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La Russia e l’Ucraina sono in guerra: alcune riflessioni a caldo raccolte nella Comunità cattolica italiana di Mosca

28 Febbraio 2022 - Mosca - La Comunità cattolica italiana presente a Mosca ha appreso con grande sorpresa la notizia dell’avvio della guerra tra la Russia e l’Ucraina direttamente dai media. Molti avevano posto la fiducia e la speranza che si scongiurasse il conflitto armato nella riuscita dei colloqui intrapresi dalle diplomazie occidentali con entrambi i Paesi in contrapposizione tra loro. Alcuni movimenti cattolici già da alcune settimane prima dell’inizio delle operazioni militari della Russia concentrate lungo il confine russo-ucraino, avevano invitato i credenti (sia cattolici che ortodossi) ad incontri di preghiera comune per la pace mediante i mezzi di comunicazione online collegati con l’Italia. Purtroppo, il 24 febbraio è accaduto il peggio! La Russia ha avviato le operazioni militari entrando nel territorio dell’Ucraina. La preoccupazione nella Comunità cattolica italiana è così cresciuta di giorno in giorno. Non si conoscono le conseguenze a breve, medio e lungo termine di questo conflitto armato non solo in termini di “quantità” di perdite di vite umane tra le forze armate e la popolazione civile. È incerta anche la quantificazione della portata delle ricadute negative sull’economia ed è a rischio l’interruzione delle relazioni commerciali tra la Russia e i paesi Europei, e principalmente con l’Italia. Dal 2014 le sanzioni dei Paesi occidentali inflitte alla Russia, anche se hanno frenato lo sviluppo del Paese, non hanno raggiunto gli obiettivi sperati. Adesso lo scenario economico dell’isolamento della Russia - che si profila all’orizzonte con la guerra in atto - e le nuove sanzioni economico-finanziarie preoccupano molti imprenditori italiani che operano da tempo in Russia. Se fino ad ora molte aziende italiane riuscivano ancora a mantenere in piedi delle attività e gli scambi commerciali con essa, ora molti dei nostri connazionali che vivono in Russia ed hanno una propria attività commerciale o sono presenti con contratti di lavoro con imprese americane od europee rischiano di dovere lasciare la Russia già in tempi brevi. In queste ore in cui sembra prevalere il potere della forza militare, i cattolici italiani a Mosca affermano, senza alcuna esitazione, che ancora e sempre si deve credere nella costruzione della pace, nei processi del dialogo, negli strumenti della politica. Il dialogo è la sola via da percorrere per riportare la pace in Ucraina, Russia e nel resto dell’Europa dell’Est. La guerra è un male assoluto e la Comunità cattolica italiana a Mosca la condanna e la rifiuta quale strumento di morte che non conduce alla soluzione delle controversie tra gli Stati e a contenere i nazionalismi. La scelta delle sanzioni dure contro la Russia, di cui si sta discutendo da alcuni giorni nei Paesi occidentali, va perseguita con molta cautela, perché non sia parte della stessa logica della guerra e delle contrapposizioni di forza. Oltre a condannare la guerra - che è un male per tutti -, per costruire la pace vanno pure riconosciute tutte le responsabilità e tutti gli attori che hanno preso parte alla contrapposizione e fatto crescere le tensioni. Ciò che è accaduto non è una scelta unilaterale pianificata da tempo solo dalla Russia. L’Occidente ha altrettanto delle proprie responsabilità in questo conflitto. Dal 2014 non ha prestato la giusta attenzione a quanto stava accadendo nel Donbass. Assieme alla Nato che ha incrementato via via dal 1992 in poi la presenza di armamenti nucleari e basi militari dislocandoli negli Stati dell’Est Europa - che prima erano sotto l’influenza della Russia - sono stati alterati quegli equilibri geopolitici che per molti decenni avevano comunque garantito una “non belligeranza” tra Russia ed Occidente nel cuore dell’Europa. Sui social network molti italiani hanno espresso la propria condanna a quanto sta succedendo, il sostegno agli ucraini in termini di preghiera e di condivisione. Nei giorni scorsi, la Comunità di Sant’Egidio, presente con i propri volontari in Ucraina e nella capitale Kiev ha reso noto un manifesto con un appello per il cessate il fuoco nella città di Kiev. Nel momento in cui l'uomo non riconosce Dio come il principio e il fine di ogni autorità, qualsiasi forma di potere non può che essere dittatoriale. Dobbiamo imparare innanzitutto noi che l'unica possibilità di vivere nella pace e diffonderla è il perdono. Come ci ha ricordato l’arcivescovo di Mosca mons. Paolo Pezzi: «Occorre ripartire dal perdono. Il perdono però chiede una conversione del cuore perché chiede di cambiare lo sguardo sull’altro. Certo, è un miracolo. Però, non dobbiamo dimenticare che la preghiera è veramente potente. Non è quello che si fa quando ci si trova sull’ultima spiaggia e non si ha altro da fare». Nelle ultime ore di oggi 28 febbraio il mondo è in trepidazione ed in attesa di conoscere se verrà presa la decisione di porre fine alle ostilità e alla guerra con un accordo di pace tra le due delegazioni della Russa e dell’Ucraina che si stanno incontrando in una località della Bielorussia. (don Giampiero Caruso)

Mci Mosca: domenica riprendono le messe in Italiano

13 Agosto 2020 - Mosca - Domenica 16 agosto riprende la messa in Italiano per la Missione Cattolica. La cappellania italiana informa che sabato prossimo 15 agosto, Solennità della Beata Vergine Maria Assunta in cielo, nella Chiesa di San Luigi dei Francesi non sarà celebrata la Santa Messa in Italiano.  Le celebrazioni saranno solo in russo alle ore 9.00 e alle ore 19.00.  Domenica 16 agosto, XX Domenica del Tempo Ordinario, nella Chiesa  la Santa Messa in italiano alle 13,30. "Si raccomanda vivamente tutti coloro che verranno in chiesa per la santa messa delle ore 13:30 di indossare la maschera protettiva ed i guanti e di mantenere la distanza sociale di m 1,50 anche quando ci si disporrà in fila per ricevere la santa comunione", si legge nella nota.