Tag: Incontro sul Mediterraneo
Incontro sul Mediterraneo: card. Bassetti, “ponti e non muri”
nata la Carta di Firenze: Vescovi e Sindaci firmano un futuro di pace per il Mediterraneo
Incontro sul Mediterraneo: domani fedeli in piazza Santa Croce per pregare per il Papa e per la pace
Incontro sul Mediterraneo: i Vescovi in ascolto del mondo del sociale fiorentino
Incontro sul Mediterraneo: card. Bassetti, “vicinanza al Papa”
Card. Bassetti: “auspichiamo che al più presto taccia il fragore delle armi”
Firenze - “Auspichiamo che al più presto in Ucraina taccia il fragore delle armi”. Lo ha detto il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, salutando questa mattina, a Palazzo Vecchio, i sindaci dei paesi del Mediterraneo, riuniti a Firenze per l'incontro dei vescovi e dei sindaci del Mediterraneo, promosso dalla Conferenza episcopale italiana. “Sindaci e vescovi – ha aggiunto Bassetti – hanno una missione simile, pur con compiti diversi, ed è quello di creare su tutto il bacino del Mediterraneo una tenda di pace nel segno del rispetto reciproco perché tutti ritrovino le radici della loro fraternità”. “Sono fermamente convinto che insieme dobbiamo promuovere processi di liberazione pace, fratellanza, giustizia”, ha concluso il cardinale: “questo, a suo tempo, fece il sindaco di Firenze Giorgio La Pira e per questo noi, insieme, vogliamo dialogare insieme in questi giorni”.
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Card. Bassetti: impegni concreti dall’Incontro sul Mediterraneo
Che il respiro mediterraneo pervada il mondo intero: la prolusione del card. Bassetti all’apertura del Convegno di Firenze
(foto Livia Cefaloni)
23 Febbraio 2022 - Firenze - Ai piedi della facciata di Santa Maria Novella illuminata dal sole del primo pomeriggio, parlando tra loro tante lingue diverse, i Vescovi sfilano uno dopo l’altro e"spariscono" nel chiostro. È ora ufficialmente aperto il Convegno “Mediterraneo frontiera di pace”, un 'sinodo' mediterraneo, proseguimento del percorso avviato a Bari due anni fa, che dovrà accostare preghiera e iniziativa, il binomio lapiriano di contemplazione e azione, per rilanciare il ruolo delle città e delle Chiese davanti alle sfide che mettono in crisi il nostro presente. Per recuperare, come ha detto il card. Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, in apertura della sua prolusione, il “respiro mediterraneo”: lo spirito dei popoli mediterranei, il modo in cui essi, storicamente e naturalmente, affrontano e superano le difficoltà, attraverso il dialogo, la comunione, la solidarietà, verso la costruzione e la difesa della pace mondiale.
Pace, appunto. È ironicamente tragico che un convegno sulla pace si apra proprio in questo momento, mentre un turbinio di annunci e smentite pare spingere il mondo sull’orlo di una guerra di dimensioni che non si osservavano da tempo. Perché è vero che subito dopo il crollo del muro di Berlino, dal 1991 con la prima guerra del Golfo, i focolai di crisi si sono accesi uno dopo l’altro, costringendo le nuove generazioni di tanti popoli a non conoscere altro che violenza. Ma la forza distruttrice della Seconda guerra mondiale e della Guerra fredda, con l’incombente minaccia nucleare, parevano un capitolo chiuso. Non è così, la pace non è mai data per sempre. E ci ritroviamo di nuovo sull’orlo della fine.
I Vescovi sono a Firenze per mettersi in ascolto dei venti di guerra e delle invocazioni di pace. Lo dimostra il gesto del card. Bassetti, che apre il suo intervento leggendo la lettera inviatagli dall’arcivescovo di Kiev, Svjatoslav Ševčuk. Si scusa di non essere a Firenze, dov’era atteso, ma, dice, ha sentito il dovere di rimanere accanto al suo popolo, nella sua terra “martoriata” che rischia di trasformarsi in un “campo di morte”. Chiede che la speranza non si spenga.
Non si può smettere di sperare quando la posta in gioco è la salvezza dell’umanità, perché, nell’era atomica, è questo il bene che una guerra mette in pericolo. Come evitarla, dunque? La risposta sta tutta nell’ideale realista di Giorgio La Pira, nel cui spirito si svolge il Convegno di questi giorni , in continuità con i Colloqui mediterranei che egli ideò. Occorre un cambio di passo, “dal paradigma del più forte a quello cooperativo e della solidarietà”, dallo sforzo di sopraffazione, prima causa di tutte le sofferenze, all’integrazione reciproca, che non è poi null’altro che un ritorno alla natura profonda dell’essere umano.
L’ascolto e l’aiuto reciproco sono le guide che conducono fuori dalla crisi. Ce lo ha mostrato anche la pandemia, quando a fianco, e spesso all’ombra, di divisioni e disparità, si sono moltiplicate le espressioni di amicizia sociale. È il fiore della speranza che nasce nella scarpata. E appunto un germoglio di speranza vuole essere l’incontro di Firenze. L’auspicio, proclamato a Bari da Papa Francesco all’inizio del cammino che prosegue oggi, è di ricostruire i legami interrotti e rialzare le città distrutte. Quando gli Stati sembrano non riuscire a superare la logica del predominio, ripartire da qui, dalle comunità mediterranee, attraverso il lavoro comune dei loro riferimenti spirituali, per cercare rimedi alle tante crisi che oggi increspano le acque del nostro mare e offrire modelli ben al di là di questa piccola, fondamentale regione. (Livia Cefaloni)