5 ottobre: a Roma la “Festa dei popoli” con i pellegrini del Giubileo dei migranti e del mondo missionario
❗ Sono ancora aperte le iscrizioni al Giubileo 👉 sul sito ufficiale. ❗
“In un mondo oscurato da guerre e ingiustizie, anche lì dove tutto sembra perduto, i migranti e i rifugiati si ergono a messaggeri di speranza. Il loro coraggio e la loro tenacia è testimonianza eroica di una fede che vede oltre quello che i nostri occhi possono vedere”. (Leone XIV)
✅ Leggi il Messaggio del papa per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato 2025.
✅ Guarda il manifesto per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato 2025.
(Fonte: Arcidiocesi di Gorizia)
(Stefano Passaggio)
Per informazioni: Ufficio per la Pastorale dei Migranti – Piazza Fontana 2 – 20122 Milano Tel. 02 85 56 455/6 – migranti@diocesi.milano.it
(Fonte: Diocesi di Verona)
In concreto, infatti, nei giorni 26 e 27 ottobre, una parrocchia per ogni prefettura ospiterà l’iniziativa. «Nell’organizzazione pratica sono state seguite e supportate dall’équipe pastorale Migrantes – spiega don Pietro Guerini, direttore dell’Ufficio Migrantes della diocesi -. Ciascuna presenterà dinamiche diverse, ma tutte saranno accomunate dalla presenza di una celebrazione eucaristica multiculturale, quindi con l’apporto di diverse lingue nelle letture o nei canti. In quasi tutte le Feste dei Popoli sono inoltre previsti dei momenti di condivisione e convivialità, come un aperitivo o una cena multietnica».
Fonte: RomaSette.it
9 Gennaio 2023 -| Ferrara - La Messa dei Popoli – nel contesto della festa dell’Epifania – è uno degli appuntamenti più amati dalle comunità degli immigrati cattolici. Quest’anno a Ferrara è stata organizzata il 6 gennaio nella chiesa di Santo Stefano e, per la prima volta, a cura dell’Ufficio Diocesano Migrantes della diocesi di Ferrara-Comacchioche è uno spazio di dialogo tra diverse culture e tradizioni dei popoli, entra in contatto diretto e personale con la “mondialità” che è tra noi, promuove la cordiale convivenza e la reciproca integrazione.
Il nostro Vicario Generale, Mons. Massimo Manservigi, ha celebrato assieme a numerosi confratelli concelebranti, ma ha dato anche un altro grande contributo aprendo le porte della chiesa di Santo Stefano. Successivamente, è stato anche
possibile avere un piccolo momento conviviale, in cui si sono scambiati anche piatti delle diverse tradizioni delle comunità partecipanti.
Una capillare divulgazione, anche a cura dei Cappellani confratelli che hanno invitato ed organizzato la partecipazione delle comunità linguistiche delle loro Parrocchie, ha stimolato la partecipazione gioiosa ed interessata di molte persone di ogni età e provenienti dalle Comunità francofona, inglese, latino- americana, ucraina, romena della nostra Arcidiocesi, oltre ai numerosi italiani.
I canti, le letture e le preghiere sono stati celebrati nelle lingue italiano, francese, inglese, spagnolo, tagalog, polacco, lingala; tutti gli astanti hanno potuto ricevere il foglio della Santa Messa con la traduzione in italiano dei passaggi recitati o cantati in altre lingue. L’atmosfera è stata ulteriormente allietata dalle danze tipiche africane nella processione offertoriale, anche nel ricordo dell’offerta dei doni da parte dei Magi d’Oriente. Uno dei momenti più suggestivi, nella sua semplicità, è stata la recita del Padre Nostro, durante la quale ciascuno dei presenti ha utilizzato la propria lingua madre, mescolando le lingue nell’unica invocazione. Al proposito, è importante ricordare che La Chiesa riconosce grande importanza alla lingua materna dei migranti, attraverso la quale essi esprimono la mentalità, le forme di pensiero e di cultura ed i caratteri stessi della loro vita spirituale e delle tradizioni delle loro Chiese di origine.
Lo spirito della Festa dei Popoli si è quindi concretizzato nella rappresentazione di un momento importante per la città in tema di integrazione, multietnicità e intercultura e, sicuramente, è stato un fattore di coinvolgimento per l’intera cittadinanza ed anche un’ottima occasione di conoscenza reciproca e anche perché come detto il Vicario Generale nella sua omelia: “Veniamo tutti da lontano e tutti ci cerchiamo reciprocamente nel nome dello stesso Signore Gesù Cristo”. (don Rodrigue Akakpo - Direttore ufficio Migrantes Ferrara-Comacchio) 
Parma - «Dietro i volti sconosciuti della gente che mi sfiora, quanta vita, (…) quanti mondi da scoprire ancora, splendidi universi accanto a me». Canta così il gruppo del Gen Verde in una delle loro canzoni più conosciute. Ed è proprio questo che abbiamo assaporato durante la Festa dei popoli celebrata nella casa madre dei Saveriani. Il tempo incerto ed il freddo inatteso non hanno spento l’entusiasmo e la voglia di ritrovarci in fraternità.
La giornata si è aperta con un saluto da parte del vescovo il quale, nel ringraziare per la presenza, ha manifestato il suo desiderio di incontrare tutte le singole comunità nella Visita pastorale per riprendere le tante attività sospese a causa della pandemia. Si è poi passati alle esibizioni delle diverse comunità che con le loro manifestazioni artistiche piene di gioia e colore hanno spezzato il grigio della giornata. È stato un momento bello, semplice e intenso in cui ogni comunità si è lasciata “contaminare” dalla musica e dai balli delle altre comunità. Alla festa ha partecipato il gruppo musicale “È più bello insieme” impegnato da alcuni anni in manifestazioni artistiche che hanno lo scopo di promuovere l’inclusione e l’incontro tra le culture presenti nella nostra città; il gruppo è composto da persone provenienti da diversi Paesi, dalla Colombia al Ruanda, passando per l’Indonesia e la Nigeria: un bel laboratorio di fraternità!
Verso mezzogiorno ci siamo avviati, preceduti dalla comunità filippina in processione con l’immagine della Madonna, verso il santuario san Guido Maria Conforti per il momento più importante della giornata: la celebrazione eucaristica. In un mosaico di lingue e di volti radunati nel nome di Gesù si è avverato ancora una volta il sogno audace del Conforti, fare del mondo una sola famiglia in Cristo. La Messa è stata presieduta da p. Alfredo Turco, superiore regionale dei Missionari Saveriani, il quale è stato accompagnato da diversi confratelli e da alcuni sacerdoti diocesani. Finita la Messa siamo tornati nei giardini della casa madre per condividere il pranzo.
Presto l’atmosfera si è impregnata di profumi e lingue da tutto il mondo: ogni comunità nel proprio banco aspettava con un sorriso chiunque volesse assaggiare il proprio cibo. Non era difficile iniziare il dialogo e così tra una chiacchiera e l’altra, ci si ritrovava a parlare con un eritreo, un albanese, un congolese, un messicano, un italiano, un filippino, un ucraino, un rumeno, senza nemmeno farci caso. Siamo tornati a casa arricchiti dai diversi incontri, con lo sguardo pieno di volti e sorrisi, e nel cuore la consapevolezza che la strada per costruire un mondo fraterno e in pace è questa: l’incontro e la conoscenza che ci spinge all’impegno per la giustizia. Questa citazione di p. Ermes Ronchi riassume il significato della giornata: «Una leggenda ebraica racconta che ogni uomo viene sulla terra con una piccola fiammella sulla fronte, una stella accesa che gli cammina davanti. Quando due uomini si incontrano, le loro due stelle si fondono e si ravvivano, come due ceppi sul focolare. L’incontro è riserva di luce. Quando invece un uomo per molto tempo è privo di incontri, la sua stella, quella che gli splende in fronte, piano piano si appanna, si fa smorta, fino a che si spegne. E va, senza più una stella che gli cammini avanti. La nostra luce vive di incontri». (Ufficio Migrantes Parma)