Tag: Immigrati e rifugiati
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L’accoglienza che ci fa ‘fratelli tutti’
Card. Bassetti: la Campagna “Liberi di partire, liberi di restare”, è stata “un luogo di testimonianza di libertà, di solidarietà, di giustizia, di democrazia, di pace”
Roma - La campagna della CEI, “Liberi di partire, liberi di restare”, è stata "un ‘segno dei tempi’, un luogo di testimonianza di libertà, di solidarietà, di giustizia, di democrazia, di pace. È stata un cammino che, in questi tre anni, ha visto protagonisti i migranti e, insieme a loro, operatori, volontari, religiosi, religiose, sacerdoti e laici, in Italia e all’estero". Lo ha detto questa mattina il Card. Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, nell'omelia della messa che ha aperto l'evento conclusivo della campagna "Liberi di partire, liberi di restare". Attraverso i tanti progetti avviati nei Paesi di partenza dei flussi migratori, di transito e di arrivo, la campagna - ha detto il porporato - ha promosso "uno sviluppo umano integrale" per 'tutti gli uomini e tutto l’uomo', a livello familiare e comunitario. La nostra iniziativa ha permesso anche di sperimentare nuove piste di azione, di favorire una maggiore consapevolezza del dramma delle migrazioni, di realizzare iniziative concrete in diversi settori, come l’educazione, la formazione professionale, l’inclusione lavorativa, la tutela dei minori. Si è trattato di un lungo cammino di condivisione di storie e di iniziative che hanno cercato di gettare uno sguardo e porgere l’aiuto possibile sul vasto fenomeno delle migrazioni, che interessa da sempre il bacino del Mediterraneo, ma che ormai è divenuto un fenomeno planetario, con milioni di persone in tutto il mondo che sono alla ricerca di una vita migliore". "Spiace - ha detto quindi il Card. Bassetti - constatare che molte volte le parole che vengono dal mondo sono di chiusura ed esclusione, se non addirittura aggressive", come ha ricordato anche papa Francesco nella sua enciclica "Fratelli tutti".
Il Presidente della CEI, dopo aver citato alcuni passaggi dell'Enciclica ha detto che "tra le opere di giustizia sulle quali verremo giudicati vi è anche quella dell’accoglienza nei confronti degli stranieri. Lo si legge nella grande scena del capitolo venticinquesimo del Vangelo di Matteo, quella in cui il Figlio dell’uomo, il re, dirà a coloro che si trovano alla sua sinistra: 'Ero straniero e non mi avete accolto' (Mt 25,43). Certo, quanto sta accadendo oggi in Italia, nel Mediterraneo, in Europa, è molto diverso dalla situazione a cui si riferiva Gesù, ma vale sempre la stessa regola, quella della giustizia e dell’amore, di cui ha detto il Signore". "Certo – ha scritto il papa nell’Enciclica Fratelli tutti - l’ideale sarebbe evitare le migrazioni non necessarie e a tale scopo la strada è creare nei Paesi di origine la possibilità concreta di vivere e di crescere con dignità, così che si possano trovare lì le condizioni per il proprio sviluppo integrale. Ma, finché non ci sono seri progressi in questa direzione, è nostro dovere rispettare il diritto di ogni essere umano di trovare un luogo dove poter non solo soddisfare i suoi bisogni primari e quelli della sua famiglia, ma anche realizzarsi pienamente come persona". Parole "vere". "ecco perché ha spiegato - oggi siamo qui a riflettere su 'Liberi di partire, liberi di restare', un’occasione preziosa non solo per la nostra Chiesa, ma per tutta la società, che ha profondamente bisogno di agire concretamente e con giustizia, e di avere informazioni corrette, riconoscendo non solo la complessità dei problemi riguardanti le migrazioni, ma anche ricordando a tutti che – come si legge nel progetto della campagna – 'i migranti sono un valore e un tesoro per le città e i paesi'. Perché questo venga riconosciuto, certamente, è necessario 'fare ogni sforzo per integrare'. E siccome 'la complessità di tale processo implica formazione, dialogo, approcci sussidiari, partecipazione di tutti, inclusione, lungimiranza, programmazione che tenga conto delle esigenze e delle specificità dei territori e delle comunità di accoglienza', noi vogliamo essere - ha detto ancora il presidente della CEI - presenti in questo processo, e ci siamo già, con le nostre comunità ecclesiali, in prima linea". Raffaele Iaria
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Campagna “Liberi di partire, liberi di restare”: i numeri della Campagna
Roma - Sono 130 – per un totale di 27.529.890 milioni di euro - i progetti realizzati grazie alla Campagna “Liberi di partire, liberi di restare”, lanciata nel 2017 in risposta al dramma delle migrazioni. È il bilancio della Campagna “Liberi di partire, Liberi di restare” presentato questa mattina a Roma. Centodieci sono gli interventi avviati in Italia per 14.879.290 euro: di questi 29 sono quelli promossi da associazioni, istituti religiosi e cooperative (9.433.920) e 81 quelli voluti dalle diocesi (5.445.370). Sono invece 7 i progetti finanziati nei Paesi di transito – Marocco, Albania, Algeria, Niger, Tunisia e Turchia – per una somma di 4.284.600 euro.
Mali, Nigeria, Costa d’Avorio, Senegal, Gambia, Guinea sono i Paesi di partenza dei flussi migratori in cui sono state avviate 13 iniziative per uno stanziamento complessivo di 8.366.000 euro. L’iniziativa straordinaria della Chiesa italiana ha contribuito in questi anni a sensibilizzare la popolazione sul tema delle migrazioni e a realizzare progetti nei Paesi di partenza, di transito e di accoglienza di quanti, specialmente bambini e donne, fuggono da guerre, fame e violenza.
Oltre ad agire sul fronte culturale, la Campagna ha sostenuto l’educazione e la formazione (anche professionale), l’informazione in loco, i settori sociale e sanitario, l’inserimento lavorativo e
l’accompagnamento di chi ha scelto volontariamente di tornare in Patria. Sempre nel solco tracciato da papa Francesco con i quattro verbi – accogliere, proteggere, promuovere ed integrare
– che hanno fatto da bussola all’intera Campagna.
L’incontro di oggi sarà introdotto dalla messa celebrata dal presidente della CEI, il Card. Gualtiero Bassetti e prevede gli interventi del Segretario generale della CEI, Mons. Stefano Russo e del Card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna seguito da alcuni interventi con esponenti di Caritas e Migrantes in prima linea nell’accoglienza.
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Università Cattolica: ad aprile e maggio 2021 la Scuola di Alta Formazione “Diritti e tutela delle persone Migranti”
L’Alta Scuola “Federico Stella” sulla Giustizia Penale, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore promuoverà, anche quest'anno, il Corso di Alta Formazione sul tema “Diritti e tutela delle persone Migranti” dall'8 aprile al 6 maggio marzo prossimo in modalità online. Il Corso presenta un’offerta formativa all’avanguardia in tutti i settori del diritto coinvolti dal fenomeno migratorio e in linea con le esigenze di una società multiculturale, sottolinea una nota. Il Progetto, giunto alla seconda edizione, ha la finalità di formare professionisti che conoscano approfonditamente i diritti delle persone migranti, con lo scopo di offrire loro una tutela efficace sul territorio dello Stato italiano.
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Libri per ridare dignità ai naufraghi: il dono di Lampedusa
Lampedusa - Valigie non ne ha chi attraversa il mare su un gommone. E, anche avendo un bagaglio da riempire, quanti si porterebbero appresso un libro? Eppure anche i libri nutrono un bisogno e, anzi, più di uno: pensare, capire, immaginare, crescere... Le pagine – ogni lettore lo sa – sono accoglienti. Saranno un porto sicuro per chi è in attesa dell’approdo: Sea watch, Open arms, Mediterranea – le Ong impegnate con le loro navi nel salvataggio dei migranti – introdurranno un nuovo elemento nella vita di bordo, i libri. Ma senza parole, in modo che possano parlare a tutti. Si chiama “Book on board” l’iniziativa promossa dalla Biblioteca Ibby di Lampedusa, che fin dal 2012 usa i silent book – i silenziosi libri fatti solo di immagini – per dialogare efficacemente con persone di ogni provenienza, età, sesso e religione. Ibby sta per International Board on Book for Young people, organizzazione no-profit presente in 75 Paesi, fondata nel 1953 da Jella Lepman per facilitare l’incontro tra i libri e i bambini. In questo caso il progetto non è destinato solo ai bambini che, comunque – come la cronaca insegna – sono passeggeri numerosi dei viaggi attraverso il Mediterraneo, numerosi anche tra le vittime. Proprio perché non hanno parole, i silent book si rivolgono a tutti, incoraggiando la voce del lettore: e ciascuno vede in quelle immagini una storia diversa, forme e colori stimolano ricordi e vissuti differenti, fanno emergere i sogni, le speranze, le paure.
La biblioteca Ibby di Lampedusa imbarcherà su ogni nave che aderisce al progetto una grande valigia rossa – le prime sono state prese in consegna dai capitani nei giorni scorsi, a Palermo – piena di libri senza parole e di tutto il necessario per allestire un angolo di lettura condivisa, uno spazio accogliente per i passeggeri di tutte le età, dove costruire legami. E anche per l’equipaggio: «Lo scopo di questo progetto – spiega Deborah Soria, libraia e anima dell’iniziativa – è nutrire il bisogno di tutti di continuare a immaginare un futuro per sé. Non esiste emergenza in cui sia legittimo negare un po’ di attenzione al benessere e alla crescita personale. Per questo mettere una valigia piena di libri sulle navi che si occupano di salvare vite in mare ci sembra il modo migliore per permettere a tutti di essere accolti dignitosamente, dando sostegno nell’accoglienza anche allo spirito».
Il progetto è migliorabile, avvisa Soria: «Siamo agli esordi e, quindi, mettiamo in conto che qualcosa vada messa a punto. Impareremo dall’esperienza, seguiremo i suggerimenti delle persone che lavorano a bordo delle navi. Il nostro scopo è che proporre i libri e la nostra valigia diventi una prassi non solo sulle imbarcazioni di salvataggio ma anche negli ospedali e in ogni rifugio che accoglie, salva e protegge gli esseri umani e le loro storie». (Nicoletta Martinelli)