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Card. Bassetti: la Chiesa italiana, attraverso Caritas e Migrantes cerca di dar corpo al Vangelo della carità e della gioia.

29 Settembre 2019 - Città del Vaticano – “Questa piazza vivace e colorata ha raccolto gente di ogni dove, unita nello spirito di lode al Signore, padre di tutta l’umanità. La fede e la potenza del risorto ci fanno sentire fratelli e ci spingono ad amare a tutti, come Lui ci ha amati e ha dato se stesso per noi. La Chiesa che è in Italia si sente interpellata dal mondo delle migrazioni”. E’ quanto ha detto il card. Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza Episcopale Italiana salutando, questa mattina, Papa Francesco al termine della celebrazione eucaristica in occasione della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato e ringraziandolo per “questa celebrazione che ha unito intorno all’altare uomini e donne di ogni luogo e di ogni razza. Milioni di donne, uomini giovani e anziani ogni anno lasciano la propria terra in cerca di una vita migliore, di un luogo di pace o di progresso dove poter trovare rifugio e dignità. Si tratta – ha detto il cardinale Bassetti - di un vasto movimento di popoli tormentati dalla violenza, dalla fame, dalla disperazione, che cerca aiuto presso i paesi più ricchi e capaci. Essi stendono la mano come il povero Lazzaro, chiedendo almeno le briciole del pane per sfamarsi. Ma il ricco epulone della parabola non vuole vedere né sentire, la sua ricchezza lo ha reso povero di sentimento e gli ha inaridito il cuore. Egli non vuol condividere con altri le sue ricchezze e la prosperità la considera cosa privata. Ma il Signore, con la sua Parola e il suo esempio di amore, ci invita ad essere solidali, a non assecondare le ingiustizie e l’empietà. I poveri che bussano alla nostra porta, i migranti che cercano una vita migliore sono il nostro prossimo nel bisogno”. “La mensa condivisa è compassione, amore, gioia. In questa eucaristia abbiamo condiviso il sacramento che ci fa figli e ci rende fratelli. Grazie, Santo Padre – ha concluso il presidente della Cei - per il suo esempio e la forza della sua parola. La Chiesa italiana, attraverso Caritas e Migrantes cerca di dar corpo al Vangelo della carità e della gioia. Preghiamo ogni giorno per lei e la sosteniamo con il nostro affetto. Pregano per lei i poveri da noi accolti, la cui voce sale al Cielo con maggior vigore”. Al termine al Papa è stato consegnata una copia del Rapporto Immigrazione di Caritas Italiana e Fondazione Migrantes. (R.Iaria)

Papa Francesco: non rimanere indifferenti di fronte al disprezzo e alla discriminazione

29 Settembre 2019 - Città del Vaticano – “Come cristiani non possiamo essere indifferenti di fronte al dramma delle vecchie e nuove povertà, delle solitudini più buie, del disprezzo e della discriminazione di chi non appartiene al “nostro” gruppo. Non possiamo rimanere insensibili, con il cuore anestetizzato, di fronte alla miseria di tanti innocenti. Non possiamo non piangere. Non possiamo non reagire”. Lo ha detto Papa Francesco questa mattina nell’omelia della celebrazione presieduta in Piazza San Pietro in occasione della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. Per il Papa”se vogliamo essere uomini e donne di Dio, come chiede San Paolo a Timoteo, dobbiamo «conservare senza macchia e in modo irreprensibile il comandamento» (1Tm 6,14); e il comandamento è amare Dio e amare il prossimo. Non si possono separare! E amare il prossimo come sé stessi vuol dire anche impegnarsi seriamente per costruire un mondo più giusto, dove tutti abbiano accesso ai beni della terra, dove tutti abbiano la possibilità di realizzarsi come persone e come famiglie, dove a tutti siano garantiti i diritti fondamentali e la dignità”. Amare il prossimo – ha quindi spiegato Papa Francesco - significa “sentire compassione per la sofferenza dei fratelli e delle sorelle, avvicinarsi, toccare le loro piaghe, condividere le loro storie, per manifestare concretamente la tenerezza di Dio nei loro confronti. Significa farsi prossimi di tutti i viandanti malmenati e abbandonati sulle strade del mondo, per lenire le loro ferite e portarli al più vicino luogo di accoglienza, dove si possa provvedere ai loro bisogni. Questo santo comandamento Dio l’ha dato al suo popolo, e l’ha sigillato col sangue del suo Figlio Gesù, perché sia fonte di benedizione per tutta l’umanità. Perché insieme possiamo impegnarci nella costruzione della famiglia umana secondo il progetto originario, rivelato in Gesù Cristo: tutti fratelli, figli dell’unico Padre”. Il papa, commentando le Scritture di questa domenica Ghana quindi sottolineato che “dobbiamo avere un’attenzione particolare verso i forestieri, come pure per le vedove, gli orfani e tutti gli scartati dei nostri giorni” ed ha ricordato come il suo messaggio per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato ripete come un ritornello il tema: “Non si tratta solo di migranti”: “ed è vero: non si tratta solo di forestieri, si tratta di tutti gli abitanti delle periferie esistenziali che, assieme ai migranti e ai rifugiati, sono vittime della cultura dello scarto. Il Signore ci chiede di mettere in pratica la carità nei loro confronti; ci chiede di restaurare la loro umanità, assieme alla nostra, senza escludere nessuno, senza lasciare fuori nessuno. Ma, contemporaneamente all’esercizio della carità, il Signore ci chiede di riflettere sulle ingiustizie che generano esclusione, in particolare sui privilegi di pochi che, per essere conservati, vanno a scapito di molti”. Papa Francesco ha quindi affidato”all’amore materno di Maria, Madonna della Strada, delle tante strade dolorose, i migranti e i rifugiati, assieme agli abitanti delle periferie del mondo e a coloro che si fanno loro compagni di viaggio”. (Raffaele Iaria)

GMMR: in Vaticano una statua raffigurante una zattera di migranti

29 Settembre 2019 - Città del Vaticano - Al termine della liturgia presieduta dal papa per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato sarà scoperta una statua in bronzo raffigurante una zattera di migranti, opera dell’artista canadese Timothy Schmalz, che sarà collocata in Vaticano. Durante la celebrazione, da poco iniziata, canti nelle lingue dei Paesi di provenienza dei migranti mentre al momento dell’Offertorio i doni al Papa saranno portati, oltre che da una famiglia italiana, da una famiglia nigeriana, una siriana, una filippina e una slovacca. "Vi invito a partecipare a questa celebrazione per esprimere anche con la preghiera la nostra vicinanza ai migranti e rifugiati del mondo intero", aveva detto papa Francesco domenica scorsa al termine dell’Angelus. (R.I.)

GMMR in Portogallo: è possibile vivere l’accoglienza

29 Settembre 2019 - Lisbona – Le comunità cristiane hanno l'obbligo di dimostrare che è "possibile vivere l'accoglienza, la protezione, l'integrazione e la promozione" con rifugiati e migranti. Lo afferma Eugenia Quaresma, direttrice dell'Opera Cattolica Portoghese di Migrazioni (OCPM), rimarcando: “Il primo appello è alle nostre comunità. Abbiamo un mandato evangelico che invita ad accogliere, che parla di protezione, che ci dice che in ogni nazione ci sono discepoli di Cristo per adempiere questo mandato”. La direttrice, riferisce l’agenzia Fides, ha parlato della prossima celebrazione della Giornata Mondiale dei migranti e dei rifugiati, che la Chiesa cattolica ricorda questa domenica 29 settembre. La direttrice dell'OCPM afferma che "nel prendersi cura dei migranti e dei rifugiati, ogni persona si prende cura anche di se stessa, delle sue paure, perché conoscendo cosa spaventa e superando queste paure, se riesce a promuovere l'incontro e l'accettazione". La donna sottolinea il "forte richiamo" sul modo in cui "la società vive l'umanità" e come "l'accento è posto sullo sfruttamento umano", sulla tratta di esseri umani e "sulla responsabilità di ogni persona, non solo del cittadino, dei consumatori, ma anche delle aziende e di tutti”. Papa Francesco ha scelto il tema "Non si tratta solo di migranti" e il sottotitolo "riguarda anche le nostre paure" per la 105a Giornata mondiale dei migranti e dei rifugiati. “Il tema è molto bello, anche a causa del modo pedagogico in cui ci è stato presentato, parte del messaggio biblico. Poi c'è un messaggio del magistero e quindi esempi pratici di come la Parola può essere messa in pratica nella vita di tutti i giorni", conclude Eugenia Quaresma. Secondo gli ultimi dati pubblicati dalle Nazioni Unite, in Portogallo ci sono 880.188 immigrati, che rappresentano l'8,55% della popolazione del Portogallo. L'immigrazione femminile è più elevata rispetto agli uomini, con 469.533 donne, che rappresentano il 53,34% degli immigrati totali, rispetto ai 410.655 immigrati maschi, che sono il 46,65%. Guardando la classifica della presenza di immigrati, il Portogallo è il 64° paese al mondo in percentuale. I principali paesi di origine degli immigrati presenti in Portogallo sono Angola, 18,19%, Brasile, 15,62% e Francia, 10,57%.  

GMMR: le iniziative nella diocesi di Anagni-Alatri

28 Settembre 2019 - Anagni - Si celebrerà domani, domenica 29 settembre, la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, indetta da Papa Francesco per “esprimere la vicinanza ai migranti e rifugiati del mondo intero”. Come ogni anni, dal 1986, la Giornata è stata preceduta dalla diffusione del messaggio del Papa, il cui tema, per il 2019, abbraccia la complessità di ogni fenomeno di esclusione sociale che mina lo sviluppo integrale di tutta la famiglia umana. “Non si tratta solo di migranti” è il titolo scelto da Francesco per indicare come, “interessandoci e prendendoci cura di loro, ci interessiamo e cresciamo anche tutti noi”. Per celebrare questa Giornata, la Diocesi di Anagni-Alatri ha deciso di aprire le porte della Cattedrale a tutte le comunità “migranti” presenti sul territorio diocesano, al fine di dare un segnale concreto di accoglienza e permettere a tutti di conoscere un monumento così significativo del patrimonio culturale locale e nazionale. Le visite (gratuite) si svolgeranno per tutta la giornata di domenica 29, anche con una guida in lingua inglese o francese. Oggi e domani, invece, durante l’annuale Convegno diocesano che si terrà presso il Centro Pastorale di Fiuggi, sarà possibile incontrare l’Ufficio Migrantes, presente con uno stand dove poter reperire informazioni su attività e progetti. Infine, durante le celebrazioni eucaristiche di domenica 29, sarà possibile contribuire alla raccolta fondi in sostegno dei progetti socio-pastorali promossi dalla Fondazione Migrantes e dalla Conferenza Episcopale Italiana, nell’ambito del rafforzamento dei processi di accoglienza e integrazione nei territori diocesani. Le donazioni verranno raccolte in ogni Chiesa della diocesi. Per ulteriori info e contatti: migrantes@diocesianagnialatri.it, 0775728374

USMI Sicilia: per la GMMR convegno su “la diversità: risorsa o problema? “

28 Settembre 2019 - Siracusa - In occasione della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato le suore di Sicilia si radunano domani, 29 settembre, a Siracusa presso il santuario Madonna delle lacrime per riflettere sul tema indicato da papa Francesco: “Non si tratta solo di migranti”.  Relatore sarà p. Tommaso Guadagno, dell’ordine dei Gesuiti. Il Papa mette al centro migranti e rifugiati ma parla anche a ciascuno e di noi, del nostro essere, dei nostri limiti e delle grandi potenzialità che abbiamo nel riscoprirci fratelli nell’accoglienza e nella solidarietà con chi si mette in viaggio in cerca di pace e giustizia. Non si tratta solo di migranti, si tratta di carità e dovere verso gli uomini e le donne di ogni luogo, si tratta delle nostra umanità, si tratta della sopravvivenza. La giornata si articolerà in due momenti: in mattinata, a cura dell’ufficio pastorale e comunicazione USMI regionale Sicilia con la coordinazione di Suor Angelina Preci, delle Suore Scalabriniane delega regionale della pastorale migratoria, si terra un incontro di messa a fuoco e confronto sul tema della diversità. Nel pomeriggio unitamente al ufficio Migrantes della Diocesi di Siracusa organizzeremo la Festa dei Popoli. Ci raduneremo dinnanzi alla casa del pianto in via Delli orti e in corteo, sventolando le bandiere di ogni nazione raggiungeremo il parco del Santuario Madonna delle Lacrime. Questa momento di festa, tenendo sempre al centro il messaggio del papa Francesco sarà rallegrato da musica canti e balli, per sottolineare con gioia la bellezza delle diversità, e la appartenenza ad un’unica grande umanità. (sr. Angelina Preci)

GMMR: a Padova Opening Day dell’esperienza “Aggiungi un posto a tavola”

28 Settembre 2019 - Padova – “Non si tratta solo di migranti”. È questo il tema, voluto da papa Francesco, per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato che la Chiesa celebra domani, domenica 29 settembre 2019. La Pastorale Migrantes della Diocesi di Padova invita a celebrare la giornata nelle varie comunità parrocchiali, o di partecipare alla celebrazione eucaristica che si terrà alle ore 10.30, al Tempio della Pace a Padova. Al termine della messa seguirà un incontro conviviale che vedrà la partecipazione delle comunità cattoliche di origine italiana, africana francofona, cinese, filippina, indiana, ispanoamericana, romena di rito latino e di rito bizantino, srilankese e ucrania. “Attualmente – ricorda don Elia Ferro, della Pastorale Migrantes di Padova – la popolazione migrante, residente ormai da tempo sul territorio diocesano (più di 110 mila persone), sta vivendo, come molti di noi, un momento molto difficile, per la mancanza di certezza nel futuro. Molti lavoratori stanno cercando lavoro altrove (Belgio, Gran Bretagna, Germania, Stati Uniti). Altri tornano al paese d’origine dislocando così la famiglia che da poco si era ricongiunta”. Per conoscere meglio i numeri, le comunità immigrate attive in diocesi e le attività della Migrantes si veda http://www.migrantes.diocesipadova.it/

Scalabriniane: GMMR quest’anno ha un peso maggiore in occasione del Sinodo Panamazzonico

28 Settembre 2019 - Roma - “Il valore che ha oggi la Giornata mondiale dei migranti e dei rifugiati è speciale per il mondo intero. Il titolo della Giornata è ‘non si tratta solo di migranti’, ma questo evento avviene alla vigilia del Sinodo Panamazzonico, un momento in cui la Chiesa si raccoglie attorno a un’area del mondo così importante per il pianeta, per la sua biodiversità,  perché lì ora ci sono nuove frontiere che vedono passare i migranti. Ma allo stesso tempo, è un'area  resa fragile dagli egoismi e dagli interessi di quegli uomini che non riconoscono il creato come dono da custodire”. Lo dice in una nota suor Neusa de Fatima Mariano, superiora generale delle suore missionarie scalabriniane, congregazione che sin dalla sua fondazione si occupa proprio di assistenza ai migranti, in riferimento alla Giornata mondiale per i migranti e i rifugiati di domani 29 settembre. “Il nostro pensiero e le nostre preghiere vanno a tutti i migranti del mondo, ma quest’anno in special modo a quelli delle carovane del centro America e a coloro che attraversano il confine tra Venezuela e Brasile. Oltre a loro, pensiamo alle persone che vivono nei diversi confini tra Bolivia, Perù, Ecuador, Colombia, Venezuela, Guyana, dove in modo naturale vivono legami di solidarietà, di fraternità e di interculturalità; vivono in quel polmone di verde che a noi piace pensare essere il polmone che può dare respiro per una nuova speranza, prosegue la religiosa sottolineando che “invece di far abbattere gli alberi la politica dovrebbe distruggere i suoi stessi muri: ostacoli al dialogo e a una vita di pace e serenità”.

L’Elemosiniere del Papa nei “ghetti” del foggiano

28 Settembre 2019 - Città del Vaticano – A pochi giorni dalla Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, che si celebra domenica, Papa Francesco ha inviato l’Elemosiniere pontificio, il card. Konrad Krajewski a visitare i cosiddetti “ghetti” dell’area della Capitanata nel foggiano. Ieri, l’Elemosiniere, accompagnato dal Vescovo di San Severo, mons. Giovanni Checchinato, e dall’arcivescovo di Foggia-Bovino, mons. Vincenzo Pelvi, si è recato in due di questi insediamenti, in forma di baraccopoli o masserie abbandonate, per incontrare migliaia di lavoratori agricoli, per la maggior parte migranti provenienti dall’Africa (principalmente dalla Nigeria, Ghana, Senegal e Gambia), che vivono in condizioni di grave precarietà a livello giuridico, abitativo e sanitario. Con questo gesto – spiega una nota della Santa Sede - il Pontefice “desidera essere vicino a tutte queste persone vittime dello sfruttamento, dell’emarginazione e dell’esclusione, portare ad essi una parola di speranza e farsi voce del loro grido di aiuto in una società che sviluppa ‘al proprio interno la tendenza a un accentuato individualismo che, unito alla mentalità utilitaristica e moltiplicato dalla rete mediatica, produce la globalizzazione dell’indifferenza’”. Questa visita vuole far “risuonare” con forza le parole di Papa Francesco: “La risposta alla sfida posta dalle migrazioni contemporanee si può riassumere in quattro verbi: accogliere, proteggere, promuovere e integrare. Ma questi verbi non valgono solo per i migranti e i rifugiati. Essi esprimono la missione della Chiesa verso tutti gli abitanti delle periferie esistenziali, che devono essere accolti, protetti, promossi e integrati. Se mettiamo in pratica questi verbi, contribuiamo a costruire la città di Dio e dell’uomo, promuoviamo lo sviluppo umano integrale di tutte le persone e aiutiamo anche la comunità mondiale ad avvicinarsi agli obiettivi di sviluppo sostenibile che si è data e che, altrimenti, saranno difficilmente raggiunti”. Il primo ghetto visitato dall’Elemosiniere del Papa è il Borgo Mezzanone, frazione del comune di Manfredonia: si tratta di una piccola comunità rurale di circa 800 abitanti, appartenente alla Arcidiocesi di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo. Da un ventennio, a poco meno di un chilometro dalla borgata, l’ex aeroporto militare dell’Amendola è adibito e usato per l’emergenza dei profughi, prima della vicina Albania e successivamente dei migranti dell’Africa e Asia che chiedono protezione nel nostro Paese. Oggi il Cara di Borgo Mezzanone conta una presenza di circa un centinaio di richiedenti asilo, su una capienza di 450 posti. A poca distanza, nel luogo chiamato «ex pista», 1.500 persone, di diversa nazionalità, sono accampati in container o baracche di fortuna. Negli ultimi mesi, sono stati compiuti diversi interventi di abbattimento di edifici e baracche , con l’obiettivo di smantellare nel minor tempo possibile l’intero ghetto, ricollocando i migranti in “luoghi” più dignitosi che favoriscano anche un percorso d’integrazione. La buona volontà delle Istituzioni, tuttavia, sembra “non seguire un lavoro coordinato per la soluzione della questione”. Il secondo insediamento visitato è il cosiddetto Gran Ghetto, che sorge in Località Torretta Antonacci, nel territorio del Comune e della Diocesi di San Severo, a 25 Km da San Severo. Circa 20 anni fa, a Rignano Scalo, a metà strada fra San Severo e Foggia, venne sgomberato il primo Gran Ghetto, che la comunità dei lavoratori aveva creato in un ex zuccherificio. Dopo lo sgombero, la comunità dei lavoratori si insediò in un’area distante 15 minuti in automobile, immersa nelle campagne. Dopo quasi 20 anni dalla sua nascita, nel marzo del 2017, il Gran Ghetto venne sgomberato con il sequestro dell’intera area da parte della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari. Quest’ultima propose a una piccola quota degli abitanti, un’alternativa abitativa composta da tende e container o presso strutture comunali nel centro abitato di San Severo, senza riuscire a trovare soluzioni reali e dignitose all’emergenza. Nell’incendio scoppiato nella notte tra l’1 e il 2 marzo 2017, poche ore prima dello sgombero del Gran Ghetto, persero la vita due giovani del Mali di circa 30 anni, Mamadou Konate e Nouhou Doumbouya. Immediatamente dopo lo sgombero, una parte della comunità si è riversata in altri insediamenti della Capitanata, primo fra tutti l’ex Pista di Borgo Mezzanone, e un’altra parte ha ricostituito, nello stesso punto dello sgombero, il Gran Ghetto, con un gran numero di roulotte e di baracche. Se ne contano oltre 400. Le persone abitano in questo insediamento per tutto l’anno: il numero delle presenze varia dalle 200 unità nei mesi invernali, quando il lavoro nei campi diminuisce, fino alle oltre 800-900 unità nei mesi in cui si svolge la raccolta del pomodoro-uva-olive.

Altro naufragio nell’Egeo: sette le vittime, annegano due donne e cinque bambini

28 Settembre 2019 - Roma - Almeno 7 persone, cinque bambini e due donne, hanno perso la vita nel naufragio nel mar Egeo di un barcone di migranti, partito dalle coste della Turchia e diretto in Grecia. Lo ha reso noto la guardia costiera di Atene, che ha recuperato i corpi delle vittime nei pressi dell’isolotto di Inousses, vicino a Chios. I soccorritori hanno tratto in salvo 4 bambini, 3 donne e 5 uomini. Continua così a mietere vittime la rotta tra le isole greche e la terraferma: appena una settimana fa s’era registrato un altro naufragio, con una tragedia in parte scampato grazie all’intervento della Guardia costiera della Turchia. Allora furono 14 le persone salvate vicino al distretto di Bodrum, nella provincia sudoccidentale di Mugla, ma un bimbo anche in quel caso risultò disperso. E sempre un bambino rifugiato di 5 anni è stato travolto e ucciso martedì scorso da un camion vicino al campo sovraffollato di migranti di Moria, sull’isola greca di Lesbo. Si nascondeva in una scatola, vicino alla strada, per gioco. Dal primo al 22 settembre, secondo l’Ong Aegean Boat Report, 3.472 rifugiati sono arrivati a Lesbo (un’isola a soli dieci chilometri dalla costa turca). Solo venerdì scorso, secondo la stessa Ong, 439 persone sono sbarcate, anche se il campo di Moria è già sovraffollato con circa 12.000 migranti, quattro volte la sua capacità valutata dall’Acnur. In tutto sono 31.200 i migranti che hanno raggiunto la Grecia (23.700 via mare) da inizio anno alla data del 30 agosto. Molti di più dei 18.700 arrivati in Spagna e degli appena 5.235 in Italia.  

GMMR: sabato convegno al Centro pastorale diocesano di Cremona e domenica Messa con il Vescovo

25 Settembre 2019 - Cremona - In occasione della 105esima Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, dal titolo “Non si tratta solo di migranti”, gli Uffici pastorali Migrantes e Caritas della Diocesi di Cremona organizzano nella mattina di sabato 28 settembre, dalle 9, presso il Centro pastorale diocesano di Cremona (via Sant'Antonio del Fuoco 9A), un convegno diocesano che proporrà l’intervento dell'avvocato Lorenzo Trucco, presidente dell’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (Asgi). Il convegno è aperto a tutti e in special modo – spiega la diocesi -  a coloro che nelle comunità cristiane si occupano di accoglienza, integrazione e aiuto concreto in situazioni di precarietà, come la distribuzione di generi alimentari o abbigliamento. A seguire la testimonianza di alcuni rappresentanti delle parrocchie della diocesi di Cremona che vivono l’esperienza dell’accoglienza di profughi richiedenti asilo. “La cultura dominante del sospetto, la non chiarezza delle leggi, la difficoltà ad ammettere i nostri errori politico-amministrativi verso quei Paesi che stanno cercando di emergere e di avere una vita migliore, la non sempre facile via dell’integrazione (che non solo va proposta da parte nostra ma va anche accettata da parte di chi arriva) – afferma don Maurizio Ghilardi, incaricato diocesano Migrantes – corrono il rischio di farci interpretare la persona del migrante solo come elemento di disturbo per l’intera società. È vero, le fatiche da superare non sono poche, per tutte le parti in causa, ma l’opacità istituzionale, anche a livello europeo, non favorisce di certo quei processi che anche la Chiesa, insieme alle altre agenzie di accoglienza, insistentemente desidera progettare e realizzare, a beneficio di tutti”. Domenica 29 settembre, alle 16, presso la chiesa parrocchiale del Boschetto (Cremona), il vescovo, Mons.  Antonio Napolioni presiederà l’Eucaristia alla presenza delle comunità cattoliche straniere risiedenti sul territorio diocesano. Entrambi gli appuntamenti intendono offrire “una opportunità di riflessione e preghiera affinché in modo concreto i migranti possano trovare accoglienza, accompagnamento e integrazione nelle comunità cristiane”.  

GMMR: le celebrazioni nella diocesi di Cosenza-Bisignano

25 Settembre 2019 - Cosenza - Domenica 29 settembre anche nella diocesi di Cosenza-Bisignano si celebrerà la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. “Non si tratta solo di migranti”, il tema della Giornata: si tratta anche delle nostre paure; si tratta della carità; si tratta della nostra umanità; si tratta di non escludere nessuno; si tratta di mettere gli ultimi al primo posto; si tratta di tutte la persona, di tutte le persone; si tratta di costruire la città di Dio e dell’uomo. Questo il tema, il percorso e l’invito che Papa Francesco con il Messaggio per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato ci rivolge e che, l’Ufficio Migrantes della diocesi calabrese ha inteso far proprio, organizzando momenti di incontro, preghiera e festa per far crescere la consapevolezza sulle opportunità e la responsabilità offerte dalle migrazioni che, come richiamato da Papa Francesco, sono oggi per i cristiani da leggere come un “segno dei tempi”. La Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2019, giunta ormai alla sua 105.ma edizione, costituisce certo una buona occasione per sensibilizzare le comunità sul fenomeno della migrazione, ma anche per invitare i migranti cattolici e le loro famiglie presenti nelle nostre parrocchie alla partecipazione della Santa Messa e della vita parrocchiale”, dice il direttore dell’Ufficio Migrantes diocesano, Pino Fabiano invitando i parroci e le comunità parrocchiali a celebrare domenica la giornata nello spirito del messaggio del Papa, prevedendo che nelle Celebrazioni Liturgiche sia prevista la partecipazione dei migranti e lo svolgimento della Colletta Obbligatoria  come segno di solidarietà e di fraternità universale. Le celebrazioni si apriranno Venerdì 27 Settembre alle ore 18.30 presso la Parrocchia San Nicola di Cosenza con l’incontro “Non si tratta solo di migranti” che avrà inizio con la presentazione del Messaggio del Papa e proseguirà con la presentazione del Documento “Siamo Figli della Luce” - Documento dell’Agesci - Zona Terra dei Bruzi e proiezione di Video sull’Accoglienza e si concluderà alle ore 20.00 con la presentazione della Campagna “Io Accolgo” con una marcia da Piazza dei Bruzi ed  un Flash Mob in Piazza XI Settembre. Domenica 29 Settembre alle ore 12.00 presso la Parrocchia di Loreto si svolgerà la Celebrazione Multietnica con la partecipazione attraverso letture, canti e preghiere dei sacerdoti e delle comunità migranti presenti in Diocesi. Nel pomeriggio alle ore 16 in Piazza Loreto conclusione con la Festa delle Migrazioni con canti, musica, danza e cucina dal mondo e l’esibizione della Band Multietnica Migrantes.  

Mons. Lorefice a Lampedusa per “ricordare i fratelli migranti

25 Settembre 2019 - Lampedusa -  “Il Figlio di Maria e di Giuseppe, la prima famiglia di profughi dell’era cristiana, dice oggi alla comunità civile e cristiana di Lampedusa: “Sii porto di approdo; sii porto salvo”. “Perché attorno a Maria, con questo titolo, Porto Salvo, ti sei da sempre ritrovata e continui a ritrovarti”. “Sii porto di salvati e porto di salvezza soprattutto per chi è destinatario della predilezione di Dio: i suoi figli affamati, assetati, nudi, perseguitati, forestieri, ammalati, carcerati. A noi cristiani, il Signore, rivestendoci della sua Luce, continua a dire: “Voi siete la luce del mondo, il sale della terra”. Rinnova la sua chiamata: “venite vi farò pescatori di uomini”. Lo ha detto l’arcivescovo di Palermo, Mons. Corrado Lorefice, nel corso dell’omelia pronunciata a Lampedusa, durante la concelebrazione Eucaristica, presieduta nella Parrocchia di San Gerlando per i festeggiamenti in onore della patrona dell’isola delle Pelagie. Mons. Lorefice, per l’occasione, ha utilizzato il pastorale realizzato con il legno dei barconi, che ha usato Papa Francesco, nel suo primo viaggio l’8 luglio 2013. A sovrastare l’abside della chiesa parrocchiale, la Croce “Milagro” donata all’isola dallo stesso Pontefice, realizzata con i remi dei barconi dei migranti. Nella sua riflessione l’arcivescovo ha poi aggiunto: “Il Figlio di Dio che oggi dice a questa nostra santa assemblea, a questa nostra comunità cristiana che porta il nome di Gesù, Cristo: “Alzati! Rivestiti di luce” (Is 60,1). La luce di Cristo dilata il tuo cuore. Il nostro cuore. La luce di Dio, accolta, dilata il cuore. “L’abbondanza del mare si riversa su di te” (Is 60, 5), come ha annunziato il profeta Isaia. Il Figlio di Maria che dice a questa nostra umanità: “Non fuggire. Non chiuderti. Non voltare le spalle. Non alzare i muri. Chi viene dal mare è “la ricchezza delle genti” (Is 60, 5). È ricchezza perché – ha continuato – arrivano figli d’uomo e dunque figli di Dio. Figli amati da Dio. Destinati alla luce e alla vita da Dio. Le genti che arrivano dal mare sono portatori di ricchezza. Sul loro volto è la ricchezza del volto di persona, sono corpi umani, storie, sentimenti, portano attese, hanno sentimenti, desideri, ricercano felicità, libertà, pienezza di vita”. Mons. Lorefice si è recato anche presso il cimitero, accompagnato dai parroci don Carmelo La Magra e don Fabio Maiorana insieme a Paola La Rosa del Forum Lampedusa Solidale, dove si è fermato in religioso silenzio davanti alle tombe delle persone morte nel Canale di Sicilia durante le traversate per sfuggire alle guerre, alla fame e alle torture subite.

Messina: fra i piccoli sbarca anche un neonato di soli 10 giorni

25 Settembre 2019 - Roma - Li hanno aspettati sotto una pioggia battente sul molo Norimberga di Messina. E li hanno accolti con peluche e palloncini. I volontari della Croce Rossa hanno dato così il benvenuto ai 14 minori sbarcati dalla "Ocean Viking" a Messina. Quasi una festa per far dimenticare loro il lungo viaggio che hanno dovuto affrontare, preceduto dalla dura permanenza in Libia. Tra i primi a sbarcare, una mamma con i suoi tre figlioletti. La donna ha lasciato la nave di Sos Mediterranee e Msf con un neonato di 10 giorni e i fratellini di 1 e 3 anni. Il neonato, venuto alla luce prima di essere soccorso dalla nave, insieme ai fratellini è stato portato in ospedale per i controlli. Dopo i bambini hanno toccato terra i restanti dei 182 naufraghi che verranno ricollocati in diversi Paesi dell’Ue.

Campagna “Io accolgo”: “no accordi con Libia e decreti sicurezza”

24 Settembre 2019 - Roma - Reintrodurre la protezione umanitaria; abrogare la norma riguardante la residenza dei richiedenti asilo; ristabilire un sistema nazionale di accoglienza che promuova l’inclusione sociale di richiedenti asilo e titolari di protezione; abrogare le norme riguardanti i divieti per le navi impegnate nei salvataggi: sono queste le principali richieste contenute nell’appello al parlamento e governo presentato oggi a Roma dalla campagna “Io accolgo”, che riunisce una cinquantina delle principali organizzazioni che si occupano di accoglienza e migrazioni per testimoniare un’altra visione del fenomeno migratorio e promuovere azioni politiche efficaci. Sarà chiesto ai cittadini di firmarlo attraverso una piattaforma on line e banchetti in piazza. Il prossimo 29 settembre, Giornata mondiale del migrante e rifugiato, saranno in piazza San Pietro per la raccolta firme. Tutte queste richieste sono relative a norme contenute nei decreti sicurezza e sicurezza bis, di cui chiedono l’abrogazione. L’altra richiesta riguarda l’annullamento degli accordi con il governo libico, per cui i migranti intercettati dalla guardia costiera libica vengono riportati forzatamente in Libia “dove vengono commessi crimini contro l’umanità”. L’abolizione della protezione umanitaria così come previsto dal primo decreto sicurezza, ad esempio, “ha fatto scivolare migliaia di persone nell’illegalità – ha ricordato Giulia Gori, della Federazione delle Chiese evangeliche – aumentando di fatto l’insicurezza. Ci auguriamo che il nuovo governo voglia correggere queste storture e smettere di usare il tema migrazioni per fare campagne elettorali”. Antonello Cervo, dell’Asgi (Associazione studi giuridici immigrazione), ha puntato l’attenzione sulla norma ritenuta “assolutamente discriminatoria” che impedisce ai richiedenti asilo di iscriversi all’anagrafe “e nega di fatto la possibilità di fruire dei servizi sociali e sanitari”. Hassan Bassi, del Cnca (Coordinamento nazionale comunità di accoglienza), ha ricordato che in base al decreto sicurezza i richiedenti asilo non possono più essere inseriti nel sistema di accoglienza gestito dai Comuni (ex Sprar) “ma possono essere accolti unicamente nei Centri di accoglienza straordinaria, strutture prefettizie di grandi dimensioni e prive di servizi fondamentali come i corsi di italiano, l’orientamento lavorativo e la mediazione interculturale, ostacolando così l’integrazione nei territori”.

GMMR: diversità culturale… ricchezza per la società

23 Settembre 2019 -

Roma - Una società matura fa della diversità culturale un punto di forza, una risorsa da sfruttare in tutte le sue sfaccettature, una sorgente da cui abbeverarsi. Comprendere e accettare il diverso apre la mente e l’orizzonte verso il futuro. Si può essere cittadini del mondo anche rimanendo all’interno delle proprie mura domestiche. Non si deve essere dei viaggiatori seriali per conoscere le tante culture. La globalizzazione oggi porta nelle nostre case, nelle nostre scuole, nelle nostre strade usanze e conoscenze diverse. La diversità è una risorsa da sfruttare positivamente per allargare gli orizzonti culturali. Purtroppo nel linguaggio mediatico non sempre la parola ‘diverso’ assume questa accezione. Anzi, non di rado, diventa un demone da distruggere, un problema da fronteggiare, una paura da sopire. E la sintesi di tutto questo diventa la discriminazione e il rifiuto di chi non si conosce. L’immigrazione ha vissuto l’esplosione dei numeri, dei flussi, degli arrivi; anche questa una rivoluzione sociale e che ha trasformato un fenomeno limitato in un esodo di proporzioni bibliche. E l’incrocio tra media e immigrazione si presenta cruciale nella definizione dei tempi che stiamo vivendo. Non è certo una grande rivelazione affermare che, per chi opera nei media, l’immigrazione è un tema impellente, stringente, urticante e, naturalmente, molto delicato.

È un tema sensibile proprio perché da molto tempo le notizie collegate ai migranti sono uscite dal mero campo della cronaca per entrare nell’ambito politico con tutto ciò che comporta nelle scelte che i governi in questi anni hanno voluto-dovuto fare. E dobbiamo necessariamente constatare che la forte connotazione politica assunta dall’informazione sull’immigrazione non facilita chi svolge il mestiere di comunicatore: un giornalista preferirebbe parlare di vittime di naufragi o di problemi dell’integrazione avendo presenti principalmente gli aspetti umani, sociali e cronachistici, mentre è praticamente impossibile, adesso, non tenere presente della contrapposizione ideologica esplosa in Italia e in Europa ma anche in tantissimi confini del mondo come quello tra Messico e Stati Uniti. Un lembo del pianeta in cui ha risuonato il rumore delle ruspe mentre ergono un muro. Il piano del dibattito politico ha assunto toni e temi grotteschi sovrastando il grido di dolore di tante famiglie perbene in cerca di un legittimo futuro migliore. 

Oggi la comunicazione si esprime prevalentemente per titoli, per slogan, per aforismi, e questo moltiplica la radicalizzazione delle opposte visioni, impoverendo un dibattito già in partenza forzato negli scarni schemi di ‘pro e contro’ l’immigrazione oppure nel contrasto irrimediabile fra chi sostiene che l’immigrazione è un arricchimento sociale, economico e culturale e chi sostiene che essa porti principalmente problemi di criminalità e di affollamento sul mercato del lavoro. Nel tema scelto da Papa Francesco per la 105esima edizione della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che si celebra il 29 settembre ‘Non si tratta solo di migranti’ si comprende come il fenomeno dell’immigrazione abbracci realtà molto diverse tra loro ma accomunate da un unico desiderio: vivere una vita più dignitosa. E questa dignità non può essere, come si dice in gergo giornalistico, ‘in esclusiva’ per alcuni ma deve essere comune per tutti gli esseri umani. Purtroppo la trattazione mediatica delle notizie riguardanti l’immigrazione è divenuta oggi altamente problematica. Nonostante ciò, in questa gran confusione che ormai si è creata, ritengo irrinunciabile sia la prosecuzione di una copertura giornalistica vasta e articolata sia il mantenimento di una serenità e neutralità connaturate all’attività giornalistica. Per questo forme d’informazione che mirano alla pancia, all’emotività spicciola, al clamore dovrebbero essere deontologicamente e umanamente respinte con forza. Queste modalità di spettacolarizzazione sono piuttosto diffuse e costituiscono tentazioni da cui occorrerebbe rifuggire con la massima determinazione. Lo sguardo dei bambini sbarcati sulle nostre coste dopo giorni di navigazione senza cibo e acqua, la sofferenza delle madri che portano in grembo la speranza di un futuro migliore per i propri figli, la disperazione degli uomini in cerca di un lavoro per mantenere la famiglia sono immagini indelebili che non si possono cancellare e trasformare in una campagna politica. Certamente tra le migliaia di migranti ci sarà qualcuno che coscientemente intende delinquere ma la maggioranza di questa gente spesso tende la mano all’Italia e all’Europa. Per questo noi operatori della comunicazione, soprattutto televisiva, abbiamo l’obbligo di mostrare la realtà senza filtri ideologici, dando voce agli ultimi, agli indifesi senza categorie o stereotipi. Solo così, contrastando la ”globalizzazione dell’indifferenza”, il diverso diventa vicino. Solo così la diversità culturale diventa ricchezza per la società (Vincenzo Morgante -direttore di Tv2000)

Papa Francesco: l’invito alla celebrazione di domenica prossima per la GMMR

23 Settembre 2019 - Città del Vaticano - Domenica prossima, 29 settembre, si celebrerà la 105ma Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. Per  Per l’occasione Papa Francesco presiederà una solenne celebrazione eucaristica in Piazza San Pietro. Lo ha annunciato lui stesso ieri al termine della preghiera mariana dell'Angelus invitando "a partecipare a questa celebrazione per esprimere anche con la preghiera la nostra vicinanza ai migranti e rifugiati del mondo intero". (R.I.)

GMMR: il 29 settembre celebrazione con Papa Francesco in piazza San Pietro

19 Settembre 2019 - Roma -  “Non si tratta solo di migranti”: questo il tema scelto da papa Francesco, per la prossima Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che si celebrerà domenica 29 settembre 2019. I migranti, e specialmente quelli più vulnerabili, ci aiutano a leggere i “segni dei tempi”: “attraverso di loro il Signore ci chiama a una conversione, a liberarci dagli esclusivismi, dall’indifferenza e dalla cultura dello scarto. Attraverso di loro il Signore ci invita a riappropriarci della nostra vita cristiana nella sua interezza e a contribuire, ciascuno secondo la propria vocazione, alla costruzione di un mondo sempre più rispondente al progetto di Dio”, scrive il pontefice nel messaggio per questa giornata.”: “attraverso di loro il Signore ci chiama a una conversione, a liberarci dagli esclusivismi, dall’indifferenza e dalla cultura dello scarto. Attraverso di loro il Signore ci invita a riappropriarci della nostra vita cristiana nella sua interezza e a contribuire, ciascuno secondo la propria vocazione, alla costruzione di un mondo sempre più rispondente al progetto di Dio”, scrive il pontefice nel messaggio per questa giornata. Quest’anno la celebrazione principale della Chiesa Italiana sarà presieduta da Papa Francesco in Piazza San Pietro alle ore 10.30. La Chiesa Italiana chiama a raccolta in Piazza san Pietro tutti i fedeli. In vista della giornata il card. Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, ha inviato una lettera a tutti i vescovi italiani. “Sappiamo bene – scrive – quanto questo tema oggi sia spesso affrontato in maniera divisiva, persino nelle nostre comunità. Il fenomeno migratorio rischia di essere il capro espiatorio di paure e insicurezze, di un malessere sociale che ha cause ben diverse”. La Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato “riveste una valenza importante per tutti” scrive il porporato invitando i vescovi a partecipare alla messa che il papa Francesco celebrerà in piazza San Pietro. “Un’occasione per stringerci a lui ed esprimergli la nostra gratitudine per il suo coraggioso magistero. Concretamente, se ognuna delle nostre Chiese inviasse a Roma un gruppo, contribuiremmo a offrire un segno di comunione attorno al successore di Pietro”. Per informazioni e biglietti per la S. Messa in Piazza San Pietro si prega di rivolgersi alla Fondazione Migrantes: segreteria.direzione@migrantes.it

In dieci anni 10 mila bambini morti lungo le frontiere del mondo

17 Settembre 2019 - Madrid - 8200 bambini desaparecidos in Messico dal 2007, oltre 1600 bambini morti nel Mediterraneo dal 2014: sono questi i numeri drammatici emersi durante la tavola rotonda “I bambini vogliono la pace” nell’ambito dell’incontro interreligioso “Pace senza confini” organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio e dalla diocesi  di Madrid. Pietro Bartolo, il “medico di Lampedusa”, che ha visitato oltre 350mila migranti, nel raccontare il dramma dei bambini morti nei viaggi della speranza “molti dei quali bambini vestiti a festa, con il vestito buono” ha difeso il lavoro delle Ong che operano nel Mediterraneo: “Mi hanno insegnato che, chi salva una vita andrebbe considerato un eroe: com’è possibile che oggi a salvare dei naufraghi si venga considerati delinquenti?”. Alla sua voce si è aggiunta quella di Anabel Hernández Garcia, giornalista messicana, autrice di inchieste sulle connessioni tra narcotraffico e stato e sui desaparecidos nel suo paese: “Dal 2007 al 2018 – ha raccontato – 8195 bambini e adolescenti sono scomparsi in Messico: quasi due bambini al giorno, spesso con la complicità di poliziotti, militari e funzionari pubblici”. Adriana Gullotta, responsabile delle “Scuole della Pace” della Comunità di Sant’Egidio ha posto l’accento sul tema della educazione alla pace dei giovani europei: «Bisogna confrontarsi seriamente con la paura e l’ansia dei giovani, soprattutto dei più periferici e senza opportunità, che spesso cerca conforto affidandosi a leader forti, o trova sfogo nel senso di competizione con gli immigrati: ciò che rafforza la sicurezza dei bambini è il senso di appartenere ad una famiglia e ad una comunità sociale, dobbiamo coltivare nei giovani l’orgoglio di essere europei”. Le Scuole delle pace offrono un alfabeto di comprensione e appartenenza: “Se studio – dicono i bambini che la frequentano – potrò rispondere con le parole”.  

Don De Robertis: atteggiamento verso i migranti è cartina al tornasole delle nostre società”

17 Settembre 2019 - Roma -  “L’atteggiamento verso i migranti è la cartina al tornasole che ci dice la qualità della nostra vita comune e delle nostre società”. Ne è convinto don Gianni De Robertis, direttore della Fondazione Migrantes, per il quale “non è un caso che, negli ultimi anni, abbiamo assistito ad una crescente indifferenza e ostilità verso la sorte di queste persone con un aumento della solitudine e dell’isolamento, della conflittualità e della violenza”. “Abituarci a voltare lo sguardo dall'altra parte quando vediamo persone che rischiano la vita vuol dire voltare lo sguardo anche ai nostri vicini e congiunti”, osserva don De Robertis, in un’intervista pubblicata sul sito della Campagna Cei “Liberi di partire, liberi di restare”. Secondo il direttore della Fondazione Migrantes, poi, “lasciare fuori i migranti, che sono l’emblema dell’esclusione o le persone fragili e in difficoltà, significa escludere Cristo”. Nel ripetere che “è un’illusione pensare che la chiusura dei porti risolva la questione delle migrazioni” e che “chi è in pericolo di vita va prima di tutto salvato”, don De Robertis ricorda che “la vera sfida è saper coniugare l’accogliere con il proteggere, il promuovere e l’integrare”. “La questione – spiega – non è tanto relativa all'accoglienza, ma a cosa accade delle persone che arrivano sulle nostre coste. Il vero problema in Italia è la presenza di almeno 600 mila persone senza titolo di soggiorno, che entro il prossimo anno si prevede diventino 700 mila a causa degli ultimi decreti e dell’annullamento della protezione umanitaria, che vivono ai margini delle nostre città e sono facilmente preda dello sfruttamento e della criminalità”.