2 Novembre 2022 – Milano – É di almeno 60 vittime o dispersi il bilancio dell’ ultima tragedia dell’ immigrazione che si è consumata nell’ Egeo, fra la Turchia e le isole greche.
Una barca a vela su cui stavano viaggiando circa 68 migranti, salpata dalla Turchia, è naufragata nelle prime ore di ieri mattina nello stretto di Kafireas, tra le isole di Andros e Evia. Lo riporta la Guardia costiera greca, impegnata nelle operazioni di ricerca e salvataggio dei migranti. Nove uomini che si erano inizialmente messi in salvo su un isolotto sono stati soccorsi dalle autorità greche, ma in base ai racconti dei sopravvissuti sull’ imbarcazione avrebbero viaggiato almeno 68 persone. Intanto proseguono le ricerche di almeno 8 persone dopo un altro naufragio avvenuto lunedì pomeriggio a largo dell’ isola di Samos. Intanto, mentre il Viminale tiene alla larga le tre navi Ong con a bordo complessivamente quasi mille persone (tra cui oltre 200 minori), i guardacoste italiane non stanno a guardare. Dopo l’ Sos lanciato da Alarm Phone e il timore di un nuovo, ennesimo naufragio, ecco l’ intervento di salvataggio al largo della Sicilia. Due motovedette – una della Guardia costiera e una della Guardia di Finanza, oltre al “Rio Arlanza” pattugliatore della Guardia Civil spagnola in servizio per Frontex – sono intervenute a circa 40 miglia ad est dalle coste siciliane per soccorrere un motopesca con a bordo 383 persone. La motovedetta Cp322 ne trasferirà 110 a Pozzallo. Altre due imbarcazioni sono invece dirette ad Augusta: la Cp 323 con 102 a bordo e la motovedetta della Guardia di Finanza che ne porta 83. La Rio Arlanza rientrerà a Catania con 88 persone messe in salvo. Un’ operazione complessa che ha visto i mezzi navali collaborare dalle 16 di ieri pomeriggio quando hanno raggiunto il mezzo in difficoltà. Il barcone era stato segnalato poche ore prima «a rischio ribaltamento ». « Le persone a bordo dicono che la barca sta affondando e che sta entrando molta acqua. Le autorità sono informate e devono agire immediatamente» scriveva su Twitter la Ong.
E sulle tre navi lasciate ancora in attesa di un porto sicuro interviene anche la Federazione internazionaledella Croce rossa che, in un appello congiunto con la Ong Sos Mediterranee (che con la nave Ocean Viking ha soccorso 234 migranti «che aspettano da undici giorni di sbarcare in un porto sicuro») «chiedono il rispetto del diritto marittimo e chiedono che venga trovata una soluzione immediata per il loro sbarco». Un appello che rilancia anche le richieste delle altre navi Ong: 572 migranti sono sulla Geo Barents di Medici senza frontiere, tra cui 66 minori; 179 sulla Humanity1, tra cui un bambino di 7 mesi e oltre 100 minori non accompagnati «che soffrono particolarmente dello stress psicologico». Complessivamente un migliaio che chiedono un porto sicuro.
«Le persone soccorse sono totalmente esauste, disidratate, in difficoltà psichiche e alcune hanno bisogno di cure mediche immediate. Abbiamo fornito loro assistenza sanitaria e di primo soccorso psicologico, cibo e acqua, ma non possono più aspettare, questa incertezza rende la situazione insopportabile con lo stress che aumenta di giorno in giorno». « Hanno urgente bisogno di un porto sicuro » afferma Frido Herinckx, responsabile delle operazioni dell’ Ifrc (I nternational federation of red cross, ndr). « Il diritto delle persone a sbarcare rapidamente in un luogo sicuro non può essere discusso. L’ attuale blocco nel processo di sbarco a seguito di operazioni di ricerca e soccorso costituisce una grave violazione del diritto del mare». (Daniela Fassini – Avvenire)