Primo Piano

Funerali Biagio Conte, mons. Lorefice: “ha fatto della preghiera fiduciosa in Dio la bussola della sua esistenza”

17 Gennaio 2023 -
Palermo  - “Un uomo che ha fatto della preghiera fiduciosa nel suo Dio la bussola, la stella polare, della sua esistenza”. Così l’arcivescovo di Palermo, mons. Corrado Lorefice, nell’omelia che ha pronunciato nella cattedrale gremita in occasione dei funerali di Biagio Conte, missionario laico fondatore della Missione Speranza e Carità morto nei giorni scorsi. In un dialogo con il Padre, il presule ha aperto il suo discorso ringraziandolo “per il dono di un fedele laico cristiano, il dono di un fratello che ha creduto in te fino in fondo”. “Ti ringraziamo per avercelo fatto incontrare – ha aggiunto -. Noi siamo gli incontri che facciamo”. L’arcivescovo ha ricordato, quindi, gli incontri di fratel Biagio, con umili e potenti. “I suoi occhi pieni di cielo ‘de te altissimo portavano e portano significazione'”, ha affermato citando San Francesco d’Assisi che lo ha ispirato. “Camminava lungo le nostre strade per donarci con il suo sorriso la preferenza per i poveri. Quel sorriso, o Padre, portava la tua presenza”. Continuando a ricordare il sorriso del missionario laico, il presule ha detto che “non era il sorriso di circostanza o il sorriso bonario di chi non discerne, ma il sorriso di chi comprende il faticoso travaglio del mondo”. “Su tutte le creature predilige quelle che gli altri dimenticano, i più poveri, quelli che si smarriscono e sono alla ricerca di una via altra – ha aggiunto mons. Lorefice -. E l’ingiustizia non sarà l’ultima parola. Il male e il male mafioso non sarà l’ultima parola. Fratel Biagio era un lottatore, un mite e potente lottatore. Lottava con l’arma del digiuno per tendere al massimo la sua forza umile e non violenta, lottava così per insegnarci che è possibile lottare contro ogni violenza”. Ricordando le sue scelte radicali di vita, l’arcivescovo ha ribadito come “Fratel Biagio ha lasciato quello che aveva, lo ha dato ai poveri”. “Ha vissuto il dono di vivere da povero, con i poveri, per i poveri. Era pieno, era ricco e non aveva niente. Non gli mancava nulla: i poveri, la pace e la giustizia erano le sue passioni. C’era una certezza nel suo essere che veniva da un altrove. Per questo, era vivo e pino di vita anche nel letto che era diventata la sua sua croce”. Infine, il presule ha ricordato quanto Biagio Conte abbia amato la sua Palermo: “Si è coinvolto nelle sue sofferenze e contraddizioni. Il dono che lascia su Palermo è un dono grande ma anche un compito grande”.
(Ph. Sir)
 

Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani: un video della Cei

16 Gennaio 2023 -
Roma - Un video per raccontare il senso e le prospettive della Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani, anche attraverso i social media. È la novità che accompagna quest’anno l’iniziativa internazionale di preghiera ecumenica cristiana in programma dal 18 al 25 gennaio, con l’obiettivo di favorire la comunicazione e la promozione nei territori.
Curato dall’Ufficio Nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, con la regia di Maria Amata Calò e la supervisione dell’Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali, il video colloca la Settimana all’interno del Cammino sinodale e ne sottolinea l’attualità, in un momento storico di grandi conflittualità.
“I cristiani stanno in questa società per continuare a dire che vale la pena costruire un mondo più giusto, anche quando si vedono ingiustizie, fallimenti e ferite come quella della guerra”, afferma Mons. Derio Olivero, Vescovo di Pinerolo e Presidente della Commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo, evidenziando che “questa Settimana aiuterà a lavorare sulla serietà della costruzione di relazioni”.
“Le Chiese cristiane possono stare insieme, possono collaborare e alzare la voce contro le ingiustizie che subiscono donne, bambini, e dare una comune testimonianza che tutti, come discepoli di Cristo, nonostante le nostre differenze, possiamo testimoniare lo stesso Cristo e lo stesso Vangelo”, sottolinea Dionisios di Kotyeon, Vescovo ausiliare del Metropolita ortodosso d’Italia Polykarpos.
“La tentazione è quella di pensare che l’ecumenismo sia soppesare bene ciò che abbiamo in comune e ciò che ci differenzia e per una settimana enfatizzare gli elementi comuni facendo finta che gli altri non esistano”, osserva il Pastore Daniele Garrone, Presidente della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia (Fcei), per il quale il motto di quest’anno – “Imparate a fare il bene, cercate la giustizia” (Is 1,17) – invita ciascuno “a guardare se stesso, ad imparare e ad imboccare insieme la strada della conversione”. Il video è disponibile a questo link: https://www.youtube.com/watch?v=-X_L44z2Dqw, oltre che sul sito www.chiesacattolica.it e sui canali social della CEI.

Migrantes Porto-Santa Rufina: è morto Enzo Crialesi

  17 Gennaio 2023 - Roma – È morto ieri sera Enzo Crialesi, per anni direttore Migrantes della diocesi di Porto-Santa Rufina. Da tempo combatteva con un brutto male che purtroppo non gli ha lasciato scampo, nonostante le cure mediche e la tanta voglia di vivere. Nato a Roviano, in provincia di Roma, il 17 febbraio 1944 Crialesi era sposato ed era padre di due figli. Ordinato diacono permanente nel 1997 dal vescovo mons. Antonio Buoncristiani presso la Chiesa Cattedrale della Storta ha guidato prima la Caritas diocesana e successivamente la Migrantes promuovendo incontri di dialogo e amicizia nelle parrocchie e nelle scuole e sollecitando fortemente il tema della formazione a livello pastorale ma anche nella società. Il funerali si svolgeranno giovedì 19 gennaio alle ore 11 nella parrocchia Sacro Cuore di Ladispoli. Alla moglie, ai figli e al vescovo della diocesi, mons. Gianrico Ruzza la vicinanza e il cordoglio della Fondazione Migrantes che ringrazia il Signore per avercelo donato e per il suo impegno a fianco dei migranti.    

Mons. Perego: il decreto per la gestione dei flussi migratori “peggiora la situazione in ordine all’obbligo del salvataggio in mare dei migranti”

17 Gennaio 2023 - Roma - “Al fine di affrontare i problemi delle migrazioni dal Mediterraneo e della tutela dei richiedenti asilo il  decreto non ha nessun valore aggiunto, anzi peggiora la situazione in ordine all’obbligo del salvataggio in mare dei migranti, alla loro tutela e protezione, generando insicurezza dei migranti in pericolo”. Lo ha detto ieri sera il presidente della Fondazione Migrantes, mons. Gian Carlo Perego, Presidente della Fondazione Migrantes, davanti alle Commissioni riunite I (Affari Costituzionali) e IX (Trasporti) nell’ambito dell’esame del disegno di legge C. 750 Governo recante "Conversione in legge del decreto-legge 2 gennaio 2023, n. 1, recante disposizioni urgenti per la gestione dei flussi migratori. Per il presule il decreto “indebolisce di fatto il principio costituzionale della sussidiarietà” che, all’art. 118 recita “Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono l'autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà”. L’articolo 118 applicato alla specifica situazione dell’azione delle navi della società civile “dovrebbe – ha spiegato mons. Perego - vedere lo Stato favorire e non indebolire l’impegno a realizzare questo obbligo di salvataggio e di tutela dei migranti. Per queste ragioni il destino del decreto dovrebbe essere solo la sua abrogazione”. Nell suo intervento mons. Perego ha evidenziato che vista la situazione della crescita di arrivi e di salvataggi via mare di migranti provenienti da almeno 60 Paesi del mondo, molti dei quali in situazione di guerra, di conflitti interni, di disastri ambientali, di miseria e rischio della propria vita, dal decreto legge del 2 gennaio 2023 “ci saremmo aspettati come Fondazione Migrantes della CEI nuovi impegni e nuove norme per la tutela e la protezione o il rimpatrio dei migranti salvati nel Mediterraneo, come anche norme più rigide sui respingimenti in mare, che il memorandum con la Libia nuovamente approvato ha aggravato,  più che ribadire alcune regole d’ingaggio risapute e condivisibili, ulteriormente corrette e aggravate, in contraddizione con le Linee guida sul trattamento del soccorso in mare e alcune Convenzioni internazionali in almeno tre punti della modifica dell’art. 1 comma 2 del decreto legge  del 21 ottobre 2020”: “la richiesta al comandante di avviare la procedura di domanda di protezione internazionale ( 2bis a)”;  “l’impossibilità di azioni diverse di salvataggio nel tragitto per raggiungere il porto più vicino e più sicuro (2bis d )”; “la difficoltà di sbarco, comunque, delle persone salvate in mare in una situazione emergenziale (2 ter)”. “Se si avesse voluto combattere il traffico degli esseri umani si avrebbe dovuto portare l’attenzione sul rinnovo del memorandum con la Libia piuttosto che sull’azione delle ONG come hanno documentato tutti i rapporti UNHCR degli ultimi anni”, ha detto mons. Perego come pure il decreto “non fa riferimento ai veri problemi che richiamano gli arrivi dal Mediterraneo: a. Un’attenzione all’accoglienza sull’isola di Lampedusa, con il rafforzamento delle forme di tutela sanitaria dei migranti sbarcati, l’identificazione e all’accesso al centro, il sovraffollamento del centro che genera insicurezza anzitutto dei migranti, le misure nuove per decongestionare il centro, gli arrivi autonomi dei barchini e la loro gestione, che corrispondono al 50% di tutti gli arrivi”. E poi “non una parola di nuovi accordi con i Paesi di partenza dei migranti”, “non una parola sulla situazione di questi Paesi di partenza”, “nessun riferimento all’Europa e, in particolare, ad accordi con i diversi paesi per l’accoglienza dei migranti richiedenti asilo e all’ampliamento di esperienze altre di ingressi regolari, come i corridoi umanitari, purché non siano limitativi e selettivi degli ingressi”. E ancora, per mons. Perego “”nessun riferimento, poi, il decreto ha ai flussi via terra, che hanno gli stessi numeri e ai problemi connessi sulla tutela e la protezione dei migranti”. (R.Iaria)

Card. Zuppi: dolore per padre Achi, l’Africa ha bisogno di pace

16 Gennaio 2023 -
Roma - “Le notizie di violenza e morte che, ancora una volta, giungono dalla Nigeria confermano una situazione tragica, dove la vita umana sembra non avere valore”. È quanto dichiara il card. Matteo Zuppi, presidente della CEI, dopo l’attacco di ieri alla casa parrocchiale della chiesa cattolica di San Pietro e Paolo, a Kafin-Koro, con l’uccisione di padre Isaac Achi. Un altro religioso, padre Collins Chimuanya Omeh, è stato ferito mentre tentava di mettersi in salvo. L’accorrere delle forze dell’ordine ha messo in fuga gli aggressori che però, prima di andarsene, hanno dato fuoco all’abitazione: dalle prime ricostruzioni padre Achi sarebbe dunque morto nel rogo della casa.
“A nome della Chiesa in Italia – afferma il card. Zuppi – esprimo le condoglianze al popolo e alla Chiesa nigeriani, assicurando preghiere per padre Achi, il cui sacrificio è una ennesima testimonianza, fino al martirio, del prezioso servizio che uomini e donne guidati dal Vangelo rendono alla propria gente”.
Ieri si è registrato anche un gravissimo attentato a una comunità pentecostale di Kasindi, nel tribolato Nord Kivu (Repubblica Democratica del Congo), dove hanno perso la vita almeno 17 persone. “Siamo vicini con la preghiera – aggiunge il porporato – a queste popolazioni e a questa terra che a fine gennaio accoglierà la visita di Papa Francesco. L’Africa ha bisogno di pace, pace vera, quale condizione basilare per lo sviluppo democratico e socioeconomico. Ai popoli del Continente occorre assicurare, anche con il sostegno della Comunità internazionale, una convivenza pacifica, una vita dignitosa e un futuro nel pieno rispetto dei diritti umani e della libertà religiosa”.

Viminale: da inizio anno sbarcate 3.815 persone migranti sulle coste italiane

16 Gennaio 2023 -
Roma - Sono 3.815 le persone migranti sbarcate sulle coste da inizio anno. Di questi 725 sono di nazionalità ivoriana (19%), sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco; gli altri provengono da Pakistan (414, 11%), Guinea (364, 10%), Egitto (357, 9%), Afghanistan (334, 9%), Siria (249, 6%), Eritrea (190, 5%), Bangladesh (188, 5%), Tunisia (141, 4%), Camerun (131, 3%) a cui si aggiungono 722 persone (19%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione. Il dato è stato diffuso dal ministero degli Interni, considerati gli sbarchi rilevati entro le 8 di questa mattina. Lo sytesso report dice che fino ad oggi sono stati 382 i minori stranieri non accompagnati ad aver raggiunto il nostro Paese via mare.

Scalabriniane: occhi puntati sui migranti nel mondo. Al via la X Assemblea generale

16 Gennaio 2023 - Roma - La Congregazione delle Suore Missionarie di San Carlo Borromeo/Scalabriniane, a tre mesi dalla canonizzazione del fondatore, l'apostolo dei migranti San Giovanni Battista Scalabrini, inizia la sua decima Assemblea generale. L'evento parte oggi,16 gennaio, e si terrà fino al 29 gennaio 2023, presso l'Istituto San Carlo a Caxias do Sul (RS, Brasile), ed ha come tema “Rivitalizzazione della vita consacrata scalabriniana in chiave carismatica, ecologica e sinodale” e come motto: “Lascia entrare in te la ricchezza delle nazioni (Isaia 60, 11)”.  L'Assemblea Generale è un evento pieno di grazia per la Congregazione e per la Chiesa - si legge in una nota -  e tutte le suore sono invitate a sentirsi parte di essa, dalla sua preparazione alla sua realizzazione. La Superiora Generale suor Neusa de Fatima Mariano, nella circolare di convocazione, chiede che la X Assemblea Generale sia “preparata e vissuta in tutte le comunità, con preghiere, studio e celebrazioni eucaristiche, in un atteggiamento di ascolto e di apertura allo Spirito Santo per accogliere la chiamata di Dio per la nostra Congregazione in questo momento storico”. “Realizziamo quest'assemblea in piena armonia con tutte le diverse realtà che, nel mondo e anche in Italia, si occupano di migrazione e seguendo gli orientamenti di Papa Francesco – prosegue suor Neusa – Le sfide del mondo migrante continuano ad essere tra le priorità del pianeta, un momento di grande crisi mondiale”. Sarà un evento internazionale con la partecipazione di suore provenienti da 27 Paesi nel mondo, lì dove le suore missionarie scalabriniane si trovano in prima linea per assistere i migranti.

Domina: lavoro domestico in crescita in Italia nonostante gli aumenti retributivi

16 Gennaio 2023 - Roma - Sarà presentato venerdì 20 gennaio al Senato il quarto Rapporto annuale sul lavoro domestico a cura dell’Assocoiazione Domina, utile a fotografare la realtà e le tendenze del lavoro domestico in Italia. Oltre all’analisi dei dati, il Rapporto offre piste di riflessione per la riforma del settore e per garantire un maggiore sostegno alle famiglie italiane nella gestione della cura e dell’assistenza.  Nonostante l’emersione avviata nel 2020, il settore domestico - si legge in una nota -  è nettamente al comando della triste classifica dei settori per tasso di irregolarità (52,3%), contro una media nazionale del 12,0%. I lavoratori domestici totali sono circa 2 milioni, di cui meno della metà in regola. Considerando anche i datori di lavoro, il settore comprende oltre 4 milioni di soggetti. Le ragioni della diffusione del lavoro informale in ambito domestico sono molteplici di varia natura. La sfida per il settore è di ridurre quegli elementi che rendono più conveniente per le famiglie il lavoro informale rispetto a quello in regola. Per comprendere questi meccanismi, nel Rapporto sono presentati i risultati dell’indagine condotta da Domina con il supporto tecnico dell’Ufficio ILO per l’Italia e San Marino e con la collaborazione delle parti sociali. Grazie all’analisi della banca dati fornita dall’Inps  a Domina, è stato possibile analizzare in modo puntuale i dati sui datori di lavoro, che nel 2021 superano quota 1 milione (108 ogni 100 lavoratori). Nell’ultimo anno le famiglie italiane hanno speso oltre 15 miliardi di euro per il lavoro domestico: 8,1 miliardi per la componente regolare e 7 miliardi per quella irregolare. Numeri che peraltro sono destinati a crescere, visto l’inverno demografico ormai inarrestabile che determina un aumento costante della popolazione anziana. Alla fine del 2021, i lavoratori domestici sono oltre 960 mila, in aumento rispetto all’anno precedente (e addirittura +12% rispetto al 2019). Si tratta di un settore caratterizzato da una forte presenza straniera (70% del totale), soprattutto dell’Est Europa, e da una prevalenza femminile (85%), anche se negli ultimi anni si è registrato un aumento sia degli uomini che della componente italiana. Nell’ultimo anno sono aumentati soprattutto gli uomini immigrati (+22,1%), generalmente i primi beneficiari della “sanatoria”. Ampio spazio viene dato, infine, alle schede regionali, che offrono una panoramica sui dati e sugli strumenti di sostegno alle famiglie. Se a livello nazionale possiamo calcolare un impatto sul PIL pari all’1,1% del totale, in alcune realtà territoriali il contributo incide in misura ancora maggiore: Umbria (1,51%), Sardegna (1,48%) e Lazio (1,4%).

Sapersi fare da parte

16 Gennaio 2023 - Città del Vaticano - Ancora Giovanni Battista in primo piano nella pagina del Vangelo. Lo abbiamo incontrato domenica scorsa nell’atto di battezzare, nell’acqua del Giordano, Gesù che si era unito alla schiera di quanti erano in attesa di immergersi. Lo incontriamo di nuovo, dunque, non più e non solo il Battista, ma il testimone, colui che riconosce Gesù: “vede venire verso di lui” un uomo “che mi è passato avanti perché era prima di me” e dice è “l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato dal mondo”, come leggiamo nel quarto Vangelo. Lasciata Nazareth è il primo atto pubblico di Gesù scendere al Giordano. Giovanni per due volte confessa di non conoscerlo eppure lo riconosce e lo chiama agnello di Dio. Facile il riferimento alla realtà agricola del tempo, mentre per i nostri giorni difficile pensare a un riferirsi al mondo contadino o più ancora alla tradizione biblica dove l’agnello era l’alimento centrale del pasto pasquale che ricordava, nella tradizione ebraica, l’uscita del popolo dalla schiavitù dell’Egitto, l’arrivo nella terra promessa e, dunque, la fine della migrazione. Giovanni ci presenta Gesù come il figlio di Dio, come colui che avrà un ruolo determinante nel cammino di liberazione di tutti gli uomini, come colui che alimenta e indica la speranza in un futuro migliore. La scena ci dice anche che Gesù ha scelto di essere il più possibile vicino a ogni uomo nonostante le nostre contraddizioni, i nostri peccati; vicino a chi soffre a causa della povertà, chi è ferito dalla violenza e dalla guerra, come nella “martoriata ucraina” verso la quale ancora una volta rivolge il suo pensiero e la preghiera perché finisca quanto prima il conflitto. Giovanni Battista ci dice anche l’importanza di sapersi mettere da parte, di lasciare il posto ad altri. Lui era stato inviato a preparare la strada al Signore e “umanamente – afferma Papa Francesco all’Angelus – si potrebbe pensare che gli venga riconosciuto un premio, un posto di rilievo nella vita pubblica di Gesù. Invece no. Giovanni, compiuta la sua missione, sa farsi da parte, si ritira dalla scena per fare posto a Gesù”. Ecco il grande messaggio che ci viene da Giovanni Battista: ha riconosciuto il Signore e ora “si mette a sua volta in umile ascolto; da profeta diventa discepolo”. Resta il primo testimone di Gesù, ricordava Benedetto XVI nel suo libro su Gesù di Nazareth, e “da autentico profeta, Giovanni rese testimonianza alla verità senza compromessi. Denunciò le trasgressioni dei comandamenti di Dio, anche quando protagonisti ne erano i potenti” e questo gli costò la vita. “Ha predicato al popolo, ha raccolto dei discepoli e li ha formati per molto tempo. Eppure – afferma Papa Francesco nelle parole che pronuncia prima della preghiera mariana – non lega nessuno a sé. E questo è difficile ma è il segno del vero educatore”. Giovanni “mette i suoi discepoli sulle orme di Gesù. Non è interessato ad avere un seguito per sé, a ottenere prestigio e successo, ma dà testimonianza e poi fa un passo indietro, perché molti abbiano la gioia di incontrare Gesù. Possiamo dire: apre la porta e se ne va”. La lezione di Giovanni Battista è proprio nel gesto di umiltà di farsi da parte, insegnando “la libertà dagli attaccamenti”. È facile, dice il vescovo di Roma, “attaccarsi a ruoli e posizioni, al bisogno di essere stimati, riconosciuti e premiati”. È naturale ma non è una cosa buona perché “il servizio comporta la gratuità, il prendersi cura degli altri senza vantaggi per sé, senza secondi fini, senza aspettare il contraccambio”. Questo è importante per il sacerdote “chiamato a predicare e celebrare non per protagonismo o per interesse, ma per accompagnare gli altri a Gesù”. È importante per i genitori “che crescono i figli con tanti sacrifici, ma poi li devono lasciare liberi di prendere la loro strada nel lavoro, nel matrimonio, nella vita”; non li lasciano soli ma la loro sarà una presenza “con discrezione, senza invadenza”. Vale anche per altri ambiti, ricorda Francesco, “come l’amicizia, la vita di coppia, la vita comunitaria. Liberarsi dagli attaccamenti del proprio io e saper farsi da parte costa, ma è molto importante: è il passo decisivo per crescere nello spirito di servizio, senza cercare il contraccambio”. (Fabio Zavattaro - Sir)

Morto Omar Neffati: la vicinanza del Tavolo Asilo

13 Gennaio 2023 - Roma - Omar era un ragazzo pieno di energia e in questi anni ha animato la comunità delle associazioni che si battono per il diritto di cittadinanza. Figlio di tunisini, arrivato da piccolissimo in Italia, viveva a Viterbo e a 27 anni non era ancora riuscito ad ottenere, nonostante fosse di fatto un italiano, la cittadinanza. “Ciao Omar abbiamo saputo oggi della tua scomparsa. Per chi ti ha conosciuto - si legge in un comunicato del tavolo Asilo che comprende diverse associazioni e movimenti  -  è stata una notizia tristissima che ci lascia sgomenti, senza parole ma con tanti pensieri. Continueremo ad impegnarci nelle battaglie che ci hanno visti uniti ed insieme, quelle per i diritti e per l'uguaglianza, quelle per andare oltre i confini e oltre la cittadinanza. Siamo vicini ai tuoi familiari e alle compagne e ai compagni del Movimento Italiani senza Cittadinanza ai quali va il nostro abbraccio”.  Tutte le associazioni che aderiscono al TAI  (tra quste la Fondazione Migrantes) si stringono intorno ai familiari e ai cari, con la certezza che "continueremo ad impegnarci insieme alle tante ragazze e ai tanti ragazzi che chiedono da anni di poter essere quello che già sono: cittadine e cittadini italiani".

Morto Omar Neffati: il cordoglio della Migrantes

13 Gennaio 2023 - Roma - Un giovane impegnato nelle battaglie per la cittadinanza  di tanti giovani nati in Italia da genitori stranieri o arrivati giovanissimi nel nostro Paese Omar Neffati, 27 anni, trovato morto nella sua casa a Sutri, in provincia di Viterbo. Neffati era portavoce del "Movimento italiani senza cittadinanza" e in prima fila per la difesa dei diritti. Una notizia triste che ci ha lasciato senza parole - sottolinea oggi la Fondazione Migrantes. Omar aveva partecipato alla Consulta nazionale per le Migrazioni della Fondazione Migrantes e all'edizione 2022 del festival della Migrazione svoltisi a Modena, Carpi e Ferrara che vede la Fondazione Migrantes tra i promotori - portando il suo contributo di idee. Arrivato in Italia a 6 mesi dalla Tunisia ha sempre vissuto nel nostro paese dove è morto senza riuscire ad ottenere, nonostante fosse di fatto un italiano, la cittadinanza. La Migrantes è vicina alla famiglia del giovane e ai tanti giovani del Movimento "Italiani senza cittadinanza".

Senza tetto a Roma: quanti sono: una ricerca Istat-Campidoglio

13 Gennaio 2023 -
Roma - Quanti sono i senzatetto a Roma e quali sono le ragioni per cui sono finiti in strada? È la domanda a cui il Campidoglio proverà a dare una risposta nelle prossime settimane, grazie a un accordo con Istat, per cui nei prossimi giorni si attende la firma della relativa delibera. “L’azione dell’Amministrazione dovrà essere sempre guidata da dati certi e costantemente aggiornati – spiega l’assessora capitolina alle Politiche sociali, Barbara Funari –.  Per questo motivo è prevista a breve la sottoscrizione di un protocollo d’intesa con l’Istat al fine di avviare un progetto sulle presenze dei senza tetto nel territorio di Roma Capitale. La ricerca, quantitativa ma anche qualitativa, ha l’obiettivo di prevedere un quadro approfondito di conoscenze rispetto al fenomeno delle persone senza dimora, tramite l’ausilio di un questionario distribuito nel mese di febbraio. Saranno coinvolti ricercatori Istat, studenti universitari, Polizia di Roma Capitale e Protezione civile”. Il censimento interesserà tutte le persone incontrate in strada in un'unica notte, attraverso un’operazione di monitoraggio condotta attraverso le unità di strada, le associazioni, la Protezione civila, la Polizia municipale e  i volontari, che verranno attivati anche attraverso una call to action diretta alla cittadinanza. Non saranno incluse le persone che vivono all’interno delle “occupazioni abitative” presenti nella Capitale, ma solo chi è effettivamente “senza tetto”, secondo la Classificazione europea di Feantsa (European Federation of National Associations Working with Homeless Aisbl), ovvero le persone che vivono in strada e in sistemazioni di fortuna o che ricorrono a dormitori o strutture di accoglienza notturne. Al censimento si aggiungerà una ricerca qualitativa che, attraverso la somministrazione di 500 questionari, mira a tracciare un identikit sui senza tetto e sulle ragioni per cui finiscono in strada. (Antonella Patete - Redattore Sociale)

Morte Fratel Biagio: il cordogllio di Mattarella

12 Gennaio 2023 - Roma - "Ho appreso con profondo dolore la triste notizia della morte di Fratel Biagio, punto di riferimento, non soltanto a Palermo, per chi crede nei valori della solidarietà e della dignità della persona, che ha testimoniato concretamente, in maniera coinvolgente ed eroica. Il rimpianto e la riconoscenza nei confronti di Biagio Conte vanno espressi consolidando e sviluppando anche in futuro le sue iniziative affinché il ricordo della sua figura sia concreto e reale, così come è stato il suo esempio". Lo scrive in un messaggio di cordoglio il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Trevisani nel Mondo: un fumetto per raccontare 50 anni di storia

12 Gennaio 2023 - TREVISO – Un fumetto per raccontare i 50 anni dell’Associazione Internazionale “Trevisani nel Mondo” a partire, soprattutto, dalla vita e i viaggi di don Canuto Toso, storico fondatore dell'associazione e direttore Migrantes della diocesi. E’ “Trevisani nel mondo – una storia a fumetti” il libro realizzato dall’Associazione Internazionale Trevisani nel Mondo in occasione del mezzo secolo di storia che si celebra in questo 2023. Il volume, scritto da Luca Vanzella, disegnato da Claudio Bandoli e colorato da Alessandra Kerstulovich, col lettering di Elisa Di Virgilio e Matteo Parisi, offre uno spaccato di oltre 100 anni di emigrazione trevigiana e dell’associazione che da sempre ha cercato di mantenere vivo il legame tra chi partiva e chi restava. Il fumetto è stato realizzato col sostegno della Regione del Veneto, il patrocinio della Provincia di Treviso e la collaborazione del Treviso Comic Book Festival, che ha anche allestito la mostra in corso nel foyer del Sant’Artemio che sarà visitabile fino al 14 gennaio 2023, dal lunedì al venerdì 8-13.30, il lunedì e il mercoledì fino alle 17.30. “Abbiamo voluto dare continuità alle iniziative organizzate nell’ambito dei festeggiamenti del nostro 50° anniversario – spiega Franco Conte, presidente dell’Associazione Trevisani nel Mondo – con una mostra che ripercorresse le connotazioni essenziali dell’emigrazione e l’intuizione di un uomo, don Canuto Toso, di fondare l’Associazione per mantenere vivi e saldi i rapporti dei tantissimi trevigiani partiti per l’estero. Abbiamo messo insieme tutti questi elementi nell’opera “Trevisani nel mondo: una storia a fumetti”, di cui la mostra riporta e approfondisce le tavole illustrate, non solo per recuperare la memoria di un passato, nemmeno tanto lontano, che ha interessato il territorio trevigiano, ma anche per avvicinare e sensibilizzare le nuove generazioni al tema dell’emigrazione attraverso i racconti per immagini delle storie di vita di tante famiglie e concittadini. Ringrazio la Regione del Veneto, la Provincia di Treviso, il Comune di Treviso e il Treviso Comic Book Festival per la preziosa e fondamentale collaborazione”.

Vangelo Migrante: II domenica del tempo ordinario | Vangelo (Gv 1,29-34)

12 Gennaio 2023 - Il Vangelo domenicale del tempo ordinario riparte dalle parole del Battista che indica in Gesù “l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo”. Quale peccato? L’errore di bersaglio compiuto da tutta l’umanità: creata, ‘vocata’ a vivere in un modo, essa vive un perenne ‘fuori bersaglio’ accumulando sbagli e debiti. Quale Agnello? Non un Dio giudice e carnefice, come spesso viene riconosciuta la divinità, ma un innocente, un non violento, mite ed amante di coloro per cui è venuto a pagare i danni prodotti e l’enormità del debito contratto in ogni errore di bersaglio. Giovanni è consapevole che Gesù ha il potere di salvare il mondo e liberare l’uomo da ogni male, malattia, infermità, morte e schiavitù per condurlo alla pace; ma sa anche che Gesù compirà il suo mandato in modo del tutto inatteso e imprevisto. Gesù, il Messia e il Salvatore, userà sempre e solo le ‘armi’ dell’Agnello: l’amore, la compassione, la misericordia, la mitezza e la dolcezza. E questo per Giovanni umanamente non sarà affatto un vantaggio: in quella consapevolezza, ammette che l’Agnello che sta indicando non combatterà con forza e con violenza nemmeno contro il potere e le ingiustizie che causeranno la sua decapitazione … Provvederà anche a lui ma non nel modo che la mente o la paura umana si aspettano. Giovanni sperimenta la Sua potenza liberatoria ma anche l’assoluta divina imprevedibilità che non lo liberano dalle catene della prigionia e della decapitazione. Il Vangelo di oggi è ad un tempo annuncio e atto di fede. Parole e gesti. Giovanni accetta per davvero di essere parte vera, costi quel che costi, di quel Regno che le sue parole inaugurano. Gesù sa che fino a quando la testa di Giovanni sarà al suo posto, sarà possibile per gli uomini conoscere il più grande tra i nati di donna e ascoltare l’annuncio del precursore; ma sa anche che la testa di Giovanni sul vassoio di Erodiade, manifesterà la gloria di Dio e sarà la semina feconda del Regno di Dio di cui Giovanni, e con lui tutti coloro che stanno affondando, che naufragano in mare o nell’anonimato di un’esistenza ai margini e che soffrono le conseguenze del peccato, sono parte integrante. Ecco l’Agnello di Dio: imprevedibile, certo; ma Salvatore per davvero! (p. Gaetano Saracino)      

Cei, diffuso il sussidio per la celebrazione della Domenica della Parola

12 Gennaio 2023 -
Roma - Una serie di proposte per la preghiera e la meditazione sul tema: Parola di Dio e missione. La offre il sussidio Cei, diffuso oggi, per la celebrazione della Domenica della Parola, che ricorre il 22 gennaio. “La Chiesa in ascolto è la Chiesa missionaria: proiettata verso il mondo, desiderosa di crescere nella fede, interessata a ogni uomo e donna, attenta soprattutto a quanti abitano loro malgrado le periferie esistenziali – scrive nella prefazione il Segretario generale della Cei, mons. Giuseppe Baturi -. L’ascolto della Parola di Dio educa il cuore ad entrare in relazione profonda con le persone e con gli eventi della storia: Dio parla ancora attraverso le Scritture e la vita concreta. È questa la strada che le nostre Chiese intendono percorrere insieme, nella fedeltà al Vangelo e nel servizio ai fratelli”. Il sussidio vede la collaborazione stretta tra vari uffici della Cei. Anzi, proprio il tema della missione ha consentito quest’anno la partecipazione per la prima volta dell’Ufficio nazionale per la Cooperazione missionaria tra le Chiese, insieme con gli ormai tradizionali Ufficio Catechistico nazionale, Ufficio Liturgico nazionale, Ufficio nazionale per l’Ecumenismo e il Dialogo interreligioso e Ufficio nazionale per i Beni Culturali rcclesiastici e l’Edilizia di Culto. I testi, i commenti e le immagini sono stati scelti con cura in base alle competenze di ciascun Ufficio per favorire la preghiera e la riflessione. “La Parola che il Padre ha rivolto all’umanità nel Figlio risuona ancora: possa questo strumento favorire nelle comunità e nelle famiglie quell’esercizio interiore di ascolto, da cui ha origine non solo la fede, ma anche la speranza e la carità”, conclude Baturi.

Palermo: è morto Biagio Conte

12 Gennaio 2023 -
Palermo - Morto, nella notte, a Palermo il missionario laico Biagio Conte, all’età di 59 anni. Fondò nei primi anni ’90 la Missione Speranza e Carità, che accoglie attualmente circa 600 persone, tra poveri, senza dimora e migranti in diverse cittadelle, nel territorio di Palermo e provincia. Biagio Conte da diversi mesi era stato colpito da un tumore. Ha continuato a condurre la sua missione di preghiera e carità finché il male non ha avuto il sopravvento. Nel giorno dell’Epifania, la visita dell’arcivescovo Corrado Lorefice, cui aveva annunciato la malattia e aveva chiesto la sua vicinanza.

Unhcr: una roadmap con “azioni semplici ma efficaci per una Ue che protegga meglio i rifugiati”

11 Gennaio 2023 -
Roma - L’Unhcr, Agenzia Onu per i rifugiati, sollecita Svezia e Spagna perché durante le rispettive presidenze di turno dell’Unione europea nel 2023 stabiliscano la rotta per una Ue che protegga meglio le persone costrette a fuggire. In un documento diffuso ieri l’Unhcr delinea una serie di azioni semplici ma efficaci che funzionino sia per gli Stati dell’Ue che per le persone che fuggono da guerre e persecuzioni. Si tratta di una roadmap concreta, basata sulle buone pratiche del 2022. “Lo spirito umanitario e la solidarietà mostrati dai Paesi dell’Ue l’anno scorso verso i rifugiati ucraini dimostrano chiaramente la capacità di accogliere e proteggere le persone costrette alla fuga in modo organizzato ed efficace”, ha detto Gonzalo Vargas Llosa, rappresentante dell’Unhcr per l’Unione europea, esortando le presidenze dell’Ue “a costruire su queste buone pratiche e a mantenere la solidarietà con tutti i rifugiati e i richiedenti asilo, qualunque sia la loro provenienza”. La strada verso un’Unione che protegga meglio i rifugiati è basata sull’accordo e sull’implementazione della bozza del Patto Ue sulla migrazione e l’asilo ed è vincolata all’impegno di tutti gli Stati dell’Ue di sostenere il diritto di richiedere asilo. L’Unhcr mette in guardia “contro qualunque altra proposta nell’Ue che metta a rischio questa potenziale riforma attraverso la riduzione degli obblighi di asilo, l’abbassamento degli standard e delle pratiche e la riduzione degli spazi di protezione in Europa”. E raccomanda alle prossime presidenze di “concentrarsi sul garantire l’accesso a procedure di asilo eque ed efficienti, così come sulla creazione di meccanismi efficaci di solidarietà e condivisione delle responsabilità senza ricorrere alle deroghe”. Mentre molti Paesi dell’Unione europea continuano a sostenere i rifugiati e a tenere alto l’impegno europeo e internazionale per i diritti umani, “ai confini dell’Unione continuano a verificarsi respingimenti violenti e gravi violazioni dei diritti umani – sottolinea l’Unhcr –. Queste violazioni mettono a rischio la vita delle persone e compromettono i diritti umani, compreso l’accesso all’asilo e il diritto alla vita. Garantire l’accesso ai territori e all’asilo e affrontare il problema della violazione dei diritti umani alle frontiere sono elementi chiave di un sistema di asilo europeo equo e sostenibile”. Le misure proposte assicurerebbero procedure di asilo efficienti ed eque per riconoscere le persone bisognose di protezione internazionale, anche in tempi di crisi e tenendo in considerazione i rischi ulteriori per le persone con bisogni specifici. La Dichiarazione di Solidarietà del 2022 fornisce “una buona base per un meccanismo di ricerca e salvataggio e di sbarco che salvi vite umane e condivida la responsabilità tra gli Stati dell’Unione europea – precisa Unhcr –. La garanzia di un ritorno dignitoso nei Paesi di origine per le persone che lo desiderino o per coloro che non sono stati ritenuti bisognosi di protezione internazionale sono ugualmente fondamentali per un sistema di asilo che sia credibile e funzionante”.

Siena: a scuola d’italiano le famiglie siriane arrivate dal Libano

11 Gennaio 2023 -
Siena - Grazie alla collaborazione tra l’Università per Stranieri di Siena, la diocesi di Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino e l’Istituto Bandini, le due famiglie di rifugiati siriani, che sono arrivate lo scorso 28 novembre 2022 e che attualmente sono accolte hanno iniziato ieri un programma di alfabetizzazione per potere avviare un percorso efficace di integrazione. L’attività si svolge il martedì e il giovedì dalle ore 11 alle ore 13 presso l’istituto Bandini. I docenti sono Nasimi Aisha e Diego Lombardi coordinati da Alfredo Stefanelli, preside dell’Istituto Bandini di Siena. I bimbi saranno successivamente inseriti alla scuola materna, nel frattempo, nelle quattro ore di scuola previste per gli adulti, saranno custoditi da volontari (insegnanti del Bandini in pensione). Le due famiglie erano arrivate all’aeroporto di Fiumicino con un gruppo di 35 rifugiati siriani con un volo da Beirut grazie ai corridoi umanitari promossi da Comunità di Sant’Egidio e Federazione delle Chiese evangeliche in Italia (Fcei) in accordo con i ministeri dell’Interno e degli Esteri. Tra i profughi, provenienti dai campi della Bekaa e di Tel Abbas in Libano, circa la metà sono minori. Ad accoglierli in Italia, oltre a Sant’Egidio e alle Chiese protestanti, la Caritas dell’arcidiocesi di Siena-Colle di Val D’Elsa -Montalcino, che sta ospitando le due famiglie composte una da un nucleo di 5 e uno di 4 persone. Sono tutte con bambini con patologie importanti. “La rete di solidarietà che esiste a Siena – spiega il card. Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena-Colle di Val D’Elsa-Montalcino – ancora una volta ha risposto in maniera encomiabile e per questo motivo ringrazio l’Università per Stranieri e l’Istituto Bandini per avere scelto di essere al nostro fianco nel programma di integrazione delle due famiglie siriane. Un segnale importante di solidarietà e di speranza per chi ha perso tutto”.
(Foto: arcidiocesi di Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino)
 

Per un’etica sociale

11 Gennaio 2023 - Roma - Non è vero che non ci sia spazio per un’etica condivisa nell’ambiente digitale. Sarebbe un’assenza immotivata e ingiustificabile. E non reggono più i ragionamenti circa lo spazio libero che non richiede regolamentazioni. Le continue evoluzioni tecnologiche rendono sempre più necessari principi e valori cui riferirsi con fiducia per non cadere nel baratro del non-senso. Si tratta di assumere una visione positiva per il bene comune. In altre parole, un’etica condivisa non è il libro dei no, ma di quei tanti sì che permettono di abitare con maturità e civiltà quel contesto in cui tutti siamo immersi. Anche perché, come ha ricordato il Papa, “non è accettabile che la decisione sulla vita e il destino di un essere umano vanga affidata ad un algoritmo”. (Vincenzo Corrado)