Tag: Immigrati e rifugiati

Scalabriniani: un gruppo di giovani italiani sulla rotta balcanica per “solidarietà e denuncia”

17 Settembre 2019 -

Roma - Padre Jonas e un gruppo di giovani (Paola, Davide, Martina, Milena, Simone, Barbara, Valentina e Miriam) stanno facendo un viaggio attraverso i confini di terra della rotta balcanica, dalla frontiera tra Siria e Turchia fino all’Italia. Sono partiti il 6 settembre da Gaziantep in Turchia e concluderanno il loro itinerario il 25 settembre a Trieste. L’iniziativa, intitolata “Umanità InInterRotta” vuole essere “un grido di solidarietà nei confronti di quelle vite migranti sospese ai confini e spesso dimenticate dall’Unione europea”, “un racconto di piccole scintille di speranza portate da coloro che, quotidianamente, si impegnano al loro fianco” e “una denuncia di diritti calpestati, di attese infinite e di tacite violenze, da diffondere presso le organizzazioni internazionali, gli enti, le associazioni, le scuole e la società civile europea.

Comunità di Sant’Egidio: “accogliere e integrare per non buttare in mare il futuro dell’Europa”

17 Settembre 2019 - Roma - “Senza una visione ancorata ai dati veri e non alle paure dei fenomeni migratori, l’Europa rischia di buttare in mare il proprio futuro”, ha detto Daniela Pompei, responsabile del servizio ai migranti di Sant'Egidio nel suo intervento all'incontro “Pace senza frontiere” in corso a Madrid. In Italia l’invecchiamento demografico e il declino della natalità hanno raggiunto soglie preoccupanti. La penisola, inoltre, rischia di non essere più attrattiva. Sono 157mila, infatti, gli italiani che hanno lasciato il nostro paese, ma “circa 33mila, poco meno del 30%, è costituto da cittadini italiani di origine straniera che non sentono più l’Italia come il luogo del loro futuro”. C’è una presenza giovane che “non può essere considerata solo un problema e sta producendo una trasformazione positiva”. “Paradossale è che il fenomeno epocale delle migrazioni si possa ancora affrontare con l’arma anacronistica, dimostratasi inefficace, dei muri”: erano 5 al termine della seconda guerra mondiale e ben 72 nel 2016. E invece è “il momento opportuno per l’Europa di superare le paure, per modificare leggi e crearne di nuove: è quello che già è avvenuto in questi ultimi tre anni con l’apertura di Corridoi Umanitari da Italia, Francia, Belgio e Andorra. Sono già 2666 le persone giunte in condizioni di sicurezza, sottratte al traffico di esseri umani e a rischio della morte in mare. Non bisogna avere paura di accogliere e occorre investire sull'integrazione”, ha concluso Pompei.  

Grandi: “ora basta parlare di porti chiusi ma rispondiamo alle crisi umanitarie e alle ansie degli europei”

16 Settembre 2019 - Madrid – “La relativa facilità con cui si è permesso l’ultimo sbarco dei migranti in Italia mi fa ben sperare: forse ora il dibattito pubblico finirà di essere distratto dai dettagli e potrà concentrarsi sui veri problemi”. Lo ha detto ieri sera Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, non citando direttamente i migranti sbarcati dalla nave Ocean Viking a Lampedusa. Grandi è intervenuto a Madrid all’assemblea inaugurale del convegno interreligioso “Pace senza Confini” organizzato dalla diocesi della capitale spagnola e dalla Comunità di Sant’Egidio. Ai leader religiosi e politici, l’Alto Commissario Unhcr ha chiesto di ricordare i 71 milioni di sfollati, “i quali – ha affermato – sono un test, un barometro per le nostre società”. Per questo, secondo Grandi “occorre concentrare l’attenzione sulla cooperazione necessaria per la soluzione dei problemi globali che spingono le persone a migrare, rispondere alle ansie degli europei, mantenere la tenuta dei nostri valori con iniziative di solidarietà concrete, come i corridoi umanitari”.  

Torino: completato il trasloco dei profughi dal Villaggio olimpico

29 Agosto 2019 - Torino - Gli ultimi 370 profughi che occupavano l’ex villaggio olimpico Moi lo scorso 30 luglio sono stati allontanati senza alcun disordine e ricollocati in strutture messe a disposizione dalle istituzioni locali, attraverso il privato sociale, e dalla Diocesi di Torino. Alcuni sono stati inseriti nei progetti Sprar e accolti, attraverso la Croce Rossa, presso i centri di Settimo Torinese e Castel d’Annone in provincia di Asti. Grazie al progetto «Migranti, un’opportunità di inclusione» messo a punto dal Comune e dal Ministero dell’Interno in sinergia con la Prefettura, la Regione Piemonte, la Compagnia di San Paolo e la Diocesi di Torino sono tornate libere anche le ultime due delle quattro palazzine del villaggio occupato. Il primo edificio era stato evacuato un anno fa, le cantine lo scorso autunno, il secondo palazzo in primavera. «La vicenda del Moi», ha sottolineato l’arcivescovo mons. Cesare Nosiglia, «è stata vissuta dalla Diocesi come una sfida e un’opportunità che poteva segnare la vita della nostra Città e costituire un modello per l’intero Paese. C’è voluto del tempo: fin dall’inizio abbiamo deciso di non procedere allo sgombro forzato, ma di accompagnare le persone perché potessero comprendere quanto il progetto fosse vantaggioso per dare dignità e speranza in un futuro migliore alle numerose persone coinvolte». Dal 2013 fino ad un anno fa erano oltre mille i migranti che dimoravano nelle strutture di via Giordano Bruno in condizioni igienicosanitarie precarie. «Il piano ora prosegue con percorsi di formazione professionale, inserimenti lavorativi e abitativi», ha evidenziato il vicesindaco e assessore al Welfare Sonia Schellino, «per rafforzare il percorso di inclusione e accompagnare le famiglie e i singoli che occupavano le palazzine a raggiungere il maggior grado di autonomia possibile. Anche le persone accolte dalla Croce Rossa il prossimo autunno, quando saranno disponibili ulteriori posti presso strutture del Terzo Settore, verranno trasferite e seguite passo passo nel percorso verso l’autonomia». Il progetto ha subito un’accelerata dovuta al crescente degrado degli stabili e delle condizioni di vita dei loro abitanti. La liberazione degli edifici è stata possibile anche grazie ad ulteriori fondi stanziati dal Ministero dell’Interno e dalla Regione Piemonte, che ha messo a disposizione 500 mila euro. La Compagnia di San Paolo per l’intero progetto, che ora prosegue con l’accompagnamento dei migranti verso la stabilità, ha stanziato 4 milioni e 800 mila euro. «Il piano», ha commentato il sindaco Chiara Appendino, «è stato possibile solo grazie al lavoro in rete tra i diversi soggetti istituzionali del territorio. È il sistema Torino che funziona». Entro l’autunno partirà anche il piano per la riqualificazione della zona delle palazzine. «Mi auguro», ha concluso mons. Nosiglia, «che questa esperienza possa rappresentare un modello anche per altri ambiti di particolare criticità e precarietà, nella nostra città, come sono la situazione dei campi rom, dei senza dimora, dell’accoglienza nei dormitori e i problemi del lavoro e della casa». (Stefano Di Lullo – La Voce e Il Tempo)

GMMR: continua la campagna comunicativa

29 Agosto 2019 - Città del Vaticano - Manca poco alla Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato (GMMR) che si celebrerà domenica 29 settembre 2019. Per l’occasione, Papa Francesco celebrerà una Santa Messa in Vaticano, e “ci chiede di unirci alla celebrazione con il motto Non si tratta solo di migranti”. In vista di questo appuntamento, la campagna comunicativa della Sezione Migranti e Rifugiati continua. Il tema “Non si tratta solo di migranti” questo mese è sviluppato nel sottotema “Si tratta di tutta la persona, di tutte le persone". Nel video che la Sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale propone questo mese, papa Francesco ricorda che attraverso il servizio, l’incontro e l’accoglienza, si offrono opportunità ai più deboli e vulnerabili. Finora i sottotemi trattati sono stati: “Si tratta anche delle nostre paure”, “Si tratta della carità”, "Si tratta della nostra umanità" e “Si tratta di non escludere nessuno”, “Si tratta di mettere gli ultimi al primo posto”. La celebrazione in Vaticano sarà la celebrazione ufficiale anche della Giornata per l'Italia. Sarà, infatti, presente, una folta rappresentanza della Chiesa Italiana.

Mons. Pennisi: “un porto sicuro italiano” per le persone salvate dalla nave Mare Jonio

29 Agosto 2019 - Monreale - “Esprimo la mia profonda solidarietà ai volontari di Mediterranea Saving Humans per il salvataggio dei migranti fra cui diverse donne e diversi bambini in condizione di salute precaria”. Il messaggio ai volontari della Ong, che con la nave Mare Jonio hanno tratto in salvo numerosi migranti nel Mediterraneo, giunge, riferisce il Sir, da mons. Michele Pennisi, arcivescovo di Monreale. “In nome degli elementari principi di umanità e dei valori cristiani – aggiunge il presule – auspico che al più presto venga data loro la possibilità di essere accolti in un porto sicuro italiano, trattandosi per di più di una nave che batte bandiera italiana”.

Messico: incontro nazionale delle strutture ecclesiali che accolgono migranti

29 Agosto 2019 - Roma - “Vogliamo essere voce profetica e di speranza. Mantenere una posizione sulla linea di Papa Francesco. Incrementare il dialogo con le istituzioni”. Con l’auspicio che il governo federale, i governi statali e municipali tengano conto che “non si tratta solo di migranti, ma di vincere le nostre paure”, come ha scritto Papa Francesco, e si possa così collaborare “nel generare politiche inclusive, nelle quali la vasta esperienza della Chiesa e di altre istituzioni potrebbe essere illuminante per arrivare a una vera e propria migrazione ordinata”. Questi gli auspici contenuti nel comunicato finale presentato ieri in una conferenza stampa dalla Conferenza episcopale messicana, alla vigilia della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, al termine dell’incontro con i responsabili delle 130 strutture di accoglienza per migranti, tra case del migrante, mense e centri di accoglienza e primo soccorso, con il coordinamento della Pastorale della mobilità umana. Il documento finale, firmato dal responsabile di tale dimensione pastorale, mons. José Guadalupe Torres Campos, vescovo di Ciudad Juárez, sottolinea che le strutture di accoglienza sono “la prima porta che i migranti toccano” e che “non possiamo lasciarli alla deriva”, in accordo con i principi del Vangelo. In particolare, si legge nella nota, “vogliamo essere i portavoce dei nostri fratelli che chiedono di entrare nel territorio degli Stati Uniti e sono detenuti alla frontiera sud del Messico, attraverso un muro umano della Guardia nazionale, essere la voce di coloro che chiedono di essere facilitati nel loro cammino con un salvacondotto e vengono ignorati, di quei fratelli che mentre sono in viaggio sono osteggiati o fatti oggetto di estorsione da parte di agenti di vario tipo o da parte del crimine organizzato”. (Sir)

Australia: la Chiesa accanto agli aborigeni

23 Agosto 2019 - Sydney - “Migranti e rifugiati portano sempre energia e dinamismo nel paese in cui giungono. Se oggi noi australiani siamo ciò che siamo, un popolo giovane e dinamico, è grazie all'amore per la libertà e ai valori umani fondamentali garantiti ai ‘nuovi’ australiani”. E’ quanto dichiara il Vescovo mons. Vincent Long, in una nota ripresa dall’Agenzia Fides. Le parole del presule hanno caratterizzato e introdotto la Settimana del Migrante e del Rifugiato, che la Chiesa cattolica australiana vive dal 19 al 25 agosto, sul tema proposto da Papa Francesco, “Non si tratta solo di migranti”. Monsignor Long, delegato a presiedere la Commissione per i migranti e rifugiati, organismo dei vescovi australiani, ha vissuto in prima persona un’esperienza di migrazione dal proprio paese d’origine, il Vietnam, e a tal proposito racconta: “Noi, popolo di sbarcati vietnamiti, siamo stati generosamente accettati in questo paese, e da allora abbiamo contribuito facendo del bene. Molti di noi si sono sistemati in modo dignitoso e stanno facendo la propria parte per questo Stato, con le loro diverse attività commerciali. Inoltre, stiamo facendo sentire la nostra presenza anche nella Chiesa australiana”. "Mi chiedo dove saremmo a quest’ora, senza la vibrante fede e il forte spirito di comunità di migranti e rifugiati. Onoriamo, quindi, l'eredità dell’Australia, non con eccessivo protezionismo, ma prendendoci cura di richiedenti asilo, rifugiati e migranti, nello spirito di compassione e solidarietà che ha segnato il storia di questa nazione”, ha concluso Mons. Long.

Gaeta: domenica Messa di saluto ad emigranti ed immigrati al santuario della Civita

23 Agosto 2019 - Gaeta - In occasione della conclusione del periodo di vacanza, domenica 25 agosto al Santuario mariano della Civita (diocesi di Gaeta) si svolgerà all’aperto, alle 19, la messa di saluto agli emigranti che ritornano a casa, dopo il periodo trascorso in famiglia, officiata dal delegato arcivescovile per la vita consacrata, p. Antonio Rungi, vice superiore della comunità passionista del Santuario. Il motto di questo momento di preghiera, riferisce il Sir, scelto dai passionisti che curano dal 1985 il santuario e destinato soprattutto ai devoti che ritornano al lavoro e alla vita ordinaria è “Un mare ed una montagna di abbracci e baci per salutare gli emigranti e gli immigrati”. “Facendo nostro il messaggio per l’estate del 2019 dell’arcivescovo di Gaeta, mons Luigi Vari, noi religiosi del Santuario intendiamo manifestare, con una solenne celebrazione all’aperto, nell’ampio spazio antistante il celebre luogo mariano, tutta la nostra vicinanza spirituale – scrive Rungi – a quanti sono stati costretti a lasciare i paesi d’origine per trovare lavoro altrove e che spesso vivono in situazione di solitudine e lontananza dagli affetti più cari”. E prosegue: “Abbiamo scelto questo motto, forti dell’invito dell’Apostolo delle Genti che scrive nel suo epistolario ‘Salutatevi a vicenda con il bacio santo. Tutti i santi vi salutano’ (2Cor 13,12), per dire ai pellegrini venuti da lontano che il modo più bello di salutarsi tra cristiani, è quello profondamente legato alla fede, alla carità e alla speranza è proprio l’abbraccio e il bacio da santi e santificati, pregando insieme in questo tempio mariano”. Questo gesto, conclude, sarà l’occasione per “salutare tutti i turisti, gli emigrati e gli immigrati con un gesto di affetto e consolazione per chi parte e per chi resta”.

“Non sei straniero: ad ottobre l’avvio della settima edizione”

23 Agosto 2019 - Roma - Si è concluso all’Università Europea di Roma il sesto anno di attività del Laboratorio di comunicazione “Non sei un nemico!”, fondato e diretto dal giornalista Carlo Climati. “Non sei un nemico!” è il motto, l’idea di base del Laboratorio, che ha l’obiettivo di sensibilizzare i giovani ad una nuova forma di comunicazione, che non veda nell'altro un nemico. Gli studenti sono incoraggiati a vedere gli altri con uno sguardo nuovo e a creare linguaggi che possano rappresentare un ponte verso tutti, contribuendo ad un autentico spirito di accoglienza, solidarietà ed amicizia. “Papa Francesco ci invita a vivere la cultura dell’incontro”, ha detto Carlo Climati: “questo è un messaggio che tutti possiamo mettere in pratica, attraverso i piccoli gesti della vita quotidiana. Oggi, purtroppo, è facile cadere nella tentazione di una comunicazione superficiale, alimentata da pregiudizi e luoghi comuni. Abbiamo bisogno di percorsi comunicativi nuovi, che possano evidenziare la bellezza dell’amicizia nella diversità e del dialogo con tutti”. Anche quest’anno il Laboratorio ha esplorato le diverse forme di comunicazione del mondo di oggi: dal giornalismo ai social network, dalla musica alla radio, dalla televisione ai fumetti, dalle relazioni virtuali al dialogo nella vita quotidiana. Il Laboratorio “Non sei un nemico!”, che fa parte delle attività di responsabilità sociale dell’Università Europea di Roma, tornerà ad ottobre 2019, con la sua settima edizione.

Se lo straniero è una ricchezza

23 Agosto 2019 - Roma - Fuggono da un deserto ma si ritrovano a vivere in un altro deserto. Con il rischio di essere per sempre stranieri. Incontrare uno sguardo, può provocare un cambiamento. È la storia del ragazzino eritreo che il padre ha affidato a Maria Muscherà, dell’associazione Famiglie per l’Accoglienza e preside di una scuola di Messina. Nel Paese di origine non c’era la possibilità di curare la malattia infettiva che aveva colpito il ragazzino. Coinvolgendo assessori comunali, Caritas e centro di accoglienza, Muscherà ha iniziato a organizzare dei corsi. «Attraverso il progetto“nessuno è straniero ascuola” – ha detto Muscherà – ho voluto presentare lo straniero come ricchezza in quanto portatore di esperienza e cultura diversa». C’è stato un effetto domino: alcuni insegnanti hanno cominciato ad ospitare nelle loro case i giovani. E C. ha smesso di tagliarsi. Lo faceva per sfogare la rabbia nei confronti della famiglia che lo aveva abbandonato. Niccolò Ceccolini, cappellano dell’Istituto penale minorile Casal del Marmo di Roma, lo ha sorpreso: «Tu per me non ti tagli più perché io ti voglio bene». Nessuno gli aveva mai detto prima: «Ti voglio bene».

Sassoli: “Ogni settimana storie umiliano valori europei”

9 Agosto 2019 - Roma - “Tutte le settimane ci sono storie che umiliano i valori europei. Abbiamo bisogno dell’Europa perché l’Europa può mettere in campo gli strumenti necessari per gestire situazioni d’emergenza ma allo stesso tempo mettere in scena una politica per l’immigrazione”. Lo ha detto il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, in un'intervista a InBlu Radio, il network delle radio cattoliche della Conferenza episcopale italiana. “Tutto viene lasciato agli Stati nazionali – ha aggiunto Sassoli - e loro giocano spesso con strumentalità sulla pelle della povera gente. Ecco perché ho scritto a Juncker. Abbiamo bisogno anche in questo caso che la Commissione europea supplisca a quelle che sono delle mancanze da parte degli Stati nazionali e a un deficit di politica europea perché l’immigrazione continua ad essere politica nazionale. Abbiamo bisogno di questo trasferimento di poteri. Ecco perché mi sono battuto fin dal primo giorno della mia elezione perché venga riconosciuta la legittimità della richiesta del Parlamento europeo di riformare il Regolamento di Dublino”. “Gli Stati membri – ha proseguito Sassoli ai microfoni di InBlu Radio - giocano con il fenomeno migratorio rispetto agli umori delle proprie opinioni pubbliche questo mette tutti in una grave difficoltà. Non bisogna mai dimenticare che di mezzo c'è sempre la povera gente. Come si fa a rimanere insensibili. Ho scritto a Juncker: non possiamo perdere nel cuore e nell'anima”. “Non partiamo da zero – ha concluso Sassoli alla radio dei vescovi italiani - l’Ue è una delle più grandi conquiste dell’età moderna. Non siamo un incidente della storia però abbiamo bisogno di politiche all’altezza dei compiti che l’Ue ha di fronte. Abbiamo bisogno sempre più di renderci conto che l’Ue è uno strumento per regolare anche un mondo globale che è senza regole e l’immigrazione è uno di questi aspetti”.    

Papa Francesco: ricevere, accompagnare, promuovere e integrare i criteri quando si parla di immigrazione

9 Agosto 2019 - Roma - Parla a tutto campo Papa Francesco questa mattina in una intervista al quotidiano “La Stampa” e sul tema migranti dice che “mai bisogna tralasciare il diritto più importante di tutti: quello alla vita. Gli immigrati arrivano soprattutto per fuggire dalla guerra o dalla fame, dal Medio Oriente e dall’Africa. Sulla guerra – aggiunge intrvistato da Domenico Agasso - dobbiamo impegnarci e lottare per la pace. La fame riguarda principalmente l’Africa. Il continente africano è vittima di una maledizione crudele: nell’immaginario collettivo sembra che vada sfruttato. Invece una parte della soluzione è investire lì per aiutare a risolvere i loro problemi e fermare così i flussi migratori”. I criteri da seguire, secondo il pontefice sono ricevere, accompagnare, promuovere e integrare. Le porte “vanno aperte, non chiuse”. Allo stesso tempo, i governi “devono pensare e agire con prudenza, che è una virtù di governo. Chi amministra è chiamato a ragionare su quanti migranti si possono accogliere”. E quando il numero di persone superiore alle possibilità di accoglienza la soluzione è il dialogo con gli altri Paesi: . “ci sono Stati che hanno bisogno di gente, penso all’agricoltura. Ho visto che recentemente di fronte a un’emergenza qualcosa del genere è successo: questo mi dà speranza”. Il papa parla poi di creatività: “per esempio, mi hanno raccontato che in un paese europeo ci sono cittadine semivuote a causa del calo demografico: si potrebbero trasferire lì alcune comunità di migranti, che tra l’altro sarebbero in grado di ravvivare l’economia della zona”.    

Lampedusa: una lanterna e nuovi sit in davanti alla parrocchia per “un porto sicuro per la nave Open Arms”

8 Agosto 2019 - Lampedusa - “La storia dell’isola in cui viviamo ci spinge oggi ad accendere una lanterna che possa indicare la rotta, mettendo in luce il diritto di queste persone a un trattamento e a un futuro dignitoso. A fianco delle persone a bordo di Open Arms e nel rispetto della Costituzione italiana ci impegniamo a tenere accesa questa fiamma ogni notte fin quando tutte non saranno fatte scendere a terra in un porto sicuro”. Da ieri sera don Carmelo La Magra, parroco di Lampedusa, insieme al Forum Lampedusa solidale, hanno iniziato un nuovo sit in notturno sul sagrato della parrocchia di San Gerlando, per chiedere di concedere un porto sicuro alla nave di Open Arms, che dal 1° agosto vaga in acque internazionali con a bordo 121 naufraghi. “Le persone sono state salvate dall’Ong spagnola in due distinte operazioni effettuate nel Mediterraneo – ricorda il parroco di Lampedusa – . Tra loro diversi bambini, compresi due gemelli di appena nove mesi, minori non accompagnati, donne e uomini fuggiti dai lager libici, vittime di violenze indicibili. L’intera Europa sembra aver loro voltato le spalle, negando finora un approdo sicuro in violazione delle leggi e delle convenzioni internazionali. È Lampedusa il porto sicuro più vicino”. Don La Magra ricorda che il nome di dell’isola deriva probabilmente dal latino “lampas” ossia fiaccola, “a testimonianza dell’antico uso degli abitanti di segnalare con dei fuochi la giusta rotta ai naviganti. Ed è la Madonna di Porto Salvo la santa protettrice di questo scoglio battuto dai venti ma al tempo stesso storico luogo di salvezza per i naufraghi”.  

Gli immigrati fan crescere il mercato della casa

8 Agosto 2019 - Milano - Immigrati risorsa per il mercato immobiliare italiano al quale in 12 anni hanno dato ossigeno per un valore di 100 miliardi con 860 mila abitazioni acquistate e che promette di valere nei prossimi 10 anni un milione di case. Lo evidenziano i dati del 15° Rapporto «Immigrati e casa: un mercato in crescita» di Scenari Immobiliari secondo il quale il 21,5% degli immigrati abita in casa di proprietà. Il mercato è in ripresa con un incremento delle compravendite del 13,7% sul 2018, per un ammontare di 58mila scambi a chiusura d’anno: 5 miliardi il fatturato stimato a chiusura 2019 (+11,1%). Una discreta boccata d’ossigeno visto anche che gli acquisti si indirizzano su immobili di qualità e in aree di valore mediobasso, proprio quelli che costituiscono la zavorra. L’incidenza percentuale delle compravendite da immigrati sul totale nel 2019 è circa il 9%.

Il 63,5% è in affitto, mentre il 7,7% abita presso il luogo di lavoro e il 7,3% alloggia da parenti o connazionali. Le province dove si registra il maggior numero di acquisti da parte di immigrati sono Milano, Roma, Bari, Torino, Prato, Brescia, Cremona, Vicenza, Ragusa, Modena e Treviso. La forbice dei prezzi va da 70mila a 130mila euro. I lavoratori stranieri comprano la casa quando decidono di restare.

8xmille a Piacenza: nel Paese dei progetti realizzati farsi prossimo, anche con la scuola d’italiano

1 Agosto 2019 - Piacenza – In classe vengono da Iraq, Perù, Moldavia, Afghanistan, Senegal e Ghana. È la sequenza delle ondate migratorie degli ultimi anni. Sono rifugiati, badanti, lavoratori in cerca di un impiego migliore. I primi passi per imparare la nostra lingua fanno parte dei servizi di orientamento lavorativo, assistenza legale e segretariato sociale. Le lezioni sono necessarie per trasmettere una nuova cultura, la conoscenza di diritti e doveri, dare opportunità sul territorio, favorire la crescita personale. Tutti strumenti di base per costruire dialogo e integrazione. Quest’opera fa parte della campagna informativa 8xmille promossa dal Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa della CEI. Scopri altri progetti sulla mappa 8xmille.

Muro Usa-Messico: altalene rosa per “superare” il confine

31 Luglio 2019 - Città del Messico - “Un evento pieno di gioia, eccitazione e solidarietà al confine”. Così Ronald Rael, professore di architettura all’Università della California, commenta l’installazione di una decina di altalene lungo il confine tra Usa e Messico a Ciudad Juárez. Le altalene sono state progettate insieme a Virginia San Fratello, professore associato di design all’Università di San Jose State. “I bambini e gli adulti sono stati messi in contatto su entrambe le parti per mostrate come le azioni che hanno luogo da una parte hanno una conseguenza diretta dall’altra”, prosegue Rael.

Diocesi di Vicenza su migrazioni, accoglienze e prospettive future

25 Luglio 2019 - Vicenza - A fronte delle mutate condizioni del fenomeno migratorio e delle nuove disposizioni legislative promulgate a riguardo dal governo italiano, la Diocesi di Vicenza propone una riflessione e rilancia il proprio impegno in favore dei migranti presenti sul territorio. “Non è più il tempo della prima accoglienza, ma di attivarsi in favore dell’integrazione e dell’inserimento lavorativo dei titolari di permesso di soggiorno per motivi umanitari che rischiano a breve di trovarsi in condizioni di irregolarità e di povertà assoluta”, si legge in una nota sottolineando che corridoi umanitari, seconde accoglienze e inclusione lavorativa sono alcune delle iniziative che la diocesi porterà avanti “senza il sostegno di fondi pubblici, ma contando esclusivamente sul volontariato e sulla generosità espressa dalle comunità cristiane. È evidente che la scelta non è dettata da ragioni di tipo economico, ma di pensiero, di obiettivi e stili con cui si intende guardare ed accompagnare queste persone, uomini donne e bambini, giunti in Italia dopo esperienze traumatiche e desiderosi, come tutti, di un futuro migliore per sé e per i propri familiari”. La Diocesi vicentina ritiene "non più prioritario” impegnarsi nella prima accoglienza dei migranti, “certa che lo Stato saprà farsi carico delle necessità dei richiedenti protezione internazionale secondo gli standard previsti dal diritto internazionale”, e si concentrerà su "nuove progettualità di accompagnamento per le persone straniere presenti in Italia, in possesso di regolare permesso di soggiorno per motivi umanitari, al fine di migliorare l’inclusione sociale e l’inserimento nel mondo del lavoro", come si legge nella nota a firma degli uffici Migrantes, Caritas, Pastorale sociale e Pastorale missionaria. La diocesi, attraverso le proprie strutture, non ha quindi partecipato ai bandi prefettizi per l’affidamento del servizio di accoglienza e assistenza e intende “volgere attenzione ed impegno per sviluppare nuove progettualità di accompagnamento per le persone straniere presenti in Italia, in possesso di regolare permesso di soggiorno per motivi umanitari, al fine di migliorare l’inclusione sociale e l’inserimento nel mondo del lavoro”. Nela nota “si incoraggiano le comunità cristiane ad intraprendere o continuare le esperienze parrocchiali o vicariali di accoglienza diffusa, che prevedano esperienze socio-relazionali accoglienti, casa, formazione professionalizzante, tirocini-lavoro, scuola di italiano”. Da qui l’invito a tutte le persone di buona volontà che “desiderano costruire una società più accogliente e solidale a coinvolgersi nelle iniziative territoriali a loro vicine” e a sostenere tutte le attività promosse “considerando che saranno progetti non sostenuti da fondi pubblici”.

Sant’Egidio: 1000 giovani europei ad Auschwitz

18 Luglio 2019 - Roma - A 80 anni dallo scoppio della seconda guerra mondiale, 1000 giovani provenienti da 16 Paesi europei saranno a Cracovia, dal 19 al 21 luglio, per partecipare all’incontro “A Global Friendship to live Together in Peace”. In un tempo caratterizzato dalla reviviscenza di pregiudizi antisemiti e razzisti, dalla diffusione di slogan e atteggiamenti intolleranti e dalla crescita, specie tra i giovani, di movimenti nazionalisti, sovranisti e xenofobi in tutta Europa, il movimento dei Giovani per la Pace - legato alla Comunità di Sant’Egidio e impegnato, ogni giorno, nelle periferie con i bambini in difficoltà, i senza dimora, gli anziani soli - promuove un grande incontro internazionale per lanciare un messaggio di unità e pace. I giovani, studenti universitari e delle scuole superiori, faranno memoria dell’orrore della seconda guerra mondiale, dell’abisso della Shoah e del Porrajmos (lo sterminio di Rom e Sinti), convinti che continui a essere un riferimento decisivo per il futuro dell’Europa, per costruire una civiltà del convivere e società inclusive. Ascolteranno la testimonianza di Lidia Maksymowicz, sopravvissuta da bambina al campo di sterminio di Auschwitz Birkenau e vittima di esperimenti medici nazisti. Sabato 20 luglio, la visita al museo del campo di Auschwitz e una marcia silenziosa nel campo di sterminio di Birkenau, con la deposizione di corone di fiori al monumento memoriale delle vittime del lager, saranno l’espressione dell’impegno a contrastare ogni forma di violenza e razzismo.

Le pietre, lo sgombero e il censimento

18 Luglio 2019 - Assisi - San Francesco aiutaci a comprendere. Pietre ai braccianti foggiani impegnati a lavorare per un futuro di speranza, censimento per le minoranze etniche, rom in primo luogo, che spesso vivono in condizioni abitative a dir poco precarie, sgombero per i non graditi. La foto del bimbo coi libri in mano, il suo sguardo arrabbiato e avvilito mi fa soffrire. San Francesco ci sei necessario, non voglio giudicare ma aiutaci a comprendere che cosa sta accadendo alla nostra fragile umanità... (P. Enzo Fortunato)