Tag: Immigrati e rifugiati

Lesbo: è allerta caldo al campo profughi

4 Agosto 2021 - Lesbo - È allerta caldo in Grecia: le temperature sono altissime e il governo ha raccomandato ai cittadini di uscire di casa il meno possibile. Al campo profughi di Moria2, nell'isola di Lesbo, fa caldissimo. Nella lunga distesa di tende e container, stretti tra di loro a un passo dal mare, il sole non fa sconti: gli alberi si contano sulle dita di una mano. Il numero dei rifugiati sull'isola quest'anno è diminuito, ma è aumentata la disperazione: ogni giorno sembra più difficile ottenere i permessi per raggiungere la meta del proprio lungo e spesso drammatico viaggio. Le cupole rosse della "tenda dell'amicizia" sono accanto al campo, un po' più in alto: ci sono tavoli all'ombra dove di mattina i bambini arrivano per la Scuola della Pace della Comunità di Sant'Egidio e il pomeriggio si può mangiare con la propria famiglia, poi fermarsi a conversare a giocare a dama o a backgammon, mentre i bambini corrono in uno spazio largo e sicuro. Poco più lontano, le tende della Scuola di inglese, dello stesso rosso vivace, con banchi, lavagne, un insegnante e tanti "assistenti" che aiutano chi, ormai adulto, di scuola ne ha fatta poca, ma porta con sé tanta speranza e voglia di fare. In questi giorni sono quasi 90 i "volontari" (saranno più di 250 nell'arco di tutta l'estate), in maggioranza giovani, di diversi paesi europei: dal Portogallo alla Polonia, passando per Spagna, Olanda, Italia, Belgio, Ungheria, Germania. "Sono venuti a proprie spese, per trascorrere  le loro vacanze con i profughi dell'isola", sottolina la Comunità di Sant'Egidio. A loro si aggiungono qualche amica greca e alcuni giovani migranti che facilitano l'amicizia, traducendo in arabo o in farsi. È "l'entusiasmo della gratuità, che contagia tanti e che - al di là delle barriere linguistiche e culturali" - è il messaggio di Sant'Egidio ai profughi -  il "valore aggiunto" delle tende rosse, dove, con il cibo, la scuola, qualche consiglio medico, "si respira l'aria fresca dell'amicizia".    

Centro Astalli: un “nuovo patto sociale per porre fine all’ecatombe di migranti”

3 Agosto 2021 - Roma - Il Centro Astalli “raccoglie” e fa “suo” l’appello di mons. Corrado Lorefice, arcivescovo di Palermo, nel chiedere a istituzioni nazionali e sovranazionali, di “non perdere altro tempo”. “Salvare chi rischia la vita in mare, in assenza di alternative legali per entrare in Europa, è dovere umanitario non derogabile”, sottolinea una nota. I dati del Ministero dell’Interno ci dicono che nel 2021 sono arrivati via mare in Italia 30mila migranti. P Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli, ribadisce che la “la situazione del Mediterraneo va affrontata con tempestiva risolutezza e mettendo al centro diritti umani e dignità dei naufraghi. Si tratta di un numero che fa gridare all’emergenza e all’invasione solo chi fa della paura e della demagogia gli unici strumenti da usare nel dibattito politico e mediatico. È necessario un nuovo patto sociale in cui autorità nazionali, enti locali e cittadini insieme decidano di porre fine all’ecatombe di uomini, donne e bambini in cerca di salvezza e accolgano in maniera diffusa in tutti i territori i migranti. In questo modo l’impatto che si avrebbe sulle comunità locali sarebbe minimo e non rappresenterebbe un onore o un’emergenza per nessuno.  

Palermo: apre la sartoria “Cucire” con una sfilata multietnica

3 Agosto 2021 -   Palermo - Con una sfilata multietnica di abiti e borse in stile africano e siciliano riapre, a pochi passi dal mercato storico di Ballarò, a Palermo,” Cucire Palermo!". In questo modo, riferisce Redattore Sociale, Esther del Ghana e Francis del Camerun hanno voluto mostrare le loro nuove creazioni presentando anche il progetto Pop-Up Your self! sostenuto da Intersos, UNHCR Italia (Agenzia Onu per i Rifugiati e PartecipAzione – In Azione per i rifugiati), Ciss (Cooperazione internazionale Sud Sud). A guidare la sartoria ci sono Francis Sabum Ayim ed Esther Yeboa, esperti sarti che, dopo essersi incontrati anni fa presso la Missione Speranza e Carità di Biagio Conte, hanno deciso di unire le loro competenze per creare un progetto condiviso. Prima di “Cucire”, Francis ed Esther erano già impegnati nel campo della formazione professionale di giovani migranti in difficoltà. Francis, ha cucito e donato un grembiule al Santo Padre; dopo essere stato presente durante il pranzo di papa Francesco nella missione Speranza e Carità di Biagio Conte, ha avuto anche la possibilità di incontrarlo in forma privata a Roma.  

Migranti: 700 salvati in mare

3 Agosto 2021 - Tripoli - Oltre 700 persone sono state salvate in diverse operazioni lo scorso fine settimana, mentre tentavano di attraversare il Mediterraneo su imbarcazioni di fortuna, principalmente al largo delle coste della Libia e di Malta. «Il più giovane sopravvissuto ha solo tre mesi», ha twittato Sos Méditerranée, in attesa di un porto sicuro dove far sbarcare i migranti. La ong ha riferito che la sua nave, la Ocean Viking, ha effettuato sei operazioni separate in acque internazionali da sabato. Nell’ultimo intervento ha tratto in salvo 106 persone al largo della costa maltese dopo essere stata allertata dal gruppo di aiuti Sea-Watch. Nella notte tra sabato a domenica – riferisce l’Osservatore Romano - si è unita alle navi di Sea Watch e ResQship, per soccorrere 400 persone in difficoltà nel Mediterraneo centrale. A bordo della Ocean Viking ci sono 555 migranti salvati nel fine settimana, tra cui almeno 28 donne, due delle quali incinte. Da giorni anche a Lampedusa si susseguono incessanti le operazioni di soccorso. Circa 102 persone, tutti uomini, sono state intercettate su un barcone dalla Capitaneria di porto e trasferite nell’hotspot di contrada Imbriacola, dove già si trovano un migliaio di ospiti a fronte di una capienza di 250 posti. Ieri 4 sbarchi hanno condotto sulla più grande delle Pelagie altri 84 migranti.  

Mons. Lorefice: «siamo ancora in tempo» per fermare le stragi in mare

3 Agosto 2021 - Palermo - «Questa volta siamo ancora in tempo. Le autorità italiane, le autorità maltesi, le autorità europee sono ancora in tempo. La nostra umanità è ancora in tempo. Il nostro compito come cristiani è ancora in tempo. Oltre 400 vite nel cuore del Mediterraneo aspettano la nostra decisione, aspettano di essere salvate». Così l’arcivescovo di Palermo, mons. Corrado Lorefice, lancia un appello alle istituzioni di tutta Europa, a cominciare dal Governo italiano e dalla nostra Guardia Costiera, affinché intervengano immediatamente nel salvataggio di cinque imbarcazioni, con oltre 450 migranti a bordo, per le quali il rischio di naufragio nella zona SAR di Malta è già stato lanciato molte ore fa e viene adesso ribadito con insistenza dalle ONG che operano nel Mediterraneo senza raccogliere alcuna risposta. «Quante volte in questi anni – ricorda mons. Lorefice – abbiamo condiviso lo sgomento dell’impotenza, dato dallo sgomento dell’indifferenza dinanzi al destino disperato di centinaia, oramai migliaia di fratelli e sorelle che hanno perso la vita mentre tentavano di guadagnare niente di più che la loro stessa dignità, che il loro stesso diritto ad esistere! Oggi non è ancora troppo tardi! Faccio appello a tutti coloro che hanno il potere di assumere una decisione sul destino di queste 400 persone affinché lo facciano subito e non costringano l’Europa a piangerle tra poche ore come vittime di questa barbarie. Non decidere in questa direzione significa ammettere che l’omissione di soccorso fa parte a tutti gli effetti della strategia che i nostri Governi stanno adottando per gestire il tema delle migrazioni, continuando a rendere plausibile lo straziante genocidio a cui molti ancora si rifiutano di assistere, voltando lo sguardo dall’altra parte. Da esseri umani prima ancora che da cristiani – conclude Lorefice – non possiamo non condividere l’impossibilità di tacere dinanzi al perpetuarsi di questo male, non possiamo non continuare a ricordare l’urgenza di agire contro tutto ciò che avviene attorno e nel cuore del Mediterraneo, in nome di diritti umani internazionali, della Costituzione italiana e del Vangelo».      

Viminale: da inizio anno sbarcate 28.515 persone migranti sulle coste italiane

30 Luglio 2021 - Roma - Sono 28.515 le persone migranti sbarcate sulle coste italiane da inizio anno. Il dato è stato diffuso dal ministero degli Interni, considerati gli sbarchi rilevati entro le 8 di questa mattina. Degli oltre 28.500 migranti sbarcati in Italia nel 2021, 6.758 sono di nazionalità tunisina (24%), sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco; gli altri provengono da Bangladesh (4.176, 15%), Egitto (2.291, 8%), Costa d’Avorio (2.031, 7%), Eritrea (1.428, 5%), Guinea (1.408, 5%), Sudan (1.309, 4%), Iran (1.268, 4%), Marocco (1.081, 4%), Mali (836, 3%) a cui si aggiungono 5.929 persone (21%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione.    

Scalabriniane: parte la missione a Lesbo

30 Luglio 2021 -
Roma - Per il secondo anno consecutivo è partita la missione itinerante delle Suore Missionarie Scalabriniane nell’isola di Lesbo per aiutare e sostenere le migliaia di rifugiati in arrivo dal Medio Oriente e dall’Africa che cercano speranza e salvezza in Europa. L’iniziativa è possibile grazie alla collaborazione con la Comunità di Sant’Egidio e a un’intesa che sta portando all’attivazione di una serie di iniziative in Italia e nel resto del mondo. La missione di Lesbo è una di queste e vede protagonista la Provincia europea delle Suore Scalabriniane.
“L'accoglienza e la disponibilità della comunità di Sant'Egidio sono segni straordinari per noi e sono la possibilità di un’azione più articolata per il nostro servizio e per essere in comunione con migranti e rifugiati. Anche grazie a loro possiamo metterci in cammino verso gli altri e le altre – dice suor Neusa de Fatima Mariano, superiora generale delle Scalabriniane, Congregazione che sin dalla sua fondazione ha come missione il servizio alla persona migrante – Grazie a loro ci troviamo a fare, ormai per il secondo anno consecutivo, un’assistenza su questa zona di confine, lì dove più forte si alza la richiesta di aiuto. Per tutta l’estate saremo con loro e tenderemo la mano alle famiglie, alle mamme, ai papà, ai più piccoli”. Si tratta di un’iniziativa che le Suore Missionarie Scalabriniane hanno promosso nell’ottica di una 'Chiesa in uscita', proprio come ha chiesto Papa Francesco. Le nove suore resteranno a Lesbo per qualche mese e si alterneranno nell’assistenza dei migranti in questa zona di frontiera nell’isola greca di fronte alla Turchia. Al centro della loro attenzione i campi dove vivono migliaia di rifugiati, in condizioni degradanti e che mettono a rischio la loro stessa vita. “Questa esperienza è una risposta all’appello del Pontefice di andare verso le periferie umane. A Lesbo c’è un continuo allarme a cui tutti dobbiamo rispondere”, aggiunge suor Neusa. Per suor Milva Caro, superiora provinciale dell’Europa, “l’emergenza chiama di nuovo tutte noi a mobilitarci per aiutare i rifugiati che non hanno mai smesso di affollare le rotte del Mediterraneo”. “Non fa più notizia, forse, ma ancora sui barconi migliaia di persone, donne, bambini non accompagnati, cercano un varco verso la speranza – aggiunge – L’attività missionaria è fondamentale non solo per rispondere ai bisogni primari ma anche per dare conforto, essenziale per chi ha lasciato tutto dietro di sé e spesso ha visto cadere lungo il cammino le persone più care”.

l sans papiers italiani: la storia di Amir e Mamadou

30 Luglio 2021 - Roma - Senza documenti non si va da nessuna parte. Lo sanno bene Amir e Mamadou che stanno lottando da tempo per l’ottenimento del permesso di soggiorno che gli garantirebbe la possibilità di vivere e lavorare regolarmente in Italia. Un iter però piuttosto macchinoso e complesso che richiede molto tempo. “Senza documenti non posso fare nulla” afferma Amir. I due senegalesi sono venuti in Italia con la speranza lavorare, ma ora tutto questo gli sta venendo negato per motivi burocratici, trovandosi di fronte ad una montagna difficile da scalare. Un dramma quello dei lavoratori irregolari che è salito alla ribalta sui fatti di cronaca con lo sciopero della fame e della sete messo in atto da un gruppo sans papiers - persone senza documenti - in Belgio. La protesta era cominciata due mesi fa per ottenere la regolarizzazione della loro posizione. “Quello che è successo a Bruxelles deve essere un monito” - spiega Marco Ruopoli, presidente di Sophia Impresa Sociale - “Con Amir e Mamadou abbiamo potuto toccare con mano quanto possa essere pesante vivere in questo limbo. Senza i documenti è come se non esistessero, costretti nella solitudine e nell’incertezza di un'esistenza ai margini”. Una situazione difficile da affrontare soprattutto senza alcun tipo di sostegno. Per questo Sophia Impresa Sociale sta accompagnando i due giovani con il supporto di un avvocato che si sta occupando di regolarizzare la loro posizione. Nel frattempo si stanno formando attraverso progetti e corsi di formazione messi in campo dalla cooperativa di Roma, recuperando quella dignità e quella umanità che stavano cominciando a perdere. “Ho ripreso fiducia” - commenta Amir - “Voglio rimanere in Italia. Spero che la situazione si risolve presto”. Un passo importante verso l’integrazione perché, come scrive la scrittrice americana Laura Hillenbrand, “senza la dignità, l'identità viene cancellata”. (A. Cocchi)

Viminale: da inizio anno sbarcate 27.834 persone migranti sulle coste italiane

29 Luglio 2021 - Roma - Sono 27.834 le persone migranti sbarcate sulle coste italiane dall’inizio dell’anno. Di questi 6.147 sono di nazionalità tunisina (22%), sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco; gli altri provengono da Bangladesh (4.176, 15%), Egitto (2.291, 8%), Costa d’Avorio (2.031, 7%), Eritrea (1.428, 5%), Guinea (1.408, 5%), Sudan (1.309, 5%), Iran (1.268, 5%), Marocco (1.081, 4%), Mali (836, 3%) a cui si aggiungono 5.859 persone (21%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione. Il dato è stato diffuso dal ministero degli Interni ed è aggiornato alle 8 di questa mattina.

Viminale: da inizio anno sbarcate 27.474 persone migranti sulle coste italiane

28 Luglio 2021 - Roma - Sono 27.474 le persone migranti sbarcate sulle coste italiane. Di questi 5.852 sono di nazionalità tunisina (21%), sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco; gli altri provengono da Bangladesh (4.176, 15%), Egitto (2.291, 8%), Costa d’Avorio (2.031, 8%), Eritrea (1.428, 5%), Guinea (1.408, 5%), Sudan (1.309, 5%), Iran (1.268, 5%), Marocco (1.081, 4%), Mali (836, 3%) a cui si aggiungono 5.794 persone (21%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione. Il dato è aggiornato alle 8 di questa mattina dal Viminale.

Diocesi Ugento-S.Maria di Leuca: venerdì la Giornata dei Migranti

28 Luglio 2021 - Ugento - Si celebrerà venerdì 30 luglio, nella diocesi di Ugento-Santa Maria di Leuca, la giornata diocesana dei migranti, facendo soprattutto memoria dei morti in mare e aiutando la riflessione di tutti insieme alle autorità civili circa l’accoglienza. Tutto questo sul lungomare di Felloniche, Castrignano del Capo, dove qualche hanno fa, fu ritrovato il corpo di una giovane di nazionalità somala, annegata a seguito di un naufragio. Questo doloroso evento – si legge in una nota – “non può essere dimenticato per pregare, riflettere e operare sul nostro territorio in favore di una cultura dell’accoglienza”. Alle 19 il vescovo Vito Angiuli presiederà la celebrazione eucaristica nella memoria di santa Francesca Saverio Cabrini, patrona dei migranti. A seguire, benedirà il monumento dedicato a Maria “conforto dei migranti”, eretto a ricordo di tutte le persone morte in mare per naufragi. All’inaugurazione interverranno don Fabrizio Gallo, direttore dell’Ufficio Migrantes diocesano e autore del disegno dell’opera, lo scultore Gianluigi Rizzello, don Lucio Ciardo, direttore della Caritas diocesana, don Stefano Ancora, presidente del Parco culturale ecclesiale “Terre del Capo di Leuca – De Finibus Terrae”, e Santo Papa, sindaco di Castrignano del Capo.  

Giornata contro la Tratta: don Buonaiuto, “dalla prostituzione al lavoro nero, le schiavitù al tempo del covid”

28 Luglio 2021 - Milano -  «È impossibile ignorare lo sguardo sofferente di coloro che sanno di non potersi liberare da soli dalle catene che li tengono imprigionati con la paura e il ricatto». Don Aldo Buonaiuto, sacerdote di frontiera della Comunità Papa Giovanni XXIII, in un editoriale che Famiglia Cristiana pubblica nel numero da domani in edicola scuote le coscienze alla vigilia della Giornata mondiale contro le nuove schiavitù, che si celebra il 30 luglio. «Neanche questa lunga pandemia ha fermato i mercanti di esseri umani», scrive don Buonaiuto. «Tra le creature più indifese le giovanissime rapite, ingannate e sfruttate fino a ridurle a bancomat umani delle peggiori organizzazioni criminali tra loro in competizione per dividersi il turpe mercato del mercimonio coatto». Il business illegale della prostituzione «si è inabissato durante la crisi Covid senza mai esaurire il proprio potenziale di sofferenze e tragedie rimosse», osserva il prete antitratta. «Sotto l’emergenza dilagante del “virus killer” ha continuato in maniera carsica a scorrere il fiume velenoso della prostituzione tiranneggiata dalle multinazionali della violenza. I clan hanno agito indisturbati cambiando le forme di un giro di affari che ha semplicemente differenziato le occasioni di arricchimento. Così è esploso il fenomeno della vendita online di incontri a pagamento dietro ai quali si nasconde il volto malefico della tratta. Confinate in appartamenti le vittime sono costrette a ritmi di sfruttamento massacranti. Trasformando esistenze umane in catene di montaggio con la minaccia di sanguinose ritorsioni in caso di diminuzione delle entrate. Non potrò mai abituarmi ad ascoltare racconti come quello di Ana che di giorno era obbligata a ricevere i cosiddetti clienti reclutati sul web. E poi la notte doveva prostituirsi in strada per raggiungere la quota fissata quotidianamente dai propri aguzzini». Purtroppo i fronti della tratta sono molteplici, conclude don Buonaiuto nella sua allarmata riflessione: «Non sono solo i marciapiedi a essere teatro di indecenti schiavitù, bensì anche i cantieri abusivi nei quali si è raggiunto il livello record di morti bianche, il caporalato nei campi, i settori legati al turismo sessuale e all’accattonaggio, le occupazioni in nero come badanti o babysitter. Con addentellati persino nel traffico internazionale di organi».

Trento: sensibilizzazione contro la tratta delle persone

28 Luglio 2021 - Trento - Il Progetto Alba, attraverso la cooperativa Punto d’Approdo e il Centro Italiano Femminile sezione di Trento, organizza per domani, giovedì 29 Luglio, dalle 18 in via Bernardo Clesio 5 a Trento “Diamo un taglio al silenzio”, durante il quale verranno letti alcuni passi di “Non è posto per avere sogni”, una serie di racconti nati dall’incontro tra l’associazione LULE e INC (Itinerari Narrativi Contemporanei) – Lombardia. L’obiettivo della serata di sensibilizzazione è accendere i riflettori su un tema che solo apparentemente non riguarda tutti: accendere una speranza affinché i tanti sogni di donne, uomini e minori non restino per sempre ingabbiati nelle maglie delle reti di sfruttamento. Venerdì 30 luglio ricorre anche l’anniversario dell’istituzione della Giornata internazionale contro la tratta degli esseri umani. In Italia da oltre vent’anni è presente una rete nazionale anti tratta, finanziata dal Dipartimento delle Pari Opportunità, attualmente composta da ventuno progetti territoriali (per il Trentino-Alto Adige partecipa il Progetto Alba): ogni anno viene fornita assistenza, accoglienza, protezione e inclusione sociale a circa mille vittime, valutando oltre cinquemila casi di sospetto grave sfruttamento e contattando sulle strade, nei luoghi di lavoro e nei luoghi di dimora informale circa trentamila persone tra le popolazioni a rischio.

Centro Astalli: “attivare misure urgenti per porre fine all’ecatombe”

27 Luglio 2021 - Roma - “Siamo addolorati per la morte tragica di queste persone in fuga dalla Libia e dai loro Paesi di origine. Risulta insopportabile l’immobilismo e l’indifferenza dei governi europei e delle istituzioni comunitarie che davanti all'aumento considerevole di vittime nell'ultimo anno non ritengono urgente e prioritario attivare le misure necessarie per porre fine all’ecatombe di migranti”. Lo afferma oggi padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli, esprimendo "profondo cordoglio" per le 57 vittime accertate del naufragio di ieri a largo della Libia. Tra di loro ci sono almeno 20 donne e due bambini. Secondo l’Oim nel 2021 la stima dei morti nel Mediterraneo centrale si avvicina a circa mille persone (oltre 980). L’anno scorso a fine luglio erano 272. Il Centro Astalli chiede di "attivare immediatamente un’operazione in mare di ricerca e soccorso con finalità esclusivamente umanitarie. Per far ciò chiediamo di interrompere i finanziamenti alla Libia per destinarli a politiche che consentano finalmente una migrazione legale e sicura". Ma anche di "aprire vie legali di ingresso per i migranti che vogliono arrivare in Europa. Oggi non c’è alternativa al traffico di essere umani. I canali umanitari e i programmi di resettlement esistenti hanno ampiamente dimostrato, per numeri relativamente contenuti, che sono una strada percorribile e razionale per gestire i flussi migratori. Ora l’Unione europea deve attivare politiche di ingresso strutturali e per numeri significativi di migranti da ripartire equamente tra gli Stati membri, superando finalmente il datato Regolamento di Dublino". Al Parlamento italiano chiede "di discutere e approvare in tempi rapidi la proposta di legge 'Ero straniero – L’umanità che fa bene'". "Restare a guardare condanna a morte molte persone - conclude padre Ripamonti -. Chiediamo a istituzioni nazionali e sovranazionali di riappropriarsi del proprio compito principale: garantire diritti e promozione umana attraverso il rispetto della vita e della libertà di ogni essere umano”.

Migranti: in mare altri 57 morti

27 Luglio 2021 - Milano - La prima strage della settimana annuncia giorni difficili. Almeno 57 i migranti affogati davanti alle coste libiche. Tra loro una ventina di donne e un imprecisato numero di bambini. La conferma è arrivata da Federico Soda, capo dell’Organizzazione Onu per i migranti a Tripoli che si è detto “inorridito per l’ennesima dolorosa perdita di vite al largo delle coste libiche”. Non una tragedia per caso: “Il silenzio e l’inerzia - ha aggiunto - sono imperdonabili”. Con questo naufragio "la stima dei morti nel Mediterraneo Centrale si avvicina a quasi mille (oltre 980) - annota Flavio Di Giacomo, portavoce dell’Oim -. L’anno scorso a fine luglio le vittime erano state 272”. Perciò Ue e Italia dovrebbero "non più esitare e fare di tutto per rafforzare il sistema di pattugliamento in mare. Da subito”.

Viminale: da inizio anno sbarcate 27.469 persone migranti sulle coste italiane

26 Luglio 2021 -

Roma – Sono 27.469 le persone migranti sbarcate sulle coste italiane da inizio anno.  Di questi 5081 sono di nazionalità tunisina (21%), sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco; gli altri provengono da Bangladesh (3.993, 14%), Egitto (2.210, 8%), Costa d’Avorio (1.946, 7%), Guinea (1.352, 5%), Eritrea (1.347, 5%), Sudan (1.255, 5%), Iran (1.084, 4%), Marocco (1.062, 4%), Mali (727, 3%) a cui si aggiungono 6.688 persone (24%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione. Il dato è stato diffuso dal Ministero degli Interni, considerati gli sbarchi rilevati entro le 8 di questa mattina.

Eurostat: in Ue 3 richiedenti asilo su 10 sono minori

26 Luglio 2021 -

Roma - “Nel 2020, 129.630 bambini (persone di età inferiore ai 18 anni) hanno presentato una prima domanda di asilo nell’Unione europea, il che corrisponde al 31% del numero totale di domande di asilo per la prima volta registrate nell’Ue”. Il dato è stato diffuso oggi a Bruxelles da Eurostat, l’istituto statistico della Commissione europea. “Tra questi minori, il 10% erano minori non accompagnati, corrispondenti al 3% del numero totale di richiedenti asilo per la prima volta”. Negli Stati membri dell’Ue, la quota di bambini e ragazzi sul numero totale di richiedenti asilo per la prima volta è variata nel 2020 dal 54% in Germania al 6% in Slovacchia, mentre la quota di minori non accompagnati nel numero totale di richiedenti asilo per la prima volta è stato il più alto in Bulgaria (23%) e il più basso in Spagna (0,1%). Nella Repubblica Ceca, in Estonia, Lettonia, Lituania e Ungheria “non sono state registrate domande di minori non accompagnati nel 2020”. Per quanto riguarda il Paese di provenienza dei minori richiedenti asilo per la prima volta nel 2020, più della metà (52%) dei bambini aveva la cittadinanza di un Paese asiatico, il 22% un africano, il 13% americano e il 9% aveva una cittadinanza europea (non Ue). La cittadinanza siriana (25% del numero totale di bambini richiedenti asilo per la prima volta) era la cittadinanza principale dei minori richiedenti asilo per la prima volta nel 2020.

Don De Robertis: la comunità albanese “componente importante e apprezzata della società pugliese”

26 Luglio 2021 - Bari – “Abbiamo pensato questo incontro non tanto come la rievocazione di un evento, che pure ha avuto dell’incredibile ed è rimasto impresso nella memoria collettiva della nostra città e di tutta l’Italia – la nave Vlora stracarica di esseri umani che l’8 agosto 1991 entrava nel porto di Bari – quanto del cammino che la comunità albanese ha fatto in questi 30 anni, che l’ha portata da essere guardata con timore e diffidenza, a volte con disprezzo, ad essere riconosciuta come una componente importante e apprezzata della società pugliese”. È quanto ha detto don Giovanni De Robertis, Direttore generale della Fondazione Migrantes introducendo i lavori del convegno “Le Speranze della dolce Nave- 30 anni dopo. La migrazione del popolo albanese tra passato, presente e sfide futuro” svoltosi presso il Fortino Sant’Antonio Abate a Bari per il trentennale dell’arrivo nel porto pugliese della nave con circa 20mila albanesi a bordo. Dalle tante testimonianze emerge il cammino che questa comunità “ha fatto nel campo professionale, artistico, affettivo (tanti i matrimoni celebrati in questi anni!) e anche religioso, che molti albanesi non avevano potuto sviluppare sotto la dittatura atea. Ciò che spesso ci viene presentato come un evento infausto, un pericolo, una invasione – ha aggiunto il sacerdote - si è rivelato invece come una opportunità, una occasione di crescita per noi e per loro. Da questo anniversario ci viene soprattutto un messaggio di fiducia e di impegno”. Una delle cose che “più mi colpisce ascoltando papa Francesco parlare di migrazioni, è – ha concluso - che, pur non nascondendo i drammi che spesso ad esse si accompagnano, specie quando forzate, egli ne parla sempre come di una opportunità, una occasione per riscoprire ‘un noi sempre più grande’, come recita il titolo del suo messaggio per la prossima Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che si celebrerà il 26 settembre.  

La storia di Mamor: l’integrazione che parte dall’amicizia

23 Luglio 2021 - Roma - Mamor è un giovane del Mali, arrivato in Italia nel 2016. Per venire nel nostro paese è dovuto passare per la Libia, dove ha rischiato di essere rapito dalle milizie che girano per le città, e poi per il Mediterraneo. Una traversata che poteva trasformarsi in tragedia se il suo barcone, quasi affondato, non fosse stato soccorso. Una volta in Italia però il giovane ha affrontato notevoli difficoltà, ritrovandosi, come molti altri ragazzi che arrivano nel nostro paese, ai margini della società. “Quando mi ha raccontato quello che aveva passato mi sono commosso” rivela Giovanni Moretti, collaboratore di Sophia Impresa Sociale che ha insegnato l’italiano a Mamor nel corso di Creare Valore Attraverso l’Integrazione, progetto della cooperativa romana sostenuto dalla campagna Liberi di Partire, Liberi di Restare. Tra i due si è creato un forte legame di amicizia che è rimasto solido anche dopo il termine del progetto. “Con Mamor è’ nata subito una grande intesa” - continua Giovanni - “Siamo amici e ci sentiamo spesso per aggiornarci e per sapere come va la vita in generale”. Il legame che si è creato tra Giovanni e Mamor è l'emblema di come noi a Sophia intendiamo il sostegno ai giovani migranti in condizione di vulnerabilità” - spiega Marco Ruopoli, presidente di Sophia Impresa Sociale - “Non un semplice aiuto, ma un accompagnamento fraterno che spesso si trasforma in amicizia. Anche per questo alcuni giovani che abbiamo seguito sono divenuti soci della cooperativa e sono parte attiva dei progetti educativi nelle scuole sul fenomeno dell’immigrazione”. Grazie alla formazione ai mestieri artigianali ricevuta nel corso del progetto e agli insegnamenti di italiano di Giovanni, Mamor è riuscito a trovare un lavoro stabile che gli ha permesso di andare ad abitare da solo. “Per festeggiare mi ha invitato a casa sua e abbiamo cucinato insieme. È stato un bel traguardo e una grande soddisfazione per entrambi” racconta Giovanni. Una storia di integrazione che parte proprio dall'amicizia. Del resto per essere “Fratelli tutti” come auspicato dal Papa bisogna anzitutto essere amici imparando che l'altro può essere un dono che ci arricchisce. (A.M.)  

Viminale: da inizio anno sbarcate 25.295 persone migranti sulle coste italiane

22 Luglio 2021 - Roma - Sono 25.295 le persone migranti sbarcate sulle coste italiane da inizio anno.  Di questi 4.781 sono di nazionalità tunisina (19%), sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco; gli altri provengono da Bangladesh (3.890, 15%), Egitto (2.130, 9%), Costa d’Avorio (1.929, 8%), Guinea (1.344, 5%), Eritrea (1.325, 5%), Sudan (1.226, 5%), Iran (1.084, 4%), Marocco (1.040, 4%), Mali (726, 3%) a cui si aggiungono 5.820 persone (23%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione. Il dato è stato diffuso dal ministero degli Interni, considerati gli sbarchi rilevati entro le 8 di questa mattina.