6 Dicembre 2019 - Milano - Questa sera, prima del discorso alla città in occasione della festa di Sant'Ambrigio, l'arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, alle 17, incontrerà privatamente i rappresentanti delle comunità cattoliche di lingua estera, accompagnati dai rispettivi cappellani.
Durante l’incontro, all’arcivescovo e ai cappellani con le Cappellanie, verranno consegnati due docufilm, dedicati rispettivamente alle figure di Ambrogio e del cardinale Alfredo Ildefonso Schuster.
I cortometraggi – i primi realizzati dall’Associazione “Cinema cristiano” in un più ampio progetto accompagnato dalla Diocesi -, hanno l’obiettivo di far conoscere, con un linguaggio semplice e un mezzo facilmente utilizzabile anche dai giovani, la storia della Chiesa di Milano, secondo la logica del Sinodo minore “Chiesa dalle genti”, voluta dallo stesso presule lo scorso anno.
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Irlanda: invito dei vescovi ad accogliere nelle parrocchie almeno una famiglia di rifugiati.
6 Dicembre 2019 - Roma - Invito a tutte le parrocchie e comunità cattoliche ad accogliere e assistere i rifugiati “alla luce del messaggio evangelico”. A lanciarlo sono i vescovi irlandesi nel comunicato finale pubblicato al termine dell’assemblea plenaria che, come riferisce il Sir, si è svolta al Saint Patrick’s College di Maynooth. Nel corso della riunione i vescovi hanno anche discusso del modello di “community sponsorship” per l’accoglienza dei rifugiati. Il Programma “pilota” adottato dal governo irlandese è stato al centro dell’incontro che si è tenuto lo scorso 19 novembre tra gli arcivescovi Eamon Martin, Diarmuid Martin, Michael Neary e Kieran O’Reilly con i ministri della giustizia e dell’immigrazione. Da qui l’invito dei vescovi cattolici alle parrocchie ad “essere più attive” nella accoglienza e integrazione dei rifugiati, promuovendo e sostenendo il Programma di sponsorship voluto dal governo che nel comunicato viene definito come “espressione pratica dell’insegnamento sociale cattolico e una risposta alla richiesta di Papa Francesco affinché ogni parrocchia possa ricevere e accogliere una famiglia di rifugiati”. La Commissione Episcopale per la Giustizia e la Pace terrà una sessione informativa rivolta alle parrocchie e alle comunità che desiderano essere coinvolte in questo programma nella primavera del 2020. A Maynooth, i vescovi hanno parlato ed espresso “preoccupazione” per l’uso del linguaggio intollerante nel discorso pubblico e politico, nonché della crescente ostilità nei confronti dei migranti e dei rifugiati che si trasferiscono in Irlanda. Atteggiamento intollerabile se a compierlo sono i cristiani ai quali, hanno detto, “viene chiesto di dare l’esempio e dare il benvenuto allo straniero”. Il pensiero si rivolge quindi all’Avvento come periodo di preparazione “alla venuta del Cristo-bambino tra noi, egli stesso un migrante, e alla nostra responsabilità di accogliere a braccia aperte coloro che arrivano qui in fuga dalla guerra, dalla persecuzione, dalla fame e da altre forme di miseria. Qualsiasi forma di xenofobia è contraria al cristianesimo”. E concludono: “Il razzismo non sarà sradicato senza cambiare il cuore delle persone e formare nuovi atteggiamenti”.
Migrantes Roma: il 19 aprile la Festa dei Popoli con il card. De Donatis
5 Dicembre 2019 - Roma – Si svolgerà il prossimo 19 aprile a San Giovanni in Laterano la festa dei Popoli. La S. Messa sarà celebrata alle ore 12,00 nella Basilica e sarà presieduta dal cardinale Vicario del papa per la diocesi di Roma, Angelo De Donatis. “È la prima volta che il Cardinale presiede la Festa dei Popoli e di questo siamo particolarmente contenti”, dice mons. Pierpaolo Felicolo, direttore dell’Ufficio Migrantes della diocesi. A seguire, come sempre, ci sarà il pranzo e lo spettacolo multietnico, aggiunge.
Il presepe: per capire Dio e i “segni dei tempi”
5 Dicembre 2019 - Modena - Davanti alla parrocchia della Madonna pellegrina, a Modena, in largo Madre Teresa di Calcutta, l’avvento è cominciato con un presepe 'scomodo'. Lo definisce così il parroco Matteo Cavani. Forse non poteva essere altrimenti data la dedicazione alla Vergine e lo stesso indirizzo della chiesa, piazza Madre Teresa di Calcutta, dentro la quale la sera di sabato 30 novembre si è concluso il festival della migrazione organizzato dalla Fondazione Migrantes della Cei con il presidente, il vescovo Guerino Di Tora, e il pastore dell’arcidiocesi modenese Erio Castellucci.
La Madonna, che purtroppo qualche politico ha provato e prova a strumentalizzare tirandola per la veste, non è un simbolo politico, ma è anche la prima protettrice dei pellegrini che i cristiani non lasciano fuori, siano essi in viaggio in mare o per terra. La Sacra Famiglia, inoltre, ricorda il parroco modenese nel foglio della comunità è fuggita profuga in Egitto per salvare il Figlio di Dio.
Il Vangelo di Matteo, dopo aver dato la buona novella della nascita di Gesù, intreccia altri due racconti singolari: la visita dei Magi – stranieri – dall’oriente e la strage dei bambini innocenti di Betlemme a opera di Erode. Il presepe di Modena diventa 'scomodo' soprattutto per i credenti perché parla di morti innocenti. Non gli unici, certamente, di questo tempo. Ma questi sono morti innocenti che dividono più degli altri anche i cattolici. C’è chi non li riconosce nemmeno, chi non vorrebbe sapere della loro sorte e chi, accecato da una propaganda cattiva e odiosa, arriva a esultare per la loro morte.
Dovrebbero vederlo il presepe della Madonna pellegrina. Alle porte della chiesa inizia a scuotere il visitatore con l’esposizione dei pannelli che portano incisi i nomi di alcuni degli almeno 30mila migranti morti nel Mediterraneo. Uomini, donne e bambini cui spesso manca un nome, sono indicati come NN. Una sequenza impressionante come un algoritmo di dolore. C’è un abisso di strazio che ci viene risparmiato dalla non conoscenza degli alfabeti e delle parole con le quali i loro coniugi, le madri, i figli, i congiunti, sui social chiedono disperatamente a chiunque possa averli incontrati una parola che restituisca speranza. Ma il presepe, non solo quello di Modena, ha la forza di tradurre simultaneamente quello che prova una madre che ha perduto il figlio che ha portato in grembo. E il presepe ricorda il diritto di ogni persona ad avere un nome e una storia perché siamo tutti fatti a immagine e somiglianza di Dio.
Poi, quando si entra in chiesa, avvolti dal silenzio e nella penombra di un moderno tempio di popolo – cresciuto con il sacrificio della comunità: qui la prima Messa fu celebrata la notte di Natale del 1964 sotto la neve, quando ancora il tetto non era stato costruito e i teli di plastica proteggevano i fedeli – le statuette della Sacra famiglia avvolte in carta dorata richiamano il primo conforto dato ai profughi scampati dall’annegamento. Ricordano che grazie ai giubbotti prima e poi a quelle alle sgargianti e povere difese termiche ha vinto la vita e sono state sconfitte la morte e la disumanità. Il Bambino è nato per sconfiggere il male e la morte.
Nella lettera sul presepe il Papa dice che nascendo lì, «Dio stesso inizia l’unica vera rivoluzione che dà speranza e dignità ai diseredati, agli emarginati: la rivoluzione dell’amore, la rivoluzione della tenerezza». Probabilmente l’errore che commettiamo noi che stiamo all’interno della cosiddetta Fortezza Europa è crederci salvi, sentirci superiori, diversi da chi è stato inghiottito dal mare, o a rischiato di esserlo, nel tentativo di raggiungere la terra promessa. Invece il piccolo presepe della Madonna pellegrina ricorda la fragilità della nostra condizione umana e la fratellanza con chi è stato salvato e con chi non ce l’ha fatta. Abbiamo tutti bisogno di un giubbotto di salvataggio e di qualcosa che ci custodisca quando il freddo è grande come la solitudine. E più che mai in tutte le case e chiese e piazze e le scuole abbiamo bisogno di un presepe che ci aiuti a restare umani. (paolo Lambruschi – Avvenire)
Lecce: oggi la presentazione del Rapporto immigrazione Caritas e Migrantes
5 Dicembre 2019 - Lecce - Oggi alle 17.30 presso il Centro interculturale “Migrantes” della diocesi di Lecce sarà presentato il Rapporto immigrazione 2018-2019 realizzato da Caritas Italiana e Fondazione Migrantes. Alla presentazione, che si soffermerà particolarmente sulla situazione del Salento, interverranno don Claudio Barboni, responsabile regionale della Fondazione Migrantes, mons. Nicola Macculi, direttore della Caritas diocesana, p. Gianni Capaccioni, direttore ufficio diocesano Migrantes di Lecce, Carlo Salvemini sindaco di Lecce, Silvia Miglietta, assessore alle pari opportunità, Antonio Ciniero, docente dell’Unisalento di sociologia delle migrazioni e Anna Maria Vitale, assistente sociale.
Concluderanno gli operatori del Centro interculturale “Migrantes” e alcuni immigrati che porteranno le loro testimonianze.
Modena: i numeri di un Festival aperto alla città
4 Dicembre 2019 - Modena - La quarta edizione del Festival della Migrazione (28-30 novembre) ha chiuso i battenti (anche se il cosiddetto post festival è ancora in svolgimento fino a metà dicembre), con numeri lusinghieri di presenze e con una partecipazione qualificata di ospiti.
L’evento più partecipato è stata la serata con il film e l’incontro con Tahar Ben Jelloun (circa 400 presenze), seguito a ruota dal pranzo dei popoli e dalla tombola delle migrazioni che hanno raccolto circa 350 persone. I convegni e i seminari dei primi due giorni hanno raccolto, in totale, circa 600 presenti, mentre l’ultima serata, sulla Chiesa, ha visto la presenza di circa 200 persone. Da segnalare, tra l’altro, la presentazione del Rapporto sul Diritto d’Asilo e i diversi incontri con gli studenti. A quello del Muratori, il mercoledì in anteprima, hanno partecipato circa 200 ragazzi del Muratori San Carlo, mentre il sabato erano poco meno di un centinaio gli studenti della Città dei Ragazzi e di altri istituti. Anche le mostre e laboratori hanno riscosso un successo significativo: quella fotografica ‘L’inferno di Moria’ ha registrato un migliaio di passaggi, mentre il laboratorio ‘Alle radici’ ha registrato l’interesse delle scuole superiori di Modena (ben 9 gli istituti coinvolti) con una cinquantina di classi a cui vanno aggiunti i visitatori, per gran parte gruppi parrocchiali e associativi, che hanno visitato il laboratorio nelle serate e nei fine settimana. In totale sono stati circa 2mila gli ingressi.
In totale nella settimana del Festival, sono dunque circa 5mila le persone che hanno partecipato alle attività proposte. (P.S.)
Card. Krajewski: “se monasteri e case religiose accogliessero almeno una persona a Lesbo non troveremo nessuno”
4 Dicembre 2019 - Roma -“Aprite le vostre case, le vostre canoniche, i vostri palazzi. C’è lo spazio. Ci sono le risorse. Se monasteri e case religiose accogliessero almeno una persona o almeno una famiglia, a Lesbo non troveremo nessuno”. L’appello, come riferisce il Sir, è stato rivolto dall’elemosiniere del Papa, card. Konrad Krajewski, dall’aeroporto di Fiumicino dove questa mattina sono arrivati 33 rifugiati di diversa nazionalità (Afghanistan, Camerun e Togo) grazie ai corridoi umanitari da Lesbo e Samos.
Tribunale civile di Roma accoglie ricorso di Asgi e Amnesty: “i respingimenti sono illegali”
4 Dicembre 2019 - Roma - I respingimenti in mare sono illegali e chi li subisce ha diritto a vedersi risarcire il danno e a presentare domanda di protezione internazionale nel territorio statale. Una sentenza storica con numerose implicazioni è stata emessa il 28 novembre scorso dal Tribunale civile di Roma che ha accertato il diritto di entrare in Italia per presentare domanda di protezione internazionale a 14 cittadini eritrei respinti in Libia il 1° luglio 2009 dalla Marina militare italiana.
Il Tribunale ha accolto una azione promossa da Asgi (Associazione studi giuridici immigrazione) e Amnesty International Italia, relativa ai fatti del 27 giugno 2009 quando un gommone con 89 persone a bordo (quasi tutti eritrei) partito dalla Libia fu intercettato da una nave militare italiana ma i migranti vennero tutti riportati in Libia. Tra il 2009 e il 2010, in seguito all’accordo con la Libia, l’Italia effettuò molti respingimenti, una prassi dichiarata già illegittima dalla Corte europea per i diritti dell’uomo con la sentenza relativa al “caso Hirsi”.
La sentenza italiana potrebbe avere una potenziale ricaduta, anche in termini numerici, su quanti ancora sono intercettati in mare e riportati in Libia attraverso la collaborazione con le autorità libiche. (Sir)
Ismu: presentato il Rapporto 2019
3 Dicembre 2019 - Milano - La Fondazione Ismu stima al 1° gennaio 2019 una presenza in Italia di 6 milioni e 222mila stranieri su una popolazione di 60 milioni e 360mila residenti (oltre uno straniero ogni 10 abitanti). Rispetto alla stessa data del 2018, l'incremento degli stranieri presenti è stato dell’1,9% (mentre tra il 2017 e il 2018 la variazione era stata del 2,5%), dovuto in gran parte alla crescita della componente irregolare (+5,4%), pari a 562mila unità, che però appare ridimensionata rispetto al 2017 (+8,6%) e al 2016 (+12,9%). Tra i presenti l’84% è regolarmente iscritto in anagrafe, il 6,5% è regolare ma non iscritto in anagrafe, mentre il 9% è privo di un valido titolo di soggiorno. Le persone provenienti da Paesi Terzi sono 4 milioni e 443mila unità (inclusi i non iscritti in anagrafe e gli irregolari). Nel 2018 sono stati rilasciati 242mila nuovi permessi di soggiorno, con una riduzione (dovuta al calo dei permessi rilasciati per motivi di asilo o umanitari) dell’8% rispetto al 2017. Aumentano invece i permessi di soggiorno rilasciati per lavoro, studio, e famiglia. Cresce anche il peso della componente femminile che nel 2018 rappresenta oltre il 45% dei nuovi ingressi, contro il 39% del 2017. Nel 2019 poi abbiamo assistito a un importante rallentamento degli sbarchi che sono stati 10.707 al 28 novembre. Sono alcuni dati diffusi questa mattina a Milano in occasione del XXV Rapporto sulle migrazioni dell’ Ismu che ripercorre l’andamento dei flussi migratori che negli ultimi 25 anni.
Nell'ultimo quarto di secolo – si legge - la presenza dei migranti si è consolidata, stabilizzandosi. Basti pensare che le acquisizioni di cittadinanza dal 1998 al 2018 (incluso) hanno raggiunto un totale di 1.365.812. Il radicamento della popolazione immigrata ha “inciso su diversi aspetti del nostro Paese, dalla scuola al mercato del lavoro”. Il trend degli alunni con cittadinanza non italiana nell'ultimo quarto di secolo ha attraversato tre fasi (di avvio, accelerazione, stasi): dalle 50mila presenze dell'anno scolastico 1995/96 si è arrivati alle 842mila – ormai stabili - del 2017/18. I lavoratori stranieri da presenza invisibile e silenziosa sono passati ad essere una “componente strutturale” del sistema produttivo. Il quadro che emerge da questi ultimi 25 anni porta ad affermare che per la stragrande maggioranza dei migranti residenti in Italia, “l'integrazione procede silenziosamente e in modo sostanzialmente positivo, anche se non si può negare che esistono ostacoli e zone d'ombra”.
Sul fronte lavorativo, si segnala che la popolazione straniera in età da lavoro (tra i 15 e i 64 anni) nel 2018 in Italia è giunta a sfiorare i 4 milioni e che gli occupati sono circa 2 milioni 455mila, oltre 32mila in più rispetto all’anno precedente. Gli stranieri rappresentano il 10,2% della popolazione in età attiva, il 10,6% degli occupati, il 14,5% dei disoccupati e l'8,6% degli attivi. Il tasso di disoccupazione – nonostante la lieve contrazione dell'ultimo anno – è più alto tra gli stranieri (14%) che tra gli italiani (10,2%). Si segnala che la concentrazione nei lavori meno qualificati rende gli stranieri particolarmente numerosi tra i working poor: nel 2018 i lavoratori extracomunitari hanno percepito una retribuzione media annua pari a 13.992 euro, inferiore del 35% a quella del complesso dei lavoratori. Gli alunni stranieri nelle scuole italine, secondo l’Ismu, sono 842mila, pari al 9,7% del totale degli iscritti, dall'infanzia alle secondarie di secondo grado. ISMU stima che al 1° gennaio 2019 la presenza complessiva delle seconde generazioni in Italia di età compresa tra gli 0 e i 35 anni (nate in Italia da almeno un genitore straniero o giunte minorenni) è di 2.825.182.
Nel corso del convegno di oggi è stato assegnato il riconoscimento Fondazione Cariplo-Fondazione Ismu 2019 alle undici autrici dell’antologia Future, il domani narrato dalle voci di oggi (Effequ, pagg. 224), e alla sua curatrice, Igiaba Scego, scrittrice italosomala di seconda generazione. Nel libro le narratrici afroitaliane raccontano di futuro, generazioni e radici. Hanno ritirato il premio Marie Moïse, Djarah Kan e Addes Tesfamariam, tra le autrici dell'antologia.
Perugia: il card. Bassetti in visita alla comunità cattolica romena di rito greco bizantino
2 Dicembre 2019 - Perugia - L’Avvento, la Festa nazionale della Romania e il primo anniversario della costituzione della comunità cattolica di rito greco o bizantino dell’Umbria, sono stati i motivi per i quali il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve - ha fatto visita, nella mattinata di ieri a questa comunità di fedeli (in tutta la regione conta più di 500 famiglie), che si ritrova settimanalmente nella chiesa della Valle, situata tra i centri abitati di Ferro di Cavallo e Olmo del capoluogo umbro, messa a sua disposizione dalla diocesi nell’autunno scorso.
Il cardinale Bassetti è stato accolto dal parroco padre Lucian Gheoge Cordis e dal decano di Toscana e Umbria padre Valer Sician, parroco della comunità greca romena di Firenze, e a rappresentare il Clero diocesano don Marco Briziarelli, parroco solidale della vicina Unità pastorale di San Sisto-Lacugnano-Sant’Andrea delle Fratte. Il porporato ha salutato i numerosi presenti soffermandosi sui “tantissimi riti nella nostra Chiesa, che sono un segno della sua ricchezza nel rispetto delle sue tradizioni e delle sue diversità”, ha evidenziato Bassetti: Il ‘denominatore” è unico: “noi siamo della Chiesa cattolica e sentiamo tutti la gioia di appartenere a questa Chiesa nell’obbedienza e nella comunione con il Santo Padre Francesco. La diversità dei riti liturgici con cui noi tutti esprimiamo la nostra lode a Dio viene da Lui ricambiata con il suo dono della salvezza. Dice il Papa: La Chiesa non è un cristallo con una sola facciata; la Chiesa è un poliedro che comunica e trasmette la Luce e il messaggio di salvezza attraverso tante sfaccettature che sono delle ricchezze”.
“L’Avvento – ha proseguito il cardinale – ci esorta a riflettere sul mistero dell’incarnazione del Figlio di Dio e questo0 diventa motivo di speranza anche se abbiamo tanti motivi di preoccupazione che ci accomunano. Basti pensare a chi non ha lavoro, ha chi ha problemi di salute, a chi è lontano dal Paese d’origine, come voi, e anche questa è una sofferenza provata dagli stessi italiani migranti nel mondo, perché l’immigrazione è un fenomeno umano che riguarda tutti i popoli. Vorrei aiutarvi come Chiesa a farvi sentire pienamente inseriti nella nostra comunità e soprattutto nella Chiesa cattolica che è la vostra madre. Vivete con intensità l’Avvento andando incontro al Signore con fede, speranza, gioia e con tanto amore”.
Il card. Bassetti si è soffermato anche sul secondo e sul terzo motivo della sua visita: la Festa nazionale della Romania e il primo anniversario della costituzione della comunità cattolica romena con sede nella chiesa della Valle di Perugia. “Anche la Nazione, come la Chiesa – ha evidenziato –, ci è madre e io mi auguro che per nessun popolo della terra una nazione sia matrigna”. Poi, nel ricordare il primo anniversario di questa comunità di fedeli, ha annunciato un suo dono. “A completamento dell’arredo liturgico di questa chiesa – ha detto Bassetti – io vi donerò l’iconostasi, perché voglio che la liturgia la compiate nel rispetto di tutte quelle che sono le norme liturgiche del vostro rito. Questo dono è anche un segno della vicinanza e dell’affetto della Chiesa perugino-pievese che vi è madre come la vostra Chiesa di Romania”. (R.L.)
Migrantes Calabria: il 6 dicembre la presentazione del Report “Diritto d’Asilo”
2 Dicembre 2019 - Cosenza - Si svolgeranno venerdì 6 Dicembre due incontri di Presentazione del Rapporto "Diritto d'Asilo - report 2019" della Fondazione Migrantes. Il primo, dalle 11.00 alle 13.00, si svolgerà presso l'Università della Calabria a Rende con l'introduzione di Donatella Loprieno e di Giorgio Marcello, docenti Università della Calabria; le relazioni di Maria Cristina Molfetta della Fondazione Migrantes e di Marina Galati, referente progetto INCIPIT. Sono previsti inoltre gli interventi di Maria Francesca D'Agostino e Anna Elia - docenti Unical e degli studenti Unical. Modererà l’incontro Pino Fabiano, direttore dell'Ufficio Migrantes della Calabria. Il secondo incontro, dalle ore 18.00 alle ore 20.00, sarà ospitato presso la Basilica Cattedrale di Cassano allo Ionio e vedrà i saluti di Leonardo Cirigliano, Direttore Migrantes di Cassano allo Ionio e di Don Gianni Di Luca , vicario Caritas diocesano e gli interventi di Maria Cristina Molfetta e di Marina Galati. A seguire testimonianze e esperienze di integrazione sociale e lavorativa in Calabria. Concluderà i lavori – moderato fda Pino fabiano - Mons. Francesco Savino, vescovo di Cassano allo Ionio
Papa Francesco alla comunità congolese: “la Chiesa è la casa di Dio: sentitevi sempre a casa”
1 Dicembre 2019 - Città del Vaticano – Nella prima domenica di Avvento, che segna l’inizio del nuovo anno liturgico, Papa Francesco ha voluto celebrare una liturgia, nella Basilica di San Pietro in occasione del 25° anniversario della nascita della Cappellania Cattolica congolese di Roma.
“Siete venuti da lontano. Avete lasciato le vostre case, avete lasciato affetti e cose care”, ha detto loro il Papa nel corso dell’omelia: “giunti qui, avete trovato accoglienza insieme a difficoltà e imprevisti. Ma per Dio siete sempre invitati graditi. Per Lui non siamo mai estranei, ma figli attesi. E la Chiesa è la casa di Dio: qui, dunque, sentitevi sempre a casa”, l’invio del pontefice che riflette sulla tendenza delle società occidentali a chiudersi al prossimo, a ricercare solo il benessere per sé. "Il consumismo è un virus che intacca la fede alla radice, perche’ ti fa credere che la vita dipenda solo da quello che hai, e così ti dimentichi di Dio che ti viene incontro e di chi ti sta accanto. Il Signore viene, ma segui piuttosto gli appetiti che ti vengono". Il Papa continua spiegando che la dove il “consumismo impera: quanta violenza, anche solo verbale, quanta rabbia e voglia di cercare un nemico a tutti i costi. Così, mentre il mondo è pieno di armi che provocano morti, non ci accorgiamo che continuiamo ad armare il cuore di rabbia".
A salutare il papa sr. Rita Mboshu Kongo che ha voluto sottolineare come il Congo “è affetto dal cancro della guerra e dell’insicurezza, le cui vittime sono i poveri e innocenti, particolarmente le donne e i bambini". La religiosa parla di "un genocidio che non si conosce, ma che denunciamo con forza e che si svolge in totale silenzio a livello globale. Non è
giusto, è offensivo nei nostri confronti. E’ assurdo per qualsiasi amico della vita e della pace. Vi chiediamo di continuare a pregare per il nostro Paese, considerando l’efficacia
della sua parola, e di sfidare tutte quelle grandi nazioni i cui leader sono senza cuore e che, per interessi economici e politici egoistici, continuano a fare del Congo una giungla dove tutti possono entrare e usarla, come fossero padroni”. (R.Iaria)
Modena: conclusa la quarta edizione del Festival della Migrazione
1 Dicembre 2019 - Modena - Con una tavola rotonda sulla Chiesa che incontra si è concluso ieri a Modena la quarta edizione del Festival della Migrazione promosso dalla Fondazione Migrantes e dall'associazione Porta Aperta. Una giornata, quella conclkusiva, iniziata con un incontro alla Città dei Ragazzi dove vengono giovani italiani e stranieri e con il Pranzo dei Popoli che ha visto circa 300 persone partecipare al Pranzo dei Popoli con portate da ogni parte del mondo e musica con un gruppo formato da italiani e stranieri. Il festival della Migrazione - ha detto il presidente della Fondazione Migrantes, mons. Guerino Di Tora - è un invito a incontrare le diversità vincendo la paura: "La Chiesa che incontra è l'espressione più vera del proprio essere ecclesia, cioè aggregazione, assemblea. Diventa espressione di un processo umano che, attraverso un primo momento di reciproca conoscenza dello straniero, porta all'integrazione. La Chiesa vuole esprimere attraverso il Vangelo questa realtà. È il Signore stesso che ce lo chiede: 'Ero straniero e mi avete accolto, ero carcerato e mi avete visitato'. Questo è lo specifico del cristiano". La Chiesa è "al servizio della verità", spiega l'arcivescovo di Modena-Nonantola, mons. Erio Castellucci: "i cristiani devono quindi contrastare con ogni mezzo le menzogne sui migranti fatte circolare per creare paura o divisione e riscuotere con le strumentalizzazioni facili consensi". Durate la serata, moderata dal giornalista di Avvenire Paolo Lambruschi, è stato più volte ribadito che oggi occorre passare dall'accoglienza d'emergenza a quella strutturata. Ad esempio nelle parrocchie e nelle comunità l'accoglienza diffusa ha favorito l'incontro e il confronto con le singole persone. All'incontro anche il giovane sacerdote, don Mattia Ferrari che ha vissuto una esperienza sulla nave "Mediterranea" impegnata a salvare migranti in mare. I profughi scampati alla morte "ci hanno fatto un dono. Quello di aiutarci a non perdere l'umanità".
Congolesi a Roma: una comunità viva nel “cuore” di Roma
1 Dicembre 2019 - Roma – C’è fermento nella comunità congolese di Roma per la messa di oggi con Papa Francesco nella Basilica di San Pietro. L’occasione è il 25mo anniversario della fondazione della comunità a Roma. Nella capitale è infatti la comunità congolese è presente dal 1994 e si riunisce nella Chiesa della Natività di Gesù al centro di Roma.
“Non siamo solo fedeli che si incontrano e partecipano alla messa con canti e danze ma anche persone che, insieme, si dedicano al prossimo sofferente, ai poveri, a tutti coloro che ci chiedono aiuto, con diverse iniziative e attività solidali, in pieno spirito missionario” dice il cappellano don Silvestro Adesengie.
“La nostra comunità - osserva il sacerdote a “L’Osservatore Romano” - è formata da immigrati il cui arrivo tuttora prosegue. Due terzi di loro sono sacerdoti, religiosi e religiose, appartenenti a diverse congregazioni, parecchi giunti per motivi di studio. Un altro terzo è composto da laici cattolici, studenti, impiegati e rifugiati politici ma anche da famiglie e membri delle diverse confessioni religiose e del corpo diplomatico. Tutti in cerca di una vita migliore e di una pace che nel loro paese spesso è venuta a mancare”. Ogni domenica una celebrazione nella chiesa seguita ed animata e alla quale partecipano anche fedeli provenienti da altri paesi, africani e di altri continenti: “le nostre sono celebrazioni particolari che permettono ai nostri connazionali di innalzare la lode a Dio come facevano i loro antenati, con la gioia di servirlo stando insieme. Questo si trasmette e attira tante persone”.
Ad invitare il Papa suor Rita Mboshu Kongo delle Figlie di Maria Santissima Corredentrice, teologa congolese e docente all'Università Urbaniana. Nel giugno scorso, durante un'udienza privata con alcune rappresentanti del movimento "Mamme cattoliche congolesi", la religiosa, riferisce oggi “Roma Sette” aveva espresso il desiderio di ospitare il Papa nella chiesa della Natività a piazza Pasquino: “ho detto al Papa che avremmo voluto un momento di preghiera insieme. Mi ha risposto che sarebbe venuto a trovarci volentieri. Dopo pochi giorni ho ricevuto una telefonata dal Vaticano per concordare una data per la liturgia. Impossibile esprimere a parole quello che ho provato. È stata una grande emozione. La nostra chiesa, però, è piccola e abbiamo deciso insieme di celebrare nella basilica di San Pietro e di fissare la data per il 1° dicembre”. Una data importante: si fa memoria oggi della beata suor Maria Clementina Anuarite Nengapeta, prima beata religiosa congolese. Con questa celebrazione, spiega il direttore Migrantes mons. Pierpaolo Felicolo Papa Francesco “dimostra in mille modi diversi la sua costante attenzione per il mondo dell'immigrazione in generale e per le singole comunità etniche. È sempre vicino agli uomini e alle donne che con sofferenza sono costretti a lasciare il proprio Paese di origine per i più svariati motivi”.
Congolesi a Roma: domani celebrazione in rito zairese presieduta da Papa Francesco
30 Novembre 2019 - Città del Vaticano – Domani Papa Francesco, come annunciato da www.migrantesonline.it, celebrerà una liturgia eucaristica in occasione del 25º anniversario della nascita della Cappellania cattolica congolese di Roma. La celebrazione sarà nel rito zairese e si svolgerà nella Basilica di San Pietro.
Approvato dalla Congregazione per il Culto Divino il 30 aprile 1988, sotto il titolo di “Messale romano per le diocesi dello Zaire” (ex nome della Repubblica democratica del Congo), il rito zairese o congolese è un adattamento del rito romano ordinario, spiega oggi la Sala Stampa della Santa Sede. Auspicato dai vescovi congolesi fin dal 1969, è il frutto di un lungo processo di inculturazione della liturgia, incoraggiato da Paolo VI e Giovanni Paolo II. Concretamente, “si trattava di aprire la liturgia ai valori culturali del popolo zairese”. I testi e i riti tengono conto della tradizione stilistica orale africana. Si insiste sulla partecipazione attiva dell’assemblea, uomini e donne, partecipazione che si esprime anche con movimenti ritmici e levando le braccia al cielo. Durante il Gloria i ministri danzano intorno all’altare. Molto spazio viene dato ai canti, spesso accompagnati da tamburi e altri strumenti tradizionali. I lettori vengono benedetti e inviati dal celebrante prima di dirigersi verso l’ambone.
La Comunità Cattolica Congolese, che ha sede nella chiesa della Natività di Nostro Signore Gesù Cristo degli Agonizzanti, a piazza Pasquino, è stata fondata nel 1994 per volere del card. Frédéric Etsou, Arcivescovo di Kinshasa. (R.Iaria)
La Chiesa che incontra: dibattito a Modena chiude il Festival della Migrazione
30 Novembre 2019 - Modena - Saranno il presidente della Commissione Cei per le Migrazioni, il vescovo mons. Guerino Di Tora, l’arcivescovo di Ferrara-Comacchio, mons. Gian Carlo Perego e mons. Erio Castellucci, arcivescovo di Modena-Nonantola, a chiudere, questa sera – nella parrocchia Madonna Pellegrina a Modena alle 21,00 - la quarta edizione del Festival della Migrazione promosso, fra gli altri, dall’Associazione Porta Aperta e Fondazione Migrantes. Al centro del dibattito – che vedrà gli interventi anche di don Mattia Ferrari e della superiora provinciale delle suore scalabriniane, Milva Caro, moderati dal giornalista di Avvenire Paolo Lambruschi –la “Chiesa che incontra”.
Numeri, volti, proposte” è stato il tema che ha fatto da filo conduttore a questa edizione che ha visto incontri, seminari, spettacoli, mostre, film, presentazione di libri. Tra gli ospiti lo scrittore Tahar Ben Jelloun, il direttore generale della Fondazione Migrantes, don Gianni De Robertis, i giornalisti Brahim Maarad della redazione esteri dell’Agi e Valentina Furlanetto di Radio 24, oltre a diversi esperti, imprenditori stranieri, etc. Ad aprire il festival un videomessaggio del Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, che ha sottolineato come “iniziative come il Festival della Migrazione, che affrontano temi cardine dei nostri tempi, mostrano che la percezione dell’opinione pubblica rispetto al fenomeno migratorio non sono solo dettati dalla paura e dall’odio, ma che c’è anche una comunità solidale, che è vicina alle tragedie di chi è costretto ad abbandonare tutto e a cercare riparo altrove”. Iniziative che “aiutano a sensibilizzare l’opinione pubblica su temi che interpellano il nostro quotidiano, perché non si possono dimenticare quanti hanno perso la vita cercando di raggiungere le nostre coste”. Sassoli si è detto convinto che occorre “adottare un approccio coordinato, fondato sulla solidarietà e sulla responsabilità, dobbiamo essere coscienti che il fenomeno della migrazione è un problema complesso e comprendere che la diversità è fonte di arricchimento, un’opportunità di crescita per ognuno di noi”.
“La sfida delle migrazioni oggi non riguarda tanto l’accoglienza ma la capacità di costruire un paese dove le diversità, la presenza di persone di paesi, culture e religioni diverse, sappiano comporsi in una realtà più ricca”, ha detto don De Robertis.
Oggi alle 12.30, alla polisportiva Modena Est, altro appuntamento sarà la seconda edizione del “Pranzo dei popoli”. Otto portate, ognuna tipica di un diverso Paese del mondo, e oltre 300 coperti per un momento di convivialità e di festa. (Raffaele Iaria)
Corigliano: oggi i licei della città discutono di migrazioni
30 Novembre 2019 - Corigliano - “... E non riuscimmo a riveder le stelle...”. È questo il titolo del volume di Salvatore Martino, con prefazione del card. Gualtiero Bassetti, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, che raccoglie poesie sul dramma dei migranti.
“Non è ignota ai migranti l'esperienza del dover cercare la vita altrove, dove si pensa che ci possa essere ancora un futuro, una speranza, sapendo i rischi a cui si va incontro. Rischia invece di rimanere vaga e lontana, per chi non ne fa diretta esperienza, l'asprezza di perdere tutti i propri riferimenti, insieme alle persone care e magari a tanti innocenti”, scrive il card. Bassetti nella prefazione sottolineando che le notizie dei drammi, che “non cessano, producono a volte nella nostra cultura un senso di assuefazione e quasi di inflazione, con relativa perdita di valore. Analogamente, interrogandosi a posteriori sulle possibili concause del numero impensabile di vittime dell'Olocausto, George Steiner lo collegava all'inerzia prodotta dal fatto che le cifre elevate avessero perso, nei bollettini dell'epoca, ogni significato".
Il volume rientra nell'ambito di un progetto editoriale promosso dalla Fondazione Migrantes e sarà presentato questa nell’Aula Magna del Liceo Classico “G. Colosimo” su iniziativa dei Licei di
Corigliano.
Migrantes: oggi la presentazione del Rapporto Asilo 2019
29 Novembre 2019 - Modena – Questa mattina, venerdì 29 novembre, a Modena, all’interno della quarta edizione del Festival della Migrazione, sarà presentato il Rapporto “Il Diritto d’Asilo 2019. Non si tratta solo di Migranti. L’Italia che resiste, l’Italia che accoglie” della Fondazione Migrantes, unico report a livello nazionale sul tema dell’asilo e della protezione internazionale.
Il Rapporto sul Diritto d’Asilo si avvale di contributi di alto livello e traccia i confini di un tema di grande attualità e interesse.
Dalle 9,00, presso il Dipartimento di Giurisprudenza di Unimore, ne parleranno Mariacristina Molfetta, Giovanni Godio e Abduljabar Arab, che illustreranno i dati; Maurizio Veglio, Gianfranco Schiavone e Chiara Marchetti che metteranno al centro alcune tematiche specifiche. Nel pomeriggio tre workshop di approfondimento sulle politiche migratorie, sulle ‘derive’ legali e le nuove sfide, sulle pratiche sociali di resistenza.
Nel pomeriggio alle 18 alla libreria San Paolo anche la presentazione del libro del giornalista del quotidiano “Avvenire”, Paolo Lambruschi, “Sulla loro pelle” (edizioni San Paolo). In serata, alle 20.30 al cinema Astra, il film documentario di Marco Santarelli “I nostri” seguito da un dialogo con il regista e don Graziano Gavioli, assistente pastorale dell’Ufficio Migrantes di Modena-Nonantola e Carpi.
La giornata si pone all’interno del Festival della Migrazione, che si è aperto ieri (fino a domani) promosso da Porta Aperta, Fondazione Migrantes, Crid del Dipartimento di Giurisprudenza di Unimore e IntegriaMo, con il patrocinio di Università di Modena e Reggio Emilia, Regione Emilia-Romagna e Comune di Modena e il sostegno di Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, Fondazione Unipolis, Bper Banca, Conad, Menù e Coop Alleanza 3.0. (Raffaele Iaria)
Migrantes Rossano-Cariati in campo contro le parole d’odio
27 Novembre 2019 - Rossano Corigliano - “Le parole pesano… pesiamo le parole - Per una cultura della legalità e dell’accoglienza” è il titolo della nuova campagna di sensibilizzazione rivolta agli studenti degli Istituti superiori, realizzata dalla diocesi di Rossano-Cariati attraverso l’ufficio Migrantes diocesano coordinato da Giovanni Fortino.
L’idea, supportata dall’ arcivescovo mons Giuseppe Satriano, nasce dall’esigenza di offrire un’alternativa, una visione differente rispetto all’uso distorto di alcune parole che, nell’immaginario collettivo, appartengono a temi come la migrazione o la disabilità e che i “fabbricanti d’odio” utilizzano per “denigrare la reputazione di un gruppo sociale, evidenziando negativamente alcune caratteristiche nazionali, razziali e religiose. Queste parole – si legge in una nota - sono accompagnate troppo spesso dall’incitamento all’odio, alla violenza e alla discriminazione, creando problematiche di emarginazione sociale che possono sfociare in azioni violente. Il resto della “società civile”, è troppo spesso ignara dei danni psicologici che si arrecano ai soggetti colpiti da questa forma di violenza subdola”
Diverse sono state le ricerche svolte in questi anni su questo abominevole fenomeno delle parole d’odio; sono stati difatti analizzati vari dati, reperibili su testate giornalistiche, siti web, social network in riferimento al tema, che hanno fatto emergere una realtà assolutamente sconfortante.
Da qui la progettualità che comprende la mostra che verrà ospitata negli Istituti superiori: 21 pannelli fotografici ritraenti due immagini differenti legate dalla stessa parola che assume un significato differente secondo la realtà ci chi la vive.
L’iniziativa che prenderà il via il 29 novembre 2019 con la prima tappa nell’Istituto “Luigi Palma” di Corigliano, è inserita nell’ambito del progetto “Accogliere. Integrare. Proteggere. Promuovere” proposto dalla Diocesi di Rossano-Cariati – Ufficio Pastorale Migrantes e approvato dalla Fondazione Migrantes tramite i fondi dell’otto per mille della Chiesa Cattolica.
La mostra si pone l’obiettivo di sensibilizzare e di offrire ai ragazzi uno spunto di riflessione sull’importanza che le parole ed il linguaggio hanno nella vita di tutti noi.
“Le parole pesano… pesiamo le parole – per una cultura della legalità e dell’accoglienza”, come detto, è il titolo che racchiude anche il significato stesso della mostra fotografica, realizzata con la collaborazione di artisti e fotografi locali che hanno voluto offrire ai ragazzi uno spunto critico sulle contrapposizioni che troppo spesso si hanno tra le immagini imposte dai media, quelle della vita reale e le parole che spesso le accompagnano nonché dal modo in cui vengono usate o proposte acquistando un significato piuttosto che un altro.
Il risultato del gioco di immagini e parole è stato realizzato grazie al lavoro di Anna Minnicelli che ha curato la realizzazione dell’intera mostra. Alcune delle foto che formano il “gioco” di contrapposizioni sono state realizzate dell’Associazione fotografica “Luce” di Corigliano Rossano e si riferiscono agli sbarchi avvenuti nel territorio di questa Diocesi nell’anno 2017. Immagini, quelle immortalate dai fotografi dell’Associazione, forti, uniche e profonde che racchiudono tutti i sentimenti che hanno accompagnato il viaggio di speranza dei nostri fratelli migranti senza nascondere la sofferenza che lo stesso ha comportato.
Dal contrasto delle immagini e nell’uso della parola viene fuori un paradosso la cui interpretazione viene affidata alla curiosità del visitatore.
Un ringraziamento particolare alla Fraternità Giovanni Paolo II, Associazione di volontariato da sempre vicina ai fratelli migranti ed in difficoltà. (Ufficio Pastorale Migrantes diocesi Rossano-Cariati)
Migrantes: a Modena il Report 2019 “Il Diritto d’Asilo”
27 Novembre 2019 - Modena - Promuovere e mantenere alta l’attenzione su un diritto, quello alla protezione internazionale, che oggi sembra sempre più sotto attacco in Europa e in Italia. È l’obiettivo del Rapporto che, per il terzo anno consecutivo, la Fondazione Migrantes dedica al mondo del richiedenti asilo e rifugiati.
Il testo, dal titolo Il diritto d’asilo. Report 2019: non si tratta solo di migranti. L’Italia che resiste,. L’Italia che accoglie (a cura di M. Molfetta e C. Marchetti, Editrice Tau 2019, pp. 270), sarà presentato a Modena nell’ambito del Festival della Migrazione (www.festivalmigrazione.world) venerdì 29 novembre alle 9.00 nell’aula magna “G. Dossetti” del Dipartimento di Giurisprudenza UNI.MO.RE di via S. Geminiano 3. Alle 15.00 si svolgeranno invece tre workshops sui temi principali del volume.
Sono circa 81.000 i migranti e rifugiati arrivati in Europa attraverso il Mediterraneo da gennaio a ottobre 2019 (dati provvisori; con gli arrivi via terra in Grecia e in territorio spagnolo il totale è di 98.000 persone). Si tratta di un dato in diminuzione, a seguito dell’accordo “UE-Turchia” del 2016 e del memorandum Italia-Libia del 2017. In diminuzione anche il numero assoluto dei morti/dispersi, con un aumento però dell’incidenza rispetto agli arrivi, in particolare nel Mediterraneo centrale: da 1 ogni 40 del 2016 a 1 ogni 18 nel 2019.
Nonostante ripetute dichiarazioni circa nuove ondate di sbarchi, l’anno sembra avviato a concludersi con un totale di arrivi in Italia di migranti e rifugiati via mare ai livelli minimi: 9.648 quelli registrati a fine ottobre (-56% rispetto allo stesso periodo 2018, nel quadro di un trend di drastica riduzione iniziato nel 2017). In forte calo nel 2019 anche i richiedenti asilo registrati: 26.997 alla fine di settembre (dato provvisorio, contro i 43.965 dello stesso periodo del 2018), provenienti da Pakistan, Nigeria, Bangladesh, El Salvador, Perù, Ucraina, Marocco, Senegal, Albania e Venezuela.
Consistente il numero di coloro che sono arrivati in Friuli-Venezia Giulia dalla tormentata “rotta” balcanica via terra: 5.526 fra il 1° gennaio e il 15 settembre.
Riguardo alle domande d’asilo, nel 2018 le Commissioni territoriali italiane hanno riconosciuto uno dei tre benefici di protezione (status di rifugiato, protezione sussidiaria e protezione umanitaria) a poco più di 31 mila persone, contro le 34 mila circa del 2017 e le quasi 37 mila del 2016. Il dato parziale per il 2019 (che ha registrato la quasi-scomparsa della protezione umanitaria) è pari a 14.000. Su circa 72.500 domande esaminate nell’anno, quelle respinte sono state l’80%, l’11% le concessioni dello status di rifugiato, il 7% della protezione sussidiaria e appena l’1,5% della protezione umanitaria.
Fra i 71.000 nuovi immigrati caduti in situazione di irregolarità in Italia fra giugno 2018 e giugno 2019, sono 18.000 i casi attribuibili al Decreto Sicurezza. A giugno 2019 il numero degli irregolari presenti in Italia è stimabile dunque in 620.000 persone.
“La sfida delle migrazioni oggi non riguarda solo l’accoglienza, ma la capacità di costruire un Paese dove le diversità, la presenza di persone di paesi, culture e religioni diverse, sappiano comporsi in una realtà più ricca”, ricorda don Giovanni De Robertis, Direttore Generale della Fondazione Migrantes della Cei, sottolineando che “per troppo tempo forse abbiamo pensato che fosse sufficiente salvare chi annegava (e purtroppo invece continua ad annegare nell’indifferenza di tanti) e portarlo in qualche porto italiano”. Questo, rileva, “è solo il primo passo” in quanto, come ribadisce papa Francesco, è necessario anche “proteggere, promuovere, integrare”. “Senza queste azioni - conclude il Direttore Migrantes - non c’è neanche vera accoglienza”.