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Italiani nel Mondo: in libreria il primo volume di una nuova collana con un contributo di mons. Perego

10 Maggio 2022 -  Roma - "Storia dell'emigrazione italiana in Europa". Questo il titolo di una collana edita da Donzelli e diretta da Toni Ricciardi. In questi giorni è arrivato in libreria il primo dei quattro volumi della collana che si  sofferma sul periodo "Dalla Rivoluzione francese a Marcinelle (1789-1956)". In questo volume un contributo è stato affidato a mons. Gian Carlo Perego, presidente della Fondazione Migrantes che ha approfondito il tema  "Il ruolo della Chiesa e le prime forme di assistenza in Europa". La Rivoluzione francese ha generato molteplici ondate di migrazione di massa. Gli emigranti hanno plasmato una geografia di città di accoglienza costellata da luoghi che offrivano l’asilo della libertà. Per la prima volta nella storia europea, questo diritto è stato ufficialmente offerto a chi era perseguitato per motivi politici o religiosi. In realtà, già durante il Medioevo veniva garantita una sorta d’immunità a chi fuggiva da persecuzioni di varia natura, tanto che, verso la fine del XVII secolo, si erano sempre più rafforzate in tutta Europa le migrazioni temporanee, creando un imponente potenziale umano mobile e, dunque, mobilitabile. Due secoli prima della costruzione delle ferrovie, l’intero continente era quindi percorso da lavoratori migranti, a dimostrazione che la vita non era così sedentaria come spesso si pensa e che la circolazione delle persone era assai più consistente di quella delle merci. L’imperialismo europeo sconvolse il mondo e la geopolitica. La metamorfosi pose i governi dinanzi alla necessità di gestire i crescenti sconvolgimenti sociali, attraverso l’espansione e il controllo dei possedimenti coloniali. L’immigrazione, prima considerata risorsa, si trasformò in piaga, mentre l’emigrazione diventò il mezzo per risolvere i problemi interni, l’applicazione concreta del concetto di valvola di sfogo. Nonostante il ruolo centrale assunto dalle migrazioni, le grandi sintesi sulla storia europea talvolta le hanno relegate in secondo piano. Ripercorrere la storia della migrazione italiana in questo spazio, quale elemento di costruzione della progressiva realizzazione europea, appare fondamentale e del tutto inedito. La storia europea, a partire dalla Rivoluzione francese fino alla catastrofe di Marcinelle, segue in questo volume l’intreccio di due cronologie: da un lato, il processo di avvicinamento e di costruzione dello spazio comune, dall’altro, la lunga e variegata storia della migrazione italiana in Europa che trova una cesura nodale nella tragedia belga del 1956. Le migrazioni sono probabilmente una delle chiavi interpretative, tra le più significative, per comprendere il lungo processo della storia della globalizzazione, intesa nel suo senso più ampio e onnicomprensivo. Per questa ragione, i quattro volumi – dalla Rivoluzione francese fino ai giorni del Covid-19 – si sviluppano attraverso l’analisi delle direttrici, delle dinamiche e delle politiche migratorie poste in essere dall’Italia e dai paesi europei.

MOns. Perego: positiva l’accoglienza dei piccoli ucraini nelle scuole

6 Maggio 2022 - Ferrara - "L’immigrazione in provincia di Ferrara, quella con il minor numero di immigrati in Regione, di fatto era stazionaria da cinque anni, con poche partenze e pochi arrivi, un numero medio di 34.000 persone. L’arrivo di 2.000 Ucraini in questo anno, anche se con molta probabilità per pochi mesi, ha fatto crescere il numero dei richiedenti protezione temporanea". Lo dice questa mattina l'arcivescovo di Ferrara-Comacchio e presidente della Fondazione Migrantes, mons. Gian Carlo perego, in una intervista a quotidiano "La Nuova Ferrara". L’80% di queste persone ucraine (soprattutto donne e bambini) ha trovato accoglienza in famiglia e in appartamenti messi a disposizione con "generosità" da altre famiglie, spiega il presule: "qui purtroppo riscontriamo ritardi, anche comprensibili, nell'attuazione dei permessi di protezione temporanea, che fanno slittare i contributi della protezione civile ai singoli; ritardi nel rilascio di documenti e certificati da parte delle ambasciate ucraine in Italia, con costi per raggiungere Milano, Roma e lunghe file di attesa. Positiva è stata invece l’accoglienza dei più piccoli nelle scuole, la solidarietà di associazioni, enti e imprese, il lavoro immenso dei volontari". I cittadini ferraresi hanno "offerto - ha aggiunto mons. Perego - sicuramente una bella testimonianza di accoglienza e solidarietà, con prontezza e intelligenza". Mons. Perego fa il punto sui cinque anni di episcopato a Ferrara: "dopo 5 anni è difficile tracciare un bilancio. Si può fare semplicemente una tappa per continuare un cammino, un cammino insieme con la Chiesa di Ferrara- Comacchio. Guardando indietro in questo quinquennio ripenso agli incontri con tutti i sacerdoti nelle loro case e chiese il primo anno: la visita a ciascuno mi ha fatto capire di ritrovarmi con un tesoro di esperienza presbiterale - pur con tratti diversi - su cui potevo contare. Ritrovo un cammino compiuto attorno all’esortazione 'Evangelii Gaudium', per ridisegnare la nostra immagine di Chiesa, il ruolo responsabile di ciascuno, lo stile di vita cristiano. Ripenso anche alla fatica con cui si è dovuto affrontare la situazione economica, aggravata dalle conseguenze del terremoto, poi dai due anni di pandemia, una pausa di sofferenza, di silenzio, ma anche ricca di preghiera, di nuovi incontri in rete. Guardo con soddisfazione al mondo laicale, che può essere un luogo di una nuova ministerialità -maschile e femminile - per guidare, accompagnare le comunità, ma soprattutto per dire il Vangelo, Parola di vita. Un mondo laicale che ho visto protagonista in questa prima fase del cammino sinodale".

Migrantes Emilia Romagna: sabato convegno su “Cercate il bene della città”

7 Aprile 2022 - Bologna - “Gli Uffici regionali Migrantes, Caritas, e Missio della Conferenza episcopale dell’Emilia-Romagna (Ceer), in collaborazione con l’Ufficio regionale Ceer per le Comunicazioni sociali, organizzano sabato 9 aprile alle ore 10.00 il webinar “Cercate il bene della città – Partecipazione e identità in cammino. Generazioni a confronto”. Interverranno Mons. Gian Carlo Perego, Arcivescovo di Ferrara-Comacchio e Presidente della Commissione per le Migrazioni della Conferenza episcopale italiana e della Fondazione Migrantes; Cristina Pasqualini, docente di Sociologia dei fenomeni collettivi all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, e Paula Baudet Vivanco, giornalista e attivista del movimento “Italiani senza cittadinanza”. L’arcivescovo di Bologna, il Card. Matteo Zuppi, presidente della Ceer, concluderà i lavori. «Spesso usiamo in modo improprio – spiegano i promotori dell’iniziativa – la parola “integrazione”, immaginando talora una forma di assimilazione delle popolazioni immigrate nelle realtà pastorali e sociali del nostro territorio. I migranti, invece, portano con i loro bagagli anche un grande patrimonio di cultura e di valori spirituali che costituiscono per tutti un capitale da non disperdere. Il processo sinodale che le Chiese in Italia stanno vivendo suggerisce la prospettiva più ricca della “comunione”, nella quale le identità affermate costituiscono un vero stimolo della partecipazione comunitaria. La riflessione cercherà di immaginare anche il futuro prossimo, con una attenzione a quelle cosiddette “seconde generazioni”».      

Mons. Perego: nella scuola il “passaggio è a percorsi interculturali”

17 Marzo 2022 - Roma – “Occorre costruire in città una nuova relazione diffusa e intelligente, con un’attenzione preferenziale ai più deboli, con un orecchio alle ‘attese della povera gente’: di chi arriva e rimane ai margini della città; di chi è espulso dalla città, di chi è solo tra le case, di chi abbandona la scuola, di chi ha paura – sia in senso fisico che psichico; di chi non ha famiglia, di chi perde il lavoro o coniuga con il lavoro tempi di attesa, di chi lavora irregolarmente ed è schiavo di nuovi meccanismi di caporalato o d’impresa o d’agenzia”. Lo scrive mons. Gian Carlo Perego, presidente della Commissione Cei per le Migrazioni e della Fondazione Migrantes, nel volume “Di generazione in generazione”, edito dalla Fondazione Migrantes nella collana “Quaderni” e diffuso questa mattina durante il convegno per la presentazione degli “Orientamenti interculturali. Idee e proposte per l’integrazione di alunni e alunne provenienti da contesti migratori”. Nella scuola – ha evidenziato il presidente della Migrantes, “certamente il passaggio richiesto è a percorsi interculturali”.

La Chiesa in Sinodo e i migranti

14 Marzo 2022 - Roma - Pubblichiamo di seguito l’editoriale, a firma di mons. Gian Carlo Perego, Presidente della Commissione Episcopale per le Migrazioni e della Fondazione Migrantes pubblicato nel numero di marzo della rivista “Migranti-Press”.   Stiamo vivendo un tempo di Sinodo, un tempo cioè in cui scopriamo come la Chiesa cammina, è pellegrina. Questa dimensione della Chiesa pellegrina, in cammino è una delle caratteristiche della Chiesa ripresa dal Concilio Vaticano II. Infatti, ricorre spesso nei documenti del Concilio. La troviamo, ad esempio, nella Costituzione sulla Sacra Liturgia, dove è detto della Chiesa che è «presente nel mondo e tuttavia pellegrina» (Sacrosanctum Concilium, 2); la ritroviamo, nella Costituzione Lumen gentium, che riprende una bella citazione di S. Agostino che «la Chiesa prosegue il suo pellegrinaggio fra le persecuzioni del mondo e le consolazioni di Dio» (Lumen gentium, 8; De Civit. Dei, 18, 51, 2; PL 41, 614). Ritroviamo ancora questa espressione in un passaggio della Gaudium et spes, laddove si richiama che «tutto ciò che di bene il Popolo di Dio può offrire alla umana famiglia, nel tempo del suo pellegrinaggio terrestre, scaturisce dal fatto che la Chiesa è l’universale sacramento della salvezza» (Gaudium et spes, 45). Il cammino rinnova la vita, la celebrazione della Chiesa e il suo rapporto con il mondo. Il cammino, con i suoi incontri aiuta l’inculturazione della fede, sempre nella storia, come ci ha insegnato l’esperienza di Matteo Ricci. Il cammino aiuta a scoprire tutto ciò che di bene il “popolo di Dio può offrire alla umana famiglia”. Il cammino aiuta la conoscenza ed evita ripetitività, stagnazione, stanchezza. Il Sinodo aiuta la Chiesa a camminare e aiuta a valorizzare le persone in cammino, i migranti. E questo cammino – come ci ricorda il documento preparatorio del sinodo – ha tre obiettivi. Anzitutto la comunione. Il camminare insieme aiuta a conoscersi, a valorizzare i carismi e i doni di ciascuno, a guardare alla stessa meta, ad affrontare insieme le difficoltà. La comunione chiede di guardare anche alla diversità: delle culture, dell’esperienza cristiana, della fede religiosa. Non c’è comunione quando si dimentica la diversità. Il camminare insieme chiede anche di verificare se la comunione apre alla partecipazione, alla responsabilità di tutti nella Chiesa, in forza del Battesimo. Per noi, come Chiese in Italia, il cammino sinodale chiede di verificare quanto le diverse comunità di fedeli cattolici di oltre 100 nazionalità partecipano alla vita delle Chiese locali, quanto quasi un milione di cattolici immigranti tra noi hanno voce nella comunità, quanto conosciamo le loro «gioie e speranze, tristezze e angosce» (G.S.1). E infine il camminare insieme, significa come cattolici italiani e cattolici migranti condividere la necessità di annunciare la gioia del Vangelo, in un mondo disorientato, indifferente, lontano. Per queste ragioni, il cammino sinodale delle Chiese in Italia incrocia il cammino dei migranti: e i due cammini possono rinnovare la vita della Chiesa e del mondo.

Ucraina: mons. Perego (Migrantes), “questa tragedia faccia cadere i muri, tutti”

10 Marzo 2022 - Milano- «Forse questa guerra che viviamo da dentro e non alla finestra, mediata da persone che lavorano nelle nostre case, frequentano le nostre chiese, vivono nelle nostre città ci aiuterà ad aprire la mente e il cuore all’accoglienza di tutti i profughi, a spingere l’Europa a fare uno scatto di umanità e solidarietà, a ribadire il nostro “ripudio per la guerra” e a far cadere “i muri dentro e i muri fuori” (Gaber), che non ci aiutano a leggere la storia dalla parte degli ultimi e a deciderci per “una scelta preferenziale per i poveri”». Lo scrive mons. Gian Carlo Perego, presidente della Fondazione Migrantes in un editoriale che Famiglia Cristiana pubblica nel numero in edicola da oggi. «L’esodo», osserva monsignor Perego, «riguarda un grande Paese di 44 milioni di persone e potrà raggiungere e superare i 5 milioni di profughi che si aggiungono agli oltre 5 milioni di immigrati ucraini nel mondo. Abbiamo la guerra fuori casa, ai confini dell’Europa, e i profughi in casa: in Romania, in Polonia, in Ungheria e ora anche in Italia. E attraverso soprattutto il dolore delle migliaia di cosiddette “badanti”, che assistono i nostri bambini e i nostri anziani in casa, la parte più significativa degli oltre 250 mila ucraini presenti nelle nostre città e paesi, stiamo condividendo una guerra, la preghiera per la pace, il dolore per i morti, la preoccupazione per i familiari e stiamo accorgendoci, in Europa, che tutti i rifugiati e profughi hanno la stessa storia e chiedono a noi lo stesso dolore, la stessa preoccupazione, la stessa accoglienza». «Dalle nostre città è salito subito il grido: accogliamoli», puntualizza ancora monsignor Perego. «Abbiamo visto persone partire per l’Ucraina per accompagnare i familiari delle “badanti” che assistevano la propria madre anziana; abbiamo ammirato la solidarietà che è cresciuta attorno alle 150 comunità ucraine di rito greco-cattolico, assistite da oltre 60 sacerdoti, in collaborazione con Migrantes: cibo, medicinali, generi per i bambini hanno riempito camion e tir che sono partiti per Leopoli. Le Caritas si sono attivate per raccogliere la disponibilità di appartamenti e per ampliare le accoglienze diffuse nei Centri di accoglienza straordinaria (Cas) e nel Sistema di accoglienza e integrazione (Sai), in coordinamento con le prefetture, per costruire un filo diretto con le Caritas ucraine e la Caritas internazionale». Tutto questo, conclude monsignor Perego, deve «aiutare ad aprire menti e cuori all’accoglienza dei profughi. Tutti»

Ucraina: mons. Perego, positiva intesa Ue per i profughi ucraini

4 Marzo 2022 - Roma - Ieri i ministri degli Interni della Ue hanno deciso di applicare la direttiva di protezione temporanea ai profughi ucraini. Una decisione certamente “positiva perché copre per un anno non solo i richiedenti asilo ucraini, ma anche migranti e rifugiati provenienti da Paesi terzi e residenti in Ucraina”, dice oggi al quotidiano Avvenire, il presidente della Fondazione Migrantes, mons. Gian Carlo Perego: “questo fa ben sperare anche per altre situazioni. Credo che sia stato un primo passo importante che ha guardato al precedente della Bosnia e del Kosovo. Poi deve seguire la collaborazione sui territori. Attualmente sono arrivate circa 6.600 persone secondo i dati del Viminale ma, poiché il meccanismo di redistribuzione assegna il 13% all’Italia, potrebbero arrivarne 500mila se in tutta l’Unione entrano 5 milioni di profughi ucraini come prevede l’Ue, o il doppio se i profughi saranno 10 milioni, come prevede l’Onu. Occorre dunque sforzarsi per una redistribuzione diffusa”. In Italia gli ucraini sono circa 250mila con maggioranza donne, le 150 comunità cattoliche ucraine con 60 preti: “è stato importante per la solidarietà e la preghiera, come quella del 2 marzo con il Papa. Sono state le prime a mobilitarsi a Ferrara, Genova, Firenze, Palermo, Padova, Trieste e Gorizia. Il ricongiungimento familiare dei profughi diventerà un elemento importante – sottolinea mons. Perego - per l’accoglienza. Vediamo che il flusso è per lo più composto da donne e bambini. Significa che l’attenzione alla tutela dei minori fuggiti da una guerra e un adeguato accompagnamento psicologico sono aspetti da mettere in campo”. Il presule spera che “l’accoglienza che inizia nei Paesi dell’Est Europa, nel cosiddetto gruppo di Visegrad, sia un primo avviso dell’auspicata redistribuzione dell’accoglienza dei richiedenti asilo, e quindi della tanto attesa modifica del regolamento di Dublino che lascia i profughi nel Paese europeo di primo arrivo”. Il tema della solidarietà  - sottolinea il presidente di Migrantes - torna a “essere elemento qualificante in Europa di fronte a questi come a tutti gli altri richiedenti asilo in arrivo. Ribadisco che l’apertura dei Paesi di Visegrad può essere di buon auspicio per la revisione della politica di asilo nei 27 Stati membri che aveva subito diverse battute di arresto. Ma anche una opportunità per rivedere l’atteggiamento verso altri fronti da cui arrivano i richiedenti asilo, nel nostro caso il Mediterraneo. È un tema discusso nell’incontro dei sindaci e dei vescovi del Mare nostrum a Firenze nei giorni scorsi. Questa guerra ci fa capire quanto è importante che ogni Paese europeo sia Paese di accoglienza, e al tempo stesso che tutta l’Ue sia impegnata nel superamento del regolamento di Dublino”.

Mons. Perego: molti ucraini potrebbero raggiungere l’Europa

24 Febbraio 2022 - Firenze - In Italia, quella ucraina, è la quinta comunità di stranieri: “sono circa 250mila persone e  con l'escalation del conflitto è facile che ci sarà almeno un raddoppio, perché in molti raggiungeranno i propri familiari”. Lo ha detto questa mattina mons. Gian Carlo Perego, presidente della Fondazione Migrantes, parlando con l’agenzia “La Press”. Per il presule, che in questi giorni è a Firenze per l’Incontro dei Vescovi sul Mediterraneo promosso dalla Cei - è necessario che il governo “abbia attenzione alla tutela del diritto d'asilo per gli ucraini, per iniziare da subito un percorso di accoglienza, tutela, promozione e integrazione in città”. "Quello che pensavamo non avvenisse immediatamente ma fosse risolto con la strada diplomatica – ha quindi aggiunto - si sta trasformando in una nuova e inutile strage. Il bombardamento porterà a un esodo di almeno quattro milioni di persone, soprattutto verso i Paesi più vicini ma molti potranno raggiungere l'Italia".  Il tema della guerra è oggetto di discussione, preoccupazione e preghiera nell'incontro dei vescovi del Mediterraneo riuniti, fino a domenica, a Firenze. E questa mattina anche un momento di preghiera. “Siamo vicini al patriarca di Kiev, che doveva essere presente, ma ha voluto rimanere nella sua città e nella sua Chiesa", sottolinea mons. Perego.

Incontro sul Mediterraneo: domenica speciale con Tv2000. Tra gli ospiti anche il presidente Migrantes

23 Febbraio 2022 - Roma - Tv2000, domenica 27 febbraio, dedica una programmazione speciale alla visita di Papa Francesco a Firenze, in occasione dell’Incontro dei Vescovi e Sindaci del Mediterraneo. Questi gli appuntamenti trasmessi dall’emittente televisiva Cei: ore 8.30 l’Incontro con i vescovi e con i sindaci nel Salone dei Cinquecento del Palazzo Vecchio; ore 9.30 nella Sala d’Arme l’incontro con le famiglie di profughi e rifugiati; ore 10.20 la Santa Messa nella Basilica di Santa Croce e la recita dell’Angelus, in diretta anche su radio InBlu2000. Approfondimenti della trasmissione ‘Il diario di Papa Francesco’ a partire dalle ore 8. Tra gli ospiti: don Emilio Salvatore, Preside della Pontificia Facoltà Teologica dell'Italiana Meridionale; Francesco Bonini, Rettore Università LUMSA; Gianluca Galimberti, sindaco di Cremona; don Giovanni Emidio Palaia, teologo docente Università LUMSA; Alessandro Acciavatti, storico e saggista; Mons. Giancarlo Perego, presidente della Fondazione Migrantes.  

Mons. Perego: continuare a pregare per la pace in Ucraina

17 Febbraio 2022 - Roma - Occorre continuare a pregare per la pace in Ucraina. È l’invito che rivolge mons. Gian Carlo Perego, Presidente della Commissione per le Migrazioni della Conferenza Episcopale Italiana e della Fondazione Migrantes in una intervista pubblicata su VaticanNews chiedendo a tutte le Chiese del Paese di accompagnare gli sforzi della diplomazia dopo il nuovo appello del Papa all'Angelus di Domenica scorsa, attraverso l’orazione. “Quella di Francesco è una preoccupazione condivisa – spiega - dai vescovi italiani così come dalla Chiesa ortodossa” precisando che sono continui i contatti con i rappresentanti dei circa 2.000 italiani emigrati in Ucraina e con l’esarcato apostolico d’Italia, sede della Chiesa greco-cattolica ucraina. “In molte diocesi – spiega mons. Perego – sono presenti diversi sacerdoti ucraini i quali rappresentano un veicolo importante attraverso il quale ogni giorno abbiamo la percezione della gravità della situazione”. In Italia risiedono 250 mila cittadini ucraini: “si tratta del quinto paese come numero di presenze fra immigrati, famiglie, ma anche comunità religiose che in questi giorni si stanno unendo alla preghiera per la pace”.