Tag: Immigrati e rifugiati

Apg23: un manuale in 4 lingue per favorire integrazione e inserimento lavorativo delle vittime

16 Ottobre 2020 - Roma - In occasione della Giornata europea contro la tratta di persone (18 ottobre), è disponibile un manuale sulle buone prassi di integrazione e inserimento lavorativo delle vittime, con spunti di riflessione e proposte per operatori, volontari, famiglie accoglienti, professionisti del settore sociale e sanitario. “Opportunità e sfide: Linee guida sull’integrazione delle sopravvissute alla tratta ai fini sessuali, di nazionalità nigeriana. Dal recupero all’autonomia” il titolo del manuale, realizzato dalla Comunità Papa Giovanni XXIII in collaborazione con diverse associazioni europee che lottano contro la tratta di donne schiavizzate a causa della prostituzione. La decisione delle vittime di tratta di scappare, si legge nell’introduzione, “è una scelta difficile, che dura tutta la vita e va rinnovata ogni giorno. Da quel momento, insieme alle organizzazioni che si occupano del loro recupero, inizia un cammino di protezione ed inserimento sociale che consenta non solo la sopravvivenza ma una vera e propria rinascita”. Esattamente quello che fanno migliaia di organizzazioni — come la Comunità di don Benzi — in Italia e nel mondo. La pubblicazione — disponibile in quattro lingue — è stata realizzata nell’ambito del progetto europeo Right Way che ha l’obiettivo di sviluppare un percorso d’integrazione per l’inclusione economica e sociale di donne nigeriane sopravvissute alla tratta. Attraverso il progetto è stato realizzato un percorso pilota per sostenere l’integrazione di 50 sopravvissute e sono state sviluppate attività da remoto per consentire alle comunità ospitanti di aumentare la capacità di supportare l’integrazione delle donne durante l’emergenza Covid-19.

Viminale: 25.920 i migranti sbarcati sulle nostre coste nel 2020

15 Ottobre 2020 - Roma - Sono 25.919 i migranti sbarcati sulle coste italiane da inizio anno. Il dato è del Ministero dell'Interno aggiornato alle 8 di questa mattina. Dei quasi 26.000 migranti sbarcati in Italia nel 2020, 10.745 sono di nazionalità tunisina (41%), sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco; gli altri provengono da Bangladesh (3.333, 13%), Algeria (1.166, 5%), Costa d’Avorio (1.112, 4%), Pakistan (1.076, 4%), Sudan (791, 3%), Egitto (758, 3%), Marocco (691, 3%), Afghanistan (676, 3%), Somalia (618, 2%) a cui si aggiungono 4.954 persone (19%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione.

L’accoglienza che ci fa ‘fratelli tutti’

15 Ottobre 2020 - Roma - Ci si occupa di dargli cibo e un tetto. Ma a volte si trascurano gli aspetti psicologici di chi arriva sulle nostre coste. Così, ad esempio, a Lampedusa c’è un progetto che si occupa di questo. Come pure la formazione professionale di chi arriva attraverso la rotta balcanica ad Udine. O ancora i laboratori agricoli con i lavoratori nei ghetti del metapontino, l’assistenza ai minori e la promozione culturale delle donne rom in Albania. Sono queste alcune delle 130 esperienze della Campagna 'Liberi di partire, liberi di restare', ma più di tante spiegazioni parlano i gesti. "Il risultato più bello è vedere adesso i nostri giovani che lavorano nei campi invitati alle cene dai colleghi, oppure le ragazze strappate alla tratta che vivono in parrocchia invitate a pranzo la domenica anche dai parrocchiani più scettici all’inizio". Don Antonio Polidoro, direttore dell’ufficio Migrantes di Matera, racconta del ghetto di 500 persone che si era creato anche a seguito dei decreti sicurezza. Da lì il progetto con cui si è cercato di integrare molti di loro nella raccolta delle fragole. Parla invece delle "ferite invisibili" che cerca di curare con il progetto portato avanti sull’isola porta d’Europa Germano Garatto, coordinatore Re-agire con i migranti onlus, "dell’amarezza di un continente che non si aspettavano così, della consapevolezza di quanto le famiglie d’origine hanno riposto anche economicamente nella loro partenza, del loro sentirsi in retrocessione sociale, non liberi in quella che consideravano patria di diritti". A Udine è stato attivato invece il progetto “Liberi di stare bene”, dove l’accoglienza si fa attraverso i laboratori di cucina, sartoria e falegnameria. "Consideriamo l’accoglienza una forma di resistenza culturale – ha spiegato il vice direttore Caritas Paolo Zenarolla – le nostre comunità vengono alimentate dalla cultura del rifiuto". In Albania, invece, grazie a borse di studio alcune ragazze sono riuscite a laurearsi e si cerca di aiutare i giovani a non andare via. "Gli scafisti si stanno riorganizzando, siamo preoccupati – ha ammesso padre Antonio Leuci, direttore di Caritas Albania – Mentre tutti vanno via, noi Chiesa restiamo a lottare e soffrire con il popolo». E ci sono ancora tanti progetti in corso. "Speriamo di aver contribuito ad innescare prassi virtuose – la conclusione di Don Leonardo Di Mauro, responsabile del Servizio per gli interventi caritativi a favore dei Paesi del Terzo Mondo –. Far percepire i migranti come fratelli e non come nemici". (Alessia Guerrieri - Avvenire)

Card. Bassetti: la Campagna “Liberi di partire, liberi di restare”, è stata “un luogo di testimonianza di libertà, di solidarietà, di giustizia, di democrazia, di pace”

14 Ottobre 2020 -

Roma - La campagna della CEI, “Liberi di partire, liberi di restare”, è stata "un ‘segno dei tempi’, un luogo di testimonianza di libertà, di solidarietà, di giustizia, di democrazia, di pace. È stata un cammino che, in questi tre anni, ha visto protagonisti i migranti e, insieme a loro, operatori, volontari, religiosi, religiose, sacerdoti e laici, in Italia e all’estero". Lo ha detto questa mattina il Card. Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, nell'omelia della messa che ha aperto l'evento conclusivo della campagna "Liberi di partire, liberi di restare".  Attraverso i tanti progetti avviati nei Paesi di partenza dei flussi migratori, di transito e di arrivo, la campagna - ha detto il porporato - ha promosso "uno sviluppo umano integrale" per 'tutti gli uomini e tutto l’uomo', a livello familiare e comunitario. La nostra iniziativa ha permesso anche di sperimentare nuove piste di azione, di favorire una maggiore consapevolezza del dramma delle migrazioni, di realizzare iniziative concrete in diversi settori, come l’educazione, la formazione professionale, l’inclusione lavorativa, la tutela dei minori. Si è trattato di un lungo cammino di condivisione di storie e di iniziative che hanno cercato di gettare uno sguardo e porgere l’aiuto possibile sul vasto fenomeno delle migrazioni, che interessa da sempre il bacino del Mediterraneo, ma che ormai è divenuto un fenomeno planetario, con milioni di persone in tutto il mondo che sono alla ricerca di una vita migliore". "Spiace - ha detto quindi il Card. Bassetti - constatare che molte volte le parole che vengono dal mondo sono di chiusura ed esclusione, se non addirittura aggressive", come ha ricordato anche papa Francesco nella sua enciclica "Fratelli tutti". 

Il Presidente della CEI, dopo aver citato alcuni passaggi dell'Enciclica ha detto che "tra le opere di giustizia sulle quali verremo giudicati vi è anche quella dell’accoglienza nei confronti degli stranieri. Lo si legge nella grande scena del capitolo venticinquesimo del Vangelo di Matteo, quella in cui il Figlio dell’uomo, il re, dirà a coloro che si trovano alla sua sinistra: 'Ero straniero e non mi avete accolto' (Mt 25,43). Certo, quanto sta accadendo oggi in Italia, nel Mediterraneo, in Europa, è molto diverso dalla situazione a cui si riferiva Gesù, ma vale sempre la stessa regola, quella della giustizia e dell’amore, di cui ha detto il Signore". "Certo – ha scritto il papa nell’Enciclica Fratelli tutti -  l’ideale sarebbe evitare le migrazioni non necessarie e a tale scopo la strada è creare nei Paesi di origine la possibilità concreta di vivere e di crescere con dignità, così che si possano trovare lì le condizioni per il proprio sviluppo integrale. Ma, finché non ci sono seri progressi in questa direzione, è nostro dovere rispettare il diritto di ogni essere umano di trovare un luogo dove poter non solo soddisfare i suoi bisogni primari e quelli della sua famiglia, ma anche realizzarsi pienamente come persona". Parole "vere". "ecco perché ha spiegato - oggi siamo qui a riflettere su 'Liberi di partire, liberi di restare', un’occasione preziosa non solo per la nostra Chiesa, ma per tutta la società, che ha profondamente bisogno di agire concretamente e con giustizia, e di avere informazioni corrette, riconoscendo non solo la complessità dei problemi riguardanti le migrazioni, ma anche ricordando a tutti che – come si legge nel progetto della campagna – 'i migranti sono un valore e un tesoro per le città e i paesi'. Perché questo venga riconosciuto, certamente, è necessario 'fare ogni sforzo per integrare'. E siccome 'la complessità di tale processo implica formazione, dialogo, approcci sussidiari, partecipazione di tutti, inclusione, lungimiranza, programmazione che tenga conto delle esigenze e delle specificità dei territori e delle comunità di accoglienza', noi vogliamo essere - ha detto ancora il presidente della CEI - presenti in questo processo, e ci siamo già, con le nostre comunità ecclesiali, in prima linea".  Raffaele Iaria

Fondazione Moressa: tasse e contributi dei lavoratori stranieri valgono 18 miliardi

14 Ottobre 2020 - Roma - Nell’ultimo decennio l’immigrazione è diventata uno dei temi centrali dell’agenda politica. In realtà, dal 2011 l’Italia ha di fatto chiuso la porta agli immigrati extra-comunitari in cerca di lavoro, che per entrare in Italia hanno potuto usare solo i ricongiungimenti familiari o le richieste d’asilo. Gli occupati stranieri oggi producono il 9,5% del PIL italiano, ma il potenziale è frenato da lavoro nero e presenza irregolare. Questi alcuni degli elementi chiave del decimo Rapporto annuale sull’economia dell’Immigrazione a cura della Fondazione Leone Moressa, presentato oggi a Roma. Dal 2010 ad oggi gli stranieri residenti in Italia sono passati da 3,65 a 5,26 milioni (+44%), arrivando a rappresentare l’8,7% della popolazione (e superando il 10% in molte Regioni). Tuttavia, i nuovi Permessi di Soggiorno sono complessivamente diminuiti del 70%, a causa di una riduzione drastica di quelli per Lavoro (-97%): gli stranieri (extra-comunitari) oggi arrivano soprattutto per ricongiungimento familiare o motivi umanitari. Oggi gli occupati stranieri in Italia sono 2,5 milioni e negli ultimi dieci anni sono aumentati di 600 mila unità (+31% dal 2010). È un’occupazione concentrata prevalentemente nelle professioni meno qualificate, pertanto al momento è complementare rispetto all’occupazione italiana. I lavoratori stranieri sono prevalentemente uomini (56,3%) e 7 su 10 hanno un’età compresa tra 35 e 54 anni. Oltre la metà ha come titolo di studio la licenza media, mentre solo il 12% è laureato. Il Valore Aggiunto generato dai lavoratori stranieri è pari a 146,7 miliardi di euro, pari 9,5% del PIL. Valore ridimensionato da presenza irregolare, lavoro nero e poca mobilità sociale. Nell’ultimo decennio l’imprenditoria straniera è stata uno dei fenomeni più significativi: gli imprenditori nati in Italia sono diminuiti (-9,4%), mentre i nati all’estero sono aumentati (+32,7%). Le nazionalità più numerose sono Cina, Romania, Marocco e Albania, ma la crescita più significativa si registra tra gli imprenditori del Bangladesh e del Pakistan. Il 95% delle imprese a conduzione straniera è di proprietà straniera “esclusiva”, quindi senza soci italiani. Le imprese straniere producono un Valore Aggiunto di 125,9 miliardi, pari all’8,0% del totale. L’incidenza maggiore si registra nell’edilizia (18,4% del V.A. del settore). I contribuenti stranieri in Italia sono 2,29 milioni e nel 2019 hanno dichiarato redditi per 29,08 miliardi e versato Irpef per 3,66 miliardi. Sommando addizionali locali e contributi previdenziali e sociali si arriva a 17,9 miliardi. Oggi il saldo tra entrate (Irpef, IVA, Contributi, ecc.) e costi (Scuola, Sanità, Pensioni, ecc.) dell’immigrazione è ancora positivo (+500 milioni). Gli stranieri sono giovani e incidono poco su pensioni e sanità, principali voci della Spesa Pubblica. Ma i lavori poco qualificati e la poca mobilità sociale possono portare nel lungo periodo ad un saldo negativo. La procedura di regolarizzazione 2020 è solo l’ultima di una lunga serie che, dal 1987 ad oggi, ha portato all’emersione di oltre 2 milioni di stranieri irregolari (il picco nel 2002/2003, con quasi 650 mila “sanati”). La “sanatoria” ha portato nelle casse dello Stato 30 milioni di euro immediati (contributo una tantum al netto dei costi amministrativi), ma potrebbe portare altri 360 milioni di euro annui, sotto forma di tasse e contributi dei lavoratori regolarizzati.  

Campagna “Liberi di partire, liberi di restare”: i numeri della Campagna

14 Ottobre 2020 -

Roma - Sono 130 – per un totale di 27.529.890 milioni di euro - i progetti realizzati grazie alla Campagna “Liberi di partire, liberi di restare”, lanciata nel 2017 in risposta al dramma delle migrazioni. È il bilancio della Campagna “Liberi di partire, Liberi di restare” presentato questa mattina a Roma. Centodieci sono gli interventi avviati in Italia per 14.879.290 euro: di questi 29 sono quelli promossi da associazioni, istituti religiosi e cooperative (9.433.920) e 81 quelli voluti dalle diocesi (5.445.370). Sono invece 7 i progetti finanziati nei Paesi di transito – Marocco, Albania, Algeria, Niger, Tunisia e Turchia – per una somma di 4.284.600 euro.

Mali, Nigeria, Costa d’Avorio, Senegal, Gambia, Guinea sono i Paesi di partenza dei flussi migratori in cui sono state avviate 13 iniziative per uno stanziamento complessivo di 8.366.000 euro. L’iniziativa straordinaria della Chiesa italiana ha contribuito in questi anni a sensibilizzare la popolazione sul tema delle migrazioni e a realizzare progetti nei Paesi di partenza, di transito e di accoglienza di quanti, specialmente bambini e donne, fuggono da guerre, fame e violenza. 

Oltre ad agire sul fronte culturale, la Campagna ha sostenuto l’educazione e la formazione (anche professionale), l’informazione in loco, i settori sociale e sanitario, l’inserimento lavorativo e

l’accompagnamento di chi ha scelto volontariamente di tornare in Patria. Sempre nel solco tracciato da papa Francesco con i quattro verbi – accogliere, proteggere, promuovere ed integrare

– che hanno fatto da bussola all’intera Campagna.

L’incontro di oggi sarà introdotto dalla messa celebrata dal presidente della CEI, il Card. Gualtiero Bassetti e prevede gli interventi del Segretario generale della CEI, Mons. Stefano Russo e del Card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna seguito da alcuni interventi con esponenti di Caritas e Migrantes in prima linea nell’accoglienza.

Campagna “Liberi di partire, liberi di restare”: l’anima e i protagonisti di un’iniziativa straordinaria

14 Ottobre 2020 - Roma - “Accogliere, proteggere, promuovere e integrare”. Sono i quattro verbi indicati più volte da papa Francesco e ribaditi nell’Enciclica “Fratelli tutti” come sintesi dell’impegno nei confronti delle persone migranti. Proprio questi verbi hanno fatto da filo conduttore alla Campagna “Liberi di partire, liberi di restare”, lanciata dalla Chiesa Italiana nel 2017 per aumentare la consapevolezza delle storie dei migranti, sperimentare un percorso di accoglienza, tutela, promozione e integrazione di quanti arrivano nel nostro Paese, riconoscere il diritto di ogni persona a vivere nella propria terra. In quest’ottica, la Campagna ha agito a livello concreto, finanziando (con i fondi dell’8xmille che i cittadini destinano alla Chiesa cattolica) 130 progetti in Italia, nei Paesi di transito e in quelli di partenza dei flussi migratori, per un totale di 27.529.890 euro. All’intervento negli ambiti della formazione, della sanità, del lavoro e dello sviluppo, si è affiancata un’opera sul fronte culturale, volta alla sensibilizzazione e alla promozione di una cultura dell’incontro. A coordinare le attività della Campagna, è stato il “Tavolo Migrazioni”, un organismo formato da rappresentanti dell’Ufficio nazionale per gli interventi caritativi a favore del Terzo mondo, di Caritas Italiana, della Fondazione Migrantes, della Fondazione Missio e dell’Apostolato del mare, che nel tempo è diventato anche un modello di lavoro per le diocesi. Grazie al coinvolgimento dei Vescovi, infatti, sono nate diverse esperienze di pastorale integrata a livello locale, preludio all’elaborazione e alla realizzazione di progetti e all’organizzazione di iniziative sui temi dell’accoglienza, dell’integrazione, dell’accompagnamento dei minori. Dal 31 ottobre 2017, è online il portale www.liberidipartireliberidirestare.it che ha accompagnato lo svolgersi della Campagna, raccontando le storie e le testimonianze delle persone coinvolte, sia dei promotori delle attività sia dei loro beneficiari. La grande mappa in home page permette di “entrare” nei luoghi di intervento, di scoprire cosa vi si realizza e con quante risorse, mentre la sezione “news” aiuta ad approfondire il significato e gli ambiti di questa iniziativa straordinaria della CEI attraverso le voci dei protagonisti. Insieme al sito, per tutta la durata della Campagna è stata offerta alle diocesi, alle parrocchie, alle Caritas locali, ai Centri missionari e Migrantes, ai gruppi, alle associazioni e agli operatori pastorali impegnati a vario titolo sul fronte delle migrazioni, dell’accoglienza e dell’educazione alla mondialità la Newsletter, uno strumento agile per contribuire alla riflessione e alla sinergia, oltre che per favorire il confronto e lo scambio di esperienze a livello nazionale e internazionale.    

Università Cattolica: ad aprile e maggio 2021 la Scuola di Alta Formazione “Diritti e tutela delle persone Migranti”

13 Ottobre 2020 -

L’Alta Scuola “Federico Stella” sulla Giustizia Penale, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore promuoverà, anche quest'anno, il Corso di Alta Formazione sul tema “Diritti e tutela delle persone Migranti” dall'8 aprile al 6 maggio marzo prossimo in modalità online. Il Corso presenta un’offerta formativa all’avanguardia in tutti i settori del diritto coinvolti dal fenomeno migratorio e in linea con le esigenze di una società multiculturale, sottolinea una nota. Il Progetto, giunto alla seconda edizione, ha la finalità di formare professionisti che conoscano approfonditamente i diritti delle persone migranti, con lo scopo di offrire loro una tutela efficace sul territorio dello Stato italiano.

 

Lamorgese: L’UE “è chiamata, anche sull’immigrazione, a dare risposte chiare ed efficaci alle aspettative dei cittadini europei”

13 Ottobre 2020 - Roma - L’Unione europea (Ue) "è chiamata, anche sull’immigrazione, a dare risposte chiare ed efficaci alle aspettative dei cittadini europei". Lo ha detto nei giorni scorsi il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese dal Viminale al termine dell'incontro in videoconferenza del Consiglio Affari Interni dell'Unione, durante il quale i 27 ministri dell'Interno Ue insieme con il vicepresidente della Commissione europea Margaritis Schinas e la commissaria per gli Affari interni Ylva Johansson, hanno avviato un primo esame del nuovo Patto europeo su asilo e immigrazione presentato di recente dalla Commissione europea. Pur apprezzando "gli elementi di discontinuità" del nuovo patto, "siamo all’inizio di un lungo percorso e di un negoziato assai complesso che, da parte dell’Italia, non può prescindere da un chiaro superamento del principio di responsabilità dello Stato membro di primo ingresso", ha detto il ministro spiegando che "assieme ai colleghi di Spagna, Grecia, Cipro e Malta abbiamo riconosciuto l’esigenza di un approccio comune costruttivo che, tuttavia, valorizzi a livello negoziale la nostra specificità di Stati membri di frontiera esterna marittima". L'auspicio del ministro è quindi che "i negoziati entrino subito nelle realtà affrontate quotidianamente da questi Paesi per arrivare a nuove procedure che siano effettivamente applicabili".  

Decreto flussi per 30.850 lavoratori

13 Ottobre 2020 - Roma - È di 30.850 la quota massima dei lavoratori non comunitari subordinati, stagionali e non stagionali, e di lavoratori autonomi che potranno fare ingresso in Italia quest’anno. Di questa cifra, 12.850 saranno ingressi per lavoro subordinato non stagionale e autonomo, nonché conversioni dei permessi di soggiorno già detenuti ad altro titolo. Gli altri 18mila, invece, riguarderanno quote per lavoro stagionale nei settori agricolo e turistico-alberghiero. Da questa mattina è disponibile l’applicativo per la precompilazione dei moduli di domanda, accedendo alla procedura informatica dedicata sul sito https://nullaostalavoro.dlci.interno.it, al quale si accede solo con le credenziali SPID.

Il naufragio e gli allarmi a vuoto

13 Ottobre 2020 - Milano - Ennesimo naufragio nel Mediterraneo. Ancora uomini, donne e bambini che perdono la vita nel tentativo di raggiungere l’Europa. L’ultima tragedia del mare si è consumata al largo delle coste tunisine, a Sfax. Un gommone con a bordo una trentina di migranti ha improvvisamente preso fuoco e le persone a bordo, impaurite, si sono buttate in mare. Sono in tutto 11 i corpi recuperati fino ad ora: si tratta di 8 donne e 3 bambini. La Guardia costiera tunisina è riuscita a intervenire per recuperare i naufraghi, quando però per oltre la metà di loro era già tardi: solo dieci persone sono state riportate a riva sane e salve. Ma all’appello manca ancora un’altra decina di persone. L’incidente è avvenuto non lontano dalle coste di Sfax, a circa 200 chilometri da Lampedusa. Un naufragio per molti versi analogo era avvenuto a giugno: allora le vittime erano state più di 50. Ma si teme anche per un’altra imbarcazione con 43 migranti a bordo, da un giorno in balia delle onde e del maltempo nella zona Sar maltese del Mediterraneo Centrale. A lanciare l’allarme, già domenica sera, Alarm Phone riferendo che «tutte le autorità sono state informate» ma che nessun intervento è stato operato. «Abbiamo provato a contattare Rcc Malta ma non rispondono o attaccano subito» hanno sottolineato i volontari della linea telefonica per i migranti in difficoltà nelle acque del Mar Mediterraneo nel corso delle ore. In un ultimo tweet per ribadire il pericolo cui sono esposti i 43 migranti, Alarm Phone ha avvisato che queste persone sono «esposte a tempesta e onde alte, la barca di legno è alla deriva. A causa del vento forte, la comunicazione con le persone è molto difficile». Infine l’appello alle autorità maltesi: «Non lasciateli annegare!». Poche ore più tardi i toni diventano più drammatici: le persone in pericolo stanno affrontando una tempesta molto pericolosa. Condizioni meteorologiche potenzialmente letali: forte vento e onde alte verso sud. «Le guardie costiere europee esiterebbero a lanciare i soccorsi se ci fossero persone bianche a bordo? Black lives matter» chiedono i volontari che segnalano i migranti in pericolo. Intanto, il tempo sereno degli ultimi giorni ha spinto molte persone lungo la via del mare e della speranza. Lo confermano i numeri che si registrano dalle intercettazioni della  cosiddetta Guardia costiera libica. «Stanotte circa 160 migranti sono stati riportati in Libia dalla Guardia costiera» scrive su Twitter la portavoce di Oim-Unmigration, Safa Msehli aggiungendo che «nelle ultime 48 ore sono state intercettate sei imbarcazioni e 390 uomini, donne e bambini sono finiti in carcere». «La Libia non è un un porto sicuro» conclude Msehli, e Oim in Libia afferma che «mentre le nostre squadre sono presenti ai punti di sbarco per fornire assistenza di emergenza, ribadiamo che nessuno dovrebbe essere rimpatriato in Libia». Intanto in Italia, da domenica, si susseguono gli sbarchi. Altri due barchini, ieri mattina, rispettivamente con 8 e 30 tunisini, sono stati avvistati e bloccati dalle motovedette della Guardia costiera e della Guardia di finanza davanti all’isola di Lampedusa. Anche i due gruppi sono stati portati all’hotspot che, al momento, ospita 318 persone, nonostante in 544 siano già stati trasferiti sulle navi quarantena Snav Adriatico ed Allegra. Le motovedette continuano a pattugliare le acque territoriali italiane anche perché è stata diramata – dalla Protezione civile regionale – l’allerta gialla. Anche a Pantelleria, tra venerdì e sabato sono sbarcati 220 cittadini tunisini, 100 dei quali sono già stati trasferiti. Gli altri si trovano ancora nel centro d’accoglienza che può ospitare al massimo 25 persone. Con il maltempo la situazione è diventata critica: non sono infatti garantiti i collegamenti con la terraferma. A Bari, invece, sono 405 i migranti sbarcati dalla nave Rhapsody, noleggiata dal ministero dell’Interno per la quarantena sanitaria dei rifugiati sbarcati sulle nostre coste. Dei migranti sbarcati, 104 sono stati destinati ai centri per il rimpatrio, per 122 sono stati eseguiti ordini e respingimenti del Questore, 2 sono stati arrestati per provvedimenti a loro carico. Gli altri sono 85 minori e 92 adulti di cui 17 appartenenti a nuclei familiari in gran parte già trasferiti in altre regioni. Questi 405 «hanno lasciato la nave muniti di un certificato sanitario attestante l’esito di un tampone negativo», specifica la Prefettura. «Sono in corso ulteriori accertamenti – aggiunge – e comunque si assicura che tutti coloro che lasceranno la nave saranno muniti di certificazione rilasciata dall’autorità sanitaria marittima che attesti la negatività al Covid». (Daniela Fassini- Avvenire)

Rifugiati: una casa di accoglienza a Roma donata dalle Suore Serve della Divina Provvidenza

12 Ottobre 2020 - Roma - Le Suore Serve della Divina Provvidenza di Catania, hanno deciso di offrire a Papa Francesco, attraverso l’Elemosineria Apostolica, in comodato d’uso gratuito, il loro stabile in via della Pisana a Roma "per rispondere all’invito di Papa Francesco, che nella Enciclica 'Fratelli tutti' rinnova più volte la necessità di preparare un’adeguata accoglienza ai migranti che fuggono da guerre, persecuzioni e catastrofi naturali". La palazzina, che porta il nome di Villa Serena, diventerà una casa d’accoglienza per rifugiati, in particolare per donne sole, donne con minori, famiglie in stato di vulnerabilità, che giungono in Italia con i Corridoi Umanitari. La struttura potrà ospitare fino a 60 persone e avrà principalmente lo scopo di accogliere - spiega una nota a firma dell'elemosiniere, il card. Konrad Krajewski - i rifugiati nei primi mesi dopo il loro arrivo, per poi accompagnarli in percorsi di autonomia lavorativa e alloggiativa". La casa d’accoglienza viene affidata alla Comunità di Sant’Egidio che sin dal 2015 ha aperto i corridoi umanitari per rifugiati siriani, dal Corno d’Africa e da ultimo dalla Grecia, in particolare - spiega la nota - dall’isola di Lesbo. Finora sono state accolte e accompagnate nel processo di integrazione oltre 2600 persone, tra cui un grande numero di minori. Anche la Conferenza Episopale Italiana, attraverso la Caritas Italiana e la Fondazione Migrantes, ha avviato corridoi umanitari di migranti provenienti dal Centro Africa.

Migrantes Reggio Emilia-Guastalla: ieri il “Pellegrinaggio dei Popoli”

12 Ottobre 2020 - Reggio Emilia - Organizzato dalla diocesi di Reggio Emilia-Guastalla attraverso l’Ufficio Migrantes, si è svolto ieri il "Pellegrinaggio dei popoli", con ritrovo  al Santuario della Ghiara, dove è stata celebrata una Messa multietnica. Sabato prossimo, 17 ottobre, nella chiesa di San Michele Arcangelo a Pieve Modolena (Reggio Emilia), il vescovo, mons. Massimo Camisasca presiederà la veglia diocesana con i mandati missionari ai partenti e ai rientrati.

Viminale: nel 2020 sbarcate in Italia 25.751 persone migranti

12 Ottobre 2020 - Roma - Sono  25.751 le persone migranti sbarcate sulle coste italiane da inizio anno. Il dato aggiornato alle 8 di questa mattina, è stato fornito dal Ministero dell'Interno sul proprio sito. Degli oltre 25.750 migranti sbarcati in Italia 10.686 sono di nazionalità tunisina (41%). Gli altri   provengono da Bangladesh (3.313, 13%), Algeria (1.178, 5%), Pakistan (1.068, 4%), Costa d’Avorio (1.031, 4%), Sudan (791, 3%), Egitto (702, 3%), Marocco (677, 3%), Afghanistan (671, 3%), Somalia (602, 2%) a cui si aggiungono 5.032 persone (19%) provenienti da altri Stati.

Libri per ridare dignità ai naufraghi: il dono di Lampedusa

9 Ottobre 2020 -

Lampedusa - Valigie non ne ha chi attraversa il mare su un gommone. E, anche avendo un bagaglio da riempire, quanti si porterebbero appresso un libro? Eppure anche i libri nutrono un bisogno e, anzi, più di uno: pensare, capire, immaginare, crescere... Le pagine – ogni lettore lo sa – sono accoglienti. Saranno un porto sicuro per chi è in attesa dell’approdo: Sea watch, Open arms, Mediterranea – le Ong impegnate con le loro navi nel salvataggio dei migranti – introdurranno un nuovo elemento nella vita di bordo, i libri. Ma senza parole, in modo che possano parlare a tutti. Si chiama “Book on board” l’iniziativa promossa dalla Biblioteca Ibby di Lampedusa, che fin dal 2012 usa i silent book – i silenziosi libri fatti solo di immagini – per dialogare efficacemente con persone di ogni provenienza, età, sesso e religione. Ibby sta per International Board on Book for Young people, organizzazione no-profit presente in 75 Paesi, fondata nel 1953 da Jella Lepman per facilitare l’incontro tra i libri e i bambini. In questo caso il progetto non è destinato solo ai bambini che, comunque – come la cronaca insegna – sono passeggeri numerosi dei viaggi attraverso il Mediterraneo, numerosi anche tra le vittime. Proprio perché non hanno parole, i silent book si rivolgono a tutti, incoraggiando la voce del lettore: e ciascuno vede in quelle immagini una storia diversa, forme e colori stimolano ricordi e vissuti differenti, fanno emergere i sogni, le speranze, le paure.

La biblioteca Ibby di Lampedusa imbarcherà su ogni nave che aderisce al progetto una grande valigia rossa – le prime sono state prese in consegna dai capitani nei giorni scorsi, a Palermo – piena di libri senza parole e di tutto il necessario per allestire un angolo di lettura condivisa, uno spazio accogliente per i passeggeri di tutte le età, dove costruire legami. E anche per l’equipaggio: «Lo scopo di questo progetto – spiega Deborah Soria, libraia e anima dell’iniziativa – è nutrire il bisogno di tutti di continuare a immaginare un futuro per sé. Non esiste emergenza in cui sia legittimo negare un po’ di attenzione al benessere e alla crescita personale. Per questo mettere una valigia piena di libri sulle navi che si occupano di salvare vite in mare ci sembra il modo migliore per permettere a tutti di essere accolti dignitosamente, dando sostegno nell’accoglienza anche allo spirito».

Il progetto è migliorabile, avvisa Soria: «Siamo agli esordi e, quindi, mettiamo in conto che qualcosa vada messa a punto. Impareremo dall’esperienza, seguiremo i suggerimenti delle persone che lavorano a bordo delle navi. Il nostro scopo è che proporre i libri e la nostra valigia diventi una prassi non solo sulle imbarcazioni di salvataggio ma anche negli ospedali e in ogni rifugio che accoglie, salva e protegge gli esseri umani e le loro storie». (Nicoletta Martinelli)

Rapporto Immigrazione Caritas e Migrantes: la maggior parte degli stranieri è cristiana

8 Ottobre 2020 -
Roma  - La religione professata dagli stranieri immigrati è uno degli aspetti analizzati dal XXIX Rapporto di Caritas italiana e Fondazione Migrantes presentato oggi a Roma. “Anche quest’anno sfatiamo un mito duro da superare cioè che la maggioranza degli stranieri in Italia sia musulmana”, ha commentato Simone Varisco della Fondazione Migrantes. Al primo gennaio di quest'anno la maggioranza degli stranieri era di religione cristiana (3 milioni di fedeli, in aumento rispetto all’anno precedente) per lo più ortodossi. “Alle religioni di recente formazione, alle cosiddette sette, è dedicato un approfondimento perché – ha precisato Varisco – ognuna pone una sfida alla Chiesa e alla società perché affondano la radice nello stato di abbandono e sofferenza umana”. Gli atei e gli agnostici contano mezzo milione di persone fra la popolazione straniera: “Anche questo – ha sottolineato – esige una risposta specifica. Le religioni portate con sé costituiscono un elemento di aggregazione e là dove ci sono situazioni di difficoltà personale è importante intercettare i bisogni”. Per il ricercatore, la pandemia ha in parte accelerato alcuni processi: “I cimiteri non sono stati preparati ad accogliere i cittadini stranieri o di origine straniera. Le terze generazioni intendono piangere i loro cari in Italia da qui le sfide per molti Comuni”.

Migranti: Di Piazza (sottosegretario min. Lavoro), “c’è bisogno di nuove visioni”

8 Ottobre 2020 - Roma -  “L’immigrazione è un banco di prova per la politica”. A dirlo è Stanislao Di Piazza, senatore e sottosegretario di Stato al ministero del Lavoro e delle Politiche sociali con delega all’immigrazione e alle Politiche di integrazione, alla presentazione del XXIX Rapporto sull’immigrazione curato da Caritas e Fondazione Migrantes. “Il rapporto – dice il sottosegretario – non si ferma ai numeri ma li fa parlare e li utilizza per l’incontro delle persone”. “Al bene comune – continua – mirano le politiche e i percorsi di integrazione, come un progetto pilota che vede già in campo una ventina di comuni italiani. Anche lo sport sui territori può essere motore di integrazione e per questo vogliamo creare presidi. Il bene comune è stato anche l’obiettivo della recente emersione con cui abbiamo voluto dare dignità e creare opportunità per le imprese. Non è stato un esercizio facile. Potevamo fare meglio? Come sempre sì, ma nelle oltre 800mila domande leggiamo i destini delle persone che vogliono lavorare legalmente, vivere vite degne e contribuire insieme al progresso delle nostre comunità”. “Anche per l’immigrazione – conclude – c’è bisogno di nuove visioni. Non solo politiche nazionali di governo, ma servono indirizzi chiari per il rispetto dei diritti dell’uomo, un accesso al welfare e alla cittadinanza con particolare attenzione ai giovani di seconda generazione”. (SIR)  

Rapporto Immigrazione Caritas e Migrantes: la maggioranza degli stranieri in Italia è cristiana

8 Ottobre 2020 - Roma - Al 1° gennaio 2020 si stima che la maggioranza assoluta degli stranieri residenti in Italia sia di religione cristiana (54,1%), in aumento rispetto ad inizio 2019 (quando era il 53,6%), ma ancora ad un livello inferiore rispetto al 1° gennaio 2018 (57,5%). E' quanto emerge nel Rapporto Immigrazione di caritas Italiana e Fondazione Migrantes presentato questa mattina a Roma. Nel loro complesso, nel 2019 i cristiani stranieri residenti in Italia sono aumentati di 97 mila unità (+3,4%), dopo la forte diminuzione (145 mila unità) dell’anno precedente, e si attestano ad oltre 2,9 milioni di fedeli e di potenziali fedeli, includendo nel conteggio anche i minori. Fra gli immigrati cristiani la maggioranza assoluta è ortodossa (29,3%, pari a 1,6 milioni di fedeli, originari soprattutto di Romania, Ucraina e Moldova), mentre più di uno su tre è cattolico (20,1%, con quasi 1,1 milioni di persone, per lo più romeni, filippini, peruviani e albanesi). Proprio i cattolici, però, hanno fatto registrare la crescita maggiore nel 2019, con un aumento di 103 mila unità (+10,5%), superati soltanto – sebbene su livelli quantitativi assoluti minori – dai copti (in aumento di 3 mila unità, +16,7%); lieve la crescita degli ortodossi (+19 mila unità, pari al +1,2%), mentre sono diminuiti gli appartenenti ad altre fedi cristiane (in particolare gli evangelici, diminuiti del 9,1%, vale a dire quasi 17 mila fedeli in meno). Gli stranieri musulmani residenti in Italia sono risultati stabili in numerosità durante il 2019 (-0,4%, vale a dire circa 6 mila unità in meno fra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2019), dopo il forte aumento fatto riscontrare durante il 2018 (+8,7%, cioè +127 mila unità), mantenendosi poco al di sotto del valore di 1,6 milioni, pur senza considerare gli acquisiti alla cittadinanza italiana e i non iscritti in anagrafe (ma conteggiando i minorenni di qualsiasi età). Si tratta per lo più di marocchini, albanesi e bangladeshi. Sul territorio nazionale si segnalano, infine, circa 174 mila stranieri buddisti. (3,2% degli immigrati residenti in Italia), 96 mila induisti (1,8%), 51 mila sikh (1,0%) e 44 mila afferenti ad altre religioni (0,8%). Gli atei e gli agnostici sono invece stimabili in circa 531 mila, pari a circa un decimo (9,9%) del totale degli stranieri residenti in Italia. Le tradizioni religiose del Paese d’origine costituiscono da sempre un importante elemento di aggregazione e di rassicurazione identitaria, soprattutto in contesti sociali e culturali molto distanti da quelli nati.

Rapporto Immigrazione Caritas e Migrantes: migranti il 38,4% dei poveri del lockdown

8 Ottobre 2020 - Roma - Durante i tre mesi di lockdown la Caritas ha aiutato 445.585 persone (in media, 2.990 utenti per diocesi), una cifra altissima che supera la media annua di circa 200mila individui. Gli stranieri erano il 38,4%. Anche tra i 129.434 “nuovi poveri” che si sono rivolti alla Caritas nello stesso periodo, gli stranieri erano il 32,9%. È quanto emerge dal Rapporto immigrazione di Caritas italiana e Fondazione Migrantes presentato a Roma questa mattina. Secondo l’Istat nel 2019 gli individui di nazionalità non italiana in povertà assoluta sono quasi 1 milione e 400mila, con una incidenza pari al 26,9%, contro il 5,9% dei cittadini italiani. Alta è anche la povertà educativa e culturale: nell’anno scolastico 2017/2018 gli studenti italiani in ritardo sono risultati il 9,6%, contro il 30,7% degli studenti con cittadinanza non italiana, che sono anche quelli a più alto rischio di abbandono, pari al 33,1% (la media nazionale è del 14%). L’impatto del Covid e della didattica a distanza è stato forte: nonostante il Ministero abbia fornito molti tablet, “i bambini stranieri non ricevono aiuto dai familiari per scarsa competenza informatica e difficoltà linguistiche – rileva il Rapporto -. Se il prossimo anno scolastico si svolgerà con un sistema misto di lezioni in presenza e a distanza, potrebbero allargarsi ancora di più le disuguaglianze tra alunni stranieri e italiani”. Durante l’emergenza il 74% delle Caritas intervistate in un sondaggio ha avviato oltre 600 azioni di supporto alla didattica a distanza, l’80% erano a favore di minori stranieri accompagnati. Il 61% delle Caritas ha fornito supporti tecnologici (40% tablet) e computer (37%) e coinvolto 170 operatori in attività di sostegno. Tra le famiglie più in difficoltà quelle di nazionalità bengalese e pakistana. “Investire sull’istruzione – suggerisce il Rapporto – significa anche investire sull’alfabetizzazione informatica e linguistica dei genitori stranieri, in particolare delle madri”.

Rapporto Immigrazione Caritas e Migrantes: il mercato del lavoro

8 Ottobre 2020 - Roma - L’occupazione dei cittadini stranieri in Italia continua a dare segnali di crescita, ma al contempo non registra significativi avanzamenti nella qualità del lavoro. Lo sottolinea il rapporto Immigrazione di Caritas Italina e Fondazione Migrantes presentato questa mattina a Roma. Permangono le criticità che studi e Rapporti sul tema sottolineano da anni: ovvero "la tendenziale concentrazione in alcuni specifici settori, in cui le qualifiche e le mansioni ricoperte sono per lo più a un basso livello professionale o contrattualizzate a tempo (o con modalità precarie); le conseguenti differenze retributive con i lavoratori italiani, la ancora scarsa partecipazione delle donne (soprattutto di alcune nazionalità) al mercato del lavoro, l’adibizione a lavori manuali, con scarsa preparazione anche rispetto ai rischi per la sicurezza e, ancora, le scarse prospettive di crescita professionale dei più giovani, anche essi avviati, almeno stando alle attuali tendenze, a riprodurre le modalità occupazionali della generazione precedente". Queste linee di tendenza trovano conferma nei principali dati  esposti più estesamente nel Rapporto, ma che possono essere così sintetizzati: in Italia sono 2.505.000 i lavoratori stranieri, che rappresentano il 10,7% degli occupati totali nel nostro Paese. Il tasso di occupazione straniera si attesta intorno al 60,1%, superiore al 58,8% degli autoctoni; parallelamente, il tasso di inattività degli stranieri extra-UE (30,2%), per quanto elevato, risulta comunque inferiore a quello italiano (34,9%). L’87% degli occupati stranieri in Italia sono lavoratori dipendenti, concentrati soprattutto in alcuni settori: servizi collettivi e personali (642 mila addetti), industria (466 mila), alberghi e ristoranti (263 mila), commercio (260 mila) e costruzioni (235 mila). In merito alle qualifiche prevalenti, nel 2019 si registra un elevato volume di rapporti attivati per braccianti agricoli (584.253  attivazioni), addetti all’assistenza personale (179.502), camerieri e professioni assimilate (158.645) e collaboratori domestici e professioni assimilate (111.562). Quanto alle tipologie contrattuali, si attesta come preponderante il reclutamento con forme contrattuali temporanee. Esse interessano circa i due terzi delle nuove assunzioni destinate ai cittadini stranieri, fra cui, oltre ai contratti di lavoro a tempo determinato, anche i tirocini e i rapporti di lavoro in somministrazione o stagionali;  la retribuzione media annua nel 2019 dei lavoratori extracomunitari è inferiore del 35% a quella del complesso dei lavoratori (14.287 euro rispetto a 21.927 euro). Secondo il Rapporto la differenza di genere nell’accesso al mondo del lavoro è marcata e fa registrare tassi di inattività e di disoccupazione nettamente superiori per quanto riguarda la componente femminile; nel confronto con i dati del 2018, aumenta anche il tasso di lavoratori stranieri autonomi (+2,7%), in netta controtendenza rispetto agli italiani. Cresce il numero di titolari di imprese nati fuori dall’UE (383.462), pari al 12,2% del totale, concentrati soprattutto nel settore commerciale (43,1% del totale) e dell’edilizia (21,1%); nel corso del 2019 gli infortuni verificatesi ai lavoratori stranieri sono stati 108.173 (il 16,9% del totale) e in due casi su tre hanno riguardato cittadini extracomunitari, per i quali c’è stato un aumento del +5% rispetto al 2018. Nel caso degli incidenti con esito mortale, l’incidenza dei lavoratori stranieri sul totale è più elevata, attestandosi sul 18,8%, con un incremento del +13,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente; le pensioni di invalidità, vecchiaia e superstiti (IVS) erogate dall’INPS a cittadini extracomunitari alla fine del 2019 sono state appena 65.926, pari allo 0,4% del totale delle pensioni INPS dello stesso tipo (16.840.762); le pensioni assistenziali erogate a cittadini extracomunitari sono state invece 100.898, pari all’2,5% del totale (4.030.438). Il primo impatto del Covid su questi dati - affermano i ricercatori - riferiti al 2019 è valutabile in base alle stime prodotte nel mese di aprile dall’Istat sulle forze lavoro, riferite al primo trimestre del 2020. Nel mese di marzo 2020 sono diminuiti sia gli occupati (-30.000), che le persone in cerca di occupazione (-270.000), mentre sono sensibilmente aumentati gli inattivi, ovvero quelli che né lavorano né cercano lavoro (+300.000, pari al + 2,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente). Il fenomeno sopra descritto si è manifestato in modo molto evidente per gli stranieri: le persone di cittadinanza non italiana, che erano pari al 9% di tutti gli inattivi del primo trimestre 2019 (1 milione 290 mila unità), diventano al primo trimestre 2020 il 9,7% (1 milione 315 mila unità). Si riscontra, quindi, un aumento sia in termini assoluti (+25 mila) che percentuali +0,7 punti percentuali). La maggior parte degli stranieri inattivi (61,5%) sono in possesso di un basso livello di istruzione, mentre tra gli italiani tale caratteristica riguarda una quota inferiore di persone, pari al 56,1%. In particolare, il 7,3% degli italiani inattivi non ha alcun titolo di studio o ha solamente la licenza elementare, mentre tra gli stranieri questo tipo di condizione giunge a coprire il 10,8% dei casi. Quello che desumomno i redattori del Rapporto Immigrazione  è che la situazione di stagnazione nel mercato del lavoro e l’isolamento sociale con il blocco degli spostamenti autonomi sul territorio, ha di fatto scoraggiato i disoccupati a continuare a cercare lavoro in modo attivo, producendo una trasformazione in senso passivo del loro status. La diminuzione nel numero di disoccupati è, quindi, un miglioramento solo apparente. Al contrario, le difficoltà del momento colpiscono drammaticamente la fiducia delle persone, rendendo complesso per chi perde il lavoro anche solo immaginare di poterne trovare uno nuovo. Si rinuncia, quindi, del tutto alla ricerca di una nuova occupazione.