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Migrantes Torino: la GMMR con i giovani

30 Luglio 2020 - Torino – “Tutti noi abbiamo un sogno, perché non provare a condividerlo e a realizzarlo insieme?”. Marco, educatore, parteciperà all’incontro di giovani per i giovani “Grow up together - Per convivere da cittadini del mondo”, promosso dall’Ufficio pastorale Migranti (Migrantes) della Diocesi di Torino in occasione della 106ª Giornata Mondiale del Migrante e Rifugiato. Quest’anno la Fondazione Migrantes ha scelto le diocesi di Piemonte e Valle d’Aosta come sede principale in Italia per la Giornata fissata di domenica 27 settembre. Nella Cattedrale di Torino, in diretta su Rai 1 alle 11, mons. Cesare Nosiglia presiederà la celebrazione eucaristica della Giornata, sui temi del messaggio di Papa Francesco “Costretti a fuggire come Gesù Cristo”. “Sabato 12 settembre, dalle 14 alle 18, nei giardini del Distretto sociale Opera Barolo, in via Cottolengo a Torino, sono attesi 300 giovani di diverse provenienze”, precisano i promotori di “Grow up together” (in inglese “Cresciamo insieme”) “molti fanno riferimento all’Ufficio Pastorale Migranti e alle diverse Cappellanie etniche presenti in diocesi. Sono giovani volontari che operano a sostegno delle persone più fragili raccogliendo cibo nei mercati, distribuendo pacchi viveri o impegnati nelle attività dell’Ufficio”. “Abbiamo sentito l’urgenza di rendere concrete le parole del Papa - prosegue Giada, tra gli organizzatori - che nel suo messaggio sottolinea la necessità di stimolare il cambiamento di mentalità nell’accoglienza dei migranti”. Per partecipare alla Giornata occorre scrivere a: prenotazioni@upmtorino.it. (M.LOM. -. La Voce e il Tempo”

GMMR: a Torino ospiterà la Giornata nazionale

27 Luglio 2020 - Torino - Non a caso la Fondazione Migrantes ha scelto le diocesi del Piemonte e della Valle d’Aosta come sede principale per la celebrazione in Italia della 106ª Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, che sarà celebrata domenica 27 settembre prossimo. Nella Cattedrale di Torino, in diretta su Rai 1 alle 11, Mons. Cesare Nosiglia presiederà la celebrazione eucaristica della Giornata, sui temi del messaggio del Papa “Costretti a fuggire come Gesù Cristo” che papa Francesco ha scritto il 13 maggio scorso (il testo integrale https://migrantesonline.it/2020/05/15/come-gesu-cristo-costretti-a-fuggire-accogliere-proteggere-promuovere-e-integrare-gli-sfollati-interni-il-messaggio-di-papa-francesco-per-la-gmm2020/). L’anno scorso la celebrazione della giornata si era tenuta il 29 settembre con la concelebrazione eucaristica presieduta da Papa Francesco in piazza San Pietro. «Siamo onorati della scelta della CEI nei confronti della Chiesa piemontese: l’impegno delle nostre diocesi per i migranti e i rifugiati ha una lunga tradizione, a partire dai santi sociali che accoglievano i contadini dalle campagne, all’emigrazione dal Sud Italia nel Dopoguerra ed ora con le nuove migrazioni dal Sud del mondo e dai Paesi in guerra come la Siria», ricorda Sergio Durando, direttore dell’Ufficio Migrantes. «Uno sforzo che continua: dalla vicenda dell’ex Moi che ha avuto risonanza nazionale dove l’impegno della diocesi di Torino a mettere in rete tutte le istituzioni per non creare conflitti nello sgombero delle palazzine occupate e trovare soluzioni di accoglienza per le famiglie di migranti, mettendo insieme tutte le forse in campo; alla diocesi di Saluzzo in prima linea  nel sostegno alla manodopera straniera sfruttata nella filiera della raccolta della frutta; alla diocesi di Susa in campo nell’accoglienza dei clandestini che rischiano la vita per varcare il confine francese fino all’impegno di tutte le diocesi nel difficile periodo dell’emergenza covid che ha messo in ginocchio le fasce più deboli delle popolazione tra cui gli immigrati». La Giornata, sottolinea Sergio Durando, non è solo la celebrazione della Messa in diretta Rai, «ma per le nostre diocesi, che stanno mettendo a punto le settimane che precedono la Giornata, è un’occasione per riflettere, pregare e valorizzare il tema della mobilità umana e dell’accoglienza che ci coinvolge tutti, sia come comunità cristiana che come cittadini italiani, popolo con una storia di emigrazione che prosegue anche ai nostri giorni. La Giornata ci richiama tutti a un cambio di mentalità e a considerare che il migrante non è solo un problema, ma una risorsa. La mobilità non riguarda solo chi sbarca a Lampedusa: il migrante è uno di noi perché la mobilità è parte della storia dell’umanità, riguarda i nostri nonni e i nostri figli: migrante, come ricorda il Papa, è stato Gesù Cristo. Del resto, come ha richiamato più volte il Papa, figlio di emigranti piemontesi in Argentina, la Giornata dei Migranti è stata istituita in Italia nel 1914 in Italia, sotto il Pontificato di Pio X, e dietro sollecitazione anche di vescovi come Scalabrini e Bonomelli, allo scoppio della Prima guerra mondiale e di fronte al dramma di tanti profughi e rifugiati, soprattutto italiani che, emigranti «gittati» («gettati» come diceva Mons. Bonomelli) all’estero, perdevano ogni cosa ed erano costretti a rientrare in Italia. In  preparazione alla Giornata, la Fondazione Migrantes promuove un Corso di Alta formazione sui temi delle sfide dell’emigrazione rivolto ai Direttori della Pastorale Migrantes della diocesi e ai collaboratori. I lavori, 50 i partecipanti attesi, si terranno a Villa Lascaris a Pianezza da lunedì 31 agosto a venerdì 4 settembre. La giornata di giovedì 3 in particolare sarà incentrata sull’incontro con le realtà dell’accoglienza torinese (tra cui il Sermig) e sarà conclusa con la Messa presieduta da Mons. Nosiglia. (Marina Lomunno – La Voce e il Tempo)  

Morire di Speranza: questa sera veglia a Novara

8 Luglio 2020 - Novara – Si terrà questa sera a Novara la preghiera “Morire di speranza”, riflessione in memoria di quanti hanno perso la vita nei viaggi verso l’Europa e il Nord del mondo. Un gesto, spiegano i promotori (a livello novarese la Comunità di Sant’Egidio in collaborazione con la Caritas diocesana), “per mettere al centro dell’attenzione di tutti, simbolicamente, coloro che la pandemia ha messo in ombra: uomini, donne, bambini, che continuano a morire nel mar Mediterraneo e in tante aree del mondo, alla ricerca di una vita migliore”. L’appuntamento è per le 21, per la prima volta in piazza Duomo e all’aperto, proprio nel cuore del capoluogo novarese. La serata viene organizzata per la Giornata Mondiale del Rifugiato e, a livello nazionale, vede l’adesione anche di Centro Astalli, Fondazione Migrantes, Fondazione Chiese Evangeliche in Italia, Acli, Scalabrini Migration International Network (Simn), Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII e Associazione Comboniana Servizio Emigranti e Profughi (Acse). A presiedere la preghiera, sarà don Giorgio Borroni, direttore della Caritas diocesana. Nei giorni scorsi un momento dii preghiera anche a Torino presso chiesa dei Ss. Martiri presieduto dall’arcivescovo mons. Cesare Nosiglia. Nel corso della veglia – a cura di Comunità di Sant’Egidio, Centro Astalli, Caritas Italiana, Fondazione Migrantes, Federazione Chiese evangeliche in Italia, Scalabrini Migration International Network (Simn), Acli, Comunità Papa Giovanni XXIII, Associazione comboniana servizio emigranti e profughi (Acse) – sono stati saranno letti i nomi di quanti hanno perso la vita nei viaggi di speranza intrapresi verso l’Europa. Come ricorda una nota pubblicata sul sito della diocesi di Torino  “nel mondo, è la drammatica denuncia dall’Alto Commissariato Onu per i rifugiati, oggi ci sono circa 80 milioni di persone in fuga dalle loro case e dai loro Paesi – l’1% della popolazione mondiale – molti di questi sono sfollati interni a cui Papa Francesco ha dedicato il messaggio per la 106ª Giornata mondiale del migrante e del rifugiato che la Chiesa celebra il prossimo 27 settembre”.

“Molto oltre la paura”: la lettera di mons. Nosiglia che si sofferma anche su immigrati e nomadi in lockdown

23 Giugno 2020 - Torino - “Molto oltre la paura” è il titolo della lettera che mons. Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino e amministratore apostolico di Susa, ha indirizzato ai fedeli in occasione della festa patronale di San Giovanni Battista che si celebra domanoi . “La lettera tiene conto anzitutto della condizione di paura che ha alimentato e alimenta tutt’ora il cuore di tante persone”, spiega il presule che sottolinea il forte tessuto della solidarietà che “va annoverato tra le scoperte positive nella stagione del contagio. La forza e l’ampiezza del volontariato solidale è esploso in forme impensabili e inattese in ogni ambito del nostro vissuto”.  In una nota diffusa dalla diocesi si evidenzia come in questo tempo sono aumentati i servizi di distribuzione del cibo con aumento delle richieste anche da parte di persone che usualmente non facevano riferimento a noi. Gli incrementi vanno dal 40 al 110%, a macchia di leopardo su tutto il territorio cittadino. Grazie alle donazioni di generi alimentari e all’intensa collaborazione con il Banco Alimentare e altre associazioni similari, ogni settimana Caritas Diocesana e Ufficio Migrantes hanno potuto distribuire oltre 300 borse viveri a richiedenti asilo non inseriti nel circuito ordinario delle parrocchie (specie quelli ospitati nelle strutture della Chiesa Cattolica) e aumentare di almeno un terzo la disponibilità di cibo alle parrocchie maggiormente richieste di aiuti. “Forte l’impegno per rifornire di cibo anche i giostrai rimasti fermi nel periodo del carnevale”, si sottolinea. La popolazione straniera ha “sofferto molto”: sono stati interrotti tirocini lavorativi e borse lavoro, quindi percorsi avviati di inserimento lavorativo. Assistenti familiari e colf si sono ritrovate spesso a casa senza ammortizzatori sociali e chi lavorava in nero è rimasto senza alcun tipo di entrata economica. Con la chiusura delle scuole i bambini sono stati costretti a vivere in casa, anche quando le condizioni abitative non erano adeguate. L’istruzione a distanza poi ha creato diverse disparità tra gli studenti italiani e gli studenti stranieri e non sempre le istituzioni scolastiche sono state capaci di raggiungere i loro alunni”, si legge ancira nella nota di mons. Nosiglia che si sofferma anche sulle condizioni “già critiche” dei campi Rom che nel periodo di lock down “si sono aggravate, come del resto quelle dei giostrai spesso dovutisi fermare in località lontane dalla loro sede perché in viaggio. A rendere la situazione particolarmente difficile è proprio stata l’impossibilità di uscire e di chiedere aiuto. Le persone e le famiglie si sono ritrovate sole”. Lo straniero – si legge nella nota - ha “la capacità di adattarsi alle situazioni nuove, chiedendo, bussando alle porte, facendo rete all’interno delle sue comunità di riferimento. La chiusura totale ha tolto per un periodo piuttosto prolungato questa possibilità facendo mancare i loro punti di riferimento”. Anche alcuni uffici di carità hanno dovuto chiudere al pubblico, ma una rete fitta di persone, associazioni, enti si sono attivati in modi differenti. “Abbiamo colto tanta umanità e generosità tra medici, infermieri, volontari, credenti impegnati, presbiteri, religiose/i, genitori fantasiosi che hanno cercato ogni giorno di rendere meno pesante la vita dei loro bambini. E ancora, abbiamo visto nascere forme di solidarietà nuove tra vicini, attivare aiuti economici per rispondere alle carenze delle strutture sanitarie, comparire cassette con messaggi che recitavano ‘chi non può prenda, chi può metta’, distribuire sostegni alimentari e raccolte di farmaci”. Il lavoro più difficile in questi giorni è stato “rintracciare il bisogno, andare a intercettare le persone e la richiesta d’aiuto soprattutto da parte di chi non è abituato a farlo. Dobbiamo ringraziare chi ha continuato a esserci, magari in modi diversi, e chi proprio in questa occasione ha saputo reagire e ha imparato ad ascoltare il grido silente di aiuto che in una città deserta poteva essere ascoltato da un orecchio attento”. Ne capoluogo continua il lavoro di accompagnamento delle persone uscite dalle palazzine dell’Ex-Moi e le attività per il superamento dei campi Rom, pur nelle difficoltà dettate dalla pandemia. E in vista della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, che si celebra il 27 settembre, per tutto il mese l’Ufficio Migrantes di Torino promoverà una serie di iniziative, spettacoli e incontri  che coinvolgeranno le parrocchie, tutte le realtà di volontariato, i migranti e rifugiati e l’intera città.  

Migrantes Torino: ancora in corso la mostra “Gli invisibili”

24 Gennaio 2020 - Torino - Prosegue presso l’Ufficio Pastorale Migrantes di Torino la mostra “Gli invisibili” del fotografo Mauro Raffini. Scatti che documentano la vita di chi non ha casa, di quegli invisibili che “si trovano sotto i ponti, davanti alle chiese, di fronte ai supermercati affollati, sdraiati sui marciapiedi”, spiega Raffini: “individui che non appartengono al folklore locale come molti pensano, ma persone che hanno studiato, hanno lavorato per poi scendere lentamente nell’abisso fatto di alcool, droga, depressione…” La mostra, allestita sino al prossimo 30 gennaio è visitabile lunedì martedì e giovedì dalle 8.30 alle 13 e dalle 14 alle 17 e il mercoledì e venerdì dalle 8.30 alle 13

Mons. Nosiglia ai migranti: “siate i benvenuti” e “sentitevi membri eletti della nostra Chiesa”

5 Gennaio 2020 -

Torino - “Gesù si identifica con tutti coloro che non contano e sono ultimi nella società. Con chi ha fame o sete, è straniero e immigrato, chi è malato o in carcere. Nessuno deve sentirsi dunque  dimenticato da Dio per mezzo del suo figlio. Dunque nemmeno voi cari amici immigrati nel nostro Paese siete dimenticati dal Signore, ma anzi siete i prediletti del suo amore”. Lo ha detto l’arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia, questa mattina nella Chiesa del Santo Volto in occasione della celebrazione eucaristica per la Festa dei Popoli promossa dall’Ufficio Migrantes della diocesi piemontese. Il presule ha salutato i “ “cari amici immigrati” aggiungendo: “Voi siete portatori di una ricchezza di culture, tradizioni, valori umani e spirituali, cristiani e civili, che può arricchire la nostra Comunità sia sotto il profilo religioso che sociale. Mai ci stancheremo di predicare a tutti, e con voce alta e forte, che la presenza di tanti immigrati nel nostro Paese è una risorsa positiva,che non va solo accettata, ma valorizzata in tutti i suoi molteplici aspetti. Siate dunque i benvenuti e sentitevi membri eletti della nostra Chiesa”.

“Provenite - ha detto ancora mons. Nosiglia -  da paesi e culture diverse e siete qui tutti insieme per proclamare le opere di Dio e manifestare a tutti che la fede cristiana vi unisce come un cuor solo e un’anima sola nella Chiesa: la stessa fede, lo stesso Battesimo, la stessa Eucaristia”.

Per il presule occorre operare affinché siano riconosciuti a tutti quei diritti fondamentali, che sono propri di ogni persona umana e di ogni famiglia: il diritto alla cittadinanza in primo luogo, a partire dai minori nati nel nostro Paese, al lavoro, alla casa, alla scuola, alla salute. Diritti che la Costituzione italiana pone a “fondamento del vivere civile del nostro popolo". “La vostra presenza e partecipazione alla vita della Chiesa in Torino - ha quindi detto mons. Nosiglia - è un segno di grande speranza, perché conferma quanto il Vangelo oggi ci annuncia, mostrandoci che la fede in Cristo è fonte prima di comunione e di salvezza per tutti. Siate dunque comunità e cristiani ferventi nella fede, ricercando sempre, anche in condizioni di vita a volte difficili, di non tralasciare mai le vostre tradizioni religiose e quanto avete ricevuto nella vostra terra sul piano della fede cristiana e cattolica”. Da qui l’augurio che “possiate godere di chiese e locali adeguati alle necessità delle vostre comunità

e  anche di cappellani che  vi seguano nella vita cristiana”. E la festa dei popoli “ci invita a considerare ogni popolo ed ogni uomo una ricchezza per tutta l’umanità”.

L’arcivescovo di Torino ha quindi ringraziato “ a nome della Chiesa di Torino”, della “vostra presenza e della vostra testimonianza di unità e di fede che offrite e vi invito a sentirvi parte viva della comunità e a prendere il vostro posto che vi spetta nel popolo di Dio. Il vostro Vescovo vi accompagna con la preghiera, l’amicizia e l’impegno a favorire quella integrazione necessaria, che resta il mio e il vostro desiderio”. E poi il ringraziamento alla Migrantes della diocesi di Torino, guidata da Sergio Durando “per il generoso e capillare lavoro che svolge a servizio delle comunità cristiane degli immigrati e ringrazio i sacerdoti, i catechisti e i responsabili delle varie comunità etniche per quanto fanno a favore della formazione e della crescita umana e spirituale di ciascun immigrato e della sua famiglia”. (Raffaele Iaria)

Torino: Festa dei Popoli il 5 gennaio al Santo Volto

30 Dicembre 2019 - Torino - La tradizionale “Festa dei Popoli” a Torino, non verrà celebrata come di consueto il giorno dell’Epifania, ma verrà anticipata a domenica 5 gennaio, presso la chiesa del Santo Volto. Ne da notizia il settimanale diocesano “La Voce e il Tempo" della Diocesi di Torino nel numero prima di Natale. Alle 11 del 5 gennaio l’arcivescovo del capoluogo piemontese, mons. Cesare Nosiglia, presiederà la celebrazione eucaristica, a cui seguiranno il pranzo condiviso e uno spettacolo in cui ogni comunità condividerà la propria ricchezza culturale.

Migrantes Torino: le Famiglie accoglienti si formano

1 Ottobre 2019 - Torino - "Cosa c'è di meglio per una persona che arriva da lontano, per sentirsi integrata nella nostra comunità, che essere accolta in una famiglia?". Sono le parole pronunciate da Sonia Schellino, vice-sindaca della Città di Torino in occasione dell’incontro “Presentazione Formazione famiglie accoglienti”, organizzato a Torino ieri, 30 settembre, dall'Ufficio Migrantes della diocesi in collaborazione con l’Associazione delle Famiglie Accoglienti. Un ciclo di quattro incontri, dal 21 ottobre al 25 novembre, rivolti a singoli e famiglie che vogliono sperimentare l'accoglienza di un rifugiato nella propria casa. Oltre 50 persone hanno partecipato all'appuntamento dove sono stati presentati i temi che verranno affrontati: aspettative, diritti e confronto sui temi dell'accoglienza diffusa. "Voglio ribaltare la prospettiva: fin qui si è parlato del bisogno di essere accolti, pensiamo anche al bisogno di accogliere, di aprirsi, di creare ponti, di sentirsi meno soli", ha sottolineato il Direttore Migrantes di Torino, Sergio Durando, che ha voluto porre l’attenzione sula valenza biunivoca di un’esperienza come quella del progetto “Rifugio diffuso”. "Abbiamo iniziato nel 2009 con 20 famiglie e 5 associazioni, in 5 anni abbiamo inserito 143 persone all'interno di circa 120 famiglie. Oggi siamo a più di 1000", ha affermato Salvatore Bottari dell’Ufficio Stranieri del Comune di Torino con cui la Pastorale Migrantes collabora su questa esperienza dal 2015. Per informazioni potete scrivere a rifugiodiffuso@upmtorino.it  

Migrantes Torino: oggi incontro sull’accoglienza migranti

27 Giugno 2019 - Torino - La Diocesi di Torino, “in risposta all’immobilismo europeo e alla chiusura dei porti” si è resa disponibile ad accogliere i 42 migranti salvati dalla nave Sea Watch, bloccata da 14 giorni al largo di Lampedusa. “È notizia delle ultime ore – si legge sul sito dell’Ufficio Migrantes diocesano - che la comandante Carola Rackete ha deciso di forzare il blocco che impedisce lo sbarco dei migranti, facendo rotta verso l’Italia. La Diocesi ribadisce fortemente la disponibilità all’accoglienza e chiama a raccolta la società civile e le organizzazioni che hanno espresso solidarietà e supporto alla causa in questi giorni”. Oggi pomeriggio nella sede della Migrantes un primo incontro con tutti i volontari disponibili a dare il proprio contributo in termini di tempo, di forze, di idee per gestire l’arrivo, le strutture e l’accoglienza.