Primo Piano

Naufragio nell’ Egeo: decine di dispersi

2 Novembre 2022 - Milano - É di almeno 60 vittime o dispersi il bilancio dell' ultima tragedia dell' immigrazione che si è consumata nell' Egeo, fra la Turchia e le isole greche. Una barca a vela su cui stavano viaggiando circa 68 migranti, salpata dalla Turchia, è naufragata nelle prime ore di ieri mattina nello stretto di Kafireas, tra le isole di Andros e Evia. Lo riporta la Guardia costiera greca, impegnata nelle operazioni di ricerca e salvataggio dei migranti. Nove uomini che si erano inizialmente messi in salvo su un isolotto sono stati soccorsi dalle autorità greche, ma in base ai racconti dei sopravvissuti sull' imbarcazione avrebbero viaggiato almeno 68 persone. Intanto proseguono le ricerche di almeno 8 persone dopo un altro naufragio avvenuto lunedì pomeriggio a largo dell' isola di Samos. Intanto, mentre il Viminale tiene alla larga le tre navi Ong con a bordo complessivamente quasi mille persone (tra cui oltre 200 minori), i guardacoste italiane non stanno a guardare. Dopo l' Sos lanciato da Alarm Phone e il timore di un nuovo, ennesimo naufragio, ecco l' intervento di salvataggio al largo della Sicilia. Due motovedette - una della Guardia costiera e una della Guardia di Finanza, oltre al "Rio Arlanza" pattugliatore della Guardia Civil spagnola in servizio per Frontex - sono intervenute a circa 40 miglia ad est dalle coste siciliane per soccorrere un motopesca con a bordo 383 persone. La motovedetta Cp322 ne trasferirà 110 a Pozzallo. Altre due imbarcazioni sono invece dirette ad Augusta: la Cp 323 con 102 a bordo e la motovedetta della Guardia di Finanza che ne porta 83. La Rio Arlanza rientrerà a Catania con 88 persone messe in salvo. Un' operazione complessa che ha visto i mezzi navali collaborare dalle 16 di ieri pomeriggio quando hanno raggiunto il mezzo in difficoltà. Il barcone era stato segnalato poche ore prima «a rischio ribaltamento ». « Le persone a bordo dicono che la barca sta affondando e che sta entrando molta acqua. Le autorità sono informate e devono agire immediatamente» scriveva su Twitter la Ong. E sulle tre navi lasciate ancora in attesa di un porto sicuro interviene anche la Federazione internazionaledella Croce rossa che, in un appello congiunto con la Ong Sos Mediterranee (che con la nave Ocean Viking ha soccorso 234 migranti «che aspettano da undici giorni di sbarcare in un porto sicuro») «chiedono il rispetto del diritto marittimo e chiedono che venga trovata una soluzione immediata per il loro sbarco». Un appello che rilancia anche le richieste delle altre navi Ong: 572 migranti sono sulla Geo Barents di Medici senza frontiere, tra cui 66 minori; 179 sulla Humanity1, tra cui un bambino di 7 mesi e oltre 100 minori non accompagnati «che soffrono particolarmente dello stress psicologico». Complessivamente un migliaio che chiedono un porto sicuro. «Le persone soccorse sono totalmente esauste, disidratate, in difficoltà psichiche e alcune hanno bisogno di cure mediche immediate. Abbiamo fornito loro assistenza sanitaria e di primo soccorso psicologico, cibo e acqua, ma non possono più aspettare, questa incertezza rende la situazione insopportabile con lo stress che aumenta di giorno in giorno». « Hanno urgente bisogno di un porto sicuro » afferma Frido Herinckx, responsabile delle operazioni dell' Ifrc (I nternational federation of red cross, ndr). « Il diritto delle persone a sbarcare rapidamente in un luogo sicuro non può essere discusso. L' attuale blocco nel processo di sbarco a seguito di operazioni di ricerca e soccorso costituisce una grave violazione del diritto del mare». (Daniela Fassini - Avvenire)  

Viminale: 85.041 persone migranti sbarcate da inizio anno in Italia

31 Ottobre 2022 -
Roma - Sono 85.041 le persone migranti sbarcate sulle coste italiane da inizio anno secondo il dato fornito oggi dal Ministero degli Interni. Di questi 16.699 sono di nazionalità tunisina (20%), sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco; gli altri provengono da Egitto (16.415, 19%), Bangladesh (11.845, 14%), Siria (6.090, 7%), Afghanistan (5.878, 7%), Costa d’Avorio (2.972, 4%), Guinea (2.478, 3%), Eritrea (1.925, 2%), Iran (1.909, 2%), Pakistan (1.882, 2%) a cui si aggiungono 16.948 persone (20%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione. Fino ad oggi sono stati 9.9301 i minori stranieri non accompagnati ad aver raggiunto il nostro Paese via mare. Il dato è aggiornato a oggi, 31 ottobre. I minori stranieri non accompagnati sbarcati sulle coste italiane lungo tutto il 2021 sono stati 10.053, 4.687 nel 2020, 1.680 nel 2019, 3.536 nel 2018 e 15.779 nel 2017. Per quanto riguarda la presenza di migranti in accoglienza, i dati parlano di 103.161 persone su tutto il territorio nazionale di cui 1.802 negli hot spot (1.563 in Sicilia e 239 in Puglia), 68.962 nei centri di accoglienza e 32.397 nei centri Sai. La Regione con la più alta percentuale di migranti accolti è la Lombardia (11%, in totale 11.407 persone), seguita da Emilia Romagna e Sicilia (10%), Lazio (9%), Piemonte (9%) e Toscana (7%).

Rom e Sinti: a Milano preghiera in memoria dei morti degli ultimi anni

31 Ottobre 2022 -

Milano - Una preghiera in memoria delle "nostre sorelle e dei nostri fratelli" rom e sinti morti negli ultimi anni a Milano. Promossa dalla Comunità di sant'Egidio e dal servizio della pastorale tra i rom sinti della diocesi ambrosiana  si svolgerà domani, 1 novembre, alle ore 19,00, nella Chiesa di San Bernardino alle monache.  Tra le tante storie che si ascolteranno alla preghiera, alcune colpiscono in maniera particolare. Saban, morta mentre cercava vestiti in un cassonetto; oppure Costel, ucciso dal fuoco nel tentativo di scaldarsi. Ancora la piccola Elena, affogata nella roggia dietro Chiaravalle, ed Emil, bruciato nel giorno del suo tredicesimo compleanno nel rogo della baracchina. Mariana, Liliana, Sunita e Cristian, portati via dalle malattie proprio mentre i loro figli, finalmente in casa e non più nei campi, iniziavano le scuole superiori. Durante la preghiera, i bambini depositeranno dei lumini all’altare mentre si ascolteranno i ricordi dei defunti, si leggerà un brano del Vangelo e il Padre Nostro sarà recitato in italiano e in lingua romanès. Tante delle morti di questi anni sono ingiuste e conseguenza della povertà. Spesso sono storie di bambini. Come Florentina, fulminata a 5 anni per la scarica elettrica ricevuta da un palo della luce. O Maria, neonata morta di freddo a Legnano. Eppure da alcune di queste tragedie sono nati grandi legami di affetto. 

Le Feste di Santi e Morti e la guerra

31 Ottobre 2022 - Questi giorni d’ingiustizia e di guerra, pieni zeppi del dolore e dei contrastanti sentimenti che ogni guerra scatena, sono diventati nello scorrere inesorabile del tempo anche i giorni che ci conducono alla Festa di tutti i Santi e al Ricordo dei Morti. Una consolazione per chi crede, un umanissimo richiamo per tanti, un monito potente per chi ha testa e cuore e non solo indifferenza o calcoli e non riduce la sua vita e l’intero mondo a una scacchiera di ruoli da affermare e di conti da regolare. In giorni così, è difficile non sentire in testa l’eco di un canto che ha ritmo e note di gioia, e che è nato nella sofferenza e dalla disperata speranza di uomini e donne resi schiavi da altri esseri umani. Un canto spiritual che molti amano e quasi tutti hanno cantato almeno una volta nella versione originale in inglese d’America o in qualche traduzione più o meno rimata. «Oh when the Saints go marching in: oh, Lord I want to be in that number, when the Saints go marching in…». «Quando i Santi arriveranno marciando: oh, Signore, vorrei essere parte di quel gruppo, quando i Santi arriveranno...». Sì, verrà il Giorno del giudizio, ma è anche adesso. E per questo ci sono cammino da fare, memoria da serbare, speranza da custodire e storia di cui essere parte con umiltà e decisione. Tutto questo ci riguarda, se vorremo salvare noi stessi e il tempo che stiamo vivendo, salvarlo e salvarci non in solitudine, ma insieme, secondo il disegno di Dio e secondo la ragione e il desiderio profondo di ogni donna e di ogni uomo. Sì, verrà il Giorno del giudizio, ma è anche in quest’ora. E perciò non ci sono pianti e rimpianti, ricordi e strappi personali e familiari davanti alle tombe e alle urne dei nostri cari che non si colleghino e non ci colleghino agli altri, ai fatti terribili che continuano a segnare la condizione umana, accumula no macerie d’odio e scavano fosse comuni e trincee come rughe sulla faccia della Terra. Di una cosa possiamo essere certi, e non ci dobbiamo stancare di ripeterla. Anche in questi giorni d’ingiustizia e di morte a causa della guerra che insanguina il mondo e che non possiamo non vedere e non temere nei territori d’Ucraina, proprio in questi giorni – giorni che si fondono ma non si confondono con quelli delle feste della nostra tradizione più semplice e sentita – ci sono santi che si sono messi in cammino e «arriveranno marciando». Uomini e donne che stanno facendo il bene anche nel grande male della guerra in nome di Dio e in nome dell’umanità. E ciò a cui loro danno carne e anima è assolutamente decisivo. Anche se le bombe cadute e le terribili Bombe minacciate fanno assai più rumore e continuano a fare strage di vita e di speranza. Per questo ogni morto conta e merita pietà e preghiera e strenuo impegno. Non sappiamo quando sarà il Giorno del giudizio, quello in cui «i Santi arriveranno marciando», ma possiamo capire che quel giorno comincia adesso e che ognuno di noi può fare qualcosa di essenziale, tessendo reti di rispetto e di pace e magari anche camminando in piazze di pace, perché la morte inflitta non diventi, ancora e ancora, prova e misura di disumanità. (Marco Tarquinio - Avvenire)

Questione di sguardo

31 Ottobre 2022 -

Città del Vaticano - Due sguardi che si cercano: da una parte Zaccheo che cerca il rabbi di Galilea; dall’altra Gesù che cerca il volto di quell’uomo su un albero di sicomoro. Non uno stinco di santo, il pubblicano Zaccheo di Gerico, capo dei pubblicani, degli esattori dei tributi che i giudei dovevano pagare ai romani; non godeva di buona fama nella sua città, tutti lo conoscevano e tutti ne avevano timore. I pubblicani spesso approfittavano della loro posizione per estorcere denaro alla gente e per questo erano considerati pubblici peccatori. Zaccheo si faceva vedere raramente in giro, ma quel giorno non poteva non uscire. La gente di Gerico – città antichissima con i suoi 8 o forse 9 mila anni di storia – si accalcava sulle strade per vedere Gesù, e lui voleva essere tra i primi a incontrarlo. Lui che con i soldi aveva sempre comperato tutto, quel giorno non riesce a conquistare la prima fila. Allora sale su un albero. Si sistema bene tra i rami e guarda, cerca il rabbi di Galilea che tutti vogliono toccare. Ha un posto privilegiato, ancora una volta. Lui vuole vedere, cercare quel volto, ma è Cristo che lo cerca, lo vede e gli dice: “Zaccheo scendi subito perché oggi devo fermarmi a casa tua”.

Che sorpresa: lui, un pubblicano, scelto tra tanti, forse, avrà pensato, proprio per il suo ruolo nella comunità. Anche per la gente di Gerico è una sorpresa: Cristo che predica bene ma razzola male, va a casa di un peccatore; parla di povertà e va a mangiare a casa del ricco ladro. Ma Cristo rompe il cerchio e va al di là gli schemi ovvi: d’altra parte, non ha detto che è venuto proprio per i peccatori? “Il figlio dell’uomo è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto”, leggiamo in Luca. Nei Vangeli, nella Bibbia si incontrano peccatori: Giacobbe, ad esempio, era un traditore, Pietro un pescatore irascibile; David un adultero, Giona un ateo, Paolo un persecutore dei cristiani. Zaccheo, il pubblicano, sente il bisogno di “cercare un altro sguardo”, dice Papa Francesco all’Angelus, e “aspetta qualcuno che lo liberi della sua condizione, moralmente bassa, che lo faccia uscire dalla palude in cui si trova”. Zaccheo, “piccolo di statura”, è sul sicomoro e Gesù lo cerca, gli dice di scendere, di aprire la sua casa; per vederlo deve alzare lo sguardo. Afferma Francesco: “Dio non ci ha guardato dall’alto per umiliarci e giudicarci; al contrario si è abbassato fino a lavarci i piedi, guardandoci dal basso e restituendoci dignità”. Questo incrocio di sguardi per il vescovo di Roma, riassume “l’intera storia della salvezza: l’umanità con le sue miserie cerca la redenzione, ma anzitutto Dio con misericordia cerca la creatura per salvarla”. Lo sguardo di Dio, afferma il Papa, “non si ferma mai al nostro passato pieno di errori, ma guarda con infinita fiducia a ciò che possiamo diventare. E se a volte ci sentiamo persone di bassa statura, non all’altezza delle sfide della vita e tanto meno del Vangelo, impantanati nei problemi e nei peccati, Gesù ci guarda sempre con amore; come con Zaccheo ci viene incontro, ci chiama per nome e, se lo accogliamo, viene a casa nostra”. L’invito di Francesco è duplice: da un lato chiede di guardare noi stessi e di cercare l’incontro con Gesù quando ci sentiamo inadeguati e ci rassegniamo; dall’altro, ci chiede quale “sguardo abbiamo verso coloro che hanno sbagliato e faticano a rialzarsi dalla polvere dei loro errori? È uno sguardo dall’alto, che giudica, disprezza, che esclude?”. Per il Papa “è lecito guardare una persona dall’alto in basso soltanto per aiutarla a sollevarsi. Ma noi cristiani dobbiamo avere lo sguardo di Cristo, che abbraccia dal basso, che cerca chi è perduto, con compassione”. Questo è lo sguardo della Chiesa. Angelus nel quale Francesco, dopo la recita della preghiera mariana, ha parole per condannare l’attentato terroristico che a Mogadiscio ha ucciso più di cento persone, tra cui molti bambini: “Dio converta i cuori dei violenti”. Prega ancora, per le centinaia di vittime, soprattutto giovani, mentre, nella notte di Seul, festeggiavano lungo le strade della città. E prega sempre per la “martoriata Ucraina. Preghiamo per la pace, non ci stanchiamo di farlo”. (Fabio Zavattaro - Sir)

Se Dio è bontà e misericordia infinita, come può esistere l’inferno, una condanna senza fine?

28 Ottobre 2022 - La terribile realtà dell’inferno e la sua eternità fanno certamente paura. Si è cercato di metterle in dubbio, ma i testi biblici sono inequivocabili e altrettanto chiaro è l’insegnamento costante della Chiesa. Oggi per ovviare a questo imbarazzo, dovuto alla forte secolarizzazione del pensiero occidentale, la predicazione sulle realtà escatologiche si è ridotta ai minimi termini. Parlare dell’inferno è poco di moda, poco attraente, addirittura secondo alcuni controproducente. Ebbene questo modo nichilista e superficiale di affrontare il tema è assai pericoloso. L’esistenza dell’inferno fa parte del credo cristiano ed è parte integrante della rivelazione, si tratta di saper affrontare il tema nel modo giusto e non di alienarlo dalla predicazione, prendendosi responsabilità gravissime in ordine all’annuncio integrale delle verità di fede. Ma se Dio è misericordioso perché esiste l’inferno? San Giustino, uno dei Padri e pensatori della Chiesa ebbe ad affermare che Dio è “misericordioso perché è giusto”. La misericordia non può mai prescindere dalla giustizia. Se tutti gli uomini avessero da Dio la stessa ricompensa a prescindere dal retto uso della propria libertà avremmo un Dio certamente misericordioso ma profondamente ingiusto. La nostra libertà ha una drammatica responsabilità: siamo chiamati alla vita eterna, ma possiamo cadere nella perdizione eterna. "Davanti agli uomini stanno la vita e la morte; a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà" (Sir 15,17). Dio vuole che tutti siano salvati e vivano come suoi figli, eppure per ciascuno c’è la triste possibilità di perdersi: mistero inquietante, ma richiamato tante volte nella Bibbia, con parole accorate di ammonimento. Il Catechismo degli adulti della Conferenza episcopale italiana al numero 1218 parla dell’esistenza dell’inferno e la definisce come una “tragica possibilità”. Si lascia intendere chiaramente come questa sia una possibilità, una libera scelta dell’uomo, un atto di libera volontà. Non si finisce all’inferno per sbaglio ma si sceglie. Papa Francesco esprime con grande chiarezza questo concetto fondamentale: “L’inferno consiste nell’essere lontani per sempre dal Dio che dà la felicità, dal Dio che ci vuole tanto bene. L’inferno non è una condanna, ma una scelta. All’inferno non ti mandano, ci vai tu, perché scegli di essere lì”. Ma in che cosa consistono realmente le pene dell’inferno? Quando la Sacra Scrittura parla di perdizione, rovina, distruzione, corruzione, morte seconda, si riferisce a un fallimento della persona, a una vita completamente fallita e il fallimento definitivo dell’uomo per la Sacra Scrittura è quello di essere separato da Dio. L’inferno non è un luogo è uno stato in cui si trova l’anima che ha scelto liberamente e consapevolmente di separarsi da Dio. Noi siamo esseri liberi, abbiamo la possibilità dell’autodeterminazione: se decidiamo di stare con Dio, si entra nella comunione e nella salvezza. Se decidiamo di odiarlo, di allontanarci, siamo nella perdizione. Vedere finalmente Dio, così come egli è, ed essere separato da lui per sempre è la pena più dolorosa e logorante che l’anima possa provare. In definitiva come ha ben affermato Dostoevskij: “l’inferno è la sofferenza di non poter più amare”. (Paolo Morocutti)

Migrantes Siena-Colle Val s’Elsa-Montalcino: per la “Notte dei Santi” concerto del Kantiere Kairòs e messa con il card. Lojudice

(KantiereKairos)
28 Ottobre 2022 - Siena - Vivere la serata del 31 ottobre fra musica e preghiera, in attesa della solennità di Tutti i santi, che la Chiesa festeggia il 1° novembre. È la proposta del Kantiere Kairòs, gruppo cosentino di musica cristiana, che animerà la “Notte dei Santi” in programma presso il palazzetto dello sport del Costone a Monteriggioni (Siena). L’evento, promosso da Pastorale giovanile, Ufficio Migrantes e Servizio per le missioni dell’arcidiocesi di Siena-Colle Val s’Elsa-Montalcino in collaborazione con Christian Music Italy e l’emittente María Visión, prenderà il via alle 20 con un breve pellegrinaggio dal Centro pastorale diocesano di Montarioso (Monteriggioni) fino ad arrivare al Pala Costone “Mons. Nazareno Orlandi”. Dopo il concerto della band calabrese, il programma prevede anche una catechesi di don Giacomo Pavanello, la testimonianza di Lorenzo Belluscio accompagnato dai Music&Fair, il contributo sempre in musica dei cantautori Gipo Montesanto, Fabio Fois e Marco Mammoli, che condurrà la serata. Alle 23.30 sarà il card. Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena-Colle Val d’Elsa-Montalcino e vescovo di Montepulciano-Chiusi-Pienza, a presiedere la celebrazione eucaristica. “E se cambiassimo le regole del gioco? Se invece di vestirci da mostri, per sfidare le paure ci mettessimo addosso strumenti di luce e di santità? Non sarebbe questa la vera trasgressione? Se la maggior parte va in una direzione, chi me lo fa fare a proporre altro? Non è una domanda banale, anzi: significa essere liberi pure dalle mode! Perché, in fondo, è Colui che procede controcorrente ad aver sempre fatto la differenza, ad aver redento il mondo”, scrive la band Kantiere Kairòs. La serata sarà anche l’occasione per lanciare un’App davvero unica e innovativa nell’ambito della christian music, appena uscita sugli store Android e Apple: incentrata sul loro canzoniere, permette di avere a portata di un click i testi e gli accordi ufficiali e di accedere a contenuti esclusivi e funzionalità speciali.

Migrantes Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela: domani Giornata del Dialogo Cristiano-Islamico 

28 Ottobre 2022 - Messina - Anche quest’anno, in occasione della Giornata del dialogo cristiano-islamico, giunta alla XXI edizione, la diocesi di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela promuoive un incontro di formazione e di condivisione per rilanciare l’impegno che la Chiesa Cattolica ha assunto con la celebrazione del Concilio Ecumenico Vaticano II e che ha ininterrottamente portato avanti fino ad oggi. Il tema scelto riguarda “Il destino dei giusti” e sarà trattato dall’Imam Mohamed Refaat, presidente del Centro Islamico Culturale di Messina, e da Monsignor Giuseppe Costa, docente ordinario di Sacra Scrittura presso l’Istituto Teologico San Tommaso di Messina. L’incontro, in pieno “stile sinodale”, è promosso dall’Ufficio per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso e dall’Ufficio Migrantes, in collaborazione con la Comunità islamica di Messina. La tavola rotonda avrà luogo domanisabato 29 ottobre p.v., alle ore 16.00, nella centralissima chiesa di Sant’Elia; sarebbe bello se ogni Parrocchia, Istituto Religioso e Aggregazione laicale inviasse a questo appuntamento diocesano almeno un rappresentante, che potrà poi riportare in comunità l’esperienza vissuta, arricchendo il cammino sinodale che si sta vivendo.    

Nuovo naufragio a Lampedusa

28 Ottobre 2022 -

Milamo -L’orrore si ripete. I naufragi, i cadaveri che galleggiano in acqua, le richieste d’aiuto inascoltate. L’abisso del Mediterraneo, tra le coste delle Libia e quelle dell’Italia, torna a pullulare di tragedie, proprio nei giorni in cui il governo italiano imbocca una nuova linea nella gestione dei soccorsi e degli sbarchi. E Lampedusa, come al solito, è l’epicentro dell’emergenza: davanti all’isola, dove ieri mattina sono stati ripescati due cadaveri (di un uomo e di una donna), ieri s’è ribaltato un altro barcone. In 31, fra cui 9 donne e un minore, sono stati tratti in salvo: erano partiti da Sfax, in Tunisia, il 21 ottobre. Lì erano arrivati da Guinea, Costa d’Avorio, Mali e Camerun. La Guardia costiera ha recuperato il cadavere di una donna, mentre risulta disperso un ivoriano. La salma, insieme ai sopravvissuti, è stata trasportata sul molo Favarolo: da lì l’ennesimo trasferimento verso la camera mortuaria dell'isola. Dove le bare – 11 in una manciata di giorni, tra qui quelle di 4 bambini – ora non ci stanno più. Intanto continuano anche gli sbarchi: 245 i migranti arrivati nelle ultime 24 ore in sei approdi. La Prefettura di Agrigento ha predisposto un massiccio piano di trasferimenti che riguarda 560 persone dall'hotspot dove sono stipati in 1.139, oltre il triplo della capienza massima prevista di 350. E dove i superstiti dei naufragi continuano a raccontare l’orrore che si è consumato sotto i loro occhi ai volontari di Medici senza frontiere, che tentano di supportarli psicologicamente: «Continuo a vederli mentre annaspano in acqua, tento di aiutarli, provo ad afferrarli prima di vederli scomparire tra le onde. Ma è tutto inutile...» è la ricostruzione della tragedia avvenuta appena quattro giorni fa giorni fa al largo delle coste di Lampedusa che ha fatto un ragazzo di 22 anni, originario della Costa d'Avorio. Era su un barchino partito dalle coste tunisine con 26 migranti, solo in 22 sono riusciti a raggiungere l’isola: gli altri quattro, tre uomini e una donna, sono affogati davanti ai suoi occhi. Una scena che adesso lo perseguita. Ed è la stessa che potrebbe ripetersi già nelle prossime ore. Anche in mare, infatti, la situazione è pesantissima: Alarm Phone ieri ha segnalato di nuovo la presenza di un’imbarcazione alla deriva nelle zone Sar di Malta e Italia con 50 persone a bordo, stremate da un viaggio di ormai 7 giorni. Mentre ci sono anche un bambino e oltre 100 minori, quasi tutti non accompagnati, tra i 180 migranti soccorsi in acque internazionali in tre diverse operazioni dall'Humanity1: «Cinque persone hanno segni di violenza fisica, comprese ferite da arma da fuoco e dolore da percosse» spiegano dall’Ong. Alcuni dei naufraghi hanno raccontato ai soccorritori che la notte prima del soccorso sei persone sono annegate. Già quattro, dal 23 al 27 ottobre, le richieste per l’assegnazione di un porto sicuro di sbarco «a tutte le autorità competenti, compresi i centri di coordinamento dei soccorsi a Malta e in Italia». Tutte rimaste al momento senza esito. (V. D. - Avvenire)

Vangelo Migrante: XXXI Domenica del Tempo Ordinario | Vangelo (Lc 19,1-10)

27 Ottobre 2022 - “Il Figlio dell’uomo è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto”. È tutto quello che c’è da sapere sul mistero di Gesù e sulla sua missione. L’evangelista ce lo dice a conclusione di un racconto che ha tre scene: un personaggio in ricerca, di nome Zaccheo; un incontro; gli effetti della potenza creativa degli incontri con Gesù. Gesù riempie le strade di gente. Fra questi, nella piana di Gerico, c’è un uomo piccolo di statura, curioso, estorsore e malversatore per mestiere, ladro per condotta, impuro e capo degli impuri. Il suo limite fisico, la bassa statura, diventa la sua fortuna. Non si piange addosso, non si arrende, cerca la soluzione e la trova su un albero: “Corse avanti e salì su un sicomoro”. Tre pennellate precise: non cammina, corre; in avanti, non all’indietro; sale sull’albero, cambia prospettiva. Gesù non passa senza incrociare gli sguardi. I suo incontri non sono casuali: sono arte! E quando incrocia gli occhi di Zaccheo, lo chiama per nome: “Zaccheo, scendi”. Non giudica, non condanna, non umilia; tra l’albero e la strada uno scambio di sguardi va diritto al cuore di Zaccheo e ne raggiunge la parte migliore: il nome. Poi, la sorpresa delle parole: “devo fermarmi a casa tua”. Dio viene perché ha un desiderio su tutti: riprendersi ciò che si era perduto! A Dio manca qualcosa, manca Zaccheo, manca l’ultima pecora, manco io. Dice: “devo fermarmi”; non vuole semplicemente passare oltre, ma stare con lui. L’incontro da intervallo diventa traguardo; la casa da tappa diventa meta. Tutto il Vangelo non è cominciato al tempio ma in una casa, a Nazareth; e ricomincia in un’altra casa a Gerico, e oggi ancora inizia di nuovo nelle case, là dove siamo noi con le nostre storie: di nascita, di morte, di amore. Zaccheo “scese in fretta e lo accolse pieno di gioia”. Non ci sono condizioni. Non deve prima cambiare vita, dare la metà dei beni ai poveri o restituire quattro volte il maltolto, e dopo il Signore entrerà da lui. No. Gesù entra nella casa, ed entrando la trasforma. L’amicizia anticipa la conversione. Perché incontrare un uomo come Gesù fa credere nell’uomo; incontrare un amore senza condizioni fa amare; incontrare un Dio che non fa prediche ma si fa amico, fa rinascere. Gesù non ha indicato sbagli, non ha puntato il dito o alzato la voce. Ha sbalordito Zaccheo offrendogli se stesso in amicizia, gli ha dato credito, un credito immeritato. Dinanzi ad un figlio dell’uomo così, ogni peccatore si scopre amato, a prescindere, senza meriti, senza un perché. Semplicemente amato. Il cristiano è un soggetto preceduto da un ‘sei amato’ e seguito da un ‘amerai’. (p. Gaetano Saracino)

Migrantes: l’8 novembre la XVII edizione del Rapporto Italiani nel Mondo

27 Ottobre 2022 - Roma -  Sarà presentato a Roma, il prossimo 8 Novembre 2022, in via Aurelia 481, alle ore 10,00, la nuova edizione del Rapporto Italiani nel Mondo della Fondazione Migrantes. Il Rapporto giunge, quest’anno, alla diciassettesima edizione e si avvale di autori e autrici che, dall’Italia e dall’estero, hanno lavorato a diversi saggi. Il volume raccoglie analisi socio-statistiche delle fonti ufficiali, nazionali e internazionali, più accreditate sulla mobilità dall’Italia. La trattazione di questi temi procede a livello statistico, di riflessione teorica e di azione empirica attraverso indagini quali-quantitative. Nei prossimi giorni il programma dettagliato

Ucraina: oggi a Roma la presentazione della storia di questo paese

27 Ottobre 2022 - Sarà presentato oggi pomeriggio, presso la Basilica Minore di Santa Sofia a Roma il volume di Massimo Vassallo “Storia dell’Ucraina dai tempi più antichi ad oggi”. Si tratta di un volume che si propone come una storia completa dell’Ucraina da sempre crogiolo di popoli, mischiati tra loro da millenni e le cui vicende in Italia restano poco conosciute o note solo attraverso il filtro delle esperienze storiche dei vicini. Nel volume vengono messi a fuoco gli avvenimenti cruciali del XX e XXI secolo, fino all’invasione russa a opera di Putin. L’analisi storica e geopolitica di Massimo Vassallo consente al lettore di addentrarsi nella spesso trascurata storia dell’Europa orientale da un’angolatura differente rispetto a quelle tradizionalmente offerte da Mosca e Varsavia, tenendo in debito conto il punto di vista di Kyïv, e di comprendere l’instabilità di questa regione. Un’instabilità legata alla stratificazione etnica avvenuta nel corso dei secoli, che ha radici antiche e ha creato spaccature e conflitti difficili da sanare.

Cei: una fotografia dell’Italia di oggi pluriconfessionale e plurireligiosa

27 Ottobre 2022 -
Roma - Ad un anno dalla nascita dell’Osservatorio Permanente, l’Ufficio Nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso (Unedi) della CEI pubblica i primi dati relativi alla presenza delle diverse confessioni e religioni nel nostro Paese e alla rete di delegati e incaricati locali. Non un’indagine statistica né un’analisi sociologica, ma una raccolta da cui partire per leggere la realtà da una prospettiva pastorale. L’obiettivo dell’Osservatorio, del resto, è proprio quello di disporre gli strumenti per uno sguardo pastorale e un confronto inter-ecclesiale che favorisca la comunione, la partecipazione e la missione, in linea con il Cammino sinodale delle Chiese che sono in Italia. “La conoscenza delle diverse Chiese e comunità cristiane e delle differenti religioni, con le loro percezioni di Dio e visioni dell’uomo, patrimoni rituali e cultuali, impianti etici e culturali, coincide sempre più spesso con l’incontro con le persone con cui lavoriamo e condividiamo condomini, parchi, mezzi di trasporto, con la conoscenza dei bambini e giovani che frequentano i nostri oratori, e le scuole e università d’Italia. È una grande possibilità per noi e per tutto il Paese”, sottolinea nella prefazione Mons. Giuseppe Baturi, Arcivescovo di Cagliari e Segretario Generale della CEI. Il volumetto presenta un quadro dei delegati diocesani e delle equipe regionali che, insieme ai referenti nazionali delle realtà di impegno ecclesiale, sono impegnati a livello territoriale. Offre inoltre una panoramica sull’Italia pluriconfessionale e plurireligiosa e racconta i primi passi del cammino che sta coinvolgendo le diocesi nella raccolta di dati e informazioni utili per l’attività pastorale legata al dialogo ecumenico e interreligioso. “Alla base di questo lavoro – rileva don Giuliano Savina, direttore dell’Unedi – c’è la passione per il dialogo e la ferma convinzione della sua necessità per la vita e la missione della Chiesa in Italia”.

Memorandum Italia-Libia: una manifestazione per dire no al rinnovo

27 Ottobre 2022 - Roma - Ieri oltre 40 associazioni hanno manifestato all’Esquilino, davanti alla basilica di Santa Maria Maggiore a Roma, a pochi passi dal Viminale. Nella piazza i manifestanti si sono presentati con occhi bendati e mani tinte di rosso, e cartelli con la scritta “Non sono d’accordo”. In piazza anche alcuni esponenti politici. I manifestanti aderiscono alla petizione delle organizzazioni umanitarie che hanno firmato un appello congiunto per dire no al rinnovo del MemorandumItalia–Libia. Si tratta di un accordo che da ormai 5 anni ha conseguenze drammatiche sulla vita di migliaia di donne, uomini e bambini migranti e rifugiati. Dal 2017 ad ottobre 2022 quasi 100.000 persone sono state intercettate in mare dalla guardia costiera libica e riportate forzatamente in Libia, un paese che non può essere considerato sicuro. Per parlare delle conseguenze del Memorandum sulle persone trattenute in Libia tra abusi, sfruttamento, detenzione arbitraria e torture e per fare luce sulla gestione dei fondi europei che finanziano la Guardia costiera libica, 40 organizzazioni, hanno organizzato, poco prima della manifestazione, una conferenza stampa congiunta per chiedere all’Italia e all’Europa di riconoscere le proprie responsabilità e non rinnovare gli accordi con la Libia. "Alla luce della situazione di insicurezza e instabilità della Libia, delle innumerevoli testimonianze di abusi e violenze", i promotori chiedono all’Europa "di riconoscere le proprie responsabilità e al Governo italiano di non rinnovare gli ac-
cordi con la Libia".  

Viminale: da inizio anno sbarcate 79.208 persone migranti sulle coste italiane

26 Ottobre 2022 -
Roma - Sono 79.208 le persone migranti sbarcate sulle coste da inizio anno. Il dato è stato diffuso dal ministero degli Interni, considerati gli sbarchi rilevati entro le 8 di questa mattina. Di questi  79.200 migranti sbarcati in Italia nel 2022, 16.275 sono di nazionalità egiziana (21%), sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco; gli altri provengono da Tunisia (16.130, 20%), Bangladesh (11.399, 14%), Siria (6.058, 8%), Afghanistan (5.878, 7%), Costa d’Avorio (2.816, 4%), Guinea (2.298, 3%), Eritrea (1.923, 3%), Iran (1.909, 2%), Pakistan (1.862, 2%) a cui si aggiungono 12.660 persone (16%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione. Fino ad oggi sono stati 9.571 i minori stranieri non accompagnati ad aver raggiunto il nostro Paese via mare. Il dato è aggiornato a ieri, 25 ottobre. I minori stranieri non accompagnati sbarcati sulle coste italiane lungo tutto il 2021 sono stati 10.053, 4.687 nel 2020, 1.680 nel 2019, 3.536 nel 2018 e 15.779 nel 2017.

Istat: meno stabile la presenza non comunitaria nel Mezzogiorno

26 Ottobre 2022 - Roma - I cittadini non comunitari si concentrano per lo più nel Centro-nord. Al 1° gennaio 2022 la Lombardia ospita da sola il 26,1% degli stranieri con permessi di soggiorno e la provincia di Milano il 12,7%, ossia la quota più alta tra le province e anche tra le regioni, comprese Emilia Romagna (11,3%) e Lazio (11,1%) che seguono nella graduatoria. E' quanto si legge nel report sui Cittadini non comunitari in Italia realizzato dall'Istat. Nel Mezzogiorno la presenza non comunitaria è decisamente più limitata (14,6% dei permessi rilasciati o rinnovati) e anche meno stabile sul territorio: solo il 59,8% dei cittadini non comunitari regolarmente presenti ha un permesso di lungo periodo contro il 65,2% del Nord-ovest, il 69% del Nord-est e il 66,9% del Centro. La stessa ripartizione si caratterizza per una più elevata incidenza dei permessi connessi all’asilo e alla protezione internazionale: sono il 9,2% contro il 5% della media nazionale.

Rotta climatica: nuova serie podcast su Avvenire.it

26 Ottobre 2022 - Milano - Sulman è fuggito nel 2018 dal Punjab, in Pakistan, perché le sempre più frequenti inondazioni hanno reso non più coltivabili i campi di famiglia. "Rotta climatica", la nuova serie podcast in 4 episodi da 22 minuti ciascuno pubblicata da Avvenire.it, ripercorre il viaggio di Sulman, cercando il filo rosso che unisce il movimento di milioni di migranti ambientali (250 milioni entro il 2050) e il surriscaldamento globale, con le sue manifestazioni legate alla fusione dei ghiacci, all' innalzamento del livello del mare, alla desertificazione... Il podcast è stato realizzato da Andrea Genzone, Gabriele Bertacchini e Viola Ducati grazie a diversi enti.

Istat: in aumento più cittadini non comunitari in Italia

26 Ottobre 2022 - Roma - Tra il 2021 e il 2022 i cittadini non comunitari con regolare permesso di soggiorno in Italia sono aumentati di quasi il 6%, passando da 3.373.876 al 1° gennaio 2021 a 3.561.540 al 1° gennaio 2022. L’incremento ha interessato tutte le collettività a eccezione dei cittadini della Moldova che restano sostanzialmente stabili rispetto al 2021. La crescita più consistente si registra per gli egiziani e i cittadini di Bangladesh e Pakistan. Lo certifica l'Istat nel Report sui Cittadini non Comunitari in Italia. Le persone con permesso di soggiorno in Italia hanno un’età media di poco più di 35 anni e una struttura di genere nell’insieme equilibrata (nel 49% dei casi si tratta di donne), anche se poi si riscontrano evidenti sbilanciamenti tra i sessi all’interno delle singole collettività: tra i cittadini di un paese europeo le donne rappresentano oltre il 59% mentre sono circa il 39% tra le comunità africane. I minori sono quasi il 21% dei cittadini regolarmente presenti, una quota decisamente più alta di quella riferita alla popolazione residente italiana che è pari al 15,3%.  L’incidenza di bambini e ragazzi sul totale delle presenze è particolarmente rilevante nelle comunità dell’Africa del Nord (circa il 28% del totale), soprattutto in quella egiziana (quasi il 33%). All’opposto le persone con più di 60 anni rappresentano in media poco più del 10% del totale ma si arriva quasi al 29% tra i cittadini dell’Ucraina. I permessi di soggiorno di lungo periodo, quelli cioè rilasciati ai non comunitari che risiedono in maniera stabile e continuativa in Italia da almeno 5 anni, sono quasi il 66% di quelli in corso di validità. Considerando i principali continenti, l’incidenza dei lungo soggiornanti è più elevata per i non comunitari europei (75,2%), più bassa per  America Latina (69,1%) e Africa (62,9%) e minima per l’Asia (60,5%). Le differenze emergono anche all’interno dei raggruppamenti continentali: considerando gli europei, ad esempio, gli albanesi hanno un permesso di soggiorno di lungo periodo nel 68,2% dei casi, i cittadini della Moldavia nell’85,9%.

Istat: in crescita i permessi per richiesta di asilo, anche tra i minori

26 Ottobre 2022 - Roma - Nel 2021 sono quasi 31 mila i nuovi permessi per motivi connessi alla protezione internazionale. La maggior parte dei nuovi documenti è stata concessa a cittadini del Pakistan (6.090), seguiti a distanza dai cittadini del Bangladesh (quasi 5.000) e della Nigeria (3.057). I flussi in ingresso sono in netta ripresa (+129%) rispetto all’anno precedente, periodo che ha scontato fortemente gli effetti della pandemia. Lo certifica il Report Istat sui Cittadini non comunitari in Italia. Durante il 2021 è tornata a crescere la rilevanza di flussi di persone in cerca di protezione provenienti dall’Africa (Egitto, Mali e Costa D’Avorio), mentre - evidenzia l'Istat - hanno perso importanza relativa gli ingressi dai paesi dell’America Latina (in particolare Venezuela e Colombia) che avevano avuto un ruolo primario nel 2020. Proseguono gli arrivi dal subcontinente indiano e sale l’Afghanistan nella classifica dei primi dieci paesi per numero di ingressi motivati da una richiesta di protezione. Con la ripresa dei flussi dall’Africa torna ad aumentare anche la quota di uomini sul totale dei nuovi ingressi per asilo: dal 76,2% del 2020 all’80,2% del 2021. Tra le prime dieci collettività per questa motivazione solo la Georgia vede una netta prevalenza femminile, pari all’82,3%. Le donne rappresentano circa il 40% dei richiedenti asilo dalla Nigeria e il 31,3% dalla Costa d’Avorio. La prevalenza maschile è però netta: per tre collettività tra le prime dieci si aggira intorno al 99% e per il Mali è superiore al 97%. Anche la quota di minori che arrivano per asilo è sensibilmente aumentata rispetto al passato: da poco più del 3% dei flussi del 2016 al 9,5% del 2021, anche se in lieve flessione rispetto al 2020. Per alcune collettività la presenza di minori è particolarmente rilevante e supera il 23% sul totale dei flussi in ingresso per i cittadini di Nigeria, El Salvador e Afghanistan.

Migranti e integrazione: il valore dell’ accoglienza oggi su Tv2000 con mons. Felicolo

26 Ottobre 2022 - Roma - La mobilità internazionale cresce, insieme alle situazioni di vulnerabilità. Il numero di migranti internazionali è stimato in 281 milioni nel 2021 (3,6% della popolazione mondiale), a fronte dei 272 milioni del 2019.Di questi, quasi due terzi sono migranti per lavoro. La principale causa dell' aumento del numero complessivo di persone che si trovano a vivere in un Paese diverso dal proprio sta nell' acuirsi e nel protrarsi del numero di contesti di crisi registrati a livello mondiale, che hanno fatto superare ad inizio 2022 per la prima volta nella storia la soglia di 100 milioni di migranti forzati. "Siamo Noi", programma pomeridiano di Tv2000 in diretta alle 15.15 di oggi, ne parla con: Mons. Pierpaolo Felicolo , direttore generale della Fondazione Migrantes; Brenda Bermudez Linares, operatrice socio sanitaria. In collegamento da Roma, dalla manifestazione 'Io non sono d' accordo': Rossella Miccio , presidente di Emergency; Donatella Parisi , responsabile comunicazione del Centro Astalli.