di essi, il 32% sono laureati. Rispetto al 2009, l’aumento degli espatri di laureati è più evidente tra le donne (+10 punti percentuali) che tra gli uomini (+7%). Inoltre, negli ultimi 10 anni i giovani laureati che hanno abbandonato il nostro Paese sono stati 182mila con un’età media di trent’anni.
“Guardando al malessere demografico complessivo del Paese, l’Italia – si legge nella ricerca - perderà nei prossimi 45 anni circa 6,8 milioni di abitanti. Una cifra davvero preoccupante, che equivarrebbe oggi ad una perdita del 11% circa della popolazione totale”. Solo nel 2018 242.353 persone si sono iscritte al Registro degli italiani all’estero (Aire) di cui il 53,1% per espatrio, il 35,9% per nascita, il 3,3% per acquisizione di cittadinanza. Sono soprattutto uomini (55,2%) e giovani (40,6% hanno tra 18 e 34 anni) o giovani adulti (35-49 anni, 24,3%), ovvero persone nel pieno dell’età lavorativa. A tale proposito, “si prospetta nell’immediato futuro, unicamente come effetto del clima di incertezza e paura associato alla pandemia in atto, un calo nell’ordine di poco meno di 10 mila nati, ripartiti per un terzo nel 2020 e per due terzi nel 2021. La prospettiva peggiora poi ulteriormente se, in aggiunta agli effetti indotti dai fattori di incertezza e paura, si considerano quelli derivanti dallo shock sul piano occupazionale. Le stime mostrano che i nati scenderebbero a circa 426 mila nel bilancio finale del corrente anno, per poi ridursi fino a 396 mila, nello scenario più sfavorevole, in quello del 2021”.
Il Regno Unito è la destinazione europea preferita dai giovani, che nel 2019 ha accolto la maggioranza degli italiani all’estero (circa 21 mila) quadruplicando il numero degli espatri, con un picco di 25 mila intorno al 2016, con un totale di circa 133 mila unità dal 2009 al 2018. Segue la Germania altra meta prediletta dagli italiani che ha triplicato il numero degli immigrati (18 mila nel 2018), raddoppiati i flussi in Francia (14 mila circa), Svizzera (10 mila circa), Spagna (7 mila). Tra i paesi extra-europei, le principali mete di destinazione per l’espatrio italiano risultano il Brasile, Stati Uniti, Australia e Canada calcolando un totale di 18 mila immigrati. L’esodo, con la sola eccezione del Trentino-Alto Adige interessa tutte le regioni d’Italia non solo quelle demograficamente depresse. Quasi la metà (48,9%) è originario del Sud Italia, il 35,5% del Nord e il 15,6% del Centro. Le partenze nell’ultimo anno hanno riguardato 107 province, le prime sei sono state Roma, Milano, Napoli, Treviso, Brescia, Palermo.
I dati sulla mobilità italiana nel mondo sono stati elaborati dalla Redazione del Rapporto Italiani nel Mondo e pubblicati dalla Fondazione Migrantes nella XIV edizione del RIM. Il Rapporto Italiani nel Mondo 2020 verrà presentato a Roma nell’ottobre prossimo.
La ricerca propone una possibile ricetta per trattenere i giovani in Italia con lo sviluppo dell’offerta formativa in Inglese e il potenziamento dell’E-learning. “Il cammino verso l’internazionalizzazione dell’educazione superiore italiana è ancora troppo lento”, si legge nella ricerca anche se il livello di attrattività dei “cervelli” stranieri delle nostre università “cresce di circa il 3%. I non italiani iscritti a tutti i livelli e a tutte le tipologie di laurea nell’a.a. 2017-2018 (ultimo dato a disposizione) erano 85.356 su un totale di 1.722.322 studenti, tra cui predominano studenti provenienti da Albania, Grecia, Polonia, India, Ucraina e Moldavia”.
Tra le altre evidenze messe in luce dalla Ricerca per favorire il rafforzamento delle competenze del sistema Paese, la realizzazione di un sistema di defiscalizzazione differenziato in base alla qualità delle posizioni e dei profili professionali, oltre che alle esigenze espresse dalle imprese, e che possa applicarsi sia nell’ottica di agevolare il rientro in Italia che per trattenere i potenziali in atto di andare all’estero; il contrasto ai flussi in uscita favorendo la messa a regime di un sistema di valorizzazione reale per l’entry level dei giovani laureati; la semplificazione normativa mediante creazione di visti d’ingresso specifici (modello USA) e la velocizzazione delle procedure burocratiche per favorire la circolazione di capitale umano altamente qualificato in università e imprese; garantire un coinvolgimento più continuativo e strategico del fronte aziende-università/business school lungo tutta la filiera formazione-lavoro che tenga conto dei reali fabbisogni di professionalità del mercato.
Mci Olanda: don Robert Kurvers “pro parroco”
“Festival delle Spartenze”: domani l’edizione 2020 a Maratea
Mattarella agli italiani all’estero: “grazie per la vostra solidarietà”
Raffaele Iaria