Tag: Fondazione Migrantes

Trento: don Maffeis parroco a Rovereto

1 Ottobre 2020 - Dopo più di dieci anni di servizio nella Conferenza episcopale italiana, don Ivan Maffeis  ritorna nella diocesi di Trento, dove sarà parroco delle comunità di Rovereto-S. Marco e S. Famiglia, Trambileno, Vanza, Noriglio, Terragnolo. La nomina è stata resa nota oggi dall’arcivescovo di Trento, mons. Lauro Tisi. Il sacerdote lasciò Trento nel 2009 per diventare vicedirettore dell’Ufficio delle Comunicazioni sociali della Cei che passò poi a dirigere nel maggio 2015, fino a settembre 2019, assumendo anche il ruolo di portavoce. È stato anche sottosegretario della Cei fino allo scorso Consiglio Permanente. La Fondazione Migrantes ringrazia don Maffeis per il prezioso sostegno ricevuto in questi anni dando un contributo fondamentale alla comunicazione ecclesiale.

GMMR: don De Robertis, “davanti al dramma che ci è di fronte siamo chiamati ad agire”

27 Settembre 2020 - Il messaggio di papa Francesco per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato 2020 è dedicato agli sfollati interni, una categoria di persone che, a dispetto del loro numero (si stimano essere oggi circa 50 milioni), sono spesso invisibili. Persone che pur condividendo con i richiedenti asilo e i rifugiati il dramma di essere stati costretti a fuggire, i pericoli e la precarietà, non godono neanche di uno status giuridico riconosciuto: la loro protezione è affidata a quello stesso stato di appartenenza che a volte è la causa stessa dei loro mali. E questa invisibilità è resa oggi ancora più grave dalla crisi mondiale causata dalla pandemia Covid-19, che ha finito col far dimenticare tanti altri drammi che pure continuano a consumarsi su questa nostra terra. Il messaggio parte dalla icona biblica della Fuga in Egitto che ispirò papa Pio XII nello scrivere quella che è considerata ancora oggi la Magna Charta del magistero moderno sulle migrazioni, la Costituzione Apostolica Exsul Familia. Scrive Papa Francesco: “Nella fuga in Egitto il piccolo Gesù sperimenta, assieme ai suoi genitori, la tragica condizione di sfollato e profugo 'segnata da paura, incertezza, disagi (cfr Mt 2,13-15.19-23). Purtroppo, ai nostri giorni, milioni di famiglie possono riconoscersi in questa triste realtà. Quasi ogni giorno la televisione e i giornali danno notizie di profughi che fuggono dalla fame, dalla guerra, da altri pericoli gravi, alla ricerca di sicurezza e di una vita dignitosa per sé e per le proprie famiglie' (Angelus, 29 dicembre 2013). In ciascuno di loro è presente Gesù, costretto, come ai tempi di Erode, a fuggire per salvarsi. Nei loro volti siamo chiamati a riconoscere il volto del Cristo affamato, assetato, nudo, malato, forestiero e carcerato che ci interpella (cfr Mt 25,31-46). Se lo riconosciamo, saremo noi a ringraziarlo per averlo potuto incontrare, amare e servire”. Una delle realtà più sorprendenti, più inquietanti del Vangelo è proprio questa identità radicale fra Gesù e il povero. Quel Gesù che ha detto durante l’ultima cena: “Questo è il mio corpo” - e noi devotamente ci inginocchiamo davanti al mistero dell’Eucaristia – è lo stesso che ha detto: “Ho avuto fame, ho avuto sete, sono stato forestiero, nudo, ammalato, in carcere … quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt.25,31-46). Non ha detto: è come se l’avete fatto a me, ma proprio: l’avete fatto a me! È per che ancora recentemente papa Francesco ci ha ricordato che “Il Signore ci chiederà conto di tutti i migranti caduti nei viaggi della speranza” (Angelus del 30 agosto). Ai quattro verbi – accogliere, proteggere, promuovere e integrare – che papa Francesco indicava nel suo messaggio per la GMMR 2018 come risposta alla sfida pastorale provocata dalle migrazioni, egli aggiunge ora altre sei coppie di verbi, legati fra loro da una relazione di causa-effetto. E’ interessante notare che si tratta ancora di verbi, di azioni da fare. Davanti al dramma che ci è di fronte non possiamo limitarci a qualche brillante analisi o pia considerazione, siamo chiamati ad agire. Gesù non ha promesso il Suo Regno a chi ripete Signore, Signore, ma a chi fa la volontà del Padre Suo che è nei cieli (Mt.7,21). Di queste coppie di verbi mi limito a richiamarne un paio, lasciando le altre alla vostra riflessione. Anzitutto papa Francesco ci ricorda la necessità di conoscere per comprendere. Non si può comprendere né amare ciò che non si conosce. E si conosce bene solo da vicino: “Molti non vi conoscono e hanno paura. Questa li fa sentire in diritto di giudicare e di poterlo fare con durezza e freddezza, credendo anche di vedere bene. Ma non è così. Si vede bene solo con la vicinanza che dà la misericordia … Da lontano possiamo dire e pensare qualsiasi cosa, come facilmente accade quando si scrivono frasi terribili e insulti via internet” (papa Francesco alle comunità migranti, Bologna, ottobre 2017) Oggi la vera linea di demarcazione rispetto ai migranti è fra quelli che li guardano da lontano - e per loro sono solo dei numeri, una categoria: parlano di extracomunitari, di neri, di immigrati - e coloro che si sono avvicinati fino a riconoscere nel loro volto il volto di un fratello o di una sorella, e allora parlano di Leila, di Ibrahim, di Youssuf. Per questo è importante moltiplicare le occasioni di incontro, di ascolto, di buon vicinato.Un’altra coppia di verbi a cui ricordata dal Papa è coinvolgere per promuovere. Troppo spesso le persone migranti sono, nella migliore delle ipotesi, l’oggetto (non il soggetto!) della nostra carità, il piedistallo che mette meglio in evidenza la nostra bontà. Un certo pietismo, il voler sempre e in tutto provvedere all’altro e scusarlo, senza mai chiedere il suo aiuto o pensare di poter anche imparare da lui, gli toglie la parità, lo spinge a una bassa considerazione di se stesso e a pensare che tutto gli è dovuto perché non si è capaci. “A volte lo slancio di servire gli altri ci impedisce di vedere le loro ricchezze. Se vogliamo davvero promuovere le persone alle quali offriamo assistenza, dobbiamo coinvolgerle e renderle protagoniste del proprio riscatto”. Il messaggio si conclude con una preghiera suggerita dall’esempio di San Giuseppe. Di Giuseppe si dice nel Vangelo che, “destatosi, prese con sé il bambino e sua madre, nella notte,e fuggì in Egitto”. Il mio augurio è che in questa Giornata, molti di noi, destandoci, lo imitiamo, non limitandoci a dei bei discorsi, ma facendo almeno qualcuna delle azioni che papa Francesco ci ha suggerito in questo messaggio. (Don Gianni De Robertis - direttore Generale Fondazione Migrantes)

GMMR: domani a Torino la celebrazione nazionale con mons. Nosiglia

26 Settembre 2020 - Torino –Domani, domenica 27 settembre nella Cattedrale di Torino in diretta su Rai 1 alle 11 mons. Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino e presidente della Conferenza Episcopale del Piemonte e Valle d’Aosta, presiede la celebrazione eucaristica della Giornata del Migrante e del Rifugiato, sui temi del messaggio del Papa “Costretti a fuggire come Gesù Cristo” che ha scritto il 13 maggio scorso. Partecipano e animano l’eucarestia le comunità etniche e i rappresentanti Migrantes del Piemonte e della Valle d’Aosta. Il coro eseguirà l’inno della Giornata pensato dai giovani impegnati nella pastorale migranti, su un testo raccolto da Marco Laruffa e musicato da Ettore Moscatelli, dei Fratelli della Sacra Famiglia. Intanto volge al termine il ricco calendario di appuntamenti proposto dalla pastorale Migrantes della diocesi di Torino. Ieri presso la Sala conferenze dell’Ufficio Migrantes la presentazione del il libro “Passi di Pietra” e inaugurata la mostra “Lib(e)ri in Cammino” che propongono le straordinarie creature dell’artista siriano Nozar Ali Badir. Mercoledì 30 settembre alle 21 (ingresso alle 20.30) nel Giardino del distretto sociale Barolo (via Cottolengo 20.30) il cineforum sui temi dell’immigrazione con il film “Spaccapietre” di Gianluca e Massimiliano De Serio. (M.Lom)

GMMR: Migrantes e Tv2000 presentano il docuWeb ‘Sfollati’

25 Settembre 2020 -

 

Roma - In occasione della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2020 la Fondazione Migrantes e Tv2000 in collaborazione con Caritas Italiana e Centro Astalli presentano il docuWeb 'Sfollati', con le testimonianze di alcuni protagonisti del messaggio di Papa Francesco per la Giornata dedicata a migranti e rifugiati: dai terremotati del Lazio e delle Marche agli sfollati del Congo e del Kurdistan iracheno.

“Spero che la voce di queste persone – dice don Giovanni De Robertis, Direttore generale della Fondazione Migrantes - possa arrivare a tutti, smuovere le intelligenze e i cuori e aiutarci a comprendere che solo insieme si possono superare i drammi della vita e costruire un futuro di pace”.

“Il grido di aiuto di migranti e rifugiati – aggiunge il Direttore di Tv2000, Vincenzo Morgante – non può e non deve lasciarci indifferenti o insensibili. Quegli sguardi scuotono le nostre coscienze. E il nostro lavoro di comunicatori, su questi temi, assume ancora di più un valore fortemente umanitario”.

Il video è scaricabile qui https://youtu.be/b71RpGqvMc8

Migrantes: domenica 27 settembre la Giornata Mondiale del Migrante e Rifugiato

24 Settembre 2020 - Roma - Domenica 27 settembre si celebra la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. Il tema scelto da Papa Francesco per questa 106° edizione è: “Come Gesù Cristo, costretti a fuggire. Accogliere, proteggere, promuovere e integrare gli sfollati interni”. Ad ospitare le celebrazioni principali sono le diocesi di Piemonte e Valle d’Aosta, terre di forte emigrazione tra Ottocento e Novecento, e di immigrazione, prima interna (proveniente dal Sud Italia, durante il boom economico degli anni ’50, ’60 e ’70 del secolo scorso) e poi dai Paesi del Sud del mondo. La Santa Messa, presieduta dall’arcivescovo di Torino, Mons. Cesare Nosiglia, Presidente della Conferenza Episcopale del Piemonte e Valle d’Aosta, sarà trasmessa in diretta su RaiUno dalla Cattedrale di Torino alle ore 11. La Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato coinvolge strutture e associazioni in tutto il mondo. In Italia sono numerose le diocesi che, attraverso gli uffici Migrantes, promuovono iniziative sul territorio. Alla Giornata, istituita in Italia da San Pio X dietro sollecitazione dei vescovi Scalabrini e Bonomelli, è dedicato il volume di Simone Varisco “Il giorno di chi è in cammino”, voluto dalla Fondazione Migrantes ed edito da Tau. Il libro (in cui per la prima volta si ricostruiscono i rapporti e gli scambi, anche epistolari, fra i Pontefici, gli organismi della Santa Sede, la Conferenza Episcopale Italiana e le Chiese locali) evidenzia come il fenomeno della mobilità umana sia stato costantemente al centro della sollecitudine pastorale della Chiesa: “un impegno costante – scrive nella presentazione il card. Gualtiero Bassetti, presidente della Cei – per l’integrazione dei migranti e per la promozione della pace”. In occasione della Giornata, la Fondazione Migrantes e l’emittente TV2000, in collaborazione con Caritas Italiana e il Centro Astalli, presentano un docuweb dal titolo “Sfollati”, che in 16 minuti raccoglie le testimonianze di alcuni dei protagonisti del messaggio di Papa Francesco: dai terremotati del Lazio e della Marche agli sfollati del Congo e del Kurdistan iracheno.

Migrantes: Sergio Durando nel Cda

24 Settembre 2020 - Roma - Sergio Durando, direttore dell’Ufficio Migrantes di Torino e delegato della Conferenza Episcopale Piemonte e Valle D’Aosta è stato nominato membro del Consiglio dì Amministrazione della Fondazione Migrantes. La nomina durante il recente Consiglio Episcopale Permanente della Cei riunitosi a Roma. A Sergio Durando gli auguri di un proficuo lavoro. (R. Iaria)

Migrantes: il cordoglio e la vicinanza alla diocesi di Como per la morte di don Malgesini

15 Settembre 2020 - Roma - "La morte di don Malgesini, prete accanto agli ultimi, ci addolora e siamo vicini alla sua diocesi e al vescovo, mons. Oscar Cantoni". Lo scrive in una nota la Fondazione Migrantes, organismo pastorale della Cei. La figura di don Malgesini rappresenta, come ha detto mons. Cantoni ,"il santo della porta accanto", al servizio dei più deboli ed emarginati. "Ha lavorato e si è prodigato - aggiunge la nota - con opere di solidarietà mettendo al centro il primato e la dignità della persona con attività di accoglienza di migranti e senza fissa dimora. Preghiamo il Signore per questo sacerdote che ha dato la vita per il bene del prossimo e che la sua testimonianza di vita non venga dimenticata".

Sepoltura, migranti e border deaths

14 Settembre 2020 - RomaLa morte non è uguale per tutti. Chi muore fuori dal proprio Paese, in condizioni disperate, come i border deaths, le vittime della frontiera, non torna a casa. Che ne è allora delle migliaia di corpi di migranti deceduti nelle acque del Mediterraneo in questi anni e recuperate dalla nostra guardia costiera? Il volume di Silvia Omenetto "Migrazioni e (dis) continuità spaziale nella morte", edito da Tau editrice per la collana Testimonianze ed esperienze" della Fondazione Migrantes fornisce una ricognizione scientifica sul post mortem dei migranti, ricavata dalla ricerca geografica e antropologica. Gran parte delle vittime del Mare Nostrum giacciono nei cimiteri italiani, sepolte in spazi appositamente ritagliati per essi (e per tutti coloro che, stranieri, muoiono in Italia), chiamati “reparti speciali”. I border deaths che non ritornano in patria, sono uomini, donne e bambini non identificati e da nessuno riconosciuti. Una complessa e attenta procedura consente a questi morti di ricevere finalmente sepoltura. Il libro di Omenetto è una “metodica ed esaustiva” panoramica geografica della cura che i cimiteri italiani riservano alle salme. Ma è anche il punto di partenza per capire cosa abbiamo a disposizione sul territorio (cimiteri acattolici ed islamici, oltre che reparti speciali e spazi per altre religioni) e cosa è possibile sviluppare ulteriormente. Pur trattando un tema tanto crudo quanto quello della sepoltura, questo libro non è affatto arido. Silvia Omenetto riesce a rendere umano ed intelligibile il discorso attorno alla morte. Anche perché vi unisce considerazioni antropologiche sul perché il 95% delle salme dei migranti deceduti nel nostro Paese compiono invece il percorso inverso. E su richiesta dei parenti, vengono rimpatriate. Il rimpatrio della salma è ancora oggi molto praticato poiché la morte nei Paesi d’origine dei migranti non è una questione privata, ma attiene all’intera collettività. Ecco perché anche la Fondazione Migrantes ha attivato un fondo per aiutare le famiglie nel rimpatrio delle salme dei loro parenti. Il libro è una lettura piacevole oltre che utile, perché discorsiva e ricca di citazioni, e fornisce spunti di riflessione inediti per ragionare attorno alla migrazione.

Migrantes: oggi la conclusione del convegno per gli operatori pastorali “Amici dei Rom”

13 Settembre 2020 - Roma - “Il Vangelo tra i rom. Annunciare testimoniare condividere”. Questo il tema dell’incontro di pastorale con i rom e sinti in corso, fino ad oggi, a Frascati presso Villa Campitelli e promosso dalla Fondazione Migrantes. L’incontro, al quale partecipano 70 operatori, è stato aperto venerdì sera dal direttore generale dell’organismo pastorale della Cei ed riservato agli operatori  Migrantes. “Si tratta – spiega la Fondazione Migrantes – di un momento pensato non soltanto per quanti sono già impegnati in questa pastorale specifica, ma anche per quanti vorrebbero iniziare ad impegnarsi in essa”. “Siamo molto diversi fra noi per idee, esperienze, età, provenienze – ha detto don De Robertis – ed è bene che sia così ma accomunati da una stessa passione, da uno stesso amore. L’amore per il Vangelo e per io popolo rom che abbiamo incontrato in modi e tempi diversi ma che per noi è una ricchezza”. Tra i partecipanti il vescovo ausiliare di Roma e incaricato della pastorale Migrantes della Conferenza Episcopale del Lazio, Gianpiero Palmieri, il catecheta Enzo Biemmì, la presidente delle teologhe italiane, Cristina Simonelli. Durante la tre giorni diverse le testimonianze di operatori pastorali impegnati sull’intero territorio nazionale.

Raffaele Iaria

Migrantes: a Frascati l’incontro degli operatori pastorali “Amici dei Rom”

11 Settembre 2020 - Roma - Sarà Villa Campitelli a Frascati (Roma) ad ospitare da oggi a domenica l’incontro riservato agli operatori  Migrantes per la pastorale con Rom e Sinti. “Si tratta – spiega la Fondazione Migrantes – di un momento pensato non soltanto per quanti sono già impegnati in questa pastorale specifica, ma anche per quanti vorrebbero iniziare ad impegnarsi in essa”. Tra i  partecipanti il vescovo ausiliare di Roma e incaricato della pastorale Migrantes della Conferenza Episcopale del Lazio, Mons. Gianpiero Palmieri, il catecheta Enzo Beemmì, la presidente delle teologhe italiane, Cristina Simonelli. Durante la tre giorni diverse le testimonianze di operatori pastorali impegnati sull’intero territorio nazionale. I lavori saranno aperti e conclusi dal Direttore generale della Fondazione Migrantes, don Giovanni De Robertis.

GMMR: il Piemonte e la Valle d’Aosta nel solco dei «santi sociali»

10 Settembre 2020 -

Torino - Non è casuale che la Fondazione Migrantes abbia scelto le diocesi di Piemonte e Valle d’Aosta come sedi principali per la celebrazione italiana della 106ª Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, in programma il 27 settembre. Nella Cattedrale di Torino in diretta su Rai 1 alle 11 monsignor Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino e amministratore apostolico di Susa, presiederà la celebrazione eucaristica della Giornata, che il Papa nel suo messaggio diffuso il 13 maggio ha intitolato “Come Gesù Cristo, costretti a fuggire: accogliere, proteggere, promuovere e integrare gli sfollati interni”. "La scelta delle diocesi subalpine da sempre terre d’immigrazione – ha sottolineato ieri Sergio Durando, direttore dell’Ufficio pastorale migranti di Torino e coordinatore Migrantes del Piemonte – ci sprona ad andare avanti nel solco dei santi sociali come don Bosco e Murialdo che accoglievano i contadini e i giovani dalle campagne, dell’emigrazione dal Sud Italia nel Dopoguerra ed ora delle nuove migrazioni dal Sud del mondo e dai Paesi in guerra". Oggi infatti Torino e le diocesi del Piemonte – aggiunge Durando – "con 429.375 stranieri (il 50% nel capoluogo, con età media 30-39 anni) sono la quinta regione d’Italia con provenienze da 172 paesi diversi e 12 comunità etniche molto numerose". "Presenze e bisogni – ha ribadito monsignor Nosiglia – che, grazie alle sollecitazioni di questa Giornata devono attraversare la coscienza e la vita delle nostre comunità per stimolare la ricerca di vie e impegni concreti di accoglienza e solidarietà verso tutti gli immigrati e gli sfollati presenti nel nostro territorio: una realtà importante che nel mondo coinvolge 50 milioni di persone, compresi i nostri connazionali sfollati ad esempio dai recenti terremoti". "Far leva sull’allarmismo e sull’invasione, come già è avvenuto in passato – ha aggiunto Nosiglia – non aiuta ad affrontare seriamente il problema ma suscita solo paura e timore che, collegato al coronavirus, suscita ancora di più rifiuti e scelte drastiche che nulla hanno a che vedere con l’accoglienza delle persone ma ne fanno dei capri espiatori di ben altre situazioni». Dal canto suo monsignor Marco Prastaro, vescovo di Asti, incaricato regionale Migrantes della Conferenza episcopale del Piemonte e della Valle d’Aosta con un passato da fidei donum in Kenya, ribadendo che occorre un cambiamento di mentalità nel considerare gli stranieri "non come capo espiratorio di tutti i nostri problemi ma come risorsa" (in Italia sono 52 mila gli imprenditori immigrati) ha presentato il documento che il coordinamento Migrantes di Piemonte e Valle d’Aosta "terra di santi sociali che hanno saputo rispondere alle sollecitazioni del loro tempo tra cui l’immigrazione" diffonderà in occasione della Giornata. È intitolato “Mi avete ospitato”. "Il motivo per cui la comunità cristiana in primis non può sottrarsi all’accoglienza – ha aggiunto Prastaro – sta nelle parole di Gesù: 'Ero forestiero e mi avete ospitato'". 

In preparazione alla Giornata, la Fondazione Migrantes ha promosso nei giorni scorsi a Villa Lascaris di Pianezza (Torino) il Corso di Alta formazione sulle sfide dell’emigrazione. Ai lavori, presieduti dal direttore generale della Fondazione don Giovanni De Robertis, hanno partecipato 60 tra direttori della Pastorale migranti delle diocesi della Penisola e collaboratori laici. Tra i relatori, l’inviato di Avvenire, Nello Scavo. Fitto il calendario degli appuntamenti piemontesi di qui al 27 settembre: da spettacoli e presentazioni di libri e mostre, ai cineforum, al Meeting tra giovani italiani e immigrati sul messaggio del Papa, sabato 12 settembre dalle 14 alle 18, (in via Cottolengo 24/a). I giovani, su un testo raccolto da Marco Laruffa e musicato da fratel Ettore Moscatelli, hanno anche composto l’inno della Giornata che verrà inviata a papa Francesco. La stessa composizione, il calendario completo della Giornata e il messaggio del Coordinamento Migrantes Piemonte e Valle d’Aosta si trovano sul sito www.migrantitorino.it. (Marina Lomunno - Avvenire)

GMRR: oggi la presenzazione delle iniziative nella regione del Piemonte e Valle d’Aosta

9 Settembre 2020 -
Torino - Saranno presentate questa mattina a Torino le iniziative per la prossima Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che vedrà, in Italia, al centro la regione ecclesiastica Piemonte e Valle d'Aosta, scelta dalla Commissione Episcopale per le Migrazioni e dalla Fondazione Migrantes.
Alla conferenza stampa parteciperanno l'arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia, il vescovo di Asti e incaricato regionale Migrantes della Conferenza episcopale di Piemonte/Valle d'Aosta (CEP), mons. Marco Prastaro, e il direttore della Migrantes di Torino, Sergio Durando.
Il messaggio di Papa Francesco per la Giornata sul tema “Come Gesù Cristo, costretti a fuggire. Accogliere, proteggere, promuovere e integrare gli sfollati interni”, sarà presentato da mons. Nosuglia mentre mons. Pastaro presenterà il messaggio del Coordinamento Migrantes di Piemonte e Valle d'Aosta, composto da 17 diocesi, dal titolo "'...mi avete ospitato'. La Migrantes regionale per un modello di società più giusto e inclusivo per tutti".
Oltre alla Santa Messa di domenica 27 settembre in diretta Rai dal Duomo di Torino, Sergio Durando illustrerà il ricco programma di eventi che si terranno nel mese di settembre in tutta la regione, e in particolare nel capoluogo. Inoltre sarà presentato l'Inno ufficiale della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2020, composto a Torino da un gruppo di giovani musicisti volontari della Migrantes e un documento del Coordinamento Migrantes regionale.
R.Iaria

GMMR: il Piemonte si prepara a celebrare la giornata a livello nazionale

8 Settembre 2020 -
Torino -  La regione ecclesiastica Piemonte e Valle d'Aosta è stata scelta dalla Commissione Episcopale per le Migrazioni e dalla Fondazione Migrantes per le iniziative centrali della prossima Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che si celebrerà il prossimo 27 settembre.
Domani mattina a Torino una conferenza stampa per presentare le iniziative. Parteciperanno l'arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia, il vescovo di Asti e incaricato regionale Migrantes della Conferenza episcopale di Piemonte/Valle d'Aosta (CEP), mons. Marco Prastaro, e il direttore della Migrantes di Torino, Sergio Durando.
Il messaggio di Papa Francesco per la Giornata sul tema “Come Gesù Cristo, costretti a fuggire. Accogliere, proteggere, promuovere e integrare gli sfollati interni”, sarà presentato da mons. Nosuglia mentre mons. Pastaro presenterà il messaggio del Coordinamento Migrantes di Piemonte e Valle d'Aosta, composto da 17 diocesi, dal titolo "'...mi avete ospitato'. La Migrantes regionale per un modello di società più giusto e inclusivo per tutti".
Oltre alla Santa Messa di domenica 27 settembre in diretta Rai dal Duomo di Torino, Sergio Durando illustrerà il ricco programma di eventi che si terranno nel mese di settembre in tutta la regione, e in particolare nel capoluogo. Inoltre sarà presentato l'Inno ufficiale della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2020, composto a Torino da un gruppo di giovani musicisti volontari della Migrantes.
Raffaele Iaria

Migrantes: a Frascati l’incontro degli operatori pastorali “Amici dei Rom”

8 Settembre 2020 - Roma - Sarà Villa Campitelli a Frascati (Roma) ad ospitare, questo fine settimana (11-13 settembre) l’incontro riservato agli operatori  Migrantes per la pastorale con Rom e Sinti. “Si tratta – spiega la Fondazione Migrantes - di un momento pensato non soltanto per quanti sono già impegnati in questa pastorale specifica, ma anche per quanti vorrebbero iniziare ad impegnarsi in essa”. Tra i i partecipanti il vescovo ausiliare di Roma e incaricato della pastorale Migranes della Conferenza Episcopale del Lazio, mons. Gianpiero Palmieri, il catecheta Enzo Beemmì, la presidente delle teologhe italiane, Cristina Simonelli. Durante la tre giorni diverse le testimonianze di operatori pastorali impegnati sull'intero territorio nazionale. I lavori saranno aperti e conclusi dal direttore generale della Fondazione Migrantes, don Gianni De Robertis.  

Corso Migrantes, mons. Nosiglia: la presenza di immigrati nel nostro Paese è una “risorsa positiva”

8 Settembre 2020 -

GMMR: “Migranti. Quando a partire eravamo noi” apre il calendario delle Giornata a Torino

4 Settembre 2020 - Torino - Gli eventi per la prossima Giornata  Mondiale del Migrante e del Rifugiato sono cominciati! Lunedì 31 agosto lo spettacolo-concerto “Migranti. Quando a partire eravamo noi” ha dato avvio al calendario di iniziative per celebrare la 106° Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che si celebrerà il prossimo 27 settembre. Cinque artisti del Teatro Regio di Torino – Cristiana Cordero, Daniela Valdenassi, Giancarlo Fabbri, Davide Motta Fré e Giulio Laguzzi -, "ci hanno guidati in un viaggio nel tempo e nello spazio, nella storia della musica e del popolo italiano. Per la verità, un viaggio che è soprattutto nell’animo umano: attraverso gli occhi e le orecchie dei circa 30 milioni di italiani emigrati all’estero, infatti, rivivendone le speranze, le delusioni, le sofferenze, le angosce, le ingiustizie subite, le fatiche e il desiderio di una vita migliore, ci hanno fatto riscoprire i sentimenti di tutti i migranti, di ogni tempo, nazione e condizione sociale", spiega l'Ufficio Migrantes di Torino. Si è trattato di uno spettacolo intelligente – come lo ha definito uno spettatore – perché capace di fare vera cultura e di alta qualità, accessibile e fruibile a tutti con semplicità e leggerezza. Ha saputo infatti parlare del tema delle migrazioni in modo molto efficace e coinvolgente, con serietà e ironia, intercettando una cultura popolare diffusa, risvegliando ricordi diretti o di racconti ascoltati, perché l’emigrazione è storia di ogni famiglia. Gli italiani non hanno mai smesso di partire. Anche oggi, secondo i dati più recenti; tanto che il numero degli italiani all’estero e quello degli stranieri residenti in Italia si assestano entrambi intorno ai 5,3 milioni. Un’esperienza collettiva di tale portata, che ha segnato così profondamente l’identità del popolo italiano, non poteva che produrre una ricchissima eredità in ambito di espressioni artistiche, e specialmente musicali: i canti dell’emigrazione italiana, di origine popolare o scritte da autori più o meno famosi, sono in grado ancora oggi di riproporcene il vissuto, comunicando sentimenti, nostalgie e aspirazioni. Ogni brano musicale è stato introdotto da una breve presentazione che lo ha contestualizzato, a volte suscitando un po’ di sorpresa nel pubblico, invitato a ricomprenderlo sotto un’altra luce. "È stato uno spettacolo estremamente emozionante: portandoci indietro di 150 anni agli anni della cosiddetta Grande Emigrazione degli anni immediatamente successivi all’Unità d’Italia, transitando per gli spostamenti connessi alle guerre e le colonizzazioni, passando per la ripresa dell’emigrazione nel secondo dopoguerra e le migrazioni interne degli anni 50-70, fino ai giorni nostri, le voci degli artisti ci hanno condotto sulle banchine delle stazioni e dei porti, sui bastimenti transatlantici, nelle città della Svizzera, tra le vie di New York e Buenos Aires, nelle miniere di carbone di Marcinelle, tra gli alloggi torinesi che non si affittavano ai meridionali, tra le onde del mediterraneo e le sponde agognate dell’Europa".  La parabola percorsa nello spettacolo la si ritrova nell’evoluzione storica della stessa iniziativa della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che, istituita da Pio X nel 1914 come Giornata Nazionale dell’Emigrante, raggiunge quest’anno la sua 106ª edizione. A riflettere il mutare dei flussi migratori che lo spettacolo ha ripercorso è anche la stessa Fondazione Migrantes che ebbe come primo nucleo il Pontificio Collegio per l’Emigrazione Italiana, sorto proprio in concomitanza con la Giornata.  L’opportunità di ricordare “quando a partire eravamo noi” ci chiede di "prendere posizione rispetto al presente e propone cammini per orientare la propria comprensione e le proprie relazioni con coloro che partono oggi e da altri paesi giungono nelle nostre città".

Corso Migrantes: oggi le conclusioni

4 Settembre 2020 - Torino - Si è chiude oggi a Pianezza la prima edizione del Corso di Alta Formazione per i direttori Migrantes delle diocesi italiane e per i collaboratori, organizzato dalla Fondazione Migrantes in collaborazione con il con il SIMI, Scalabrini International Migration Institute. Aperto il 31 agosto, il corso “Fondazione Migrantes Oggi. Come, Dove, Perché?” si è svolto in Piemonte anche in vista della 106 GMM che si celebrerà il 27 settembre proprio nelle diocesi del Piemonte e Valle d'Aosta. Nei cinque giorni del corso, che hanno portato a Villa Lascaris di Pianezza più di 60 partecipanti per confrontarsi sui temi che coinvolgono l’emigrazione, molti i partecipanti giunti da tutto il territorio. Don Gianni De Robertis, Direttore Generale della Fondazione Migrantes, ha dato il via al dibattito a cui si sono aggiunti esperti del settore. Non sono mancati i vescovi come mons. Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino e presidente della Conferenza Episcopale Piemonte e Valle d’Aosta, mons. Derio Olivero di Pinerolo, mons. Marco Prastaro di Asti e incaricato Migrantes della Conferenza Episcopale del Piemonte e Valle d'Aosta e il Vicario generale per la diocesi di Milano, il vescovo mons. Franco Agnesi, Incaricato Migrantes della Conferenza Episcopale Lombarda. Tra gli altri interventi Sergio Durando, direttore dell’Ufficio Migrantes di Torino, padre Skoda del SIMI, il giornalista Nello Scavo esperto del settore per Avvenire, Gioacchino Campese, missionario scalabriniano per diversi anni in prima fila con i migranti lungo la frontiera Messico Stati Uniti e autore di diversi libri che trattano della mobilità umana, Ferruccio Pastore, Direttore del Forum Internazionale ed Europeo di Ricerche sull’immigrazione. Molti gli argomenti trattati, soprattutto riguardo al linguaggio usato nei confronti degli stranieri. Per don Gianni De Robertis si usano termini che non riconoscono l’identità umana che siano lavoratori o persone che cercano di entrare nel nostro territorio e ringrazia Avvenire che attraverso l’impegno culturale “cerca di restituire il volto umano dei migranti”.

Questa mattina, dopo la meditazione biblica affidata a sr. Paola Barbierato, la presentazione del messaggio di papa Francesco per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che si  celebrerà il prossimo 27 settembre e le conclusioni del direttore generale della Fondazione Migrantes, don Gianni de Robertis.

Corso Migrantes: oggi incontri con le realtà di accoglienza e messa con mons. Nosiglia

3 Settembre 2020 - Torino - In preparazione alla 106a Giornata nazionale del Migrante e del Rifugiato, che quest’anno si celebra nelle diocesi del Piemonte con capofila la Chiesa torinese, la Fondazione Migrantes ha promosso il Corso di Alta formazione sui temi delle sfide dell’emigra zione. I lavori, rivolti ai Direttori Migrantes delle diocesi della Penisola e ai collaboratori - 60 i partecipanti - sono iniziati a Villa Lascaris di Pianezza lunedì 31 agosto e si concludono domani, venerdì 4 settembre. Tra i relatori Nello Scavo, inviato di «Avvenire», esperto sui temi delle migrazioni, mons. Franco Agnesi, vicario generale della diocesi di Milano, Sergio Durando e Monica Savian, rispettivamente direttore Migrantes e vice direttore dell’Ufficio mi sionario della diocesi di Torino, i vescovi di Pinerolo mons. Derio Olivero e mons. Marco Prastaro, incaricato Migrantes della Conferenz episcopale piemontese, che hanno presieduto le Messe al termine delle sessioni del corso. Oggi i corsisti sono invitati a incontrare le realtà dell’accoglienza torinese: parrocchie, associazioni, famiglie e il Sermig: al termine la Messa presieduta da mons. Nosiglia presso la Chiesa del Santo Volto. L’Arcivescovo il 27 settembre prossimo presiederà l’appuntamento centrale della Giornata nazionale: la Messa alle 11 in diretta su Rai 1 animata dal coro multietnico della diocesi di Torino. Parteciperanno le comunità etniche e i rappresentanti Migrantes del Piemonte e della Valle d’Aosta. “In un momento dove nel nostro Paese torna alla ribalta l’emergenza migranti con le vicende di Lampedusa, la Giornata ci invita a riflettere su come il tema della mobilità umana sia centrale e non più prorogabile: riguarda tutti e in particolare tutte le comunità cristiane a partire dalle parrocchie”, sottolinea Sergio Durando. “Ed è molto significativo che in tempo di Covid siamo riusciti a raggiungere in tutta sicurezza la capienza massima dei partecipanti al corso a Villa Lascaris, il primo che si tiene in diocesi dopo il blocco per coronavirus: un segnale importante, che rimarca il desiderio di quanti di noi si occupano di accoglienza di chi fugge dalla morte, dalla fame e dalle persecuzioni, di incontrarsi e di confrontarci ‘in presenza’ per pensare ad intervenenti efficaci e per proporre alle nostre diocesi rotte da percorrere con entusiasmo per dare speranza a chi, come noi italiani, popolo ancora oggi di emigrati, siamo stati accolti in altri Paesi”. Molto signifcativo a questo riguardo, segnala Durando, è stato lo spettacolo, offerto ai corsisti e alla comunità parrocchiale di Pianezza nella serata di lunedì 31, “Migranti, quando a partire eravamo noi”, a cura degli artisti del Teatro Regio Itinerante, un racconto in musica di sogni e speranze dei nostri connazionali che nella loro valigia di cartone portavano il desiderio di un futuro migliore. “Proprio come chi oggi si imbarca in un gommone”, conclude Durando, “la Giornata ci invita ad alzare lo sguardo oltre i pregiudizi, oltre le difficoltà dell’accoglienza per promuovere una pastorale di Chiesa attenta alla mobilità perché nell’umanità migrante ci siamo tutti noi”. (Marina Lomunno)  

Mons. Olivero: il lavoro della Migrantes è “espressione di un movimento in uscita”

2 Settembre 2020 - Torino - La seconda giornata del Corso di alta formazione organizzato dalla Fondazione Migrantes  in collaborazione con il SIMI (Scalabrini International Migration Institute) in corso, fino a venerdì 4 settembre a Pianezza (To), si è conclusa ieri sera con una celebrazione eucaristica presieduta da mons. Derio Oliverio, vescovo di Pinerolo. Nella sua omelia il presule ha riflettuto sulla differenza che c’è di vivere in un modo “passivo i fatti che avvengono e che ci coinvolgono personalmente o indirettamente. Gli eventi hanno la capacità di parlare, interrogare e trasformare”. Nella preghiera il rischio è quello di un “atteggiamento miracolistico”. Occorre “guardare alla vita come un susseguirsi di fatti muti, conduce al fatalismo, alla passività remissiva, al cinismo. Nulla è capace di interrogarmi circa la mia identità, la mia responsabiltà”, ha sottolineato. Se le cose che capitano – ha detto - le vediamo come eventi li viviamo in modo diverso e ci poniamo delle domande. Così viene meno anche la paura di ciò che non sappiamo perché viviamo in modo più consapevole”. Il lavoro della Migrantes è “espressione di un movimento in uscita che deve essere riconosciuto come realtà essenziale della chiesa tutta”. Il vescovo di Pinerolo, che ha vissuto personalmente il dramma del contagio al covid19 ha poi fatto un riferimento al tema della mobilità ricordando Gesù che da Nazareth si “trasferisce” a Cafarnao, la grande città in cui si “incrociano nuove realtà e dove la propria sicurezza viene messa in discussione dalla presenza di persone provenienti da diversi paesi e che interrogano sull’ospitalità”. La “vera identità è un’identità ospitale”, ha detto il presule che nel volume, scritto con il giornalista Alberto Chiara (“Verrà la vita e avrà i suoi occhi”, edizioni San Paolo con prefazione del card. Matteo Zuppi) evidenzia che nell’antichità l’ospite era sacro di per sé, a pre­scindere dalla sua razza, dalla sua tribù, dal suo red­dito e ricorda l’incontro, “molto commovente”, dice, di Abramo con tre viandanti sconosciuti. Questa mattina i lavori del Corso sono ripresi con la meditazione biblica affidata a sr. Paola Barbierato seguita da una relazione del vicario generale della diocesi di Milano, il vescovo, mons. Franco Agnesi che si è soffermato sul ruolo della Migrantes e da una relazione sulla Pastorale Migranti nelle parrocchie con un focus sulla Chiesa di Torino affidata al direttore Migrantes della diocesi piemontese, Sergio Durando e a Morena Savian, vice direttore dell’Ufficio Missionario della stessa diocesi. Nel pomeriggio condivisione di prassi ed esperienze. I lavori si concluderanno con una celebrazione eucaristica presieduta da mons. Marco Prastaro, vescovo di Asti e Incaricato Migrantes della Conferenza Episcopale Piemonte e Valle d’Aosta.    

MigrantiPress: in distribuzione il numero di settembre

1 Settembre 2020 - Roma - E’ in distribuzione il numero di settembre della rivista Migranti-Press con un approfondimento sulle iniziative della prossima Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che quest’anno vedrà protagoniste, a livello nazionale, le diocesi di Piemonte e Valle d’Aosta. Saranno infatti loro ad ospitare, come sede principale in Italia, la 106ª Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato - GMMR. Quest’anno la Fondazione Migrantes ha scelto il territorio del Nord-Ovest dell’Italia, una una terra di forte emigrazione tra Ottocento e Novecento, e di immigrazione, prima interna (proveniente dal Sud Italia con il boom economico, anni ‘50-’60-’70 del secolo scorso), e poi dai Paesi del sud del mondo. La giornata coinvolgerà, come riporta la rivista, strutture e associazioni. Le diocesi, dice il direttore regionale Migrantes, Sergio Durando, stanno mettendo a punto le settimane che precedono la Giornata del 27 settembre che rappresenta una occasione per riflettere, pregare e valorizzare il tema della mobilità umana e dell’accoglienza che “ci coinvolge tutti sia come comunità cristiana che come cittadini italiani, popolo con una storia di emigrazione che prosegue anche ai nostri giorni”. Alla Giornata Mondiale la rivista della Migrantes aveva dedicato l'intero numero di luglio-agosto inviato a tutte le parrocchie e diocesi italiane. Oltre alle iniziative della GMMR la rivista di settembre fa il punto sulle domande di emersione e regolarizzazione dei rapporti di lavoro, si sofferma sul volontariato dei migranti, parla di Lampedusa con una intervista al parroco, don Carmelo La Magra e si sofferma sul direttorio per la Catechesi. La rivista riporta anche la storia di Jaime e del ponte di solidarietà costruito tra Palermo e la Guinea e alcune esperienze di integrazione. E poi la storia di una presenza significativa tra i migranti italiani delle Suore Minime della Passione raccontata dalle religiose, dal missionario italiano don Domenico Basile e una riflessione di don Enzo Gabrieli, postulatore della causa di beatificazione della fondatrice, Elena Aiello. Spazio poi alla rubrica sulle migrazioni nelle legislazione e nella giurisprudenza.

R.Iaria