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Inps e Fondazione Migrantes, pensioni da e per l’estero: l’Italia delle migrazioni plurime è una realtà

23 Gennaio 2025 - A Roma, il convegno di Inps e Fondazione Migrantes: “@Migrazione da fenomeno sociale a fattore identitario”. I dati previdenziali ci dicono come sta cambiando il nostro Paese. Serve un patto intergenerazionale. L’Inps nel 2023 ha pagato all’estero complessivamente oltre 310.000 pensioni, per un importo di circa 1,6 miliardi di euro, verso 160 Paesi. Si trova nelle parole di apertura del presidente dell’Inps, l’avvocato Gabriele Fava, il cuore del convegno, organizzato dall’Istituto nazionale della Previdenza sociale insieme alla Fondazione Migrantes, dal titolo “@Migrazione da fenomeno sociale a fattore identitario”, che si è svolto oggi, a Roma, presso Palazzo Wedekind. Fava, ha sottolineato come il tema dell’emigrazione “non possa e non debba essere analizzato solo mediante statistiche e dati numerici, perché dietro ci sono scelte personali. L’obiettivo prioritario, per l’Inps, è di consentire al lavoratore migrante di affrontare con serenità il trasferimento e l’inizio di una nuova attività lavorativa, tutela fondamentale per rendere effettivo il diritto alla libera circolazione dei lavoratori”. Sull’immigrazione, il presidente Fava ha aggiunto che “è possibile ed auspicabile un'integrazione qualificata. Quindi, laddove oggi registriamo una richiesta o un fabbisogno del tessuto produttivo, se manca manodopera qualificata, la andiamo a intercettare e a integrare nel tessuto produttivo, in modo chiaro e regolare”. A chi stiamo pagando le pensioni? Ci sono i pensionati Inps che decidono di emigrare all’estero. Ve ne sono due tipologie: i pensionati italiani di cui si è molto parlato (sempre più specialisti, e sempre più donne, ma il cui trend rispetto al 2019 è oggi negativo: -24%); e i pensionati stranieri, che fanno rientro nei Paesi di origine, che rispetto al 2019 segnano un incremento del 25%. E poi ci sono gli italiani che hanno deciso di restare da pensionati nei paesi che li hanno ospitati come lavoratori. Chi emigra oggi? E chi rientra? Come emerge dall’ultimo “Rapporto Italiani nel mondo” della Fondazione Migrantes, l’unica Italia giovane, dinamica e in crescita, è quella che mette radici fuori dei confini nazionali. Dal 2006 a oggi la crescita della presenza italiana all’estero è raddoppiata. Il 45% della emigrazione “per espatrio” vede protagonisti giovani e giovani adulti tra i 18 e i 34 anni e il 23% di adulti dai 35 ai 49 anni. Dal 2006 la presenza all’estero delle donne italiane, in particolare, è più che raddoppiata (+106%). Ma il numero dei rientri non riequilibra le uscite. Tra coloro che sono rientrati, da più o meno tempo, e che continuano a rientrare, ci sono anche i pensionati grazie ai quali l’Italia riceve una sorta di “rimborso postumo” dai Paesi in cui questi suoi cittadini sono andati a vivere e lavorare per anni. La Svizzera, ad esempio, paga in Italia circa 2 miliardi di euro all’anno che corrispondono a circa 300 mila pensioni, un numero quasi uguale a quello del totale delle pensioni attualmente pagate dall’Italia in 160 paesi del mondo. La nuova Italia già esiste, ma chiede un patto intergenerazionale. Per la Fondazione Migrantes, i dati previdenziali dell’Inps confermano due evidenze emerse già dal proprio lavoro di ricerca e accompagnamento pastorale: che le migrazioni non sono perdita, ma guadagno a vari livelli; e che emerge la necessità di un “patto con i giovani” per una nuova Italia in cui ci sia più attenzione per le fragilità sistemiche e maggior impegno al loro superamento per poter scegliere e non essere costretti a emigrare.

 ➡ La sintesi degli interventi della giornata.

A Forlì, il 6 dicembre “Sguardi sulle migrazioni”

2 Dicembre 2024 - 2 Dicembre 2024 - Si terrà a Forlì il 6 dicembre alle ore 17,00 al Teaching Hub, parte del Festival della Migrazione 2024 di cui è promotore la Fondazione Migrantes, l’incontro “Sguardi sulle migrazioni”. La complessità delle migrazioni, infatti, trova poco spazio nel dibattito pubblico. Una complessità che ha a che vedere con il carattere transnazionale del fenomeno, sia perché parte di un mercato globale, sia perché espressione di una duplice condizione, quella di emigrati-immigrati, che vede tante persone di altri Paesi presenti in Italia, ma che restano allo stesso tempo legati ai paesi di origine, materialmente e simbolicamente. Questi saranno gli argomenti al centro dell'iniziativa e delle video-interviste realizzate dagli studenti del corso di Sociologia delle migrazioni, organizzata dal Dipartimento di Sociologia e Diritto dell’Economia dell’università di Bologna, in concerto con Migrantes, Penny Wirton Forlì, Nuova Civiltà delle Macchine, Caritas, Salute e Solidarietà, e con il sostegno di diverse realtà locali attive sul tema dei diritti dei migranti. L’incontro si concluderà con la presentazione del libro The Politics of Migrant Labour: Exit, Voice, and Social Reproduction, di Gabriella Alberti e Devi Sacchetto, edito da Bristol University Press nel 2024, con il professor Devi Sacchetto dell’Università di Padova.

Il programma completo del Festival della Migrazione.

 

Festival della migrazione, mons. Felicolo: “Città e cittadinanza camminano insieme”

26 Novembre 2024 - Prende oggi il via il ricco programma di eventi del Festival della Migrazione 2024 che si chiuderà a Modena il 30 novembre, facendo tappa tra Bologna, Ferrara, Carpi e altre località dell'Emilia Romagna, “sconfinando” anche a Rovigo. L'evento di apertura è il convegno di Bologna “Migrazione e cittadinanza: sfide e opportunità per rigenerare l’Italia” con gli interventi di S. Em. il card. Matteo Zuppi, presidente della CEI e arcivescovo di Bologna, e Stefano Bonaccini, europarlamentare, moderati da Agnese Pini, direttrice de Il Resto del Carlino. Introdurrà i lavori il saluto di mons. Pierpaolo Felicolo, direttore generale della Fondazione Migrantes. "Migrazione, cittadinanza, sfide, opportunità, rigenerare. Non sono parole messe a caso - spiega mons. Felicolo -, l’una accanto all’altra creano un percorso a cui porre attenzione e valore". E aggiunge: "La città cresce nella misura in cui riconosce le persone che nascono, crescono e vivono in città. Città e cittadinanza camminano insieme". Allargare il concetto di cittadinanza è dunque "una scelta che implica quella di allargare la responsabilità sociale e la partecipazione dei cittadini immigrati", considerando la cittadinanza come “dono”, per tutti. Per il direttore generale della Fondazione Migrantes, infine "il nostro passato e il nostro presente emigratorio, come ci mostrano i dati del nostro Rapporto Italiani nel Mondo, devono essere sprone per guidarci all’apertura e all’inclusività. Chi parte dall’Italia è sempre più giovane e dinamico, come lo è chi arriva. Sono queste nuove generazioni, migranti, dinamiche e multiculturali, i cittadini e le cittadine dell’Italia e del mondo, che possono aiutarci a rigenerare il nostro Paese".

Festival della migrazione, Europa-Africa andata e ritorno: i cammini e le storie che rigenerano l’Italia

25 Novembre 2024 - Dopo alcune iniziative preparatorie, prende il via martedì 26 novembre a Modena, il ricco programma di eventi del Festival della Migrazione 2024 che si chiuderà sempre a Modena il 30 novembre, facendo tappa tra Bologna, Ferrara, Carpi e altre località emiliane, "sconfinando" anche a Rovigo. Tra gli eventi principali, il pomeriggio del 26 a Bologna dalle ore 16:00 il convegno "Migrazione e cittadinanza: sfide e opportunità per rigenerare l’Italia" con gli interventi di S. Em. il card. Matteo Zuppi, presidente della CEI e arcivescovo di Bologna, e Stefano Bonaccini, europarlamentare, moderati da Agnese Pini, direttrice Il Resto del Carlino. Introdurrà i lavori il saluto di mons. Pierpaolo Felicolo, direttore generale della Fondazione Migrantes. La sera stessa a Sassuolo, dalle ore 20.45, è invece in programma la presentazione del Rapporto Italiani nel Mondo 2024 della Fondazione Migrantes con il saluto di mons. Felicolo, l'introduzione della curatrice del Rapporto, Delfina Licata (Fondazione Migrantes), e gli interventi tra gli altri di Marisa Fois (Fondazione Migrantes) che presenterà un focus sul tema "Cittadinanza e Africa". Il giorno 27 a Modena dalle ore 9:00 l'apertura istituzionale sul tema del Festival, "Europa-Africa andata e ritorno: le storie e i cammini che rigenerano l’Italia" con le relazioni, tra gli altri, di Antonio Tajani, vicepresidente del Consiglio dei ministri e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, S.E. mons. Gian Carlo Perego, presidente della Fondazione Migrantes e arcivescovo della diocesi Ferrara-Comacchio. Mons. Perego, nel corso della stessa giornata, chiuderà anche i lavori a Ferrara su "Memorie Migranti. Perché e come fare memoria della migrazione", e quelli del 28 pomeriggio a Rovigo, imperniati su "Scuola: laboratorio di convivenza e nuova cittadinanza". Il Festival, promosso dalla Fondazione Migrantes della Conferenza Episcopale Italiana e dall’Associazione Porta Aperta di Modena, in collaborazione col Centro di Ricerca Interdipartimentale su Discriminazioni e vulnerabilità di UNIMORE, nasce dal bisogno di uno studio approfondito e non ideologico del fenomeno delle migrazioni, che richiede una riflessione lontana dai luoghi comuni. L’obiettivo del Festival è quello di rappresentare la diversità, le sfumature e l’esperienza soggettiva all’interno della migrazione, partendo dal comune denominatore dell’appartenenza all’umanità. L'intenzione dei promotori è sfidare la retorica che riduce i migranti a categorie semplicistiche: nemici attivi o vittime passive.

Il programma completo.

  Manifesto Festival della Migrazione 2024

Cipro e Ue sottoscrivono memorandum d’intesa e un piano d’azione per un’accoglienza “in linea con le pertinenti norme e il diritto dell’UE”

22 Febbraio 2022 -
Roma - Un memorandum d’intesa e un piano d’azione dettagliato sono stati firmati ieri a Cipro dalla commissaria per gli affari interni Ylva Johansson e dal ministro dell’Interno cipriota Nicos Nouris. Nel programma sono coinvolti anche l’Agenzia dell’Unione europea per l’asilo, la Guardia costiera e di frontiera europea (Frontex) e Europol, per “istituire un sistema di gestione della migrazione ben funzionante e a prova di futuro, in linea con le pertinenti norme di accoglienza e il diritto dell’Unione” si legge nel testo del memorandum. Tra gli impegni presi da Cipro, mettere in atto “riforme strutturali e migliorare gli sforzi di coordinamento e collaborazione” nella gestione dei flussi mentre la Commissione garantisce sostegno operativo e finanziario. Le autorità di Cipro dovranno perciò migliorare la qualità delle procedure di prima accoglienza (con l’obiettivo di alleggerire il peso sul grande campo di Pournara, ad esempio) e delle condizioni materiali di alloggio dei richiedenti asilo; implementare correttamente le procedure di verifica delle domande di asilo, l’iter per gli eventuali rimpatri o i processi di integrazione soprattutto nel caso di minori non accompagnati. Il rispetto degli standard europei è il parametro di valutazione che uno “steering group” apposito dovrà monitorare nel verificare la corretta implementazione degli impegni.

Istat: migrazioni internazionali e interne in forte calo nel 2020

1 Febbraio 2022 - Roma - Nel 2020, iscrizioni e cancellazioni anagrafiche sono state fortemente influenzate dalle limitazioni alla mobilità interna e soprattutto internazionale causate dalla pandemia. Lo dice oggi l'Istat nel report sulle iscrizioni e cancellazioni anagrafiche relative al 2020. Inoltre, non si può escludere un effetto “amministrativo” dovuto - scrive l'istituto di statistica - al rallentamento nella lavorazione delle pratiche di trasferimento di residenza da parte dei Comuni anche per le difficoltà di verifica sul territorio. I primi dati provvisori del periodo gennaio-ottobre 2021 evidenziano un incremento moderato dei flussi migratori interni e più marcato di iscrizione dall’estero (rispettivamente, +7% e +16% rispetto allo stesso periodo del 2020), tuttavia i livelli mensili sono ancora "ben lontani dai valori registrati prima della pandemia; si osserva anche una continua riduzione dei flussi in uscita dal Paese (-21%)".

Vescovi Messico: appello al Governo sul tema dei migranti

7 Dicembre 2021 - Città del Messico- “Oggi più che mai è urgente un intervento deciso dei tre livelli di governo, nel rispetto dei diritti fondamentali dei migranti. La responsabilità e l’obbligo sono molto chiari: spetta al governo del Messico creare condizioni dignitose per l’esercizio di tutti i diritti per tutte le persone in conformità con la Costituzione politica del Messico”. Lo afferma la Conferenza Episcopale del Messico in un messaggio diffuso domenica e intitolato “Urgente appello al Governo del Messico”. La Chiesa messicana torna ad alzare la sua voce sulla situazione migratoria e soprattutto sull’emergenza che si continua a vivere alla frontiera sud, nel Chiapas e in particolare nel territorio della diocesi di Tapachula. Un’emergenza, accusa il messaggio, acuita dall’atteggiamento delle autorità, mentre aumentano anche le violenze tra gli stessi stranieri, in questo momento in maggioranza haitiani: “La situazione dei migranti a Tapachula ha assunto una dimensione e una complessità allarmanti. Oltre al sovraffollamento, ai ritardi nelle procedure di richiesta del riconoscimento dello status di rifugiato e del visto umanitario, a vessazioni e abusi da parte delle autorità locali e federali, ora si sono aggiunte la disperazione ed episodi di violenza da parte loro, in risposta alle tante promesse non mantenute dal Governo federale”. La tensione è dovuta, tra l’altro, alle promesse non mantenute di trasferimento dei migranti più a nord. Voci che hanno alimentato degli spostamenti massicci, come quello che ha interessato la torrida strada costiera del Chiapas. “La situazione che stiamo vivendo – scrivono i vescovi – è caotica: sofferenza, disperazione e violenza. In mezzo a questa complessa realtà, la Chiesa cattolica, attraverso la diocesi di Tapachula, è rimasta ferma nel fornire assistenza umanitaria ai migranti, preoccupata anche da una politica confusa e inefficace del Governo federale, dall’indifferenza del Governo statale e il ruolo di spettatori delle amministrazioni comunali. Il nostro desiderio di aiutare è molto grande, facciamo il possibile al meglio delle nostre capacità e, sebbene le risorse siano limitate, continueremo sempre a farlo con sollecitudine e con profondo spirito cristiano”. Inoltre, si legge nel testo, “riceviamo con disappunto la notizia che il governo del Messico ha deciso di riprendere il programma Mpp, meglio conosciuto come “Quédate en México (Rimani in Messico) poiché viola molteplici principi internazionali in materia di rifugiati e asilo, come il diritto a un giusto processo e non respingimento. Con profonda sincerità ci auguriamo che le persone nel contesto migratorio che si trovano in territorio messicano possano vedere una luce di speranza in questa valle di indifferenza, dolore”.  

Papa Francesco all’OIM: la migrazione diventi una scelta ben informata

30 Novembre 2021 - Milano - Per il terzo giorno consecutivo Papa Francesco fa udire la sua voce sul tema delle migrazioni. Ieri lo ha fatto con un video messaggio inviato all’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni. Domenica mattina al termine dell’Angelus recitato dalla finestra dello studio del Palazzo Apostolico aveva espresso il proprio dolore per l’ennesima tragedia del mare in cui sono morte decine di migranti, anche se questa volta nel canale della Manica tra Francia e Gran Bretagna. E sempre domenica in piazza San Pietro erano presenti gli organizzatori del Giàvera Festival (che promuove il dialogo e l’incontro tra popoli e culture), che il Papa ha ricevuto in udienza sabato mattina e con i quali era tornato a parlare delle torture che «i migranti subiscono ancora oggi» e davanti alle quali «non possiamo chiudere gli occhi». Un tema non solo d’attualità, ma anche fondamentale per la Chiesa cattolica, nel cui insegnamento, ricorda papa Francesco nel suo videomessaggio all’Organizzazione internazionale per le migrazioni, «troviamo l’insegnamento che ci esorta a non trascurare l’ospitalità verso lo straniero». E mandando i propri auguri per i 70 anni della Organizzazione, papa Francesco ha ribadito con forza le motivazioni alle base dell’adesione della Santa Sede «come Stato membro dell’Organizzazione, così come voluto dal mio predecessore Benedetto XVI dieci anni fa». Ecco allora «l’affermare la dimensione etica degli spostamenti di popolazione», ma anche «offrire da parte della Chiesa cattolica, attraverso la sua esperienza e la sua consolidata rete di associazioni sul campo in tutto il mondo, la propria collaborazione ai servizi internazionali dedicati alla persone sradicate». Infine, «prestare un’assistenza integrale in funzione dei bisogni, senza distinzioni, basata sulla dignità inerente a tutti i membri della stessa famiglia umana». Anche per questo nel suo videomessaggio Francesco ritorna a chiedere che parlando di migranti non ci si fermi solo a ciò che gli Stati fanno per accoglierli, ma anche a «pensare a quali benefici apportano alle comunità che li accolgono, i migranti stessi», spostando dunque il punto di vista. E tra i punti sollecitati all’Oim, anche quello «di affrontare le condizioni perché la migrazione diventi una scelta ben informata e non una necessità disperata». Proprio questa «necessità disperata» è spesso alla base delle tante tragedie che vedono vittime i migranti. «Sento dolore per le notizie sulla situazione in cui si trovano tanti di loro» ha detto ricordando la tragedia della Manica, i confini della Bielorussia e sottolineando che «molti sono bambini. Tanto dolore pensando a loro». E mentre esprime «vicinanza e preghiera» ai migranti, rinnova «l’appello accorato», alle autorità civili e militari, «affinché la comprensione e il dialogo prevalgano finalmente su ogni tipo di strumentalizzazione e orientino le volontà e gli sforzi verso soluzioni che rispettino l’umanità di queste persone». (Enrico Lenzi – Avvenire)    

Consiglio Europeo: le migrazioni tra i temi al centro del confronto

24 Giugno 2021 - Bruxelles - Tra i temi a centro del confronto, oggi e domani, del Consiglio europeo che si svolgerà a Bruxelles quello delle migrazioni. Nella lettera di invito il presidente Charles Michel evidenzia che sarà fatto il punto "della situazione sulle varie rotte” con l’obiettivo di “prevenire la perdita di vite umane e ridurre la pressione sui confini dell’Ue” e perciò “rafforzare la nostra cooperazione con i Paesi di origine e di transito” con “un’azione che produca risultati rapidamente”.  

L’Italia sostiene la Colombia sulla crisi migratoria venezuelana

23 Giugno 2021 - Roma - Alla presenza dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati Filippo Grandi, l’Ambasciatore d’Italia in Colombia, Gherardo Amaduzzi, ha confermato alla Viceministra degli Affari Esteri Adriana Mejia Hernandez, il nuovo contributo del Governo italiano alla Colombia per la gestione della crisi migratoria venezuelana che verrà canalizzato attraverso l’UNHCR. La Viceministra e l’Ambasciatore hanno, inoltre, presenziato alla firma del Memorandum of Understanding (MoU) tra il Gruppo ENEL Colombia, l’ACNUR e l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), che mira a rafforzare le condizioni di inclusione socioeconomica della popolazione migrante venezuelana in Colombia.  

Istat: migrazioni bloccate dalla pandemia

3 Maggio 2021 - Roma - Nel 2020, le migrazioni, la componente demografica più̀ dinamica negli ultimi venti anni, sono state limitate. Quasi in ogni Paese, a causa della pandemia, sono state imposte barriere all'ingresso dei confini nazionali e limitazioni al movimento interno. Per milioni di persone è stato sostanzialmente impraticabile spostarsi, indipendentemente dal fatto che si possedessero o meno validi motivi di lavoro, studio o familiari. In Italia le iscrizioni in anagrafe dall’estero per trasferimento di residenza si sono pertanto ridotte del 34% rispetto al 2019 (da 333mila a 221mila), le cancellazioni del 21% (da 180mila a 142mila). Anche per quanto riguarda la mobilità interna la riduzione è significativa, avendo avuto luogo il 12% in meno di trasferimenti di residenza tra Comuni.  Il dato è contenuto nel report sugli indicatori demografici diffuso oggi dall’Istat.  Secondo l’Istituto di Statistica italiano il saldo migratorio netto con l’estero si ferma a 1,3 per mille abitanti, esattamente la metà di quello rilevato nel 2019. La riduzione interessa tutte le aree del Paese, ma prevalentemente il Centro (da 3,6 a 1,9 per mille) e il Nord (da 3,2 a 1,6 per mille), più che il Mezzogiorno (da 1,1 a 0,6 per mille). Le regioni con la dinamica più̀ vivace per migrazioni internazionali sono la Liguria e la Toscana (2,4 per mille) ma entrambe presentano una forte riduzione rispetto all’anno precedente (rispettivamente 4,2 e 4,6 per mille). La Valle d’Aosta è l’unica regione con un saldo negativo (-0,1 per mille) mentre in Sicilia (0,3 per mille) e Sardegna (0,1 per mille) il tasso è più̀ che dimezzato rispetto al 2019. Nonostante le limitazioni, anche nel 2020 si registrano movimenti migratori interni sfavorevoli al Mezzogiorno. In tale ambito nel corso dell’anno circa 364mila individui hanno lasciato un Comune quale luogo di residenza per trasferirsi in un altro Comune italiano (eventualmente anche dello stesso Mezzogiorno), mentre sono circa 317mila quelli che hanno eletto un Comune del Mezzogiorno quale luogo di dimora abituale (eventualmente anche provenienti da altro Comune dello stesso Mezzogiorno). Tale dinamica – spiega l’Istat - ha generato, per il complesso della ripartizione, un saldo negativo di circa 48mila unità (-2,4 per mille abitanti). Va precisato che i livelli migratori si sono perlopiù̀ ridotti rispetto al 2019 proprio per le limitazioni imposte allo spostamento. Il tema accomuna tutte le regioni del Mezzogiorno che, prese singolarmente, presentano in generale saldi migratori interni negativi ma decisamente migliorati rispetto all’anno precedente. In Abruzzo si registra addirittura un ritorno a un dato positivo (+0,4 per mille) dopo ben nove anni consecutivi di saldi negativi. Le regioni del Nord, dove si riscontra un tasso del +1,5 per mille, rimangono quelle a maggiore capacità attrattiva, rispetto a quelle del Centro, che nel complesso registra un +0,7 per mille. Tuttavia, le dinamiche di queste due ripartizioni risultano tendenzialmente alterne e condizionate dagli aspetti legati alla diffusione della pandemia. Nel Centro, meno colpito dal virus, il saldo migratorio interno è in crescita (+0,4 per mille nel 2019) mentre nel Nord la riduzione è più che evidente (+2,5 per mille nel 2019), soprattutto nelle regioni più segnate dalla pandemia. Ad esempio, in Lombardia il tasso passa da 2,7 a 1,3 per mille, in Emilia-Romagna da 4,0 a 2,9 per mille e in Piemonte da 1,3 a 0,6 per mille.    

Diocesi Forlì-Bertinoro: oggi incontro su “Migrazioni: conoscere per comprendere”

22 Febbraio 2021 - Forlì -” Migrazioni: conoscere per comprendere". Questo il tema del primo incontro della nuova edizione della scuola di formazione all'impegno sociale e politico della diocesi di Forlì-Bertinoro diretta da Luciano Ravaioli. Gli incontri, che avranno come tema "Prendersi cura", si svolgono alle 20.45 tutti i lunedì di Quaresima fino al 29 marzo. L'incontro di stasera sarà aperto dal saluto e presentazione del vescovo, mons. Livio Corazza, e sarà coordinato da Walter Neri, direttore dell'Ufficio Migrantes della diocesi. Interverranno Maria Cristina Molfetta della Fondazione Migrantes che tratterà il tema "Il fenomeno migratorio e la politica europea di accoglienza ed asilo nell'anno del Covid"; la sociologa Chiara Marchetti su "Partecipazione e pratiche di cittadinanza dei migranti rifugiati", Simona Zoffoli e Alessandra Simone su "Fondazione Abitare: Esperienza locale di integrazione".  

Migrazioni: Ufficio europeo di sostegno per l’asilo (Easo) rafforza la sua attività nel Mediterraneo

14 Gennaio 2021 -

Bruxelles - Supporto operativo, invio di personale, stanziamento fondi: il fenomeno migratorio non è affatto diminuito nei mesi del Covid e anche per tale ragione l’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo (Easo) rafforzerà la sua attività nel Mediterraneo. In particolare saranno forniti sostegno a Grecia – maggior beneficiario –, Italia, Spagna, Malta e Cipro. Easo invierà circa duemila persone nei cinque Stati membri, di cui quasi mille in Grecia. “Il personale – specifica una nota – comprende assistenti sociali, interpreti, esperti di vulnerabilità, personale di supporto sul campo, personale per l’accoglienza, personale amministrativo”. Di recente Easo ha inserito la Spagna nel quadro delle proprie attività principali. Nei prossimi 12 mesi, l’Agenzia “impegnerà oltre 70 milioni di euro per le sue operazioni, che equivalgono a circa la metà del bilancio complessivo” dell’agenzia comunitaria. Oltre 45 milioni di euro (64%) di questi saranno impegnati in attività operative in Grecia. Easo “specifica che mentre il sostegno alla Spagna si concentrerà sullo sviluppo di un nuovo modello per l’accoglienza dei richiedenti asilo, l’attività in Italia continuerà a concentrarsi sulla qualità dei processi di asilo, sulla standardizzazione e sulle procedure di secondo grado (ricorsi) alla luce delle minori pressioni sul primo grado del Paese e infrastrutture di accoglienza. Fornirà inoltre un supporto più ampio al sistema di accoglienza e risponderà a eventi di sbarco ad hoc e di ricollocazione volontaria”. (Sir)

GMMR: diversità culturale… ricchezza per la società

23 Settembre 2019 -

Roma - Una società matura fa della diversità culturale un punto di forza, una risorsa da sfruttare in tutte le sue sfaccettature, una sorgente da cui abbeverarsi. Comprendere e accettare il diverso apre la mente e l’orizzonte verso il futuro. Si può essere cittadini del mondo anche rimanendo all’interno delle proprie mura domestiche. Non si deve essere dei viaggiatori seriali per conoscere le tante culture. La globalizzazione oggi porta nelle nostre case, nelle nostre scuole, nelle nostre strade usanze e conoscenze diverse. La diversità è una risorsa da sfruttare positivamente per allargare gli orizzonti culturali. Purtroppo nel linguaggio mediatico non sempre la parola ‘diverso’ assume questa accezione. Anzi, non di rado, diventa un demone da distruggere, un problema da fronteggiare, una paura da sopire. E la sintesi di tutto questo diventa la discriminazione e il rifiuto di chi non si conosce. L’immigrazione ha vissuto l’esplosione dei numeri, dei flussi, degli arrivi; anche questa una rivoluzione sociale e che ha trasformato un fenomeno limitato in un esodo di proporzioni bibliche. E l’incrocio tra media e immigrazione si presenta cruciale nella definizione dei tempi che stiamo vivendo. Non è certo una grande rivelazione affermare che, per chi opera nei media, l’immigrazione è un tema impellente, stringente, urticante e, naturalmente, molto delicato.

È un tema sensibile proprio perché da molto tempo le notizie collegate ai migranti sono uscite dal mero campo della cronaca per entrare nell’ambito politico con tutto ciò che comporta nelle scelte che i governi in questi anni hanno voluto-dovuto fare. E dobbiamo necessariamente constatare che la forte connotazione politica assunta dall’informazione sull’immigrazione non facilita chi svolge il mestiere di comunicatore: un giornalista preferirebbe parlare di vittime di naufragi o di problemi dell’integrazione avendo presenti principalmente gli aspetti umani, sociali e cronachistici, mentre è praticamente impossibile, adesso, non tenere presente della contrapposizione ideologica esplosa in Italia e in Europa ma anche in tantissimi confini del mondo come quello tra Messico e Stati Uniti. Un lembo del pianeta in cui ha risuonato il rumore delle ruspe mentre ergono un muro. Il piano del dibattito politico ha assunto toni e temi grotteschi sovrastando il grido di dolore di tante famiglie perbene in cerca di un legittimo futuro migliore. 

Oggi la comunicazione si esprime prevalentemente per titoli, per slogan, per aforismi, e questo moltiplica la radicalizzazione delle opposte visioni, impoverendo un dibattito già in partenza forzato negli scarni schemi di ‘pro e contro’ l’immigrazione oppure nel contrasto irrimediabile fra chi sostiene che l’immigrazione è un arricchimento sociale, economico e culturale e chi sostiene che essa porti principalmente problemi di criminalità e di affollamento sul mercato del lavoro. Nel tema scelto da Papa Francesco per la 105esima edizione della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che si celebra il 29 settembre ‘Non si tratta solo di migranti’ si comprende come il fenomeno dell’immigrazione abbracci realtà molto diverse tra loro ma accomunate da un unico desiderio: vivere una vita più dignitosa. E questa dignità non può essere, come si dice in gergo giornalistico, ‘in esclusiva’ per alcuni ma deve essere comune per tutti gli esseri umani. Purtroppo la trattazione mediatica delle notizie riguardanti l’immigrazione è divenuta oggi altamente problematica. Nonostante ciò, in questa gran confusione che ormai si è creata, ritengo irrinunciabile sia la prosecuzione di una copertura giornalistica vasta e articolata sia il mantenimento di una serenità e neutralità connaturate all’attività giornalistica. Per questo forme d’informazione che mirano alla pancia, all’emotività spicciola, al clamore dovrebbero essere deontologicamente e umanamente respinte con forza. Queste modalità di spettacolarizzazione sono piuttosto diffuse e costituiscono tentazioni da cui occorrerebbe rifuggire con la massima determinazione. Lo sguardo dei bambini sbarcati sulle nostre coste dopo giorni di navigazione senza cibo e acqua, la sofferenza delle madri che portano in grembo la speranza di un futuro migliore per i propri figli, la disperazione degli uomini in cerca di un lavoro per mantenere la famiglia sono immagini indelebili che non si possono cancellare e trasformare in una campagna politica. Certamente tra le migliaia di migranti ci sarà qualcuno che coscientemente intende delinquere ma la maggioranza di questa gente spesso tende la mano all’Italia e all’Europa. Per questo noi operatori della comunicazione, soprattutto televisiva, abbiamo l’obbligo di mostrare la realtà senza filtri ideologici, dando voce agli ultimi, agli indifesi senza categorie o stereotipi. Solo così, contrastando la ”globalizzazione dell’indifferenza”, il diverso diventa vicino. Solo così la diversità culturale diventa ricchezza per la società (Vincenzo Morgante -direttore di Tv2000)